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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/15/19 in Risposte
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Buon giorno a tutti, Vi comunico che sul sito della Società Numismatica Italiana sono disponibili tre nuove testate, tutte opera di Memmo Cagiati, a questo LINK Le monete del Reame delle Due Sicilie da Carlo I d'Angiò a Vittorio Emanuele II Supplemento all'opera: Le monete del Reame delle Due Sicilie da Carlo I d'Angiò a Vittorio Emanuele II Miscellanea Numismatica5 punti
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Ciao a tutti, sperando di fare cosa gradita,posto qualche foto fatta al volo in una visita allo splendido Museo Archeologico Nazionale d'Abruzzo. Qui oltre al Guerriero di Capestrano,nella sezione numismatica si possono ammirare alcune monete di Atri.4 punti
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Buona domenica delle Palme a tutti, @eracle62 Sostituire il mio precedente 9 Cavalli 1789 con uno migliore non è stato per niente facile. ...Si tratta della Variante con al rovescio la C del valore più piccola.4 punti
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Carissimi, Con grande piacere apro questo post per presentarvi la prossima conferenza organizzata dal nostro Circolo (permettetemi di segnalare come si tratti della quarta conferenza organizzata in circa 4 mesi dopo quelle della dott.ssa Baldassarri e dei dott. E. Arslan e A. Savio) Domenica 5 maggio ore 10:00 – 12:00 «Il patrimonio numismatico del museo della zecca di Roma» A cura del Colonnello Domenico Luppino L'evento è ovviamente gratuito e aperto a tutti Spero di potervi vedere numerosi !! Per chi non conosce l'indirizzo: Palazzo Ducale piazza Giacomo Matteotti, 5 16123 GENOVA. Entrando da piazza De Ferrari seconda porta trovi una targa con scritto Storia Patria Matteo Schivo Segretario del Circolo Numismatico Ligure “Corrado Astengo”2 punti
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Nonno ha 90 anni da qualche giorno, classe 1929 il padre, il mio bisnonno, era Commendatore della Corona d'Italia e industriale della mia zona, e aveva la passione per il collezionismo, dai quadri, ai libri alle monete (non era un tombarolo, svaligiatore o affini). Ora grazie a nonno parte delle monete le ho prese in custodia io, e sto cercando con sacrifici ad integrare la collezione di famiglia e ad approfondirne la storia. Seguirò allora il suo consiglio, mi farò scrivere una sorta di dichiarazione e poi vedrò di farla autenticare (ho letto che anche tramite posta si riesce a certificare la data provo a sentire anche lì). Grazie mille per la cortesia espressa. Comunque in generale, non è che se uno ha ricevuto in eredità dal nonno monete o roba varia deve essere tacciato sempre come essere menzognero o truffatore, è un cliché rituale che riemerge sempre. Ho 21 anni ringrazio mio nonno che mi ha trasmesso la passione per la numismatica (anche se a lui non ha mai interessato) e che soprattutto ha mantenuto la collezione del padre (piccola rispetto alle vostre, ma importante per me) negli anni. Grazie a chi mi ha aiutato cortesemente2 punti
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A conferma di quanto scrivevo al post n. 36, riporto il link al sito della Soprintendenza Archivistica della Sardegna, che descrive le modalità di eliminazione dei cc.dd. "scarti d'archivio": http://www.sa-sardegna.beniculturali.it/index.php?id=367 Si presti attenzione, in particolare, al seguente passaggio: "Qualora l'autorizzazione venga rilasciata, l'ente interessato dovrà consegnare la documentazione da eliminare - ai sensi dell’art. 8 del d.p.r. 8 gennaio 2001, n. 37 ("Cessione degli atti di cui è disposto lo scarto"), ribadito anche dalla Direzione generale per gli archivi con lettera circolare 8 mar. 2007, n. 5 – a una ditta specializzata, alla Croce Rossa Italiana o ad altre organizzazioni che ne garantiscano in modo certo la distruzione. Particolare attenzione dovrà essere posta ai documenti contenenti dati sensibili, che dovranno essere salvaguardati ai sensi della vigente normativa sulla privacy e dei quali si dovrà evitare ogni possibile uso improprio. Il verbale di avvenuta distruzione dei documenti, rilasciato dal soggetto a ciò incaricato, dovrà essere trasmesso alla Soprintendenza archivistica entro 60 giorni, per la conclusione del procedimento.". Come si può notare, la previsione è che gli "scarti d'archivio" vengano rigorosamente distrutti (e di ciò se ne fanno garanti la C.R.I. e gli altri Enti o Organizzazioni preposti al loro smaltimento). E' previsto addirittura che venga redatto un "verbale di avvenuta distruzione dei documenti." Da questa previsione si può capire il motivo per il quale qualcuno si è "svegliato" e va a caccia di documenti delle PP.AA. in vendita. M.2 punti
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Buon pomeriggio Questa l'hai già "mandata" e ti si è risposto. Se le altre le "mandi" allo stesso modo: anche no! A seconda del tipo di moneta devi inserirla nella relativa Sezione, postando fronte e retro della stessa. Se poi ci aggiungi un saluto, un per favore ed un grazie, le tue richieste saranno certamente meglio accolte ed esaudite. saluti luciano2 punti
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Buon giorno a tutti, Ho appena pubblicato la nuova composizione del consiglio SNI a questo link http://www.socnumit.org/consiglieri_8.html2 punti
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Ciao. Se il bene, in origine, apparteneva allo Stato e ne era stata disposta la sua conservazione o distruzione con apposito verbale, il fatto che ora si trovi sul mercato può legittimare le autorità a sequestrarlo anche solo per la finalità recuperatorie. Poi, sarà anche prescritto il reato originario commesso da chi, in zecca, si è impossessato di questi oggetti e li ha portati all'esterno (furto), ma i successivi passaggi (che darebbero luogo al reato di ricettazione o, eventualmente, incauto acquisto) non è affatto detto che non siano più perseguibili. Recentemente, in relazione a documenti che avrebbero dovuto trovarsi negli archivio statali (Prefettura) e che sono stati invece rinvenuti in vendita in un mercatino, risalenti anche agli anni '30 e '40 del '900, i Carabinieri hanno operato il sequestro degli stessi e denunciato chi li vendeva per ricettazione: https://www.altarimini.it/News105111-sul-banco-del-mercatino-in-vendita-documenti-di-stato-risalenti-agli-anni-30-e-40-nei-guai-riminese.php Sempre con riferimento al possesso di documenti dello Stato ancor più risalenti nel tempo e per i quali chi li deteneva ha potuto dimostrare di averli acquisiti dalla Croce Rossa nel 2000 (e non mi risulta che gli scarti di Zecca potessero essere regolarmente ceduti a privati o ad enti ma, piuttosto, che dovessero andare assolutamente tutti distrutti - qui ce lo può confermare @elledi), il possessore - nonostante ciò - ne ha subito il sequestro ed è stato denunciato: https://www.lastampa.it/2018/01/06/italia/la-battaglia-del-collezionista-per-vendere-documenti-storici-IOGyMs0vLMXkZJsrVbaHgI/pagina.html Entrambe le vicende giudiziarie sono ancora in itinere e non si sa ancora come saranno definite, ma direi che sia già sufficiente questo quadro per suggerire comunque cautela nel sostenere che dei beni appartenenti allo Stato, quali sono certamente le coniazioni di monete difformi e destinata alla distruzione, che non dovrebbero trovarsi sul mercato, possano essere tranquillamente vendute o scambiate. La questione dei "falsi d'epoca" mi sembra invece ben diversa da quella delle coniazioni di Stato difformi e non destinate ufficialmente ad uscire dalla Zecca. O meglio: se il falso d'epoca era stato a suo tempo sequestrato e fatto oggetto di un processo penale, sia gli atti di detto processo che il falso (a suo tempo sequestrato ed allegato al fascicolo), dovrebbero trovarsi negli archivi dello Stato. Recentemente, ho potuto visionare sia l'intero fascicolo di un procedimento penale degli anni '30 del '900 che l'allegata moneta falsa, acquistati da un amico di Torino su un portale internet. Testimonianza numismaticamente molto affascinante, non lo discuto, ma.......può un insieme del genere essere legittimamente sul mercato antiquario? Se invece il falso d'epoca non venne a suo tempo sequestrato ma continuò a circolare indisturbato oppure venne da subito inserito in una raccolta, è evidente che nel momento in cui quella monetazione è andata fuori corso, il falso non era più penalmente rilevante e la sua successiva circolazione fra i collezionisti non mi pare che ponga alcun problema. Quel falso, infatti, a differenza delle monete difformi (e da distruggere - come da Regolamenti e verbali della Zecca) non era uno produzione statale ma privata. Poi, come sempre, ognuno la veda come meglio crede. Questo è il bello del pluralismo.? Saluti. Michele2 punti
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Ultimo possessore ? Bè per il Foscari se vuoi a 25€ al grammo te lo prendo io .... È una discussione accattivante, vediamo cosa esce fuori. Io non posso contribuire, ho pensato però più volte di aprirne una simile sulla sezione papale richiamando l'attenzione sulla rarità di certe monete che è quasi impossibile trovare migliori di un buon BB. Questo in opposizione alla conservazione estremizzata però temo che avrei poco seguito, qualche appoggio si, ma niente di più .... Perciò desistito.2 punti
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Posso darti un consiglio ? Non farti troppe domande vivi sereno ......2 punti
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Un recente studio di una famosa università americana ha dimostrato che una persona può sopravvivere un mese senza mangiare, una settimana senza bere, e due ore senza whatsapp...ormai sarà un'ecatombe petronius2 punti
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Si tratta di una semplice doppia battitura, difatti il rovescio capovolto mostra chiaramente l’altra legenda e una parte della personificazione che si sovrappone alla figura. c’è una teoria a riguardo relativa al fatto che per velocizzare il processo di coniazione si tenesse fermo solo il conio di incudine, poi si alternavano i due conii di martello uno con un rovescio e uno con un altro in modo che mentre uno caricava il colpo l’altro sferrava il suo. Ci sono diverse evidenze (tra cui questa) in cui su un rovescio è parzialmente impressa un altra immagine, questo spiega anche gli assi di conio a zero o 180.2 punti
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Salve, ho letto solo ora questo interessante intervento e mi permetto di scrivere perchè la stessa osservazione sulla grande frequenza della lettera sulla monetazione di Velia l'ho fatta anche io. Nel mio libro "I numeri svelati" interpreto la non come lettera ma come numero 500 del sistema di numerazione ionico ed indicherebbe la pezzatura di 500.000 didrammi di ciascuna emissione monetale di Velia. Per motivi di spazio si preferiva riportare solo il numero 500 e sottindere le migliaia, come se si scrivesse 500(.000). Una prova del fatto che la sia un numero e non la firma di un incisore è data da questa moneta su cui a tale lettera si accompagna, al di sotto del leone, quello che in genere è ritenuto il monogramma di Kleudoros, l'incisore che ha realizzato i conii delle monete postate da @Archestrato e conservate all'Ashmolean Museum: come si vede il leone sulla moneta da me postata è di stile molto diverso da quello attribuito a Kleudoros, segno che il monogramma al di sotto del leone sulla moneta qui postata, non può essere il monogramma di un incisore ma un numero. Nella mia interpretazione rappresenta la moltiplicazione di 20 del sistema ionico (K) x 5 dello stesso sistema di numerazione (E) con il risultato di 100(0.000) di dracme ed esprime, quindi, la pezzatura dell'emeissione in modo diverso. Infatti un milione di dracme corrispondono a 500.000 didrammi. La ricorrenza del numero anche su altre monetazioni della Magna Grecia (ad esempio Turio) indica che anche in questi ambiti le emissioni di didrammi erano in genere di 500.000 pezzi. Ovviamente si tratta di un mio parere personale...2 punti
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Buonasera, ciò che resta della moneta non permette, almeno per la mia personale esperienza, una identificazione certa. Comunque credo di averla individuata in questo sesterzio che lei forse non trovava in Antonino Pio in quanto emesso invece da Adriano, per il figlio adottivo Antonino Pio: Mi farebbe piacere avere conferma dai più esperti. Cordiali saluti P.S.: l'esemplare raffigurato in SEAR ha la legenda PIE - TAS nel campo, quella del RIC II 1083A (con busto nudo) all'esergo, come in queste rispettivamente:1 punto
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Ciao Luciano. Da quello che so (ma in rete si dovrebbero trovare le relative norme e Circolari), la C.R.I. riceveva gratuitamente i cosiddetti "scarti d'archivio" delle PP.AA. impegnandosi a conferirli alle cartiere; queste ultime corrispondevano per ogni quintale di carta conferito un certo importo, che veniva incamerato dall'Ente conferente. Strada facendo, a quanto pare, anziché finire tutto al macero (questa doveva essere la sorte delle carte ed il compito demandato alla C.R.I.) qualche documento si è....perso per strada, riapparendo nei mercatini e non solo. Da qui, le indagini e i sequestri di questi documenti, recentemente effettuati, con annesse denunce. Saluti. M.1 punto
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Si, e dichiArare da dove vengono, e che non le ha scavate ma comprate ai mercatini. Logicamente all’epoca nessuno gli rilasciava la fattura perché ancora non esistevano. Lo faccia protocollare da un notaio Poi starà a chi di dovere, se non fosse d’accordo, dimostrare il contrario.1 punto
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Grazie mille delle risposte a tutti!! Scusate se ho sbagliato termine, ma l’ho scritto tra virgolette proprio perché non lo volevo intendere nel suo significato letterale! Nella copertina dell’asta erano ben visibili le condizioni delle monete e le ho comprate in ogni caso, proprio per il valore storico che posseggono, molto più alto (a parer mio) di un qualsiasi valore di mercato!! Apprezzo molto le vostre risposte e vi ringrazio di aver usato il vostro tempo solo per rispondermi! buona giornata!!1 punto
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Be il grosso del GRADONGO è una bella particolarità, così come il Venier barbuto. Credo che tutti abbiamo degli "sguroni" vedasi il mio tornesello del Dandolo o monete bucate che hanno un lor perchè.1 punto
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Taglio: 2 euro CC Nazione: Italia Anno: 2008 Tiratura: 2'500'000 Condizioni: BB Città: Milano (MI)1 punto
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Buon pomeriggio L'Utente si è da poco iscritto; vero è che ha aperto la discussione nella sezione "identificazione/valutazione/autenticità", ma forse è l'errore che fanno tanti nuovi iscritti che non hanno ancora dimestichezza con le sezioni. D'altra parte che cosa sia è già illustrato dal certificato; probabilmente ha voluto solo farcela vedere e lo ringraziamo per la condivisione. saluti luciano1 punto
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nuovamente un ringraziamento al circolo bergamasco nella persona di @gpbasetti per la lettera e la medaglia del circolo appena ricevuta. spero il concorso venga riproposto e che in più giovani possano aderire a questa bella iniziativa1 punto
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Salve segnalo: https://www.academia.edu/38802292/_Avemo_libre_d_ariento_il_quale_metemo_in_zecha_i_charlini_postumi_battuti_a_Napoli_al_tempo_di_Giovanna_II_d_Angiò_1414-1435_in_Rivista_Italiana_di_Numismatica_e_Scienza_Affini_CXX_2019_pp._227-270 Lo studio ricostruisce a grandi linee i rapporti tra mercanti toscani e ragusei che operavano nel Regno di Napoli e documenta l’ingente coniazione di gigliati postumi nella zecca di Napoli durante il regno di Giovanna II d’Angio`-Durazzo. In base a diversi elementi e confronti preliminari, viene proposto un tipo di robertino quale modello per questo periodo. The study reconstructs the relationships between Tuscan and Ragusan merchants, who traded in the Kingdom of Naples, and it documents the massive minting of posthumous gigliati in the mint of Naples, during the reign of Giovanna II of Anjou-Durazzo. Based on several elements and preliminary comparisons, a type of robertino is proposed as a model for this period. L’étude reconstruit grosso modo les relations entre les marchands de la Toscane et de Dubrovnik (Raguse), qui opéraient dans le royaume de Naples, et il documente aussi le considérable monnayage de gillats posthumes, frappe´s dans l’atelier de Naples, pendant le régne de Jeanne II d’Anjou-Durazzo. Suivant plusieurs éléments et comparaisons préliminaires, on propose enfin un type de robertino comme modéle pour cette période. Aggiungo una breve nota statistica. Sulla RIN 2018 [S. Perfetto, Gli ultimi tornesi del Regno di Napoli al mismo cuño del antiguo (1536-1542)] e sulla RIN 2019 [S. Perfetto, “Avemo libre d’ariento il quale metemo in zecha”: i “charlini” postumi battuti a Napoli al tempo di Giovanna II d’Angiò (1414-1435)] sono stati pubblicati consecutivamente due contributi sulla zecca di Napoli. Per trovare due articoli consecutivi riguardanti la zecca di Napoli tra gli indici RIN, bisogna tornare indietro al periodo 1891-1893 e per trovarne due firmati dallo stesso autore ci si deve riferire sempre allo stesso periodo. Mi auguro che questo rilievo possa avvicinare all’atmosfera dei tempi dell’illustre Sambon. RIN IV 1891 A. G. Sambon, I «Cavalli» di Ferdinando I d’Aragona. A. G. Sambon, I «Carlini» e la Medaglia trionfale di Ferdinando I d’Aragona. RIN V 1892 A. G. Sambon, Di alcune monete inedite di Alfonso I e Ferdinando I re di Napoli e di due officine monetarie del Napoletano finora sconosciute: a) Zecca di Gaeta. b) La Cella ed il Reale d’Alfonso I coniati ad Aquila. c) Zecca di Lanciano. d) Il Coronato di Ferdinando I in oro. RIN VI 1893 A. G. Sambon, Incisori dei coni della zecca napoletana. A. G. Sambon, Tre monete inedite di Carlo III di Durazzo.1 punto
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Compravendita conclusa, ieri mattina sono andato a vederla e alla fine me la sono portata a casa. Eccovi delle foto decenti della banconota in questione. ? A voi la parola sul grado di conservazione. A mio modesto avviso direi che in BB ci sta tutto. Ringrazio chi interverrà Stefano1 punto
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Ciao Bernardino, l’articolo molto vario e strutturato e’ centrato sulle monete di Modena e quelle per il Levante, però ci sono esempi di altre monetazioni Ferrara, Reggio, Brescello, Camerino, Correggio, per la Garfagnana, i riferimenti e gli esempi citati sono di più monetazioni, fermo restando Modena la monetazione centrale.1 punto
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Complimenti a Morello per il suo costante impegno divulgativo, e mi congratulo con tutti gli autori dell'ultimo quaderno di studi.1 punto
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A giorni, in asta Artemide LI ai lotti 97 e 101, 2 oboli parecchio rari ed interessanti da Sibari e Turio : il primo, mi pare, già comparso poco tempo fa in altra discussione .1 punto
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Si rovescio frutto del caso, una serie di eventi, la figura sotto è la Providentia, su cui è stata battuta sopra con il secondo conio di martello l’altro rovescio. allego un’immagine di un rovescio con la Providentia a scopo illustrativo.1 punto
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Però torniamo sulla terra: dall’avere una simpatica 100 lire ribattuta in un cassetto al trovarsi le fiamme gialle sotto casa in tenuta da sommossa ce ne passa ... speriamo..1 punto
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Il ragionamento che volevo proporre non è certo di incoraggiare determinati reati da parte dei dipendenti della zecca, tuttavia, una volta che il reato è prescritto ed il tondello "incriminato" si è "storicizzato", lo ritengo perfettamente collezionabile ed anche interessante...immagino non saremo d'accordo, ma questo è il mio pensiero al riguardo...? E' lo stesso concetto dei falsi d'epoca, originariamente derivano da un reato, in seguito però anche questi tondelli acquistano un interesse numismatico ed un valore collezionistico, anche in ragione della storia "criminale" che portano con sè..1 punto
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Certo! In questo caso ha copiato Ravenna. È un denaro che si vede poco, questo è passato in asta un paio di anni fa: il più bello che mi è capitato di vedere.1 punto
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Numismatica Ars Classica > Auction 114 Auction date: 6 May 2019 Lot number: 412 Lot description: The Roman Republic The Bellum Sociale. Denarius, Corfinium circa 90, AR 3.92 g. Laureate head of Italia l.; behind, ITALIA. Rev. Oath-taking scene: Eight soldiers, four on each side, pointing their swords at pig held by kneeling youth; in the background, standard. In exergue A. Sydenham 621. Campana 59. RBW 1214 (this coin). Historia Numorum Italy 408. Rare and in exceptional condition for the issue, possibly the finest specimen known. Virtually as struck and almost Fdc Ex NAC -Spink Taisei 16 November 1994, Steinberg, 26; NAC 9, 1996, 640 and NAC 61, 2001, RBW part I, 1209 sales. Estimate: 10000 CHF ILLUSTRAZIONE: PARTICOLARE DEL "GIURAMENTO DEGLI ORAZI", DIPINTO DI JACQUES-LOUIS DAVID1 punto
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Quindi ho effettuato una ricerca sul web in merito e l’unico riferimento proviene da Wikisource che a sua volta riporta un datato (1892) scritto del Gnecchi: “ Numi plumbei”. https://it.wikisource.org/wiki/Numi_plumbei Di seguito un estratto del testo: "… Fra i numismatici della fine del secolo scorso e del principio del presente, s’è fatto un gran battagliare per decidere so veramente l’antichità abbia avuto o no una vera moneta di piombo… La conclusione della lunga battaglia si fu — come a noi ora pare naturalissimo — che le citazioni degli autori latini dovessero prendersi in senso allegorico, che il numus plumbeus dei romani non indicasse una speciale e reale moneta: ma fosse semplicemente un modo di dire, press’a poco equivalente all’espressione vile moneta dei nostri giorni: e che quindi vera moneta di piombo non abbia mai esistito nel mondo romano, quantunque di tali monete abbiano dimostrato l’esistenza nell’antico Egitto, nelle Gallie, in Numidia e forse a Siracusa… lo strano sta in questo, che tutta la battaglia venne impegnata e combattuta a proposito di quei piombi romani numerosissimi… ad essi si propriamente si può applicare l’appellativo di numi plumbei, salvo vedere poi in qual senso tale denominazione sia da intendersi. Certo sono più rari degli altri, e forse non vennero in luce che in questi ultimi tempi. I grandi scavi di Roma e, più che altro, i lavori per la sistemazione del Tevere ne hanno portato recentemente in luce una grande quantità, e in questi ultimi anni ne ho potuto mettere insieme alcuno centinaia… Questi piombi sono imitazioni o. più propriamente, riproduzioni di antiche monete e specialmente di denari della Repubblica romana, senza riguardo ad epoca: ma ve n’ha anche buon numero che riproduce monete d’argento, e alcuna anche di bronzo dell’impero, cosicchè a loro si conviene veramente il titolo fin qui usato a torto di numi plumbei… Si presentano in generale anneriti dal tempo, ma perfettamente conservati, se provenienti dal Tevere, mentre invece sono coperti di polvere bianca d’ossido e più o meno ossidati e scomposti anche all’interno, se provenienti dalla terra… … mi pare non si possa uscire dalle seguenti categorie, fra le quali procederemo per via d’eliminazione: a) Prove di zecca. b) Tessere. c) Monete genuine. d) Anime di monete falsificate. e) Monete false. a) Da parecchi numismatici li ho intesi classificare per provo di zecca. A me pare che si potevano forse ritenere per tali quando il loro numero era tanto esiguo: ma ora che tanti ne vennero in luce, davvero mi sembra che il loro numero sia una seria obbiezione a tale classificazione… b) Come Tessere, è troppo ovvio che lo Stato non avrebbe mai permesso di fabbricarne coi conii delle monete correnti… c) Lo stesso ragionamento vale per escludere l’ipotesi che i piombi in discorso fossero monete genuine. Prima di tutto monete genuine di piombo non ne conosciamo nè nel fatto nè nel diritto, ossia nè ci rimasero di cotali monete — provato che siano tali — nè sappiamo d’alcuna legge che mai le avesse autorizzate… d) Di anime di monete falsificate ne conosciamo di ferro e più specialmente di rame, sulle quali era applicata una sottile lastrina d’argento, formando così le cosidette monete foderato o suberate, comunissime nella serie romana più che in qualunque altra e segnatamente nella serie repubblicana… E poi, non sono i soli denari d’argento che riproducono questi piombi, bensì anche monete repubblicane e imperiali di bronzo, e qui la teoria non reggerebbe più in nessun modo. Avendo escluso una dopo l’altra quattro delle categorie, non ci rimano che fermarci alla quinta, quella delle monete false, la quale sembra essere l’unica che ne spieghi razionalmente l’esistenza. Nuove, le monete di piombo simulavano benissimo le monete nuove d’argento; ossidate — e il piombo si ossida presto — assumevano quel colore neutro, che moltissimo assomiglia all’argento usato, e potevano anche confondersi colle varie tinte del bronzo in circolazione. … Il piombo poi è il metallo che meglio si prestava alla falsificazione pel suo grave peso, e poteva allettare molto i falsificatori per la facilità sia di stamparvi le impronta con un conio di poca durezza formato sulle monete correnti, o anche per essere fuso in forme preparate colle stesse. Ci sono rimaste abbastanza numerose le forme in argilla di monete del III secolo (io ne posseggo alcune di Massimino Daza, Costantino Magno, Costantino II, Crispo, etc.) nella quale o falsificatori privati o fors’anche qualche officina monetaria, a risparmio di tempo, colava il bronzo, per farne monete, che entravano poi in circolazione. Ora l’operazione riesciva molto più facile col piombo. Esaminando attentamente le monete di piombo, pare veramente di poter concludere che, se una buona parte di esse furono coniate, altre furono prodotte colla fusione; e nulla osta a che si adoperassero i due sistemi. Quello però che si rileva certamente è che i conii o gli stampi adoperati per l’una o per l’altra operazione non erano fabbricati ex novo, e non erano incisi appositamente; ma semplicemente riprodotti sulle monete in corso, che capitavano alla mano e quindi d’ogni conservazione. Alcuni si vedono improntati su monete nuove a fior di conio, altri invece su pezzi di mediocre o cattiva conservazione. Né si può ammettere che la corrosione di molti piombi, possa essere la conseguenza della lunga circolazione. Prima di tutto perchè non possono averne avuta una molta lunga, e dal momento che venivano riconosciuti falsi, erano buttati via, e poi perchè il loro stato presente lascia abbastanza chiaramente trasparire il loro stato originario, come un’impronta d’una moneta, in qualunque modo fatta, lascia vedere lo stato della moneta da cui fu tolta. In altre parole molti piombi sono per sé stessi di buonissima conservazione, sono cioè a un dipresso allo stato in cui furono originariamente prodotti, ma evidentemente il conio originario non riproduceva che un’impronta molto stanca. E di questo si può avere un’idea abbastanza chiara, osservando la tav. IV, in cui è riprodotto un certo numero di piombi a diversi gradi di conservazione. Una certa maggiore difficoltà s’incontra a spiegare piombi riproducenti monete di bronzo; ma la difficoltà non è insormontabile, so si considera che grande era la differenza di valore fra il bronzo e il piombo, e grande la facilità di fabbricare tali contraffazioni, mentre il piombo presto ossidato prende quella tinta neutra o nerastra, che può benissimo confondersi colle variate tinte delle monete di bronzo da lungo tempo in circolazione. Concludendo dunque, tutti i piombi antichi riproducenti monete non si possono considerare altrimenti che come monete false. " Quindi un falso d’epoca … voi avete trovato altri riferimenti più recenti? O siete in possesso di altri “numi plumbei”? (che a dir del Gnecchi erano abbastanza comuni?) D’altra parte il piombo era abbastanza diffuso in ambito romano antico… relativa economicità, buon reperimento, bassa temperatura di fusione, alta malleabilità anche in caso di coniazione… un affare!!! Ciao Illyricum1 punto
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Se la macchia scura/nera è dovuta a un prodotto di ossidazione dell’argento, può trattarsi di solfuro d’argento (Ag2S) che si presenta come un solido cristallino di colore nero-grigiastro o di ossido d’argento (Ag2O) che si presenta come una polvere nera. Il cloruro d’argento è il sale dell’argento con l’acido cloridrico e ha l’aspetto di un solido cristallino bianco. E’ presente nel minerale cerargirite, detto anche argento corneo perché si presenta spesso in masserelle o in croste di consistenza cerosa e colore grigio verdolino, che per esposizione alla luce diviene bruno violaceo. In ogni caso, per togliere la macchia scura bisogna portare in soluzione il prodotto di ossidazione superficiale ripristinando l’argento metallico sottostante. Alcune indicazioni sul modo di operare si possono trarre da https://www.wikihow.it/Pulire-le-Monete-d'Argento Si può sperimentare prima l’immersione in ambiente acquoso acido per acido citrico al 10-15% (succo di limone) e poi in ambiente acquoso basico per ammoniaca (idrato di ammonio) al 10% (in entrambi i casi suggerirei l’azione degli ultrasuoni sulla soluzione in cui è immersa la moneta). Alcuni consigliano anche di strofinare con uno spazzolino a setole morbide o con gomma pane la zona interessata tra un trattamento e il successivo, anzi, i successivi perché può essere necessario ripeterli più volte per avere dei risultati. La regola d'oro da seguire in queste operazioni è: cautela e pazienza.1 punto
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Ma certamente! sfondiamo una porta aperta! Le emissioni di monete moderne sono solo speculazioni ai danni dei collezionisti, che spendono soldi che non li rivedranno mai più! Finchè sono seriette di poco condo ( e di poca spesa) ma quando le monete sono in metallo prezioso, e vengono pagate 4/5/10 volte il valore del metallo... son dolori! saluti TIBERIVS1 punto
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Proprio quello che intendevo : prova a comprarle e vedi se te le fanno pagare cinque euro cad. Speculazione all'ennesima potenza.1 punto
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MEDAGLIA DEL PRIMO CIRCOLO NUMISMATICO MILANESE ...e tessera di riconoscimento del Fondatore SERAFINO RICCI1 punto
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Ecco, finalmente sono tornato in possesso del mio PC e quindi posso fare i disegnini come una volta. Sì, io credo di vedere che la moneta bonifacina è stata coniata sopra un quartaro genovese del I° tipo, io sarei abbastanza sicuro dela legenda genovese che vi scrivo negli allegati un po' deformata dal coplo di amrtello successivo ricevuto.1 punto
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Ciao! Grazie dei complimenti. Il bagattino per Brescia, come si può intuire, mi affascina sempre; qualche anno fa ho avuto l'opportunità di vedere, insieme ad un Amico e grazie al Conservatore del Museo di Santa Giulia di Brescia, un bel sacchettino di queste minuscole monete. Una festa per i miei occhi e grande è stato il rammarico di non avere tempo per potermeli spulciare uno a uno; ho solo dato una guardata all'insieme, ma che bello sarebbe stato potermeli studiare con calma, magari fotografare i più belli e, magari, trovare qualche particolarità. saluti luciano1 punto
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