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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/25/19 in Risposte

  1. Volevo ringraziare tutti i partecipanti alla giornata di oggi che ne hanno permesso una buona riuscita, ma ovviamente pure tutti quelli che purtoppo non sono potuti venire per varie ragioni... ci saranno sicuramente nuove occasioni e ne approfitto per anticiparvi che fra poco verrà annunciato il prossimo evento del Circolo Astengo e che avrà come tema principale la monetazione romana alessandrina, con un intervento del prof. Savio che tanto ha scritto su questa tematica. è stata una bella giornata con la brillante ed interessante analisi del prof. Arslan come momento principale , ma anche tanti altri punti piacevoli come il pranzo in compagnia o anche il semplice vedere amici che non si vedono spesso. Per augurarvi una buona notte vi posto alcune immagini degli esemplari illustrati nel libro (senza descrizione, così se qualcuno si volesse lanciare ... .. la scusa di non avere il libro non è accettata visto che lo abbiamo messo sul web gratuitamente. )
    6 punti
  2. Buonasera amici è da un pezzo che non aprivo una discussione per condividere una moneta, ma sta sera ho fatto na mezza follia (speso parecchio per le mie tasche) e mi sono aggiudicato questa...chi mi ha letto sa che adoro il rame e che colleziono i grani del 1814 1815 (1816 mi manca) per Ferd III... quello che mi sono cuccato sta sera è il miglior 5 grani del 15 che ho in collezione e sto giro non mi sono fatto sfuggire l'occasione me ne sarei pentito come è capitato altre volte mannaggia a me? (mi girano ancora per un 5 grani spl del 15 non acquistato su ma-shop tipo 3 anni fa?)...che ne pensate? Non del mio giramento di zebedei ma della moneta?... sono davvero graditi i vostri pareri. Grazie a chi dirà la sua!
    4 punti
  3. "Buongiorno, sono @Spoon ho questa banconota da 500 lire stampata male al rovescio, qualcuno saprebbe dirmi cortesemente se ha un plusvalore, e di quanto? Grazie a tutti coloro che risponderanno." Riprova così, e vedrai che qualcuno che ti risponde lo trovi petronius
    4 punti
  4. Vorrei ringraziare gli organizzatori di questo evento, in particolare il presidente del Circolo, @matteo95 e @principesax per aver reso possibile una così bella giornata all'insegna della numismatica. Il circolo Astengo sta facendo molto per la numismatica e so che in cantiere ci sono molte altre iniziative che si preannunciano interessanti. Continuate così!
    3 punti
  5. E' solo una curiosità Ho scoperto quest'articolo per caso, nel 2017 era stato messo all'asta un rotolo di banconote appartenente alla star del cinema Marlene Dietrich. Biglietti interamente coperti di firme, in buona sostanza la sua collezione di autografi. Le firme furono raccolte durante i suoi viaggi effettuati negli anni '40. 83 banconote di tutto il mondo con circa 1.000 firme di personaggi famosi del settore militare e dell'intrattenimento. La Dietrich portava questo rotolo sempre con se, ed utilizzando della carta gommata, aggiungeva man mano le banconote in uso nei luoghi dove si esibiva. Sono presenti autografi e dediche di numerose personalità di spicco dell'esercito statunitense come il generale George Patton, artisti e scrittori vari tra cui il suo caro amico Ernest Hemingway. Il rotolo stimato 3.000-5.000 dollari, venne aggiudicato a 5.250 dollari.
    2 punti
  6. La sezione curiosità milanesi si è arricchita di nuovi 3 articoli interessanti : riproduzioni di monete milanesi, monete periodo austriaco e moneta periodo spagnolo.
    2 punti
  7. Taglio: 20 cent Nazione: Austria Anno: 2019 Tiratura: ? Condizioni: SPL Città: Vienna(Austria) Note: NEWS
    2 punti
  8. Ciao Enrico, guarda che il nostro segreto è che ci divertiamo. Spero diventi anche il tuo. Se non fosse così, a Verona non vedresti tutte quelle facce sorridenti. Condividere è molto piacevole e per molti di noi non è "Mission impossible". Tu domanda, informati, chiedi. Qui troverai le risposte (porta pazienza perchè spesso siamo impegnati in.....altro). Buona serata e buon divertimento Fabry
    2 punti
  9. Due nuovi video appena pubblicati di Marco Ottolini sul canale YouTube di Quelli del Cordusio. Video tecnici ma fortemente divulgativi e quindi consigliati a chi inizia con tecniche di coniazione, a martello in questo caso, qualità, bordi, conservazione. Gli esempi sono di monete di Milano e di Genova, il tutto diviso in due parti, buona visione ! https://www.youtube.com/channel/UCAKbdRcMho3IJwDgKcSwezQ
    2 punti
  10. Ogni mia moneta è conservata in capsula per mia scelta di non far patinare le monete, quindi il rischio di rovinarle in legni "non pregiati" credo sia da escludere...
    2 punti
  11. finito di leggere anche questo numero, come ogni mese gli articoli e le rubriche non smettono mai di stupire e di far crescere la conoscenza. Si inizia con le campane usate per coniare monete dopo la rivoluzione Francese, si parla di monete di Alessandro Magno e delle medievali di Guastalla, Bologna e Ferrara, delle belle monete anche inedite o comunque riscoperte, le medaglie Pontificie per Civitavecchia, fondamentale snodo marittimo per Roma, la storia della Cambogia attraverso le banconote, che raccontano i momenti della libertà dal dominio Francese, passando per la dittatura e poi all'attuale Re. Le monete e medaglie dedicate alla medicina, con le varie recensioni di alcune opere di sicuro interesse numismatico. Complimenti agli autori ed alla redazione.
    2 punti
  12. Mi riallaccio a questa discussione mostrandovi il mio monetiere e sperando di non prendere troppo insulti... Ho acquistato questa cassettiera dalla catena di negozi "Leroy Merlin", per la modica cifra di 18€, fatta tinteggiare da mio zio e montati dei pomellini anticati (con 30€ totali ho un monetiere di legno). Esiste anche con 3 o 5 cassetti, misura 39x38x30 (bxhxprof.), i cassetti interni misurano 33x23,5x6,5, e possono contenere anche 2/3 vassoi impilati in uno stesso cassetto. Credo che il gioco valga la candela, esteticamente non è male, per lo meno a me piace e sono già orientato ad acquistare sia quello con 3 che con 5 cassetti...cosa ne pensate?
    2 punti
  13. Purtroppo non ho potuto essere presente per impegni già presi, ma faccio comunque un plauso a questa bellissima iniziativa ed ai suoi organizzatori, senz’altro un ottimo esempio di divulgazione numismatica, esempio che dovrebbe essere seguito da molti.
    2 punti
  14. Quasi sicuramente il rotolo se lo sarà aggiudicato un collezionista di autografi che non un collezionista di banconote, l'insieme è comunque piuttosto interessante, anche dal punto di vista storico.
    2 punti
  15. Accadeva il 23 febbraio 138 d.C.: l’imperatore Publius Aelius Traianus Hadrianus adotta Titus Aurelius Fulvus Boionius Arrius Antoninus Pius (Antonino Pio) Alla fine del 136 d.C. Adriano rischiò di morire per emorragia. Convalescente nella sua villa di Tibur (Tivoli), scelse inizialmente Lucio Ceionio Commodo (conosciuto poi come Lucio Elio Vero) come suo successore, adottandolo come suo figlio contro la volontà delle persone a lui vicine. Dopo una breve permanenza lungo la frontiera danubiana, Lucio tornò a Roma per pronunciarvi, il primo giorno del 138, un discorso davanti al Senato riunito. La notte prima del discorso, però, si ammalò e morì di emorragia nel corso della giornata. Il 24 gennaio del 138 Adriano scelse allora Aurelio Antonino come suo nuovo successore. Questi era genero di Marco Annio Vero e, dopo essere stato esaminato per alcuni giorni, fu accettato dal Senato e adottato il 25 febbraio. A sua volta Antonino Pio adottò Marcus Aurelius Antoninus Augustus (nipote di Antonino, in quanto figlio del fratello di sua moglie Faustina Maggiore). e Lucius Ceionius Commodus Verus, figlio di Lucio Ceionio Commodo. "Si dice che Adriano avesse adottato Arrio Antonino perché, dopo la morte di Elio Vero, già suo figlio adottivo con il titolo di Cesare, lo aveva notato nell'atto di sorreggere il suocero durante una riunione del Senato, ma questo non poté né dovette essere l'unico motivo della sua decisione, dal momento che Antonino aveva sempre tenuto un comportamento esemplare nei confronti dello Stato, e durante il proconsolato aveva dato prova di onestà e serietà. Di fatto quando Adriano rese nota la volontà di adottarlo, Antonino chiese tempo per riflettere se gli convenisse accettare o meno. Adriano del resto lo avrebbe adottato a condizione che egli adottasse a sua volta Marco Antonino, figlio di suo cognato, e Lucio Vero, il futuro Vero Antonino, figlio di quell'Elio Vero che era già stato adottato da Adriano. Così l'adozione avvenne il 25 febbraio: nello stesso giorno Antonino ringraziò in Senato l'imperatore della fiducia accordatagli e divenne suo collega nella potestà proconsolare e in quella tribunizia. Secondo un aneddoto che si riferisce ai primi tempi del suo regno, alle lamentele della moglie che gli rinfacciava la sua eccessiva parsimonia in famiglia a proposito di non so quali spese, egli avrebbe risposto: "Stupida, non sai che da quando sono salito al potere ho perso anche quello che prima possedevo?". Attingendo al suo patrimonio distribuì infatti un donativo ai soldati e al popolo, mantenendo le promesse fatte da Adriano, continuò le opere da lui iniziate e restituì, per intero agli Italici e per metà ai provinciali, l'oro coronarico [tributo in oro che veniva imposto alle province per premiare il generale vittorioso, e che originariamente aveva la forma di una corona fatta d'oro] che aveva offerto in occasione della sua adozione." (Historia Augusta, Antonino Pio, 4.) “Monumento dei Parti” da Efeso: Antonino Pio tiene sotto il braccio Lucio Vero (7 anni) mentre Marco Aurelio (17 anni) lo osserva a sinistra; a destra, Adriano. Ciao Illyricum
    1 punto
  16. e finalmente........ il mio AVATAR ! __________ Niue island 15 Dollari del 2019 in argento .925 - Medusa
    1 punto
  17. Complimenti @Asclepia, davvero un ottimo esemplare, non ne avevo mai visti di così belli.
    1 punto
  18. Interessante argomento, mi permetto di fare alcune osservazioni: @favaldar ha parlato di falsi o riconi moderni da bancarella; lo escludo categoricamente, in quanto alcuni di questi pezzi li ho trovati anche io in una collezione che non veniva toccata da più di 30 anni quindi a mio parere sono coevi con le date riportate sui singoli pezzi. @ART giustamente osservava che le fs furono fondate nel 1905 ma attenzione che i biglietti di napoli (1839) e monza (1840) si riferiscono con tutta probabilità alla commemorazione del 150° e pertanto furono coniati nel 1989 e nel 1990, quindi le date tornerebbero. Si può peraltro osservare che esiste un certo ordine cronologico di emissione di questi pezzi, attualmente si conoscono coniazioni per gli anni 1976-77-78-79-80-81-82-83-84-87-89-90 e 2006, passatemi se ho sbagliato qualche data, comunque grosso modo uno per anno a partire dal 1976 fino al 1990. @giancarlone scrive parla di enti privati che coniarono queste riproduzioni, a mio avviso difficilmente un ente privato senza l'autorizzazione da parte di FS e per alcuni anche FFS (ferrovie svizzere) avrebbe potuto coniare per circa 14 anni di fila, un oggetto simile utilizzando marchio e logo delle ferrovie. E' possibile che la coniazione fosse affidata a qualche industria privata ma sempre dietro commissione delle FS a mio avviso. Altri due dati portati alla luce sono due testimonianze di persone diverse, la prima che conferma l'ipotesi di medaglia commemorativa relativa al biglietto metallico di Torino Pinerolo Olimpico del 2006 donata da FS ad alcune autorità della regione e funzionari FS, la seconda che conferma l'utilizzo come biglietto di trasporto commemorativo per la tratta Salerno-Reggio Calabria (21/04/1987). Ho provato personalmente a contattare FS per chiarimenti relativamente a queste coniazioni ma senza avere esito positivo. Detto ciò ritengo che la strada per arrivare a scoprire l'utilizzo di questi gettoni/medaglie sia ancora tortuosa, ma magari col tempo può saltare fuori qualche documento dell'epoca che spieghi meglio il loro scopo: MEDAGLIE COMMEMORATIVE o GETTONI-BIGLIETTI METALLICI DI TRASPORTO? Forse entrambi!
    1 punto
  19. Buona sera a tutti. Nella foto della moneta che posto di seguito, mi sembra di poter distinguere al dritto una F coronata tra due rosette, e al rovescio una croce con 4 aquile inquartate. Non riesco a distinguere se al centro della croce ci sia o meno un piccolo scudetto. Per la bassissima conservazione, e la mia scarsa conoscenza delle monete italiane, chiede cortesemente aiuto nella identificazione. Misura circa 15 mm per 0,58 grammi e (credo) sia in mistura. Grazie.
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  20. Ciao Renzo, è sicuramente un quattrino di Bozzolo, come correttamente scritto da Mario. L'assenza dell'astro al dritto è sicuramente attestata su una rarissima variante pubblicata sul Bellesia al n. 14, che riporta la dritto la legenda VXOR e al rovescio COLONNA. A causa dell'usura è difficile dire se si tratti di questa variante precisa, ma ritengo che l'assenza dell'astro non sia da limitare a questa variante.
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  21. carissimi, volevo presentarvi una particolare variante nella monetazione di un imperatore da me particolarmente apprezzato, Traiano Decio (249-251). Oltre ad essere ricordato storicamente soprattutto per la famosa persecuzione del 250 (non solo contro i cristiani) con l'introduzione dei libelli (i certificati di chi sacrificava al culto imperiale) e per essere stato il primo imperatore romano morto in combattimento per mano gota ad Abritto, in campo numismatico sicuramente spiccano per importanza e rarità i doppi sesterzi da lui coniati. Mi hanno però incuriosito sfogliando il RIC delle curiose varianti riguardo a una tipologia di rovescio, tutto sommato, comune per Decio: quella della Uberitas augusta. Catalogata come RIC 28 la normale Uberitas (una sorta di particolare rappresentazione dell'Abbondanza), esistono però alcune varianti di antoniniani che diventano IBERITAS (variant RIC 28a) oppure VBERTAS, VERITAS, MERITAS (varianti catalogate tutte come variants RIC 28b, zecca di Antiochia) riporto qui alcuni esemplari della variante Veritas (la variante forse più comune e curiosa) sperando di avere fatto cosa gradita presentando una variante non ancora citata nel forum, un cordiale saluto! Cato.
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  22. Non è uno degli esempi migliori perché in Moesia nel IIII sec. per un certo periodo fu attiva una zecca imperiale a viminacium quindi i radiati argentati sarebbero stati presi senza problema ovunque. Le zecche coloniche potevano battere solo moneta bronzea destinata al commercio locale ma sono state rinvenute anche in contesti con monete delle zecche imperiali quindi sicuramente qualcosa veniva accettato e utilizzato, comunque monete sporadiche o piccole quantità. Considerando che si trattava di moneta bronzea di poco valore (equivalente ad assi e sesterzi) non era in realtà così facile che tali monete uscissero dal contesto locale, anche ricchi e facoltosi commercianti non solo avrebbero viaggiato con un aureo piuttosto che con 100 sesterzi ma avrebbero richiesto sicuramente un pagamento in moneta nobile per i loro scambi. Queste monete locali venivano usate per le spese di tutti i giorni e per il commercio al dettaglio. Aureliano poi mise tutto in ordine con la sua riforma non consentendo più emissione di monete locali.
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  23. Non sembrerebbe autentico,non mi piace per niente.Allego un' immagine della stessa moneta,ma originale.La differenza è molto evidente.Inoltre mi risulta sia una moneta piuttosto rara(spero di non sbagliarmi) e costosa,quindi è probabile sia un falso.
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  24. Si e' finalmente conclusa ,con un lieto fine ,la vicenda della " testa Lorenzini" . Lo stato e' entrato in possesso di una testa di "Kuros" etrusco gia' apparso in una asta molti anni fa ma "appesantito" da una notifica dei beni culturali e da una vicenda giudiziaria tra gli eredi del possessore del manufatto. Mi lascia un po' interdetto il dilemma su dove esporlo: mi pare di ricordare che fu rinvenuto in un pozzo di una casa signorile di Volterra e che I proprietari comunque la lasciarono esposta al museo Guarnacci di tale citta' ,quindi non vedo dove sia il problema... https://www.finestresullarte.info/flash-news/3388n_stato-acquista-testa-lorenzini-importante-scultura-etrusca.php
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  25. Colgo l'occasione, ringraziandovi per la ricerca in corso, per invitarvi a indicarmi eventuali afferenti links di interesse.
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  26. Infatti sto guardando lui e la M di stile arabo, ma non è facile Saluti Arcangelo
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  27. Buongiorno, una tipologia che investe almeno 4 imperatori. Malgrado la notevole usura, alcuni particolari permetteranno di dire qualcosa, ma prendo un po' di tempo, data anche l'ora. Saluti Arcangelo
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  28. Concordo con chi mi ha preceduto. Aggiungo che, con tre convegni all'anno, la città di Bologna è decisamente una delle più attive nel settore, dando dimostrazione di un dinamismo ed una passione encomiabili. Complimenti.
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  29. Looks like a stunning piece! You are lucky to find this on eBay..especially when most of the coin photographs are misguiding in many ways...
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  30. http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/2004/07/23/LN3LN_LN301.html
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  31. In effetti si è trattato di un convegno molto gradevole e ben organizzato. Non moltissimi i commercianti, ma tutti di qualità e con ottimo materiale!
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  32. Ciao. Sembra che la proprietà privata dell'opera possa essere fatta risalire al 1851: https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/128228.pdf M.
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  33. Un buon catalogo/volume.... può essere, anzi, nel tempo, deve essere aggiornato !! Comunque con questo (che è il più bello) siamo a 3 esemplari; ben vengono "gli altri", così come giustamente ha scritto Genny, ben vengono altri esemplari di monete classificate R5 ..... ma sapete quanto le aspetto ? (quando sono così poco conosciute ?). ALtrimenti devo andare sempre a prendere le foto al Museo Romano. P.M.
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  34. Forse meglio assegnabile a Bozzolo... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GCG/25 ciao Mario
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  35. Secondo me lo hai già fatto ma vuoi tenerci tutti sulle spine... ?
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  36. Un altro francesismo...,ma mi piaci anche per questo?.
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  37. Buonasera a tutti, posto un rarissimo 9 cavalli coniato sotto Ferdinando IV di Borbone nel 1789 così catalogato : Magliocca n°323a pag. 164 R5 Al momento il miglior conservato
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  38. Eccomi di ritorno Ti allego di seguito un paio di pagine del libro di Stahl, dove si accenna al controvalore del Grosso. Giacché vedo che ti appassiona la materia, anch'io ti consiglio l'acquisto dei libri citati da Arka; di uno ti posto anche la copertina.
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  39. Ciao Ungheria Sigismund (1387-1437) un Parvus in argento
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  40. Medaglia di Confraternita di CARONNO PERTUSELLA, D/. MADONNA DEL SS. ROSARIO R/. Ostensorio Lombardo
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  41. Complimenti a Walter Nasi per l'impegno nell'organizzazione del convegno, discreta presenza di persone nelle ore della mattina del sabato, location ottimale per spazi e sicurezza dei commercianti, presenza costante durante la giornata del personale addetto alla sicurezza e pure per il carico da parte dei commercianti alla fine della giornata del sabato.......sicuramente un convegno degno di ancor maggior considerazione e che mi auguro possa maturare ancor piu' importanza Roberto (Numismatica Scaligera)
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  42. Il grosso fu conteggiato a 26 piccoli come detto da Papadopoli. E nei confronti dei piccoli fu moneta ''cattiva'', cacciandoli dal mercato. Il tutto è spiegato molto bene da Saccocci e da Stahl. Arka Diligite iustitiam
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  43. Hai presente cosa coniarono nel 2006 in occasione delle olimpiadi invernali di Torino...? Una roba incredibile... Ori a go go... Tant'è che scrissi una lettera di lamentele al direttore..., che mi fu pubblicata su CN ! Molte emissioni... sono d'accordo. Trovo ad esempio inutili i tagli da 5€ bimetallici mentre gli argenti sono troppi, sarebbe più che sufficiente un dittico all'anno!
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  44. Ciao Vickidog, le ho fatto presente che ha rimborsato il prestito con una somma esagerata, e le ho anche chiesto come mai il rimborso è avvenuto dopo quasi sessant'anni,mi ha risposto che dei soldi finchè non è morta ne fa quello che vuole,e i soldi non sono stati rimborsati prima perché il marito e colui che aveva fatto il prestito si erano azzuffati e non essendoci niente di scritto non aveva restituito i soldi. Morto il marito ha voluto essere onesta ed essere generosa coi figli di lui.
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  45. Ho riesumato questa vecchia discussione perché ho casualmente individuato un'altra osella falsa (con caratteristiche analoghe a quelle di Valier), venduta da Rauch nel 2013 Lotto 2620. La moneta originale è una delle oselle più belle del Settecento, coniata nel 1759 sotto Francesco Loredan, e vuole ricordare il dono della rosa d'oro fatto da Clemente XIII Rezzonico alla sua città natale. Dalla base di € 400, realizzò in asta € 950. Né la casa d'aste né i collezionisti furono in grado di riconoscere il "fake". Mi piacerebbe conoscere il parere di @AndreaPD Elementi che permettono di riconoscere il falso sono, a mio avviso, oltre che l'aspetto finemente bandeggiato del R/, anche le lettere impastate della legenda e l'eccessiva regolarità del tondello, oltreché un'impressione di "piattezza" per alcuni particolari come la rosa in alto al R/.
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  46. Bravo Alex...hai proprio ragione...sporco...ho pulito la moneta e non posso che darti ragione....??
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  47. Taglio: 2€ cc Nazione: Slovacchia 200° Anniversario della nascita di Ludovit Stur. Anno: 2015 A Tiratura: 1.000.000 Conservazione: BB Località: Roma
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  48. " Per te ari, per te semini, per te ugualmente mieti, infine questa fatica ti procurerà gioia " Proveniente dalle remote radici della millenaria cultura del Bel Paese, per la 1° emissione del 2016 si è scelto di commemorare colui che è stato ispiratore di molti drammaturghi, Shakespeare e Molière solo per citarne alcuni, nonché uno dei più importanti e prolifici autori dell'antichità latina, ovvero Tito Maccio Plauto nel 2200° Anniversario della sua Scomparsa. Per la sua rappresentazione è stato scelto un mosaico romano del I° Secolo A.C. raffigurante le maschere teatrali tragica e comica, in onore alla sua grande capacità artistica. Varie fonti antiche chiariscono che Plauto era nativo di Sàrsina, cittadina appenninica dell'Umbria romana ( oggi in Romagna ) il dato è confermato da un bisticcio allusivo in Mostellaria 769-70. Plauto, come del resto quasi tutti i letterati latini di età repubblicana su cui abbiamo notizia, non era dunque di origine romana: non apparteneva però, diversamente da Livio Andronico ed Ennio, a un'area culturale italica già sotto influenza e dominio greco. Si noti anche che Plauto era con certezza un cittadino libero, non uno schiavo o un liberto: la notizia che svolgesse lavori servili presso un mulino è un'invenzione biografica, basata su un'assimilazione tra Plauto e i servi bricconi delle sue commedie, che spesso vengono minacciati di questa destinazione. Il nome del poeta è fra i dati incerti. Gli antichi lo citano comunemente come Plautus, la forma romanizzata di un cognome umbro Plotus. Nelle edizioni moderne fino all'Ottocento figura il nome completo Marcus Accius Plautus. Questa forma è di per sé sospetta alla luce di considerazioni storiche: i tria nomina si usano per chi è dotato di cittadinanza romana, e non sappiamo se Plauto l'abbia mai avuta. Un antichissimo codice di Plauto, il Palinsesto Ambrosiano, rinvenuto agli inizi del XIX secolo dal cardinale Angelo Mai, portò migliore luce sulla questione. Il nome completo del poeta tramandato nel Palinsesto si presenta nella più attendibile versione Titus Maccius Plautus; da Maccius, per errore di divisione delle lettere, era uscito fuori il tradizionale M. Accius ( che sembrava credibile per influsso di L. Accius, il nome del celebre tragediografo ). D'altra parte, il nome Maccius si presta a interessanti deduzioni. Non si tratta certo di un vero nome gentilizio e del resto non c'è ragione che Plauto ne portasse uno; si tratta invece di una derivazione da Maccus, il nome di un personaggio tipico della farsa popolare italica, l'atellana. Questa originale derivazione deve avere un legame con la personalità e l'attività di Plauto. È dunque verosimile e attraente ipotesi che il poeta teatrale umbro Titus Plotus si fosse dotato a Roma di un nome di battaglia, che alludeva chiaramente al mondo della scena comica, e quindi conservasse nei “tre nomi” canonici la traccia libera e irregolare del suo mestiere di "commediante". La data di morte, il 184 a.C., è sicura; la data di nascita si ricava indirettamente da una notizia di Cicerone ( Cato maior 14,50 ), secondo cui Plauto scrisse da senex la sua commedia Pseudolus. Lo Pseudolus risulta rappresentato nel 191, e la senectus per i Romani cominciava a 60 anni. Probabile quindi una nascita fra il 255 e il 250 a.C. Le notizie che fissano la fioritura letteraria del poeta intorno al 200 quadrano bene con queste indicazioni. Dobbiamo immaginarci un'attività letteraria compresa fra il periodo della seconda guerra punica ( 218-201 a.C. ) e gli ultimi anni di vita del poeta: la Casina allude chiaramente alla repressione dei Baccanali del 186 a.C.. Plauto fu autore di enorme successo, immediato e postumo, e di grande prolificità. Inoltre il mondo della scena, per sua natura, conosce rifacimenti, interpolazioni, opere spurie. Sembra che nel corso del II secolo circolassero qualcosa come centotrenta commedie legate al nome di Plauto: non sappiamo quante fossero autentiche, ma la cosa era oggetto di viva discussione. Nello stesso periodo, verso la metà del II secolo, cominciò un'attività che possiamo definire editoriale, e che ha grande importanza per il destino del testo di Plauto. Di Plauto furono condotte vere "edizioni" ispirate ai criteri della filologia alessandrina. Benefici effetti di questa attività si risentono nei manoscritti pervenuti sino a noi: le commedie furono dotate di didascalie, di sigle dei personaggi; i versi scenici di Plauto furono impaginati da competenti, in modo che ne fosse riconoscibile la natura; e questo in un periodo che ancora aveva dirette e buone informazioni in materia. La fase critica nella trasmissione del corpus dell'opera plautina fu segnata dall'intervento di Varrone, il quale, nel De comoediis Plautinis, ritagliò nell'imponente corpus un certo numero di commedie ( ventuno, quelle giunte sino a noi ) sulla cui autenticità c'era generale consenso. Queste erano opere da Varrone accettate come totalmente e sicuramente genuine. Molte altre commedie - fra cui alcune che Varrone stesso riteneva plautine, ma che non aggregò al gruppo delle "ventuno" perché il giudizio era più oscillante - continuarono a essere rappresentate e lette in Roma antica. Noi ne abbiamo solo titoli, e brevissimi frammenti, citazioni di tradizione indiretta: questi testi andarono perduti nella tarda antichità, fra il III e il IV secolo d.C., mentre la scelta delle "ventuno" si perpetuava nella tradizione manoscritta, sino ad essere integralmente recuperata nel periodo umanistico. La cronologia delle singole commedie ha qualche punto fermo: lo Stichus fu messo in scena la prima volta nel 200, lo Pseudolus nel 191, e la Casina, come si è detto, presuppone avvenimenti del 186. Per il resto, alcune commedie presentano allusioni storiche che hanno suggerito ipotesi di datazione troppo sottili e controverse. Uno sguardo cursorio agli intrecci delle venti commedie pervenuteci integre ( la Vidularia, messa in ultima posizione da Varrone, fu oggetto di danneggiamenti nel corso della trasmissione manoscritta: ne abbiamo infatti solo frammenti ) è senz'altro opportuno, anche se può suggerire una prima impressione assai parziale e anche fuorviante. Per unanime riconoscimento, la grande forza di Plauto sta nel comico che nasce dalle singole situazioni, prese a sé una dopo l'altra, e dalla creatività verbale che ogni nuova situazione sa sprigionare. Ma solo una lettura diretta può restituire un'impressione adeguata di tutto ciò: e se l'arte comica di Plauto sfugge per sua natura a formule troppo chiuse, una maggiore sistematicità nasce proprio dalla considerazione degli intrecci, nelle loro più elementari linee costruttive. Prima delle commedie vere e proprie, nella trascrizione manoscritta c'è quasi sempre un argumentum, cioè una sintesi della vicenda. In alcuni casi sono presenti addirittura due argumenta, e in questo caso uno dei due è acrostico ( le lettere iniziali dei singoli versi formano il titolo della commedia stessa ). All'inizio delle commedie vi è un prologo, in cui un personaggio della vicenda, o una divinità, o un'entità astratta personificata presentano l'argomento che si sta per rappresentare. Nella commedia plautina è possibile distinguere, secondo una suddivisione già antica, i deverbia e i cantica, vale a dire le parti dialogate, con più attori che interloquiscono fra di loro, e le parti cantate, per lo più monologhi, ma a volte anche dialoghi tra due o addirittura tre personaggi. Nelle commedie di Plauto ricorre spesso lo schema dell'intrigo amoroso, con un giovane ( adulescens ) che si innamora di una ragazza. Il suo sogno d'amore incontra sempre dei problemi a tramutarsi in realtà a seconda della donna di cui si innamora: se è una cortigiana deve trovare i soldi per sposarla, se invece è onesta l'ostacolo è di tipo familiare. Un altro elemento strutturale di grande importanza nelle commedie di Plauto è il riconoscimento finale ( agnitio ), grazie al quale vicende ingarbugliate trovano la loro fortunosa soluzione e ragazze che compaiono in scena come cortigiane o schiave recuperano la loro libertà e trovano l'amore. La grande comicità generata dalle commedie di Plauto è prodotta da diversi fattori: un'oculata scelta del lessico, un sapiente utilizzo di espressioni e figure tratte dal quotidiano e una fantasiosa ricerca di situazioni che possano generare l'effetto comico. È grazie all'unione di queste trovate che si ha lo straordinario effetto dell'elemento comico che traspare da ogni gesto e da ogni parola dei personaggi. Questa uniforme presenza di comicità risulta più evidente in corrispondenza di situazioni ad alto contenuto comico. Infatti Plauto si serve di alcuni espedienti per ottenere maggior comicità, solitamente equivoci e scambi di persona. Plauto fa uso anche di espressioni buffe e goliardiche che i vari personaggi molto di frequente pronunciano; oppure usa riferimenti a temi consueti, luoghi comuni, anche tratti dalla vita quotidiana, come il pettegolezzo delle donne. Le commedie di Plauto sono delle rielaborazioni in latino di commedie greche. Tuttavia, questi testi plautini non seguono molto l'originale perché Plauto da una parte adotta il procedimento della contaminatio, per il quale mescola insieme due o più canovacci greci, dall'altra aggiunge alle matrici elleniche cospicui tratti riconducibili a forme teatrali italiche come il mimo e l'atellana. Plauto tuttavia continua a mantenere nella sua commedia elementi ellenici quali i luoghi e i nomi dei personaggi (le commedie della recensione varroniana sono tutte palliatae, cioè di ambientazione greca). Si può affermare che Plauto prende molto dai modelli greci ma grazie ai cambiamenti e alle aggiunte il suo lavoro non risulta né una traduzione né un'imitazione pedissequa. A questo contribuisce anche l'adozione di una lingua latina molto vivace e pittoresca, in cui fanno spesso bella mostra di sé numerosissimi neologismi. La cosa che distingue l'imitatore dal grande scrittore è la capacità di quest'ultimo di farci dimenticare, tramite le sue aggiunte e le sue rielaborazioni, il testo di partenza. Sul tema della contaminatio c'è un'altra importante nota, il fatto che nei prologhi del Trinummus ( verso 19 ) e dell'Asinaria ( verso 11 ) Plauto definisce la propria traduzione con l'espressione latina "vortere barbare" ( in italiano: "volgere dal greco in latino" ). Plauto utilizza il verbo latino vortere per indicare una trasformazione, un cambiamento di aspetto; si perviene necessariamente alla conclusione che Plauto non mirasse solamente a una traduzione linguistica ma anche letteraria. Il fatto poi che utilizzi l'avverbio barbare deriva dal fatto che essendo le sue fonti di ispirazione di origine greca, in latino erano rese con un notevole perdita di significato oltre che di artisticità, e dato che per i Greci tutto ciò che era straniero era chiamato barbarus, Plauto afferma che la propria traduzione è barbara.
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  49. Diciamo che dipende dalla domanda. In termini di passione, io adoro le circolate: ricordo dove ho trovato le più particolari e sono legate a dei momenti della mia vita! In fondo il collezionismo è passione, prima ancora che un calcolo economico. Sono però d'accordo, ovviamente, sulla maggiore bellezza estetica delle FDC, tanto è che penso che prima o poi avrò due collezioni parallele, con una moneta per tipo. Sui pezzi circolati, faccio anche io così: metto da parte e poi li investo per monete dei ministati, le uniche che mi mancano ormai.
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