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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/27/19 in Risposte
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CICCI' ED IL REGALO DI NATALE PREMESSA: Ciccì era cambiato. Quell'uomo elegante, con i baffetti da sparviero, i capelli neri ed impomatati con la Brillantina Linetti, era improvvisamente invecchiato e sembrava un clochard. Barba di una settimana, capelli arruffati e quel sentore di Acqua di Colonia sostituiti da effluvi di sudore non proprio gradevoli. Nel quartiere tutti sapevano il motivo e cercavano di aiutarlo perchè era veramente una brava persona: chi lo invitava a pranzo, chi gli lavava la biancheria, chi cercava di distogliere quegli occhi fissi e lontani con battute spiritose. La luce si era spenta qualche mese prima, quando aveva trovato l'anziana Netina, governante, nonna e mamma adottiva, riversa sul letto, con il rosario in mano e gli occhi cerulei e spenti rivolti al cielo. L'arrivo di Rosita, che aveva affittato l'alloggio della povera Netina, ebbe lo stesso effetto della mitica “Bocca di Rosa” nel paesino di Sant'Ilario. Era lo stereotipo della vera spagnola: capelli lunghi e scuri, formosa e piena di vita, dotata anche di una simpatia debordante. Naturalmente tutte le donne del vicinato diventarono sue nemiche irriducibili e le voci, dapprima sussurri, divennero un fiume in piena. L'attività ufficiale di Rosita era quella di cuoca in una trattoria della zona, quella a tempo perso sarta, quella notturna era avere un certo movimento di uomini nella sua abitazione... Fumava con eleganza e assiduamente sigarette americane “Astor” e quindi era sovente nella nostra Tabaccheria, allietando con la propria “verve” i vari clienti che, con la scusa di dover compilare la schedina del Totocalcio, erano ormai diventati stanziali e aspettavano sempre la sua apparizione. Mia mamma comprese che la Rosita si stava “allargando” perchè sovente portava dei piatti prelibati e chiamava mio padre “Baffetto”. Risultato: piatti prelibati nell'immondizia e mio padre relegato nel retrobottega non appena la Rosita usciva di casa. Per Ciccì, la Rosita fu il miglior ricostituente. Ritornò più vivo e splendente di prima. Si era innamorato pazzamente. Nonostante i vari tentativi di “farlo ragionare”, niente da fare, Ciccì era un caso disperato, in quanto aveva deciso di fidanzarsi con Rosita. Il periodo era favorevole, mancava poco al Natale...quindi era inevitabile una puntata nell'Orificeria di “Rotella” per comperare un anello. “Rotella” era un numismatico, chiamato così perchè se gli portavi un orologio da riparare, lo guardava con la lente, lo scuoteva e invariabilmente diceva: “ Si è rotta una rotella!” Mio padre gli aveva spiegato il “caso umano” e gli aveva riferito che Ciccì ultimamente collezionava marenghi e quindi...tutto era pronto. Primo vassoio con anelli con diamante, secondo vassoio anelli con zirconi. Ciccì era completamente nel pallone. Quelli con diamante troppo cari, quelli con zirconi troppo da poveracci. “Rotella” tirò su il sopracciglio e fece un cenno a mio padre: “Poca roba, qualche moneta, qualche MARENGO (alzando la voce)...vieni nel retro! “ Ciccì abboccò come una trota all'amo. Nel vassoio vi era un florilegio di marenghi, tra i quali uno molto bello di Carlo Felice. Nella mente di Ciccì qualcosa si sbloccò. Comperò il Carlo Felice e poi...essendo quasi in bolletta, l'anello con lo zircone! Rosita non prese molto bene il regalino, il fidanzamento andò a monte e Ciccì ritornò in depressione. EPILOGO: Poco tempo dopo Ciccì, che era molto scaramantico, disse a mio papà che la moneta gli portava sfortuna e che se la voleva, gliela la cedeva al prezzo di costo. Conservava i marenghi a mollo in un vasetto di ceramica con fiori di plastica. Era un'altarino con alle spalle l'effige della Madonna, talismano adatto ( diceva lui) a tenere alla larga i ladri. E' cosi che la moneta è finita nella raccolta di famiglia. La Rosita sparì improvvisamente nottetempo. Qualcuno disse che aveva fatto innamorare un imprenditore che la portò con lui in una villa sul Lago di Como, altri che aveva perso la testa per un saltimbanco del Circo che sostò qualche giorno nel nostro Paese. Sicuramente lasciò molti rimpianti in quelle persone che mai avevano pensato di trovare “il Paradiso al primo piano” e grandi sospiri di sollievo “delle cagnette a cui aveva sottratto l'osso “. ( Grande Faber un modesto tributo nel ventennale della tua morte, da chi ti ha amato e ti considera il più grande poeta dei nostri giorni ) Questa è la moneta: Buon Anno a Tutti!7 punti
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Buonasera, Beppe @giuseppe ballauri, ci hai regalato un altro bel racconto, un'altro spaccato del tuo vissuto e delle tue monete, provo a partecipare anche io a questa bella e interessante discussione, come in tutti i racconti, c'è un imprescindibile intreccio tra realtà, fantasia e emozioni. Il tutto inizia nel marzo 1796 - due mesi prima che Ferdinando cominciasse a scrivere il suo Diario - Napoleone intraprese la campagna d'Italia. Il regno di Napoli - oscillante tra velleitari propositi di offesa e disperali rimedi di difesa - si arma, provvede alla leva, raduna volontari. Ferdinando si reca in Terra di Lavoro ed in Abruzzo ad ispezionare, talvolta con la moglie, gli accantonamenti delle truppe ed i preparativi bellici; ma nello stesso tempo cerca la pace con Napoleone. Quando questa sarà faticosamente conclusa, il sovrano potrà occuparsi quasi esclusivamente della caccia e della pesca, di S. Leucio e di altri svaghi, tutte cose del resto alle quali non rinunzia neppure nei momenti più gravi. E potrà anche recarsi in Puglia per il matrimonio del primogenito Francesco, percorrendo in largo ed in lungo per qualche mese quella contrada. Ma l'occupazione francese di Roma torna a turbare la tranquillità del Re; finché si arriva alla breve ed ingloriosa campagna di Roma del 1798, alla facile rotta dell'armata napoletana, alla fuga dello stesso Ferdinando da Roma a Napoli e poi da Napoli a Palermo. Ed è proprio qui che entra in scena una moneta d'argento da 20 grana, era in una delle tasche della sella del cavallo di Ferdinando IV, in tutto quel trambusto era rimasta dimenticata lì per quasi 2 anni, ma eccola cadere sulla banchina del porto e scivolare tra i piedi degli affaccendati inservienti che in fretta e furia caricavano sulla nave gli effetti personali e i bagagli del Sovrano. Uno scugnizzo la vede luccicare e quasi non credendo ai suoi occhi si china e la raccoglie facendola sparire tra le sue logore vesti, non senza essersi guardato intorno per vedere e capire chi l'avesse persa o la reclamasse. Solo a tarda sera la metterà orgogliosamente tra le mani della mamma sapendo che servirà a sfamare lui e i suoi 7 fratellini.. ? In questo modo la moneta passerà di mano in mano per quasi due secoli fino ad arrivare dimenticata in un vecchio cassetto di un vecchio mobile da un vecchio rigattiere, per poi saltare fuori al momento di un restauro del mobile, altro passaggio di mano fino ad arrivare negli anni 90 del XXI secolo su una bancarella di un mercatino numismatico a Napoli e da lì magicamente nella Collezione Litra68. Saluti Alberto3 punti
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Purtroppo la "branchia" per la numismatologia (patologia di chi soffre di numismatica), non è finanziata a livello universitario e le cure, a volte sono costose. Di solito viene curata a livello casalingo dal coniuge di turno (marito o moglie-compagno o compagna). A casa mia ci pensa la moglie a somministrarmi sonore "mazzate" quando si presentano i sintomi. ??Complimenti per la bella moneta.3 punti
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Buongiorno, Ferdinando II, 5 Tornesi 1843 Taglio con rigatura obliqua. MAGLIOCCA 705 Raro Il più "comune" fra i quattro millesimi di questa tipologia. Si passa dal busto imberbe ad un busto più maturo del Re, con leggera barbetta e senza scriminatura nei capelli.3 punti
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Buongiorno a tutti, in una recente asta, mi sono aggiudicato la medaglia in ag più antica della mia collezione. Siamo nel 1748... è una R2 con qualche colpetto sui bordi ma con rilievi e dettagli di tutto rispetto. Presa a 130 + Diritti. Che ne pensate? Mai vista in asta negli ultimi 6 anni, ho fatto bene secondo voi? Saluti e buon 2020 a tutti gli appassionati di medaglie Papali. Silver M.2 punti
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Buongiorno, vi segnalo questa pagina del "The London Chronicle" datato 1763 che riporta (da Napoli) il rinvenimento a Brindisi di un deposito monetale di circa 20.000 denari "da Cesare a Geta" ed un peso di circa 3000 libbre. Rinvenimento effettuato durante uno scavo da alcuni operai e collocato nei pressi della località "nei pressi della Chiesa dei Minori Osservanti presso Brindisi". Chissà se qualcuno ne sa qualcosa o almeno identifica il luogo di culto. Ciao Illyricum2 punti
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Vigilia di Natale... ci si prepara a cene e pranzi, si arriva da cene di classe, di palestre, di circoli, tra amici e parenti... Ma ogni tanto una monetina aiuta quasi a "digerire" il tutto, fa piacere toccarle, guardarle e ancor di più se si riesce a portarle a casa! Per Natale ho avuto quest'anno la sorpresa di riuscire ad aggiungere in collezione, inaspettatamente devo anche aggiungere, questa moneta che anche senza pacco e fiocco è stato un bel regalo! Si tratta di un Forte Bianco di Aimone, moneta coniata a Pont d'Ain dallo zecchiere Farolfi al taglio di 240 pezzi al marco per una quantità di 700 marchi. Della stessa serie fanno parte gli oOboli Bianchi e i Grossi Dozzeni, particolarità unica nelle monete sabaude il numero di bisanti nei cantoni che rappresenta il rapporto di valore fra loro. Il Grosso tre bisanti per cantone valeva tre Forti, il Forte un bisante per cantone valeva due Oboli che invece avevano solamente un bisante un cantone si ed uno no. Ora foto...2 punti
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@jaconico in questo 10 Tornesi il punto dopo FRANCISCVS si nota benissimo.2 punti
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Ciao, tra i testoni "meno belli" della mia collezione, vi presento questo di Clemente VIII, al quale oltre alla consunzione da circolazione, si deve aggiungere l'usura di conio per punzoni consumati e male impressi... Mantiene tuttavia un buon peso di 9.40 gr. Diciamo che questo testone va benissimo così, visto che non appare proprio in tutte le aste Michele2 punti
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Buonasera, probabilmente è un emissione della zecca di Napoli del periodo vicereale, forse Filippo II o III, considerando il diametro potrebbe essere un 3 cavalli... Non è tosata ma è un emissione del tipo "al martello"... È possibile conoscerne il peso?...2 punti
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bozzetto della lituana 2020 sulle regioni https://www.numismatica-visual.es/2019/12/imagen-real-moneda-2-euros-cc-2020-region-de-aukstaitija/?fbclid=IwAR0VJri2RhoiqlWAAvh6tMSFtlSrEvI--Esn-TzlwkzyPuvs-mINqDc1JVw2 punti
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Buon Santo Stefano a tutti e auguri di buone feste. ☺️ Ecco la mia 10 tornesi 1825; fiore a 5 petali e caratteri piccoli della legenda (Magliocca 473a)2 punti
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Prendendo ad esempio l'interessante discussione di @rubber, ho pensato che possa interessante inserire in questo forum le foto delle monete bizantine che entrano e/o fanno parte della mia collezione specializzata di monete bizantine. Tuttavia, mancando una discussione specifica, potrebbe essere carino raccogliere e discutere in un'unica pagine delle monete bizantine di Sicilia, così da poter discutere ampiamente della storia e delle caratteristiche peculiari di questa monetazione. In vista di ciò provvedo a fare un'introduzione per sommi capi di quella che è la monetazione Bizantina di Sicilia, che spero possa rivelarsi utile sia per i neofiti che per i curiosi di questa monetazione. La monetazione Bizantina Siciliana comincia a svilupparsi a partire dalla riconquista dell'Italia compiuta dall'imperatore Romano orientale Giustiniano. La guerra gotica va avanti tra alterne vicende per 40 anni e l'unica regione Italiana che rimane in possesso bizantino per tutta la durata della guerra è la Sicilia, in cui opera quasi certamente una zecca per il pagamento dell'esercito. Negli anni successivi in Sicilia (probabilmente Catania) sono coniati gli spiccioli da 5 e 10 nummi, mentre le maggiori coniazioni sembra avessero luogo a Roma e Ravenna. Con l'invasione Longobarda della penisola, il ruolo della sicilia diviene sempre più importante. A partire da Maurizio Tiberio compare finalmente il segno di zecca Catania nei nominali da 5 e 10 nummi. A partire dal segni di Eraclio vengono coniati (o meglio contromarcati) i folles. A partire da Costante II (figlio di Eraclio) ha luogo un'abbondantissima emissione monetaria in oro e rame. Sotto la dinastia di Eraclio (conclusasi nel 711), ha luogo la graduale formazione del tema di Sicilia, in cui il comandante in capo dell'esercito assume di fatto un'autorità sia civile che militare, nonché una non trascurabile autonomia nei confronti dell'autorità centrale. In una data ancora non del tutto chiarita, la zecca si sposta a Siracusa. Il tema di Sicilia comprendeva Sicilia, Calabria meridionale e Salento e influenzava fortemente la politica dei ducati Napoletani e di quelli sardi (in cui il duca almeno inizialmente era solo un rappresentante politico e militare di Costantinopoli). Questa Autonomia permette di coniare moneta con caratteristiche che gradualmente si discostano da quelle della moneta di Costantinopoli, portando infine ad una produzione monetaria del tutto originale. Si pensa che il Solido di Sicilia valesse 3/4 del solido di Costantinopoli nel l'ottavo secolo, mentre tre semissi di Sicilia erano necessari per un solido di constanipoli all'inizio del nono secolo. Anche i folles assunsero caratteristiche del tutto originali e reputo improbabile che potessero scambiarsi uno ad uno con quelli di Costantinopoli (nel nono secolo un follis di Sicilia pesava circa la metà di uno di Costantinopoli). Mentre la produzione monetaria della capitale è rappresentata da Solidi, Miliaresia d'argento e folles, in quella Siciliana manca l'argento e abbondano i frazionali in oro del solido, ossia semissi e tremissi. A metà del nono secolo la produzione Siracusana si riduce a 2 sole monete: semissi e folles. I sistema collassa con l'invasione Araba; l'ultimo semisse in oro basso si deve a Basilio I, nell'878. Perchè collezionarle? Dal punto di vista storico e numismatico rappresentano un unicum e una perfetta via di mezzo tra la monetazione orientale e quella occidentale, confermando la Sicilia come quella terra d'incontro tra civiltà e culture differenti. La monetazione è estremamente particolare e di fatto rappresenta una monetazione a se nel mondo bizantino per quando sopra ho già scritto La monetazione Siciliana seguiva infatti culturalmente la monetazione occidentale, rappresentata da monete (tremissi) di oro basso, permettendo probabilmente degli scambi monetari adeguati con longobardi e altre popolazioni. La coniazione di semissi quasi certamente portò alla coniazione araba del robai/tarì, una moneta che di fatto era equivalente al semisse del nono secolo e si scambiava alla pari o quasi durante il lungo periodo in cui la Sicilia era condivisa tra arabi e bizantini. Tarì che poi ebbe un'influenza straordinaria tra il decimo e il tredicesimo secolo e fu fondamentale per la nascita del fiorino e del ducato veneziano (che in origine valevano 4 tarì ossia un solido romanatus). Ma questa è un altra storia.1 punto
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Presento una moneta che cercavo da diverso tempo e che alla fine ho trovato e anche in discreto stato di conservazione. Si tratta di un Five Cents USA del 1913. Come spesso avviene, anche questa moneta la si può trovare del 1° o del 2° tipo. Nel 1913 si comincio a coniare il "five cents". Al R/ vi è la rappresentazione di un bisonte americano (secondo la leggenda il bisonte usato come modello per questa moneta era ospite dello Zoo al Central Park) . Al D/ vi è rappresentata la testa di un capo indiano. Per quelli come noi, over cinquanta queste due rappresentazioni risvegliano il ricordo di personaggi dei nostri fumetti preferiti... Nel 1913 fu coniato il 1° tipo con il terreno a collinetta sotto le zampe del bisonte, mentre nel 2° tipo e fino al 1938, il bisonte poggia sopra una linea dritta. Vado a postare il 1° tipo e spero che alcuni di voi possano postare il five cents del 2° tipo perché a me manca ancora. chiedo anche all'amico @villa66se per caso ha il five cents 1913 2°tipo. saluti1 punto
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Così, di primo acchito, penso alla FORTVNA REDUX seduta con timone nella mano destra e cornucopia in quella sinistra. Ciao da Stilicho PS: in riferimento però alla moneta che abbiamo ruotato. Caspita, che confusione!1 punto
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E se fosse qualcosa sul tipo RIC 551 (tanto per "restare" su Adriano), che peraltro è un sesterzio del diametro approssimativamente pari a quello della moneta di @1412luigi?! Cioè la Fortuna seduta a sinistra con cornucopia e timone. L'ultima immagine, cioè, a mio avviso andrebbe un poco ruotata in senso antiorario. Tipo così: https://www.coinarchives.com/3ecd28ff443cbbbf10969a01c54b55c8/img/gorny/267/image03636.jpg1 punto
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Caro @apollonia, è sempre un piacere discutere con te, e mi fa piacere che ci sia chi difende questioni linguistiche con tanta determinazione. La questione rimane comunque aperta, si vedrà nel tempo quale forma tenderà a imporsi. Off topic: oggi ho trascorso la giornata al British Museum, e ho avuto davvero di che lustrarmi gli occhi, anche se devo dire che per quel che riguarda la sezione visitabile del coin cabinet preferisco quella dell'Ashmolean.1 punto
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Buonasera, credo si tratti di un asse di Tiberio emesso a Roma nel 22-23 d.C.: RIC 44 sear5 #1770 Tiberius AE As. TI CAESAR DIVI AVG F AVGVST IMP VIII, bare head left / PONTIF MAXIM TRIBVN POTEST XXIIII around large SC Circa il cancro del bronzo, per capire qualcosa in più, puoi leggere queste discussioni: HIRPINI1 punto
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Beh, prestito dal greco è già meglio di prestito dal Regno Unito o dagli Stati Uniti d’America! Questi dicono anche “Forums” come plurale di Forum!… Quanto al prestito dal greco, se si può far affidamento sulla mia fonte (post # 8), il latino tardo ha adottato il τετράδραχμον greco come tetradrachmum (e non - che so io - come quadridrachmum), mantenendo il prefisso tetra, elemento compositivo corrispondente al numerale τέτταρες (o τέσσαρες) «quattro» di parole derivate dal greco o formate modernamente (anche nella terminologia lat. scient.), nelle quali significa «quattro, formato di quattro». Se poi la nostra lingua ha ‘importato’ dal latino tardo il lemma tetradramma (o tetradrammo) come sostantivo di genere maschile, attribuendogli il significato di antica moneta greca del peso e del valore di 4 dramme largamente coniata dagli stati greci ed ellenistici (Atene, Siracusa, Macedonia, Siria, Egitto, ecc.), non vedo perché non ci si debba adeguare a questa scelta come i vari Ambrosoli, Ricci, ecc. nel loro testi o come riportato nel glossario dei termini da usare negli articoli proposto dall’Accademia Italiana di Studi Numismatici. Io penso che voler giustificare l’uso di “tetradracma” (di quale genere poi? maschile o femminile? Il neutro non è previsto nella nostra lingua) con la χμ nel progenitore greco sia un’inutile forzatura. Qualcuno potrebbe obiettare che la nostra lingua ammette l’uso di “dracma” interscambiabile con “dramma”, ma deve riconoscere che col prefisso tetra si crea una sequenza tr-dr-cm in una parola di 11 lettere che toglierebbe una caratteristica essenziale della nostra lingua: l’intrinseca musicalità che la rende piacevole all’ascolto. Grazie comunque @Gallienus per la discussione.1 punto
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Grazie @claudioc47 appena posso provo a fare foto più leggibili. Complimenti per i tuoi esemplari, molto belli e ben conservati1 punto
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Buonasera. A mio parere non ha senso far periziare una moneta già in mio possesso. Anche perché quando acquisto tendo a comprare monete di cui sono relativamente sicuro della loro autenticità. Se ho dubbi non le compro e basta. Quindi per me niente perizie. L'unica occasione in cui ci farei un pensierino sarebbe se devo venderla, però più per il compratore che per me se me lo chiedesse. Saluti.1 punto
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Il termine non esiste nemmeno in latino: è un prestito non adattato dal greco. Risulta evidente anche dal punto di vista etimologico come "tetradramma" non abbia nulla di neolatino.1 punto
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Innanzi tutto Buone Feste a tutti! Solo ora ho letto il tuo post @miza. La determinazione del grading del nichel è sempre un'impresa non da poco (almeno per me!) e dalle tue foto è molto difficile dare un giudizio di conservazione, luce troppo forte, dalla quale è impossibile stabilire il livello di lustro, che nel nichel è determinante per l'assegnazione del grading, dovresti provare a fotografarle con una luce più diffusa. Allego la foto della mia moneta 1913 1° tipo, MS64 e una 1924 MS62. Anche per queste due monete è determinante la differenza del lustro, che in foto è appena percettibile. Vedo se riesco a fare due brevi video per capire meglio questa differenza.1 punto
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Il rovescio a destra della seconda foto dovrebbe rappresentare la personificazione di Roma elmata (probabilmente seduta su una corazza con uno scudo a fianco che l'incrostazione copre) che tiene nella mano destra una vittoria e con la sinistra una lancia. L'iscrizione potrebbe essere del tipo PONT MAX TR POT COS III S C (sottolineate sono le lettere che mi pare di scorgere)1 punto
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Lo avevo notato. Ma è stata acquistata per la sua bellezza. Del punto, anche bello grosso, non ne saprei cogliere il motivo!1 punto
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Se 2.000 euro il venditore li da lui a me la moneta quasi quasi glie la prendo.1 punto
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Buongiorno a tutti, escluderei Filippo II perché non porta il numerale nei suoi 3 cavalli, quindi rimane Filippo III, tra l'altro mi sembra di scorgere le 3 stanghette del numerale del Re ad ore 11 della prima immagine... Consiglierei di mettere la moneta in ammollo per qualche giorno in acqua demineralizzata... Allego scheda del catalogo del forum... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIII/81 punto
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Interessantissima discussione a cui desidero contribuire con qualche riferimento bibliografico sul tema, le monografie principali in merito sono due opere di tipo catalografico, la prima è di Romolo Calciati, " Monete bizantine di bronzo della Sicilia" che come si evince dal titolo si limita alla catalogazione della monetazione enea, è di difficile reperimento; più facile a trovarsi è la seconda di Marco Anastasi, "Monete bizantine di Sicilia" che offre una catalogazione complessiva di tutte le monete emesse in Sicilia durante la dominazione bizantina. Un altro testo importante sul tema che comprende anche la monetazione del periodo arabo è quello di Alberto d'Andrea, Gaetano Faranda, Elena Vichi, "Le monete siciliane dai bizantini agli arabi", sempre di Alberto d'Andrea si possono aggiungere i tre volumi di "Byzantine coinage in Italy" che oltre alla monetazione siciliana comprende anche quella delle altre zecche italiane. Infine segnalo un saggio che ha avuto una fondamentale importanza storica in quanto primo dedicato alla numismatica bizantina siciliana, riferimento anche per lo Spahr nella sua successiva catalogazione delle monete siciliane di quel periodo, il testo di Diego Ricotti Prina "La monetazione siciliana nell'epoca bizantina", pubblicato sul periodico "Numismatica" nel 1950.1 punto
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Oggi l'economia conta infinitamente di più della cultura, è quindi naturale che si tenti di ottenere il massimo con il minimo sforzo. Pongo inoltre una questione già proposta in precedenza sottolineando come il collezionista di monete non sia necessariamente un Numismatico, così come il Numismatico non sia necessariamente un collezionista di monete. Credo sia importante valutare se ci interessa capire dove vada il collezionismo (campo più prettamente legato a fattori economici ed hobbistici) o dove vada la Numismatica (ambito più strettamente culturale e legato al desiderio di conoscenza). Sono due ambiti che non di rado si intrecciano, ma sono mossi da motivazioni mediamente divergenti. Se il topic aperto da Tiberius riguarda il solo collezionismo credo che sia tutto nella norma, il valore di un oggetto è sempre più importante rispetto alle informazioni che veicola. Se si vogliono estendere le valutazioni alla Numismatica intrecciata al collezionismo credo che negli ultimi decenni si sia posta troppa attenzione verso l'oggetto fisico e troppo poca verso la parte culturale, questo almeno nelle sfere meno scientifiche e più divulgative di questo meraviglioso mondo. Si è venuto così a creare una sorta di feticismo smodato e spesso privo di anima.1 punto
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Mi dispiace ......... spero di fartelo io un bel regalo ........... anche se è una foto, basta il pensiero.1 punto
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Buone feste a tutti. Innanzitutto ringrazio @matteo95 e @incuso e @Reficul per aver ripristinato i cataloghi delle sterline d'oro ed il tasto "segui" come avevo in precedenza auspicato. Fra una mangiata e la successiva mi sono ritagliato il tempo per "giocare" con le immagini del mio ultimo acquisto. Era molto che non aggiungevo nulla alla mia raccolta. I pezzi che cerco per migliorare la mia tipologica hanno un peso economico rilevante (per me ovviamente) , e questa moneta rappresenta l'unica entrata del 2019. Era molto che la cercavo; in conservazione migliore ha prezzi che non investirei per questa tipologia. Rappresenta quindi il mio Edoardo VII "definitivo" e ne sono molto contento. Le sovrane di questo Re, anche quando in stato di zecca, non spesso hanno impronte del dritto ben definite. Ho optato quindi per una moneta di prova, una "proof" che proprio non brilla...... ve la presento attraverso le immagini del venditore e di pgcs: Come vi ho anticipato e come potete vedere dalle foto dell'ente americano questa moneta "di presentazione" non brilla minimamente. Si tratta infatti della "Matte Proof" una "prova opaca". Per definire una moneta di questo genere preferisco utilizzare le parole degli esperti: "In numismatics, a proof coin that is deliberately grainy to the touch. Matte finishes have become rare for modern coins, but were made occasionally in the early 20th century." Farlex Financial Dictionary. © 2012 Farlex, Inc. All Rights Reserved "Il trattamento matte proof è uno speciale tipo di finitura che venne usato soprattutto negli Stati Uniti d’America tra il 1908 e i 1916 ed, occasionalmente, in altri paesi. Messo a punto nell’ultimo decennio del XIX secolo dalla zecca di Parigi, il trattamento matte proof rende satinate e di aspetto granulare le superfici del tondello coniato. Un simile effetto viene ottenuto mediante una sabbiatura o con un trattamento acido delle impronte dei coni sulle quali si produce, in entrambi i casi, una quantità di microscopici crateri. Questi, all’atto della battitura del tondello, ammorbidiscono le superfici e gli spigoli del modellato togliendo parte dei riflessi e della luminosità alle superfici della moneta finita. Nei cataloghi specializzati, come nelle certificazioni della società statunitense di grading PCGS (Professional coin grading service), il trattamento matte proof è indicato in modo esplicito, anche perché, spesso, costituisce un elemento di valorizzazione della moneta. In Italia, dalle informazioni in nostro possesso, tale sistema non è mai stato impiegato dalla Zecca né è attualmente in uso." Roberto Ganganelli - Cronaca Numismatica - 9 Maggio 2019 Che ve ne pare? E' senz'altro una moneta particolare. @Graziano67 @refero1980 @Manuel88 @Livestrong @matteo95 @bizerba62 @claudioc47 @sterlina e tutti gli altri cari amici sovranofili: suvvia, sono giorni di vacanza, fateci vedere i vostri acquisti, condividete la gioia degli ingressi del 2019 con chi le ama come voi. Una saluto a tutti e buone vacanze.1 punto
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1915 Oaxaca / Messico - 1 Peso ps: Per chi possiede qualche spicciolo messicano in rame/nickel degli anni '80, ricorderà sicuramente che vi è impresso lo stesso personaggio riportato sul retro della banconota. Si tratta di Benito Juárez (presidente del Messico nella seconda metà dell'800), primo indigeno nella storia del continente americano ad ottenere tale carica nonchè eroe nazionale.1 punto
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Ciao Litra se hai pazienza prima o poi troverai un bel pezzo del 98. Seguendo anche i consigli dei più esperti.1 punto
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Buonasera a tutti e Tantissimi Auguri Buona Vigilia di Natale, stasera vi presento il mio primo Tarì di Ferdinando II millesimo 1833 scusate per le foto non proprio nitide, la moneta è periziata e sono in guerra con mia figlia che l'ha praticamente adottata e si rifiuta di farmela aprire.. ? È da qualche giorno che meditavo di farvela conoscere, poi all'improvviso tra le carte che avevo stipato nel mio garage ho trovato un vecchio libricino di quelli tascabili Newton costo 1000 lire, edizione 1996 di Roberto Maria Selvaggi, ebbene, ho trovato interessante rileggerlo a distanza di tanti anni, ricordando il mio passato, degli inizi della mia passione per lungo tempo sopita ma risvegliata grazie al Forum e a voi tutti Fratelli Lamonetiani, propongo due pagine relative all'operato a ridosso del 1833 di un giovane Sovrano e di un colorito ritratto della sua personalità oltre ad un ritratto vero e proprio con le inconfondibili fossette alle guance, così realisticamente riportate su molte sue monete. Tra gli avvenimenti, trovandoci a Natale, ne riporto uno che mi ha molto colpito e che riguarda Manzoni, fonte Osservatore Romano. Natale 1833: muore Enrichetta Blondel, la moglie di un addoloratissimo Manzoni che non si rassegna al silenzio di Dio di fronte alle preghiere inesaudite, e alla speranza di una guarigione dolorosamente invocata e negata. Un lutto che lo scrittore non riesce a elaborare, e il cui sfogo affida a una manciata di versi, Natale 1833, rimasti incompleti. Ma bastano per esprimere un sentimento diverso rispetto a quello espresso dall’inno sacro. Manzoni si ribella al dolore che ritiene di subire ingiustamente e il «fanciullo celeste» della natività diventa «severo». «Regna sopra i turbini ... sì che tu sei terribile / sì che in quei lini ascoso / in braccio a quella Vergine / sovra quel sen pietoso/... è legge il tuo vagir / vedi le nostre lagrime / intendi i nostri gridi / il voler nostro interroghi / e a tuo voler decidi». È il lamento di un innamorato deluso, privato dell’amore di quella donna che, fra l’altro, aveva avuto un ruolo fondamentale nella sua conversione. In quel Natale del 1833 Dio non rispose, si nascose nel silenzio. Ma bisognava capirne le motivazioni e un altro grande scrittore di fede cattolica, Mario Pomilio, a distanza di oltre un secolo, si assunse il compito di ricavare, scavando nel medesimo mondo manzoniano, le motivazioni per cui non bisognava disperare per il precipitare di quell’avventura umana. Natale 1833 diventò il titolo dell’originale e profondo romanzo investigativo di Pomilio, dove riecheggia tutto di Manzoni. Ma il filtro è quello di Pascal, lo scrittore francese che in pieno Seicento non mancò di basare l’apologia della fede cristiana sul mistero di Dio: ciascuno ha da portare la croce del proprio dolore e il dolore di ciascuno è la croce di Dio, che pertanto è sempre presente, non estraneo ma partecipe del dolore dell’uomo. Di Melo Freni Buona Lettura e soprattutto Buona Vigilia di Natale. Saluti Alberto1 punto
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sempre rimanendo nel tema "meno belle" ma per questo NON MENO APPREZZATE, vi posto un recente acquisto entrato nella mia raccolta delle "monete con l'ombrellino". usurata, tosata, bucata.... insomma ha tutti i difetti che penalizzano le monete, ma non immaginate la soddisfazione quando l'ho messa in collezione !!! Buon Natale a TUTTI Daniele1 punto
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Ricambio i migliori Auguri di Buon Natale e sereno 2020. saluti TIBERIVS1 punto
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Ciao a tutti, oggi volevo presentarvi questo testone della mia collezione. Pio V (1566-1572), Roma - Testone (Munt 3, CNI 5). D/: Stemma ovale in cornice, chiavi con impugnatura ovale e doppi cordoni. .PIVS. V._.PONT.MAX. R/: Il papa inginocchiato a sinistra davanti ad una croce; in basso a sinistra la tiara. ABSIT. NISI._.IN.TE.GLORIARI. Esergo: ROMA © Peso: 9.66 gr Il motto al rovescio si traduce in "Solo in te è la nostra gloria" (Galati VI, 14). Pio V nel 1570 indisse il giubileo per unire i cristiani nella lotta contro i Turchi che avevano violato i patti stretti con la Repubblica di Venezia e avevano invaso Cipro dichiarando guerra alla cristianità. Nel concistoro del maggio 1571 si sancì l'alleanza tra le potenze cristiane di Roma, Venezia e Spagna a cui si unirono diverse città italiane. La flotta navale pontificia, veneziana e spagnola, unita sotto il comando generale di Giovanni d'Austria, il 7 ottobre 1571 ottenne la strabiliante vittoria a Lepanto. Al comando della flotta pontificia fu Marcantonio Colonna che ottenne gli onori in patria. Questa sconfitta fu l'inizio del declino del potere marittimo ottomano. Questo testone, di grande importanza storica proprio per gli avvenimenti a cui fa riferimento, viene considerato RR e appare sul mercato solitamente in bassa conservazione e frequentemente tosato o calante di peso. Questo esemplare appare di peso pieno, ben coniato e con una gradevole patina. Vostre integrazioni e commenti sono come sempre graditi. Michele1 punto
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