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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/23/19 in Risposte

  1. @Ledzeppelin81, Angelo condivido la mia Piastra del 1802 Aggiungerò in seguito foto del taglio e peso, ora mi è impossibile. Saluti e condividete le vostre Napoletane.
    6 punti
  2. Guarda che fa lo stesso passando dalla monetazione antica a quella moderna. Stesse frasi, stesse affermazioni paradossali, stessi globetti sintomo di fusione (!), visti naturalmente solo da lui. È uno spam che non da nessunissimo contributo alle discussioni, questa è la mia idea. Per il resto, la mia è una battuta e basta. Lasciatelo pure, che almeno si ride ogni tanto.
    4 punti
  3. Buongiorno a tutti gli amici del forum, in questi mesi sono attratto dalla monetazione giapponese del periodo Tokugawa e oggi vorrei condividere con voi il mio ultimo acquisto arrivato proprio oggi. Si tratta di un Hōei Tsūhō, una moneta costituita in bronzo dal diametro di 37,5 mm, dal peso di circa 9 grammi e coniata dalla zecca di Shichijō. Ma come mai fu considerata una moneta scomoda? Verso il 1700 le miniere di rame giapponesi iniziarono ad esaurirsi a causa della massiccia produzione di monete da 1 mon (Kan'ei Tsūhō) allo scopo di sostenere l'economia dello shogunato, ma la politica di isolamento del governo Tokugawa costrinse il Giappone a non importare rame. Nel 1708 (quinto anno dell'era Hōei) lo shogunato Tokugawa introdusse un'enorme moneta in bronzo dal valore facciale di 10 mon, Hōei Tsūhō, ma conteneva 3 volte più rame di una moneta da 1 mon e quindi il suo vero valore era solamente di 3 mon. Le monete erano troppo grandi per essere maneggevoli nel commercio quotidiano, ma sopratutto a causa del loro valore nominale relativamente basso non erano popolari. Dopo aver tentato brevemente di forzare la popolazione ad adottare queste monete, e addirittura minacciandola con severe punizioni, nel 1709 le monete vennero ritirate dalla circolazione. Spero che la moneta e la storia che gli gira intorno sia stata di vostro gradimento! Quando avrò più materiale farò una piccola guida sulla monetazione bronzea del periodo Tokugawa. Buona giornata a tutti! Xenon97
    3 punti
  4. Complici le ferie mi era sfuggita questa interessante discussione. Va ovviamente premesso che andare troppo indietro nella ricerca del pedigree di una moneta risulta complicato perchè in aste e vendite datate non vi erano le immagini delle monete quindi fare un confronto risulta difficile se non impossibile ovviamente quando la moneta non è accompagnata da cartellino. In passato, più che per curiosità che per vero interesse mi sono imbattuto in un pedigree a mio avviso importante di una mia moneta. Partiamo da lontano... Precisamente dal catalogo della collezione Fusco edito nel 1882. A pagina 160 dello stesso leggiamo: Ho evidenziato il n°3 perchè è la moneta oggetto del post. Questa moneta è riferita al n° 3 della tavola IV di un lavoro del Fusco. Precisamente si tratta dell'opera "Intorno alle zecche ed alle monete battute nel Reame di Napoli da re Carlo VIII di Francia" opera di Giovan Vincenzo Fusco edita a Napoli nel 1846. Tra l'altro nella stamperia del Fibreno. Quest'ultimo è un fiume che si trova vicino la mia casa natale e dove spesso andavo a pescare la famosa trota macrostigma... ma non divaghiamo. Trovato questo riferimento sono andato a vedere la moneta descritta nel 1846: ma la curiosità è che la moneta è riportata per la zecca di Capua. Infatti sarà successivo a quest'opera l'intervento del Lazari che interpreterà correttamente la legenda al R/ di questa moneta. Ma passiamo a vederne il disegno (Tav. IV, n°3) del Fusco: Eccoci quindi di fronte al disegno della moneta. Ora passiamo al 1999, precisamente al listino di vendita 1° semestre 1999 dello studio numismatico Baranowsky, lotto 475 (per chi ha il catalogo può osservare che le immagini di questa moneta sono state scambiate con quelle di un pari cavallo di Sulmona trovando quindi al n°475 il D/ del cavallo di Sora abbinato al R/ del cavallo di Sulmona ed al lotto 477 il D/ del cavallo di Sulmona abbinato al R/ del cavallo di Sora). Di seguito la moneta in vendita con le immagini corrette: Ovviamente si tratta di una foto in B/N di scarsa qualità però già qualcosa appare evidente... Dal listino è passato poi nelle mie mani ed ecco la moneta "a colori": Che da un confronto risulta essere quella disegnata nella tavola del 1846, presente nella collezione Fusco nel 1882. Presente anche in un catalogo Alfa - monete regionali alla voce Sora (ma non lo riesco a ritrovare... troppi libri), nel listino di vendita Baranowsky ed ora nella mia collezione. Scusate se mi sono dilungato ma volevo sottolineare che anche una piccola moneta di rame può avere un suo illustre pedigree...
    3 punti
  5. Dal Metropolitan, qualche cosuccia bizantina [emoji39]
    2 punti
  6. Costituito per lo più da un listello di legno di tasso alto almeno quanto una persona e da una corda per la tensione, era arma di facile ed economica realizzazione, largamente usata nell'Inghilterra medioevale da cacciatori, bracconieri e da chi rubava ai ricchi per dare ai poveri . Gli eserciti inglesi dell'epoca impiegavano importanti reparti di arcieri così armati e numerosi erano gli arcieri che Edoardo III di Inghilterra il 26-08-1346 schierò su un crinale nella zona di Crecy per fronteggiare l'attacco dell'esercito francese di Filippo VI . Surclassati e decimati i balestrieri Genovesi di parte francese (privi degli scudi di protezione) dal tiro dei lunghi archi inglesi, la cavalleria pesante francese lanciò la sua carica : i cavalieri francesi, in carica in salita e su terreno reso fangoso da precedente pioggia, furono falcidiati dal tiro degli arcieri inglesi e volti in rotta disastrosa per l'esito dell'intera battaglia . Se quel giorno forse non cessò di esistere, come qualcuno ha detto, la cavalleria (come arma da battaglia) certamente può essere emblematica del crepuscolo la morte dell'alleato dei Francesi, Giovanni I re di Boemia : non più giovane, ormai cieco, il re volle cadere in battaglia in armi da cavaliere legato ad altri che lo guidarono nella sua ultima carica . Vale una nota ricordare che 70 anni dopo, il 25-10-1415, nella piana di Azincourt, la cavalleria Francese fu ancora disastrosamente sconfitta dai lunghi archi degli Inglesi .
    2 punti
  7. Taglio: 2 € Nazione: Italia Anno: 2019 Tiratura:? Condizioni: SPL Città: Pontinia (LT) Note : news
    2 punti
  8. Esemplare mancante in diverse collezioni importanti . Al contrario di quanto scritto nel Mir ad inizio legenda presenta la croce e non il fiore , come nei grossetti di Carlo Emanuele I Grossetto 1630 Vittorio Amedeo I
    2 punti
  9. So che è in buone mani. Ciao Sergio @Rocco68, bellissima piastra amico mio. Non mi ero mai accorto di quella appendice che spunta dal 2 anche nella mia piastra. Sei sempre un passo avanti. Di seguito le foto della mia piastra. Saluti Angelo
    2 punti
  10. Buonasera Angelo, ti ringrazio per i complimenti, ma il mio Sogno, cioè comprare dopo tanto una (veramente) rara Piastra del 1800, si è potuto realizzare grazie soltanto alla Tua disponibilità e ai preziosi consigli di @Rocco68 Con grande stima e affetto, Sergio. @Ledzeppelin81
    2 punti
  11. Come già affermato da @numa numa non esiste un catalogo comprendente tutta la collezione di monete del Museo Bottacin, ma singoli cataloghi specialistici su determinati ambiti, i più recenti sono quelli sulle monete islamiche curato da Frederic Bauden e sulle monete vandale, bizantine, ostrogote e longobarde curato da Bruno Callegher...
    2 punti
  12. Purtroppo e Tu, essendo un esperto mi insegni, imprimere la data sulle monete è una consuetudine ( almeno per le monete Sabaude ) che comincia nel 1500 e sovente per la tecnica di coniazione è difficilmente leggibile. Devo vedere se riesco a trovarne almeno una da postare. Per oggi, con la nostra "De Lorean numismatica", viaggiamo al 1825 ( mi sembra manchi alla nostra collezione ) In quell'anno morì Il Re Ferdinando I ( IV ) di Napoli, dopo 65 anni di Regno ( con qualche interruzione) . Lasciò il Regno nelle mani di Francesco I che non era molto portato a svolgere tale gravoso compito. Essendo appassionato di botanica ed agricoltura, delegò a personaggi non proprio capaci e di non specchiata moralità le questioni di Stato. Altre passioni furono: la famiglia ( ebbe 14 figli da 2 mogli ) e la caccia... soprattutto alle gonnelle ( che fossero nobildonne o popolane, purtroppo non esistendo ancora la "pillola" ebbe numerosi figli illegittimi ). Amante della buona tavola e tendente alla pinguedine a 40 anni ne dimostrava 20 di più. Morì a 53 anni ( 1830 ) lasciando il trono a quello che diventerà Ferdinando II. La moneta è una Piastra o 120 Grana del 1825 in buone condizioni ma con dei fondi "opachi" ed un colore tipo alluminio. Il peso ( 27,07 g ) ed il diametro sono congrui a tale tipo di moneta. Pertanto chiederei al nostro amico Rocco ed agli altri esperti del forum cosa ne pensano. Ciao a Tutti
    2 punti
  13. Forse è meglio cambiare discorso e ritornare a parlare di monete. Faccio i complimenti agli amici Rocco e Sergio per le loro bellissime piastre del 1800. Rare da trovare, non molti possono dire di averle in collezione. Vi invidio (in senso buono) ? Riguardo la rarità tra la 1800 e la 1802 ritengo più rara la 1802 ma qui parliamo di monete entrambe "realmente" rare Particolare interessante quello delle 3 P del Planelli Cordiali saluti Angelo
    2 punti
  14. Per cortesia, fate rimuovere quel ritaglio al post 3458, perché offende la memoria di persone che non possono replicare. Grazie
    2 punti
  15. Ogni tanto buttando l'occhio sul famoso sito d'aste vedo certi oggetti in vendita e mi chiedo : ma perchè ?? Per quale motivo venditori con quasi 1000 feedback positivi devono "macchiarsi" proponendo boiate assurde e stracci di banconote a prezzi folli. Capisco il detto: "Non è importante che se ne parli bene o male. L'importante è che se ne parli"... ma mi sembra che a volte si esageri...
    1 punto
  16. La moneta è in alta conservazione, si vede dai rilievi. La plastica, però, dà dei riflessi che non permettono di valutare il lustro ed alcuni particolari. Concordo, perciò, con @Monetaio per quanto ha rilevato. Partecipo a questa discussione con la mia:
    1 punto
  17. Pure qualche falsaccio gli rifilavano di tanto in tanto
    1 punto
  18. 1 punto
  19. Di monete la reale ne aveva tante, però gliene mancavano anche tante. Spesso il re andava a trovare conti e nobili collezionisti per cercare di farsi cedere pezzi che lui non aveva. E loro a sua volta nascondevano le monete a cui tenevano di più per non dover cedere a richieste che difficilmente potevano rifiutare. ?
    1 punto
  20. Grazie Rocco, ho fatto la prova e la moneta è sicuramente d'argento Posto qualche foto del contorno. Grazie a tutti
    1 punto
  21. Vero, due esemplari apparsi quest'anno della Piastra 1797! Noto che ultimamente molti collezionisti di monete Napoletane amano affiancare ai pezzi buoni anche questi autentici pezzi di storia. So che si sta lavorando per classificare tutti i falsi d'epoca Napoletani giunti fino a noi.
    1 punto
  22. Ciao Questo tondello ha visto le sue! Non è stato consumato molto dalla circolazione, ma buchi, botte e martellamenti vari ne ha visti un sacco! Il perché del foro penso rimarrà un mistero, magari lo avevano piantato come portafortuna su qualche trave...
    1 punto
  23. Allora la patina maschera la reale conservazione. Dalle foto la moneta mi sembrava UNC. Bello SPL
    1 punto
  24. Pensa che i volumi del Corpus nummorum Italicorum, sono venti senza la monetazione siciliana
    1 punto
  25. Riguardo al museo Bottacin esiste questa piacevole guida: di seguito il sommario: Buona giornata
    1 punto
  26. Caro Mario, pur essendo un perfetto ignorante da un punto di vista informatico, conosco il lavoro che deve essere svolto per trasformare un materiale cartaceo in un qualcosa che possa essere messo on-line e consultabile da tutti! Quindi un ennesimo plauso per aver dimezzato i tempi soprattutto durante il periodo estivo!!!!
    1 punto
  27. una foto a cui tengo particolarmente, proprio per la difficoltà di farla, a causa delle ridotte dimensioni della moneta e anche per carenza di attrezzature tecniche.. mani e telefono.. più bella in foto che dal vivo..? si notano tante sfumature di patina.. se si clicca aumenta anche la definizione
    1 punto
  28. Considerate le opinioni espresse sul tema, di difficile conciliabilità, ed ormai chiare, si invitano gli utenti ad abbassare i toni della polemica ed a ritornare al tema iniziale delle discussione.
    1 punto
  29. Buona Giornata, Anche il Museo irpino, sito in Avellino in corso Europa 251, di cui tratteggiai la collezione numismatica nel post n. 10 del 6 Luglio 2018 della discussione “Visitando i musei si scoprono piccole, ma interessanti collezioni numismatiche”, dispone di un catalogo che ne descrive la collezione di monete: “LE MONETE DEL MUSEO IRPINO DI AVELLINO”. La pubblicazione edita per il Co.BE.CAM – Consorzio Beni Culturali Campania – a cura di Consalvo Grella descrive le 925 monete conservate presso il detto museo. Il libro è una riedizione degli articoli sulle monete del Museo stesso, tutti a firma di Grella Consalvo, editi negli Annali Istituto Italiano di Numismatica, arricchiti di qualche aggiornamento. Ogni capitolo descrive le monete per gruppi di provenienza. 1) Il tesoretto repubblicano di Aeclanum, costituito da 85 denari che vanno dal 137/134 a.C. al 45 a.C. rinvenuto in un vaso nel 1970 durante i lavori di aratura nella località Tuoppolo di Aeclanum, un nucleo rurale con poche case coloniche, sulla via Appia presso Mirabella (AV) 2) La collezione Console, costituita da 232 monete e due bronzetti raffiguranti Ercole in assalto e due lucerne, donata al Museo nel 1977 da Emmanuella Console di Montefusco (AV). La collezione era dello zio, Antonio Pappone e comprende monete di Neapolis, Phistelia, Calis, Paestum, Arpi, Siracura e monete del periodo romano-repubblicano, imperiale e bizantino 3) Le monete di Aeclanum – località Grotte, costituite da 74 monete in bronzo, 5 in argento, e 1 in oro che vanno dal III sec. a.C. al 610/641 d.C. 4) Nuove immissioni dal 1973, costituite da 101 monete provenienti da tutta l’Irpinia che vanno dal III sec. a.C. a Carlo V 1516/1556 d.C. 5) Rinvenimenti sporadici della Valle di Ansanto-Mefite e di S. Felicita, consegnate da don Nicola Gambino nel 1967. La raccolta comprende 72 monete in bronzo e 58 in argento 6) Nuove immissioni dal 1986, costituite da 14 monete provenienti da tutta l’Irpinia: una litra di Neapolis, un antoniano di Fausta, moglie di Costantino I, e dei bronzi romani 7) La raccolta numismatica di Zigarelli, costituita da 132 monete, interessante per la varietà delle emissioni pur restando topograficamente anonima. Il volume è stato stampato nel gennaio del 1991 a Napoli presso la LITO-RAMA.
    1 punto
  30. Ho aspettato un po' a rispondere, di sicuro come dice l'amico @fofonon è la mezza doppia in oro. Però consiglio @tigro di portarla a far vedere a qualche buon esperto, va vista in mano perché mi sembra moolto interessante
    1 punto
  31. Salve, è un falso, la moneta originale dovrebbe essere in oro e sarebbe la mezza doppia in oro estremamente rara quella originale. Questa sembra in lega.. Saluti Fofo
    1 punto
  32. Salve a tutti. Per la moneta di Adriano ipotizzo un tipo simile: AE sesterzio, coniato a Roma intorno al 134-138 d.C. Al D/ HADRIANVS AVG COS III PP. Busto laureato e drappeggiato volto a destra. Al R/ FORTVNA AVG. La Fortuna stante in piedi regge una cornucopia nella mano sinistra e una patera nella destra. Ai lati, S-C. Rif.: RIC II, 760. Inserisco un'immagine tratta dal web per confronto:
    1 punto
  33. Buon pomeriggio caro giacutuli se possibile vorrei darti un mio consiglio sei libero di accettarlo o no,e da molto tempo che seguo i tuoi interventi sul forum ossia interventi, commenti,monete postate ecc.non ho mai visto che tu accettassi il parere di molti utenti che hanno studiato una vita la numismatica su conservazione,patine,varianti e presunte rarità, se vorresti diventare collezionista di monete o un numismatico metti da parte la tua presunzione se no non arriveresti da nessuna parte.Si diventa collezionisti o numismatici non solo leggendo molti libri ma anche ascoltando e accettando pareri di studiosi della numismatica che ne sanno molto più di te.
    1 punto
  34. Bravo Adelchi e grazie per le foto a siracusa sono riunite alcune delle piu belle greche mondiali, provenienti dalle collezioni Pennisi , Garraffo e da ripostigli straordinari come quello di Ognina e Naxos. Non concordo pero’ sulla migliore esposizione rispetto al caveau dell’MNR. Quest’ultimo ha un’esposizione comunque eccellente e organizzata secondo criteri pari o migliori rispetto a quanto fatto a Siracusa. Forse la bellezza delle monete ex Pennisi affascina maggiormente:)
    1 punto
  35. Per il Museo di Gubbio esiste questa pubblicazione:
    1 punto
  36. gli errori nelle monete napoletane dalle medievali alle moderne sono una norma, vuoi per distrazione nella preparazione dei conii, vuoi per la scarsa o nulla conoscenza linguistica
    1 punto
  37. Per le Piastre del 1798 esiste una impostazione della Corona Reale con numerosissime combinazioni: Semplice con una sola linea Doppia linea Con rigatura obliqua ///////// Con rigatura obliqua \\\\\\\\\ Fascia con rombi intervallati da due punti .. Fascia con rombi intervallati con 4 puntini disposti a rombo Il mio Amico @Ledzeppelin81, ne possiede quasi tutte le varianti.
    1 punto
  38. A un paio di anni di distanza (anzi no, proprio due anni esatti, era il 3 luglio, sono andato a verificare or ora) dal mio primo ducatone gonzaghesco (quello era di Casale) che postai sul forum, ecco che arriva una seconda tipologia a far compagnia al primo. In realtà ho in collezione alcune altre monete mantovane di grosso modulo, ma chissà perchè, i ducatoni sono sempre ducatoni e nella mia mente svettano su tutto il resto :P Facezie a parte, ecco la moneta, un ducatone della reggenza di Isabella Clara d'Austria per il figlioletto Ferdinando Carlo (che da grande passerà tristemente alla storia con l'epiteto di "fellone" :angry: ): visto il mio limitato portafogli e visto che è un R2 ho dovuto accontentarmi di una conservazione che qualcuno definirebbe modesta, ma che a mio avviso è più che dignitosa visto che non presenta segni e colpi deturpanti. Esemplari dal BB in su costano cifre assolutamente esagerate, e gli unici esemplari passati recentemente sul mercato a cifre abbordabili presentavano difettosità che rendevano le monete meno gradevoli di questa. Con questa tipologia sono arrivato a 3 esemplari della serie col sole nascente sul mare, fatta coniare dalla duchessa nel 1666, oltre a questa possiedo il 30 soldi e il 60 soldi (che postai alcuni anni fa: http://www.lamoneta....+soldi +mantova). Tutte le altre monete della serie sono un pò delle chimere, il 15 soldi che è teoricamente la meno rara l'ho vista di persona solo una volta (nella collezione di un amico), ma non ho mai avuto l'onore di vederla anche solo una volta sul mercato (il più recente passaggio in asta risale al 1996). Non parliamo poi del mezzo ducatone (anch'esso passato nella ormai famosa asta Aretusa 4 del marzo 1996 e mai più visto), e men che meno del doppio ducatone e sui nominali in oro, tutte monete da museo conosciute in pochissimi pezzi (di questa serie esiste anche il pezzo da 12 doppie in oro -una delle uniche due tipologie di questo peso coniate nella zecca di Mantova-, ma l'unico esemplare conosciuto è conservato nel munzkabinett del Kunsthistorisches Museum di Vienna) Terminata questa piccola disamina, ecco la moneta, e visto che le mie doti fotografiche sono a dir poco pessime, vi dovrete accontentare dello scanner! Come al solito, per concludere, la scheda del nostro solito catalogo Mantova: http://catalogo-mant.../moneta/MN-IC/8
    1 punto
  39. Ed ecco un'altra prova > In questo articolo l'autore "Mario Traina" riporta il dritto del Carlino con la sigla T e con la scritta FERNANDVS ET ELISABET DG (di norma associato a Ferdinando d'Aragona ed Elisabetta di Castiglia periodo 1503 - 1504 P.R. 3 - MIR 116) sotto il regno di Ferdinando il Cattolico da solo e cioè tra il 1504 - 1516 e quindi i Carlini del secondo periodo dovrebbero essere quattro e non due. Scusate ma se non si vede bene, guardate il post 26 di questa discussione http://www.lamoneta.it/topic/60847-le-maggiori-collezioni-napoletane-del-passato/page__st__15
    1 punto
  40. Salve a tutti, oggi rincuorato dalle condizioni di Francesco mi sono dato un pò da fare........e ho deciso di preparare anche un pò di terreno per il suo ritorno. :) Adesso, allacciandomi sempre a questa discussione, vi faccio vedere un post dove sono presenti quattro tipi di Carlini, due recanti la descrizione con ELISABET e due solo con la descrizione FERNANDVS (tralascio i riferimenti), vi chiedo, cortesemente, e se ci si riesce, di provare a metterli in ordine in base all'età, giovinezza del volto Sovrano o qualunque altro indizio che possa far prevalere la precedenza dell'uno rispetto all'altro. (escludendo il riferimento ELISABET). Io per adesso li ho elecati così come vengono riportati sui libri/cataloghi e cioè i primi due quando regnarono Ferdinando ed Elisabetta ed i secondi due quando regnò Ferdinando il Cattolico da solo.............ho però dei forti dubbi in merito su questa cronologia. Vi chiedo scusa per le ultime due foto (tratte da Cronaca Numismatica) ma dato la rarità dei due Carlini sono le uniche che sono riuscito a reperire, spero che vadano bene lo stesso. Buon lavoro a tutti (compreso io) :)
    1 punto
  41. Certamente questo in quanto coniato dopo il 1504 >
    1 punto
  42. Per chi colleziona le monete regionali dal rinascimento in su questo tipo di moneta (il ducatone) rappresenta spesso un sogno da raggiungere quanto prima. Chi colleziona monete dei Gonzaga non sfugge a questa regola, anzi, forse lo agogna ancor di più visto che di ducatoni comuni non ne esistono proprio e per tutti si parla di cifre notevoli anche per conservazioni spesso modeste. Era un pò di tempo che ne inseguivo una tra i più comuni (o meno rari che dir si voglia) che nella fattispecie sono quelli coniati a Casale col San Giorgio al rovescio. Al fine ad una recentissima asta di Lugano sono riuscito ad aggiudicarmene uno coniato nel 1617 sotto Ferdinando Gonzaga, ducatone un pò più raro rispetto a quello solito del padre Vincenzo I. La moneta è arrivata oggi ed è davvero un pezzo emozionante, non finirei mai di palpeggiarla :P Qualche ritocchino di abbellimento secondo me l'ha subìto, ma tutto sommato la conservazione è più che piacevole, sul mercato ho visto chiedere centinaia di Euro anche per esemplari pressoché piatti o con deturpazioni notevoli, qui ho speso qualcosa in più ma la moneta è gradevole. Le foto sono prelevato direttamente dal sito della casa d'aste: Per completezza d'informazione questa è la scheda sull'ormai classico catalogo Mantova: http://catalogo-mantova.lamoneta.it/moneta/MN-FPP/51
    1 punto
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