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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/15/18 in Risposte

  1. Capirai, è solo l'inizio, aspetta che il primo riceva il pacco e scatterà la psicosi da spedizione persa
    4 punti
  2. Salve, segnalo : http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/sentenza-tar-mibac-augustale-rarita/
    3 punti
  3. Possiamo dire tranquillamente già da ora che questo evento è un test, sicuramente sarà monitorato in ogni particolare, consenso, interesse, critiche, presenze sul posto, numeri, dati, accessi da YouTube, è giusto ogni tanto sperimentare e vedere a cosa sono interessati gli appassionati e cosa vogliono. Abbiamo le conferenze importanti, abbiamo la parte pratica didattica e di confronto sulle monete sul tema conservazioni che ogni giorno affrontiamo anche qui, potenzialmente viste le discussioni quotidiane dovrebbe esserci un grande interesse, ma non è detto, la numismatica non sempre risponde come si potrebbe pensare, vedremo dopo l'evento e valuteremo l'impatto complessivo. Di certo riscontro l'interesse di autorevoli esponenti della nostra numismatica, ho preparato per Antonio Morello per la rivista Monete Antiche un promo dell'evento che ha ritenuto pregevole. Credo che in casa NIP ci sia interesse e magari potremmo sentire @Alberto Varesi sul tema, la numismatica ha bisogno di service, service per il collezionismo, per il collezionista, anche per la collettività, per le comunità, per chi inizia, per chi vuole invece ulteriori riscontri, credo che il 10 novembre sia un po' tutto questo, lo offriamo alla comunità numismatica con un grande sforzo organizzativo e gestionale e attendiamo i riscontri interni ed esterni, le prenotazioni anche se è il 10 novembre sarebbe però meglio averle un po' prima onde organizzare adeguatamente gli spazi nell'Hotel De La Ville, e come sempre ciò che conta non è contenitore ma il contenuto...
    3 punti
  4. Lo scorso sabato al Convegno di Roma Colleziona mi è stata commissionata la pulizia ed il recupero di tre monete dell’Impero Romano. Oggi vi propongo il recupero di un sesterzio di Filippo II (247-249 d.C.), moneta con molte concrezioni calcaree cristallizzate e concrezioni terrose solidificate, che si estendevano su buona parte del tondello. Dopo il consueto bagno in acqua demineralizzata, si è proceduto alla rimozione meccanica delle concrezioni sotto forte ingrandimento che coprivano gran parte di una bellissima patina verde oliva. Ed ecco il risultato finale.
    2 punti
  5. Buongiorno torno a postare in questa sezioni dopo un po' di tempo, oggi vi faccio vedere una delle ultime entrate in collezione.. Moneta in rame( le mie preferite) con volto giovane che per Ferdinando ll è quello che preferisco.. Moneta non facile da trovare, ancora meno in alta conservazione... Buona domenica Luca
    2 punti
  6. Ecco quì le monete nel dettaglio, partiamo con la 2€ Bernini per passare alle monete dedicate ai segni zodiacali, prima Ariete e poi Toro, infine il retro comune delle monete da 5€. Un saluto a tutti
    2 punti
  7. Il premio è andato al Prof. Aldo Luisi, persona straordinaria e grandissimo studioso. Non si può in alcun modo affermare che non sia meritato. La giornata di studio è stata di altissimo livello e tutto il mondo numismatico dovrebbe operarsi affinché eventi del genere si ripetano a cadenza annuale. Personalmente sono convinto che siamo sulla strada giusta. Saluti a tutti Michele
    2 punti
  8. Buongiorno Silver,è da lo scorso inverno che si stanno intensificando le discussioni, tra i vari studiosi e collezionisti, sul posizionamento dei gigli sulle "palle" nello stemma dei medici. si è partiti con le 1805 capelli lisci, alle 1817 e 1818 gigli invertiti tra loro 1-2/ 2-1 per poi arrivare alla monetazione di Ferdinando II°........ e qui......... si è visto di tutto . saluti Michele
    2 punti
  9. Nel Martirologio Romano alla voce “Memoria della beata Maria Vergine del Rosario” si legge: in questo giorno (7 ottobre nota delle scrivente) con la preghiera del Rosario[1] o corona mariana si invoca la protezione della santa Madre di Dio per meditare sui misteri di Cristo, sotto la guida di Lei, che fu associata in modo tutto speciale all’incarnazione, passione e risurrezione del Figlio di Dio. L'origine della Madonna del Rosario è attribuita all'apparizione di Maria a san Domenico di Guzman[2] (Caleruega, Burgos 1170 circa - Bologna 1221) – foto 1 – , nel 1208 a Prouille, allora composta da qualche abitazione e da una cappella che trasformò nel primo convento da lui fondato; un’altra versione la fa risalire al 1212 quando sempre san Domenico di Guzman, durante la sua permanenza a Tolosa, pregò la Vergine Maria per sapere come combattere l’eresia albigese e Lei gli consegnò il Rosario. Quindi il culto verso la Vergine del rosario è molto antico e risale al XIII secolo, epoca dell’istituzione dei domenicani che furono i maggiori propagatori. Il 7 ottobre 1571 a Lepanto, nel corso della guerra di Cipro, ci fu uno scontro navale tra le flotte musulmane dell'Impero ottomano e quelle cristiane (federate sotto le insegne pontificie) della Lega Santa che riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell'Impero spagnolo con il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca, del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova. Questa fu la quarta battaglia, in ordine di tempo, detta anche battaglia delle Echinadi o Curzolari, nonché la maggiore, e si concluse con la vittoria della flotta cristiana sui turchi musulmani; l’annuncio della vittoria giunse a Roma 23 giorni dopo. La vittoria fu attribuita all’intercessione della Vergine Maria e a seguito di ciò il papa Pio V (oggi san Pio V, al secolo Antonio (in religione Michele) Ghislieri, Bosco Marengo (AL), 17 gennaio 1504 – Roma, 1º maggio 1572), istituì la festa di Santa Maria della Vittoria e il 7 ottobre del 1572 venne celebrato il primo anniversario della vittoria di Lepanto. Pio V consacrò la vittoria ottenuta «...per intercessione dell'augusta Madre del Salvatore, Maria», intitolando il giorno 7 ottobre a «Nostra Signora della Vittoria», successivamente rinominata da papa Gregorio XIII (al secolo Ugo Boncompagni, Bologna, 7 gennaio 1502 – Roma, 10 aprile 1585) in «Nostra Signora del Rosario». Da allora in poi si utilizzò ufficialmente anche il titolo di Auxilium Christianorum, titolo che non sembra doversi attribuire direttamente al Pontefice, ma ai reduci vittoriosi, che ritornando dalla guerra passarono per Loreto a ringraziare la Madonna: i forzati che erano stati messi ai banchi dei remi furono liberati e, sbarcati a Porto Recanati, salirono in processione alla Santa Casa, dove offrirono le loro catene alla Madonna; con esse furono costruite le cancellate poste agli altari delle cappelle. Lo stendardo della flotta fu donato alla chiesa di Maria Vergine a Gaeta. La ricorrenza della Madonna del Rosario fu poi spostata alla prima domenica di ottobre, e dal 1913 dal papa Pio X (dal 1954 san Pio X, al secolo Giuseppe Melchiorre Sarto, Riese (TV), 2 giugno 1835 – Roma, 20 agosto 1914) è stata rispostata al 7 ottobre. Il culto per il Rosario ebbe un’ulteriore diffusione dopo le apparizioni di Lourdes del 1858, dove la Vergine raccomandò la pratica di questa devozione. Alla Madonna del Rosario sono intitolati numerosi istituti, chiese e congregazioni cattoliche, essendo una delle tradizionali e più celebri e importanti raffigurazioni nelle quali la Chiesa cattolica venera Maria, Madre di Gesù. La Madonna del Rosario, ebbe nei secoli una vasta gamma di raffigurazioni artistiche, quadri, affreschi, statue: è rappresentata con una veste azzurra e una corona del Rosario tra le mani – foto 2 – , la cui iconografia è ripresa da quella più antica della “Madonna della cintola”; di solito è raffigurata seduta in trono con il Bambino in braccio, in atto di mostrare o dare la corona del rosario – foto 3 e 4 –; la più conosciuta è quella in cui la corona viene data a Santa Caterina da Siena e a San Domenico di Guzman, inginocchiati ai lati del trono – foto 5 –, come nella Madonna di Pompei – foto 6, 7, 8 –, venerata nella basilica di Pompei (NA) – città la cui patrona è proprio la Madonna del Rosario – e in cui si conserva una tela attribuita alla scuola di Luca Giordano, di non eccelso valore artistico e restaurata, ma di notevolissimo valore spirituale e taumaturgico poiché oggetto di culto molto intenso e diffuso, con pellegrinaggi che si concentrano durante le due suppliche: l'8 maggio (l'8 maggio 1876 ebbe inizio la costruzione della basilica) e la prima domenica di ottobre. Il quadro dono di suor Maria Concetta De Litala all’avvocato Bartolo Longo (Latiano (BR), 11 febbraio 1841 – Torre Annunziata (NA), 5 ottobre 1926) – foto 6 – , il 13 novembre 1875, fu trasportato su un carro di letame a Pompei. L’uomo, inviato in quella località dalla contessa Marianna Farnararo vedova De Fusco come amministratore di alcune sue proprietà, si era riavvicinato alla fede cristiana cattolica dopo essere stato attratto dall’anticlericalismo e dallo spiritismo. Il quadro fu inizialmente esposto nella chiesa parrocchiale ma subito iniziarono a manifestarsi grazie e miracoli per intercessione della Madonna, a tal punto che si rese necessario costruire una chiesa più grande e su consiglio del vescovo di Nola, Bartolo Longo iniziò il 9 maggio 1876 la costruzione del Santuario, che terminò nel 1887. Il quadro della Madonna, dopo essere stato opportunamente restaurato, venne sistemato su uno splendido trono; l’immagine poi venne anche incoronata con un diadema d’oro, ornato da più di 700 pietre preziose, benedetto da papa Leone XIII. La costruzione venne finanziata da innumerevoli offerte di denaro, proveniente dalle tante Associazioni del Rosario sparse in tutta Italia: in breve divenne un centro di grande spiritualità, elevato al grado di Santuario e di Basilica Pontificia. Bartolo Longo istituì anche un orfanotrofio femminile, un istituto per i figli dei carcerati e divenne promotore del periodico «Il Rosario e la Nuova Pompei», che ancora oggi si stampa. Nel 1893 Bartolo Longo offrì a papa Leone XIII la proprietà del Santuario con tutte le opere pompeiane e, qualche anno più tardi, rinunciò anche all’amministrazione che il Pontefice gli aveva lasciato. [1] Il rosario è una preghiera devozionale e contemplativa a carattere litanico tipica della Chiesa cattolica; materialmente il rosario cattolico è una cordicella circolare costellata da 50 grani divisi in 5 gruppi di 10 da un grano diverso e dalla quale pende una serie di tre grani, un grano separatore e un crocifisso. Al crocifisso si recita il Credo, al grano separatore il Padre Nostro, ai tre grani tre Ave Maria (una per ognuna delle tre virtù teologali, la Fede, la Speranza e la Carità) e scorrendo i grani separatori il Padre Nostro, una dossologia, la recita e la meditazione su un episodio saliente della vita di Gesù e di Maria, detti "misteri" del rosario, e il Gloria, e scorrendo quelli in 10 l'Ave Maria. La recita completa consiste in 200 Ave Maria raggruppate in quattro serie, chiamate corone e contemplanti i “misteri; fu il papa Giovanni Paolo II (al secolo Karol Józef Wojtyła, Wadowice,18 maggio 1920 – Città del Vaticano, 2 aprile 2005 - oggi san Giovanni Paolo II) che nel 2002 aggiunse, con la Lettera apostolica «Rosarium Virginis Mariae», i cinque misteri luminosi (o della Luce), da recitarsi facoltativamente il giovedì, in luogo dei misteri gaudiosi e contemplanti 1) il battesimo di Gesù nel fiume Giordano, 2) le nozze di Cana, 3) l'annuncio del Regno di Dio, 4) la trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, 5) l'istituzione dell'Eucaristia, ai quindici misteri tradizionali (cinque della Gioia o gaudiosi, cinque del Dolore o dolorosi, cinque della Gloria o gloriosi) Nella forma tradizionale, si recita ogni giorno una corona meditandone i misteri: la prima comprende i misteri gaudiosi (o della gioia), contemplati il lunedì e il giovedì; la seconda i misteri dolorosi (o del dolore), il martedì e il venerdì; la terza i misteri gloriosi (o della gloria), il mercoledì, il sabato e la domenica. Nella forma tradizionale, si recita ogni giorno una corona meditandone i misteri seguendo la seguente cadenza: Misteri gaudiosi (o della gioia) - da recitarsi il lunedì e il giovedì oppure il lunedì e il sabato - e comprendenti 1) l'annunciazione dell'Arcangelo Gabriele a Maria Vergine, 2) la visita di Maria Vergine a Santa Elisabetta, 3) la nascita di Gesù, 4) la presentazione di Gesù al Tempio, 5) il ritrovamento di Gesù al Tempio; Misteri dolorosi (o del dolore) - da recitarsi il martedì e il venerdì - e comprendenti 1) l'agonia di Gesù nell'orto degli ulivi, 2) la flagellazione di Gesù alla colonna 3) l'incoronazione di spine, 4) Gesù è caricato della Croce, 5) la crocifissione e la morte di Gesù; Misteri gloriosi (o della gloria) - da recitarsi il mercoledì, il sabato e la domenica oppure il mercoledì e la domenica - e comprendenti 1) la risurrezione di Gesù, 2) l'ascensione di Gesù al Cielo, 3) la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo, 4) l'assunzione di Maria Vergine al Cielo, 5) l'incoronazione di Maria Vergine. I misteri gaudiosi (o della gioia) si contemplano il lunedì e il sabato - in quanto è accettabile l'idea di non recitare i misteri gloriosi due giorni di seguito, facendo però restare il sabato, come da tradizione, un giorno a forte carattere mariano -, i misteri dolorosi sempre il martedì e il venerdì, i misteri gloriosi il mercoledì e la domenica, mentre il giovedì è dedicato ai misteri luminosi (invece che a quelli gaudiosi). Il primo documento ufficiale della Chiesa cattolica relativo alla preghiera del rosario risale al secolo XV: papa Sisto IV (al secolo Francesco della Rovere, Pecorile (SV) 21 luglio 1414 – Roma, 12 agosto 1484) con la bolla “Ea quae ex fidelium” del 12 maggio 1479 affermò che la pratica del Rosario era anticamente diffusa nelle diverse parti del mondo, e caduta in disuso, era stata di recente ripristinata. [2] San Domenico di Guzman (Caleruega, Burgos 1170 circa - Bologna 1221), teologo spagnolo, fondatore dell'ordine cattolico dei frati domenicani, studiò teologia e filosofia all'Università di Palencia e intorno al 1196 divenne canonico della cattedrale di Osma, in Castiglia. Nel 1203 accompagnò Diego de Azevedo, vescovo di Osma, in missione religiosa a Roma, e sulla via del ritorno in Spagna rimase colpito dagli abusi del clero e dalla diffusione dell'eresia albigese in Linguadoca, che contrastò. Ottenuta una sede e una chiesa a Prouille, presso Tolosa, Domenico e alcuni suoi compagni condussero una vita di penitenza, studio e preghiera, istituendo nel 1208 un convento femminile e ricevendo nel 1215 l'approvazione ecclesiastica all'istituzione dell'ordine dei frati domenicani. Quattro anni dopo il riconoscimento dell'ordine, fondò sei conventi in Lombardia, quattro in Francia, tre fra la Toscana e Roma, quattro in Provenza e due in Spagna. Morì durante una campagna missionaria a Bologna nel 1221 e venne canonizzato nel 1234.
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  10. Buonasera , condivido con tutti voi amanti delle patine naturali questo scorcio di vassoio..... Spero sia di vostro gradimento anche se non Collezionate monete Napoletane. Saluti, Rocco.
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  11. Vai tranquillo la mia post pay o quando posso la carta di credito paga per 3 abbonati diversi , il controllo non si fa con l intestatario loro chiedono autorizzazione solo dell importo da prelevare non importaa chi sia intestata la carta
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  12. Hai ragione... Roman pound fa Libbra romana, non Oncia. Chiedo venia . Illyricum
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  13. 500 lire Barbetti senza matrice (1943-1950) Della stessa serie pubblicitaria: 100 lire Italia turrita (1944)
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  14. Sembra, finalmente, una buona notizia.
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  15. Il fatto importante è che si crea un precedente importantissimo e favorevole per l'annosa questione sulla rarità e pregio delle monete ! E non è poco... Un cordiale saluto, Enrico
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  16. Sono d'accordo con Petronius, mi sembra la strada giusta.
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  17. Dire "Buongiorno - per favore - grazie" quando si entra in un ambiente e si fa una richiesta non è che riguardi solo lamoneta, è la base dell'educazione per il vivere civile, anche dal gommista o dall'ortolano
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  18. Questo c'è già, quando ci si iscrive bisogna dichiarare di aver letto e accettato il regolamento, ma come si fa a sapere se hanno letto davvero, e soprattutto se sono davvero d'accordo? Chiudere le discussioni mi sembra troppo drastico, piuttosto intervenire facendo notare all'utente la sua scarsa educazione, e naturalmente non dirgli nulla sulla moneta fino a quando non dimostra, scusandosi, di aver capito. petronius
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  19. Heritage Auctions, Auction 2009 january, lot 20075 ROMAN EMPIRE. Hadrian, A.D. 117-138. AR Medallion (24.11g.) with a portrait by the 'Alphaeus Master'. Rome, c. A.D. 135-137. Choice Extremely Fine, lightly porous patina; some encrustation and scratches on the reverse.Obv: HADRIANVS AVGVSTVS. Bust r. of Hadrian, draped and bare-headed, his right shoulder seen slightly from behind, and a scepter is shown over his left shoulder.Rev: COS III (in exergue). At left, Poseidon stands r., his left foot on a rock, holding a trident upright in his right hand and resting upon his knee his left arm, hand extended; behind him a rocky outcrop upon which a dolphin rests, nose down and tail upward. At right, Athena stands l., resting her left hand on her hip, and placing her right hand on a branch of an olive tree, against which she rests her spear; her shield (seen from the interior) is set upright behind her; a snake coils from the base of the tree, its body writhing upward behind Athena and re-emerging between Athena and her shield. Choice XF, lightly porous patina, some encrustation and scratches on the reverse.Commentary: The Rome mint rarely produced silver medallions before the 3rd Century A.D., and this example of Hadrian (perhaps the equivalent of 8 Denarii) may be unique. Far more significant, however, is the quality of its engraving, for the portrait can be attributed with confidence to the 'Alphaeus Master', the most renowned die engraver of the Roman period.The 'Alphaeus Master' likely was a member of Hadrian's inner circle, and he may, in fact, have been the sculptor Antonianus (Antoninianus) of Aphrodisias, whose style epitomized the Hadrianic revival of Greek classicism. His body of work was recognized by Charles Seltman, and can be seen not only on this silver medallion, but on bronze medallions of Hadrian (Gnecchi pl. 39, 3 and pl. 42, 3-4), medallic sestertii of Hadrian (see Sotheby's, 1990, Hunt Sale I, lot 134), and provincial bronze medallions honoring the emperor's companion Antinoüs.The portrait style, inscriptions, and symbolism of this medallion suggest it was struck late in Hadrian's reign, probably for his vicennalian (20th anniversary) celebrations. By this time, Hadrian's infatuation with Greek culture was so complete that it had given rise to a belief that he was an incarnation of Zeus (Jupiter). As testament to his delusion of divine kinship, the obverse shows Hadrian with a scepter over his left shoulder.The reverse speaks of Hadrian's patronage of the Greeks - specifically his love for Athens, the epicenter of Greek civilization and his favorite city. Poseidon (Neptune) and Athena (Minerva) are shown competing to become the patron of Athens. In the competition, both were asked to produce gifts. Poseidon's gift of a spring failed to impress when the spring issued saltwater, but Athena's gift of a sacred olive tree growing on the Acropolis was well received. Athena was judged the winner and was adopted as the patron goddess of the city, which thereafter assumed her name.The scene on this medallion probably is based upon a sculptural group or bas relief monument of the artist Alkamenes. His 'peaceful' version of this mythological episode was passed over in favor of a violent depiction that came to adorn the west pediment of the Parthenon. Alkamenes' version, which shows a calm Poseidon trying to converse with a reflective Athena, was not lost however, for Pausanius tells us it earned a place of honor on the Acropolis.A direct parallel to this scene is found on a sardonyx cameo gem engraved c. 40-30 B.C. which now resides in the collection of the National Archeological Museum in Naples. The fact that it was carved more than 150 years earlier suggests its prototype had been familiar to Romans for centuries before this medallion was struck.Dies with this scene were also used by Hadrian for medallic bronzes struck using portrait dies of regular-issue sestertii (Gnecchi pl. 146, nos. 8 and 9). Variants of the scene appear on medallions of Marcus Aurelius (as Caesar?), and later still on bronzes produced for the Athenians during the 2nd and 3rd Centuries A.D.Accompanied by NGC photo proofs.References:Imhoof-Blumer, F. and Percy Gardner. 1887. A Numismatic Commentary On Pausanius. London: Richard Clay and Sons.Lorber, C. 1983. Numismatic text in Wealth of the Ancient World: The Nelson Bunker Hunt and William Herbert Hunt Collections. Fort Worth, TX: Kimbell Art Museum.Toynbee, J. M. C. 1986. Roman Medallions. American Numismatic Society Numismatic Studies No. 5. New York: American Numismatic Society.From the Deb-Ann Collection. Estimate: 150000.00-200000.00 USD ILLUSTRAZIONE: LA CONTESA TRA POSEIDONE E ATENA PER IL DOMINIO DELL’ATTICA, CAMMEO DEL I SECOLO A.C. (MUSEO NAZIONALE DI NAPOLI) Il Fato aveva predetto che l’Attica sarebbe diventata la regione più forte ricca e importante di tutta la Grecia e così gli dei decisero di insediarsi nelle città, dove ognuno di loro avrebbe avuto il suo culto personale. Poseidone per primo si recò in Attica, vibrò un colpo di tridente in mezzo all’Acropoli e fece apparire una fonte di acqua salata. Dopo di lui venne Atena che piantò un ulivo simbolo di pace e fertilità. Scoppiò una contesa perché nessuno dei due dei voleva cedere la città all'altro e Zeus, che non era riuscito a riconciliarli, decretò che la scelta del dio protettore spettasse ad un tribunale composto da tutte le divinità olimpiche. Poseidone e Atena si presentarono dunque davanti al tribunale divino, Zeus non espresse parere, ma mentre tutti gli dei maschi appoggiavano Poseidone, le dee si schierarono dalla parte di Atena. Così per un voto di maggioranza, Atena ottenne di governare sull'Attica poiché aveva fatto a quella terra il dono migliore: la pace. Poseidone, furibondo, inviò un’inondazione che ricoprì la pianura. Il racconto della disputa rappresenta la giustificazione mitologica del dominio di Atena sulla capitale dell’Attica, ma sottolinea anche l’importanza che fin dall’origine ebbe l’ulivo nell’economia di questa terra.
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  20. Se volete immergervi in un mondo fantastico fatto di Carlo Porta, il dialetto milanese, la Milano del 1872, il Carnevale milanese e queste incredibili medaglie fatte dai Filobbaccanti, che scoprite chi sono, leggendo questo articolo che avevo fatto nel 2016 e che era stato pubblicato su Panorama Numismatico, una Milano inedita, particolare, che guardava verso un nuovo mondo... buona lettura, 41-45 Limido Filobaccanti Panorama Numismatico.pdf
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  21. Equatorial African States, 50 francs 1963, km 3. Rame-nickel. Rep Centrafricana, Ciad, Congo, Gabon
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  22. Ciao @Saxo , oltre alla mia precedente risposta aggiungerei una considerazione che forse quanti personaggi hanno cercato invano fin' ora il passo alpino scelto da Annibale per scendere in Italia , debba avere molta importanza , forse determinante , la questione degli elefanti al seguito della spedizione . Mi spiego meglio , a parte le ossa che fino ad oggi non sono state trovate ne' in prossimita' dei passi alpini , ne' nelle salite e discese , ne' nei dirupi o fondo valli , ne' in pianura , dove l' esercito punico sosto' per riprendere forze , tutto cio' farebbe gia' sospettare della veridicita' della tradizione storica di questi 37 elefanti al seguito di Annibale ; infatti occorre tenere ben presente dell' alimentazione di un elefante che secondo ricerche ammonta a circa 200 Kg. di cibo al giorno e circa 130 litri di acqua giornalieri per ogni singolo elefante adulto . questa alimentazione potrebbe determinare con una approssimativa certezza quale passo scegliesse Annibale per favorire questi pachidermi affinche' non morissero di fame e di sete . Ora e' impensabile che l' esercito cartaginese si portasse dietro dall' inizio della salita alle Alpi e fino alla pianura italica la bellezza di circa 7400 Kg. di cibo e circa 4810 litri di acqua solo per elefanti , senza contare i numerosi cavalli e tutti gli uomini , quindi Annibale deve per forza avere seguito un percorso dove fosse disponibile dell' acqua e della vegetazione almeno fino in prossimita' dello spoglio e arido passo alpino ; in pratica gli elefanti sarebbero stati digiuni e senza acqua solo per pochi giorni ecco perché probabilmente morirono piu' per la fatica e per lo stress climatico a cui furono sottoposti , che per fame o sete . Concludendo , il passo alpino in cui transito' Annibale , tenendo conto degli elefanti al seguito , delle loro necessita' alimentari e se la tradizione storica fosse vera , deve avere influito necessariamente in Annibale sulla scelta del passaggio del valico , considerando che sugli elefanti da guerra Annibale faceva molto affidamento per la sua campagna d' Italia , un cavallo si poteva facilmente rimpiazzare presso gli alleati Galli che lo attendevano in pianura , un elefante no . In considerazione di quanto esposto credo che si dovrebbero esplorare e privilegiare nella ricerca quei passi alpini tra quanti supposti , dove vegetazione ed acqua fossero maggiormente disponibili fino il piu' vicino possibile al passo alpino restringendo in questo modo il numero dei passi presi in esame e qui fare delle ricerche stratigrafiche alla ricerca di probabili indizi di natura animale ed umana . P.S. Per capire quanta importanza riponesse Annibale nell' uso degli elefanti da guerra basta pensare alla futura battaglia di Zama quando da buon africano qual' era , dispose in prima linea una nutrita linea di elefanti per sfondare quella romana , cosa che comunque non gli riusci' .
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  23. complimenti per l'industrioso spirito collezionistico. Come ho già avuto modo di scriverti in passato, ogni articolo ricollegabile all'oggetto collezionato lo reputo degno di far parte della collezione, a tutto vantaggio della completezza storica e documentale. Se è vero che parliamo di pseudo-riproduzioni, hanno comunque un legame inscindibile col denaro, dal quale sono "replicate", e con l'economia ed il concetto di denaro legato al periodo di stampa, cosa che aiuta a "vivere" la mentalità dei tempi che furono. Davvero ottimo il supporto, anche "creativo"'che dai a questa sezione!
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  25. Ciao, appena possibile farò qualche foto dettagliata, sono appena rientrato a da Firenze.
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  26. 100 lire Barbetti senza matrice (1926-1944)
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  27. mi inchino virtualmente a chi ha fatto questa scelta e ha messo a disposizione di tutti un'opera d'ingegno anche chi come me non è primariamente interessato questo ambito è invogliato a leggere e capire grazie!
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  28. Non collezionando medaglie in oro, non ho mai approfondito la vicenda dei riconi in oro e ripropongo pertanto notizie ricevute in incontri tra medaglisti, che non sono in grado di comprovare con documentazione ufficiale. I riconi Hamerani avvenivano su base di accordi privati: gli Hamerani conservavano la proprietà ed il diritto di uso dei loro coni e potevano fabbricare medaglie a richiesta dei compratori in qualsiasi metallo. Dopo l'acquisto dei coni Hamerani (e anche dei coni in possesso della famiglia Barberini e di altri) da parte del Card. Mazio per conto della Santa Sede; la materia fu disciplinata, regolamentata: mi risulterebbe che per il bronzo vi era un catalogo con le emissioni a disposizione e che per i metalli nobili i riconi avvenivano invece previo approvvigionamento del metallo da parte dei richiedenti e con una procedura amministrativa complessa. Infatti, mentre i riconi in bronzo sono molto più comuni delle medaglie originali, i riconi in argento sono rari al pari o più delle medaglie originali. Per l'oro il materiale è pochissimo; mi affido al ricordo della più importante asta di medaglie papali in oro di questo secolo, battuta da Tkalec nel 2007 (mi sembra). Non sono riuscito a ritrovare il catalogo , ma ho in memoria di aver notato in quella importantissima collezione dei riconi. Quanto alla medaglia di Benedetto XIII in asta Thesaurum, proviene da conio un po' logoro, ma non è presente la grossa frattura verticale nel rovescio che si trova nei riconi Mazio.
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  29. Leggo anche Θεον, quindi starebbe per Dio Sincleto, personificazione della senato (cittadino), un modo per ribadire l'autinomia cittadina. Potrebbe essere Pergamo? https://www.acsearch.info/search.html?id=940234
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  30. Mancano solo due settimane alla iniziativa programmata e felici di aver constatato interesse e curiosità da parte di diversi circoli. Anche la municipalità ha manifestato il suo appoggio e oltre ad ospitarci presso la meravigliosa "sala del medagliere" del Museo Bottacin, ci sta supportando nel promuovere la iniziiativa http://padovacultura.padovanet.it/it/musei/2%C2%B0-congresso-nazionale-dei-circoli-numismatici Al momento 14 le associazioni che hanno aderito (qui sotto elencate) , di cui 11 hanno confermato la presenza a Padova per il 27 Ottobre durante l’evento con dei delegati. Anche la Società Numismatica Italiana ha confermato una sua presenza a Padova come “uditore”, presenza di cui ringraziamo e che riteniamo importante e significativa per il mondo dei circoli italiani. Entro la prossima settimana contiamo di annunciare i titolo delle relazioni che verranno presentate, Nel frattempo in ringraziamento a tutti gli aderenti. CIRCOLI ED ASSOCIAZIONI ADERENTI AL PROGETTO ALLA DATA del 14 ottobre Circolo Filatelico Numismatico Asola Centro Culturale Numismatico Milanese Circolo Numismatico Bergamasco Associazione Quelli del Cordusio Centro Numismatico Valdostano Circolo Numismatico Corrado Astengo Associazione Culturale Italia Numismatica Circolo Filatelico Numismatico e del Collezionismo Parmense Associazione Filatelico Numismatico "Spartaco Franceschetti"- Montagnana Circolo Culturale Numismatico Siciliano Circolo Numismatico Patavino Circolo Numismatico Ticinese Circolo Numismatico Monticello Conte Otto Circolo Filatelico Numismatico Tarvisiano
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  31. È un cristo in ottone/bronzo separato dalla sua croce dello stesso metallo. Spesso nel lato opposto c'era la madonna. Penso fine 1700
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  32. Aggiungo che anche io correttamente, ho aspettato che non ci fossero clienti nei dintorni, perché l'argomento era delicato, e dire a un commerciante che mi aveva venduto un falso non era facile, andava impostato un discorso serio e non polemico
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  33. Assolutamente… il fatto di averla finalmente letta e datogli "una casa" per me è un'emozione bellissima!!.. ed hai ragione… è un pezzetto di storia nelle mie mani.. con tutto il carico di umanità che una moneta, per sua natura, porta con sé. .. Scusa mi sono lasciato andare al romanticismo!!!!! Grazie ancora ed un caro saluto.
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  34. molto bello.A me manca
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  35. Mi associo anch'io @taglialuca è un ottimo esemplare, davvero molto affascinante, poi il tondello di rame, quando è in alta conservazione, è eccezionale. Complimenti.
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  36. Bel colpo..Bravo..Ottimo esemplare,difficile da trovare. R3?
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  37. Meravigliosa! Complimenti...
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  38. Ora una news ufficiale ai primi di maggio 2019 apre di nuovo al pubblico la Sala delle Asse al Castello Sforzesco con gli affreschi di Leonardo coi gelsi dopo un lungo restauro. Il 2019, anno del cinquecentenario della morte di Leonardo offrirà molti spunti in tutto il mondo , per Milano questo sarà una vera chicca da non perdere, dopo l’anno della Palma entriamo nell’anno del Gelsi, due grandi istituzioni, due grandi simboli ...
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  39. Taglio: 2€ CC Nazione: Italia Anno: 2018 Tiratura: 4'000'000 Condizioni: spl Città: Ascoli Piceno
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  40. Ho notizie positive riguardo l'invio dei cataloghi. Ci è stato riferito che, scrivendo al contatto del sito, li spediscano anche se non rispondono alle mail inviate. Li inviano gratuitamente facendosi carico anche della spedizione internazionale da 15,75 pounds....che classe! Ci è arrivata conferma di una consegna effettuata ad un membro del forum. Insomma scrivete al contatto, immagino inviino fino ad esaurimento dei cataloghi stampati. Buon week end.
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  41. 56 distribuiti secondo i resoconti ufficiali fino al 1843. Probabilmente le coniate saranno state di piu' e -a differenza di quelle d'argento- potrebbero anche esser sopravvissute. Magari trovare i numeri giusti... Bel pezzo decisamente non facile da trovarsi!
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  42. A proposito di Annibale https://www.repubblica.it/esteri/2018/10/09/news/annibale_ritorno_in_tunisia_mostra_al_colosseo-208592662/?ref=RHPPRT-BS-I0-C4-P1-S1.4-T1
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  43. No, non è fortuna. E ' serietà di un operatore corretto che rispetta le regole e rispetta il cliente.
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  44. Territoire français des Afars et des Issas 50 Franchi 1970 Territorio francese degli Afar e degli Issas era il nome dato all'attuale Gibuti tra il 1967 e il 1977, regione precedentemente nota come Somalia Francese.
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  45. Grazie @@snam e @@centurioneamico per le integrazioni fotografiche e per le informazioni correlate alle stesse. Tra l'altro, avete postato delle bellissime fotografie! Sostituirò il nome della discussione con qualcosa tipo "Microscopia applicata alle monete" per facilitarne la ricerca futura e raccoglierò un po' di casistiche per discuterne assieme ed ampliare gli esempi presentati. Ciao Illyricum :)
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  46. Vi allego un'immagine ove è possibile vedere le differenze tra un prodotto di corrosione da stagno (cerchi verdi) e da piombo (cerchio giallo). E' chiaro che nelle prove di laboratorio laddove risulta esserci presenza di stagno probabilmente c'è anche del piombo (sono entrambi bassofondenti e tendono quindi a salire in superficie) ma quelle venature giallo-verdi sono tipiche del piombo.
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  47. Le incrostazioni bianche, spesso definite calcaree, associate in genere a cuprite, è stato dimostrato mediante studi di laboratorio che sono composte da prodotti di ossidazione del piombo o dello stagno. Considerate le quantità spesso considerevoli, ritengo più probabile che siano legate alla presenza di stagno mentre il piombo lo ritroviamo in filoni più sottili e ramificati e riconoscibili perchè sono quelli che danno origine a quelle ramificazioni sottili giallo-verdi visibili sia su patine verdi, sia nere, sia rosse e che in genere risultano meno voluminose. Nel caso specifico delle immagini di snam però ritengo più probabile che quelle zone bianche siano solo residui argillosi e niente più.
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