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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/31/19 in Risposte

  1. Buonasera, Nella mia continua ricerca di varianti per la monetazione Napoletana, ne ho viste tante.... Ma questa mai! ? Due Leoni..... In calore?
    7 punti
  2. Buona domenica, un breve video amatoriale dalla biblioteca del Circolo Numismatico Astengo. Invitiamo tutti a venirci a trovare @piergi00 @dabbene @4mori@matteo95
    6 punti
  3. Certo lo so. Ma per necessità di estrema sintesi nell'inquadrare rapidamente l'ambito del sondaggio e vista comunque la loro stretta connessione ho preferito proporle insieme. Per quanto riguarda il resto della tua risposta vedo che ci troviamo sostanzialmente sulla stessa linea di pensiero. Mi risulta infatti che di esposizioni museali... mostre... iniziative, convegni... ce ne sono, corsi universitari che trattano numismatica ce ne sono, studi di varia derivazione (sia accademica che di "semplici" appassionati) ne vengono pubblicati, libri pure se ne scrivono e se ne pubblicano e ci sono pure case editrici che si dichiarano specializzate in numismatica, riviste di numismatiche pure ne esistono, la Società Numismatica Italiana mi pare sia ancora lì funzionante dopo 120 anni, il Portale Numismatico dello Stato funziona (e viene pure aggiornato), etc etc... Dal punto di vista collezionistico/commerciale invece sicuramente al momento attuale ci saranno delle monetazioni che andranno meglio e altre peggio però, anche al netto della difficile situazione economica, mi sembra che in questi ultimi anni di operatori commerciali e professionisti a vario titolo ce ne siano sempre di più sul mercato: abbiamo assistito infatti tutti al proliferare di nuove case d'asta, di portali dedicati e di tantissimi nuovi venditori e professionisti (e molti di questi hanno pure mosso i loro primi passi numismatici proprio su questo forum ) che in molti casi dopo vari anni continuano tranquillamente a mandare avanti le loro attività vantando in alcuni casi, a dir loro, anche fatturati in crescita. Ora o questi commercianti (vecchi e nuovi) sono tutti dei pazzi a cui piace perdere denaro in imprese improduttive o evidentemente qualcuno a cui vendere queste monete alla fine esiste e gli permette anche di camparci... In definitiva quindi questo voler per forza intonare il de profundis della numismatica e voler far passare il messaggio che siamo sull'orlo del baratro mi sembra piuttosto forzato (a mio parere). Saluti Simone
    6 punti
  4. A mio parere per intendersi su di un fenomeno è sempre necessario relativizzare, cioè basarsi su dei riferimenti di confronto di tipo cronologico e quantitativo, ad esempio @eracle62 confronta il numero degli iscritti ai circoli e dai numeri attuali che vedono una forte diminuzione ne deduce indizi di crisi, il confronto numerico è certamente un dato oggettivo, tuttavia la sua interpretazione in termini del tutto critici non tiene conto della diversità dei tempi attuali rispetto anche solo a un paio di decadi fa, quando i circoli erano più seguiti non esistevano strumenti di approfondimento virtuale come questo e altri forum dedicati alla numismatica, come non esistevano tutti i portali, siti, risorse e immagini di ogni tipologia monetaria emessa, i libri di numismatica erano pochi e soprattutto quelli antichi erano oggetti arcani e misteriosi che solo pochi privilegiati avevano potuto toccare e consultare, oggi invece sono digitalizzati e a portata di click... il mondo si è virtualizzato e l'accesso alle informazioni è diventato enormemente più semplice e rapido, quasi tutto si fa in rete con conseguente diminuzione degli incontri dal vivo, ora questo fenomeno di virtualizzazione della società certamente sta dando adito a problemi che trascendono l'ambito numismatico e sono più generali, ma per quanto riguarda la nostra comune passione mi sento di poter dire che le possibilità attuali e i loro potenziali sono enormi e inconfrontabili col passato anche recente, basta osservare questo forum che riunisce appassionati e studiosi di tutta Italia e oltre con la possibilità di confrontarsi in tempo reale su ogni tema immaginabile senza contare il poter disporre di cataloghi elettronici di tutte le monete italiane, della cartamoneta e delle medaglie papali, il tutto completamente gratuito, quello che è stato realizzato in questo forum grazie al contributo attivo di tanti appassionati è straordinario e fa impallidire impietosamente gli anni novanta del secolo scorso, gli anni della mia giovinezza numismatica trascorsi peregrinando in un deserto alla ricerca di rare e preziose oasi di conoscenza monetaria, all'epoca praticamente solo la mitica Cronaca Numismatica e il catalogo Gigante...il web era ancora alla sua alba e di circoli, almeno a Napoli, vi erano solo ombre e ricordi leggendari...
    4 punti
  5. La magica attrazione dei grandi moduli della monetazione pontificia. Piastra Clemente XI 13° anno di pontificato (1712-1713) D\ * CLEMENS * XI P * M * AN * XIII * Scudo del Papa sormontato da chiavi decussate e tiara R\ FONTIS . ET . FORI . ORNAMEN : Vista della piazza del Pantheon con l'obelisco al centro; in esergo . E . H . (incisore Ermenegildo Hamerani) e lo scudo del Vescovo Fattinello Fattinelli. AG 31,80 gr. diam. 44-45 mm R2 (D'Andrea-Andreani-Novelli n° 362; Muntoni 3 p. 81 n° 39; CNI XVII p. 29 n° 74) Il grande fascino delle piastre pontificie, vere e proprie opere d'arte in miniatura. Esemplare in ottimo stato di conservazione.
    3 punti
  6. Salve a tutti! Anche se un po' in ritardo rispetto alla data dell'avvenimento, vorrei prendere spunto dagli "Accadde oggi" di @Illyricum65 (spero non gli dispiacerà) per ricordare un episodio a dire il vero tutt'altro che decoroso per Roma, e che vide tra i principali interpreti i pretoriani i quali, forse proprio in quell'occasione, "acquistarono un'insaziabile e funesta avidità di denaro e il disprezzo per la santità dell'imperatore", come afferma Erodiano. Dopo la morte di Commodo nel 192, gli succedette brevemente Publio Elvio Pertinace che, tuttavia, venne ucciso dai pretoriani dopo solo tre mesi di governo (gennaio-marzo 193), scontenti perché non era riuscito a donare loro la consistente somma di denaro promessa al momento dell'elezione. Venuto a conoscenza della notizia, il ricco senatore Didio Giuliano presentò la propria candidatura al trono, comprando letteralmente all'asta l'Impero, superando l'offerta del concorrente Tito Flavio Sulpiciano. Ecco la scena descritta da Cassio Dione: Così, quando seppe della morte di Pertinace, si precipitò alla caserma dei pretoriani e, fermatosi al cancello, offrì ai soldati una somma per comprare il trono dell'impero. Allora fu concluso l'affare più vergognoso e infame della storia di Roma quando, come se si fosse trattato di un mercato o di una sala delle aste, tanto la città quanto l'impero furono messi in vendita all'incanto. I venditori erano quelli che poco prima avevano massacrato il proprio imperatore; gli acquirenti erano Sulpiciano e Didio Giuliano, che cercavano di superarsi a vicenda, uno dall'interno, l'altro dall'esterno della caserma. Le offerte andarono man mano aumentando, fino a raggiungere ventimila sesterzi per soldato. Alcuni soldati andavano da Giuliano per dirgli: "Sulpiciano offre tanto; quanto offri di più?" Poi correvano da Sulpiciano: " Giuliano promette tanto; tu che offri di più?" Sulpiciano avrebbe potuto averla vinta, in quanto stava dentro ed era prefetto della città, e fu anche il primo ad indicare la cifra di ventimila; senonché Giuliano aumentò la propria offerta di cinquemila sesterzi in una sola volta urlando la cifra e indicandola anche con le dita della mano. Allora i soldati, attratti dall'enormità della somma e temendo contemporaneamente che Sulpiciano volesse vendicare Pertinace (idea che Giuliano aveva loro fatto venire in mente), accolsero lo stesso Giuliano all'interno della loro caserma e lo proclamarono imperatore. La vicenda suscitò lo sdegno dei governatori provinciali, in alcuni dei quali nacque la convinzione di meritare anch'essi il trono: tra questi, vi erano il governatore della Siria Pescennio Nigro, in Britannia Clodio Albino, e Settimio Severo, governatore della Pannonia Superiore. Quest'ultimo fece subito leva presso i soldati sulla necessità di vendicare Pertinace, molto amato dalle legioni illiriche, e così il 13 aprile fu acclamato imperatore dalle truppe, iniziando poi la sua marcia verso Roma. Quando ne venne a conoscenza, Didio Giuliano si affrettò ad allestire delle difese rinforzando le fortificazioni della città, arrivando perfino, si dice, a mobilitare gli elefanti del circo. Ma la resistenza allestita si rivelò trascurabile difronte al malcontento dei pretoriani, dovuto al fatto che l'imperatore non era riuscito a pagare il prezzo offerto per l'impero. Giuliano fece dichiarare Severo nemico pubblico, ma quando alcuni esponenti del Senato furono inviati a richiamare l'esercito danubiano ai propri doveri di fedeltà, molto di loro passarono dalla parte di Severo. Come ultima risorsa, Didio Giuliano chiese al Senato di proclamare il rivale imperatore congiunto, ma quest'ultimo rispose facendo mettere a morte il messaggero dell'offerta, il prefetto del pretorio Tullio Crispino. A questo punto, Severo promise ai pretoriani di risparmiarli se gli avessero consegnato gli assassini di Pertinace: i soldati della capitale abbandonarono così Didio Giuliano e cambiarono partito. Anche il Senato depose l'imperatore ed elesse formalmente Severo, poi inviò un soldato nel palazzo nel quale si era barricato Giuliano e lo fece uccidere: era il 1° giugno. Dopo la morte di Didio Giuliano, i tre contendenti combatteranno l'uno contro l'altro per l'impero, nel corso di una guerra civile (193 - 197) dalla quale, come è noto, emergerà Settimio Severo, fondatore della dinastia dei Severi. Un saluto e buona domenica!
    3 punti
  7. Buona giornata a tutti, ecco alcune impressioni dopo una gitarella fuori porta a Finalborgo (Finale Ligure) uno dei borghi piu' belli d'Italia. Naturalmente la visita al museo archeologico era d'obbligo ...
    3 punti
  8. I tagli...... Tanto ancora da scoprire, Nessuno che vuol condividere i propri pezzi? Anche se non di Murat... Vanno bene tutti i nominali da Carlo II a Francesco II @motoreavapore @borbonik, @giovanni0770 @Ledzeppelin81 @ferdinandoII @Charlie Brown E a tutti gli altri amici del forum, Scopriamo quanto più possibile sui tagli, controlliamo e condividiamo le nostre monete.
    3 punti
  9. È andata così quindi... Un tizio che falsificava malissimo delle monete antiche è stato ucciso e seppellito 5metri sotto terra conun vaso con le sue schifezze. Caso da interpol non da lamoneta
    3 punti
  10. Invece questa bella commemorativa da circolazione in rame/nickel irlandese mi mancava proprio, un euro ben speso 50 pence del 1988 - millenario della città di Dublino.
    3 punti
  11. Complimenti per il video, la biblioteca per essere di un circolo e’ veramente fantastica, a Genova al circolo ci sono stato tre volte, una recentissimamente. Pur con le tante difficoltà che un circolo oggi ha ho trovato tre giovani disponibili, appassionati che vogliono fare e vi assicuro che non e’ poco, credo che poi sia fondamentale quando entri in un circolo farti trovare a tuo agio, cercare di coinvolgerti, farti sentire a casa tua con persone che si propongono come numismatici ma anche come amiche, spero di tornarci presto, lo merita, lo meritano i soci senior alcuni decani della nostra numismatica, lo meritano i tre giovani di cui mi onoro di essere parte in fotografia non fosse altro per l’eta’ differente ?
    3 punti
  12. Ecco il primo dei tre acquisti Torinesi, ex Montenegro Asta 13 Tra i 5 lire colli lunghi il 1853 Genova non è il più raro, ma è di sicuro uno dei più difficili da trovare sopra il BB. Negli ultimi 20 anni i passaggi in asta di monete con questo millesimo dal BB/SPL allo SPL si contano sulle dita di una mano. Non mi risultano passaggi di monete in conservazione superiore Le prime due sono le foto del catalogo d'asta (L517, indicato SPL53) le successive le ho fatte io @ilnumismatico@cembruno5500@piergi00@angelonidaniele... che ne dite?
    2 punti
  13. Ciao a tutti, dopo una lunghissima ricerca,ho aggiunto in collezione questo Follaro di Gisulfo II, con al rovescio la vista di Salerno. ne parliamo un po' della monetazione dei Longobardi del sud? Saluti Eliodoro
    2 punti
  14. Oggi presento questo 2 perpera con su raffigurato Nikola I, ogni tanto qualche moneta che va oltre un euro la prendo Non avevo quasi nulla del Principato del Montenegro (trasformato in Regno nello stesso anno riportato sulla moneta e sino al 1918). I suoi 10 grammi in argento .835 erano conformi ai parametri imposti dall'UML per i nominali d'argento sino all'unità di conto da 2. Moneta vissuta, circolata, ma che presenta ancora uno splendido stemma al rovescio.
    2 punti
  15. Al convegno scorso di Castellammare, fotografo un taglio di un Sebeto del 1735 De G ... Mi scuso per la foto, ne farò di migliori tanto conosco il venditore; la moneta è a taglio completamente liscio...non tosato ovviamente. Mi sono reso conto, perchè maturato qualche periodo appena dopo la stesura del Manuale (e in corso di alcuni miei studi), che le definizioni: taglio liscio - taglio a cerchi e quadrati - taglio cordonato, nel generale e posizionate sotto la foto delle monete appena successive al valore, peso e diametro, non definiscono in maniera adeguata la peculiarità delle annate (e varianti) relative alle stesse monete. In sostanza ad ognuna andrebbe attribuito il corrispettivo taglio della moneta. Mi sto adoperando in tal senso per un futuro aggiornamento del Manuale. Premetto che a breve (spero perchè in attesa da tempo), dovrebbe uscire, per un volume di un gruppo di FB, un mio articolo proprio relativo all'argomento Tagli sulle monete, che interessano monete da Carlo II a Ferdinando IV di Borbone..... che vi invito a leggere appena viene fuori. Fatta la premessa, secondo Voi è più raro, su monete di Carlo di Borbone, trovare tagli lisci.....oppure lavorati ?
    2 punti
  16. Su questo libro: http://numistoria.altervista.org/blog/?p=18943
    2 punti
  17. 2 punti
  18. Buona Domenica Hai fatto bene, sicuramente ne è valsa la pena. In questo bellissimo borgo, che fu la capitale del Marchesato del Finale, governato dai Marchesi Del Carretto, nel 2017 fu effettuata la "Giornata di studio della SNI" della quale c'è anche una cospicua discussione in merito; mi permetto di aggiungere il link. https://www.lamoneta.it/topic/154580-4-febbraio-2017-il-museo-archeologico-del-finale-e-la-sua-collezione-di-monete/ saluti luciano
    2 punti
  19. Bene, però uno scheletro e due orribili falsi ci hanno dato l'occasione di conoscere una monetazione stravagante (quella originale dico) coi suoi ritratti semplicemente mostruosi. Resto ancora curioso di capire come Olegmarin15 sapesse di quella scritta OLBIO che compare solo a metà sotto l'aquila della seconda "moneta", mi viene il dubbio che il... … numismatico, sia lui.
    2 punti
  20. Buonasera @Andriolo, questa la voce “Spoleto” nella Guida delle zecche: Spoleto (Perugia; Umbria) R. Ganganelli, N. Scerni Periodo medievale (RG) La prima monografia organica sulla zecca di Spoleto fu quella di Luigi Pila-Carrocci [1884] e si è poi dovuto attendere quasi un secolo, fino agli studi compiuti da Franco Panvini Rosati [1970], per avere un quadro sufficientemente chiaro dell’attività della zecca spoletina fino al XV secolo. Esclusa la possibilità di un’attività di zecca in epoca preromana e romana, le prime indicazioni bibliografiche su una possibile monetazione spoletina ipotizzano un avvio delle coniazioni nel periodo del Ducato longobardo e durante il successivo periodo carolingio ma non si conoscono, ad oggi, esemplari di monete o documenti che comprovino tale ipotesi [supraArslan; Grierson 1961, p. 44 ss.]. È certo, invece, che Spoleto, pur appartenendo già ai dominii pontifici, si resse brevemente a governo semi-autonomo battendo sestini che, secondo gli studi più attendibili [Panvini Rosati 1970, p. 12] vennero emessi negli anni precedenti la signora di Rinaldo Orsini, il quale più tardi, impadronitosi della città nel 1383, fece coniare bolognini di stile simile a quelli di produzione papale finché, nel 1390, non venne ucciso in un agguato ordito dai suoi avversari. Questi bolognini (grazie al tipo e all’iconografia, mutuati dai bolognini romani) si inserirono nei canali della circolazione monetaria della bassa Umbria e dell’alto Lazio. Nel corso del XV secolo, sotto i pontificati di Pio II e Paolo II, le monete per il Ducato spoletino furono emesse a Foligno [v.]. Anche le monete a nome di Giulio II e Leone X con legenda umbr, un tempo ascritte a Spoleto, sono oggi attribuite con certezza alla zecca di Foligno [Panvini Rosati 1970, p. 15]. Dal 1461 fu Emiliano II (detto Miliano) Orfini da Foligno, figlio dello zecchiere Piermatteo di Silvero di Emiliano (operante per i Trinci e per i papi Eugenio IV e Niccolò V) e concessionario delle zecche pontificie, a coniare monete a nome del Ducato nella zecca di Foligno, in virtù della facoltà concessagli dal papa di esercitare la propria attività in qualunque città dello Stato Pontificio. A portare a questa scelta furono, probabilmente, sia il desiderio dello zecchiere di concentrare quanto più possibile l’attività nella propria città natale sia gli ostacoli creati dai notabili di Spoleto. Panvini Rosati [1970, p. 14] riporta, a tal proposito, la traduzione di un interessante breve di Pio II diretto, in data 1 ottobre 1461, ai priori della città, nel quale si legge: «concedemmo al diletto figlio Emiliano folignate la licenza di coniare le monete di rame e di argento in qualunque delle nostre città volesse sotto certe condizioni e patti. Voi cercate di impedirgli di ciò fare, di che moltissimo ci meravigliamo, mentre la nostra concessione è utile a città e terre …» e, subito dopo, si ordinava di fornire all’Orfini tutta la collaborazione richiesta, pena un’ammenda di mille ducati. Grazie all’Orfini Spoleto ebbe a proprio nome - ma battuti a Foligno - ducati d’oro, grossi, grossetti e bolognini in argento e moneta in mistura. Tutte le emissioni erano tagliate sul piede ponderale adottato presso la zecca di Roma, tranne i piccioli. Nominali emessi Monetazione autonoma, seconda metà del XIV secolo (prima del 1383): in mistura, sestino. Rinaldo Orsini Signore (1383-90): in argento, bolognino. Emissioni realizzate a Foligno a nome del Ducato Spoletino: Papa Pio II (1461-64): in oro, ducato; in argento, grosso; in mistura, picciolo. Papa Paolo II (1464-71): in oro, ducato; in argento, grossetto papale e bolognino marchigiano; in mistura, quattrino e picciolo. Collezioni Roma, MNR, coll. Reale [CNI XIV, pp. 226-242]; Città del Vaticano, BAV; Bologna, M. Civ. Arch.; Ferrara, M. Civ. Arch.; Milano, Civ. R. Num.; Padova, M. Bottacin; Venezia, M. Correr. La coll. Bellucci [Bellucci-Ragnotti 1907, pp. 38-39], formata in Umbria tra il XIX e il XX secolo e comprendente anche importanti monete spoletine, è probabilmente ancora di proprietà dei discendenti. Personale Per Pio II e Paolo II l’incarico per le monete del Ducato Spoletino (1461-71) fu affidato a Emiliano II Orfini, ma presso la zecca di Foligno. Periodo 1797-1799 (NS) Regnando Pio VI, nel 1797 venne rilasciata a Pietro Zelio Parenti la facoltà di aprire una zecca in Spoleto per la coniazione di moneta di rame e di mistura. Come risulta dalla documentazione archivistica, lo zecchiere iniziò ad operare pochi giorni prima dell’emanazione del decreto di chiusura delle zecche provinciali di fine novembre 1797. Durante questo breve periodo risultano emesse madonnine e muraiole da 6 baiocchi. Come previsto dalle disposizioni, risultano riconsegnati alla zecca di Roma «6 cilindri per madonne e baiocchelle da 6 e 6 cilindri non identificati». Tra il 5 ed il 6 febbraio 1798 le truppe francesi entrarono in città e vi instaurarono una nuova Municipalità che, nei giorni successivi, confluì nella Repubblica Romana, divenendo capoluogo del Dipartimento del Clitunno. Il 30 giugno 1798 da Roma giunse l'autorizzazione a coniare il rame in monete da uno e due baiocchi, ma in seguito alla chiusura di tutte le zecche provinciali, ordinata nei primi giorni di luglio a seguito dello scandalo verificatosi nelle zecche di Fermo e Perugia, dove erano state coniate madonnine ribattendo i sampietrini, la zecca di Spoleto iniziò la battitura di pezzi da uno e due baiocchi solamente dalla metà di novembre 1798. Il 3 febbraio 1799 la zecca fu chiusa; nel processo verbale si dichiarò che «… in zecca si è lavorato qualche quantità di rame per mancanza di pasta». Viene così chiarita la estrema rarità delle non belle monete di Spoleto. Nella primavera 1799 nel territorio dilagò la rivolta antifrancese che, nei mesi successivi, con l’arrivo delle truppe austro-aretine, costrinse i francesi ad abbandonare la città. Nominali emessi Governo Pontificio: in mistura, muraiole da 6 baiocchi; in rame, madonnine. Repubblica Romana: in rame, baiocco e due baiocchi. Collezioni Roma, MNR, coll. Reale; Pergola, M. Bronzi Dorati [Bruni 2007]. Personale Pietro Zelio Parenti. Bibliografia: Argelati I, pp. 18, 86; Bruni 2005, pp. 246-250; Bruni 2007, pp. 60, 75-76; Cinagli 1848; CNIXIV, pp. 226-242; Gnecchi 1889, pp. 368-369; Gradenigo in Zanetti II, p. 155; Martinori 1917-1922; Muntoni I-IV: Muratori 1739, coll. 679-680, 691-692; Panvini Rosati 1971, pp. 239-249; Zanetti II, pp. 477-478, III, p. 448, IV, pp. 16, 477, 479, 481, 483, V, p. 376. Bellucci-Ragnotti A. 1907, Collezione di monete di zecche umbre esposta ed illustrata da Ada Bellucci-Ragnotti, Perugia. Bertuzzi S., Bruni R., Catalli F. 2007, In nome del popolo sovrano, Vicenza, p. 80. De Luca A. 1979, La circolazione monetaria nel territorio di Spoleto nel sec. XII,in Paleographica, diplomatica et archivistica. Studi in onore di Giulio Battelli, II, Roma, pp. 183-209. Ganganelli R. 2007, Emiliano Orfini e la zecca di Foligno tra Medioevo e Rinascimento, Foligno. Grierson P. 1961, Monete bizantine in Italia dal VII all’XI secolo, in Moneta e scambi nell’Alto Medioevo, VIII settimana CISAM 21-27 aprile 1960, Spoleto, pp. 35-55. Lattanzi B. 1977, Le monete di Foligno, Foligno. Panvini Rosati F. 1970, La zecca di Spoleto dalle origini al XV secolo, «Spoletium», 12, n.14, pp. 9-15. Pila-Carocci L. 1884, Zecche e monete spoletine, Camerino (ristampa Bologna 1980). Scerni N. 1991, Baiocchi a cavallo tra papato e repubblica,«CN», 18 (marzo), pp. 14-15. Per la bibliografia generale, elencata sopra, v. https://www.academia.edu/29789348/BIBLIOGRAFIA_GENERALE_in_Travaini_L._ed._Le_zecche_Italiane_fino_all_Unità_Roma_2011_pp._1541-1567 @Andriolo spero che queste informazioni le possano servire. EDIT Saluti, Teo
    2 punti
  21. Settimio Severo (astutamente) il giorno dopo l'acclamazione pronunciò l'elogio funebre di Pertinace, di cui volle proclamarsi vendicatore e continuatore, richiamandosi formalmente all'atteggiamento rispettoso da questi sempre dimostrato verso il Senato, anche per rafforzare di fronte al popolo il fondamento costituzionale della propria ascesa al potere. Ciò e' dimostrato anche dall'iscrizione sull'Arco a lui dedicato nel Foro Romano: IMP · CAES · LVCIO · SEPTIMIO · M · FIL · SEVERO · PIO · PERTINACI · AVG · PATRI PATRIAE · PARTHICO · ARABICO · ET · PARTHICO · ADIABENICO · PONTIFIC · MAXIMO · TRIBUNIC · POTEST · XI · IMP · XI · COS · III · PROCOS · ET · IMP · CAES · M · AVRELIO · L · FIL · ANTONINO · AVG · PIO · FELICI · TRIBUNIC · POTEST · VI · COS · PROCOS · (P · P · OPTIMIS · FORTISSIMISQVE · PRINCIPIBUS) · OB · REM · PVBLICAM · RESTITVTAM · IMPERIVMQVE · POPVLI · ROMANI · PROPAGATVM · INSIGNIBVS · VIRTVTIBVS · EORVM · DOMI · FORISQVE · S · P · Q · R Buona domenica a tutti. Stilicho
    2 punti
  22. Ricordo bene (credo siamo coetanei io e te). E aggiungo che pure trovarne uno di catalogo in libreria non era un'impresa facile... Spesso toccava ordinarlo appositamente. Invece al momento attuale noto con piacere che in qualsiasi libreria dove entro un catalogo Gigante o Montenegro o addirittura entrambi sono quasi sempre presenti in esposizione... E torniamo al discorso di sopra: evidentemente qualcuno interessato all'acquisto lo trovano. Saluti Simone
    2 punti
  23. Ho trovato questi contributi De Luca, A., La circolazione monetaria nel territorio di Spoleto nel secolo XII, in Paleographica et Archivistica. Studi in onore di Giulio Battelli. Roma 1979, pp. 184-209. Laureti, P., Nel tempo dei Duchi (storia delle monete di Spoleto), in ≪Alta Spoleto≫, 4, 11, 18 agosto 1934 Pila Carocci, L., Della Zecca e delle monete di Spoleti in relazione alla storia delle epoche umbra, romana,ducale e pontificia, (dissertazione letta all'Accademia degli Arcadi il 4 giugno 1884), in ≪Bullettino dinumismatica e sfragistica≫, II. 1884, pp. 65-110, tavv. III-VIII. Ganganelli, R.-Scerni, N., Spoleto, in travaini, l., (A cura di), Le zecche italiane fino all’Unità. (2 voll.). Roma 2011, I, pp. 1160-1162.
    2 punti
  24. Madrid, "Casa de la Moneda" un museo dove si racconta il "vil denaro" dalla notte dei tempi sino all'Euro. Decine di sale dove trovano spazio monete, banconote, macchinari ed attrezzi utilizzati nel corso dei secoli. Audioguida con almeno 5 idiomi, opuscoli divulgativi, e per i più giovani, gadget e piccoli ricordi della visita. Il prezzo del biglietto? NULLA, tutto gratis, evidentemente per gli spagnoli non è necessario speculare su tutto, tanto meno sulla cultura.
    2 punti
  25. @Doge92 ecco la mia! @417sonia l'ho postata anche qui almeno arricchiamo la discussione?
    2 punti
  26. Integro questa mia discussione con un altro esemplare di Tarì 1798 con le S speculari, proposto in Asta ACM 10 Lotto 313 MAGLIOCCA 284/a Peso 2,96 grammi Conservazione mb Stesso abbinamento di conii del pezzo al post #38
    2 punti
  27. Comunque poi bisogna partire secondo me da qui, se non hai la possibilità di far vedere monete in un museo pagando un semplice biglietto a qualunque ora in modo che sia per tutta la comunità, diventa tutto difficile. Ci vogliono molle divulgative, gente che spieghi, che comunichi dovunque, che vada su canali vari di diffusione e poi ci vuole la materia prima, senza quella cosa facciamo ? Milano e stiamo parlando di Milano, tutti dicono la capitale della numismatica, non l’ha mai avuta una esposizione fissa e permanente , ora con mille difficoltà e anni di coordinamento tra vari ambiti ci sono riuscito e per me e’ un orgoglio poterla far vedere ora a tutti dal nostro canale YouTube di Quelli del Cordusio in due video, buona visione ! https://www.youtube.com/channel/UCAKbdRcMho3IJwDgKcSwezQ
    2 punti
  28. Tutto parte dalla scuola, la formazione è alla base di ogni società, se non investiamo in modo concreto e riformiamo con una nuova idea l'insegnamento, non ci potrà essere futuro. Le nuove classi dirigenti sono il frutto di una errata educazione, scuola e famiglia, queste sono le basi senza di esse non si va da nessuna parte. Oggi ci ritroviamo fermi, proprio per la poca qualità presente, vedi le aziende che faticano a trovare figure con competenze adeguate, vedi la cultura che limiti ha subito, vedi la tragicità degli status symbol attuali. Pompei è solo uno dei tanti esempi.. La numismatica e un'altro esempio, di decadenza... Se penso a quello che erano i convegni i circoli e le manifestazioni culturali fino a qualche anno fa, o all'andamento dell'arte, o alla fine rilegata della poesia, o ai teatri che stanno chiudendo, o all'età media di coloro che partecipano agli eventi. Stasera sono reduce da una magnifica serata tenutasi a Milano in sapore Dadaista, dove la poesia, l'arte e la musica hanno danzato insieme... L'età media era di sessant'anni e la partecipazione molto scarsa... Peccato, vedere questa barca alla deriva.. Eros
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  29. non posso che concordare pienamente con le parole di @Legio II Italica e di @Stilicho soprattutto in merito al tanto dibattuto tema dell'insegnamento delle materie storiche nelle scuole e università, che da una mia costante esperienza quotidiana posso dire che non se la passano poi così bene riguardo a coinvolgimento e interesse (de)crescente nei ragazzi. In questo particolare caso, non si tratta altro di un ennesimo tentativo di business sfruttando una meta sicuramente apprezzata da turisti internazionali (e italiani) abituati a "studiare" la storia guardando qualche approssimativo documentario televisivo che in venti minuti riassume in maniera apparentemente esaustiva la storia di Roma, turisti che non rinuncerebbero a una così irripetibile occasione, che non noterebbero neppure l'incoerenza dell'istallazione del tutto fuori luogo. ma in particolare noi italiani... quando capiremo che la storia di ieri non è altro che il capitolo precedente della vita di oggi? il trattare un paesaggio storico e un sito archeologico in questo modo, a mio parere, è l'esatto equivalente di abbandonarlo.
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  30. In effetti avevamo sbaffato quasi tutto nell'aperitivo [emoji3]
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  31. Pompei non è un circo, ma sono i resti di una città romana vera, non bisogna farne un luna park solo per fare cassa, al massimo qualche rappresentazione seria come al teatro di Taormina.
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  32. Grazie , ad oggi esiste solo un catalogo consultabilesolamente in loco presso la sede della Società di Storia Patria. È tuttavia in fase di realizzazione un sito web del Circolo dove sarà possibile visualizzare i testi e le riviste presenti
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  33. Ciao Anche io ho notato che non si vede il punzone alla base del collo, ma ho pensato fosse coperto dall'ombra....
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  34. @nikita_, Non ho letto attentamente, mi sembrava che i Tuoi dubbi riguardavano la sua genuinità. In questo gioco, aggiungo quello che penso di sapere sulla moneta: Il mezzo dollaro Kennedy 1964 oltre ad essere l'unico in argento 900/1000 è stato coniato per la circolazione in oltre 277.000.000 di pezzi. Forse,anche in ricordo del Presidente venuto a mancare solo un anno prima è stato tesaurizzato da subito, Ecco perché la maggioranza di essi si trovano in alta o altissima conservazione. Quello da te postato, se non fosse per quei 4 graffi, sarebbe in conservazione UNC. (è forse il fatto che che sia in alta conservazione che ti sembra anomalo?)
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  35. Qui invece un esemplare del rarissimo bolognino emesso durante la dominazione di Ranaldo Orsini.
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  36. Con 5x1 euro aggiungo alla mia collezione queste 5 comunissime monete estere: Paesi Bassi: 10 Cent. 1993, 1 Fiorino 1993 e 5 Fiorini 1989 Israele: 5 Agorot 1978 Turchia: 100.000 Lira 1999
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  37. Risaliamo per ora alla provenienza della presunta moneta: Olbia Pontica, colonia greca fondata da Mileto nel VII secolo. Il dio al diritto è quello del fiume che sfocia a poca distanza dalla città:
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  38. Eccomi! Sono mattia ho 19 anni e sono di Napoli! Gestisco un gruppetto di ragazzi tutti dai 18 ai 30 e siamo una 50ina,la numismatica non è assolutamente morta!
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  39. Ciao Art, si sono convinto anch'io che vi fossero falsari, del resto nessuna pena, x quanto severa, ha mai dissuaso completamente dal commettere reati, perché uno pensa sempre che a lui andrà bene (questo dovrebbe far riflettere i proibizionisti di ogni epoca e luogo ma, come si sa, l'evidenza non confuta le opinioni, così come le pene non impediscono i reati... e questa è la mia opinione..). Non so come funzionasse in Francia, ma in Italia, x lo meno nella prima Repubblica Romana, non c'era la pena di morte per chi non accettava gli assegnati (o le cedole del regime precedente...). Esisteva invece la legge del cosiddetto "centuplo": chi rifiutava di accettare cartamoneta veniva condannato ad una multa di 100 volte la somma rifiutata (es. se rifiutavi 50 baiocchi venivi multato di 50 scudi, mica da ridere! Immagina di dover pagare 5000€ xké ne hai rifiutati 50!!). Ma, x lo meno, la ghigliottina i francesi ce l'hanno risparmiata! ? Tuttavia, la cartamoneta non si salvò dall'inflazione, infatti durante il biennio repubblicano vi fu una scarsità endemica di moneta metallica mentre la cartamoneta inondava le piazze. Di conseguenza, chi aveva bisogno di moneta effettiva (ad es. per poter partecipare alle aste dei beni nazionali) doveva comprarla dai "bagarini" e il suo prezzo incrementò costantemente. Ad es. a fine gennaio 1799 il cambio di un assegnato da 10 paoli era pari a 33 baiocchi circa. Puoi trovare l'andamento dei cambi cartamoneta/moneta "fina"/moneta di rame ed "erosa" qui: https://books.google.it/books?id=esJOecQAGjAC&pg=PA25&lpg=PA25&dq=moneta+fina&source=bl&ots=aNyRpauY2S&sig=ACfU3U3TSUanu33W-dsyNPfSdCN97iV6uQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiqnMzQkqzhAhWnNOwKHfrcDygQ6AEwCXoECAgQAQ#v=onepage&q&f=false Ovvio che vi fosse resistenza ad accettare la cartamoneta: il problema era, al contrario, come liberarsene prima che diventasse carta straccia, e l'unica maniera era investirla (ad una frazione del suo valore nominale) per l'acquisto di beni nazionali all'incanto. Davide
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  40. Grazie legio ,ma io mi accontento di poco , due appliques... qualche fibula... una fibbia....
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  41. Penso che dopo la moneta sottovuoto come un prosciutto in questo post siano elencati tutti i metodi da non utilizzare MAI. Pensa cosa facevi se avevi la passione di pulire le monete ?
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  42. Complimenti All'Associazione numismatica Taurinense ed alla Nia che riescono sempre ad organizzare dei bei convegni, peccato non poter partecipare, il lavoro purtroppo mi tiene lontano dalla mia passione, ma così è. Spero presto di rincontrare gli amici di Torino e naturalmente anche quelli venuti dalla Sardegna. Complimentoni
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  43. Splendido numero, come sempre, una bella certezza che ogni mese accompagna le mie letture. Questo numero l'ho trovato particolarmente ricco di monete inedite o comunque riscoperte, il primo aticolo sui Penny sfregiati per il voto alle donne è veramente interessante, bellissime e numerosissime le immagini di monete nell'articolo dedicato a Costantino I Imperatore, un caloroso saluto a Realino Santone che come sempre trova nuove ed interessantissime monete ancora inedite, grazie al suo contributo ho avuto anche il piacere di vedere una parte numismatica di un pezzo d'Italia che purtroppo mi è sconosciuto, non avendo mai avuto la fortuna di visitare, ma spero un giorno di poter colmare. Bellissimo anche l'articolo sulle prove delle medaglie premio dell'esposizione di Torino del 1884, veramente delle immaggini pregievoli di lavori in embrione che poi hanno dato vita ad una splendida medaglia, interessanti le recensioni dei libri e soprattutto il libro di Giuseppe Lulliri sulla Monetazione Cartaginese in Sardegna, che ho già avuto il piacere di poter leggere e commentare in questo forum. Un complimento doveroso alla redazione che come sempre compie un ottimo lavoro, non resta che attendere il numero di Aprile.
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  44. quando aggiunsi questa moneta alla mia modesta collezione di talleri tedeschi, la guardai con sospetto, chiedendomi addirittura se non fosse una medaglia, stante il suo aspetto poco teutonico: niente stemmi, niente leoni rampanti, niente dichiarazioni bellicose. Poi mi sono documentato meglio ed ho scoperto che i madonnentaler "Patrona Bavariae" erano una tradizione della famiglia Wittelsbach: già nel 1625 Maximilian I fece coniare una moneta simile, e dopo di lui negli anni attorno al 1770 Maximilian III coniò a più riprese i madonnentaler. Già, perchè, non dimentichiamolo, non solo la Baviera era l'unico stato tedesco cattolico, ma si proponeva anche come baluardo della cattolicità di fronte ai nordici protestanti. E, per celebrare Ludwig II, un piccolo ritratto apocrifo:
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  45. salve, qualcuno sa dirmi precisamente di che epoca si tratta? stranamente sul retro ci sta scritto ionata e de gregorio insieme. una fusione societaria o cosa?!? artiglieria di marina borbonica?
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  46. Ciao a tutti! Piano piano ci avviciniamo alla fine della serie... *** QUARTA PUNTATA *** Tallero di Brema, come sempre stessi dati, ma una tiratura qui di soli 61.000 esemplari. Sulla moneta niente allegorie/Germanie/Vittorie/regnanti o re... mi autocito da "Da un punto di vista oggettivo, direi che il tallero di Brema fa parte della serie ma soggettivamente direi che anche iconograficamente "stona" nel contesto. É il cugino lontano che si invita a Natale, non appartiene veramente alla famiglia, ma non lo si può neanche dimenticare!" ed è così che bisogna pure spendere due righe su ciò che vi è raffigurato - e tutto sommato è molto di più di cosa ci si potrebbe aspettare! Il diritto: Lo stemma di Brema, la legenda: "FREIE HANSESTADT BREMEN" Libera città anseatica di Brema: Il termine Freie Stadt si riferisce alle città che si sono amministrate da sole, indipendentemente dalla struttura federale e politica della regione circostante in cui sono inserite. "EIN THALER GOLD" GOLD?!? Ma è argento! Si... però...: per differenziare i taler nello "Silver standard" è stata scelta la denominazione Thaler Gold per 1/5 Louisdor. (Che non ci ho capito una mazza, ma è così! Se qualcuno riesce a chiarirmi le idee sul Sistema Aureo e Co., è il benvenuto!) ============================= Il diritto: ZUR ERINNERUNG - alla memoria AN DEN GLORREICHEN ERKÄMPFTEN FRIEDEN VOM 10 MAI 1871- alla pace gloriosamente conquistata il 10 maggio 1871 Qui c'è qualcosina in più da raccontare... - Corona di foglie di quercia: già vista prima? Direi di sì: in Grecia e più di duemila anni fa... e pure su entrambi i lati. La quercia è stata a lungo considerata un albero "tedesco". Il suo legno duro e il caratteristico fogliame a caduta tardiva ne hanno fatto un simbolo di immortalità e fermezza fin dai tempi delle tribù germaniche. In tempi più recenti, soprattutto a partire dal periodo romantico, la quercia è stata considerata anche un simbolo di fedeltà. (Foto: la quercia millenaria) Con il romanticismo nazionale del XIX secolo, la rivoluzione tedesca del 1848/1849 e la fondazione del Reich nel 1871, che rafforzò il sentimento di unità nazionale, le foglie di quercia entrarono nel linguaggio simbolico tedesco. Nelle immagini di memoriali, corone, stemmi reali e simili, le foglie di quercia servono in una forma simile ai rami del cespuglio o della corona di alloro. Ancora oggi, le foglie di quercia si trovano spesso su ordini, simboli e monete: - Nella Bundeswehr- l'esercito tedesco - le foglie di quercia si trovano su vari distintivi. Le spalline degli ufficiali di stato maggiore e dei generali mostrano anche una corona di foglie di quercia. - sulla vecchia banconota da cinque marchi - sui pfennigs - dal 2001, anche sulle monete tedesche in euro (uno, due e cinque centesimi). - e prima, anche nella DDR (RDT) veniva usata la quercia: In alto troviamo una Croce Patente / croce di Mantova simbolo che - ricordiamolo - con l'estremismo o con i nazisti non c'entra nulla. Viene ancora usata oggi dalla Bundeswehr - l'esercito di cui sopra: Direi che per oggi o finito, ma... l'ultimo capitolo si avvicina! Alla prossima, servus Njk PS: magari, la prossima volta che bevete una birretta, fate attenzione alla marca: se è una potete trovare sull'etichetta la chiave del simbolo di Brema. PPS: sul sistema aureo prima stavo scherzando! Prefersco morire senza capirlo!
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  47. Salve a tutti. Complimenti per le 2 monete.mi affascinano I grossi moduli. Ma quanto pesano? Grazie.
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  48. Buonasera, quello che è stato detto nella giornata odierna è stato descritto benissimo da Gianfranco. Il programma di ieri era stato più intenso, nonostante le defezioni dell'ultimo momento di Grado Giovanni Merlo e di Silvia Lusuardi Siena, quest'ultima presente oggi come partecipante al dibattito finale. Dopo i saluti di rito del prof. De Francesco, Direttore del Dipartimento di Studi Storici dell'Università di Milano, l'attività è stata aperta dalla relazione della professoressa Lucia Travaini che, come al solito, ha presentato una serie di oggetti simbolici con collegamenti tra storia, arte, numismatica ed antropologia. Il riutilizzo di oggetti particolari, come gemme, monete, medaglie, ai quali viene attribuito un valore emozionale per diversi motivi, agisce in modo da attribuire un nuovo significato ed un valore simbolico. Tra le storie raccontate dalla Travaini, per i milanesi è da segnalare la vicenda di un solido bizantino inserito in una croce del XVII secolo. La moneta faceva parte di un ripostiglio di solidi bizantini rinvenuto durante dei lavori nell'area di San Giovanni al Laterano, Papa Sisto V interpretò questo ritrovamento come un segno divino e donò queste monete, considerate quasi come delle reliquie, ad alcuni cardinali. Uno di questi, a sua volta, la consegnò alla chiesa di Sant'Alessandro dove fu inserita in questa preziosa croce ed è tuttora conservata. Un'altra vicenda interessante è costituita dal recente rinvenimento dello scheletro di un bovino adulto sotto il pavimento di una chiesa di Caronno Pertusella (datato alla metà del XV secolo), evidentemente sacrificato e non macellato, sepolto unitamente ad un denaro imperiale milanese dell'epoca di Federico II di Svevia. Sempre interessante è la citazione della presenza di due scudi del sole di Francesco II Sforza nella sacrestia del Duomo di Monza, conservati in una busta di pergamena come reliquie in quanto "bagnati del sangue di san Francesco". Successivamente abbiamo ascoltato la relazione della professoressa Perassi,, dell'Università Cattolica di Milano, che ha parlato di "Sopravvivenza di ritualità tardopagane nella società paleocristiana" con riferimenti alla deposizione di monete e corredi in deposizioni di epoca cristiana. I casi citati fanno riferimento alla necropoli rinvenuta presso la sede dell'Università Cattolica di Milano ed i ritrovamenti effettuati nel fonte battesimale della chiesa paleocristiana nel sito maltese di Tas-Silg. La mattinata è stata conclusa dalla relazione della dottoressa Cristina Cattaneo, nota anatomopatologa, che ha parlato dei primi risultati delle analisi degli scheletri di Sant'Ambrogio e dei Santi Gervaso e Protaso. Le indagini svolte hanno confermato quanto si sapeva per Ambrogio: come rappresentato nel mosaico di San Vittore in ciel d'oro, il vescovo aveva un viso asimmetrico, con le orecchie a sventola, Dall'esame delle ossa si è riscontrata una vecchia frattura alla clavicola ed una malformazione della sezione maxillofacciale del cranio, probabili esiti di un rovinoso trauma giovanile, forse una caduta da cavallo. Più interessanti i risultati delle analisi effettuate sulle ossa dei due santi martiri: l'analisi visiva dei resti ha confermato la loro stretta parentela (secondo la leggenda erano fratelli) ed anche la statura di 182 cm., abbastanza infrequente per l'epoca. Inoltre, l'analisi tafologica ha confermato che uno dei due soggetti esaminati era stato decapitato mentre l'altro era deceduto a seguito delle percosse ricevute. Non sono ancora disponibili i risultati dell'analisi del DNA. Dopo la pausa per il pranzo, i lavori sono proseguiti nel pomeriggio con la relazione della dott. Monica Baldassarri su "La morte e i suoi riti in Italia tra medioevo ed età moderna: le tracce materiali", una carrellata di dati statistici e notizie sulle sepolture scavate e pubblicate negli ultimi anni in Italia. Da questa analisi sono emersi dati interessanti sulle variazioni nei luoghi di sepoltura, degli usi ed anche dei rituali adottati. La relatrice ha evidenziato la necessità di procedere all'attenta rilevazione di tutti i dati e di informazioni acquisibili dallo scavo archeologico, in modo di ottenere un numero congruo di dati confrontabili. Allo stesso tempo ha auspicato uno sforzo interdisciplinare per la ricostruzione del processo di mutamento temporale e territoriale del rito della sepoltura. La successiva relazione, "Il tocco della fede. I libri dei predicatori itineranti valdesi",è stata presentata dalla dottoressa Marina Benedetti, dell'Università degli Studi di Milano. E' stata descritta l'attività di questi predicatori itineranti, così come rilevata in alcuni procedimenti avviati nei confronti di soggetti sospettati di eresia, residenti nelle zone alpine a cavallo tra il Piemonte e la Francia. Dal racconto, emergono le figure dei "barba" che percorrevano senza sosta questi territori per diffondere la "vera" parola di Dio, vivendo solo di quello che potevano ottenere dai loro ospiti ai quali donavano spesso degli aghi. Mentre non è conosciuto l'eventuale significato di questi oggetti, si apprende anche che i "missionari" portavano sempre con sé dei piccoli libri, grandi come il palmo di una mano, alcuni di questi si sono salvati perché consegnati agli emissari di Cromwell, che nella seconda metà del XVII secolo cercò di intercedere nei confronti dei Savoia per i Valdesi, ed oggi sono conservati a Cambrigde. L'ultima relazione della giornata, dal titolo "Abbandonare un figlio e lasciare un segno di riconoscimento (secc. XV-XVI)", è stata presentata dalla professoressa Giuliana Albini dell'Università degli Studi di Milano. Dopo un introduzione volta ad illustrare il fenomeno dell'abbandono di neonati, che si intensificò notevolmente a partire dal XV secolo, e che portò alla costituzione di apposite istituzioni, come il celebre Spedale degli Innocenti di Firenze, la relatrice ha riferito i primi risultati sulle ricerche svolte su una serie di registri dell'Ospedale degli Esposti di Reggio Emilia. La documentazione è rilevante per la sua continuità e per il fatto che riporta una serie di registrazioni, frequentemente si riscontra l'uso di lasciare oggetti e messaggi a corredo del neonato abbandonato. Una certa curiosità è stata destata dal il fatto che, spesso, le balie che si facevano carico del neonato erano le stesse madri, in modo da ottenere il contributo economico dell'ospedale. Questo comportamento era di norma vietato, ma dalla documentazione emerge che era tollerato: i genitori che si comportavano in questo modo erano in grave difficoltà economica, si trattava di una questione di sopravvivenza e pertanto si chiudeva letteralmente un occhio, se non tutti e due.
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  49. Appena sarò in pensione mi metterò a giocare con il foglio riassuntivo dell'osservatorio rarità
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