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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/26/18 in Risposte
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Molto bene, intanto aumentano gli iscritti....non vorrei porre ansia ma ricordo che per la parte del mattino il numero massimo che mi e' consentito e' di 36 e ci siamo vicini, per il pomeriggio invece la disponibilità corrisponde a quella dei posti a sedere che sono 50. Ci sarà un banco all'ingresso della Abafil con Annalisa Garretto e chi vorrà potrà approfittarne, ci sarà la possibilità di acquistare i libri degli autori, ci sarà anche qualche sorpresa di nome noto della nostra numismatica ma queste sono sorprese ?...quindi pensarci e' giusto ma neanche poi molto ....4 punti
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Salve, segnalo : http://www.ilgiornaledellanumismatica.it/un-cavallo-mai-visto-di-ferdinando-ii/3 punti
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Come da titolo, facci vedere le 3 monete della tua euro collezione che ti piacciono di più. Io colleziono 2 euro commemorativi2 punti
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Uno spettacolo di ingegneria militare, BELLISSIMA. Spero che ci sia anche un pò di storia nel libro sulle monete dello Stato dei Presidi. Purtroppo ho chiesto il sabato libero, ma ancora nessuna risposta da lavoro, spero me la diano in tempo per poter partecipare a tutti gli eventi della giornata Cordusiana.2 punti
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Banconota pubblicitaria del 1935. Reclamizzava il film " Darò un milione" con Vittorio De Sica.2 punti
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2 punti
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Esperto di firenze non sono ma credo si a un fiorino piccolo III serie, primo semestre 1330 segno foglia di fico ( Scolaio di Vanni Cedernelli ). Controlla tu stesso sul "nostro" catalogo "numismatica italiana" . url-3.htm2 punti
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Grazie @adolfos , per l’aiuto e i complimenti ! Sono un bell’incoraggiamento! Aspettiamo allora altri pareri esperti oltre al tuo ! Grazie ancora , dovrei avere poi altre monetine di Firenze da poter postare ..2 punti
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@lucalup per ora complimenti per il tuo quattrino veramente bello e difficile da trovare in questa conservazione. Non ho il MIR a portata di mano ma il segno di zecca mi sembra corrispondere al n. 86 della tabella di Biaggi. Aspettiamo un messaggio dagli esperti della monetazione fiorentina. Nel Forum ne abbiamo di assoluta eccellenza. Salutoni2 punti
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Non sempre tutti i problemi metereologici sono da maledire, un esempio è offerto dalla secca del Danubio: "Ungheria, tesoro del 18esimo secolo emerge dalla secca del Danubio Circa 2.000 tra monete, armi e palle di cannone Budapest, 25 ott. (askanews) – Un gruppo di archeologi ha scoperto un tesoro di 2.000 pezzi d’oro e d’argento a bordo di un relitto del XVII secolo che giace sul fondo del Danubio. Il tesoro è venuto alla luce a causa della secca del fiume, hanno rivelato gli esperti parlando del ritrovamento. “Circa 2.000 pezzi di monete, lance, palle di cannone, spade e armi”, ha rivelato all’agenzia MTI Katalin Kovacs, archeologo del centro museale Ferenczy di Szentendre vicino Budapest. La scoperta è avvenuta questa settimana a Erd, a sud della capitale ma non si conosce ancora la nazionalità del relitto commerciale. Il livello del Danubio è crollato a 38 centimetri a Budapest, record storico che crea disagi alla navigazione ma dovrebbe iniziare a risalire da sabato, per questo gli esperti stanno cercando di velocizzare le operazioni di recupero. I reperti “sono al 90% stranieri e datati tra 1630 e 1743” ha precisato Balazs Nagy alla radio privata Klub, le monete sono state coniate “tra i Paesi Bassi, la Francia, Zurigo e il Vaticano”. http://www.askanews.it/esteri/2018/10/25/ungheria-tesoro-del-18esimo-secolo-emerge-dalla-secca-del-danubio-pn_20181025_01041/ Piccolo appunto: non credo che esistesse il Vaticano, inteso come Stato sovrano, tra il 1630 e il 1743, forse si voleva dire lo Stato Pontificio.1 punto
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Perdona la pedanteria... potresti farla una foto controluce? Allego una modifica per alcune info Alcuni angoli sembrano (segni in rosso) è un piccolo strappo o piccola macchia? (Segno celeste) angolo arricciato? (Segno giallo) Imperfezioni al bordo inferiore, forse da taglio, e al bordo superiore? (Segno verde)1 punto
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Ciao, prova a fare delle foto controluce, a me sembrerebbe di intravedere altre due pieghe aggiuntive, la classica piegatura in otto parti per capirci... Come dice Nikita dovresti aumentare la nitidezza delle foto, che in questo ambito vuol dire molto, sennò diventa complicato esprimere pareri appropriati, e si da ampio margine a fraintendimenti. qualche piega su un angolo, e (mi sembra) minimo sporco raccolto vicino alla parte bassa della piega centrale nel retro. Da quello che vedo, rimarrei più su un bb/spl, con riserva, per quanto riguarda lo stato generale della carta.1 punto
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Buonasera, la ringrazio per la Sua risposta così celere. Effettivamente si palesano parecchie similitudini e somiglianze. Purtroppo le sue condizioni sono così flebili... Sto osservando l'oggetto alla lente con un appassionato e riconosciamo e concordiamo con il Suo parere: potrebbe essere proprio tale "griogiona"! Per noi è davveero speciale averla scoperta e riconosciuta. Grazie ancora.1 punto
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Auguroni novello paparino. Per le ore ridotte causa pupo, posso dirti che ci siamo passati tutti. MAL COMUNE MEZZO GAUDIO. Appena arriva lo Sciugacewsky ti faccio sapere. Intanto buona lettura con Iliescu1 punto
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Ringraziamo in anticipo tutti i circoli aderenti per la adesione e per il contributo delle varie relazioni che verranno presentate . Nonostante la distanza per diversi di voi la partecipazione in loco un chiaro segnale sulla voglia di partecipare. Pubblichiamo il programma finale con dettagli degli interventi. grazie a tutti e a domani1 punto
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Svizzera. Forse un blutzger di Chur, o qualcosa di simile... http://www.rhinocoins.com/swiss/chur4.html ciao Mario1 punto
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Bella medaglia della MADONNA che porge il ROSARIO a SAN DOMENICO - R/. SANTA CATERINA DA SIENA1 punto
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La rappresentazione del re che uccide il leone "come niente fosse" riportata anche su tanti bassorilievi persiani mi fa impazzire..1 punto
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Nella carta postata da @King John, che rappresenta l'assedio di Orbetello del 1646, sono raffigurate alcune delle principali fortificazioni spagnole dell'epoca. In basso, all'estremità del Monte Argentario, è ben riconoscibile Forte Stella, mirabile esempio architettonico di fortezza militare del XVII secolo:1 punto
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AHAHAHAH! Grazie @King John per la pubblicità! PS: non mi hai chiesto l'autorizzazione a postare l'immagine della mia moneta, ma per questa volta ti perdono volentieri! ??1 punto
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Infatti mi riferivo proprio ad esemplari in buono stato di conservazione tratti dagli stessi coni e con oscillazioni talora sensibili. Ovviamente non sappiamo se si sia trattato di un fenomeno occasionale, dettato da esigenze specifiche, o di più ampia durata. Per Sibari la documentazione si arresta inesorabilmente al 511/10 e bisogna sempre tenere conto che la funzione di queste monete arcaiche (soprattutto nel VI secolo) sembra essere quella di misura oggettiva del valore e strumento dì tesaurizzazione. Ci troviamo di fronte ad emissioni emesse con discontinuità e - probabilmente - per segmenti temporali limitati e ciò spiegherebbe sia una certa irregolarità dei tagli ponderali sia l’impossibilità di ricostruire sequenze di coni continue, benché quest’ultimo aspetto potrebbe anche dipendere dalla limitata documentazione disponibile. Ma questa è un’altra storia..... In ogni caso ti consiglio di dare un’occhiata al volume della Spagnoli, in particolare al catalogo degli esemplari e alle sezioni dedicate alla metrologia. Un buon esempio di tali oscillazioni ponderali è ad esempio offerto dal ripostiglio di Sambiase, ben analizzato dalla studiosa in vari contributi.1 punto
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Non conoscevo questo topic, stai facendo un gran bel lavoro complimenti.1 punto
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Moneta croata da 20 Lipa del 2018 P.s. trovate in terra davanti al Colosseo (Roma)1 punto
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@motoreavapore in verità ne ho 2 di 1796. La seconda ha qualcosa di particolare lascio a te e ad altri scoprirlo.1 punto
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ecchimeeeeeeeeeee beh amico mio i miei amici hanno risposto al volo prima di me.... anche se in ritardo me ne sono accorto che era un falso.1 punto
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Penso che, come per gli imputati, bisogna partire da una presunzione di innocenza. Da quello che posso vedere dalle foto, non mi sembra che ci siano prove sufficienti per condannare una o tutte e tre le monete: 1. non vedo evidenti segni di fusione, al contrario le monete appaiono coniate; 2. la piccola spaccatura al bordo nello stesso punto dei due primi esemplari è l'indizio più inquietante, ma comunque hanno forma diversa e i bordi presentano tante altre differenze; 3. quella specie di solco sul collo del ritratto, mi pare dovuto al conio, forse un tentativo, non molto ben riuscito di rappresentare le pieghe del collo. Tenendo presente che giudichiamo dalle foto, il mio personalissimo parere è che siano autentiche.1 punto
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Questa 1.000 Barbetti è ok 500 lire Capranesi in cartoncino (pubblicità mobili d'arte Roma)1 punto
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Nel corso di una recentissima "sbuffata" di un geyser situato nel famoso parco nazionale di Yellowstone in America , e' saltato fuori un po' di tutto , tra cui molte monete antiche americane ; una vera manna , non dal cielo ma dal sottosuolo , per i collezionisti . http://www.msn.com/it-it/notizie/other/nel-parco-di-yellowstone-cè-un-geyser-che-erutta-monete-antiche/ar-BBOS1mq?li=BBqg6Qc&ocid=BHEA0001 punto
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Raccolta passatempo per il piacere della ricerca e per curiosità Biglietti pubblicitari che riproducono banconote italiane sino agli anni '80. Chi desidera può inserire quelle di sua proprietà o trovate nel web. Io stesso non ne posseggo nemmeno una, ma pur non collezionandole mi sono sempre piaciute. Evitiamo quelle politiche moderne e fotomontaggi. _____________________====================================== Anche il 100 dollari trump non è una banconota pubblicitaria italiana, straniere e moderne sono escluse, anch'io ne ho trovate un mare, ma non le ho inserite perchè non in linea con quello che si chiede nel post iniziale. Questo volantino/banconota stampato in Italia è degli anni '60, ma purtroppo con lo sfondo di un biglietto da cento dollari, non si dovranno considerare nemmeno queste pur essendo vintage. Pur essendo una pubblicità italiana, non và neppure questa:1 punto
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Sottoscrivo e firmo: per Leonardo si poteva decisamente fare di molto meglio, con tutta la produzione (anche non semplicemente artistica) del genio rinascimentale che tutto il mondo ci invidia; quella degli alpini non aveva alcun riferimento alla guerra (l'alpino non è nemmeno armato, al ocontrario, rappresenta in pieno il rispetto della montagna), e la scelta del ritiro (è vero, non è stata rifiutata ma ritirata, "per paura" che venisse rifiutata) è inconcepibile per me, considerando che la Francia ha commemorato il D-Day, il Lussemburgo l'istituzione del servizio militare obbligatorio e il Belgio la prima guerra mondiale1 punto
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Non saprei se questa banconota possa essere considerata pubblicitaria....l'ho trovata e la posto...1 punto
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non so cosa rispondere perché non ho nessun dato sull'orientamento dei conii in questo periodo/zecca… potrebbe essere normale se in questo periodo ci fosse una tendenza 12 / 6 generalmente corretta…. dovrei documentarmi, ma so che qualcuno ha già la risposta di certo inoltre….a prescindere dalla mia ignoranza sul periodo, l'esistenza di diversi esemplari da medesima coppia di conii è in se normale… poi l'aspetto estetico etc lo lascio ad altri... così ...sono riflessioni che prescindono dal buona/falsa….1 punto
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R Rieccoci. Dopo essermi aggiudicato lo Sciugacewsky che dovrebbe arrivare tra non molto, ho ampliato le mie letture con un piccolo estratto che amplia i paesi dell'Est Europa e di cui dovrai tenere conto ( pensavi di cavartela con poco e stò sempre aspettando il sunto del tuo lavoro). Buona lettura a te ed al gruppo dei serenissimi 005_La_monnaie_venetienne_dans_les_Pays_roumains_de_1202_a_1500_1977.pdf1 punto
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Dovevano essere banconote italiane sino agli anni '80, e non pubblicità italiane in genere. E nemmeno biglietti solo raffigurati in vecchie pubblicità. Quello è un dollaro e non va bene, riprova ci vuole tanta pazienza ma qualcosina si trova ancora, tipo questa 100.000 lire Manzoni non ancora presente nella discussione in corso.1 punto
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Questa volta è vera la storia del nonno...... ma la moneta rimane sempre una patacca.... saluti TIBERIVS1 punto
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Medaglia devozionale ottagonale, bronzo/ottone, seconda metà del XVII sec.,.- D/ Raffigurazione della Santissima Trinità, ai lati della croce due angioletti, anepigrafe.- R/ S. Girolamo o Gerolamo a mezzo busto volto dx, con la mano dx stringe una pietra (suo attributo) con la quale si percuoteva il petto, è Dottore della Chiesa. - Ciao Borgho1 punto
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Su FB c'è NumisComic gestito da un bravo disegnatore pure appassionato di monete. Questa che allego ricorda molto la sezione identificazioni (specie prima che FB si diffondesse).1 punto
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Ti ho preparato questo bel regalino, dedicato a tutti gli amanti dei tondelli... 2 Euro Commemorativo "Anno Europeo del Patrimonio Culturale" Questa moneta viene emessa dallo Stato della Città del Vaticano il 01/06/2018 per commemorare il 2018 l'Anno Europeo del Patrimonio Culturale, iniziativa annunciata dall'Unione Europea nel 2017 e lanciata il 31/01/2018, a cui partecipano i 28 Stati Membri. Autore del soggetto Daniela Longo, incisore Claudia Momoni, in questa emissione viene rappresentato il "Gruppo Scultoreo del Laocoonte", scultura in marmo conservata nel Museo Pio-Clementino dei Musei Vaticani. E' stata emessa per un totale di 101.000 pezzi, di cui 76.000 in Folder FDC, 15.000 in Busta Filatelico Numismatica e 10.000 in Cofanetto Fondo Specchio. Anno Europeo del Patrimonio Culturale L'obiettivo dell'Anno europeo del patrimonio culturale è quello di incoraggiare il maggior numero di persone a scoprire e lasciarsi coinvolgere dal patrimonio culturale dell'Europa e rafforzare il senso di appartenenza a un comune spazio europeo. Il motto dell’anno è: "Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro". L’Anno vedrà svolgersi una serie di iniziative e di manifestazioni in tutta Europa per consentire ai cittadini di avvicinarsi e conoscere più a fondo il loro patrimonio culturale. Il patrimonio culturale plasma la nostra identità e la nostra vita quotidiana. Ci circonda nelle città e nei borghi d’Europa, quando siamo immersi nei paesaggi naturali o ci troviamo nei siti archeologici. Non si tratta soltanto di letteratura, arte e oggetti, ma anche dell'artigianato appreso dai nostri progenitori, delle storie che raccontiamo ai nostri figli, del cibo che gustiamo in compagnia e dei film che guardiamo per riconoscere noi stessi. Perché il Patrimonio Culturale ? Il patrimonio culturale ha un valore universale per ciascuno di noi, per le comunità e le società. È importante conservarlo e trasmetterlo alle generazioni future. Si può pensare al patrimonio come a "un qualcosa del passato" o di statico, ma in realtà si sviluppa attraverso il nostro modo di rapportarci ad esso. Per di più, il nostro patrimonio culturale ha un ruolo importante da svolgere nella costruzione del futuro dell’Europa. Questa è una delle ragioni per cui vogliamo raggiungere i giovani, in particolare durante l’Anno europeo. Il patrimonio culturale si presenta in varie forme: tangibile - ad esempio edifici, monumenti, artefatti, abbigliamento, opere d’arte, libri, macchine, città storiche, siti archeologici intangibile - pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze, competenze, e i relativi strumenti, oggetti e spazi culturali, cui le persone attribuiscono valore. Ciò comprende la lingua e le tradizioni orali, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali e l’artigianato tradizionale natural - paesaggi, flora e fauna digitale - risorse create in forma digitale (ad esempio opere d’arte digitali e animazione) o che sono state digitalizzate in modo da garantirne la conservazione (testi, immagini, video, registrazioni). Prendendoci cura del nostro patrimonio culturale, possiamo scoprire la nostra diversità e avviare un dialogo interculturale su ciò che abbiamo in comune. Quale modo migliore per arricchire le nostre vite se non interagendo con qualcosa di così fondamentale per la nostra identità? Il patrimonio culturale non dovrebbe essere lasciato al declino, al deterioramento e alla distruzione. Per questo motivo, nel 2018, cercheremo i modi per celebrarlo e conservarlo. Cosa accade nel 2018 ? L’Anno europeo appartiene a tutti, affinché ognuno possa sperimentare, apprezzare e godere del patrimonio culturale. Tutti sono invitati a partecipare alle migliaia di attività che si svolgeranno in tutta Europa per far sentire le persone più strettamente coinvolte con il patrimonio culturale. Ogni Stato membro ha nominato un coordinatore nazionale per attuare l’Anno e coordinare gli eventi e i progetti a livello locale, regionale e nazionale. Le principali parti interessate del settore culturale, come pure le organizzazioni della società civile, sono strettamente coinvolti nelle attività dell'Anno europeo. A livello europeo, tutte le istituzioni dell’Unione europea sono impegnati a rendere l’Anno un successo. La Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio dell'Unione europea, otre al Comitato europeo delle regioni e al Comitato economico e sociale europeo organizzeranno eventi per celebrare l'Anno e inaugurare attività incentrate sul patrimonio culturale. Inoltre, l'UE finanzierà progetti a sostegno del patrimonio culturale. Un apposito invito a presentare progetti di cooperazione relativi all’Anno è stato pubblicato nell’ambito del programma "Europa creativa". Numerose altre opportunità saranno disponibili nel quadro dei programmi dell'UE Erasmus+, Europa per i cittadini, Orizzonte 2020 e altri ancora. Per far sì che i nostri sforzi lascino un’impronta oltre il 2018, la Commissione, in collaborazione con il Consiglio d’Europa, l’UNESCO e gli altri partner, gestirà dieci progetti a lungo termine. Questi comprenderanno le attività con le scuole, la ricerca su soluzioni innovative per riutilizzare gli edifici appartenenti al patrimonio culturale o per contrastare il traffico illecito di beni culturali. L’obiettivo è stimolare un cambiamento reale nel nostro modo di fruire, tutelare e promuovere il patrimonio culturale, facendo sì che l’Anno europeo crei benefici per i cittadini a lungo termine. Gruppo Scultoreo del Laocoonte Descrizione e Stile Il gruppo statuario raffigura la fine di Laocoonte e dei suoi due figli Antifante e Timbreo mentre sono stritolati da due serpenti marini, come narrato nel ciclo epico della guerra di Troia, ripreso successivamente nell'Eneide da Virgilio, in cui è descritto l'episodio della vendetta di Atena, che desiderava la vittoria degli Achèi, sul sacerdote troiano di Apollo, che cercò di opporsi all'ingresso del cavallo di Troia nella città. La sua posa è instabile perché nel tentativo di liberarsi dalla stretta dei serpenti Laocoonte richiama tutta la sua forza, manifestando con la più alta intensità drammatica la sua sofferenza fisica e spirituale. I suoi arti e il suo corpo assumono una posa pluridirezionale e in torsione, che si slancia nello spazio. L'espressione dolorosa del suo viso unita al contesto e la scena danno una resa psicologica caricata, quasi teatrale, come tipico delle opere del "barocco ellenistico". La resa del nudo mostra una consumata abilità, con l'enfatica torsione del busto che sottolinea lo sforzo e la tensione del protagonista. Il volto è tormentato da un'espressione pateticamente corrucciata. Il ritmo concitato si trasmette poi alle figure dei figli. La statua è composta da più parti distinte, mentre Plinio il Vecchio, in effetti, descrisse una scultura ricavata da un unico blocco marmoreo (ex uno lapide). Tale circostanza ha creato sempre molti dubbi di identificazione ed attribuzione. Storia Antica e Datazione Plinio raccontava di aver visto una statua del Laocoonte nella casa dell'imperatore Tito, attribuendola a tre scultori provenienti da Rodi: Agesandro, Atenodoro e Polidoro. Scrive Plinio: «Né poi è di molto la fama della maggior parte, opponendosi alla libertà di certuni fra le opere notevoli la quantità degli artisti, perché non uno riceve la gloria né diversi possono ugualmente essere citati, come nel Laoconte, che è nel palazzo dell'imperatore Tito, opera che è da anteporre a tutte le cose dell'arte sia per la pittura sia per la scultura. Da un solo blocco per decisione di comune accordo i sommi artisti Agesandro, Polidoro e Atenodoro di Rodi fecero lui e i figli e i mirabili intrecci dei serpenti.» (Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXVI, 37) La tradizionale identificazione della statua dei Musei Vaticani con quella descritta da Plinio è ancora generalmente accettata, visto anche che la residenza privata di Tito si doveva trovare proprio sul colle Oppio, dove la statua venne poi ritrovata. Accettata è anche l'attribuzione ai tre artisti rodii, autori anche dei gruppi statuari con storie di Ulisse della grotta di Sperlonga. Varie date sono state proposte per questa statua, oscillanti tra metà del II secolo a.C. alla metà del I secolo d.C.; Bernard Andreae, in alcuni studi, ha ipotizzato che il Laocoonte sia una copia di un originale bronzeo ellenistico, come dimostrerebbero alcuni dati tecnici e stilistici. Sulla parte posteriore della statua si trova infatti del marmo lunense, non utilizzato prima della metà del I secolo a.C., inoltre alcuni dettagli rimandano inequivocabilmente alla fusione a cera persa: ad esempio il mantello che ricade sulla spalla del giovane a destra fino a toccargli il ginocchio deriva quasi certamente da un espediente tecnico necessario a costituire un passaggio per il metallo fuso. Si è ipotizzato che l'originale fosse stato creato a Pergamo, come suggeriscono alcuni confronti stilistici con opere della scuola locale: i pacifici rapporti tra la città dell'Asia minore e Roma erano infatti rafforzati dai miti legati a Troia, dai quali discendevano le leggende di fondazione di entrambe le città. Plinio comunque attesta la presenza a Roma della statua marmorea a metà del I secolo d.C. attribuendola a scultori attivi un secolo prima. Infatti alcune iscrizioni trovate a Lindos, sull'isola di Rodi fanno risalire la presenza a Roma di Agesandro e Atanodoro ad un periodo successivo al 42 a.C., ed in questo modo la data più probabile per la creazione del Laocoonte deve essere compresa tra il 40 ed il 20 a.C., per una ricca casa patrizia, o più probabilmente per una committenza imperiale (Augusto, Mecenate), anche se il Laocoonte sembra lontano dallo stile neoattico in auge nel periodo. Visto il luogo di ritrovamento è anche possibile che la statua sia appartenuta, per un periodo, a Nerone Il Ritrovamento La statua fu trovata il 14 gennaio del 1506 scavando in una vigna sul colle Oppio di proprietà di Felice de Fredis, nelle vicinanze della Domus Aurea di Nerone: l'epitaffio sulla tomba di Felice de Fredis in Santa Maria in Aracoeli ricorda l'avvenimento. Allo scavo, di grandezza stupefacente secondo le cronache dell'epoca, assistettero di persona, tra gli altri, lo scultore Michelangelo e l'architetto Giuliano da Sangallo. Questi era stato inviato dal papa a valutare il ritrovamento, secondo la testimonianza di Francesco, giovane figlio di Giuliano (che, ormai anziano, ricorda l'episodio in una lettera del 1567). Secondo questa testimonianza fu proprio Giuliano da Sangallo ad identificare i frammenti ancora parzialmente sepolti con la scultura citata da Plinio. Esistono comunque testimonianze coeve che danno la stessa identificazione della scultura appena rinvenuta. La Collocazione al Belvedere La statua fu acquistata subito dopo la scoperta dal papa Giulio II, che era un appassionato classicista, e fu sistemata, in posizione di rilievo, nel cortile ottagonale ("Cortile delle Statue") progettato da Bramante all'interno del complesso del Giardino del Belvedere proprio per accogliere la collezione papale di scultura antica. Tale allestimento è considerato l'atto fondativo dei Musei Vaticani. Da allora il Laocoonte, assieme all'Apollo del Belvedere, costituì il pezzo più importante della collezione, e fu oggetto dell'incessante successione di visite, anche notturne, da parte di curiosi, artisti e viaggiatori. Restauri ed Integrazioni Quando il gruppo scultoreo fu scoperto, benché in buono stato di conservazione, presentava il padre ed il figlio minore entrambi privi del braccio destro. Dopo un primo ripristino, forse eseguito da Baccio Bandinelli (che ne eseguì una delle prime copie, intorno al 1520, oggi agli Uffizi, per Leone X), del braccio del figlio minore e di alcune dita del figlio maggiore, artisti ed esperti discussero su come dovesse essere stata la parte mancante nella raffigurazione del sacerdote troiano. Nonostante alcuni indizi mostrassero che il braccio destro fosse, all'origine, piegato dietro la spalla di Laocoonte, prevalse l'opinione che ipotizzava il braccio esteso in fuori, in un gesto eroico e di forte dinamicità. L'integrazione fu eseguita, probabilmente in terracotta, da Montorsoli ed il restauro ebbe un successo duraturo tanto che Winckelmann, pur consapevole della diversa posizione originaria, si dichiarò favorevole al mantenimento del braccio teso. Intanto, tra il 1725 e il 1727, Agostino Cornacchini eseguì un restauro del gruppo scultoreo che versava in condizioni di degrado. Vennero sostituiti il braccio di terracotta del Laocoonte e quello in marmo del figlio, evidentemente rovinati con altri dall'identica posa. Nel 1906 l’archeologo tedesco Ludwig Pollak rinvenne fortuitamente il braccio destro originario di Laooconte, che si presentava piegato, come Michelangelo aveva immaginato: l’arto fu ricollocato alla spalla da Filippo Magi tra il 1957 ed il 1960, che rimosse tutte le integrazioni non originali, secondo i prìncipi del restauro moderno. Influenza Culturale La scoperta del Laocoonte ebbe enorme risonanza tra gli artisti e gli scultori ed influenzò significativamente l'arte rinascimentale italiana e nel secolo successivo la scultura barocca. Straordinaria fu infatti l'attenzione suscitata dalla statua, e se ne trova traccia nelle numerose lettere degli ambasciatori che la descrivono, nei disegni e nelle incisioni che subito dopo iniziarono a circolare per l'Europa. Il forte dinamismo e la plasticità eroica e tormentata del Laocoonte ispirò numerosi artisti, da Michelangelo a Tiziano, da El Greco ad Andrea del Sarto. Michelangelo ad esempio fu particolarmente impressionato dalla rilevante massa della statua e dal suo aspetto sensuale, in particolare nella rappresentazione delle figure maschili. Molti dei lavori di Michelangelo successivi alla scoperta, come il Tondo Doni, lo Schiavo ribelle e lo Schiavo morente, furono influenzati dal Laocoonte. Molti scultori si esercitarono sul gruppo scultoreo facendone calchi e copie anche a grandezza naturale. Il re di Francia insistette molto per avere la statua dal papa o almeno una sua copia. A tal fine, lo scultore fiorentino Baccio Bandinelli ricevette l'incarico dal cardinale Giulio de' Medici papa Clemente VII Medici, di farne una copia, oggi agli Uffizi. Il re di Francia, però, dovette accontentarsi di inviare, intorno al 1540, lo scultore Francesco Primaticcio a Roma per realizzare un calco al fine di ricavarne una copia in bronzo destinata a Fontainebleau. Un'altra copia si trova nel Gran Palazzo dei Cavalieri di Rodi a Rodi. Una copia in gesso, appartenuta al Mengs, si trova nell'Accademia di belle arti di Roma. Il fascino della scultura coinvolse per secoli artisti ed intellettuali come Gian Lorenzo Bernini, Orfeo Boselli, Winckelmann e Goethe, diventando il fulcro della riflessione settecentesca sulla scultura. La tragica mobilità di questa statua è uno dei temi del saggio Laokoön, di Lessing, uno dei primi classici di critica dell'arte. Buona Cultura a Tutti1 punto
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Questa sera, come preannunciato nel precedente post sul recupero del sesterzio di Filippo II, Vi propongo l'intervento che ho effettuato sulla seconda moneta affidatami per la pulizia, un Asse dell'Imperatore Adriano (117-138 d.C.). La moneta presentava discreti rilievi al D/ ma occultati dalla presenza di diverse incrostazioni; al R/, invece, gli stessi erano molto compromessi ma con una minore presenza di incrostazioni e la pulizia ha aiutato a risaltare quelli rimasti. Le operazioni di lavaggio e asportazione meccanica delle incrostazioni, hanno messo in risalto i rilievi e la bella patina grigio scuro, che presenta una certa fragilità. La moneta è di lecita provenienza (Asta Italiana) Ringrazio il committente per aver autorizzato la pubblicazione delle foto.1 punto
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@magdi Carissimo, ovviamente tutto è possibile, però come falso mi sembra a livello di chi fa una banconota da 7 euro e poi si stupisce che lo scoprano. Comunque la domanda che mi faccio: non c'è nulla che giuridicamente impedisca che quella moneta sia stata fatta da Volterra per entrare nel mercato del 'cortonese', perché escluderlo a priori? San Donato non è un'indicazione che implica un particolare diritto di conio, e quindi poteva non esserci alcuna remora ad usarlo, al limite bastava che ci fosse una chiesa dedicata a quel Santo nella diocesi, per trovare una scusa. Anzi, vista la produzione monetaria straordinariamente peripatetica dei vescovi di Volterra, non è che c'era una località nel volterrano con quel nome, che avrebbe potuto ospitare una zecca e renderlo ancora più giustificabile? D'accordo, anche questa è una ipotesi difficile da provare, ma sempre meglio che appellarsi al benaltrismo (sono contesti diversi, cronologie diverse etc. etc.), che in realtà non vuol dire nulla. Io ho usato esempi in cui veniva cambiato il nome del santo (ed i fiorini probabilmente erano già imitati in Italia verso la fine del XIII secolo), ma la realtà è che nei secoli XII-XIII c'erano decine di zecche che producevano monete con la tipologia di emissioni straniere e l'indicazione corretta della propria zecca (questo in realtà è proprio il significato tecnico di 'imitazione'). Mi pare che anche Volterra abbia iniziato così, no? Anzi, mi pare anche che su questo mi hai convinto proprio tu, facendomi vedere esemplari in cui la cosa era molto leggibile. Sul fatto che si conosca perfettamente la monetazione di Volterra, al punto da non potersi aspettare denari inediti, credo che tu ti sia un po' lasciato sfuggire la frizione. Ma se c'è una zecca che vanta un gap difficilmente spiegabile fra citazioni documentarie e monete realmente riconosciute è proprio quella di Volterra! Pensa alle fonti marchigiane. Per questo mi pare che proprio a questa città Alan Stahl abbia attribuito un pezzo incerto del ripostiglio da luistudiato. Poi se si trovano inediti, oggi, in grado di anticipare di mezzo secolo ed oltre l'introduzione di una certa monetazione da parte di grandi zecche che vantano una bibliografia enormemente più vasta di quella relativa a Volterra, io non mi fascerei troppo la testa, in questo campo. Ciao, Andreas1 punto
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Buongiorno/ Buonasera, Grazie. Sono forse parole che non esistono nel tuo vocabolario? Cordiali saluti, Graziano1 punto
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Grazie mille @nikita_ per la delucidazione, e chiedo venia a @Saturno per aver dubitato, in maniera superficiale, di quanto da lui scritto.1 punto
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L'Hotel che ospiterà il Workshop è il De La Ville in Via Hoepli 6 facilmente raggiungibile con la MM1, linea rossa, sia da Duomo che da San Babila. Ci ospitò già in occasione degli eventi Res Nummariae Mediolaneses e per Colori e Monete, questa è la terza occasione annua al De La Ville. Si trova al 1°piano ed è riservata tutta per noi da molto tempo la grande Sala Duomo. Avrà una disposizione un po' diversa da quella della foto per ospitare i tre tavoli per i Tutor, vedremo meglio i dettagli nei prossimi giorni. Una location centrale, in pieno centro, facilmente raggiungibile coi mezzi, di sabato non è tutto ma certamente aiuta. L'evento parla da solo, non ci sarebbe da aggiungere molto alle Locandine, aggiungo che lo sforzo, come potrete immaginare, organizzativo e gestionale è stato ed è enorme, direi eccezionale, per un evento di tipo solo culturale e non commerciale, differenza non di poco conto, i nomi che partecipano sia al mattino che al pomeriggio raccontano il resto, anni fa si diceva ma a Milano….mai nulla ? Ora ci sono gli eventi e non di poco conto, i treni a volte passano per tanti motivi una volta sola ...prendiamoli, il futuro non si sa mai cosa ci potrà portare, certamente per eventi di questo tipo ci vogliono più fattori, se cade qualche tassello si torna al solito ...ma a Milano ?1 punto
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Non so onestamente se può essere la biblioteca ideale per un milanese .....limitandoci a questa sola città qui alcuni libri che ho consultato e consulto, gli estratti sono invece in un cassetto ....1 punto
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Ho trovato una moneta… … Quanto vale? Iniziamo col dire che le monete del Regno d'Italia sono fuori corso da oramai più di 70 anni e quindi se le hai trovate in casa sarà fondamentalmente per due motivi: Qualcuno le ha collezionate (e quindi probabilmente saranno ben catalogate e conservate in album, vassoi o simili e forse ci saranno in giro per casa anche libri di argomento numismatico, cataloghi d'asta, eventuali fatture di acquisto, etc etc.) Qualcuno le ha accumulate senza particolare criterio e le ha poi abbandonate in soffitta, in cantina, in cassetti, in armadi etc etc... Due consigli preliminari: 1. NON PROVARE MAI A PULIRE, IN NESSUNA MANIERA E PER NESSUN MOTIVO UNA MONETA! Invece di migliorarla l'unico sicuro risultato che otterrai sarà quello di rovinarla irrimediabilmente azzerando anche quel minimo valore eventualmente posseduto. 2. CONSULTA UNO DEI SEGUENTI CATALOGHI SULLA MONETAZIONE ITALIANA: - GIGANTE F. - Catalogo Nazionale delle Monete Italiane dal '700 all'Euro - Gigante Editore - MONTENEGRO E. - Manuale del Collezionista di Monete Italiane - Montenegro Editore Sono facilmente reperibili online o in qualsiasi libreria ad un prezzo di circa 20€ e consultandoli potrai almeno farti un'idea generale di quello che hai in mano. ATTENZIONE! Questi cataloghi oltre a varie informazioni, tra cui la RARITA' delle varie MONETE, riportano anche la loro quotazione in base allo "STATO DI CONSERVAZIONE". Sappi però che questo concetto in numismatica si basa su precisi criteri la cui padronanza si acquisisce solo con molta pratica ed esperienza pertanto quella che ad un occhio non allenato potrebbe sembrare una moneta in ottime condizioni e "che vale tanto perché così ho letto nel catalogo" nella realtà dei fatti si rivela (quasi sempre) una moneta in condizioni scarse e di valore pari a zero. A questo punto: Se ti trovi di fronte ad una collezione strutturata ti consigliamo di non improvvisarti esperto e di rivolgerti direttamente ad un professionista del settore che potrà darti un parere generale sul materiale in tuo possesso ed eventualmente, su tua richiesta e al costo delle tariffe di categoria, procedere a valutazioni e operazioni più approfondite. Se ti trovi di fronte ad un accumulo di monete varie dimenticate in scatole e sacchetti puoi anche divertirti nel fai da te e questo per il semplice motivo che le monete del Regno d'Italia ritrovate fortuitamente in casa nel 99% dei casi non valgono nulla in quanto: o di annate comunissime prodotte in milioni di esemplari, o in pessime condizioni (a causa di lunga circolazione, colpi, graffi, ruggine, tentativi di pulizia, incrostazioni, pesanti patine formatesi in luoghi umidi o inadatti,etc etc) o, ancora peggio, sia in pessime condizioni che di annate comunissime Tuttavia questi accumuli di monete conservano comunque un minimo valore e solitamente vengono trattati all'ingrosso per 10/20 euro al kg per poi essere rivenduti per pochi spiccioli nelle ciotole dei mercatini. Chiaramente discorso a parte per le monete d'argento per cui, anche se in pessime condizioni, il valore è almeno quello del metallo prezioso contenuto. (E comunque nettamente superiore al valore del monetame vario in metallo non prezioso.) Tieni comunque presente che nella monetazione del Regno di Italia esistono MOLTISSIME MONETE OGGETTO DI INTENSIVA FALSIFICAZIONE (e quasi sempre quelle di maggiore valore) quindi anche quelle collezioni che all'occhio di un profano potrebbero sembrare composte da grandi e belle monete di sicuro valore (sempre perché "così ho letto nel catalogo") potrebbero poi rivelarsi all'analisi di un esperto come una semplice raccolta di "falsi da bancarella" e non cambia nulla che "queste monete girano in casa da 30/40 anni" perchè i falsi non sono sicuramente un fenomeno solo di questi giorni. Ma come si riconosce una moneta falsa? Premesso che, come per "lo stato di conservazione", anche per distinguere la falsità o meno di una moneta occorre un occhio allenato e preparato, sappi che gli esemplari autentici delle monete riportate nell’elenco sottostante (che riporta i più comuni e diffusi "falsi da bancarella") sono tutti in metallo prezioso (ARGENTO o ORO), quindi almeno all’apparenza dovrebbero avere un colore assimilabile a questi metalli. La prima e semplice prova che puoi fare da solo è poi misurarne il diametro e il peso. Quest’ultimo in particolare deve essere il più accurato possibile e se non hai un bilancino al decimo o, meglio, al centesimo di grammo, puoi rivolgerti a qualcuno per fartela pesare (un orafo ad esempio) e, poiché quasi sempre vengono utilizzati metalli poveri, QUASI SEMPRE il PESO DEI FALSI è MINORE rispetto agli originali. Esistono poi tutta una serie di altri indicatori di falsità che possono essere valutati di volta in volta quali ad esempio il bordo, il contorno, i rilievi ma preferiamo non dilungarci perché ad un occhio non esperto anche una moneta palesemente falsa potrebbe sembrare identica all'originale. Infine puoi anche chiedere un parere qui sul forum accompagnando la tua richiesta di aiuto con: - Fotografie chiare e a fuoco, preferibilmente in alta risoluzione, sia delle due facce della moneta che del contorno. - Indicazione della misura del diametro e del peso. Ribadiamo che, come scritto poco sopra, quest’ultimo deve essere il più accurato possibile, almeno al decimo di grammo. Elenco delle principali monete falsificate (ATTENZIONE! L'elenco non è esaustivo) Clicca sul link per visionare la relativa pagina del catalogo online 5 L. (Lire) 1859 - Vittorio Emanuele II Re Eletto 5 Lire Italiane FIRENZE Marzo 1861 - Vittorio Emanuele II 5 L. (Lire) - Vittorio Emanuele II, principalmente con le seguenti date: - 1861 con Marchio di zecca Torino [T] - 1862 con Marchio di zecca Torino [T] e Napoli [N] - 1864 con Marchio di zecca Napoli [N] - 1865 con Marchio di zecca Napoli [N] e Torino [T] - 1866 con Marchio di zecca Napoli [N] - 1872 e 1873 con Marchio di zecca Roma [R] 100 L. (Lire) 1874 e 1878 - Vittorio Emanuele II 5 L. (Lire) 1878 - Umberto I 20 L. (Lire) 1882 - Umberto 5 L. (Lire) Tallero 1891 e 1896 - Colonia Eritrea - Umberto I 5 L. (Lire) 1901 - Vittorio Emanuele III 5 L. (Lire) 1861 1911 - Vittorio Emanuele III 5 L. (Lire) 1914 - Vittorio Emanuele III 20 L. (Lire) 1927 e 1928 - Vittorio Emanuele III 20 L. (Lire) 1928 "Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora" - Vittorio Emanuele III Di questa moneta esistono diverse varianti "di fantasia"; per maggiori informazioni vedi questa discussione 20 L. (Lire) 1936 - Vittorio Emanuele III REGNUM ITALICUM 1918 N.B. Di ogni moneta è presente un collegamento al nostro CATALOGO ONLINE DI NUMISMATICA ITALIANA e cliccandoci sopra verrai portato automaticamente alla scheda analitica della moneta in questione dove potrai trovare varie informazioni che la riguardano. Leggi anche la discussione relativa alle monete di fantasia del 20 Lire 1928 Articolo ideato e realizzato in collaborazione con @ilnumismatico1 punto
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Dopo un bel periodo di "inattività", anche se abbiamo sempre fatto manutenzione, è arrivato finalmente un nuovo aggiornamento, anche se relativo ad un piccolo stato, Malta. Mi raccomando se c'è qualcosa di sbagliato, e se qualcuno conoscesse le "famigerate" tirature dell'ultima serie (non si trovano da nessuna parte, Krause compreso), scrivetemi pure :-) http://www.numismaticaeuropea.it/malta/lira1 punto
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