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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/26/19 in Risposte
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Domani festeggio 10 anni di forum In dieci anni sono cambiate molte cose nella mia vita, ma Lamoneta è sempre stata un punto di riferimento costante. Ci tenevo a condividere con voi questo traguardo ps: non vi nascondo che nel scrivere provo gioia nel ripensare ai risultati (personali e numismatici) raggiunti in questi anni, ma anche un po' di nostalgia della spensieratezza di quando muovevo i primi passi su questo forum. Avanti per altri 10 anni! Un caro saluto Matteo6 punti
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Grazie a tutti del pensiero e delle bellissime parole di conforto che avete dedicato a me e a mia madre. Ne sarebbe stata felice. Grazie ancora. Vorrei solo aggiungere una considerazione sul titolo del post: oltre ad essere un saluto che ho rivolto qui a mia madre, quelle parole sono state poi effettivamente le ultime che ho pronunciato a lei prima che fosse sedata per l'ultima volta, quindi le mie ultime parole che ha sentito da viva. Ovunque tu sia mamma ciao. Ti voglio sempre bene.3 punti
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In vendita presso Numismatica Genevensis SA un lingotto d'argento contenente un'iscrizione geroglifica con il nome di Toutankhamon che potrebbe costituire il primo oggetto monetario datato della storia. Ecco di seguito la descrizione che ne fa la casa d'aste: Numismatica Genevensis SA Auction 12, 18-19 november 2019, lot 101 Egypte Antique Toutankhâmon, vers 1345-1327 av. J.C. Lingot d'argent, comptoir phénicien au Liban. Poinçon en forme de broc avec l'inscription hiéroglyphique : Toutankhâmon régent de l'Héliopolis de Haute Egypte. L'arête sur le haut du lingot montre la marque de la tenaille qui a sectionné l'argent avant sa solidification. H 42mm, L (max) 20mm, Epaisseur 7mm. 41,55g. Michel Valloggia, Note sur deux lingots d'argent de Toutânkhamon, Revue d'égyptologie 68 (2017-2018), p. 141-152, lingot A. La première forme monétaire de l'histoire de l'humanité. D'une importance historique incomparable. Superbe. Provient de la collection Roger Pereire (décédé en 1968) et d'une collection privée genevoise depuis. Pendant longtemps, de nombreux historiens se sont demandés comment un empire aussi puissant que celui de l'Egypte ancienne avait pu commercer sans monnaie. En effet, les premières monnaies égyptiennes connues ont longtemps été des imitations de tétradrachmes athéniens et des statères d'or du pharaon Nektanebo II (361-343 av. J.-C.), précédant de peu la conquête d'Alexandre le Grand. Or un texte, postérieur de deux siècles et demi au règne de Toutânkhamon, nous relate les mésaventures d'un certain Ounamon, chargé de l'achat du bois destiné à la barque processionnelle d'Amon-Rê de Thèbes. Un homme de son équipage se serait enfui avec un vase d'or du poids de cinq deben, quatre cruches d'argent du poids de vingt deben, et un petit sac d'argent de onze deben. Le petit sac d'argent était certainement rempli de petits lingots. L'existence de tels lingots a été confirmée par le trésor de Tôd qui contenait douze lingots d'argent, actuellement conservés au Louvre et au Musée du Caire. Le présent lingot s'en distingue par la présence d'une inscription détaillée : « Toutankhâmon régent de l'Héliopolis de Haute Egypte » (c'est-à-dire de Thèbes). Le nom du roi n'est pas entouré du cartouche royal usuel (un ovale souligné d'un trait, symbolisant l'universalité de la royauté pharaonique). Il est inscrit dans un cartouche en forme de broc ou de cruche. Celui-ci ayant lui-même une signification hiéroglyphique : «hnm », qui se retrouve dans l'expression « hnm m hd », signifiant « incrusté dans l'argent ». Par ailleurs, la forme même de l'objet n'est pas sans rappeler la forme du hiéroglyphe signifiant précisément « lingot ». Cette forme était donc manifestement familière aux anciens Egyptiens. L'extrême rareté des exemplaires existants aujourd'hui s'explique notamment par le fait que l'Egypte ne possédait aucune mine d'argent. Celui-ci provenait d'échanges avec des cités du Proche-Orient, telles qu'Ougarit, Byblos ou Beyrouth. On peut donc penser que de tels objets étaient réservés à des fins particulières ou cérémonielles. Ce rarissime lingot constitue ainsi le premier objet monétaire daté au monde. https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=3516&lot=1012 punti
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Un piacere vedere Alessio e Roberto ricevere premio ed attestato. I miei complimenti. Fabry2 punti
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Buona serata Grazie Daniele del reportage. Complimenti a tutti gli Autori ed alla N.I.A. che si è spesa per rendere possibile il concorso; permettetemi però di fare un grosso e particolare augurio agli Amici Roberto, Luca e Alessio. saluti luciano2 punti
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Buono da 20 centesimi Expo 1906 Milano Un vero rudere...ma comunque un bellissimo oggetto che va tappare un buco che mi spiaceva lasciare vuoto..."pescato" in una ciotola al facciale (20 cent)?2 punti
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Roberto Reynaudo Studio monete della Licia Grande studioso2 punti
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Sent from my LG-K220 using Lamoneta.it Forum mobile app2 punti
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Buongiorno Litra, molti collezionisti non utilizzano gli strumenti di condivisione "moderni", altri non amano condividere. Più si sale con l'età , più è facile incontrare persone non "digitalizzate" e vista l'età media dei collezionisti... Personalmente immagino l'esistenza di un numero discreto di monete non censite. Saluti e buon we Silver2 punti
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Altra Piastra di Ferdinando IV con errore in legenda al rovescio, meno rara della precedente: 1816 INPANS2 punti
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Buonasera, a mio parere medaglia prova di conio venuta male e sicuramente forata posteriormente. Allego una classica prova di conio.1 punto
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Come personale ricordo della giornata, posto una mia fotografia con il Prof. Catalli. Per me è stato un grandissimo onore incontrarlo alla premiazione. Alessio1 punto
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https://www.lamoneta.it/applications/tapatalk/index.php?/topic/181446-45-Raduno-Numismatico.-Città-di-Torino.-26-/27-Ottobre-2019.-1 punto
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Un libro direi esaustivo sulla materia è il bel volume scritto in tedesco e in italiano pubblicato dalla Ermanno Albertelli Editore, curato da Giorgio Dotti dal titolo "Decorazioni al Valore ed al Merito della Forze Armate germaniche 1933 - 1945" Quella che hai acquistato è la "Croce al Merito di Guerra di II Classe con Spade", e non la "Croce di Ferro ecc." come hai indicato) Le decorazioni tedesche del periodo furono coniate da diverse Aziende, non sono in grado di dirti se la tua è originale oppure una riproduzione più tarda. Come la Repubblica Italiana ha sostituito il monogramma reale con quello della repubblica mantenendo intatte la altre caratteristiche delle decorazioni al valore, altrettanto ha fatto la Repubblica Federale Tedesca eliminando dalle proprie decorazioni solo la svastica, per cui la nota Croce di Ferro (Eisernes Kreuz) viene tuttora conferita ; del resto questa decorazione è molto più antica del regime nazista, essendo stata istituita dal Re Federico II di Prussia nel 1813 Saluti. @Tia1 punto
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non si vede nulla........ tuttavia dalle indicazioni fornite, potrebbe essere - Bologna Anonime Sec XVI Quattrino S. Petronio - prova a cercare "da quelle parti".... ma è solo un tentativo1 punto
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Pensa che ieri ho fatto dieci anni di forum anche io, in realtà ho scritto qualcosa solo nella discussione in bibliografia sul Gazzettino, ho voluto associare i dieci anni a un segno fattivo Numismatico, comunque auguri caro amico mio !1 punto
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Salve Blackshiroyasha83 quando avrà voglia di postare delle foto nitide senza sfondi una per volta può lasciar stare la numero 14 perché secondo me non è una moneta ma un gettone.1 punto
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Permettetemi di esprimere soddisfazione per questo podio un po' "venetico". Complimenti Alessio!1 punto
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Ragazzi avete asfaltato @claudio.ambuÈ da tempo che sto sul forum. Cerco sempre di essere cortese nelle richieste, ringrazio e a volte chiedo scusa. Persone disponibili e competenti in identificazioni come in lamoneta.it non si trovano tutti i giorni. La cordialità e l'educazione è una questione di stile e di comportamento. Per la vita, in ogni occasione e momento. Un saluto a tutti. PizzaMargherita.1 punto
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Ti conviene tenerla solo se hai intenzione di iniziare una collezione di 2€ cc circolati, di certo non sperando che in futuro valga qualcosa di più di quello che vale ora, cioè 2€, viste le sue condizioni (FDC non circolata è in vendita fra i 3,50€ ed i 5€ nei negozi specializzati). p.s. fai una segnalazione del thread "Osservatorio rarità"1 punto
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Ha una bella patina, mi raccomando non la pulire. Non è in alta conservazione (questa è una terminologia più appropriata nell’indicare una moneta ben conservata) ma conserva il suo fascino ed è ancora collezionabile. Per i rottami ancora ce ne vuole e non ha nulla a che vederci questa tua moneta. benvenuto! fabrizio1 punto
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Grazie Gianfranco, sei gentile. La descrizione della casa d’aste sono riuscito a tradurla. Domani provo a comprare l’articolo, penso sia importante leggerlo per poter capire a cosa siamo di fronte.1 punto
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Ecco un'altra moneta comprata ad un euro....si tratta di un 500 franchi CFA datato 1977 e che la "B" accanto al millesimo indica coniato a nome della Repubblica Centrafricana.1 punto
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Bella monetina. conserva e quando ti capita una commemorativa mettila assieme, quando ne avrai diverse guardale e fatti gli occhi.1 punto
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Non è un po' strano che un oggetto di questo tipo, rarissimo, rechi proprio il nome di Tuthankamon, il più noto tra i faraoni?1 punto
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ciao. Non faccio Venezia , ma al Bottacin ci farei volentieri un salto1 punto
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Concordo. Tra l'altro questo esemplare viene dallo stesso punzone del dritto di almeno altri 3 esemplari, cioè: il lotto 676 dell'Asta Varesi 23 del 1996, il grano in figura 4 del lavoro di Pietro sulle monete di Ferdinando IV nel periodo 1796-98 e quello descritto e fotografato al n°320 del Manuale di Pietro, che mi sembrano avere tutti identico dritto. Il mio grano, invece, ha qualche piccola differenza nella disposizione dei caratteri della legenda, oltre che il taglio liscio (descritto anche al n°288 del CNI). @Rocco68, questo tuo esemplare dovrebbe invece avere il taglio con treccia, me lo confermi? Credo che il taglio possa essere un'ulteriore differenza tra i due differenti conii. In più il fatto che sia nota una sola liberata ufficiale sotto Ferdinando IV, mi ha fatto pensare che uno dei due conii possa, sulla scia di quanto già detto su vari altri nominali, essere stato di matrice repubblicana (coniazione veloce "in emergenza", bassa qualità del rame, assenza di taglio inciso); anche questa è solo una ipotesi al momento non suffragata da dati certi, anche perché non abbiamo R mancanti o doppi punti che possano sostenerla...1 punto
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Purtroppo fa parte di una raccolta di immagini di mostricciattoli che ho, il retro non l'ho salvato perchè la patina è solo sul dritto. In queste monete è molto difficile che si formino su entrambi i lati.1 punto
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È una bella cosa quando in un topic si crea un ambiente amichevole, a volte non succede e la cosa diventa spiacevole anche per chi legge. Immaginavo che potessi avere in collezione anche scudi italiani...a questo punto se vuoi ampliare il periodo conviene che "risali la linea del tempo" andando sugli scudi dell'età della Restaurazione e poi su fino agli scudi UML in senso stretto. Comunque complimenti, è davvero una bellissima collezione!1 punto
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Esatto, molto rara. Ne ho visti passare 3 di cui uno con piccola variante. Grazie per i complimenti.1 punto
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Buongiorno @Roan, Personalmente preferisco le collezioni tipologiche, data e zecca mi intrigano meno. Come avrai letto sviluppo la collezione tra scudi, talleri e monetazioni di necessita in Argento degli anni rivoluzionari ed i Napoleonidi. A mio parere sono monete molto belle é cariche di Storia. Sfortunatamente, avendo impostato la mia collezione dallo SPL in su, devo dire che non sono nemmeno economiche. Vi é un libro "Les Monnais Napoleniennes" , del 2010, che potrebbe aiutarti. Foto a colori, molto ben fatto... Come al solito le quotazioni sono un pó gonfiate, ma per dare un occhio alle molteplici monete in Argento, relazionate con i famigliari e gli eventi del periodo Napoleonico, é un Must a mio parere.1 punto
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Ciao Lorenzo, È difficile a dirsi, molto banalmente dipende da ciò che ti gratifica di più! A me personalmente non attira molto collezionare per data e zecca, la collezione che ne risulterebbe la troverei un po' ripetitiva, per questo preferisco la tipologica, anche se è una cosa del tutto soggettiva! Per quanto riguarda la tua decisione potresti provare una "via di mezzo", per esempio iniziando a collezionare gli scudi italiani di Napoleone, se non lo fai già, oppure proseguire con Luigi XVIII. Anche tra i parenti di Napoleone ci sono opportunità di trovare scudi con standard UML, tipo il 5 lire Murat, oppure c'è il primo 5 franchi, quello del Direttorio. Insomma, potresti allargare la tua raccolta senza uscire troppo "dal seminato".1 punto
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Ciao, scusate se mi inserisco nella discussione, io ho iniziato collezionare scudi di Napoleone per data e zecca, al momento ne ho circa 40 dall' anno XI ai cento giorni. Sono indeciso se allargare ad altre tipologie di scudi o continuare su questa falsariga. Mi piacerebbe un confronto di opinioni. Lorenzo1 punto
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Questo è il mio grano più bello... 1788 Non me ne vogliano i fior di monete che presentate ma io dei capelli così non li ho mai visti1 punto
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Buonasera, Torno a postare qualcosa dopo un po di assenza... Sabato ho aggiunto questo mezzo scudo in collezione rif muntoni 26 dato come rarissimo. In mano ha una bella freschezza e devo dire che è anche un bel conio, grandi difetti non ce ne sono ed è tutto ben impresso. Cosa ne pensare? Grazie a tutti Marco1 punto
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Buon fine settimana a tutti, Altra monetina di Ferdinando IV che al momento risulta rara e introvabile... È questo Tarì del 1794 con al dritto SICLIAR anziché SICILIAR Personalmente ne ho censiti solo due esemplari. Saluti, Rocco.1 punto
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Altra tipologia monetale assolutamente rara e che non può non mancare in questa discussione è la Piastra del 1804. Conosciuta in 5 varianti, catalogate nel gigante dai numeri 66 a 70, di cui solo la 66, probabilmente, andò oltre la fase progettuale. Quella che allego è la foto fatta a quella fotografata nel catalogo dell'asta NAC-SPINK TAISEI, corrispondente al numero 67 (11° tipo) del gigante. Precedenti passaggio dello stesso esemplare è avvenuto presso l'asta Ratto, collezione Curatolo (1972) Ulteriori notizie in questa importante discussione sul forum:1 punto
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Buonasera a tutti, Aggiungo a questa interessante discussione l'ultima scoperta sulla nuova tipologia di busto nel 3 Cavalli 1790. ...... Anche se sono più che convinto che con il tempo ne verranno fuori altri.... Ad oggi è introvabile e raro ?1 punto
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Essendo un collezionista di monete mondiali utilizzate esclusivamente per la comune circolazione (possibilmente ne debbono portare pure i segni), reputo questa moneta (è stato un regalo e lo tengo) coniata esclusivamente per i collezionisti, tra le meno belle che posseggo. l'estetica non è tutto.1 punto
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I was in a lock-box a couple of days ago and met up with this old friend for the first time in a dozen years. As a coin to be collected, it has major problems. As a personal memento, however, it bats a thousand. ------------------------------------------------------------------------------------- x: The large silver piece—repeatedly polished—from the free city of Frankfurt am Main, where Dad spent a portion of his early manhood as a paratrooper of the 82nd Airborne’s 508th Parachute Infantry. The experience loomed too large for him to ever part with this coin, which was the undisputed star of the group of coins he showed me that very first night in ‘64. (It was more than a hundred years old!) Pop told me what he knew of it, about the Czech DP (“Displaced Person”) who had given it to him in ‘46, of its having been dropped by a college friend and dinged about 1951 (the memory retained the power to upset him), and on occasion down through the years Dad would trot out this big coin to taunt me. He always enjoyed my wanting it. And I had wanted it, at first. But it soon dawned on me that I would own this coin only on a day that my father was dead. So I stopped wanting it most profoundly, although to please Pop I pretended otherwise for nearly thirty years. There isn’t much more to add, except to say that I now own this 1861 double-thaler, and have, since February, 1997. (97) v.1 punto
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Salve a tutti. Ringrazio @dareios it Lorenzo per la presentazione e per aver apprezzato il saggio su questa moneta che mi ha permesso di riscoprire e raccontare una storia che ha avuto interessanti risvolti non solo dal punto di vista numismatico. Confido di riuscire, in queste poche righe, a riassumere in modo efficace il contenuto del mio studio. Veniamo subito alla descrizione dell’esemplare finora inedito (fig. 1): D/ SA sormontato da tratto di abbreviazione. Contorno perlinato. R/ TA sormontato da tratto di abbreviazione. Contorno perlinato. Fig. 1. Si tratta di un denaro, o, come viene comunemente riconosciuto dalla bibliografia tradizionale, un mezzo denaro, in argento dal peso di 0,42 g. con un diametro di 13 mm. Questi dati mi hanno subito permesso di effettuare un paragone con gli altri cosiddetti mezzi denari (tale dicitura è da me usata in senso convenzionale) usciti dalla zecca capuana nel corso del X secolo, poiché molto simili tra loro. A differenza degli altri nominali coniati a Capua, però, il nostro caso presenta la totale assenza del nome di un regnante, come invece si riscontra sul resto della produzione argentea longobarda capuana, mentre reca al suo posto queste due singolari abbreviazioni, evidentemente interconnesse tra loro. Ho pensato che si potesse trattare di un’emissione “religiosa” e la mia ipotesi ha trovato conferma nell’accostamento della moneta in questione con altre due piccole monetine finora note, ed attribuite tradizionalmente alla zecca di Benevento, che recano legende mariane complementari su entrambi i lati (figg. 2 e 3). Fig. 2. Fig. 3. Anche a livello pondometrico è possibile accostare tra loro questi esemplari, poiché rispettano quasi sempre lo stesso range di peso. Ma le analogie non sono finite qui, perché se si nota bene lo stile con cui sono stati tracciati i caratteri si evidenziano molti punti praticamente identici che accomunano queste ultime due monete con quella in oggetto: ad esempio, la particolare forma cuspidata degli apici oppure il modo di rendere la lettera A, dalla forma estremamente squadrata e spigolosa. Inoltre, persino lo stile della perlinatura sembrerebbe avvicinare i tre esemplari. Ho poi notato che la C nella legenda di D/ in fig. 2, dalla forma quasi quadrata, non è stata mai prodotta su nominali di sicura origine beneventana, soprattutto in quei casi dove si è riscontrata la presenza della stessa abbreviazione SCA. Il che mi ha portato a pensare che questi tre mezzi denari formassero una serie unitaria e che non uscirono dalla zecca di Benevento, come finora si è detto e scritto, ma da quella di Capua. Ma per cosa stanno queste due abbreviazioni, SA e TA? Come ho detto prima, la soluzione più probabile, vista anche la serie in cui è inserita, è che si tratti dell’indicazione del nome di un santo. Ho creduto possibile, quindi, sciogliere le due abbreviazioni in SA(NCTUS) TA(MARUS), ovvero san Tammaro. Vi risparmio le poche note agiografiche che si possono reperire sulla figura di questo santo, ma è importante notare come il suo culto sia radicato, e poi da qui si sia diffuso nell’entroterra campano, nelle regioni corrispondenti alla Liburia e alla Terra di Lavoro, accentuando il legame, anche spirituale, tra il nostro esemplare inedito e la zecca di Capua. Da questo punto di vista, la nostra moneta rappresenta anche una delle più antiche testimonianze del culto di Tammaro pervenuteci, per questo dicevo che la sua importanza si estende ben oltre i confini della numismatica. Infine, la particolarità di non presentare nomi di regnanti, né capuani, né beneventani, mi ha portato alla conclusione che fossi di fronte ad una serie monetale estremamente particolare, emessa per ricordare un evento altrettanto importante. La devozione espressa da questi tipi mi ha fatto pensare subito ad un’occasione celebrativa di natura religiosa e solamente un avvenimento ebbe rivolti così profondi da permettere al principe longobardo di Capua-Benevento la realizzazione di nominali sui quali non vi risulti alcun tipo di ingerenza da parte dell’autorità politica in carica: l’istituzione della prima metropolia del Mezzogiorno, quella di Capua, nel 966. Il pontefice allora in carica, Giovanni XIII (965-972), era particolarmente malvisto dalla nobiltà e dal popolo di Roma per via della sua politica filo-imperiale e per le varie lotte che in questo periodo facilmente si scatenavano tra le famiglie aristocratiche romane, sia per il controllo del soglio pontificio, sia per l’acquisizione di beni e terre che, ricordiamo, costituivano la base per un solido potere politico. Giovanni XIII fu quindi vittima di una congiura di palazzo che si trasformò ben presto in rivolta popolare fuori controllo: il papa fu catturato e cacciato da Roma, ma non è chiaro come riuscì a fuggire dal suo esilio in un castello situato sul confine tra Lazio e Campania: l’unica notizia certa è che nel 966 lo si ritrova già a Capua, ospite e protetto di Pandolfo I Capodiferro (943-981). Questi si servì della sua posizione di forza per convincere il pontefice suo ospite a creare una sede arcivescovile a Capua. Pandolfo I aveva realizzato un progetto che i dominatori longobardi di Capua avevano tentato invano di realizzare fin dalla seconda metà del IX secolo. Il primo arcivescovo capuano fu Giovanni, fratello stesso del principe: il potere politico e religioso si trovavano, quindi, riuniti nelle mani di una sola famiglia, il che permise a Pandolfo di serrare il suo controllo sul resto del Principato, soprattutto nelle zone più periferiche, spesso soggette a velleitarie pretese di autonomia dal governo centrale capuano. Con una simile azione, Giovanni XIII riuscì nel contempo a contrastare l’avanzata delle fondazioni di nuove diocesi di rito greco nell’Italia meridionale, le quali avevano visto una fioritura costante per tutto il IX e il X secolo, fin quasi alle soglie dell’anno Mille. Per celebrare una tale ricorrenza, tutt’altro che irrilevante per la storia religiosa e politica del Mezzogiorno longobardo, Pandolfo I emise questa serie, databile quindi al 966. Inoltre, mi è stato possibile approfondire l’apporto politico e finanziario che la comunità ebraica di Capua offrì con spiccata efficacia proprio sotto il governo di Pandolfo Capodiferro. Lascio la parola per opinioni, considerazioni e pareri, sperando di non essere stato troppo prolisso nella mia esposizione. Per qualsiasi informazione in merito al reperimento del saggio in estratto o della rivista che lo contiene potete contattarmi con un MP.1 punto
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