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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/18/19 in Risposte
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Buonasera, ho aggiunto recentemente in collezione questo piccolo nominale coniato sotto il duca Rinaldo...una muraiola da due bolognini(mir 838/6) monetina in mistura ma ancora con una buona argentatura ed i rilievi molto ben definiti,la data sotto al busto del duca è un po impastata ma si legge comunque 1718. mi piace molto e come capita per modena non se ne vedono tante ben messe in giro,che ne pensate? ringrazio in anticipo e saluto tutti marco6 punti
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Ciao Marco. La muraiola si presenta in ottime condizioni. I rilievi sono ben conservati e i particolari sono ben visibili (capigliatura, occhi, narici); le lettere delle legende denunciano invece una certa usura dei conii probabilmente dovuta dal riutilizzo dei conii degli anni precedenti con ritocco della data (per tale motivo ritengo che, in questi anni, l'ultima cifra sia sempre poco leggibile e impastata) e ribaditura delle lettere in legenda. Queste monete erano coniate a rulli e in questa si nota il segno di una non precisa sincronizzazione degli stessi e/o una scarsa precisione nella successiva fase di fustellatura (la leggera scodellatura è un'ulteriore traccia della fase di fustellatura). Riguardo all'argentatura io vado un po' contro corrente. Per le date del 1716 e 1718 anche monete in condizioni di conservazione più scarse mantengono un aspetto argenteo abbastanza apprezzabile; le immagini in questo caso non permettono di capire, a mio parere, se vi sia un lustro superficiale superiore alla media...ma se te ne sei innamorato immagino che sia così ; -). L'occasione mi permette di affrontare un argomento più ostico che è quello delle date attribuite a questo nominale. Spesso si vedono proposte in vendita muraiole identificate con date del 1710 o precedenti...che a ben vedere sono invece o 1716 con il 6 alto, usurato o mal impresso e 1720 o 1721 con il 2 "coricato" e quindi confondibile con uno 0; anche il CNI descrive date precedenti al 1716..(1711, 1712, 1713...???) ma io non ne ho mai viste con data inconfutabilmente precedenti al 1716 (ma non mi considero l'oracolo...). In definitiva io penso che le muraiole con data siano tutte successive al 1716 (la data era espressamente prevista dal chirografo che ordinava la ripresa delle emissioni di questa tipologia). A mio parere le muraiole emesse in base al chirografo del 2 aprile1707, che non prevede esplicitamente la data, sono invece senza data e con impronte del ritratto "diverse"; molto più rare e molto più difficili da trovare in condizioni decenti. Un saluto Mario4 punti
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Nella necropoli di Ostia antica , sulla Via Ostiense , piu' esattamente imboccando la Via di Ermogene dove inizia la strada dei sepolcri , si trova come prima , insieme a tante altre , una Tomba antica denominata modernamente in modo succinto : “del Pretoriano” . Il testo della tomba , purtroppo in parte mutilo ma ben decifrabile e mancante purtroppo anche del nome dell' intestatario , ci racconta , con un testo leggibile solo da vicino : “........vi........militi cohor....VI pr........Ostienses locum sepult.......dederunt publicoq.....funere efferun.....decrerunt quod in incendio restinguendo interit in fr.....p......XII in ag......p......XXV Lapide che integrando le mancanze cosi' recita : “A (nome del personaggio , mancante).....soldato della sesta coorte pretoria la cittadinanza ostiense offri' il luogo della sepoltura e decreto' che il trasporto funebre fosse a spese pubbliche in quanto egli mori' nel tentativo di spegnere un incendio” la lapide termina con le misure della tomba : 12 piedi sulla fronte e 25 piedi in profondita"' Nessun erede e' nominato . L' iscrizione dimostra la grande importanza storica di questi documenti , infatti conferma che una delle Coorti Pretorie , in tutto sei , era stanziata ad Ostia al tempo di Augusto che creo' il reparto dei Pretoriani , i quali svolgevano anche le funzioni di pompieri prima che venissero istituite le specifiche Coorti dei Vigili . Aggiungerei anche l' annotazione del bel messaggio che ci giunge dalla lapide , che dimostra il grande rispetto civico che avevano gli antichi , i quali vollero onorare la memoria del nostro pompiere comprandogli lo spazio pubblico per la tomba e pagandogli il funerale . Questo e' il bello dell' epigrafia , piccoli spaccati di vite passate che ci raccontano fatti antichi . Tratto da : Le Necropoli pagane di Ostia e Porto . Foto del sepolcro "del Pretoriano"3 punti
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Salve a tutt* sono un poco confusa...ma non sarebbe meglio inserire i post sui denari nella vecchia discussione sui denari di Lucca e lasciare eventualmente questa soltanto per le mezzaglie? Comunque, per quanto riguarda denari di Lucca riconiati su Melgueil o altra moneta coeva francese sarebbe certo possibile, ma sono d'accordo con @avgvstvs che per dirlo servirebbero almeno foto migliori, oltre che come sempre la visione diretta della moneta. Idem per quella con presunto HE, che dalle foto postate mi convince forse meno, se non come effetto non voluto o di altro tipo di ribattitura...ma ripeto mi pare difficile dire cose sensate e meno che mai "certe" per questo genere di monete e di segni senza vedere i pezzi direttamente. Tornando invece alle mezzaglie (o medaglie): ovviamente come per i denari ho organizzato un catalogo cronotipologico sul tipo di quanto fatto per Pisa e per quanto riguarda le mezzaglie conosciute, delle tipologie precedenti a quella postata da @adolfos , la misura dei cerchi (diam. max esterno) va da 6,8 mm nei tipi più antichi a 8 mm nei tipi più recenti; il monogramma (parte alta) da 4 mm nei tipi più antichi a 5 mm circa nei tipi più recenti. Come sappiamo sono queste dimensioni - e quella del diametro - oltre che il peso a definire il fatto che siano effettivamente dei mezzi denari. Come avete già detto, i mezzi denari di Lucca, così come anche quelli di Pisa, sono piuttosto rari e la loro emissione abbastanza limitata nel tempo - rispetto a Genova, ad esempio che ne ha coniate molte serie dalla metà circa del XII fino al terzo quarto del XIII secolo - anche a causa del basso valore che raggiunsero i denari di queste due zecche nel corso della seconda metà del XII secolo rispetto ad altri denari delle zecche delle aree limitrofe e/o che avevano contatti economici e politici con la Tuscia. Un caro saluto e buon fine settimana a tutt* MB3 punti
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@fabgeo per i falsi seguirei all'inizio le tabelle che un grande amico del forum ci ha regalato Comunque ti direi di stare attento al consiglio di @arrigome di fidarti ciecamente di Borodin , perché alcune tipologie di monete che lui considera genuine, per molti altri esperti, tra questi anche molti stranieri, sono invece da considerare come falsi…….. occhio quindi.3 punti
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L'ipotesi di @margheludo è senza dubbio affascinante, tuttavia abbiamo già avuto modo di osservare in passato che queste sono monete piuttosto "confuse", piene di segni la maggior parte delle volte casuali ma qualche volta voluti. Per me è difficile giudicare in questo caso, i segni della seconda foto sono piuttosto diversi da quelli della prima... ed entrambe le immagini sono fuori fuoco! @Zenzero, riesci a fare foto con illuminazioni diverse e -possibilmente- meno sfuocate?3 punti
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Caro @Cato_maior , scusa il grande ritardo nel rispondere ma solo oggi ho avuto la risposta dal Prof . di Epigrafia Romana di cui ti dicevo in una precedente risposta , il Prof. prima di rispondermi ha consultato diversi colleghi esperti in iconografia antica e questa e' stata la sua risposta : "Egr. Sig. ......... scusi se rispondo in ritardo, ma per il suo oggetto "misterioso" sono ricorso al parere di alcuni colleghi esperti in iconografia. Il parere di tutti è stato concorde: si tratterebbe di un cesto per frutta con manico intrecciato, sospeso a una funicella o a una catenella. Riprodurrebbe, su pietra, un elemento con cui talora si adornavano i monumenti funerari. Cordiali saluti e arrivederci alla prossima occasione" Quindi presumo che l' oggetto oggi correttamente identificato non sia tanto comune come iconografia nei monumenti funebri .2 punti
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Ciao , ricordi benissimo , ti mando una foto cosi' forse rammenti meglio il luogo . Non l'ho disponibile al momento quindi la prendo dalla rete ; anche il mio Latino e' molto scadente lo studiai oltre 1/2 secolo fa' , infatti ora mi aiuto tra vocabolario , grammatica ed epigrafia , ciao .2 punti
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Grazie a te , ci sarebbero altre epigrafi da raccontare , ma ho scelto solo questa perche' oltre alla testimonianza storica delle Coorti pretorie e dei vigili , ci narra anche un fatto di umano convivio , nel qual caso , di Pietas .2 punti
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Buonasera a tutti, questa sera volevo presentarvi questo testone che da poco è entrato nella mia collezione. Gregorio XIII (1572-1585), Roma. Munt 38, CNI 185. D/: Busto a sinistra, piviale con S. Pietro. GREGORIVS. XIII. PON. M. A. X In basso segno di zecca di Meo Neri e Orazio Spadio. R/: La Fede seduta su ara. NON APPA-RENTIVM. EST. FIDES Esergo.ROMA. T/: liscio Peso 9.18 g. La legenda al rovescio si traduce con: "La Fede non è fatta da cose che non si vedono", Ebrei XI, 1. Questo testone non deve essere confuso con i Munt. 39-40, che presentano al D/ il busto del pontefice rivolto a destra, moneta decisamente più comune che appare in asta piuttosto di frequente. Per questa moneta, sia il MIR che il Martinori riportano illustrato l'esemplare del Medagliere Vaticano, classificato e illustrato dal Serafini nel volume 2, tavola XLVII n. 22. L'esemplare illustrato nel CNI invece è frutto dell'accoppiamento del D/ e del R/ di due diverse monete. Dalle mie ricerche questo particolare testone, che non rappresenta una variante ma una vera e propria tipologia a parte (i nuovi zecchieri Neri e Spadio riutilizzarono il R/ già approntato in precedenza da Guglielmo Tronci, accoppiandolo con il nuovo conio del D/ che riporta il loro segno di zecca), risulta mancante in tutte le più importanti aste di monete Pontificie, comprese Montenapoleone 1 e 4, Leu 36, KuM 21, collezione Rossi e DeFalco. Chiedo a voi dunque integrazioni ed eventuali passaggi sul mercato che sono sfuggiti alla mia attenzione... Ciao, Michele2 punti
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Purtroppo ci sono molti che si approcciano al collezionare solo perchè "queste qui valgono un sacco e domani valgono di più, è un investimento". (Frase sentita più volte declinata in tutti i modi e in tutti gli accenti ) La parte estetica o del divertimento di spulciare lotti di kg di monete o ritrovamenti casalinghi di parenti/amici non è proprio prevista. Saluti Simone2 punti
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From circ. B.C. 200 onwards the numeral is regularly preceded by the symbol L, which is also of common occurrence in Ptolemaic papyri. This was formerly supposed to be an Egyptian sign, perhaps of demotic origin, but it may be no more than a fragmentary survival of the initial Ε of ΕΤΟVΣ (J. H. S., 1902, pp. 149 ff). http://snible.org/coins/hn/egypt.html2 punti
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Penso che la numismatica vada oltre al fatto che una moneta sia rara o meno. Anche le monete della Repubblica hanno una loro storia, sono state presenti durante la nostra vita per decenni e quindi meritano un loro posto nella storia italiana. Che poi, non vi siano particolari rarità, che possano essere monotone o se ne trovino a tonnellate è solo un fattore che influisce sul prezzo. Che cosi sia, almeno, chiunque si può permettere una BELLA collezione senza spendere molto. saluti2 punti
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Di tutti e per tutti quelli che vogliono però, meglio sottolinearlo .... Il Gazzettino 5 c’e’ comunque come segno di vita e operosità, eccoli freschi freschi ...2 punti
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Salve Gli Elvezi (lat. Helvetii) sono un’antica popolazione celtica che dapprima (forse dal 5° sec. a. C.) abitava fra il Reno, il Meno e il Giura Svevo e alla fine del 2° sec. a.C. si trasferì nel territorio dell’Elvezia, odierna Svizzera. Münzen & Medaillen GmbH | Auktion 48 ALPENRAUM. HELVETII. Stater, EL oder Blassgold, ca. 1. Jh. v. Chr. Nach Philippus-Stater.Stilisierter Kopf n. r. mit Ohrring und Lorbeerkranz. Rv. Pferd mit Lenker n.l., im Felde l. Symbol Λ (Buchstabenreste?), unter dem Pferd zwei parallele Linien mit geperlten Enden. 7,16 g. SLM 849-850 var., Allen, SNR 53(1974), Tf. 11,67-68. BN Paris 8912-14. HMZ1, 24,1-8. Selten. Sehr schön Diese Statere zirkulierten wohl sowohl im ostgallischen (Leukischen) Raum als auch im Gebiete der heutige Schweiz.1 punto
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DE GREGE EPICURI Cari amici, vi mostro l'ennesimo "coccodrillo" di Nemausus (oggi Nîmes), che non smette di affascinarmi. Devo dire che questa moneta non è proprio bellissima: abbastanza consunta su entrambi i lati, e priva di una vera patina; ho l'impressioe che sia stata ripulita un po' troppo energicamente. Pesa 12,1 g. e misura 25 mm. Al D si legge, con qualche difficoltà: IMP- DIVI F-PP (ai lati); si tratta perciò della RIC 159, perchè la RIC 155 non presenta PP (pater patriae). Al rovescio, il coccodrillo è abbastanza consunto. Mi colpiscono quei nastri "serpentiformi" che partono dalla palma, e sembrano proprio dei serpenti. Questa moneta si trova frequentemente spezzata in due; la frattura è sempre verticale, in modo da rispettare le due teste (di Augusto e di suo genero Agrippa). Se ne avrò la possibilità, mostrerò una di queste mezze monete, a meno che qualcuno lo faccia al mio posto. Il rovescio al prossimo post, perchè ora ho dei limiti per la "pesantezza" dei files.1 punto
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Me lo immaginavo che alla fine lo postavi capovolto !! Grazie !!1 punto
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Ciao. E' un bolognino romano molto tosato probabilmente Urbano V. Sentiamo anche altre opinioni1 punto
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Inserisco un mini-catorcio (cm. 2 x cm. 2,50 - 15%) talmente piccolo che stavo per dimenticarlo 50 kopeki Crimea russa del 19181 punto
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Legenda illeggibile purtroppo, concordo con @Stilicho, la cornucopia a destra direi che è ben visibile. la moneta in foto è il sesterzio RIC 457, quella in questione è probabilmente la RIC 546, non ho però trovato immagini della variante dell'asse sul web.1 punto
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Ciao @Legio II Italica, mi hai fatto ricordare un giorno di fine estate di molti anni fa, quando andai a Ostia antica con quella che sarebbe poi diventata la mia futura moglie. Ricordo l'atmosfera sospesa, il fascino delle rovine (molte intatte, scusa l'ossimoro), il silenzio carico di effetti. Certo, fui favorito dal fatto che ci fosse pochissima gente, dalla dolce compagnia….sta che comunque fui colpito da questo luogo veramente magico, da una città che sembrava ancora palpitare di vita. In particolare ricordo che rimasi colpito quando lessi su un cartello qualcosa come "magazzini del porto", anche se eravamo a 4 km dal mare! Buona giornata. Stilicho1 punto
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Buongiorno, io capovolgerei il R/ e mi sembrerebbe di leggere subito KAYCT.... quindi penserei a questa: Aspetto pareri - PS : La C della legenda (KAIC...) al rovescio si equivale al come nella descrizione e comunque si legge S, però non conosco la relativa variante ; il monogramma greco "PMT" a destra del rovescio, in lettere latine va letto RMT come nella descrizione) Saluti e buon pomeriggio HIRPINI Hirpini1 punto
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Ciao, il fenomeno dell'hoarding è probabilmente stato molto presente negli usi delle popolazioni alloctone britanniche dell'Età del Ferro (ed anche precedentemente) tanto che si ritrovano depositi di manufatti ricollegati perloppiù a motivi cultuali (es. deposizioni in onore di divinità o delle risorgive o ancora legate alle rituali "uccisioni"(ovvero frattura) di armi). In realtà poi è stato un fenomeno molto comune in tutte le aree imperiali collegato all'instabilità militare economica e sociale. Le monete inoltre venivano comunque sotterrate per conservazione ovvero teasurizzazione. Io ipotizzerei pure per eludere tassazioni... Ne vengono fuori molte in Britannia per l'uso regolamentato ma molto più libero del metal detector il che comporta la presenza di schiere di ricercatori dilettanti che battono i campi alla ricerca di manufatti. Per quanto concerne il termine "Hoard" personalmento lo traduco in "deposito" o "deposito monetale", per "ripostiglio" in Italia in campo archeologico si considera di solito una raccolta di manufatti o misto (nel senso manufatti e monete). Un termine un po' desueto è quello di "tesoretto" che veniva spesso utilizzato a inizio '900 per indicare dei depositi di pregio (non sempre monetali... ti cito a memoria un "tesoretto" costituito da collane in grani di ambra e manufatti metalli di età pre-romana trovato qui nei paraggi). Un sito di traduzione dall'inglese mi riporta come possibili traduzioni: 34 casi di Tesoro 24 accumulo 10 ammassare 7 scorta 6 gruzzolo 4 accaparrare Ciao Illyricum1 punto
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Consiglio a quanti vengono a Roma per turismo o altro , di visitare anche Ostia antica , una grande Citta' antica paragonabile a Pompei per essere stata sepolta , anziche' dalla cenere del Vesuvio in un attimo , dal limo delle secolari alluvioni del Tevere .1 punto
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Anno 32, zecca di Kition, Cipro (CNG 103). PTOLEMAIC KINGS of EGYPT. Ptolemy VIII Euergetes II (Physcon). 145-116 BC. AR Tetradrachm (26.5mm, 14.20 g, 12h). Kition mint. Dated RY 32 (139/8 BC). Diademed head of Ptolemy I right, wearing aegis around neck / Eagle standing left on thunderbolt; to left, LΛB (date) above aphlaston; KI to right. Svoronos 1583; SNG Copenhagen 597; DCA 53. EF, toned.1 punto
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Caro Michele, c'è poco da aggiungere: testone mai visto (da dove proviene?) in grado di valorizzare qualsiasi raccolta numismatica, in particolare se specializzata! Complimenti per l'occhio! Ho ricercato e trovato 3 altre tipologie di testoni anno X con al D/ il pontefice volto a sn: ma si tratta di un conio di D/ (unico per i tre testoni) diverso da quello da te postato, che invece presenta un busto di maggiori dimensioni (il cappuccio del piviale sconfina oltre il 2° cerchio contenente la legenda) e che pare proprio una tipologia a sé stante, non dovuta ad un semplice accoppiamento di conii rari!1 punto
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Classificato sul MIR al n. 220 come raro, al rovescio bastoni in croce di S. Andrea cantonati in alto ed in basso da fiamme ed ai lati da pietre focaie. Saluti Eliodoro1 punto
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Va beh, gli aurei non mi fanno impazzire, però in questo vedo molto movimento in quel gruppo sul rovescio, un aureo Futurista e allora degno di esser elogiato.. Ma poi con quel ritratto di Adriano alla Luigi Filippo...1 punto
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Caro Marco che dire, lo sappiamo entrambi che i nominali più sono piccoli è più sono ostici.. Se poi parliamo di Modena, allora è ancor di più irto il cammino.. Questo due bolognini, non si trova mai con l'argentatura, e quando la trovi non è detto che abbia certi rilievi.. Quindi tirando le somme: Zecca non tanto facile ( in alcuni casi impossibile..) Nominale difficile perchè in mistura, e l'argentatura è sempre un miraggio, e quando la guardi è già scomparsa.. Stato conservativo, fenomenale... A voi l'ardua sentenza.. Eros1 punto
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Buonasera a te...Ci sono ci sono. entrambe in rilievo, il punto superiore è schiacciato come parte dell G e di SIC pero...!1 punto
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Direi che il leggere è propedeutico allo scrivere... Nel senso che se non leggi, cosa mai puoi scrivere?1 punto
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A occhio nudo ci son ben poche differenze tra un 100 lire 1955 SPL, SPL+, qFDC o FDC. Probabilmente non molti sono disposti a svenarsi per comprare monete che sono praticamente identiche ad altre che si possono acquistare a 5 euro, rispetto alle quali di "storico" hanno solo avuto la ventura di rimanere chiuse in un rotolino anziché finire nei borsellini.1 punto
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Tornese a nome di Filippo III con bastoni incrociati e cornucopia https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIII/101 punto
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Effettivamente, nasce come prodotto per tutti, e questa deve essere la sua forza, "Il Gazzettino della numismatica di tutti"..1 punto
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Ciao a tutti..si riesce a classificare il mio denaro lucchese?io non riesco proprio..grazie a tutti 15mm 0,62gr1 punto
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Numismatica Ars Classica NAC AG, Auction 78, lot 954, 26/05/2014 The Roman Empire Hadrian augustus, 117 – 138 Aureus 134-138, AV 7.28 g. HADRIANVS – AVG COS III P P Bare head r. Rev. Hadrian advancing r., followed by three soldiers carrying standards; in exergue, DISCIPLINA AVG. C 540. BMC 602. RIC 232. Calicó 1251 (these dies). Very rare and in exceptional condition for this difficult and intriguing issue. A wonderful portrait struck in high relief and a finely detailed reverse composition. Minor marks, otherwise virtually as struck and almost Fdc This remarkable aureus of Hadrian, which celebrates ‘the discipline of the emperor,’ reveals an often underappreciated side of this emperor’s personality – a strong belief in disciplina militaris. Dio Cassius (68.9) and the author(s) of the Historia Augusta (Hadrian 10.2-11.1) both comment on Hadrian’s belief that the army should be run strictly, frugally and efficiently. The latter gives the impression that Hadrian was a stickler for details, and that he often scrutinised military documents. They further note that he led by example, sharing in the privations of the common soldier by eating the same food, by living simply when in their presence, and often by marching twenty miles per day in full armour to provide a good example. The Historia Augusta suggests he did this to imitate the behaviour of, among others, his adoptive father Trajan. Hadrian insisted that even when soldiers were not on actual service they participated in rigorous training drills, which he sometimes led personally. This paints a picture quite unlike the usual view of Hadrian as a thoroughly indulgent emperor who was distracted by the arts, toured his empire in high style, was infatuated with many aspects of Greek culture, and who spared no expense in the construction of his palatial Villa in Rome. The concept of discipline was well-suited to the lifestyle of Roman soldiers, who sometimes worshipped the minor divinity Disciplina. The archaeological record shows that Hadrian strongly promoted her virtues (which included frugality, sternness and faithfulness) among the legions in Britain and North Africa. Her cult must have been well-established among the soldiers stationed along Hadrian’s Wall, for the cavalry fort of Cilumum at the River Tyne was dedicated to the goddess. Hadrian’s successor, Antoninus Pius, also was attentive to these ideals, and he issued sestertii (RIC 604 and 769) which replicate this original composition of Hadrian.1 punto
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Comunque per scrupolo scientifico mi sono letto gli scritti del Cheshire. Come immaginavo. Una marea di supposizioni fantasiose come se ne vedono da decenni, un uso arbitrario dei caratteri del manoscritto, strani collegamenti a parole di una decina di lingue contemporaneamente nella stessa frase (dal portoghese al rumeno all'arabo!), sentenze perentorie sull'aver lui decifrato il codice (mai frasi dubitative come: forse, secondo me, ipotizzo, eccetera), molta pareidolia, e il non poter fare una decrittazione completa del testo ma solo (molto fantasiosa) di qualche parola qua e là, tipico errore di sedicenti genii. Insomma mancanza totale di metodo. Se un sistema funziona (vedi Champollion per i geroglifici, o di altri per le cuneiformi), allora deve essere applicato per tutto un testo e non solo per quello che mi fa più comodo. Ciò che mi dà un po' fastidio è il clamore che viene dato regolarmente ad ogni nuova sedicente traduzione del VM.1 punto
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dovrebbe essere un amuleto feng shui con bagua https://it.wikipedia.org/wiki/Bagua 招財進寶 portare salute e ricchezza (almeno credo)1 punto
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Basta non chiuderla con quella bevanda che "mette le aaaaaaliiiii".?1 punto
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È complicato contestualizzare queste monete che dal mercato numismatico vengono spesso definiti gettoni da gioco. La prima domanda da porsi è perché dovrei usare una moneta per realizzare una pedina o un gettone da gioco? La seconda potrebbe essere se la lavorazione di queste monete è coeva al periodo oppure no, in effetti il tondello avrebbe potuto assumere la forma dentellata qualche secolo dopo l’emissione. Una maiorina come quella sopra riportata aveva un discreto valore, come indica anche il nome, era la moneta più grande. Quindi diciamo che avrei dovuto rimuovere una moneta simile dalla circolazione per poterla tenere in un sacchetto di pedine e giocarci all’occorrenza. Non mi sembra molto sensata come scelta. Le pedine da gioco conosciute hanno effettivamente varie forme e materiali, in pasta vitrea, altre quadrate in metallo, in coccio, altre in osso. Negli anni mi sono capitati oggetti ossei che potrebbero ricordare le lavorazioni di questi tondelli, ha nno una forma un po’ irregolare ma ricorda le monete oggetto della discussione. Gettoni da gioco non sono mai stati ritrovati come set completo quindi molte domande ancora oggi rimangono senza risposta, comunque tavoli da gioco contestualizzati insieme ad alcune pedine sono arrivati a noi come questo ligneo riportato sotto e ritrovato in Slovacchia all’interno di una tomba, se la memoria non mi inganna però questi tavolo da gioco mai con pedine ricavate da monete. Per esempio su questo ritrovamento in Slovacchia dalle analisi fatte la tavola è di produzione locale mentre le pedine provenivano dalla Siria. Se siano arrivate lì di ritorno da un viaggio o perché oggetto di vendita nessuno può dirlo però questo ci ricollega alla prima domanda, perché lavorare una moneta piuttosto che realizzare un gettone con materiali disponibili? E poi se le pedine arrivavano da così lontano probabilmente era commercializzate. Tornando ai nostri tondelli si potrebbe pensare che possa trattarsi di una conversione in tessere essendo una pratica ben documentata, ma torniamo al discorso che si tratterebbe di una tessera piuttosto cara. Sappiamo come a Roma e Ostia le tessere plumbee fossero abbondanti e utilizzate abbondantemente per i più svariati servizi, ma erano appunto in piombo e fuse localmente. Così su due piedi mi vengono in mente tre motivi per dare quella forma a una moneta: per rendere immediatamente riscontrabile un’eventuale tosatura, per renderlo immediatamente identificabile o per levarlo dalla circolazione. La prima potrebbe andare a braccetto con la funzione di peso del bronzo oggetto della discussione, ma può essere tale se ha una sorta di ufficialità, quindi una contromarca ufficiale o una coniazione a hoc con effige imperiale altrimenti chiunque potrebbe farsi un peso e farlo accettare dalla controparte. Fermo restando che una parte di queste monete potrebbe essere stata veramente usata come pedine da gioco ma in tempi ben successivi alla loro coniazione personalmente ritengo che si debba fare ancora chiarezza sulla reale destinazione d’uso di questi tondelli lavorati che rientrano in un discorso più ampio sul riutilizzo di monete per altri scopi.1 punto
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L'altra sera al circolo ho avuto la possibilità di vedere e di godermi questa piccola moneta quasi impossibile da rintracciare e da poter toccare con mano. Di proprietà di un vecchio collezionista ho pensato, visto la rarità, di fotografarla per permettere anche ad altri di apprezzarla come è capitato a me. Si tratta di un denaro di II tipo di Emanuele Filiberto conte di Asti . https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-EFCA/2 Moneta molto rara e rarissima in questa conservazione! Sul MIR classificata al 48a battuta al titolo di denari 0,15 al taglio di 107 pezzi al marco da Ludovico Mulazzo. spero di aver fatto cosa gradita..1 punto
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....e poi, in esclusiva per gli studiosi delle nostre belle monete Napoletane.... Il terzo pezzo (penso non censito), non riportato dal Pagani e D'Incerti..... Tornesi 1835 caratteri grandi , cerchio perlinato e stella a sei punte.1 punto
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.....nessuno si fa avanti? Allora inizio io. Ammirate il mio gioiellino: FERDINANDO II, Tornese 1839. Il D/ E adesso il R/1 punto
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