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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/24/19 in Risposte
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Conferenza di livello notevole di Storia, economia. La moneta come merce, l'intervento commerciale dei genovesi non da colonizzatori, estenalizzazione della zecca attività delegata ai genovesi, sono tutti termini e temi che, magari anche in altri contesti, ancora ci accompagnano. Sia io che @enricociferri abbiamo portato delle monete in visione nel pre conferenza. Per chi ha voluto c'è stato anche il pranzo in una location antica completamente ristrutturata con chef giovani che hanno fatto esperienza in ottime cucine in giro per il mondo.6 punti
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Più la osservo e più mi convinco che ci troviamo di fronte ad una nuova variante. Errore di punzonatura: F al posto di E, Lo stesso errore che riscontriamo nella Piastra 1816 INPANS, P al posto di F La moneta è in conservazione splendida e non ci possono essere dubbi quali: Mancanze, conio stanco, schiacciature. La chiusura della lettera ( nella parte bassa) è netta come nella F di FERDINAN Ho visionato nel frattempo molti 9 Cavalli e non ho trovato simili "mancanze" nelle lettere E Grazie ancora Gcs per aver condiviso la tua moneta.4 punti
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Dobbiamo considerare che forca è un toponimo molto comune, poiché con questo termine, derivato dal lat. furca, si intende un valico montano, propriamente posto fra due cime acute. Altro termine è giogo, con cui anche si indica un valico montano, posto fra cime più "arrotondate". Forca deriva ovviamente nella sua immagine dalla forca lignea a due denti, mentre giogo dal giogo applicato ai bovini da tiro. I toponimi con forca e giogo sono come detto frequenti. Per quello derivato da furca abbiamo Foca, Forcella, Forchia.4 punti
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carissimi, volevo presentarvi una particolare variante nella monetazione di un imperatore da me particolarmente apprezzato, Traiano Decio (249-251). Oltre ad essere ricordato storicamente soprattutto per la famosa persecuzione del 250 (non solo contro i cristiani) con l'introduzione dei libelli (i certificati di chi sacrificava al culto imperiale) e per essere stato il primo imperatore romano morto in combattimento per mano gota ad Abritto, in campo numismatico sicuramente spiccano per importanza e rarità i doppi sesterzi da lui coniati. Mi hanno però incuriosito sfogliando il RIC delle curiose varianti riguardo a una tipologia di rovescio, tutto sommato, comune per Decio: quella della Uberitas augusta. Catalogata come RIC 28 la normale Uberitas (una sorta di particolare rappresentazione dell'Abbondanza), esistono però alcune varianti di antoniniani che diventano IBERITAS (variant RIC 28a) oppure VBERTAS, VERITAS, MERITAS (varianti catalogate tutte come variants RIC 28b, zecca di Antiochia) riporto qui alcuni esemplari della variante Veritas (la variante forse più comune e curiosa) sperando di avere fatto cosa gradita presentando una variante non ancora citata nel forum, un cordiale saluto! Cato.3 punti
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Si e' finalmente conclusa ,con un lieto fine ,la vicenda della " testa Lorenzini" . Lo stato e' entrato in possesso di una testa di "Kuros" etrusco gia' apparso in una asta molti anni fa ma "appesantito" da una notifica dei beni culturali e da una vicenda giudiziaria tra gli eredi del possessore del manufatto. Mi lascia un po' interdetto il dilemma su dove esporlo: mi pare di ricordare che fu rinvenuto in un pozzo di una casa signorile di Volterra e che I proprietari comunque la lasciarono esposta al museo Guarnacci di tale citta' ,quindi non vedo dove sia il problema... https://www.finestresullarte.info/flash-news/3388n_stato-acquista-testa-lorenzini-importante-scultura-etrusca.php3 punti
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Buonasera a tutti, posto un rarissimo 9 cavalli coniato sotto Ferdinando IV di Borbone nel 1789 così catalogato : Magliocca n°323a pag. 164 R5 Al momento il miglior conservato3 punti
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Il 23 febbraio nell'Antica Roma venivano festeggiati i Terminalia. Introdotti da Numa Pompilio che dopo aver stabilito i poderi dei possidenti terrieri romani li sacralizzò dedicandoli a Iupiter Terminalis. Divenne in seguito una divinità autonoma (il dio Termine / Terminus) che vegliava su poderi e pietre terminali. La sua rappresentazione era quella di un cippo conficcato nel terreno per dividere le varie proprietà. Durante le festività i possidenti terrieri vi deponevano offerte votive. La festa pubblica si teneva presso la pietra miliare del VI milgio sulla via Laurentina, il limite originario del territorio di Roma in quella direzione. [Livio, Ab Urbe condita libri, I, 55] «Tarquinio [...] quindi si rivolse a progetti di edilizia urbana. Il primo era il tempio di Giove sul monte Tarpeio: sarebbe stato un monumento immortale al suo regno e al suo nome [...] Affinché la zona venisse liberata da ogni precedente traccia di culto e dedicata esclusivamente a Giove e al suo tempio, ordinò di sconsacrare quei santuari che erano stati in un primo tempo dedicati agli dei da Tazio [...]. Proprio all'inizio dei lavori, tradizione vuole che gli dei inviassero un segno per indicare la grandezza di quel potente regno. Infatti, mentre gli uccelli diedero il via libera alla sconsacrazione di tutti gli altri santuari, la stessa cosa non successe per quello del dio Termine. Il presagio augurale fu interpretato in questo modo: visto che il tempio di Termine rimaneva al suo posto ed era l'unica tra tutte le divinità a non essere allontanata dallo spazio a essa consacrato, ciò significava stabilità e solidità per lo Stato. Una volta ricevuto questo presagio di durata, ne seguì un altro che annunciava la grandezza dell'Impero. Solamente il dio Termine si rifiutò di partire, e si dovette includere la sua cappella all'interno del tempio. [...] Poiché il dio Termine era stato persino in grado di opporsi all'autorità di Giove, alcuni auguri predissero che i confini dello stato romano non sarebbero mai receduti.» Per ulteriori dettagli: https://www.romanoimpero.com/2011/01/culto-di-termine.html Ciao Illyricum3 punti
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Taglio: 2 Euro CC Nazione: Italia Anno: 2017 A Tiratura: 1'500'000 Condizioni: qFDC Città: Trento (TN)3 punti
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In questi giorni, corrispondenti ai comitia calata* più probabilmente il 24 (o il 25) febbraio gli Antichi Romani celebravano il cerimoniale del REGIFUGIUM (comp. di rex regis «re» e fugĕre «fuggire»). Consisteva in un rito celebrato davanti al Comizio, concluso il quale il rex sacrorum** fuggiva precipitosamente dal Foro. La cerimonia aveva un significato oscuro già in antico ad indicarne una certa arcaicità ed affonda le sue origini nell’età monarchia. Ovidio la ricollega alla cacciata di Tarquinio il Superbo (509 a.C.) ma secondo altri segnava la fine dell’anno o quantomeno la sospensione delle attività del rex sacrorum fino alle calende di marzo. Antecedentemente alla riforma giuliana, l’anno costituito da 10 mesi iniziava infatti con il mese di marzo (dedicato a Marte). *comitia calata: assemblee abbastanza poco conosciute che venivano convocate (da calare, chiamata) per dare pubblicità a degli avvenimenti come le nomine del rex sacrorum, dei flamini e delle vergini vestali. Sembra si tenesse sul Campidoglio. Un’altra interpretazione la collega ad una tipologia di assemblea dei Comizi centuriati e dei Comizi curiati. **rex sacrorum: Il rex sacrorum è il sacerdote, soggetto al Pontefice, che, dopo la fine della monarchia, assume le funzioni religiose che prima erano del monarca. Ciao Illyricum2 punti
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Se per il Coppola, intendi l'incisore, mi spiace, ma non è lui. Queste monete hanno delle P sotto il busto/testa di Ferdinando ... fu lui il creatore: Domenico Perger2 punti
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Una visita all’imponente biblioteca e’ d’obbligo ...2 punti
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Buonasera, riprendo questa discussione perché mi sembra la più completa per quanto riguarda le pubbliche di Filippo IV... Ieri sono stato al convegno di Bologna e sono rimasto veramente affascinato quando ho visto questo esemplare, almeno per quanto mi riguarda è il miglior esemplare che mi sia mai capitato di osservare dal vivo, l'unica pecca è l'impronta di un qualche attrezzo che hanno usato, probabilmente in Zecca, per maneggiare il tondello, ed io che di mestiere tratto le fusioni, posso immaginare che sarebbe stato praticamente impossibile maneggiare un tondello magari ancora molto caldo dopo la fusione e la coniatura a mani nude... Come potete vedere nella foto del particolare del dritto i campi presentano le striature di conio (in rilievo) che sarebbero sparite con la circolazione, secondo me la moneta ha circolato davvero poco o forse non ha circolato per niente, mentre il rovescio sembra essere più sofferente rispetto al dritto con una porosita' diffusa ma, sempre a mio avviso, potrebbe essere sempre dovuto alla realizzazione del tondello... Ovviamente sono ben accetti pareri da tutti voi...2 punti
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Meno male che ci sono esperti come YV, altrimenti noi moriremmo in un mare d'ignoranza numismatica....... TIBERIVS2 punti
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Anche per me F. Lo spazio tra la F e la X potrebbe darci un indizio. Se fosse stata una E la parte in basso della lettera si sarebbe accavallata su parte della X.2 punti
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dobbiamo chiederci perchè sotto Alfonso I e Ferdinando II troviamo le due colonne simbolo di Brindisi2 punti
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Hai ragione @Rocco68 sembra proprio che sia una F. Allego altra foto con dettaglio2 punti
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eccomi. sul IV secolo non sono fortissimo, e dovrei rileggermi il RIC VIII credo si tratti semplicemente di segni di officina... Siscia ricordo ne ha vari "strani" o non alfanumerici (ghirlande etc) credo siano semplicemente dei marker identificativi dell'officina o emissione ... magari lo zigzag potrebbe essere un rimando al numero 7 ... ma la sto un po' sparando....2 punti
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Ci provo: Al dritto: IMP C M A MAXIMIANVS PF AVG : Massimiano Erculio volto a destra, radiato, corazzato(?). Non mi sembra drappeggiato Al rovescio: CONCORDIA MILI TVM: Giove offre a Massimiano la Vittoria su un globo Al centro del campo: A In esergo: dot XXI dot (?) RIC 595 Heraclea? Per favore fatemi sapere se la mia classificazione e' corretta (sto cercando di imparare) Grazie a chi vorrà rispondermi. Stilicho2 punti
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Ferdinando il Cattolico - Grano (?) / Sestino (?) con il motto: TANTO MONTA Alla Aureo & Calicò dello scorso 12/13 dicembre 2018, sono stati esitati due esemplari di moneta con sopra detto motto. Le monete sono descritte Grano, ed hanno rispettivamente il peso di 1,19 gr. la prima (lotto 1362) e di gr. 1,26 la seconda (lotto 1363). Dalla bibliografia del Pannuti e Riccio (Napoli 1984) e a seguire MIR/Napoli (2010), tale moneta è scomparsa dall’attribuzione alla zecca di Napoli perché il Pannuti e Riccio (a volo d’uccello e senza documentazione a riguardo), scrivono perché probabilmente coniate in territorio ispanico. La rivediamo comparire nel volume di D’Andrea/Andreani alla pag. 338 nr. 7 (denominato Grano con rif. al Cagiati), ma senza alcun riferimento a documentazione e/o alle motivazioni del perché si è provveduto ad inserire la moneta tra quelle della zecca partenopea. Mi preme ricordare che nel Corpus (ai nr. 21/25), le monete sono descritte in Napoli con la denominazione di Grano. Il Cagiati ne descrive esemplari dal nr. 1 al 6 con la denominazione di Due Grana e altri due esemplari (nr. 1 e 2) con la denominazione Cavallo, tale da far presupporre che esisterebbero due moduli diversi (in base al diametro/peso) di questa moneta. Il più recente volume (complimenti per l’opera @jordinumis) sulla monetazione della corona Catalano-Aragonese (in Napoli), di Jordi Vall-Llosera ne riconduce il tipo alla zecca di Napoli; alla pagina 451 del volume sono descritti 3 esemplari di detta moneta 2 dei quali sono proprio questi esemplari esitati …. ma uno di essi (lotto 1363) e riportato come “Vellon Rico”… sia dall’asta che dallo stesso Jordi. C’è molto altro ancora da scrivere, da commentare e ragionare (sono giorni che ci studio su), ma per il momento e per non confonderci (nel senso di mettere troppa carne a cuocere), mi fermo qui.2 punti
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pienamente d'accordo, a mio parere è sempre meglio non allontanare troppo le opere e i manufatti dal luogo del ritrovamento… creano un fascino particolare che si mischia alla storia locale delle piccole e grandi città.1 punto
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Si va a pranzo gioiosamente tutti insieme e nel ringraziare ancora l’Astengo e Arslan non posso uscire che col Mazarakis in mano !1 punto
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Bellissimo ritratto ed in condizioni eccezionali, possibile che abbia circolato pochissimo.complimenti1 punto
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Non amo infierire ma, in tanti anni, ho visto l' utente YV- esprimere le proprie certezze riguardo ogni tipo di monetazione. Sempre tutte false. False antiche e moderne. False le europee e le americane. Ricordo che in una occasione bollo' come false anche alcune monete esposte al museo della Royal Mint. In una sola occasione ho letto di una moneta promossa da YV come autentica: L'epilogo della discussione mi ha fatto davvero molto ridere. Non me ne volere YV- ma penso che ci siano utenti più affidabili a cui chiedere un parere. Non capisco se prendi tutti noi in giro o se hai interesse a fare terrorismo. Buona giornata.1 punto
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Ops! Devo fare pulizia di messaggi allora ? ti ho inviato la mail1 punto
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un ottimo esemplare nella prossima asta Nomisma 9 E : https://nomisma.bidinside.com/it/lot/570585/tagliacozzo-federico-iii-dtaragona-/1 punto
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nella numerazione di tipo greco... lo davo per sottointeso... A B Gamma Delta Epsilon S Z H etc....1 punto
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Credo di si. Grazieee https://www.vcoins.com/it/stores/romae_aeternae_numismatics/136/product/maximian_ae_radiate_concordia_militvm_heraclea_ric_595_extra_heavy_478g_rare/650899/Default.aspx1 punto
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Non so che dirle, il mio intento era quello di aiutare mettendomi a disposizione di chi ha bisogno di un piccolo aiuto ma solo perchè secondo me dare un'informazione più completa possibile può aiutare in futuro un utente a essere autonomo e sapere quindi dove indirizzarsi per svolgere la ricerca. Questo link non è il RIC, questo è wildwinds, un sito volenteroso che crea un suo catalogo per imperatore inserendo più fonti, puoi vedere come a fine pagina ci siano le Provinciali e puoi vedere come all'interno del suo catalogo inserisca anche riferimenti a volumi differenti del RIC. Ma non è il RIC ed è qui che credo nasca il problema. @Flavio_bo aveva indicato una moneta corretta perchè il link recita "Antoninus Pius pour Marcus Aurelius Caesar" che significa appunto un'emissione di Antonino Pio in favore di Marco Aurelio Cesare, dal francese Antonio Pio per Marco Aurelio Cesare. Purtroppo vedo che ancora non è chiara la situazione e forse ha ragione che bisogna smetterla qui.1 punto
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io non comprendo questa diatriba, ai fini della catalogazione se le lettere nel campo e non si trovano più spostate a destra o a sinistra questo non cambia nulla ai fini della catalogazione. L'incisore aveva una certa libertà "artistica", i conii venivano approntati artigianalmente e quindi si hanno normali differenze. @Hirpini nessuno ha parlato che non si tratti del busto di Marco Aurelio ma l'emissione è di Antonino Pio ed è pertanto corretto che venga catalogata sotto di lui.1 punto
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Volevo segnalare questo bel video sulla serie legionaria di Gallieno. Il video è stato prodotto da Kuenker anche per pubblicizzare il fatto che nella loro prossima asta ci sono in vendita parecchie di queste emissioni, ma rimane comunque piacevole e interessante:1 punto
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Rientriamo nei binari... Ho nascosto qualche messaggio e non tollerero' piu' questioni personali gestite in questo modo.1 punto
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Dovessi proprio scegliere "solo" tra le due, direi la seconda, in quanto nella prima i segnisono molto più evidenti, e mi pare che le spighe della prima abbiano un'usura maggiore. saluti TIBERIVS1 punto
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Stavo fotografando i pezzi da 9 Cavalli di Ferdinando IV della mia Collezione per un piccolo studio sui conii e per stabilire le varianti importanti da quelle causate da rotture di conio. L'impatto visivo è qualcosa di molto bello da vedere e lo voglio condividere con tutti voi. Spero di farvi venire la voglia di Collezionare anche i piccoli nominali in rame. Se avete domande da fare, sono a vostra disposizione anche in mp. ?1 punto
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eBuonasera, mi inserisco in questa discussione poichè colleziono monete delle Sede Vacante, e essendo questo un campo molto vasto, ho deciso di farlo collezionando almeno una moneta per Sede Vacante a partire dal 1721, prima sede del XVIII secolo, ad oggi. Per avere informazioni sulle monete ho il Gigante ma, questo, le cataloga dal 1800 in poi; dove reperire dati per il periodo precedente? Grazie a chi vorrà rispondermi, Massimo1 punto
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aggiungo Ho visto che sei di Erice ti allego comunque dei dati storici che penso tu già conosca il dott. Campana ha scritto la monografia della città e riferimenti alla monetazione; ALTRE FONTI-MINI Erix ora Erice, celebre per il tempio della dea mediterranea della fecondità, identificata dai Fenici con Astarte, dai Greci con Afrodite, e dai Romani con Venere. detta Ericina. Secondo la leggenda comunemente accettata, elementi Troiani e Focesi (Elimi) scampati dalla distruzione di Troia, venuti in Sicilia fondarono, fra l’altro, anche Erice; ma non è da scartare l’ipotesi della presenza di elementi Sicani tra i primi abitanti di detta città. Com’è noto, le altre città degli Elimi furono Segesta ed Entella, e tutte e tre furono sotto l’influenza politica dei Cartaginesi. Erice deve la sua celebrità, oltre che alla sua posizione sopra un alto monte isolato dal quale la veduta si spinge, nelle giornate serene, fino a capo Bon, anche al tempio dedicato alla venere Ericina, la Dea Astarte dei Fenici, protettrice dei naviganti i quali si servivano del monte per l’orientamento. Nel 510 a.C. lo Spartano Dorieo tentò la conquista del territorio ericino, ma fu sconfitto e ucciso dai Cartaginesi e dagli Elimi di Segesta presso il fiume Màzaro. Nel 397 a.C. Erice, assalita dai Siracusani condotti da Dionisio il Vecchio, si arrese, ma l’anno dopo Imilcone, generale Cartaginese, la riconquistò per tradimento. Nel 368 a.C. Dionisio la riprese. Pirro nel 278 a.C. occupò Erice, ma poco dopo la città fu rioccupata dai cartaginesi. Durante la prima guerra punica, nel 260 a.C. i Cartaginesi di Amilcare trasferirono gli Ericini alle falde del monte, in una gran baia, ove fondarono la città di Drepano, l’odierna Trapani. Nel 244 a.c. Amicare Barca, figlio di Annibale, occupò Erice già dominata dai Romani. La sconfitta sul mare subita dai Cartaginesi (242) costrinse questi ultimi ad abbandonare Erice. Dopo la conquista della Sicilia da parte dei Romani, Erice fu compresa tra le “civitates censoriae”. Di Erice si conosce una ricca serie di monetine d’argento anepigrafi, con lettere Greche e Fenicie e alcuni tetradrammi con lettere Greche. La scarsità dei ritrovamenti delle monete Ericine nella Sicilia orientale è indice di una circolazione limitata nel territorio. La città fu fondata da Erice, figlio di Afrodite e di Bute re di Sicilia. Nel 244 a.c. Amicare Barca, figlio di Annibale, occupò Erice già dominata dai Romani. La sconfitta sul mare subita dai Cartaginesi (242) costrinse questi ultimi ad abbandonare Erice. Dopo la conquista della Sicilia da parte dei Romani, Erice fu compresa tra le “civitates censoriae. Di Erice si conosce una ricca serie di monetine d’argento anepigrafi, con lettere Greche e Fenicie e alcuni tetradrammi con lettere Greche. La scarsità dei ritrovamenti delle monete Ericine nella Sicilia orientale è indice di una circolazione locale. Pietro ps. puoi dirmi cosa hai ricevuto?1 punto
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Bene quest'oggi vi posto le foto ,con anche i dettagli,di questa moneta in buona conservazione: 120 Grana 1855 FERDINANDO II DI BORBONE (1830-1859) Argento Zecca di Napoli gr.27,51 D/FERDINANDVS II. DEI GRATIA REX Testa adulta e barbuta del Re volta a destra,sotto data R/REGNI VTR SIC. ET HIER.;nel campo stemma coronato ,e, sotto ,l'indicazione del valore G 120 Il contorno reca in incuso: PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS Riferimenti: PANNUTI E RICCIO 84 ; MIR 503/41 punto
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Salute a voi questa sera vi propongo una moneta che generalmente si trova in conservazione mb ed ha dei prezzi di mercato intorno a €uro 20,ma la moneta che vi posto ha una conservazione ,definita dalla casa d'aste che l'ha proposta(Westfälische Auktionsgesellschaft asta 43) ,in conservazione Splendida e di difficile reperibilità, con i rilievi ben visibili. La moneta in questione ha una frattura di conio ed è stata aggiudicata a € 310 + diritti d'asta. Ho scelto di postare questa foto perchè sono ben visibili i rilievi della moneta,se avete altre foto migliori non esitate a postarle in questa discussione Napoli Francesco I. di Borbone 1825-1830. Cu 10 Tornesi 1825. Pagani 119. --Salutoni -odjob1 punto
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