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  1. eracle62

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/09/19 in Risposte

  1. Uno dei più importanti monumenti arcaici di Poseidonia-Paestum, ritrovato poco più di 60 anni or sono, integro con all'interno il corredo originario : al centro una mensa con 5 spiedi in ferro, ai lati 8 vasi in bronzo di pregevole fattura (6 hydrie e 2 anfore) contenenti del miele, ed 1 anfora in ceramica a figure nere . Probabilmente un heroon, come spesso le città greche dedicavano alla figura, spesso mitica, del loro ecista-fondatore : personaggio che in questo caso, anche per l'assenza di nomi nel complesso, resta tuttora di incerta identificazione . Dalla numismatica abbiamo 2 tipi di monete di Poseidonia chiamate a concorrere al tentativo di identificazione . Il primo tipo, una estremamente rara dracma arcaica incusa, riporta la scritta F I I S o per alcuni W I I S, parola che ricorderebbe I S, l'ecista-fondatore di Sibari città da cui provenivano i coloni di stirpe trezena nucleo iniziale di Poseidonia . Il secondo tipo, una rara didracma a doppio rilievo, riporta la scritta S E I L U che alcuni leggono M E G I L vedendovi un richiamo a MEGILLOS, possibile ecista della fondazione di Poseidonia . Quasi tutti, comunque, concordano sul fatto che i 2 nomi (se tali sono) dovevano essere di grande importanza per la città di Poseidonia se li ha onorati riportandoli sulle proprie monete : personaggi dunque ai quali verosimilmente poteva essere dedicato un heroon .
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  2. Salve E’ frequente la formazione di chiazze verdine sulle monete d’argento del Regno d’Italia negli album come questa Lira del 1899 di Umberto I. Per dimostrarne la causa ho fatto ricorso alla microscopia elettronica a scansione con spettroscopia a dispersione di energia (SEM-EDS) e i risultati hanno dimostrato che nelle zone colorate il rapporto rame/argento è ca.1/4, mentre nelle zone circostanti di colore argenteo tale rapporto è ca.1/40. Si tratta quindi di zone di arricchimento superficiale del rame che viene trasformato in prodotti di ossidazione dai componenti della plastica e dagli agenti atmosferici.
    4 punti
  3. buongiorno a tutti vorrei cercare di approfondire questa interessante m edaglia a nome di Pio IX realizzata con il piombo del feretro papale appena entrata nella mia collezione. Un po' di storia relativa alle esequie di Pio IX che ha portato alla coniazione di questa medaglia. Pio IX, nel suo testamento, aveva dato specifiche disposizioni per la sua sepoltura “… Il mio corpo divenuto cadavere sarà sepolto nella Chiesa di S. Lorenzo fuori le mura". Dopo la messa esequiale solenne, la triplice bara di papa Mastai, coperta da una coltre funebre, viene issata nel loculo delle sepolture provvisorie dei papi, che fino al 1920 circa si trovava da secoli sopra la porta dei cantori, alla sinistra della Cappella del Coro in San Pietro. Qui i papi giacevano fino alla morte del successore o finchè non fosse stato ultimato il monumento funebre destinato ad accolgierne definitivamente il feretro. Il loculo dei “provvisori” sarà tappato dalla statua marmorea di papa Pio X, e spostato quindi a lato della vicina Cappella dell'Annunciazione: li fu deposto, ultimo papa, Leone XIII, in attesa di partire per il Laterano, sua ultima dimora. Negli anni '60, anche questo secondo loculo sarà tappato: dall'enorme altorilievo bronzeo di Manzù, raffigurante papa Giovanni XXIII. I lavori della tomba di Pio IX, situata accanto a quelle di papa Zosimo, Ilaro e di Sisto III, durarono tre anni: il 13 luglio 1881 fu deciso di trasferire nella basilica presso il Verano. Su richiesta del Prefetto di Roma, per evitare incidenti, il tutto avvenne di notte. Alle 23, il feretro papale fu estratto dalla sua tomba provvisoria nelle Grotte Vaticane e deposto sul carro funebre. A mezzanotte, il carro, parato di rosso e trascinato da quattro cavalli, comparve in Piazza San Pietro, seguito da pletora di carrozze piene di cardinali. Ovviamente, passare inosservati era una pia illusione.Appena arrivata alla spina del Borgo, il carro si trovo circondato da migliaia di romano con torce accese che avevano improvvisato un corteo funebre. Una folla di persone, un’altra folla, cominciò a dirigersi verso il feretro, al grido ” Il Papa nel Tevere”; non dimentichiamo che Pio IX è stato l'ultimo Papa re, durante il suo "regno" è terminato lo stato pontificio nel 1870 con la breccia di porta pia e la presa di Roma da parte dello stato italiano (solo nel 1929 con i patti lateranensi e la fondazione città del vaticano il pontefice tornerà ad esercitare una sorta di potere temporale su un territorio) quindi è comprensibile come alcuni avversari volessero liberarsi della sua salma. I cappuccini di San Lorenzo, temendo il ripetersi degli incidenti: nel 1883 presero Pio IX dalla tomba, e lo seppellirono in un punto anonimo della cappella funeraria, una decina di metri sottoterra. Precauzione esagerata: pochi giorni e, come succede sempre a Roma, le acque si calmarono. Però, o per pigrizia o per il fatto che la prudenza non sia mai troppa, i cappuccini non tirano mai fuori la salma dal suo nascondiglio. Da chiacchiere che girano per San Lorenzo, sembra che negli anni Trenta, la bara del Papa fosse tirata fuori e portata in processione nel quartiere, sino alla Basilica dell’Immacolata. Nel 1956, fu deciso di provvedere finalmente al trasloco nella tomba vera. Nel 2000, in occasione della beatificazione, il corpo di Pio IX fu di nuovo tirato fuori ed esposto provvisoriamente in una sala sopra al chiosco. Al momento della morte di Pio IX, i canonici addetti erano incerti sull'opportuità di seppellire il papa con la preziosa pianeta usata per l'esposizione della salma, e si vagliò l'eventualità di sostituirla con una più semplice. I danni che si notano e sulla salma e sui paramenti sono anche dovuti a infiltrazioni di umidità provenienti dal terreno in cui era sepolta la bara nell'apposita cappelle della basilica di S.Lorenzo al Verano. Infatti (la cosa è inedita), il corpo del papa non era collocato nel sarcofago soprelevato che per anni ci è stato detto essere la “tomba” del papa: era uno specchietto per le allodole. Infatti, per evitare atti sacrileghi e profanazioni da parte dei liberali (che poco prima avevano, durante la traslazione, tentato di gettarne il feretro nel Tevere), si decise di seppellire il papa in un punto segreto e anonimo del pavimento della stessa cappella. Da qui le infiltrazioni d'umidità che hanno danneggiato.i resti. Ricomposizione e nuova vestizione in abiti da coro della salma di Pio IX, dopo la ricognizione canonica per il processo di beatificazione. La salma, trattata con notevole imperizia, è vistosamente danneggiata, il nuovo feretro composto da una anziché tre casse si rivelerà del tutto inadeguato. Gli abiti da coro, anche questi fuori dall'ordinario, furono rimediati dal papa regnante Pio XII, ma non corrispondevano a quelli previsti per l'esposizione di un papa in tenuta da “coro”. Ennesima riesumazione dei resti di Pio IX nel 2000. La mummia è ancora peggiorata. Si notino le zone degli abiti di colore azzurro: si tratta di ossidazioni dei mediocri materiali dorati di cui era stata nel 1956 fregiata la salma per la nuova tumulazione: è' evidente che il feretro era stato collocato in un luogo non riparato dall'umidità. quindi facendo una piccola supposizione la medaglia fu coniata intorno al 1956 quando dopo la riesumazione la triplice cassa (tra cui quella in piombo da cui è stato preso il materiale per la medaglia) venne sostituita da un'unica bara. adesso mi piacerebbe capire quale potrebbe essere stata la tiratura, ho letto che è classificata rara (e in effetti su internet compare in pochi esemplari) ma più per ora non ho trovato
    4 punti
  4. Buonasera a tutti gli amici del forum... non sono d accordo con alcuni utenti che definiscono questa piastra solo reduci del “1conio” con P. Sotto il collo, semplicemente N.C. È stato fatto uno studio come precedentemente postato da @jonnymatrix dove spiega molto bene le differenze evidenti tra i due conii e le rarissime apparizioni in aste pubbliche (6 su 100)... non condivido il fattore economico elevatissimo e con enormi speculazioni su questo tipo di moneta, ma l indice di rarità riportato dallo studio di Pietro Paolo Testa, credo sia più che giusto... detto questo posto il mio esemplare in conservazione BB+ periziata dal Sign. Emilio Tevere.. saluti a tutti..!
    3 punti
  5. Il problema caro Pietro è che sono pochi gli utenti che amano condividere le proprie monete. E pochissimi I Collezionisti di questi piccoli nominali in rame, che raramente si trovano in alte conservazioni.... Non tutti poi collezionano per varianti... Ma solo per tipologia. Come si fa a stabilirne la rarità? Noi pochi, continuiamo a ricercare e studiare, spinti dalla sete di conoscenza e appagati da queste visioni che ci portano indietro nel tempo.
    3 punti
  6. Piastra 1798, 9 torrette, arco chiuso e sottocorona con zighirinatura daall'alto verso il basso
    3 punti
  7. Arrivata oggi, ultimo acquisto fatto sulla recente asta di Inasta questo 4 grossi del II tipo di Carlo II del 1552. Variante con AVGUSTE nella legenda del rovescio non segnalata sul MIR, segnalata solo con data 1553 ma presente sul CNI al 139. Coniati ad Aosta da Nicolò Vialard al taglio di 43.3 pezzi al Marco con una bontà di denari 4.2 è una moneta molto più rara da trovarsi rispetto il 4 grossi di Emanuele Filiberto, vengono segnalati 320 marchi battuti fino al 1554 che porta ad una coniazione complessiva di meno di 14000 pezzi. Si conoscono solo due date, il 1552 ed il 1553 più un tipo senza data. Dal vivo è più bella di quello che sembrava dalle immagini dell'asta, spero piaccia anche a voi come è gradita a me.
    2 punti
  8. Buongiorno amici del forum!! Vi presento una moneta da 5 franchi della Repubblica Subalpina coniata dalla zecca di Torino nell'anno 10 (1801) e che da qualche anno è nella mia collezione. Cosa ne pensate riguardo alla conservazione? Attendo i vostri autorevoli pareri e vi ringrazio!! Auriate
    2 punti
  9. La vita di Publio Cornelio Scipione vissuto in un momento critico della storia di Roma , fu costellata di successi militari e non furono successi da nulla perche' ottenuti contro fortissimi e temibili nemici quali erano i Cartaginesi , i loro alleati Ispanici , i Galli e infine alcuni popoli italici ; ma nonostante le continue vittorie ottenute prima in Spagna e seguita poi da quella decisiva per Roma , a Zama , Scipione non ebbe in patria il giusto e doveroso riconoscimento per avere salvato la Repubblica romana da Annibale ; la Repubblica e i suoi Senatori vedevano profeticamente in lui i futuri pericolosi germi del comandante militare amato e seguito fedelmente dai soldati , molti ex congedati che avevano militato sotto Scipione chiesero di partire con lui in Africa per snidare Annibale dall' Italia e combatterlo sul suolo patrio ; inoltre fattori extra militari che riguardavano il sospetto di appropriazione indebita del tributo di guerra pagato dal Re Antioco a Roma , da parte del fratello Lucio , del quale Publio ne difese veementemente l' onesta' , ne inquinarono , pur non essendo mai definitivamente provata , la reputazione dell' Africano , tanto che infine volontariamente si ritiro' a trascorrere gi ultimi anni della sua vita a Literno dove in punto di morte dette ordine di essere qui sepolto , pronunciando la famosa frase : “ingrata patria non avrai le mie ossa” , mori' lo stesso anno in cui mori' il grande avversario Annibale . Bello e possibile immaginarli , sebbene nemici implacabili , stimarsi e rispettarsi in vita l' uno dell' altro , alcuni passi di Polibio e Tito Livio sembrano attestare questa possibilita' . Lucio Anneo Seneca nelle "Lettere a Lucilio" cita in alcuni passi la Villa di Scipione a Literno : "Ti scrivo mentre me ne sto in riposo proprio nella villa di Scipione l’ Africano , dopo aver reso onore al suo spirito e all’ ara che , immagino , essere il sepolcro di un cosi' grande uomo . Sono convinto che la sua anima e' ritornata in cielo , non perche' comando' grandi eserciti , ma per la sua straordinaria moderazione e per il suo amor di Patria” "Vidi la Villa costruita in blocchi squadrati , i muri nascosti dal bosco e le torri erette a difesa sui due lati della Villa ; una cisterna celata da edifici e da piante che avrebbe potuto bastare anche a un intero esercito ; un bagno angusto e buio secondo l’ antico costume" Successivamente la Villa di Scipione sarebbe appartenuta ad un liberto , un certo Vetuleno Egialo , che Plinio il Vecchio ricorda come uno dei più famosi viticultori della Campania . Purtroppo , l' ubicazione della Villa di Scipione a Literno non è nota , dato che nessuna delle fonti archeologiche attualmente disponibili offre il minimo indizio . L’ iscrizione tramandata dagli autori antichi , che Scipione fece incidere sulla sua tomba , così recitava : INGRATA PATRIA , NE OSSA QUIDEM MEA HABEAS . Il monumento funebre , oltre l' Ara , era completato da una statua poi distrutta in seguito ad una tempesta al tempo di Augusto . Ma quale era l' aspetto di questo grande uomo Scipione l' Africano ? Ad oggi una certezza assoluta circa le fattezze di Scipione e' forse riposta nel ritratto piu' probabile che lo rappresenta , e' un busto in bronzo della prima meta' del I secolo a. C. conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli , fu trovato ad Ercolano nella Villa dei Papiri . Altre due probabili rappresentazioni dell' Africano sono riposte la prima in una moneta d' Argento della Gens Cornelia emessa a nome di Gneo Cornelio Blasio nel 112/111 a. C. che al dritto forse rappresenta l' Africano con volto giovanile e l' altra in un secondo busto in marmo conservato ai Musei Capitolini di Roma ; se questi tre reperti rappresentassero realmente le fattezze di Publio Cornelio Scipione , le potremmo mettere in ordine di eta' perche' ben rappresentano il personaggio : moneta , busto in marmo e busto in bronzo , i tre reperti nell' ordine descritto bene evidenziano il trascorrere del tempo tramite i lineamenti via via appesantiti del volto dell' Africano . Quello che unisce le tre opere oltre alla evidente somiglianza pur nelle diverse eta' raffigurate , e' la presenza della calvizia , parzialmente visibile o immaginabile anche nel ritratto della moneta . In foto la cosi' detta Ara di Scipione a Literno , il parco archeologico di Literno , il Denario di Cornelio Blasio con al dritto il probabile volto giovanile dell' Africano , il busto dei Musei Capitolini in eta' di mezzo , ed infine quello del Museo di Napoli che dovrebbe rappresentare Scipione in eta' anziana .
    2 punti
  10. Rispolvero questa discussione perché volevo aggiungere un altro esemplare (già noto) col medesimo busto. L'antoniniano in questione è stato pubblicato in uno dei prontuari di Gallieno opera di Cédric Wolkow, con tanto di immagine (assieme al mio pezzo) ma ora ve lo voglio mostrare a miglior definizione: D\ GALLIENVS AVG, busto nudo radiato dell'imperatore a destra coperto da aegis. R\ VIRTVS AVGVSTI, X|_, la Virtù stante a sinistra con ramo in mano destra e lancia nella sinistra. Ex Berk BBS 114 (maggio 2000, lot. n. 431). Analogo busto appare in due rarissimi (e splendidi) medaglioni di Gallieno (di uno già avevo riportato l'immagine, ma lo ripropongo nuovamente): E la ripresa iconografica di Gallieno attinge a piene mani da un piccolo gruppo di medaglioni del secondo secolo di Traiano, Adriano e Commodo: E' indubbio il tentativo di Gallieno di riallacciarsi all'età d'oro degli Antonini con un preciso programma iconografico che mirava a rappresentarlo agli occhi dei suoi sudditi alla pari di questi illustri predecessori, considerati dai romani come i regnanti dell'ultima vera età dell'oro nonché fautori di un periodo di grande prosperità per l'intero Impero. Prosperità che Gallieno si riproponeva quindi di ripristinare ribaltando quella che era invece la difficile situazione con cui doveva confrontarsi: un impero minacciato da un lato dall'insorto Postumo fautore di un regno secessionista e dall'altro dal sovrano dei Sasanidi Shapour I che aveva catturato il padre - nonché imperatore - Valeriano I. A questo quadro politicamente difficile, instabile e militarmente complesso si sommava la morte dei figli Valeriano II e Salonino che di fatto poneva fine alla dinastia Valeriana precludendo quella visione di futuro di pace e stabilità per l'impero che auspicava il capostipite Valeriano I con l'ascesa alla porpora imperiale nel 253. ...tutto questo per ribadire per l'ennesima volta come un piccolo e apparentemente umile tondello radiato, nemmeno in grandi condizioni, sia in realtà intriso di storia e di messaggi... ah! per me è (anche) questo il bello della numismatica! PS Le immagini dei medaglioni le ho riprese da una presentazione in power point di Doyen disponibile nel suo profilo pubblico di academia.edu
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  11. Beh diamogli un po di compagnia.. Posto anche il mi 5 Francs sempre dell'AN 10
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  12. Piastra 1798 sottocorona zighirinato (particolare la foglia in più sul lato sinistro di G.120) Piastra 1798 arco chiuso
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  13. Partecipo a questa bella discussione postando le mie piastre 1798. Piastra 1798 normale
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  14. DE GREGE EPICURI L'iconogafia dei due prigionieri seduti sotto un trofeo è antichissima (non ricordo a chi si deve la prima emissione, forse a Cesare): indica semplicemente "due nemici vinti". Quanto alla mirabolante vendita di questa moneta, avanzerei 3 iptesi: 1.L'articolo del giornale è del 5.4, ma potrebbe riferirsi ad un "evento" dell' 1.4, con tutto quel che ne consegue... 2.Il BM ha forti dubbi sull'autenticità della moneta. 3. La signora Teresa May, essendo ormai in braghe di tela, ha dato ordini tassativi di non comperare più niente.
    2 punti
  15. Taglio: 2€ CC Nazione: Germania D Anno: 2014 Tiratura: 6.300.000 Conservazione: BB Località: Padova Taglio: 2€ CC Nazione: Germania J Anno: 2013 A Tiratura: 2.310.000 Conservazione: BB Località: Padova
    2 punti
  16. Buonasera segnalo questo evento: 6° Convegno numismatico filatelico campano - 26 e 27 aprile 2019 - Capua (Caserta) Il Circolo Numismatico Partenopeo é lieto di annunciare, oltre al tradizionale appuntamento di settembre, il sesto evento Numismatico Filatelico e Antiquario che avrà luogo (contrariamente a quanto annunciato precedentemente, a causa della vicinanza con un analogo evento a Castellammare di Stabia a Napoli) nei giorni venerdì 26 e sabato 27 aprile 2019 all'uscita del casello autostradale di Capua (CE) in una struttura spaziosa e comoda da raggiungere. I problemi logistici legati alla viabilità, spazio e parcheggio sono molto sentiti nell'ambito dei convegni in Italia, questa location è strategicamente eccezionale, ampi spazi luminosi, circa cinquanta espositori, posizionata a 50 mt dall'uscita del casello autostradale di Capua sulla Roma - Napoli, l'Hotel Ristorante Del Sole dispone di comode camere e ristorante in grado di soddisfare i suoi clienti con un ottimo rapporto qualità prezzo. Dove: Uscita A1 Capua - 81050 - Pastorano (Caserta) Sito: www.hotelristorantedelsole.com Email: [email protected] - [email protected] Area sorvegliata e grande professionalità. Il convegno commerciale aprirà al pubblico all'Hotel Ristorante Del Sole venerdì 26 e sabato 27 aprile 2019 alle ore 10,00 e terminerà alle 18,00. Come per la precedente edizione in aggiunta saranno presenti espositori alcuni professionisti nel campo della militaria, dell'oggettistica e dell'antiquariato. Vi aspettiamo numerosi e carichi di entusiasmo. L'evento è in collaborazione con la ditta Neacoins - aste ACM di Napoli e della'Angolo dell'Antico di Sparanise (Caserta). Di seguito la locandina. Per ulteriori informazioni: Email : [email protected] Telefono: 335-1438404 Francesco Di Rauso Telefono: 389-9484414 Gianfranco Merola (titolare della ditta L'Angolo dell'Antico - Sparanise - CE) Telefono: 349-8901963 Antonio Cava (titolare della ditta Neacoins di Napoli e della casa d'aste ACM).
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  17. Segnalo la prossima pubblicazione di questo volumetto per gli appassionati di exonumia : Gettoni monetali della Valle d'Aosta - Pablo Giacosa
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  18. Diamo una botta di vita a questa sezione un po dimenticata... Un bel 100 Lire del 1979 per chi ama certe emozioni...
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  19. Nell’antica città di Laodicea ad Lycum, in Turchia, gli archeologi hanno scoperto e finito recentemente di ricomporre una colossale statua dell’imperatore Traiano risalente al 113 d.C. La statua può essere considerata una rarità per le dimensioni e la qualità artistica. È alta tre metri ed è stata ritrovata, frantumata in 356 pezzi, sotto ai resti di un ninfeo crollato in seguito al devastante terremoto del 494. Ai piedi di Traiano, c’è anche un’altra statua più piccola che rappresenta un prigioniero di guerra – probabilmente un dace – con le mani legate dietro la schiena. Secondo il professor Celal Şimşek, sotto la cui direzione si sono svolti gli scavi, questa scultura è una delle scoperte più importanti degli ultimi 15 anni. Insieme ai frammenti della scultura, nel 2015 venne anche ritrovata una lunga iscrizione in greco, databile al 114 d.C., contenente la legge che regolamentava l’approvvigionamento idrico della città di Laodicea e le multe comminate per i trasgressori. Fino ad ora, a Laodicea erano state scoperte molte statue di Adriano, ma questa di Traiano è di alto livello qualitativo. Probabilmente, dato il livello dei dettagli del viso di Traiano, è stata realizzata da un artista che aveva visto di persona l’imperatore. Traiano è raffigurato con una corta tunica e il “paludamentum” – il tipico mantello che veniva indossato da un generale romano quando comandava un esercito – che, dalla sua spalla, ricade sul braccio sinistro. Le immagini raffigurate sulla lorica sono il tuono di Giove, in alto, la testa di Medusa (gorgoneion) al centro, e due grifoni contrapposti, simbolo del dio Apollo, protettore – come anche Traiano – delle arti. I grifoni tendono una zampa verso un contenitore d’acqua, che simboleggia l’acquedotto di travertino fatto costruire da Traiano per portare l’acqua a Laodicea, per la cui realizzazione, donò trentamila denarii. Gli abitanti di Laodicea ringraziarono l’imperatore commissionando e collocando questa statua colossale nel ninfeo, dove rimase fino al disastroso terremoto che la ridusse in pezzi e distrusse la città.
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  20. Roma Repubblica - monetazione anonima.
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  21. La monetazione di Napoli è stupefacente, geniale e intrigante proprio grazie all’inventiva dei suoi Ufficiali di Zecca, mastri Incisori in primis; l’anno 1790 fu un anno unico nella storia della zecca, da dove uscirono (fabbricate) monete contrassegnate da 3 (tre) diverse gruppi di lettere che identificavano certamente a quale periodo di quell’anno (mese e giorno) e a quale Ufficiale /Regia Corte (compresa) in carica apparteneva la moneta che si coniò. La monetazione aurea sospesa nel 1785 non è ovviamente interessata a questa mia osservazione, ma di argento e di rame ne venne coniata in grandi quantità. Bene……. Tutti i Nominali fino al Grano da 12 Cavalli vennero ben identificati dalle vicissitudini del periodo che vi riferisco, 1790 (Vi prego di leggere con attenzione gli accadimenti a pag. 134 del Manuale), e le lettere vennero sostituite man mano che gli avvenimenti accaddero; ma mentre, come era di consuetudine, inserire dette lettere fino al 12 Cavalli, nei Nominali inferiori questo non era permesso (anche per questione di spazio nei campi al rovescio di queste piccolissime monetine) … di conseguenza il mastro incisore dell’epoca (un fenomeno di quell’epoca… fidatevi), Domenico Perger….si inventò un qualcosa di “diverso” per distinguere a pari maniera, anche se senza le sigle che erano ben evidenti sui Nominali di cui ho riferito (quelli maggiori), coni (anonimi/diversi) che potessero ben identificare in egual maniera le stesse persone le cui iniziali comparivano senza alcun dubbio. Sono nate grazie al sottoscritto (ma non me ne vanto per i meriti), i coni dei 9 cavalli a lati curvi e a lati dritti, i 4 ed i 3 cavalli (di cui discutevamo) con SICI e con SICIL….l’unico “neo” che mi rimase, fu quello del 6 cavalli, ma prima o poi anche qui scoprirò la varietà nel 1790….ci deve essere per forza. La monetazione di Napoli è FDC "eccezionale" quando la si studia......
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  22. Questi maltagliati spesso assumono forme strane, questo ad esempio è ben coniato ma è su un tondello quadrato, anche il peso è perfettamente in linea con i 10,50 grammi.
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  23. Se non erro solo nel 1834. Poi l'asse alla tedesca era ad esempio molto comune nelle siciliane del '700.
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  24. Cari amici, calma, non scaldate i motori troppo presto, che poi la discussione si perde. Direi di cominciare a prendere le prenotazioni per il pranzo un mesetto prima, dopo Pasqua, che ne dite?
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  25. Grazie per la risposta @jaconico e anche per i complimenti
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  26. A chi lo dici... ...
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  27. Arrivato ieri sera Appunti di numismatica friulana - Riccardo Paolucci
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  28. Buongiorno Angelo, dei veri e propri Capolavori! Bellissime, complimenti sinceri. @Ledzeppelin81
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  29. Ci si scherza, ma in accordo con le tradizionali ripartizioni della storia le monete antiche sono quelle coniate all'incirca fino al V secolo, le medievali quelle prodotte fino al XV secolo, le moderne arrivano al XVIII secolo, e poi è tutto contemporaneo. Capisci che monete coniate a fine XX secolo sono numismaticamente coniate... ieri.
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  30. Ahahahah domani pubblico le foto alcune sono relativamente recenti ?
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  31. Ammazza tutte tu le hai quelle del 98...
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  32. Beh qualcuna ne hai aggiunta... 5 lustri in più..
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  33. Veramete c’è da perdere la testa ad ammirare tutte ste medaglie meravigliose “pataccone a parte”...! Posto la mia umile medaglia di francesco l per la visita alla zecca di Parigi datata 1830...
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  34. Mah Gianfranco il punto due non ha fondamenta su cui poggiare... a meno che allora anche quello BM sia un falso. Mi pare che ci sia una identità di conio tra i due esemplari, sia di martello che di incudine. Cambia solo la luminosità e l'incidenza della luce ma sono uguali... Ciao Illyricum
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  35. Ho capito, ho capito, alla mia prossima visita in quel di Madrid (forse a Pasqua, ma più probabilmente in estate) vado di servizio fotografico, anche se non garantisco, vista la mia scarsa attitudine alla fotografia, sul risultato finale. Buona serata.
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  36. Le motivazioni possono essere, anche di carattere economico, creare un nuovo conio costava soldi, e per risparmiare si optava per l’utilizzo del vecchio conio, oppure la figura del precedente Re ispirava più fiducia in un taglio usato in maggior modo per le transazioni di un certo livello, pensiamo al Tallero di Maria Teresa. I motivi possono essere vari, sta di fatto che questa moneta è solo grazie al fatto che il suo conio grossolano lascia intravedere le vere impronte del tondello originale.
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  37. Un tondello non coniato è solo un pezzo di metallo..a meno che non sia un tondello in oro o argento
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  38. Gli elefanti utilizzati dagli antichi nelle battaglie campali si possono certamente paragonare , per il loro utilizzo strategico , ai moderni mezzi corazzati chiamati carri armati ; gli elefanti adibiti a scopo bellico e opportunamente attrezzati avevano lo scopo psicologico di gettare terrore nelle file nemiche alla sola vista e nell' udire i barriti degli animali opportunamente aizzati dal guidatore che si chiamava Cornac , ma lo scopo pratico all' inizio della battaglia era quello di aprire varchi negli schieramenti avversari a seguito della carica sfrenata degli elefanti dando poi in tal modo la possibilita' ai propri soldati che seguivano gli elefanti , di entrare nello schieramento avversario prima che questo potesse riorganizzarsi . Questa tattica di utilizzare gli elefanti nelle battaglie campali fu probabilmente utilizzata per la prima volta in India dove gli elefanti erano animali autoctoni , da qui il oro utilizzo si propago' poi in Persia e dalla Persia in Grecia ; i Romani conobbero per la prima volta questi pachidermi nel corso della guerra contro Pirro , quando nel primo scontro ad Heraclea nel 280 a. C. , non avendoli mai visti e non sapendo come fermarli , vennero sconfitti pur infliggendo pesanti perdite all' esercito dell' epirota , tanto che poi nei secoli successivi venne di moda il motto “vittoria di Pirro” a significare una vittoria ottenuta a carissimo prezzo . Gli elefanti da guerra erano provvisti di un guidatore chiamato Cornac seduto subito dietro la testa dell' animale , di una placca in metallo che proteggeva la testa dell' animale e forse anche di protezioni laterali atte a proteggerne i fianchi , ma cosa piu' importante , per aumentare la forza dirompente dell' elefante , di una torretta posta sul dorso , in pratica un castello in miniatura dove trovavano posto due o tre soldati che lanciavano frecce e lance contro i soldati nemici , questi ultimi oltre a cercare di arginare la carica furiosa dell' animale opportunamente aizzata dal guidatore , dovevano allo stesso tempo proteggersi dal lancio di proiettili che cadevano loro addosso da oltre tre metri di altezza ; il tutto , la prima volta che si veniva a contatto con loro , provocava terrore e impossibilita' a difendersi da questa carica furiosa e assordante mentre la terra sotto i piedi tremava aumentando lo sgomento di chi doveva difendersi , fu cosi' per i Romani ad Heraclea . A completamento , un piccolo estratto da Wikipedia : È esplicitamente attestato che l'esercito di Giuba I di Numidia ha incluso degli elefanti con delle torrette nel 46 a.C. . Ciò è confermato anche da un'immagine di un elefante africano con una torretta di Giuba II. Anche gli elefanti egiziani di Tolomeo IV nella battaglia di Raphia avevano delle torrette. Nei secoli successivi il maggior uso degli elefanti da guerra fu contro le legioni di Roma; dalla Battaglia di Heraclea (280 a.C.), alle Guerre macedoniche, gli elefanti terrorizzarono le forze romane che non li conoscevano. La battaglia di Heraclea fu la prima occasione in cui vennero utilizzati tali animali, e fu vinta dai Tarantino-Epiroti proprio grazie all'uso degli elefanti, armi potenti e micidiali per la prima volta affrontate dai Romani. Fu la potenza e la stazza di questi enormi pachidermi a garantire a Pirro la vittoria su Roma. Ma i Romani trovarono il modo di resistere agli elefanti. E Pirro dopo un primo uso con successo nella battaglia di Heraclea, già al secondo scontro (Battaglia di Ascoli d'Apulia) dovette rendersi conto di non possedere un'arma irresistibile. Anche Annibale che faceva conto sulla forza degli animali proboscidati, portò con sé 37 elefanti da guerra durante la traversata delle Alpi, però gli elefanti, non abituati al freddo, essendo di origine nordafricana, morirono tutti eccetto Surus, il leggendario elefante di Annibale, passato alla storia come il più valoroso elefante di tutte le guerre puniche, che sopravvisse ma morì di malaria poco dopo. Alla sua morte Annibale costruì una città in suo onore.[10] Nella battaglia finale di Zama (202 a.C.) la carica degli elefanti cartaginesi risultò inefficace. Dopo le guerre puniche, Roma riportò molti elefanti come premio e furono usati ampiamente nelle sue campagne militari per molti anni dopo. La conquista della Grecia e della Macedonia, in particolare, ha visto molte battaglie in cui i romani schierarono degli elefanti da guerra. Il loro primo uso notevole fu durante la Battaglia di Cinocefale. Il ruolo della forza elefante a Cinocefale fu particolarmente determinante, in quanto la loro carica rapida mandò in frantumi la fascia sinistra Macedone informe, permettendo così ai romani di circondare e distruggere l'ala destra Macedone. Gli elefanti erano presenti anche negli schieramenti romani, nella battaglia delle Termopili e anche nella Battaglia di Magnesia dove ci fu un divario fra i 54 elefanti di Antioco, con i soli 16 elefanti romani. Successivamente i romani schierarono 22 elefanti anche nella Battaglia di Pidna . Il successo dell'uso degli elefanti da guerra romani nel mondo ellenico fu considerato ironico, in quanto secoli prima fu proprio lo stesso Pirro che fece conoscere ai romani la forza di queste creature. In seguito un altro grande uso degli elefanti da guerra nell'esercito Romano fu nella Battaglia di Tapso,dove furono utilizzati dai Pompeiani contro Cesare. Giulio Cesare armò la sua Legio V (Quinta legione) (Alaudae - Allodole) con delle assi e comandò ai legionari di colpire le zampe degli elefanti. La legione resistette alla carica e l'elefante ne divenne il simbolo. Essi vennero utilizzati anche nella campagna Romana contro i Celtiberi in Hyspania e contro i Galli. Gli Elefanti vennero usati nuovamente nella conquista della Gran Bretagna: lo stesso imperatore Claudio si presentò ai celti britannici sopra un elefante. Lo scrittore antico Pollieno registrò che "Cesare aveva un grande elefante che era dotato di armatura con arcieri e frombolieri, effettuati nella sua torre. Quando questa creatura sconosciuta entrò nel fiume i britannici e i loro cavalli fuggirono, permettendo così ai romani di attraversare il fiume indisturbati, anche se tuttavia potrebbe aver confuso questo incidente con quello di un altro elefante usato da Claudio, nella conquista finale della Gran Bretagna. uno scheletro di elefante armato fu infatti ritrovato, e fu pensato inizialmente ad uno dei seguenti elefanti, ma tuttavia degli incontri successivi rivelarono, che in realtà quello scheletro apparteneva ad un Mammouth risalente all'età della pietra. Un'arma anti-elefante si trovò nel maiale. Plinio il Vecchio riporta come "gli elefanti vengano spaventati dal più piccolo stridio di un maiale" (VIII, 1.27). Si ricorda inoltre come un assedio di Megara sia stato infranto dopo che i Megaresi avevano imbrattato di olio dei maiali, dato loro fuoco e spinti verso la massa degli elefanti da guerra del nemico. Gli elefanti da guerra si imbizzarrirono per il terrore dei maiali incendiati e stridenti. In alcuni casi il problema veniva prevenuto allevando gli elefanti insieme a dei maiali, in modo da abituarli al loro stridio. Anche lo scrittore romano Vegezio nella sua opera Epitoma rei militaris riporta, in un capitolo del terzo libro, numerosi esempi, attrezzi e stratagemmi da utilizzare contro gli elefanti: per esempio uccidere i conducenti utilizzando i frombolieri o spaventarli col fuoco. Inoltre gli elefanti si muovono in maniera assai impacciata su un terreno sconnesso o montagnoso. In foto , una terracotta presente al Museo Archeologico Nazionale di Napoli che raffigura un elefante da guerra e una sua probabile ricostruzione .
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  39. Vedo con piacere che siamo già in clima pre Verona, buon segno, la Pizzeria Ristorante Grotta Azzurra e’ il luogo dove da sempre al sabato alle 13 c’e’ il pranzo raduno dei lamonetiani, quindi luogo direi quasi storico ?
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  40. Grazie mille, Eros.
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  41. Dopo 2 anni di assoluto "silenzio" ritorno a scrivere sul forum, anche se non ho mai smesso di leggervi. Posto questa brutta moneta (in quanto a conservazione) e chiedo a voi se il punto mancante dopo la parola tornesi costituisce un ulteriore variante e rarità, oppure è dato dall'usura in quel punto. Mi scuso per la bruttezza delle foto, fatte in fretta con il cellulare. Faccio i complimenti a @Rex Neap per il suo bellissimo e validissimo lavoro. Un manuale davvero eccezionale. Saluto l'amico @Francesco1984 e voi tutti. Dritto
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  42. Infine un ritrovamento fortuito all'aeroporto di Fiumicino la settimana scorsa: Taglio: 2€ commemorativi Paese: Austria Anno: 2018 Tiratura: 12600000 condizioni: qFDC Città: Fiumicino (RM)
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  43. Taglio: 2€ commemorativi Paese: Italia Anno: 2013 Tiratura: 9975180 condizioni: SPL- Città: Siena La posto a confronto con un'altra della mia collezione, perchè ho notato un particolare sulla fronte dei Verdi che non riesco a capire se è un difetto di conio o cosa. Taglio: 50 c Paese: Italia Anno: 2007 Tiratura: 5000000 condizioni: SPL- Città: Siena
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  44. Buongiorno, trovato oggi on line e open access "Money and Coinage in the Middle Ages" Lo devo ancora leggere, ma per chi fosse interessato https://doi.org/10.1163/9789004383098
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  45. Biaggi Elio, Numismatica piemontese: la zecca di Pinerolo, in Bollettino della Società Storica Pinerolese. Pinerolo, fasc. n. 1/2, agosto 1984, pp. 3 -12.
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  46. Domani in asta RomaNum. XVII al lotto 309, un interessante e piuttosto raro esemplare di diobolo di Crotone con tripode / lepre . A. Montesanti ( La monetazione d'impero e d'alleanza di Crotone - 2008 ) classifica questa tipologia nel particolare gruppo di frazioni "le monete di scambio (o monetine)" con una faccia con simboli di diverse polis, destinate a compensazioni di cambio per agevolare il commercio con la Magna Grecia e la Sicilia .
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  47. Salve. Sono daccordo con lei su tutta la linea e mi scuso per le pessime foto che ho postato,ma la moneta da lei citata non è la stessa a cui facevo riferimento nel mio post. Mi permetto di farle notare che sul catalogo in questione ci sono due piastre,la prima(quella da lei postata 161) è considerata “migliore di SPL” , mentre la seconda(quella postata da me 162) è considerata SPL. Saluti
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  48. Mi perdonerai ma quando viene scoperta od individuata una particolarità od una rarità che riguarda una determinata caratteristica di una moneta è giusto e normale che questa si valorizzi di conseguenza. Questa è proprio l'anima del collezionismo numismatico. Se una persona non afferra questi dettagli credo che non sia un vero collezionista, tutti speriamo sempre di trovare qualche particolarità nelle monete! Perchè allora storcere il naso sulla moneta in questione? Comunque nessuno ha ancora fugato il mio dubbio sul perchè non sia catalogata ufficialmente come "variante I tipo" e quindi valutata in modo differente rispetto alla NC "secondo conio". Parliamo ripeto di una delle monete più appetibili di tutta la monetazione napoletana del 700/800!
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