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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/06/19 in Risposte
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Ciao a tutti, in questo uggioso lunedì di primavera volevo condividere con voi il mio ultimo acquisto effettuato giusto questo sabato buttando un'offerta senza speranza alcuna in un lotticino di varie romane tra cui spiccava - non riconosciuta - una monetina estremamente rara di Vittorino... non potevo seguire l'asta fino al suo termine così ho incrociato le dita e... la fortuna è stata dalla mia parte! Il lotticino è venuto via quasi alla base per il prezzo di una pizza! Ma veniamo all'antoniniano: Vittorino Zecca di Trier, Officina A; 2a emissione (metà/fine 269 d.C.) D\ IMP C PIAV VICTORINVS P F AVG R\ COMES AVG RIC (non presente); Elmer (non presente); Cunetio n. 2519 (2 esemplari); Normanby 1402 (3 esemplari); Mairat 564 Si tratta di un pezzo che, fino alla scoperta del ripostiglio di Cunetio del 1982, non era noto e pertanto non è presente nei due testi principali per la catalogazione delle monete imperiali del periodo (RIC e Elmer). I pezzi noti sono appunto i due esemplari provenienti dal Cuentio Hoard (entrambi musealizzati al British) e i tre dal Normanby (di cui solamente uno che appare saltuariamente nel mercato: la prima volta nel 1989 e la seconda nel 2016 sempre presso la casa d'aste P.F. Jacquier). Nel catalogo compilato da Mairat sulla monetazione dell'impero gallico ci sono le immagini dei due pezzi del Cunetio (564/1-2, vedi immagine) e del pezzo del Normanby passato sul mercato (di cui riporto la foto dell'ultimo passaggio in asta del 2016? I pezzi sembrano condividere tutti il medesimo conio di rovescio, mentre per quel che riguarda il conio del dritto i legami ci sono tra i due esemplari del Cunetio e il mio. Da ultimo è interessante osservare come per Vittorino, presso la zecca di Trier, l'antoniniano col rovescio COMES AVG sia noto in due varianti: la prima con la Vittoria andante verso destra che riprende il tipo VICTORIA AVG della zecca di Colonia di Leliano, 530/1, (poi continuato con Mario, 551/4) e la seconda con la Vittoria stante a sinistra (il tipo in questione) che invece ricorda le emissioni più tardive della VICTORIA AVG di Mario di Colonia, 553/4: Infine, da aggiungere che il tipo oggetto di questa discussione, è noto anche con il segno di zecca nel campo a sinistra della stella * che troviamo anche negli antoniniani a legenda PAX AVG e INVICTVS. Concludo qui per ora l'analisi del pezzo, richiamando sul finale una mia precedente discussione di un paio d'anni fa in cui proponevo l'analisi di una tipologia di rovescio analoga per Vittorino però imitativa e che allora avevo catalogato (erroneamente) come una imitazione del tipo in questione (Mairat 564 - Cunetio 2519 - Normanby 1402), ma che invece riprende la tipologia più tarda catalogata da Mairat al n. 578 con legenda breve IMP C VICTORINVS P F AVG (3 esemplari nel Nromanby al n. 1408), ma con * al rovescio che non è invece presente nel mio pezzo imitativo. Qui il link alla discussione dell'epoca: Che dire, più che soddisfatto di aver acquisito questo pezzo assai raro di Vittorino, ufficialmente il sesto esemplare noto di cui solamente 4 (compreso questo) immessi nel mercato numismatico dato che i due pezzi del Cunetio sono al British... resta il dispiacere di non disporre delle immagini degli altri due esemplari provenienti dal Normanby hoard perché non c'è modo di verificare se questo esemplare sia uno di questi ultimi la cui provenienza magari è andata persa nei vari passaggi di mano in mano fino ad essere confuso con un banale antoniniano di poca importanza... chi lo sa!8 punti
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Ricordo che da bambino, per un paio di estati, ho frequentato un circolo di scacchi nel mio paese. Erano tutti grandi e con i capelli bianchi ed io ero l'unico bambino. In pratica i miei pomeriggi estivi a metà degli anni '80 erano, compiti per le vacanze, partitella in strada con gli amici e poi la sera questo circolo di scacchi. Non tutti erano entusiasti della presenza di un ragazzino in quell'ambiente e quindi facevo un pò fatica a trovare un tavolo per giocare, spesso guardavo solo. Poi un giorno un "villeggiante", un uomo sulla settantina con una lunga barba bianca, dai modi garbati che sembrava uscito da qualche romanzo ottocentesco mi si avvicinò. Così inizio a raccontarmi storie, anche più interessanti degli scacchi. Forse non era nemmeno un giocatore di scacchi ma era un uomo di una cultura spropositata e capii subito che aveva un'assoluta necessità di trasferirla a qualcuno. Così inizio a raccontarmi aneddoti dei suoi lavori in Africa (era un ingegnere civile) e quasi sempre accompagnava questi racconti con dei regali, spesso erano proprio monete dei posti che aveva visitato. L'anno dopo portò con sé la sua collezione e così vidi per la prima volta le monete antiche. Per me fu una sorta di folgorazione. Ogni moneta mi veniva presentata con vere e proprie lezioni di storia, contestualizzando il tondello in racconti di signori, papi e città. Sergio, così si chiamava, non credo di aver mai saputo il suo cognome, aveva due nipoti che si disinteressavano totalmente dei sui racconti e lui ci soffriva molto, forse anche per questo motivo si affezionò a me. Il terzo anno tornò ancora con la sua collezione ma non per farmela visionare di nuovo ma per donarmela. Era talmente assurda come storia che i miei genitori, increduli, decisero di recarsi a casa di Sergio per chiedere una sorta di conferma sul regalo. Non ci furono altre estati con Sergio, morì in quello stesso anno. Dalle monete ai miei studi di archeologia il passo fu breve. Ricordo perfettamente il giorno che entrai per la prima volta nella facoltà di lettere e filosofia della Sapienza (Roma) per un colloquio con i professori che avevano il compito di "orientare" gli studenti. Quella professoressa tento in tutti i modi di dissuadermi, ma io avevo già scelto. Passò poco tempo ed iniziai a seguire le lezioni del Prof. Panvini Rosati. Ogni santo giorno passavo prima davanti alla facoltà di Giurisprudenza con le aule strapiene di studenti e poi arrivavo nella mia classe con meno di 20 persone in un'angusta aula del museo dei gessi (gipsoteca), con il professore che ci chiamava per nome e con i suoi foglietti svolazzanti. Credetemi ogni santa volta ripensavo a quella professoressa che in pratica scacciava gli studenti invece di assecondarli. Le mie "paghette" settimanali (70mila lire) finivano quasi tutte in un negozietto vicino Piazza di Spagna e da @Umberto Moruzzi. Ecco questa è la mia storia "numismatica", quella di Sergio e quella di uno strano paese che si è permesso di avere un Professore come Panvini Rosati con classi di 20 studenti.5 punti
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Grazie certe manifestazioni di stima non possono che farmi piacere, è vero ho sacrificato la mia intera vita alla divulgazione,come uomo, come insegnante e come appassionato di numismatica e come artista... Crebbe da subito in me il desiderio di raccontare le vicende della vita dell'uomo attraverso le più svariate espressioni, in seconda liceo i miei insegnanti mi costringevano a fare lezione al posto loro ai miei compagni per riuscire a fargli comprendere certe argomentazioni, o a chiedermi consiglio per i voti di fine quadrimestre da dare, situazioni imbarazzanti da gestire, ma l'attitudine da subito mi fu compagna. Il progetto giovani l'ebbi di conseguenza, appena capii che il donare era parte di me, lo feci da subito già da alunno per aiutare chi non riusciva, e la missione sulla conoscenza mi dava grande appagamento. La numismatica l'ereditai da mio padre e fu strumento imprescindibile, che offrii nel corso dei miei anni ad amici e appassionati che incontrai nel mio cammino. Poi venne il progetto Cordusio, e finalmente appagai il sogno di tanti anni, formando tanti giovani e donando la mia conoscenza di una vita di apprendimento e di passione, quella che ancora oggi, mi da la forza di credere alla vita stessa... Eros4 punti
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Buonasera, Escluderei prima di tutto Costantino II e Costantino III, che pur avendo al diritto legende che terminano in ...CONSTANTINVS AVG, non hanno follis con la "porta di campo" al rovescio. Per Costantino Magno invece: escluderei Costantinopoli, che almeno per quanto ne so, avrebbe solo CONS all'esergo e una A o una B nel campo a sinistra, mentre la tua moneta ha ben evidenti un CONST all'esergo e una S nel campo. Dovrei escludere Arles/Constantina, che ha S-F nel campo e qui ci troviamo, ma all'esergo dovrebbe avere PCONST oppure SCONST, il che non è. A questo punto, mi troverei davanti a un bivio: o la tua moneta è un "inedito", o più semplicemente è successo che ancora più della T e della V di VIRTUS, all'esergo sia del tutto sparita per usura o per difetto di conio la P o la S che dovevano precedere CONST nelle coniazioni di Arles. In questo caso, considerato al diritto il capo di Costantino perlato e diademato e al rovescio la "porta di campo" a sei strati, dovremmo pensare unicamente al bronzetto che il RIC cataloga come "follis" al n. 321P e il SEAR, secondo me più giustamente, come "billon centenionalis", al n. 16310. Oltre tutto, occupato con una P il vuoto che abbiamo davanti a CONST, il segno di zecca risulta perfettamente centrato rispetto al disegno della "porta di campo": Concluderei quindi per RIC VII 321, P: Saluti Hirpini2 punti
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Maurizio sono d'accordo solo parzialemente. In quelle di provenienza medioorientale si tratta di incrostazioni minerali superficiali che poggiano su uno strato superficiale di tenorite (nera). Di solito questa è molto adesa e non si distacca solo con risciacqui o stuzzicadente; per la pulizia va utilizzato un bisturi con movimento parallelo alla superficie da trattare e non verticale rispetto alla stessa. Esistono poi, ribadisco, esemplari di origine iberica (e per esperienza personale anche balcanica) che hanno superfici nere a tenorite e depositi superficiali chiari (a memoria mi pare di ricordare di origine arenacea) che si rimuovono con maggiore facilità. Questo nella mia esperienza personale. Non so se poi l'adesione al substrato degli esemplari medio-orientali sia variabile a seconda dell'area di rinvenimento; ho comunque trovato riferimenti alla pulizia con bisturi anche in siti americani per cui ho una conferma indiretta in tal senso. A mio avviso il contrasto spesso giova alla godibilità dell'esemplare... Ciao Illyricum2 punti
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Sono un appassionato di storytelling. Per raccontarle seguo una filosofia ben definita. Lo storytelling è l'atto del narrare, disciplina che usa i principi della retorica e della narratologia. Il termine storytelling si riferisce ai vari tipi di opere di narrativa, sia opere audiovisive e sia opere letterarie. Tale termine non è da confondersi con lo storytelling management. Come si può ben capire in sostanza è pura divulgazione. Non voglio e ne' desidero scrivere opere scentifiche (lungi da me'). Ma mi diverte pensare ai caffè letterari ove nel tempo passato scrittori di fama internazionale discutevano, dialogavano, immaginavano le stesure delle proprie opere letterarie e.... bevevano caffe', spritz o assenzio. La scelta da parte di una compenete del nostro forum di un caffè per presentare... "Numismatica" è stata a mio modo di vedere veramente azzeccata. Sono altri i luoghi (e ben vengano) dove discutere in maniera scentifica di "Monete". Un ringraziamento a tutti quanti, sia che divulghino sia che studino il mondo che amiamo. Fabry2 punti
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Buongiorno, credo che i folles di Arles RIC VII 321 S aprano la porta di campo su mura di 7 strati (l'ultimo è con archi e punto) sovrastati da 4 torrette, mentre il tuo "follis" ha mura di 6 strati, su cui svettano le torrette. Inoltre all'esergo non riesco a leggere nessuna delle varianti descritte dal RIC 321-SEAR 16310 ("PCONST", "SCONST") ma solo un ..CONS.. preceduto nella fotografia da un qualcosa di evanescente e seguito probabilmente da una T. (ciò non toglie che la zecca possa essere Arles, che Costantino nel 328 aveva ribattezzato "Constantina" in onore del figlio Costantino II ) Vorrei che tu stesso, tanto più esperto di me nella monetazione costantiniana, valutassi questi dubbi, esaminando l'esergo anche con luce radente, per leggere bene cosa preceda il segno di zecca e se il CONS sia realmente seguito da una T. Intanto sarebbe utile conoscere il diametro della moneta e il peso, dal quale potremmo desumere, sia pure con approssimazione, quello della moneta intera. Ti saluto Hirpini2 punti
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Valerian I, Antioch. Bi. Antoninianus. IMP C P LIC VALERIANVS PF AVG, radiate, draped and cuirassed bust right / RESTITVT ORIENTIS, the Orient, turreted, standing right, presenting wreath to Valerian, in military attire, standing left, holding spear. RIC V-1, 287; RSC 189; Goebl 1685e; Sear 9967.2 punti
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Buongiorno @Stilicho concordo pienamente con la tua classificazione. Anche la datazione che fai di questo Antoniniano in biglione, in considerazione della Tribunicia Potestas, è esatta. Buongiorno anche a te @fapetri2001, e complimenti per il bell'antoniniano. In quegli anni di emissione della moneta (che alcuni fanno risalire specificamente al 257) si era nel pieno dell'epoca della "anarchia militare" che tra il 235 e il 284 vide più di una legione proclamare imperatore, per acclamazione, un proprio generale. Credo che fu per affermare e consolidare di fronte a quella nutrita schiera di usurpatori la propria forza, che i due Augusti, padre e figlio, vollero essere ritratti insieme, con lo scudo e la lancia a simbolizzare la loro potenza militare. Spero di fare cosa utile nel riportare, tradotta, una interessante annotazione di SEAR a questo antoniniano di @fapetri2001: "Questo tipo di rovescio è simile, e presumibilmente fu ispirato, al rovescio di un aureo e di un denario di Augusto che lo ritraeva con i due nipoti Gaio e Lucio Severo", figli di Julia sua figlia e di Agrippa. Eccoli: Una immagine non a caso voluta dai due Augusti Valeriano e Gallieno per il rovescio di una moneta di larghissimo uso, qual era l'antoniniano, e quindi di grande circolazione nell'impero. Saluti a tutti2 punti
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Altra medaglia seicentesca con S. Carlo e il Santo Chiodo Al R/. IL VERO . RITRA(TTO) . D(EL) . S(ANTO) . CHIOD(O) . D(I) . MILAN(O)2 punti
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Dico la mia sul fatto Gazzettino, da Autore di ormai 3 articoli sulla pubblicazione suddetta: si rispetta assolutamente la letteratura scientifica o comunque di alto livello, spesso la si cita anche; si dà così modo di scrivere a chi è agli inizi, a chi non potrebbe ovviamente scrivere su Riviste di altro tipo. In ogni caso, il Gazzettino sappiamo che è fatto da appassionati, non ricercatori accademici, anche se molti lavori al suo interno sono davvero ben fatti. è una lettura semplice ed alla portata di tutti. Le parole di entusiasmo degli amici Mario ed Eros (e, spesso, anche le mie) non vogliono indicare il fatto che il Gazzettino sia il non plus ultra della Numismatica, ma la semplice gioia di vedere un desiderio realizzato, una Rivista cartacea e diffusa anche on-line sempre più apprezzata, cosa rara per la nostra passione. Ricordiamoci di essere in un forum, quindi ognuno dice la sua, che qui ci sono importanti studiosi ma anche totali neofiti, che chiedono l'identificazione di semplicissime monete. Spesso quindi amiamo fare "chiacchiere" ed esprimere la felicità di poter avvicinare nuove persone alla lettura di articoli di Numismatica. Un ultimo particolare: sì, per Riviste autorevoli forse il Gazzettino non farà curriculum, ma - ad esempio - a me ha aiutato per collaborare l'anno scorso con un Quotidiano della mia Città; hanno apprezzato con curiosità tra le mie esperienze il fatto che avessi scritto di questa materia :)2 punti
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Ciao, penso che la tua moneta sia questa: Valerian I, AR Antoninianus, Antioch mint. IMP VALERIANVS AVG, radiate, draped bust right / P M TR P V COS IIII P P, Valerian and Gallienus standing facing each other, resting hands on shields between them, two spears behind. RIC 277; RSC 169; Goebl 1598a; Sear 9962. La Tribunicia Potestas V, fa datare la moneta agli anni 257-258 d.C. in cui Valeriano regnava insieme a suo figlio Gallieno per l'appunto. Spero che la classificazione sia esatta. Eventuali correzioni saranno bene accette. Buona notte. Stilicho2 punti
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Cari Artur e Luciano, grazie per il vostro lavoro di questi anni e per aver voluto e sostenuto la creazione di questa sezione del forum. Non dimentichiamolo, ma è figlia vostra!2 punti
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Non capisco (e credo di non esser solo) se con ció intendi "la patina è altro" (e possiamo esser d'accordo su questo come scritto in apertura - addirittura certi americani la chiamano "dirty" ovvero "sporco") oppure se intendi che non si tratta di cosiddetta "desert patina" (invece presente sugli esemplari proposti di datata -ahimè- provenienza da dealer medio-orientale) non ben rappresentata cromaticamente nelle immagini. Ciao Illyricum [emoji6]2 punti
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Ciao a tutti, anche io sono nuovo sia al forum che alla numismatica. Abbiate pazienza con i novellini: tra i falsi, le aste, la difficoltà a identificare le monete... non è per nulla facile. Questo per dire: Continuate a rispondere! Serve non solo a chi posta. se poi uno è maleducato, problemi suoi. Gli altri leggono con interesse. ps: la mia collezione di 5 monete crescerà... ah se crescerà!2 punti
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buon divertimento! https://www.doaks.org/research/publications/books/catalogue-of-the-byzantine-coins-in-the-dumbarton-oaks-collection-and-in-the-whittemore-collection-1 https://www.doaks.org/research/publications/books/catalogue-of-the-byzantine-coins-in-the-dumbarton-oaks-collection-and-in-the-whittemore-collection-2 https://www.doaks.org/research/publications/books/catalogue-of-the-byzantine-coins-in-the-dumbarton-oaks-collection-and-in-the-whittemore-collection-3 https://www.doaks.org/research/publications/books/catalogue-of-the-byzantine-coins-in-the-dumbarton-oaks-collection-and-in-the-whittemore-collection-4 https://www.doaks.org/research/publications/books/catalogue-of-the-byzantine-coins-in-the-dumbarton-oaks-collection-and-in-the-whittemore-collection-51 punto
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Focea è una città greca della Ionia anatolica fondata da coloni di Eretria e Teos nell'8^ sec. A.C. Provetti mercanti (ed all'occorrenza pirati) sulle vie marittime, i Focei arrivano ai mari Adriatico e Tirreno, percorrono le coste della Spagna (lasciandovi degli empori) e si spingono oltre le Colonne d'Ercole nell'area atlantica di Cadice e forse per primi fino al regno di Tartesso col quale instaurano importanti rapporti : fondano le città di Alalia e Marsiglia in Corsica e Francia . L'Impero Persiano che con Ciro II il Grande verso il 550 A.C. espande il proprio territorio fino alla Lidia ed alle città greche di Ionia ed Eolia, causa l'abbandono di Focea da una parte significativa degli abitanti, intolleranti della nuova sudditanza, che si trasferiscono alla loro lontana colonia di Alalia in Corsica . Qui entrano in conflitto con gli Etruschi ed i Cartaginesi che li considerano intrusi in quel mare : dopo una battaglia navale nella quale prevalgono con una 'vittoria cadmea' i Focei debbono abbandonare Alalia e dopo aver raggiunto Reggio, costeggiando verso Nord, su un promontorio collinoso proteso nel mare Tirreno e con due porti naturali ai lati, fondano verso il 535 A.C. la città di Elea (Erodoto I 163-167) . Forse per l'antica intolleranza alla sudditanza, i Focei, ora Eleati, respingono i tentativi di conquista dei Lucani mentre con Roma stringono una solida alleanza già dal tempo delle Guerre Puniche, divenendo municipio romano molto più tardi nel 88 A.C. , conservando una qualche sorta di 'autonomia' poichè si ha notizia che nella città si parla e scrive in greco almeno fino al II sec. in epoca imperiale . Unisco 4 monete, le prime 2 in elettro, di Focea, con le figurazioni della foca (forse all'origine del nome della città) e del leone, leone che è poi l'emblema delle sue 2 colonie, Elea e Marsiglia (3^ e 4^ monete in argento) . Per l'antica vocazione al mare dei Focei, vale ricordare Pitea di Marsiglia del IV^ sec. A.C. , autore di una opera (dispersa e pervenutaci attraverso altri) nella quale descriveva una sua navigazione fino al mare del Nord e forse al mare Artico, raggiungendo anche quell'isola all'estremo Nord, da allora mitica, che chiamò Thule . Questo viaggio, la cui veridicità era controversa già in epoca antica, ci avrebbe tuttavia consegnato alcune descrizioni di fenomeni, il sole di mezzanotte, l'aurora boreale, il mare ghiacciato, allora non noti e dunque in qualche modo frutto di una visione più o meno diretta .1 punto
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Ora capisco, hai calcolato l'inflazione?. Anche se devo dire, avendo vissuto in quel periodo gli anni migliori della mia vita, non ho notato dal 97 al 2002 questa grossa differenza: addirittura 20 euro! In linea di massima ciò che compravo con 100.000 lire nel 97 lo compravo anche nel 2002. Lo sbalzo si è avuto con l'entrata dell'euro.....molti, piano, piano, ne hanno approfittato e a pelle si è avuto subito un aumento percettibile, in primis sulla frutta e sulla verdura. Ti faccio un esempio: prima dell'euro le patate venivano vendute a 800 lire il kg e si potevano trovare anche a meno, con l'entrata in vigore dell'euro costavano a 70 centesimi il kg, oggi sono arrivate ad 1 euro. Se si faceva il calcolo, 800 lire dovevano essere poco più di 40 centesimi, invece quasi tutto arrivò a raddoppiarsi in poco tempo. Una cosa sola ho visto nel tempo scendere considerevolmente di prezzo. Provate ad immaginare cosa..... Ricordo che proprio nel periodo di transizione euro-lira, dal gennaio al marzo 2002, di aver acquistato per la modica cifra di 100.000 lire + 100 euro (avete capito bene: portai al negozio esattamente un pezzo da 100.000, l'ultimo che avevo, gelosamente conservato, e un pezzo da 100 euro, i primi che avevo guadagnato) per acquistare il famoso Nokia 3310, ve lo ricordate? Quello del gioco snake! Unico! Ricordo che, facendo i conti, costava qualche cosa in più, ma riuscì a contrattare e lo portai a casa per nulla di più..... Naturalmente, tutta l'elettronica ha subito cali pazzeschi.1 punto
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Citofono, presso UNIVERSITA' POPOLARE, 2° PIANO fuori sulla ringhiera a destra1 punto
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Ingresso libero per tutti aggiungiamo1 punto
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@Hirpini, grazie per aver riportato l'annotazione di SEAR (veramente interessante!) e per la descrizione del contesto storico in cui e' stata battura la moneta, fondamentale per la corretta interpretazione del rovescio. @fapetri2001, mi associo a Hirpini: il tuo antoniniano mi piace, soprattutto proprio per il rovescio. Vi auguro una buona serata. Stilicho1 punto
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taglio 2 euro cc paese lussemburgo anno 2008 tiratura 1.042.000 condizioni bb+ città trieste taglio 2 euro cc paese germania A anno 2017 tiratura 6.000.000 condizioni bb città trieste taglio 2 euro cc paese germania D anno 2015 A tiratura 6.300.000 condizioni bb città trieste taglio 2 euro cc paese germania D anno 2019 A tiratura 6.300.000 condizioni spl città trieste1 punto
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Essendo nuovo del forum (e neofita anche della materia) mi piacerebbe molto partecipare per conoscervi di persona e apprendere in un modo conviviale, che è sempre il migliore (almeno per me). Non ho però ancora certezza sul poter essere libero il 25: fino a quando è possibile prenotarsi per il pranzo? Grazie Luca1 punto
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Il Tarì 1855 più "artistico". Qui il falsario si è impegnato un po' di più......meno che nel profilo. ?1 punto
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Si è speriamo che i giovani apprezzino i nostri sforzi per non far sparire la numismatica1 punto
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La mia prima volta... diciamo che la mania potrei dire di averla sempre avuta, visto che di monete parlavo in un tema di seconda elementare... La scintilla furono forse i parenti che di ritorno dai viaggi mi regalavano le monete rimaste in tasca... Poi finalmente, a 13 anni, mi recai, accompagnato dai miei genitori, dal numismatico della mia città. Qui mi presi, con i sudatissimi risparmi, un dollaro Morgan, cui mio padre aggiunse il dollaro commemorativo di Ellis Island... Ma quel giorno accadde anche altro, direi di magico: il commerciante mi mostra un'enorme ciotolona piena di monete e mi dice: "Pescane una manata, poi le studierai a casa..." Così feci e il tempo che passai a identificare e capire quelle monete lo ricordo ancora. Tra esse vi era un tondello consunto, quasi illeggibile, che solo dopo tempo seppi riconoscere in un mezzo Sol di Luigi XV, del 1720... era la più vecchia della mia raccolta. Di tempo ne è passato, di strada ne è stata fatta, dalla numismatica ho avuto piccole e grandi soddisfazioni... con un grazie alle persone incontrate, alla volontà, allo studio, a un po' di fortuna: le presenze che auguro siano compagne di tutti i giovani numismatici...1 punto
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La mia prima volta l'ho spesso raccontata, soprattutto nel Topic dedicato ai miei 10 anni su questo Forum; mi autocito :) Amici, come da titolo di questo Topic, sono trascorsi 10 anni dall’iscrizione a questo Forum! La mia passione, o comunque il mio interesse in materia – anche se più lieve – risale però a molti anni prima; ho infatti raccontato, qualche anno fa, l’aneddoto in cui, all’età di circa cinque anni, mentre con i parenti guardavo alcune monete, pensai che “Fior Di Conio” fosse una pianta raffigurata su ad una moneta Risale invece all’estate del 1998 un filmato de me girato nel quale provo – con le mie pochissime conoscenze e commettendo vari errori! – a descrivere sempre le monete dei miei nonni materni. Era però il 2008, quando iniziai davvero ad appassionarmi di Numismatica; mi recai in una tipografia della mia città, per stampare copertine di un disco del mio gruppo musicale, che era proprio vicina ad un negozio di monete e francobolli. Immediatamente, scorgendo la vetrina del suddetto, mi chiesi quello che probabilmente molti, giunti su questo Forum, si sono chiesti e si chiedono: che valore ed interesse avranno quelle monete conservate dai miei parenti? Penso fossero gli ultimi giorni di marzo di quell’anno. Comprai quindi un catalogo-prezziario ed iniziai a documentarmi; rimasi davvero affascinato soprattutto dalle monete preunitarie, della Repubblica in Lire e del Regno d’Italia, soprattutto le prime di Vittorio Emanuele III, dei primi del ‘900. Iniziai anche a frequentare il negozio, mostrando al commerciante alcune monete appunto dei miei parenti, precisamente quelle che sembravano più rare. Erano però semplici riproduzioni, senza alcun valore né storico, né economico. Il venditore non voleva però motivarmi perché tali monete non fossero originali… forse temeva lo volessi ingannare ed io non gli dissi certo di essere un principiante in materia. Forse, non era pure lui un esperto, in quanto scoprii in seguito che la sua specializzazione era prevalentemente filatelica. Mostrai tali riproduzioni anche ad alcuni mercatini, ma ricevetti risposte non complete o comunque poco edificanti. Iniziai allora a documentarmi usando Internet in maniera più seria e dettagliata; arrivai su Lamoneta.it senza però registrarmi e devo ammettere che, almeno nei primissimi momenti, non lo vidi di buon occhio, perché rappresentava quello che non sapevo. Temevo una Numismatica elitaria e poco aperta ai neofiti. La causa però era imputabile unicamente alla mia poca esperienza e ad alcune discussioni lette e non intepretate da me correttamente. Penso che, in tutte le passioni prese con serietà, ci sia quel momento iniziale in cui si è duramente messi alla prova, nel quale ci si “scontra” con la realtà e con chi davvero ha competenza. Ci si sente quindi in quel momento fortemente scoraggiati e si pensa di non farcela mai. Sentivo però che la Numismatica doveva rientrare tra le mie conoscenze e passioni, quindi consultai sempre di più questo Forum, registrandomi il 10 aprile del 2008. Ancora non scrivevo e mi limitavo a “sbirciare”, ma notai una passione e una disponibilità da parte degli utenti fuori dal comune. Anche la competenza ai massimi livelli mi colpì. Le mie conoscenze stavano migliorando; migliorarono anche i rapporti con altri commercianti, alcuni dei quali davvero disponibili. Qualche settimana dopo, la “scintilla” numismatica definitiva: la monetazione in Euro! Sì, il mio percorso, penso molti lo sappiano, è diverso dalla media: prima le monete del passato, poi le contemporanee. Ancora leggermente scoraggiato, ma questa volta dai gradi di conservazione molto dettagliati delle monete del passato, ricevetti la richiesta da parte di mia nonna materna di raccogliere le monete in Euro particolari che avrei ottenuto, anche perché in quei mesi (estate 2008) stavo lavorando in un’edicola di una località balneare in provincia di Rimini, per pagarmi gli studi all’Università. Conservavo quindi le monete particolari ottenute durante il lavoro, cambiandole ovviamente con le mie! Mi si aprì un mondo nuovo! Monete in circolazione con il dritto diverso, mai visto! Comprai anche per esse un catalogo-prezziario, che consultavo nei pomeriggi estivi in cui non lavoravo, aiutandomi con Internet e il nostro Forum. Rimasi particolarmente colpito dalle emissioni dei mini-Stati (allora Monaco, San Marino e Vaticano). Al mattino, mentre mi recavo al lavoro in motorino, era molto suggestivo ammirare in lontananza la zona di San Marino ed il suo Monte Titano, luogo in cui comunque ero stato più volte anche in precedenza, pensando alle monete della piccola Repubblica. Fu un periodo davvero magico. Non dimenticherò neppure quando, una sera, un venditore ad un mercatino mi mostrò una divisionale vaticana di qualche anno prima (in quel caso del 2003), che nemmeno sapevo come fossero fatte internamente. Il vedere quelle monete, così alloggiate, tutte assieme e il dire a me stesso: ah, è così che sono! Creò in me un’emozione che appunto ancora ricordo bene.1 punto
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Comunico agli appassionati (come me!) delle emissioni vaticane che sul numero attualmente in lavorazione (n°5) del "Gazzettino di Quelli del Cordusio", ci sarà una mia intervista all'Artista Daniela Longo, autrice di monete che sono tra le migliori dello Stato in questione. Una piccola "chiacchierata" sulla sua vita artistica e i suoi lavori :) che è stata possibile grazie alla sua disponibilità e cordialità. Vi terrò informati! A presto! :)1 punto
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Hai fatto molto per promuovere Milano e le monete di Milano. È molto importante e necessario. In Italia, molte città e luoghi incredibili che poche persone conoscono. E sono tutti collegati con monete e numismatica. Peccato che non ci siano abitanti di Casale-Monferrato per creare un tema simile al tuo Milan.1 punto
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A mio parere si tratta di uno di quelli che Santelli e Campana ( https://www.academia.edu/26797666/I_globetti_traccianti ) chiamano "globetti traccianti" ovvero quei forellini che l'incisore faceva sul conio per "tracciare" l'immagine e le scritte da incidere sul conio. In definitiva, mi si passi la similitudine, si trattava di qualcosa di non molto dissimile dai "cartoni" che i pittori del Rinascimenti usavano per abbozzare gli affreschi sul muro. Nella moneta allo studio di globetti traccianti, seppure meno evidenti, se ne vedono altri, come, ad esempio, sulla gamba destra della A di META e sulle spighe, ma, come hanno illustrato Santelli e Campana, sono noti parecchi casi in cui se ne vedono molti di più. Questi globetti testimoniano, semplicemente, errori e/o ripensamenti dell'incisore che li aveva fatti o in un posto sbagliato o troppo profondi e/o grossi, così che poi non sono risultati "coperti" dall'incisione successiva. In ultima analisi documentano semplicemente una certa imperizia dell'incisore.1 punto
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Lo avevo capito... soluzione ? Prendere un bel respiro e gettarsi nella mischia, noi non mangiamo nessuno1 punto
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chiedo scusa per l errore, volevo scrivere H4b (sempre che lo sia), quindi grazie ad @adolfos per essersene accorto, @avgvstvs la L in piedi è la prima cosa che ho notato e se l'hai notata anche tu con la tua corretta osservazione non hai più scuse. Da buon cialtrone autodidatta quale mi ritengo non mi sono annotato un post molto importante ai fini di una corretta catalogazione dove proprio Monica collocava temporalmente il passaggio da questa "L" verticale a quella a "V", mi metto a cercarlo anche se si dovrebbe riuscire lo stesso.1 punto
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Da spettatore di questa discussione ritengo che sia un ottima idea, in fondo si parla dell' iconografia di questa tipologia di medaglie... parole ed immagini, nulla di più sublime per chi vuole conoscere. P.S. ho finito i mi piace, altrimenti oggi arrivavano tutti a voi.1 punto
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Leggo solo ora. Ringrazio @Liutprand per aver aperto il post. Un grazie anche a tutti gli amici veneti per avermi sempre incoraggiato.1 punto
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Ciao e grazie. In verità, in origine, c'era anche @scheo che però si defilò quando venne fatta rinascere la sezione dopo un primo azzeramento, ma è dal 2015 che non frequenta più il forum. Si sarà perso forse per qualche calle alla ricerca dei migliori bacari; almeno spero! saluti luciano1 punto
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Il credito d'emergenza diminuiva man mano che la situazione della liquidità greca migliorava, comunque l'emissione di moneta metallica è competenza dello stato e non dipende dalla situazione economica / finanziaria ma esclusivamente da quanto contante è necessario coniare per garantire la corretta circolazione.1 punto
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@MeletoMeleto hai ciotolato in modo inverecondo! ? Ottimo lavoro ? Saluti Simone1 punto
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Vuoi vedere che e' pure terrapiattista??1 punto
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Forse non lo faresti, ma di sicuro in cuor tuo sapresti di doverlo fare. È assolutamente così, sono assolutamente due facce della stessa moneta, accensione e combustibile. Collezionare vuol dire essere orgogliosi delle proprie collezioni, dei propri pezzi, delle loro storie monetali ed umane. Sinceramente ciò che maggiormente mi rende orgoglioso è l'effetto che le monete mi fanno. L'escapism citato da @caiuspliniussecundus, la capacità di estranearsi e di dedicarsi agli studi ed agli approfondimenti in quelle ore piccole della notte in cui tutti penserebbero "meglio dormire, l'alba è alle porte". Ma tu le porte ce le hai dentro e non hai voglia di chiuderle finché non verrà sciolta quella legenda che ci assilla da giorni o finché non scorgerai quella rosetta (che sembra più un biscotto bucaneve diciamocelo) dalla cui effettiva esistenza dipende quell'agoniato R2. Peraltro, da innamorato cronico quale sono, pur dovendomi economicamente limitare a due.. no scherzo 3.. ok ok 4 collezioni tematiche non posso, giuro non posso, far a meno di guardare, toccare monete. Per non parlare del leggere (ed in questo caro Mario @dabbene devi assumerti le tue responsabilità ?) di numismatica! E parlo di responsabilità vera perché da profondo sudista ogni tanto mi ritrovo a inerpicare tra le complicate scenografie araldiche dei talleri sassoni o perso tra le rotte dei mercanti olandesi. No dico parliamone ? Ora scusatemi tutti se vado (forse) nettamente off topic e mi piace chiamare anche @eracle62 in questo mio spunto, ma questa discussione, quelle che al suo interno vengono citate e le altre che stanno tornando a riaffiorare sono, a mio avviso, il chiaro segno della forte identità, della stretta necessità che ciascuno di noi ha dell'essere orgogliosamente un collezionista consapevole e, per ciò stesso, orgogliosamente lamonetiano!1 punto
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Buonasera ragazzi, inizio io stasera con questa famigliola di mezzi Tornesi del 1853....tutti diversi. Saluti, Rocco1 punto
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Per me fu una sorta di corso forzoso, vidi un tavolo strapieno di monete scintillanti, non capii più niente, tutte le altre cose che avevo visto e che mi circondavano compreso i miei giocattoli, e un armadio pieno di lego, mi parvero inutili e senza senso. Avevo quattro anni, il tavolo era quello di mio padre grande numismatico, mi trasmise il morbo e da allora fu solo grande gioa ed emozioni, che ancor oggi mi fanno compagnia, e si ripetono ogni qual volta mi appare d'innanzi un tondello. La prima volta non si scorda mai.. Ciao papà... Eros1 punto
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