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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/10/19 in Risposte
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Aggiungo una foto del solo rovescio di un cavallo inconfondibile di Amatrice che ho trovato sul mio database4 punti
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Provo a fare un po' di chiarezza ma non sarà facile. Il problema nasce dal fatto che l'ordine cronologico degli zecchieri e la paternità delle sigle impresse sulle monete ancora non è del tutto risolto. L'assenza di documentazione non permette un giudizio univoco ed ecco il perchè di tanti dubbi o quesiti. Però alcuni riscontri oggettivi è possibile farli. Come ha scritto giustamente #eliodoro il cavallo "nasce" nel 1472, quindi la paternità della sigla M presente su questo cavallo non può assolutamente essere quella del Miroballe che ha siglato per intenderci il tarì. Vi sono stati altri Miroballe in zecca? La risposta è affermativa. Abbiamo Salvatore ed Antonio Miraballe ma sono antecedenti la battitura del cavallo quindi da escludere come mastri che hanno siglato questo cavallo. Abbiamo poi attestata la presenza di Simonello Miraballe nel 1470 nella zecca di Napoli... potrebbe essere lui? Non lo si può affermare. Non dimentichiamo poi che la sigla M è presente anche sui cavalli di Federico, quindi il periodo temporale si allarga e i dubbi sul mastro aumentano. Vi sono poi anche altre sigle in attesa di attribuzione quindi nessuna novità a riguardo. L'attribuzione ad Amatrice nasce da un documento del 1486 ma il documento parla di privilegi ma non di zecca quindi anche qui i dubbi sono leciti: Volendo seguire quindi un criterio scientifico gli unici cavalli che si possono attribuire ad Amatrice sono quelli con FIDELIS AMATRIX e/o con lo stemma civico cittadino. Quelli con la sola M a questo punto possono rientrare tra le emissioni napoletane dove non era previsto sulle coniazioni l'indicazione del locus di zecca. Ovviamente la cosa non è documentata ma è una conseguenza logica basata sulle coniazioni dell'epoca. I dati quindi sono questi. A determinati quesiti non è possibile fornire una risposta certa. Un passo indietro sulla presunta attribuzione a Ferrandino di cavalli con busti giovanili... Non facciamo confusione. Le monete con il busto di Ferrandino sono inconfondibili. Basta osservare i rarissimi coronati di questo sovrano o i cavalli battuti a Brindisi. A mio parere i busti giovanili a lui attribuiti altro non sono che i busti di Ferdinando I. Spero di essere stato chiaro ma rileggendomi, più che fare chiarezza forse ho finito di confondere ancor di più la cosa... D.F.3 punti
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Parlare di suberata per questa tipologia non è esatto, di fatto"nascevano" già così : di bronzo con una sottilissima pellicola argentata.3 punti
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Buonasera a tutti, oggi ammiravo un po' i miei 9 cavalli, ammetto di essere molto attratto da questo nominale, nonostante la sua semplicità iconografica la trovo una moneta con "carattere" forse proprio in virtù delle tante varianti a cui è soggetta, una in particolare poi attira maggiormente la mia attenzione, non è un 1790 ma volevo proporvelo lo stesso, è il 1789 con FERDINAN VI... Mi chiedo io :ma come si fa a sbagliare ed invertire le cifre del numerale? quelle due sono... Ma ovviamente noi (o almeno io) ringraziamo chi ci ha tramandato queste chicche...3 punti
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Hello, I'm trying to find more information about an Andrea Gritti osella, anno X, how rare is it and it's value/past sales. The Krause catalogue doesn't say too much and only managed to find a holed piece sold in 2007 for 3250 euro.I have purchaesd the one below and i'm trying to estimate it's value and as a collector of different coins this is the only forum i could get a helpful and relevant opinion.Thank you very much!2 punti
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Grazie mille, invece. I miei dubbi nascono da una osservazione assolutamente empirica. Dalle mie parti, sud dell'Umbria ma vicino a Marche e Lazio (in particolare proprio alla zona di Amatrice) si hanno raramente notizie della presenza di cavalli napoletani. Risultano piuttosto abbondanti quelli aquilani, sia aragonesi che angioini e quelli di Chieti. Ho notizie poi della presenza di cavalli con la "famigerata" M, sia con l'attribuzione e/o lo stemma Amatriciano, sia i classici Equitas Regni. Conosco diverse piccole o grandi raccolte con esemplari di questo genere, credetemi. Da assoluto profano in materia, mi viene pensata una comune provenienza locale (magari ci sta anche una coniazione napoletana e diffusione ad Amatrice, chi può dirlo?). Ripeto, la mia affermazione è tutt'altro che un fatto assodato, ma solo una impressione, magari del tutto fuori luogo.2 punti
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Bello che tu venga con tuo figlio, se ci vediamo vediamo di dargli un Gazzettino non si sa mai ...seminiamo...seminiamo ...2 punti
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Eccolo. Tenete conto che i colori sono un po' falsati dalla cattiva qualità delle foto.2 punti
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Ciao Alberto, mi sembra un probabile falso d'epoca. Posto la foto di un mio falso d'epoca. Ciao2 punti
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Oggi per 50 centesimi l’uno ho acquistato 10 e 25 centesimi francesi 1920/1921. Messi nel monetiere affianco al buono francese acquistato 2 settimane fa.2 punti
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Sono stato in visita al museo proprio questa estate e la guida disse che la parte più consistente delle monete si trovava a Firenze per studio e restauro, quindi sono state rubate solo quelle esposte. Trovo assurda la facilità dell'azione.2 punti
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Nuove emissioni € 2: "500 ° anniversario di Raffaello" " 100 ° compleanno Giovanni Paolo II"1 punto
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Cari amici, il nuovo e sesto Gazzettino di Quelli del Cordusio e’ ormai pronto per essere presentato e consegnato in versione cartacea al Veronafil il 23 novembre 2019 sabato alle ore 11. Saremo presenti con un nostro spazio allo stand di Medaglie e Monete di Marco Ottolini, n. 261 G. Come potrete vedere sarà un numero con più pagine, con più rubriche come le Briciole Numismatiche, con l’editoriale e con ben 11 articoli estremamente vari per tematiche. Come di consueto il Gazzettino successivamente sarà disponibile, come i cinque precedenti, in formato digitale su Accademia.edu, Lamoneta.it e su Facebook a disposizione di tutti. Ci auguriamo che questo ulteriore sforzo per un dono culturale gratuito per la comunità, che volesse riceverlo, possa essere gradito e possa essere di aiuto per un maggior sviluppo della numismatica e della cultura. A Verona allora il 23 novembre 2019 per un momento di serena condivisione per la presentazione di questo ulteriore prodotto editoriale !1 punto
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Buonasera a tutti, stasera posto quella che non ho ancora capito se è una moneta, o una medaglia, Siglos del Perù, riporta anno 1958. Sul diritto è rappresentato un antico Regnante e prendo spunto per riportarne la sua storia che ho trovato molto interessante, riporto come al solito degli avvenimenti relativi al millesimo. La moneta/medaglia è Collezione Litra68, il resto è fonte Web. Wikipedia etc. Lloque Yupanqui (Cusco, 1260 – Cusco, 1290) è stato un sovrano dell'epoca protostorica della etnia degli Inca. I dati riguardanti la sua vita sono desunti principalmente dalle leggende tramandate dai suoi discendenti. È il terzo sovrano della dinastia inca. Il suo nome significa, in lingua quechua, il mancino memorabile, da lloqui, mancino e yupanqui, memorabile o famoso. Una leggenda, riportata dalla maggior parte dei cronisti spagnoli, vuole Lloque Yupanqui, figlio e successore di Sinchi Roca, dedito ad una vita austera ed ascetica contraddistinta da pratiche di privazioni e digiuni. Secondo tali racconti, questo sovrano sarebbe giunto in tarda età senza avere figli e la mancanza di discendenza lo avrebbe enormemente angustiato, tanto più che avrebbe avuto la certezza di essere ormai troppo anziano per procreare. Inti (il dio Sole), padre spirituale di ogni sovrano Inca, gli si sarebbe allora presentato in sogno assicurandogli la nascita di un erede e pronosticandogli che questo figlio sarebbe stato particolarmente glorioso. Rinfrancato da questa visione Lloque Yupanqui avrebbe, in effetti, avuto un erede destinato a diventare famoso sotto il nome di Mayta Capac. La vita di Lloque Yupanqui è particolarmente legata a quella del figlio destinato a succedergli e pochi sono i particolari che ci sono giunti, sulla vita di questo sovrano, se si eccettuano quelli che illustrano, assieme a lui, le gesta di Mayta Capac, protagonista, di imprese memorabili, già in tenera età. Egli viene peraltro indicato da Juan Santa Cruz Pachacuti come l'ideatore della pratica di deformazione del cranio, applicata, effettivamente, ai neonati nell'antico Perù. Secondo questo autore, l'Inca in questione l'avrebbe istituita nell'intento di infondere una predisposizione all'obbedienza, senza alcun rapporto con intenzioni di sviluppo estetico. Sempre a Lloque Yupanqui viene attribuita l'istituzione delle vergini del sole, una sorta di forzata clausura a cui erano destinate molte giovani inca, racchiuse in speciali confraternite, in cui si occupavano di lavori di filatura e tessitura, tranne alcune che, per la loro avvenenza, erano scelte dall'Inca come concubine o come serventi delle divinità. L'indole di questo sovrano, come traspare dalle cronache è quella di un personaggio influenzato dal potere sacerdotale e alieno da attività di carattere militare. Questa sua peculiarità gli avrebbe procurato una grande rinomanza nelle tribù confinanti con il Cuzco, al punto che genti di ogni dove sarebbero giunte al tempio di Indicancha, sua abituale dimora, per onorarlo e richiedere il suo consiglio. Si deve a Pedro Cieza de León la notizia secondo cui Lloque Yupanqui avrebbe riformato la composizione del Cuzco introducendo la divisione in Hurin-Cuzco e Hanan-Cuzco. Secondo questo autore, la ripartizione sarebbe stata organizzata dal sovrano in seguito alla venuta, nella città, delle genti di Zañu, il villaggio di appartenenza della moglie di Lloque Yupanqui che sarebbero state alloggiate nella parte Hanan. Questa ipotesi contrasta con la versione ufficiale, seguita da tutti gli altri autori, che attribuisce a Manco Cápac la divisione del Cuzco in due metà e deve essere accettata con cautela, a meno che non la si voglia interpretare come una riorganizzazione a seguito del sinecismo contemplato. Resta infine da segnalare che la panaca di Lloque Yupanqui è stata tramandata con nomi leggermente diversi dai cronisti spagnoli. Così viene indicata con Ahucani ayllo da Cobo, Auayni Panaca Ayllo da Sarmiento, Hauanina Ayllo da Garcilaso e Chigua Yuin dalle Informaciones, dette Declaración de los quipucamayos a Vaca de Castro. Solitamente si attribuisce maggior credito al nome riportato da Sarmiento. Esplorazioni. - Nel 1958 ben due spedizioni italiane si sono recate nel Perù, per toccare cime ancora inviolate. La prima, di cui faceva parte anche un geologo, ha operato nella zona di Cuzco ed ha scalato 11 vette, tutte al disopra dei 5000 m, la più alta delle quali è il Nevado Gau, di 5650 m. L'altra, che ha operato nella cordigliera dell'Apocobamba, ha toccato 19 cime, delle quali otto al disopra dei 6000 m (Chuparojo, 6300 m). Saluti Alberto1 punto
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Grande Mario, grazie per la dedizione sarò con voi alla presentazione. PS. Se puoi munisciti di qualche arretrato anche per me1 punto
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The coin is an usold lot of two successive Auctions held by Wag online (80-2018/lot 464 and 84-2018/lotto 464). It looks an authentic specimen, even if mounted and smoothed. The price, according to the estimates, may be about € 250-500. It seems rather rare: Paolucci and Montenegro indicate R2 (in a scale from C to R5). I could find only a second similar coin (year X) sold on the market during the last 15 years, the one you indicated.1 punto
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Ho letto in alcuni interventi tuoi e non mi sarei aspettato che da solo saresti cascato in una moneta , che a primo impatto (a pelle) , non grida la sua genuinità. Ora , come ti dovresti comportare con l'interlocutore e con chi , lui si è rivolto .1 punto
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Buonasera a tutti, mi è capitata questa moneta romana che mi lascia abbastanza dubbioso. Si vede chiaramente che al di sotto della superficie leggermente argentata è in rame.. Ammetto di essere abbastanza a digiuno di queste monete, qualcuno potrebbe aiutarmi a capire se è vera? E magari anche a dare una corretta identificazione. Pesa 6,23 grammi e ha un diametro di 26 mm. Grazie mille per la disponibilità1 punto
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Nutro anche io dei dubbi su questa moneta, soprattutto dai fondi che sembrano troppo appiattiti. Somiglia molto ai tremissi beneventani battuti al tipo di Giustiniano, ma manca la sigla nel campo.1 punto
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Diogene di Sinope detto il Cinico (Sinope, 412 a.C. ca. – Corinto, 10 giugno 323 a.C.) è il filosofo greco che secondo la storia morì nello stesso giorno in cui Alessandro Magno trapassò a Babilonia. È famoso l’incontro del vecchio filosofo con Alessandro Magno a Corinto, quando davanti all’orcio di terracotta in cui Diogene dimorava, il Grande lo salutò dicendo ‘Chi ti sta di fronte è Alessandro di Macedonia: chiedimi ciò che vuoi e io sarò felice di dartelo.’ Allora fatti in là che mi fai ombra’, rispose Diogene. Alessandro si spostò immediatamente e si sedette di lato, discutendo a lungo col vecchio per esclamare alla fine della discussione: ‘Per Zeus, se non fossi ciò che sono, se non fossi Alessandro, vorrei essere Diogene!’. Non si può certo dire che Alessandro Magno fosse permaloso, come dimostra anche il suo comportamento con Apelle, l’unico artista autorizzato a ritrarlo nei dipinti. Si narra anche che in un’occasione Alessandro non aveva lodato secondo il merito un ritratto che Apelle aveva dipinto per lui con accanto Bucefalo. Come dinanzi al quadro passò un cavallo che si mise a nitrire al cavallo dipinto come se fosse vero, l’artista disse: “O re, il cavallo sembra essere di gran lunga più intenditore d’arte di te!” Il rapporto di sincera amicizia oltre che di stima per l’artista faceva accettare queste battute ad Alessandro, che tra l’altro si era mostrato molto generoso con Apelle quando gli fece ritrarre Campaspe (o Pancaspe), la bellissima tessala sua favorita che secondo alcuni fu la prima donna con cui Alessandro giacque. L’artista, mentre dipingeva il nudo, s’innamorò di lei e Alessandro, entusiasta dell’opera del maestro, gli fece dono della modella.1 punto
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ciao a tutti e bravi, rovistatori delle ciotole ..trovar monete straniere anche ha il suo bel fascino,altre storie da raccontare e vedere...poi l idea tua @Baylon e' aprezzabilissima!ovvero quella di allegare alla foto della moneta in questione ,anche il paesaggio attinente!1 punto
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@littleEvil, ma lo sai che una volta facevamo (FACEVI) delle splendide discussioni? Cercavo tramite forum una cosa e mi sono reimbattuto in questa: sono contento di poterla far resuscitare, perchè val la pena rileggerla (capito, lamonetiani?)1 punto
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Ciao a tutti, oggi per 50 Centesimi al pezzo mi sono preso le seguenti monetine... Belize - 25 Cents 19911 punto
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Il RIC VI usa le lettere per distinguere l'imperatore. Nella prima tetrarchia la a era riservata a Diocleziano e la b a Massimiano. Per quanto riguarda la clamide bisogna guardare il rovescio e vedere come è messa ovvero di traverso o sé cade dritta. Nell'esemplare di cobrapel non riesco a capire come è messo. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buongiorno a tutti, @gennydbmoney per meglio comprendere certi "sbagli" bisogna prima di tutto capire come veniva impostato tutto nel conio /matrice. Ho disegnato al contrario o "a specchio" come doveva presentarsi il lavoro finito per un dritto di un 9 Cavalli. Questa di seguito è una mia personale ricostruzione /sequenza del lavoro sul conio. Prima veniva impresso il busto di Ferdinando IV, poi con il compasso si Marcavano i due cerchi per allineare le lettere in legenda. Il centro era sotto l'orecchio (il famoso orecchino). Poi si iniziavano a imprimere le lettere con i singoli punzoni.... Da destra verso sinistra. E osservando il mio disegno, capirete come sia facile sbagliare il numerale IV La rarità della Variante sta nel fatto che scoperto l'errore si provvide subito a fermare la coniazione e correggere il conio. Cosa ne pensate a riguardo?1 punto
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Buona domenica a tutti, ho letto ora tutta la discussione (appassionante!) dopo essere venuto a conoscenza di questo "caso" (grazie al materiale fornitomi dal gentilissimo @marmo87). Sono davvero grato a tutti, soprattutto a @4mori e @monbalda, per questo che non esito a definire un vero e proprio "lavoro"! Partendo dalla Memoria dello Spano, che già ho letto con estremo piacere, penso che aggiungendo quanto discusso qui potreste formare (se non l'avete già fatto) una pubblicazione, o anche un libretto divulgativo (io lo comprerei subito almeno)! Posso chiedere se vi sono stati in questi 3 anni "aggiornamenti" sul caso, o la "soluzione" trovata è rimasta quella proposta da @monbalda ? Inoltre @4mori, tu scrivesti tempo addietro: Mi potresti nel caso indicare dove approfondire questo passaggio di armati dalla Sicilia? (Scusate se riesumo spesso vecchie discussioni, non so se si è capito ma piano piano sto spulciando tutto ciò che riguarda la Sardegna su questo forum )1 punto
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Salve a tutti, mi è stato chiesto se la moneta in foto sia vera o falsa. Non essendo esperto di monete napoletane non ho saputo rispondere, quindi chiedo il vostro aiuto. Sul catalogo ho visto che esistono dei falsi: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-C2/16 photo1 punto
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Se chi di dovere non si mette nell'ordine di idee che il patrimonio che si trova nei musei deve essere tutelato e protetto nella dovuta maniera come si tutelano le cose personali, ho paura che notizie così ne leggeremo ancora. Bisogna fare in modo di chiudere i recinti prima che scappino i buoi.1 punto
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Salve a tutti. Concordo con Eliodoro nel credere che la moneta in oggetto non sia opera di un atelier monetale del Mezzogiorno, anche perché il diadema con quel modello di pendilia a tre elementi compare con una certa regolarità sulle monete medievali (bizantine e non) solo a partire dall'XI secolo. E in questo periodo le zecche campane dell'Italia meridionale non avevano una produzione stabile di moneta argentea. Partirei da questo assunto, che offre un buon grado di sicurezza, per una sua contestualizzazione cronologica.1 punto
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Buonasera, @Baylonti ringrazio per avermi fatto conoscere questa parte di Storia che ignoravo, mi è molto piaciuto il pensiero espresso dallo Storico Schama. Saluti Alberto1 punto
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Ciao Luciano, con piacere ho letto il tuo post, ma devo fare una piccola rettifica. Non è completamente esatto che la Sardegna sia stata sempre fuori dalle linee commerciali veneziane. C'è una breve parentesi ed è la muda di Aigues-Mortes che portava le merci veneziane in Provenza. Nel 1412 dopo l'autorizzazione del Senato una galera autonoma, partiva in primavera e costeggiando l'Italia faceva rotta per la Provenza. E qui viene il bello. Non sempre, ma ogni tanto le tappe erano: Messina, Palermo, Napoli, Gaeta, Pisa, Aigues Mortes, Montpellier e Barcellona con puntate episodiche a Cagliari, Tortosa e Valenza. Ovviamente tutto questo durò fino alla guerra tra Genova e la Catalogna guerra che sconsigliò alla Serenissima di frequentare tutta l'area del Mar Tirreno e del Mar delle Baleari anche a causa dei corsari sia francesi sia catalani.1 punto
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L'alternativa è "chiara chiosa" ma penso sia preferibile la soluzione con il sostantivo prima dell'aggettivo. apollonia1 punto
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1908 German East Africa (DEUTSCH OSTAFRIKA) - 10 Heller in rame/nickel J (Amburgo)1 punto
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Forse riesco ad esserci anch'io, sarebbe la prima volta al Veronafil per me,sono molto curioso... Anche di incontrare altri lamonetiani.1 punto
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Continuando con la monetazione di Carlo Emanuele III questa volta relativa al secondo periodo (1755-1773) vi propongo questo Quarto di Scudo Nuovo 1759 Carlo Emanuele III D/ CAR • EM • D • G • REX • SAR • CYP • ET • IER • Semibusto del re a sinisra con sotto la data 1759 R/ DUX • SABAUD • ET • MONTISFER • PRINC • PEDEM • & • Scudo rotondo coronato , con nuova inquadratura con attorno il collare T/ Ornato con fogliette Argento 30 mm . ,gr. 8,80/8,24 Zecca di Torino Mir Savoia 948e , Simonetti 35 , Biaggi 8131 punto
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infine un po di monetine estere che mi mancavano1 punto
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