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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/12/19 in Risposte
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Ispirato da questa discussione https://www.lamoneta.it/topic/172108-2a-edizione-premio-marco-olivari/?page=2&tab=comments#comment-1971701 e senza pretese, mi sono detto… perché non condividere qualche regola che mi sono dato nello scrivere? Senza velleità, sono tutte cose “imparate sulla pelle”, quasi una lista degli errori fatti e dei consigli ricevuti… Consigli ai quali spero altri vorranno fare aggiunte…. Quindi…. Ecco il mio personale “decalogo” su “come si scrive un articolo a tema numismatico”…. 1 – perché scrivere? Si può scrivere per molti motivi, ma l’importante è che si dica “qualcosa”, e possibilmente qualcosa di nuovo/aggiuntivo. Un inedito, una nuova valutazione di una emissione monetaria, un “tesoretto”, uno studio sui pesi o sui coniii, etc etc Scrivere invece un riassunto di cose già trite e ritrite, dette e ridette, NON SERVE A NULLA …. Scrivere 2 paginette sull’usurpatore XYZ, usando il RIC soltanto e 4 immagini tratte dal web non serve a niente e a nessuno…. Quindi…scrivi per dire qualcosa… non per dire che hai scritto…. 2 – dove scrivere? Dipende da cosa si scrive. Una rivista di “fascia alta”, tipo RIN, Quaderni Ticinesi, Numismatic Chronicle etc, accetta articoli solo se “aggiungono qualcosa” al noto…ad esempio il semplice inedito, qua è rifiutato, a meno che l’inedito non “aggiunga” qualcosa al noto (ovvero, la semplice officina inedita su follis dell’imperatore X non importa a nessuno… in questo caso specifico). Una rivista “divulgativa” come Monete antiche o Panorama numismatico, pur avendo spesso livelli di eccellenza, ha un carattere “divulgativo”, quindi dà più possibilità, e meno rigidità sulle “norme editoriali”. 3 – Come scrivere? Posto che si debba scrivere BENE in italiano, che i periodi debbano essere chiari, e possibilmente brevi per evitare un intricata foresta di incisi, è fondamentale dare una struttura coerente con il “dove si scrive” … Mi spiego meglio … se scrivi sulla RIN, che è una rivista scientifica, evita di “sprecare” 50 pagine per raccontare per sommi capi la vita di Augusto… chi legge non necessita di riassunti “elementari”…. Cita i passaggi fondamentali e relativi al tema sul quale scrivi, e cita le fonti! Se scrivi su riviste a carattere maggiormente divulgativo allora OK, ma sempre in modo chiaro, qua devi pensare che chi legge potrebbe dire “Augusto chi?”, quindi pur non semplificando troppo, cerca di essere chiaro 4 – Come scrivere - bis? Le parabole intrise di retorica ottocentesca, l’aneddotica fine a se stessa, e i racconti “fantastici”, piacciono solo a te che scrivi…. 5 – il parere personale Qua voglio essere brutale… il tuo parere personale non interessa a nessuno! Ovvero…. L’imperatore X era bravo, cattivo, sadico, per me era il migliore, è quello che ha reso grande l’impero, etc etc etc…. io credo che…. NOOOOOO Questo è vero anche se espresso implicitamente, senza un quadro delle fonti…e comunque non serve… per esempio … l’imperatore X fu notoriamente un grande condottiero … (chi lo dice? Perché? E soprattutto…. È funzionale all’articolo che stai scrivendo?) Quindi, se hai un pensiero da esprimere, arrivaci, e fai in modo che ci arrivi il lettore, usando la letteratura scientifica e storica nota…. Il “secondo me” …tienilo per te 6 – Bibliografia e citazioni Se la tua bibliografia è limitata, quasi certamente l’articolo sarà di scarso valore. Se la tua bibliografia è datata, quasi certamente l’articolo sarà di scarso valore. Mi spiego… se la tua bibliografia si ferma al 1965 i casi sono 2: o non è stato scritto altro, e quindi devi dirlo, e questo è alla base del “perché scrivi” !!!! oppure se sono stati scritti altri articoli fino al 2017/2018, DEVI citarli, altrimenti è ovvio che non li hai letti, e che scrivi la tua idea senza aver approfondito lo “stato della questione” Citare le fonti serve per far capire al lettore il senso delle affermazioni…che non devono essere sterili pareri personali. Le citazioni DEVONO essere di prima mano… non citare qualcuno che cita altri, perché se ha fatto un errore, tu lo porti con te…. E comunque la bibliografia non è uno “sfoggio”, quindi cita le cose utili, non “tutto lo scibile” a prescindere dal fine…. 7 – quello che penso può non essere vero Scrivere è un modo per imparare. Leggere tutta la bibliografia di riferimento può anche portarti a capire che la tua idea iniziale non solo era già stata in qualche modo percorsa, ma è già stata “smontata” a dovere. Non devi per forza portare avanti qualcosa che è evidentemente superato…. Leggi… impara… poi, forse, racconta… 8 – le immagini Le fonti delle immagini vanno citate, e soprattutto l’immagine deve essere in scala (1, 2x, 3x etc) Se l’immagine non è in scala perché non serve, e l’obiettivo è solo facilitare un paragone stilistico, devi dirlo! E poi….quante immagini mettere? Dipende… in linea generale sono certamente più utili negli articoli divulgativi, e meno utili negli articoli scientifici… ma non c’è una regola vera 9 – le critiche insegnano. SEMPRE! Impara dalle critiche La peer review è stata per me una scuola dura, ma utilissima… in ogni critica, anche la peggiore, c’è sempre qualcosa che puoi imparare. 10….. Basta, per ora mi fermo qua… Dai aggiungete le vostre regole!10 punti
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si @Arka… e il risultato è che ti trovi a dover citare/confutare una valanga di articoli inutili (non solo italiani, si badi bene!) scritti "prescindendo dal noto" o peggio basati su pure "sensazioni personali" …. "per me è così e lo scrivo pure"…..4 punti
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Riprendo questa vecchia discussione per presentarvi il mio ultimo acquisto proveniente da questo ripostiglio (Beachy Head hoard, 1973): Zecca: Siscia (2a officina?), II emissione (fine 268, primavera 269). D\ IMP CLAVDIVS AVG, busto D2 R\ AEQVITAS AVG, Aequitas tipo 1 Normanby 1054; RIC 178 var Il numero di catalogazione del ripostiglio, stando al report, dovrebbe essere il 1414 che conta solamente un esemplare di questa tipologia, ovvero il pezzo in questione.4 punti
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Ciao Giampiero. La differenza consisterebbe in questo: che il gettone del carrello non ha la pretesa di essere un "euro non ufficiale", a differenza di come invece vengono presentate quelle produzioni. Torno a dire che il termine "euro non ufficiale" lo trovo un non senso, giacchè non esiste una moneta denominata in euro che si possa considerare "non ufficiale". Se poi chi acquista queste emissioni lo fa perchè attratto da esse a, prescindere da come vengono presentate al pubblico, la cosa la trovo anche comprensibile. Allo stesso modo c'è chi acquista la "moneta" da Lire 20 del 1927 con il ritratto di Mussolini al dritto e la compra perchè gli piace; grave sarebbe invece se la comprasse perché erroneamente convinto che quella sia una vera moneta emessa durante il Regno di V.E. III e che ci sia qualcuno che gliela presenta in questo modo. Se vogliamo, anche dal Tuo incipit in questa discussione, un Utente distratto potrebbe pensare che Tu abbia presentato "prototipi" di monete in euro della Svezia emesse dalla zecca ufficiale svedese, realizzati per dimostrare che l'Officina monetaria nazionale sarebbe "stata in grado di soddisfare il fabbisogno monetale qualora il Paese avesse deciso di adottare la moneta". Converrai che questa prospettazione è totalmente fantasiosa, innanzitutto perché "l’Agenzia numismatica nazionale della Svezia" non c'entra nulla con la zecca ufficiale dello Stato del Paese scandinavo ed in secondo luogo perché non vi è stato alcun "mandato ufficiale" conferito dall'Autorità monetaria svedese ad una società privata quale quella indicata, a realizzare dei "prototipi" delle monete in euro, in vista di una possibile futura produzione di serie e per dimostrare la capacità produttiva. Lo stesso discorso vale per tutte quelle altre società con nomi più o meno "ammiccanti" alle zecche nazionali, che millantano di produrre "prototipi" di euro a nome degli Stati più disparati. Se vogliamo, anche la stessa sezione che ospita questa discussione ("Altre discussioni relative alle monete in Euro") è ontologicamente errata. Quindi ciò che contesto di queste produzioni non è la bruttezza o il fatto che siano degli "obbrobri numismatici" (queste sono valutazioni rimesse alla soggettività di ciascuno di noi), ma ne contesto lo "status", in quanto difforme da quello dichiaratamente proposto da chi le vende. AffermeresTi mai che il 20 lire con Mussolini sia una moneta del Regno d'Italia, o anche solo un "prototipo" o una "prova" della monetazione del Regno? Sono sicuro di no. Allo stesso modo, in questo caso non è possibile parlare di "prototipi" di euro né tanto meno, di "euro non ufficiali" (quest'ultima espressione la trovo si un vero...."obbrobrio"...). Quanto al "centesimo Mole" l'avrei senz'altro considerato un "obbrobrio", ma una sentenza del 2013 del Tribunale di Roma (che avevo già postato in altra sezione del Forum e se non l'avete letta la riallego qui) lo ha "legittimato" e ciò mi impone (pur contro voglia) di cambiare opinione. Gli aggettivi qualificativi rivolti a queste produzioni non è detto poi che debbano estendersi automaticamente anche a coloro che le acquistano. L'importante, direi, è che ci sia sempre la consapevolezza di ciò che si acquista. Saluti. M. Cent.Mole-min.pdf3 punti
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Ciao. Che si possa imparare qualcosa anche da un gettone per il carrello della spesa o dell'autolavaggio, che ritrae un maniero della zona e che ti spinge ad approfondire la storia del suddetto maniero, è possibile. Però, in quel caso, quello rimane un gettone del carrello della spesa o dell'autolavaggio e non viene considerato una prova dell'euro o una moneta in euro non ufficiale (emessa magari dal Tagikistan). Come diceva Paolino, questo genere di emissione nulla hanno a che vedere con gli euro nè, tanto meno, con le prove di euro. Sono emissioni private e commerciali che, giocando sull'ambiguità del nome della ditta che le emette (in questo caso è l'Agenzia numismatica nazionale della Svezia) nonché su un corredo documentale ben studiato (in questo caso si tratta di un velleitario "CERTIFIKAT" numerato, maliziosamente simile a quello in uso per le emissioni ufficiali delle zecche di Stato), inducono l'acquirente a ritenere di aver acquistato un prodotto numismatico ufficiale, quando invece si è comprata tutta un'altra cosa. Se si elimina questa maliziosa finalità, la qualità, i metalli ed i ritratti con cui queste emissioni a volte si presentano, possono anche essere gradevoli (de gustibus...) e magari anche stimolare, come in questo caso, qualche approfondimento storico. Ma la gradevolezza (soggettiva) e l'approfondimento storico (eventuali) nulla hanno a che vedere con la natura innanzitutto non ufficiale e poi del tutto avulsa dall'ambito dell'euro e delle sue prove. Anche l'espressione talvolta utilizzata per definire queste produzioni di "serie di euro non ufficiali" o di "prove in euro non ufficiali" non mi convince per nulla. Non esistono infatti monete in euro (o prove di monete in euro) non ufficiali, poiché nessuno è autorizzato ad emetterle in via non ufficiale. Quindi le monete denominate in euro sono solo quelle emesse dalle zecche degli Stati a ciò autorizzate. Tant'è che queste emissioni recano dei simboli diversi da quelli impressi sulle monete in euro (anche se, sempre maliziosamente, si tenta di riprodurli quanto più possibile simili agli originali per indurre in errore chi le acquista) e ciò per evitare denunce da parte dell'Autorità monetaria dell'euro. In questo senso, al di là degli spunti di approfondimento che però anche un gettone del carrello della spesa potrebbe suscitare, se recante qualche elemento "storico", l'interesse numismatico per queste produzioni mi parrebbe pressoché inesistente. Saluti. M.3 punti
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Buongiorno Mario, capisco il tuo punto di vista, ma quella pubblicata su Comunicazione è solo una notizia, anzi una “Segnalazione" (è questo il titolo della rubrica dove il catalogo della mostra dell’Ambrosiana viene menzionata). Tra le tante pubblicazioni arrivate nell’anno precedente alla SNI, se ne segnalano alcune con una breve indicazione di massima. Sullo stesso numero vi sono altri esempi di cataloghi “segnalati” e NON recensiti. Ne riporto qui di seguito uno, solo per fare un esempio: "Carmelo Malacrino e Daniele Castrizio, Reggio e le sue monete, Reggio Calabria, Museo Archeologico Nazionale, 2017, pp. 160. Ill., ISBN 978-88- 907473-5-9. Il volume, realizzato in parallelo all’omonima mostra, presenta una serie di monete, appartenenti alle collezioni del Museo, come documento per illustrare la storia straordinaria di una delle più importanti colonie greche d’Occidente, fondata dai Calcidesi per un controllo strategico dello Stretto. Sono state prese in considerazione circa 150 monete in oro, argento e bronzo che si sviluppano dal V sec. a.C. con l’iniziale colonia greca per attraversare il periodo romano,bizantino no al dominio arabo-normanno. La parte catalogica (pp. 103-160) è preceduta da una serie di brevi saggi che mettono in evidenza la moneta nel mondo antico, la moneta e la città, la tecnica di coniazione, i ritrovamenti e gli aspetti di circolazione nonché i tipi e i simboli monetali." Come vedi , anche in questo caso si tratta di poche righe, solo per dare ai lettori alcune brevi indicazioni sul contenuto e di quale materiale si tratta. Nulla di più. Se vuoi che il catalogo sia recensito come si deve e come probabilmente merita, chiedi a qualche studioso di preparare il testo (scontato che quest’ultimo debba essere in possesso del volume) e di inviarlo alla Società Numismatica Italiana, che molti, per svariati motivi, possono anche aborrire ma che - che piaccia o no - resta la nostra più importante associazione in questo campo di scienze (parola, questa, che a volte tendiamo a scordarci ma che invece dovrebbe essere SEMPRE il punto di partenza quando si scrive di numismatica). Inserisco qui di seguito il testo della segnalazione pubblicata su Comunicazione n. 73: "Giancarlo alteri, Le monete della Zecca di Milano conservate nel Medagliere della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Milano, Biblioteca Ambrosiana, 2018, pp. 64, ill. Il fascicolo, presentato da Mons. Marco Ballarini, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana e da Luigi Giovanni Manfredi, Presidente del Rotary Club Milano Aquileia, costituisce il catalogo delle monete permanentemente esposte nell’ambito del percorso espositivo della Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana. Come ben raccontato nella prefazione di Mario Limido, grazie ai contributi del Rotary Club, è stato possibile realizzare una mostra permanente delle monetemilanesi, costituita da 80 splendide monete, tutte signi cative e in conservazionemolto alta, tratte dal Medagliere della Ambrosiana, ricco di circa venti mila monete. L’introduzione traccia la storia della monetazione milanese dalle fase iniziali, con le monete celtiche imitanti quelle di Massalia (Marsiglia), no allachiusura della zecca con l’unità d’Italia. Le monete esposte spaziano dal periodo carolingio al Comune, le signorie viscontea e sforzesca, alle dominazioni francese, spagnola e austriaca." Come ho già scritto poco fa, non mi pare che si dica nulla di sbagliato a meno che il Rotary non sia l’unica associazione che ha pagato le teche. Monsignor Ballarini scrive chiaramente che la tua Associazione, insieme e a te che ne sei il beneamato presidente, “ha sovvenzionato il catalogo dell’esposizione, dove ogni moneta <...> è presentata e studiata secondo la rigorosa metodologia della scienza numismatica” (ancora quella parola: scienza!). Ripeto, dov’è il problema? Il Rotary ha finanziato le teche, il Cordusio il catalogo. A stretto rigor di logica (la Logica: altra disciplina con la quale a volte ci dimentichiamo di dovere SEMPRE fare i conti, altrimenti rischiamo di credere - e di scrivere - che anche gli asini volano), se vogliamo, una volta pagate le teche la mostra si sarebbe potuta realizzare anche senza il relativo catalogo. Ma un catalogo senza le teche per contenere le monete e poterle esporre non può produrre (porre in essere) una mostra. Certo, il catalogo è un valore aggiunto, ma un'esposizione sta in piedi anche senza. Non me ne volere, Mario, ma purtroppo - a mio modesto parere - è così. Il catalogo senz’altro merita. Fallo recensire come si deve sulla Rivista Italiana di Numismatica. Grandi studiosi delle serie milanesi ce ne sono tantissimi su questo forum... Un abbraccio, Marco3 punti
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Anche questo è interessante: Università Ca' Foscari Dottorato di ricerca in Storia moderna, Scuola di dottorato in Storia sociale europea dal Medioevo all’Età contemporanea: Venezia e le immigrazioni in Istria nel Cinque e Seicento Tesi di dottorato di Lia De Luca. p. 77 " ...la proposta partì da Francesco Calergi, nobile di Famagosta, che si offrì di trasferire in Istria cinquanta famiglie di ciprioti ed altrettante di Napoli di Romania." Vorrei inoltre ricordare che nell'anno successivo alla caduta di Cipro Capodistria partecipò con una sua galera, comandata dal Co: Domenico del Tacco, alla Battaglia di Lepanto. Il vessillo della galera capodistriana, dopo un lungo "esilio" a Lubiana, è ora di nuovo nel Museo regionale di Capodistria. http://www.arenadipola.com/articoli/79629 https://venetostoria.wordpress.com/2016/04/20/la-galea-di-capodistria-liona-con-mazza-a-lepanto/2 punti
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Taglio: 2€ CC Nazione: Slovenia Anno: 2018 Tiratura: 989.250 Conservazione: SPL ++ Località: Argenta (FE)2 punti
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Buona sera, girellando in rete osservo e quando vedo un bel denarone di questo periodo con un perlinato particolarmente fine e la croce in legenda del dritto a ore 2-3 vado a vedere il rovescio, beh non è che funzioni sempre ma circa la metà delle volte si. 8° pezzo con "S" non coricata e posizionata tra la "C" e la "L" come nella maggior parte dei casi, solo 2 volte è invece posizionata tra la "U" e la "C", niente dati metrologici.2 punti
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Eccole, le foto le ho fatte al volo...non sono belle. "la seconda è dorata.. anche se non si vede".2 punti
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Ciao nikita, non vorrei sembrare " ho tutto io..." ma anche di questa ne ho 2 pz, ma anche le mie hanno 2 fori, ma una è dorata, forse di recente... appena trovo il tempo la posto.2 punti
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In tutto ciò, anche se sono contento dell'introduzione dello shop online, mi rode che sia molto più semplice speculare e fare incetta di tutto. Abbiamo già visto che la Vespa trittico è esaurita. Quindi al negozio IPZS non ne consegneranno nemmeno una per l'acquisto diretto? Cosa ne pensate? Un centinaio le manderanno comunque a Piazza Verdi? Perché per quelli come me che vanno e comprano di persona e visionano le monete una ad una, col rischio ora di non poter trovare più nulla perché già tutto prenotato online, fa venire l'acidità di stomaco. Non sono disposto a pagare 300 euro tutti in una botta per avere la certezza di ricevere le monete senza poterle scegliere e favorendo chi magari non le compra nemmeno per collezionismo. Perché devo farmi mettere fretta se, fino all'altro ieri, prima di almeno una settimana dopo l'emissione nessuna moneta veniva esaurita? Come al solito invito caldamente a non speculare. Ogni centesimo che rincarate su una moneta che comprate, è un sacrificio che qualcun altro deve fare per potersela permettere. Strapagare un prodotto perché qualche furbone ha ben pensato di prenderne venti è la rovina di questa passione. Chi vuole farci soldi si apra una partita iva e si registri come commerciante, oppure stia proprio lontano da questa passione.2 punti
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Già! Per esperienza diretta posso dirti che fare un video (un video che piaccia), ci vuole tempo, idee, conoscenza e soprattutto una gran fortuna di piacere al pubblico che deciderà di seguirti. Non è facile e la concorrenza, se così si può chiamare è davvero spietata. Sanno bene come poter demoralizzare e toccare il nostro io interiore. Si può perdere la voglia di fare video credimi (a me è successo più di una volta). Per ora reggo ancora ma non è semplice credimi...2 punti
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Esistono alcune monete emesse a Roma dopo la morte di Antonino Pio , dal suo successore Marco Aurelio , queste monete presentano al rovescio la legenda Divo Pio ed al centro la raffigurazione della sua Colonna sormontata in alto dalla statua bronzea dell’ Imperatore e la base posta sopra un basamento in marmo , il tutto circondato da una balaustra in marmo o in metallo . Purtroppo di questa Colonna dedicata ad Antonino Pio ci rimane solo una parte del basamento meravigliosamente scolpito e null’ altro , se non la testimonianza delle poche monete con questa legenda e la tradizione storica del ritrovamento ; vediamo di ripercorrerne il percorso tramite la testimonianza , ancora viva perché postuma solo di pochi decenni , di Giuseppe Vasi , famoso incisore ed architetto siciliano vissuto a Roma dal 1736 fino alla morte nel 1782 ; fu autore delle Magnificenze di Roma , opera arricchita da incisioni ed articolata in dieci libri secondo varie tipologie della Roma del XVIII secolo . La Colonna del Divo Pio venne ritrovata nel 1703/4 a seguito di scavi eseguiti nella zona dell’ Ustrino e dell’ Ara degli Antonini , che erano prossimi alla Colonna , della quale si conosceva l’ esistenza ma non il punto esatto in cui sorgeva ; il ritrovamento avvenne a pochi passi dell’ attuale Palazzo del Parlamento situato in Piazza di Montecitorio , il fusto della Colonna , liscio senza incisioni , era gigantesco , alto 14,75 metri e largo 1,90 metri , era in granito rosso egiziano , in origine giaceva sopra un piedistallo in marmo con dedica e con altorilievi che rappresentavano una parata di cavalli e l’ Apoteosi di Antonino e Faustina trasportati in cielo . La Colonna giaceva sotto terra , fu trovata rotta in vari pezzi , caduta in epoca storica forse a seguito di qualche terremoto e momentaneamente accatastata in un angolo della Piazza in attesa di un possibile restauro , al cui seguito il Papa Clemente XI avrebbe voluto rialzare la Colonna nella sua posizione originaria in Piazza di Montecitorio , nel punto in cui oggi sorge l’ Obelisco (gnomone solare) di Augusto . Purtroppo dopo il ritrovamento avvenne un incendio talmente forte che la Colonna , gia’ in cattivo stato , rimase talmente danneggiata che venne ritenuta irrecuperabile , tanto che con pezzi della Colonna venne riparato l’ Obelisco di Augusto , elevato poi dal Papa Pio VI nella attuale Piazza . Il magnifico piedistallo venne invece trasportato da Papa Leone XIII nei giardini vaticani dove si trova tutt’ ora . Dei rimanenti pezzi della Colonna che dovettero essere notevoli date le dimensioni originali , non si conosce la sorte , forse furono tagliati ed utilizzati altrove . Un grave perdita la Colonna di Antonino Pio , se fosse stata trovata il secolo successivo forse sarebbe stata piu’ agevolmente restaurata e probabilmente rialzata in loco . In foto , un Seterzio di Antonino Pio con la Colonna , il basamento scolpito che si trova nei giardini del Vaticano e una incisione di Giuseppe Vasi con la Piazza di Montecitorio con il basamento della Colonna .1 punto
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Buongiorno a tutti, vorrei segnalare la presenza in asta Kuenker di marzo della moneta in oggetto. https://www.kuenker.de/en/auktionen/stueck/219713 Nato nel 1500 da Filippo il Bello figlio di Massimiliano Imperatore. Re della Spagna riunita nel 1516. Imperatore di Germania nel 1519 ed Imperatore Romano nel 1520. Secondo il trattato di Cambrai ottiene il contado di Asti nel 1526. Nel 1531 lo cede in feudo a Beatrice moglie di Carlo II Duca di Savoia. La moneta presenta le lettere MDI (che immagino stiano per la data, 1501, ?) incise insolitamente tra le colonne, particolare che negli esemplari a me noti (due) non risultano... cosa ne pensate?? @teofrasto @monbalda @adamaney @rorey36 @adolfos @mfalier @dabbene @piergi00 ...1 punto
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Ciao. "1 – perché scrivere? Si può scrivere per molti motivi, ma l’importante è che si dica “qualcosa”, e possibilmente qualcosa di nuovo/aggiuntivo. Un inedito, una nuova valutazione di una emissione monetaria, un “tesoretto”, uno studio sui pesi o sui coniii, etc etc Scrivere invece un riassunto di cose già trite e ritrite, dette e ridette, NON SERVE A NULLA …. Scrivere 2 paginette sull’usurpatore XYZ, usando il RIC soltanto e 4 immagini tratte dal web non serve a niente e a nessuno…. Quindi…scrivi per dire qualcosa… non per dire che hai scritto…." Mi trovo totalmente in sintonia con questo primo punto del... "decalogo". Non c'è nulla di più noioso che leggere cose già scritte e riscritte da altri, senza apportare alcuna novità. M.1 punto
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Il 50 lire SUP del link che hai segnalato è andato via per il 70% in meno.... il catalogo che auspichi non sarà mai pubblicato, ma non importa, l'importante è tenere a mente queste percentuali di riduzione1 punto
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@Poemenius mi sembri l'editor di una rivista medica ad alto impact factor.. mi spaventi ? però quanto hai ragione! molti scrivono per crogiolarsi e per il gusto di farlo. Tuttavia, a ben vedere, una review, che non dice nulla di nuovo ma appunto rivede in modo critico e riassuntivo quanto c'è in letteratura su un dato tema, a volte non guasta, specie se è fatta da chi conosce la materia (vedi i CME americani...) e serve per invogliare i meno esperti e i più giovani a capire la materia.. concordi?1 punto
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Posso aggiungere che si tratta effettivamente della teriaca prodotta dalla spezieria di Santa Maria della Scala, la più antica di Roma, che si trova in Trastevere al primo piano del convento dei Carmelitani Scalzi. Al suo interno ha un laboratorio galenico con vasi, bilance, mortai, frantoi, maioliche e alambicchi di distillazione. Del '700 conserva invece l'arredamento, le scaffalature, le vetrine ed il bancone. Il laboratorio liquoristico è invece dell'800. Inizialmente soltanto i frati coltivavano nell'orto le piante necessarie a loro e quindi il consumo era esclusivamente interno. Dal Seicento fu aperta anche al pubblico e divenne molto celebre: principi, cardinali e anche medici dei pontefici frequentarono la spezieria. Venne nominata "farmacia dei Papi". http://www.romatoday.it/eventi/cultura/La-spezieria-di-S.Maria-della-Scala1 punto
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Esatto, come avevo scritto nel primo post, L idea degli autori è stata quella, per quanto era possibile, di fornire immagini in ottima risoluzione ed il più naturale possibile, oltre che a dati più precisi. Sicuramente sono immagini che hanno una logica se affiancate al libro, ma trovano un valido aiuto anche se non si possiede i volumi. Ci si puo fare un idea della genuinità di un pezzo da apprezzare nei suoi colori e patina. Saranno sicuramente felici dell utilità del lavoro. Ho trovato inoltre molta cortesia e disponibilità nelle risposte che mi hanno dato scrivendo alla loro email. skuby1 punto
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Ciao Pietro, bella domanda! È conclamato che sulle monete partenopee, ma anche di altre zecche, si apponevano dei marchi segreti "che consentivano di identificare, senza possibilità di errore, l'incisore che aveva dato vita ad una moneta" (Giovanni Jaia, in Numismatica, anno V, n. 3, p. 205) e ancora "che i contrassegni di zecca fossero noti soltanto agli autori dei conii (e fu grazie a tali contrassegni che potè alfine essere ufficialmente dichiarata la falsità delle monete incriminate [i 10tornesi romani])" (Nicola Borrelli, in Numismatica e scienze affini, anno V, n.4, pp.94-95.) A mio avviso, come ho scritto nel precedente post, è arduo, in mancanza di fonti, capire quale sia un marchio segreto e ancora più difficile a chi fosse indirizzato. Probabilmente, come hai già scritto in passato, tali documenti non verranno mai alla luce... ma non bisogna mai porre limiti alla provvidenza!1 punto
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Credo che comunque una rilevante parte di ''scrittori numismatici'' non conosca queste regole... o che le ignori appositamente. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Non manca neppure sopra qualche denario… RIC 439 RIC 440 (busto drappeggiato) Complimenti!1 punto
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Se così fosse, siamo al 60% in meno rispetto ai valore di catalogo ...ma pubblicarne finalmente uno che si avvicini di più alla realtà del mercato no?1 punto
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I think you are really lucky to find such a wonderful coin at that price... Although it is always risky to trust Auction Houses blindly.. now that you are sure it’s authentic, I am really happy for you! Cheers..1 punto
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Buongiorno! “<...> grazie ai contributi del Rotary Club, è stato possibile realizzare una mostra permanente delle monete milanesi <...>”. Premetto che non ho letto il catalogo in oggetto, ma Comunicazione n. 73 (gennaio 2019) sì. Nella quintultima e quartultima riga di pag. 31 è scritto, per dirla fuori dalle righe, che i soldi del Rotary hanno permesso di realizzare l’esposizione delle monete. Non si dice che il Rotary ha pagato il catalogo, ma SOLO che - pagando le teche - ha fatto si che la mostra potesse essere fatta. NON il catalogo ma la mostra! Se il Rotary Club ha pagato le vetrine allora credo che si possa dire che è grazie ad esso che si è potuta realizzare l’esposizione. Si dice il falso? C’è qualcosa che non sappiamo? Se no, dov’è il problema?1 punto
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@demonetis, ho letto a volo la comunicazione...molto, molto interessante....devo mettere a fuoco con le mie ricerche. Grazie per la segnalazione. L'unica cosa che mi sento, per adesso, di scrivere, che a differenza, nella zecca di Napoli e per queste omissioni, non giustificherei un segno segreto; mancare di una lettera (anche così grande e in evidenza non definire in modo corretto il regno di Sicilia), o inserire una cifra dell'1 al posto della lettera I, non sembra essere stato un atto definito segreto.....ma forse vi fu la volontà di farlo anche osservare. Che dici ?1 punto
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@Sanni Caro Rocco, che bello rileggerti! Come stai? ahhhh, allora sei stato tu a soffiarmela. Bravo!1 punto
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PS quella che sembra un “I” è una “E”, almeno nell’intenzione dell’incisore perché sono presenti i due tratti orizzontali superiore e inferiore, mentre la “I” alla fine del nome del santo ne è completamente sprovvista. Vedere altri esemplari per sincerarsene1 punto
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Sono esterrefatto dalla bellezza dei rilievi del basamento...Chissà dal vivo…. Eppoi….. chissà come doveva essere la colonna nella sua interezza.. Questi post che uniscono storia, archeologia e numismatica sono davvero accattivanti. Complimenti Ciao da Stilichoi1 punto
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Devo però far notare alla gentile Redazione di un errore sostanziale non indifferente sul commento del Catalogo delle monete esposte in Ambrosiana. Il Rotary e' sponsor delle sole due teche mentre la pubblicazione e la sponsorizzazione del Catalogo e' stata fatta in toto da Quelli del Cordusio. Quelli del Cordusio non viene neanche citato e credo che per capire questo bastava guardare i due soli loghi in copertina di Ambrosiana e Cordusio e leggere le tre presentazioni, quella del Prefetto Ambrosiana Ballarini, del pres. Rotary Manfredi e la mia a nome del Cordusio dove il tutto e' eloquentemente spiegato. Siccome la cosa non e' irrilevante ci terrei che ne prendeste buona nota e rettificarla, vi ringrazio anticipatamente.1 punto
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Per completezza volevo segnalare quanto segue. Nel XV secolo l' Arco di Portogallo (così chiamato perché vicino alla residenza dell’Ambasciatore del Portogallo), determinava una strettoia nella Via Flaminia, allora chiamata Via Lata (attuale via del Corso) e causava moltissimi incidenti mortali durante le corse dei cavalli berberi, giochi del periodo di Carnevale, che passavano appunto lungo la Via Lata. Per questo motivo Papa Alessandro VII, nel 1662 decise di demolire l’arco. Vedi immagine della iscrizione tutt'ora presente su via del Corso nel punto in cui sorgeva l'Arco del Portogallo. Complimenti, Legio II Italica! Un post molto bello. Ciao. Stilicho1 punto
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Ciao @vwgolf , meno male, anch'io l'avrei voluta non deturpata.... non colleziono medaglie, ma quando trovo qualcosa che mi piace nelle ciotole ad un costo irrisorio la prendo, la precedente medaglia del 1881 era in un ciotola tanto tempo fa a 100 lire al pezzo, mi ha incuriosito e l'ho presa, con un prezzo così basso non si può pretendere tanto... Anche quest'altra di seguito a cento lire, su questa piccola medaglia invece sono stati praticati due fori per cucirla su di un indumento, in questo modo la si fissava in modo stabile. Anche questa medaglia è stata creata originariamente senza fori e senza appiccagnolo. Circa sei o sette anni fa fu inserita nel catalogo del sito, era la prima che appariva nel forum. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MZ51M6/38 Margherita Regina d'Italia 1890 ca. (rame - grammi 2,50 - diametro mm. 19,00)1 punto
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Vi presento questa moneta commemorativa da mezzo dollaro emessa dagli Stati Uniti nel 1925, dedicato al memoriale di Stone Mountain in Georgia. https://en.wikipedia.org/wiki/Stone_Mountain#Confederate_Memorial Questa moneta venne emessa nel 1925 e messa in vendita a prezzo maggiorato (inizialmente 1$) per raccogliere fondi destinati alla costruzione del monumento che sarebbe poi stato completato, dopo lunghe vicissitudini, solo nel 1970. Per maggiori informazioni potete consultare, in inglese, la dettagliata pagina di Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/Stone_Mountain_Memorial_half_dollar E' uno dei mezzi dollari commemorativi più comuni e, di conseguenza, meno costosi: ne restano in circolazione, al netto della fusione di quelli invenduti, più di 1.3 milioni. Trattandosi di una moneta destinata fin dall'inizio ad essere conservata, visto che veniva venduta a più del facciale, è probabile che siano ancora in buona parte nelle mani di collezionisti. Questo il monumento visto dal vivo...1 punto
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I numeri si riferiscono al peso in denari e grani. Nel primo esemplare vuol dire che il suo peso "regolamentare" doveva essere di 25 denari (di piede savoiardo: 1 denaro = circa 1,28 gr. ) Nel secondo esemplare invece ne viene indicato il peso in 24 denari e 20 grani ( qui il piede è invece quello di Lione - dal momento che nella didascalia viene indicato essere di produzione lionese - : 1 denaro = circa 1,27 gr.). In entrambi i casi il peso del ducatone risulta essere di circa 32 gr. attuali. Saluti, Teo1 punto
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Gioacchino Napoleone Murat, Grana 3 1810 Lettera D speculare in DELLE1 punto
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Buongiorno, Per far meglio comprendere "l'errore vero" da quello volontario, condivido alcuni esempi presenti su monete Napoletane nella mia Collezione: Piastra 1805 Inversione di lettere: HSIP anziché HISP1 punto
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Ciao. Credo che l'affermazione di luigi78 fosse chiaramente "paradossale" (almeno io l'ho interpretata così). Quanto al "diritto di recesso" dell'acquirente dopo 8 mesi dall'acquisto, non parlerei di "recesso" bensì di annullamento del contratto. Annullamento che potrebbe ottenersi solo se, evidentemente, avesse ragione l'acquirente sulla data errata indicata dal venditore e solo se quella particolare data (errata) fosse stato il motivo che ha indotto l'acquirente a comprare quella moneta. Se poi la data (effettiva) della moneta comporta una diminuzione del valore del prezzo commerciale rispetto alla data indicata dal venditore, il rimedio per l'acquirente potrebbe anche essere solo ottenere una riduzione del prezzo originariamente pagato, ma non l'annullamento del contratto. Sempre, ovviamente, che abbia ragione l'acquirente (e il suo perito) sul discorso "data". Va detto poi che vi possono poi essere ragioni squisitamente "commerciali" (aldilà degli aspetti giuridici...) che possono suggerire al venditore di assecondare la richiesta del cliente (semprechè la moneta non sia stata nel frattempo danneggiata, manomessa, alterata, ecc.). Saluti. M.1 punto
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Buon giorno, il foro di questa "piccolina" mi sembra troppo recente ... dalla foto non si capisce, ma è rame vivo che si vede nel buco.1 punto
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Il foro centrale della moneta del Regno di Napoli mi fa ricordare un tagliapasta in mio possesso del periodo della Prima Guerra Mondiale, ma il bordo liscio e spesso del 5 tornesi non permette di essere stato utilizzato per lo stesso scopo. Ci vuole la lente d'ingrandimento per intravedere qualcosa del suo passato di moneta... comunque è stato utilizzato un pezzo da 10 centesimi di Vittorio Emanuele II°. A suo tempo mia nonna mi disse che era molto più conveniente farselo a casa così che comprarlo o farselo costruire appositamente dal fabbro.1 punto
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@Rocco68 Ciao Rocco, Per quanto riguarda quella migliore di Spl, puoi vederla nel MIR napoli, anche se la foto non ne rende appieno la bellezza. Il D/ è uno Spl/FdC pieno, conservando una brillantezza dei fondi molto bella, ed un rilievo quasi intatto da ogni segno di usura. Rovescio ancora meglio conservato, un quarto di punto in più, sul qFdC. Patina leggera ma gradevolissima. Una chicca. Non posso postare la foto non avendone il permesso del proprietario, altrimenti l'avrei già fatto. Per quanto riguarda la seconda, allego le foto del venditore. Notevole anche questa per la tipologia1 punto
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