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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/20/19 in Risposte

  1. Eccola qui, in tutto il suo splendore: Ancora una volta un vivo ringraziamento a @monbalda e agli organizzatori di questo evento. PS: Memorizzate le immagini della moneta qua sopra, potremmo vedere le sue sorelle sul Forum tra qualche anno...
    5 punti
  2. E' Stata una bellissima serata, il tempo è volato, ed è sempre un piacere ritrovarsi in amicizia a parlare di quel che più ci piace, allego un altro tondello in Fdc pieno... garantito... Ps @monbalda, sapevi che c'è una grotta che và dalla Rocca fino alla chiesa di San Romano? ?
    3 punti
  3. In questo rovescio si vede bene. 5 Tornesi 1798 con P sotto i rami.
    3 punti
  4. E' risaputo che Roma e' una Citta' ricca di acqua , acqua antica e acqua moderna , fornita un tempo da ben 11 o 14 acquedotti tra grandi e piccoli , numero variabile a secondo dei nomi utilizzati , oggi il numero e' di molto inferiore , solo cinque acquedotti , ma che di contro trasportano a Roma piu' volume d' acqua rispetto all' antichita' per essere abitata oggi dal triplo di abitanti . Naturalmente non tutte le acque che arrivavano a Roma antica erano di uguale qualita' , molto dipendeva dal luogo della sorgente , cioe' dal tipo di terreno nel quale si captava l' acqua sorgiva . L' acqua migliore come qualita' e purezza che giungeva ai Romani antichi ed anche ai moderni , in quanto l' acquedotto fu restaurato da Papa Pio IX nel 1870 , e' quella Marcia , il naturalista Plinio il Vecchio la definì “clarissima aquarum omnium”. Una delle migliori e complete descrizioni storiche ed archeologiche dell' acqua Marcia ci giunge dall' Archeologo romano Rodolfo Lanciani vissuto a cavallo del XIX e XX secolo , che cosi' ne parla : “Nell' anno 144 a. C. il Senato , resosi conto che l' aumento demografico di Roma aveva fortemente diminuito l' aliquota pro capite d' acqua in distribuzione , decise la riparazione di due vecchi acquedotti e la costruzione di uno nuovo . Venne stanziata una somma di 8 milioni di Sesterzi per tutto il programma . Fu incaricato dei lavori Quinto Marcio Rex che seleziono' una serie di sorgenti ai piedi del Monte della Prugna , nel territorio di Arsoli vicino al confine con l' Abruzzo , a 4437 metri a destra del trentaseesimo miglio della Via Valeria . Dopo parecchi anni di infaticabile lavoro Quinto Marcio ebbe la soddisfazione di portare l' opera fino ad una grande mostra d' acqua sulla sommita' del Campidoglio . Agrippa riparo' questo acquedotto nel 33 a. C. , poi Augusto ne duplico' il volume d' acqua nel 5 a. C. con l' aggiunta dell' Aqua Augusta ; Tito da una lapide : “rivom aquae Marciae vetustate dilapsum et aquam quae in usum esse desierat reduxit” . Settimio Severo nel 196 ne aumento' ancora il volume con destinazione alle Termae Severianae ; nel 212 /213 , Caracalla da altra lapide : “Aquam Marciam variis kasibus impeditam , purgato fonte , excisis et perforatis montibus , adquisito fonte novo Antininiano , in Urbem perducendam curavit” e costrui' un nuovo ramo lungo quattro miglia per derivarla alle sue Terme . Infine al restauro dell' acquedotto gli Imperatori Arcadio e Onorio dedicarono i proventi della confisca dei beni del Comes Gildone , ribellatosi i Africa . L' acqua Marcia seguiva la riva destra dell' Aniene fino a San Cosimato dove girava intorno a Monte Ripoli , di fronte a San Gericomio e San Gallicano . Qui comincia una linea di viadotti e ponti , i piu' straordinari che si possono vedere nei dintorni di Roma . Essendo il corso della Marcia (e degli altri tre compagni : l' Anio Vetus , la Claudia e l' Anius Novus) , trasversale alle diverse vallate che solcano il pianoro e mantenendosi a mezza altezza tra il fondovalle e le alture soprastanti , gli ingegneri romani hanno dovuto realizzare una serie di ponti e di gallerie , molti dei quali si conservano perfettamente . I ponti sono in tutto sette : Ponte Lupo nella Valle dell' Acqua Rossa , passaggio di quattro acquedotti : Marcia , Anio Vetus , Anio Novus e Claudia , piu' una strada carrozzabile e una corsia per cavalcature . In principio questo Ponte era stato costruito soltanto per l' Anius Vetus con altezza di metri 11,20 , lunghezza 81,10 metri e larghezza 2,75 metri . Dopo l' aggiunta della Marcia divento' alto metri 16,60 , lungo 88,90 e largo 12 metri . Aggiunta anche la Claudia e l' Anio Novus divenne alto 32 metri , lungo 155 e largo 14 metri senza contare i contrafforti ben visibili in foto . Nel Ponte Lupo e nelle gallerie che vi convergono sono rappresentate tutte le eta' e tutti gli stili costruttivi . Ponti dell' Inferno nella Valle omonima , per il passaggio delle acque Claudia e Anio Novus . Ponti delle Forme Rotte per gli stessi acquedotti di sopra , nella Valle San Gregorio . Ponte di San Pietro sempre nella Valle delle Forme Rotte , per il passaggio della Marcia . Ponte San Giovanni sempre nella stessa Valle per il passaggio dell' Anio Vetus , il Ponte venne rifatto da Augusto in opera reticolata e piu' tardi in mattoni da un altro Imperatore di epoca tarda . Da Gallicano fino a sesto miglio della Via Latina la Marcia procede in canale sotterraneo ; da li' fino a Porta Maggiore , Porta San Lorenzo e l' attuale stazione ferroviaria la Marcia era sostenuta da una serie di archi poco meno che trionfali , in blocchi di tufo con cornice di travertino , le stesse arcate servirono poi per la Tepula e la Julia". Recentemente il Ponte Lupo e' stato oggetto di un programma di Freedom a cura di Roberto Giacobbo dal titolo : Il Gigante dell' Acqua , questo il video : https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/freedomoltreilconfine/ponte-lupo-il-gigante-dellacqua_F309377001009C23
    2 punti
  5. Come moderatore posso spostare i post sulla coniazione in una nuova discussione da creare, ma in quel caso sparirebbero da qui. Se invece si vogliono spostare solo le foto, può farlo chiunque, gli autori delle stesse, o altri, salvandole con nome nel proprio archivio e poi postandole nella nuova discussione. Spostare solo le foto da qui non è possibile. Nel primo caso, fatemi sapere che titolo intendete dare alla nuova discussione e quali post spostare, ma non potrò comunque farlo prima di domani (ma se hanno tempo prima possono procedere i colleghi dello staff, non mi offendo mica ). petronius
    2 punti
  6. Che circolazione vuoi possano aver avuto? Basta aprire il gigante e consultare le tirature di emissione, limitatissime (a parte il Marengo, ma con neppure 60 mila pezzi, comunque sempre un contingente risibile ai fini della circolazione) per tutti i pezzi della serie, come per altre tipologie di cui abbiamo già parlato diverse volte (vedi la serie cinquantenario, aquila è così via). il concetto di “denaro” era più collegato principalmente alla cartamoneta, dove i contingenti emessi sono nell’ordine dei centinaia di milioni di pezzi. Quelli erano i “soldi” che viaggiavano abitualmente di mano in mano quotidianamente. Concetto poco “romantico” per un collezionista di monete per VEIII, ma all’atto pratico, così è stato. per ampliare il concetto: ad esempio, il 5 lire “fecondità”. Stessa cosa: la moneta è stata emessa in un quantitativo davvero risibile se rapportata alla relativa moneta stampata. Avranno circolato? Ma sicuramente (specie nei tristi periodi della guerra, ma più per il metallo prezioso contenuto che per il valore nominale riportato sopra), ma comunque in una maniera molto meno intensiva della controparte cartacea, limitato, basti pensare semplicemente al fatto che è più difficile trovare pezzi in conservazione MB che in alta conservazione. Parlando con persone che quei tempi li avevano vissuti (lavoratori delle fabbriche e contadini) nessuno ricordava monete auree nell’uso quotidiano, anche se erano comunque avvezzi al termine “Marengo”, forse ancora usato per una particolare categoria di acquisti, e comunque, si sarebbe trattato delle tipologie precedentemente emesse, visto appunto la limitata quantità emessa per VEIII. Mio papà (classe 1926) ricordava benissimo le banconote della serie Barbetti, qualcosa della 500 lire Capranesi, e vagamente le monete da 10 e 5 lire della serie impero. Ricordava molto bene l’aquilotto, sempre vagamente la biga. Rimango dell’idea che affiancare una collezione tipologica (con relativo studio) della cartamoneta serva al collezionista non solo per completare il quadro numismatico, ma anche per avere un concetto più chiaro del circolante in quei periodi.
    2 punti
  7. Una nota su queste due riproduzioni: sono state realizzate in alluminio, essendo a puro scopo didattico, quindi sono abbastanza leggere (0,27 g per l'enriciano visto prima). In realtà erano presenti anche tondelli in argento. Avrete inoltre notato la presenza di altri conii con le relative monete. @dabbene Non so se sia possibile spostare questi ultimi interventi su una discussione ad hoc, magari lasciando un link in questa discussione. @monbalda E della gallina dalle uova d'oro della Torre dell'Argentiera che ne pensi?
    2 punti
  8. Buona giornata A questo punto ritengo utile dare qualche informazione economica-monetaria: A cavallo del 1500 è stato stimato che l'uso di acqua potabile in Venezia era di circa 22.000 m3, due terzi dei quali di origine pluviale ed il rimanente terzo di provenienza fluviale. L'attività di rifornimento dell'acqua, come spesso accadeva a Venezia, veniva appaltata dallo Stato a privati; tra i tanti e per parecchi anni in questo periodo, la famiglia di ca' Pesaro ed altri soci, fu quella che assunse tale appalto. L'acqua potabile fornita al popolo tramite i pozzi era gratuita, mentre l'acqua non potabile, anch'essa contenuta in apposite cisterne e destinata ad uso delle arti e dei mestieri, doveva essere pagata (non ho trovato informazioni al riguardo); una legge disponeva che se qualcuno avesse usato l'acqua potabile fornita gratuitamente al popolo per mestiere e per guadagno, avrebbe dovuto rifornire a sue spese il pozzo dal quale l'aveva tratta, con l'acqua potabile contenuta in un burchio; oltre a ciò avrebbe subito pene pecuniarie e detentive. La quantità d'acqua che un burchio poteva trasportare era di 240 "mastelli" ed un "mastello" aveva la capacità di circa 75,1 litri; il costo da tariffa per l'acqua era di 25 Soldi per burchio. L'acqua potabile poteva essere venduta anche al dettaglio; questa veniva portata generalmente da donne (bigolanti) che portavano due secchie appese ad un bastone ritorto (bigolo) portato sulle spalle e andavano per le strade richiamando i clienti al grido “acqua mo”. Stampa di una "bigolante" Alla data del 1493 (dogando Agostino Barbarigo) il costo dell'acqua era di 1 soldo per 8 secchie. Esemplare di Soldo a nome del Doge Agostino Barbarigo: Tipo "Laus Tibi Soli" Argento gr 0,32 - mm 13 D/ AV ° BAR ° DVX ° S ° M ° V °, S. Marco stante porge il vessillo al Doge inginocchiato R/ ° LAVS ° TIBI ° SOLI °, il Redentore stante su piedistallo, sul quale sono incise le iniziali del Massaro Una "secchia" aveva la capacità di circa 10,6 litri e 6 secchie costituivano un barile della capacità di circa 64 litri. Misure di capacità veneziane per i liquidi Botte = 10 mastelli (o 2 caratelli) = 751 litri Barile = 6 secchie = 64 litri Se facciamo un paragone tra il costo dell'acqua venduta al dettaglio (quella dei pozzi era gratuita) ed il costo di alcune derrate alimentari e non nel 1509, rileviamo che era estremamente economica: 1 secchia di vino = 12 Soldi 1 pesce non pregiato = 1 Soldo 1 quinterno di carta da lettera = 3 Soldi 3,5 quarte di tela (60 centimetri ca ) = 6 Soldi Sebbene vietato dalla legge, vi erano anche barcaioli che, pur non essendo iscritti all'Arte degli acquaioli, ma pagando la stessa, trasportavano acqua mediante imbarcazioni che, generalmente, erano adibite alla raccolta dei rifiuti (scoazzere); fortunatamente questi trasportavano l'acqua in botti e/o barili e non sciolta. Considerato che il trasporto dell'acqua veniva effettuato esclusivamente su mandato ed i capi contrada erano edotti del nome e cognome del caricatore, nonché della sagoma della barca affinché potesse controllare ….. c'è da credere che tanti chiudessero entrambi gli occhi. saluti luciano
    2 punti
  9. Ciao a tutti. In esergo mi pare di vedere XXI dot B dot (due puntini prima e dopo la B), il che (se non leggo male nel post #4 di @rommel88) la farebbe rientrare nelle varianti previste dalla RIC 731. Stilicho
    2 punti
  10. Molto interessante e didattico, bravi, sarebbe da preservare questa sequenza magari anche a parte come spiegazione per quando chiedono sulla tecnica di coniazione, l’ultimo tondello finirà tra i FDC medievali ?
    2 punti
  11. Tra le ardite costruzioni ingegneristiche degli antichi Romani (post10) valgono un cenno i ponti degli acquedotti di Gard e Segovia . L'interessante riferimento alle cisterne sotterranee di Venezia (post11) un poco ricorda l'Idume, il fiume che scorrerebbe per lungo tratto sotterraneo sotto il centro città di Lecce, con accessi da alcuni edifici, e che a quei cittadini avrebbe anche fornito nei tempi, un qualche contributo idrico .
    2 punti
  12. Di custode in custode, Amati e studiati.... Arrivano a noi per poi riposare in altri vassoi. Altre mani, altri posti... altre cure.... Viaggiatori del tempo.
    2 punti
  13. A Milano un convegno organizzato dall' Università Cattolica, dall' Università di Salerno e col sostegno dei NIP, presso i locali della Cattolica, il 16 e il 17 settembre. Argomento: "Monete frazionate. Aspetti economici, questioni cronologiche, quadri regionali". Ma cos'è una moneta frazionata? Si tratta di una moneta spezzata in più parti, anche tre o più, ciascuna delle quali circolava autonomamente. Un'usanza soprattutto della Roma tardo repubblicana o del primo impero, quando a volte mancavano monete e si risolveva il problema così. Un po' come se oggi si spezzasse una moneta da un euro in due e si usassero le frazioni come se fossero 50 centesimi. All'evento parteciperanno numismatici, archeologi, docenti universitari, ricercatori, studiosi, personale delle Soprintendenze e degli Istituti ed Enti di Ricerca, appassionati. Il programma è ricco e tutti gli interventi saranno pubblicati sulla rivista "Dialoghi di numismatica". Per info, è disponibile la mail [email protected]
    1 punto
  14. Buongiorno, Condivido l'acquisto di un nummo di Crispo di lecita provenienza (proveniente da vecchia collezione solo di Crispo). L'avrei classificata come RIC VII, 152,Q con un peso di 3.20g. Considerato che la moneta non è facilmente individuabile ritengo che sia molto rara. Un parere? Per me è piacevole anche la conservazione che conserva i segni di circolazione. Antonio.
    1 punto
  15. Buonasera amici del forum e non, sempre belle ed interessanti discussioni grazie soprattutto al grande supporto di @Rocco68...! Partecipo anch io postando di seguito il mio 5 tornesi 1798 per confronto con le altre... saluti...!
    1 punto
  16. Buongiorno, posto questo Antoniniano? per una sua identificazione diam .20/22 mm e peso gr.3,49 un grazie come sempre in anticipo. F.P.
    1 punto
  17. Fantozzi contro tutti (1980) - Paolo Villaggio all'ospedale con un'intera mazzetta da 10.000 lire busto d'uomo
    1 punto
  18. Aureliano 270-275 D.C. al rovescio concordia militum
    1 punto
  19. Moneta comunissima ma per mia esperienza, difficile da trovare in alta conservazione Le foto fatta con il flash nasconde il lustro presente sulla moneta che reputo in conservazione SPL. dal vivo sembra UNC Usa 1 centesimo 1943 D in "zinco" Qui sotto foto con luce naturale,senza flash Grazie @nikita_.
    1 punto
  20. Buongiorno, No il rovescio non presenta incrostazioni.... Comunque non userò mai il bisturi, dopo averla immersa nell'acqua demineralizzata cercherò di provare molto delicatamente con uno spazzolino per denti..... Se verrà via qualcosa ok, altrimenti la terrò così!
    1 punto
  21. 1 punto
  22. ... si tengono fermi entrambi i conii per evitare slittamenti...
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  23. Passiamo adesso alla produzione delle monete. Si comincia ritagliando un quadrato da una barretta metallica... ... i cui bordo verrà ripassato con delle forbici, per dargli una forma tondeggiante... ... ed infine, alcuni colpi di martello a testa tonda terminano la preparazione del tondello.
    1 punto
  24. Passiamo ora all'opera, con la preparazione delle insegne dei pellegrini. Si comincia fondendo il piombo e colandolo nelle matrici precedentemente riscaldate: ed ecco che finalmente l'insegna è pronta: Eccola qua, prima della rifinitura:
    1 punto
  25. Ed infine, alcuni "semilavorati" (tondelli più o meno rifiniti) e monete belle e pronte per essere usate.
    1 punto
  26. Buonasera, vi ringrazio per le vostre opinioni, anche @Rocco68, infondo lo spirito del Forum è anche quello di confrontarsi, sono contento che sia una variante, ma sarei stato contento anche nel caso fosse stata comune. Non vi nascondo che l'altra sera ad una fiera di paese, una bancarella di cianfrusaglie aveva anche una medaglia di acciaio, neanche bella, ma solo perché era rotonda mi aveva acceso una fiammella indescrivibile negli occhi, mi hanno dovuto portare via di peso, non era mia intenzione acquistarla ma mi teneva incollato lì. ?
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  27. non riesco a trovarla con la B, ma la moneta è questa...
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  28. Dai adesso esageriamo. Passi per le antiche che sono tutte copie per fusione, ma adesso anche un 20 lire di Pio IX che sia falso siamo alla follia. Mi domando come mai il @CdC non intervenga verso questa persona che bolla per falsa qualsiasi moneta postata. Il forum perde di credibilità anche per questo.
    1 punto
  29. Io ho prese tre monete dalla Zecca (Marco Polo - Cattedrale di Pisa - Sbarco sulla Luna) , e due proof argentee del Vaticano. Perché le ho prese? Perché mi piace l'argento e perché mi piacciono esteticamente. Penso che si possa collezionare qualsiasi cosa. Io parto da una collezione, da oramai sei anni, di medaglie papali; però quando vedo la bellezza in una moneta proof mi ci fiondo. Consiglio? Fa come vuoi: se ti piacciono prendile, se non ti piacciono non prenderle. Nel mio caso ha giocato forte anche il piacere del contrasto fra il fondo specchio e l'argento: di come si uniscono assieme. Comunque sono commemorative; commemorando un evento hanno per me un valore simbolico storicamente parlando. Questa è la mia normale che non sono attempate e che non abbiamo nulla a che vedere con le monete antiche o sabaude. Per me però sono belle. Del valore futuro non mi importa molto
    1 punto
  30. Buona giornata I veneziani non potevano però limitarsi a bere solo acqua piovana , le scorte di acqua potabile potevano essere integrate attingendo acqua dal fiume Brenta (la Brenta in veneziano) grazie all'opera degli “Acquaioli o Burchieri” che provvedevano al trasporto dell'acqua del fiume su barche (burchi) fino a Venezia e qui scaricata nei pozzi con delle canaline in legno (gorne); i capricci della meteorologia e la possibilità che i pozzi stessi e la foce del Brenta venissero inquinati erano comunque una spada di Damocle che li preoccupava incessantemente. Burchieri che, con le gorne, riempiono i pozzi. Il corso del fiume Brenta era già stato deviato (insieme a quelli di altri corsi d'acqua), fin dal XII secolo, perché dalla sua foce entravano in laguna troppi detriti e quest'ultima si stava interrando, tanto che si stava creando una lingua di terra che avrebbe unito Venezia a Lizza Fusina in terraferma. Con importanti lavori di ingegneria idraulica chiamati “intestadure”, la foce naturale del Brenta era stata sbarrata con un argine e spostata di vari chilometri più a sud, allungando il suo corso che veniva fatto scorrere parallelo al litorale della laguna e convogliato nel canale Resta d'aglio; questa operazione era stata denominata “tajada” (tagliata). A tutti i barcaioli era fatto divieto di superare l'argine per passare dalla laguna al Brenta e viceversa, le imbarcazioni dovevano seguire il nuovo corso. Nella seconda metà del 1500 veniva costruito, a cavallo dell'argine, un macchinario detto il “carro” che, mediante un sistema di piattaforme mobili, scivoli, cime e verricelli mossi da forza motrice animale, sollevava i burchi e consentiva il superamento dell'argine, dall'una all'altra parte; così facendo si dimezzava l'uso di burchi e si evitava il trasbordo dell'acqua dalla barca sita nel Brenta alla barca sita in laguna. Schema del "carro" Schema topografico dell'argine a Lizza Fusina e della posizione del carro" Il divieto di scavallare l'argine con le barche venne abrogato per le sole esigenze degli “Acquaioli”. saluti luciano
    1 punto
  31. Mi spiace contraddirti caro ferdinadoII ma trattasi a mio parere del 7 distanziato. Fra l'altro è pure fuori asse rispetto agli altri numeri... Sarà la mia deformazione professionale, dovuta al ritrarre il vero e non solo da sempre... Ciao e buone varianti...
    1 punto
  32. Grazie eracle62, allora diamoci da fare ! Creiamo qualche post interessante e rispondiamo con gentilezza e competenza a quelli in corso, soprattutto ai neofiti. ? Ciao
    1 punto
  33. Caro rickkk, Innanzitutto complimenti per aver completato la serie, penso che pochi collezionisti possano vantare questo risultato! A me ne mancano 5 ( quelli considerati più rari dai manuali : 1852 TO - 1856 Ge -1857 Ge -1858 TO - 1859 TO ). Anche se la Rarità attribuita a queste monete potrebbe essere materia di discussione. Poi devo dire che la moneta che hai postato oltre ad essere eccellente e rarissima ha il surplus della patina iridescente che la rende ancora più bella ! Scusa, collezioni anche gli altri Scudi Sabaudi Pre-Regno ? Ciao e grazie per aver condiviso la tua meraviglia ! Ciao
    1 punto
  34. Direi che è una passione comune... negli ultimi anni sono riuscito a completare la raccolta dei colli lunghi, chiudendola proprio col 1859 Torino, preso andando di persona a batterlo a Torino nell'ultima asta di Montenegro :) Sono monete veramente affascinanti e secondo me gli scudi più belli. Finita per modo dire... i pezzi sono mediamente sullo SPL, a parte tre date sul BB (tra le prime che presi) che quando capiterà l'occasione migliorerò. Ecco a voi il mio 1859 Torino, di cui negli ultimi 10 anni non sono passati in asta più di 8 pezzi diversi. Decisamente molto più R4 che R3 e a mio avviso sottovalutato nei vari prezziari
    1 punto
  35. Davvero. L'accoppiata coi Frari poi rappresenta il pantheon delle glorie veneziane.
    1 punto
  36. Si, sono monete veramente belle. Sono anch'io sono un innamorato degli Scudi Savoia pre-Regno. Se si inizia da Vitt.Em. I° si continua con Carlo Felice, Carlo Alberto e Vitt.Em. II° Re di Sardegna è un vero piacere per gli occhi maneggiare queste monete: le incisioni sono stupende. E direi anche a prescindere dallo stato di conservazione, perchè sono sempre più convinto che una moneta circolata sia meglio di un pezzo FDC che non ha mai avuto nessuna valenza "sociale" : ha iniziato la sua povera vita in un vecchio monetiere, non è mai stata passata di mano e finirà i propri tristi giorni in un caveau di una banca svizzera. P.S: dal punto di vista estetico non riesco a capire come l'incisore Ferraris, dopo aver dato dimostrazione di essere un grande artista ( Scudi di Carlo Alberto e Vitt.Em.II° Re di Sardegna ) abbia potuto "sfornare" uno Scudo di Vitt.Em II Re d'Italia, piatto, senza "vita" , addirittura poco somigliante... secondo me l'ha inciso un "ragazzo di bottega" come a volte facevano i pittori rinascimentali ! ? Posto il 1861 TO che, a mio modesto parere, è più raro di quanto dicano i cataloghi ( considerato R2, ma come tutte le date "di confine", è probabile che ne siano stati ritirati un bel numero ). Cosa ne pensate ? (Scusate la qualità delle immagini... lo scanner non rende giustizia alla moneta ) Saluti a Tutti e soprattutto a Scudo1901 col quale ( pur non conoscendolo... ho un'affinità numismatica !)
    1 punto
  37. Accipicchia 16 è un numero importante, vuol dire che la tipologia è entrata anche a te in circolo come a noi ragazzi di quegli anni 60, dove tutto era possibile anche un sogno... Mi fa piacere immensamente leggere di appassionati come te, a prescindere dal numero dei colli lunghi ovviamente.. Ti leggo da un po', evinsi subito l'emozione nei tuoi racconti, è quello che mi piacerebbe leggere più spesso e con più utenti. Ripensando a quello che era una volta il forum, con numeri di interventi quotidiani incredibili, con nuove discussioni divulgative, con nuovi propositi, con tanta bontà d'animo, con tanto altruismo, con tanta voglia di donare... Ma è anche vero che indietro non si può tornare, e il forum se gestito nel giusto modo, potrebbe tornare ancora a far parlare di se, attirando quelle attenzioni, che tutti gli appassionati vorrebbero sempre recepire e trovare... Noi nel nostro piccolo quotidianamente, potremo far si che ciò accada, facendo in modo che la magia ritorni ad esser principe su questa piattaforma. Ma tutto dipenderà solo da noi e dalla scelte che verranno fatte.. Viva i colli lunghi, viva la numismatica, viva la sincerità.. Ciao Scudo 1901...
    1 punto
  38. Ma si diamo anche rilievo a questi umili tondelli, meno blasonati per rarità e conservazione.. Una tipologia che mi ha sempre affascinato sin da bambino quando ne vidi uno per la prima volta in mano a mio padre e poi al Cordusio a Milano, mi sembravano immense e rarissime, sono sempre state nel cuore di tutti noi appassionati i colli lunghi, poi si sono fermati e quasi snobbati, per oggi ritornare in auge. Certo a questo prezzo a trovarne, hai fatto benissimo a prenderla, ti servirà come grande base di partenza. L'importante è capire e studiare, ed ogni volta è sempre una storia nuova... E' l'incanto della numismatica... Eros
    1 punto
  39. A quel prezzo ne prenderei anche 10...ottimo affare per un BB!
    1 punto
  40. Grazie MILLE a tutti quelli che hanno risposto, ne ritengo il suggerimento di cercarle un po migliori, ma dalla patina spero sarà più bella in mano che in foto! Grazie ancora! Lorenzo
    1 punto
  41. Considerando anche il colpo a ore 4 del D/ direi qBB, prezzo ottimo! Secondo me tra gli scudi è una serie di grande fascino, e forse l'unica serie (oltre a Umberto I) completabile, con pazienza... anche se non si è dei nababbi Cercale un pelino migliore, e se trovi dei pezzi rari a buon prezzo, approfittane!
    1 punto
  42. bb, a quel prezzo hai fatto bene a prenderla.
    1 punto
  43. hai fatto un bell'affare... in un negozio la pagheresti quanto meno il doppio.. conservazione sul bb, bella anche la patina
    1 punto
  44. Complimenti per il suo esemplare, direi un BB o quasi, con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Saluti
    1 punto
  45. Gettone Magazzino Viveri Bardonecchia con cartellino d'epoca
    1 punto
  46. Ho recuperato l'immagine del secondo SICILAR, apparso tempo fa nel Forum. Presentano tutti al dritto la lettere I di Ferdinan piu' alta delle altre lettere, come se avessero un punto sopra.
    1 punto
  47. Posto l'immagine....cosi' lo ammiriamo tutti. Ad oggi è il secondo esemplare che vedo
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  48. Solo approfittando della quiete della sera domenicale (ieri) ho potuto meglio confrontare le immagini sia del sesterzio di Gorny sia di altri sesterzi con simile raffigurazione e specialmente con l'esemplare ANS e anche NAC 52 (seppure leggermente diverso). Questi ultimi due sono sicuramente autentici o meglio non presentano evidenti elementi di dubbio. Invece di fronte all'esemplare Gorny sono sinceramente molto perplesso e non posso che condividere le varie incongruenze (stilistiche, come la ridicola capigliatura e i pretoriani così "forzuti" che sarebbero molto piacuti a Michelangelo, con un gusto più "rinascimentale" che romano e anche tipologiche, come la forma e il numero delle colonne e degli stendardi). Ovviamente resta il dubbio che siamo di fronte a un inedito conio, che comunque dopo lo studio del Dowall e la rassegna degli esemplari riportati sul Cayon, appare piuttosto improbabile anche se non impossibile. Il precedente del also sesterzio col porto di Ostia di Triton, che sembrava pure esso di conio inedito, induce a estrema prudenza. Al fine di poter aggiungere ulteriori elementi, oltre a quelli già passati in rassegna nel corso della presente interessante discussione, vorrei richiamare: La patina è molto molto sottile, molto uniforme e sotto di essa in parecchi punti s'intravede il rame sottostante. Questo dettaglio, in una moneta che dovrebbe essere stata interrata per due millenni non è affatto un cosa normale o usuale. Inoltre, compatibilmente al massimo ingrandimento possibile sulla foto, non noto su di essa nemmeno un ossidulo rosso, neanche un puntino nè uno verde... ed quel colore verde pisello pallido della patina poi è poco credibile o comunque non è usuale né comune in monete sicuramente autentiche (non c'entra niente con la bellissima e rara patina verde smeraldo che si presenta come uno smalto molto compatto). Il perlinato è mal eseguito e se ne va come al solito per conto suo. Guardando i perlinati degli altri due sesterzi la differenza si nota subito... La presenza grumi di calcare bianco in parecchie zone del bordo esterno, oltre ad essere una cosa alquanto improbabile (dato che una moneta con una patina così deve per forza essere stata pulita o quantomeno anche solo sciacquata ed il calcare pertanto sarebbe il primo a sciogliersi e ad andarsene...) è anche una caratteristica presente in diversi falsi....... Poi si nota affiorare qua e là una velatura biancastra, che può essere dovuta all'impiego di solventi alcolici. Data l'eccelsa conservazione apparente non sono spiegabili nè la "lentezza" della parte inferiore della leggenda, nè la mancanza di definizione dei particolari sui rilievi più bassi. Se aggiungiamo questi elementi a quelli già affrontati viene fuori un quadro di autenticità estremamente dubbia. Aggiungo che il sesterzio postato da Numizmo, senza citare la sua provenienza, appare molto lavorato e sicuramente ripatinato e in tali condizioni non dovrebbe apparire in una seria collezione di romane imperiali. Colgo l'occasione per richiamare il problema delle ripatinature, che vanno ben al di là della semplice pulitura e anche di un semplice intervento puramente conservativo (specialmente se si è in presenza di un incipiente cancro del bronzo). Purtroppo la colpa è stata anche di moltissimi collezionisti che hanno preteso sesterzi sempre "impeccabili", senza evidenti tracce di naturale incrostazione e anche corrosione. Non posso fare a meno di ricordare quando, tanti anni fa ed ero un giovanotto ancora inesperto e curioso, ebbi il grande privilegio di poter passare un intero pomeriggio col cav. Moretti ad ammirare la sua immensa e meravigliosa collezione soprattutto di greche della Magna Grecia e della Sicilia in tutti i metalli. I bronzi risaltavano per la loro naturale patina e ricordo ad esempio un meraviglioso grosso bronzo della Symmachia timoleontea con una durissima patina verde-marrone leggermente irregolare e con inglobati vari ossiduli di cuprite rosso. Si vedeva molto chiaramente che era stata pulita solo con acqua distillata e con spazzola morbida e nient'altro.... Adesso chi ha in mano una moneta del genere, con adeguate competenze metallurgiche, difficilmente avrebbe resistito alla tentazione di "restaurare" per migliorare i dettagli e la conservazione generale, ma a scapito della vera natura della moneta originale. Non ci sono solo falsi, ma anche monete autentiche così rifatte che sembrano false e in qualche modo dovrebbero essere equiparate ai falsi "tout court"...
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  49. Per cominciare: Benvenuto nel forum! Purtroppo non è facile rispondere alla tua richiesta di chiarimenti, ammesso e non concesso che io sia sufficientemente preparato per farlo. Certo se tu disponessi di documenti che possano attestare l' acquisto (o il possesso) delle monete antecedentemente al 1939........ ma dubito che ciò sia possibile! Così come dubito per lo scambio con V. E. III (non che metta in dubbio la tua parola, ci mancherebbe!): dubito che uno scambio possa essere stato documentato con fatture, ricevute, foto, sempre che poi tali documenti siano stati conservati da prima del '39..... Data per scontata l' impossibilità di perseguire questa via che sarebbe la sola a consentire la regolarizzazione con sufficienti garanzie circa il restare in possesso della collezione....... Altre soluzioni sono difficili anche solo da immaginare...... si potrebbe tentare la fortuna confidando di imbattersi in un funzionario dalle ampie vedute e, "sperando" di non avere in collezione monete importanti, sottoporle alla verifica (art. 12), ma personalmente dubito che il funzionario in questione possa accettare come provenienza: "erano di mio nonno"....... in questo caso potrebbero essere sequestrate, e non è quello che vorremmo....... Anche se è "poco professionale" (d' altra parte non sono un legale....) ciò che resta da fare credo sia solo continuare a provvedere alla conservazione della collezione, attendendo e sperando che norme più chiare, meno vessanti, ecc. ecc., possano vedere la luce, ciò consentirebbe un più sereno e roseo futuro sia ai collezionisti che alla NUMISMATICA. Sono veramente spiacente di non averti potuto offrire soluzioni, ma questa è, per quanto ne so, la situazione attuale. Chissà che anche questo forum, coi suoi oltre 300 utenti, non possa avere un piccolo peso da porre sulla bilancia per tentare di cambiare le cose.............. Alle prossime puntate...... Ciao.
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