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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/29/20 in Risposte

  1. In attesa della tua "ricompensa" ?condivido una panoramica dei vassoi in cui tengo i 10 Tornesi, dal 1819 al 1859
    5 punti
  2. In tempo di chiusura in casa magari a qualcuno interessa leggere un articolo sulle monete del Vescovo di Trento Nicolò di Brno. Mi permetto di mettere il collegamento ad un articoletto che ho scritto nella rivista Studi Trentini di Scienze Storiche. https://www.academia.edu/42880410/Le_coniazioni_del_vescovo_di_Trento_Nicolo_Alreim_di_Brno Buona lettura!
    3 punti
  3. Da quello che riferiscono i colleghi Rianimatori i tassi di estubazione sono purtroppo piuttosto bassi, circa il 30/40%. Vuol dire che nel momento in cui le condizioni scadono al punto da necessitare di una ventilazione meccanica, le possibilità che il paziente si riprenda sono basse. A un certo punto la malattia non è più solo repiratoria ma multiorgano. Questo per dire, che il dato dei ricoverati in rianimazione (intubati) va di pari passo con quello dei decessi. Per cui la riduzione di tali ricoveri è da prendere molto con le molle e lo vedo ben poco positivo. Quando dici che se sono deceduti a casa e non i ospedale “perché non gravi”, non è corretto. Molti anziani era >70 anni) in gravi condizioni sono deceduti in casa perché semplicemente non c’era posto in ospedale. Quanto al morire “PER” o “CON”, vi faccio una domanda... se un paziente con neoplastico (ma con malattia stabile) muore per infarto... direste che la causa del decesso è il tumore? Le persone muoiono PER il coronavirus.
    3 punti
  4. Da appassionato di foto, almeno allo stesso livello del trekking in alta quota e forse anche del collezionismo di monete posso dirvi che per fare una foto... la macchina fotografica non è mai la cosa più importante Tralasciando la composizione (nel caso di una moneta... non è che si può inventare) nella fotografia di nummi la cosa più importante è senza dubbio l'illuminazione, che deve essere uniforme ma allo stesso tempo puntiforme per poter risaltare le tonalità e i rilievi della moneta. In secondo ordine l'obiettivo che deve avere una buona luminosità e capacità macro (poter cioè riprodurre 1:1 il soggetto. Ho iniziato a scattare con una canon 450D e un canon 100mm macro... la lente che uso oggi è la stessa, il corpo macchina è cambiato in una 5D IV ma solo perchè la macchina fotografica la uso principalmente in foto di paesaggio... notturno, dove oggettivamente il sensore fa la differenza (*). Il mio set up per l'illuminazione invece è autocostruito, ho preso spunto da un aggeggio in vendita (a carissimo prezzo) e devo dire che funge per lo scopo. Ho costruito e uso una cosa simile a questa http://www.quickpx.com/ Per chi vuole approfondire l'argomento "fotografia numismatica" consiglio un sito fatto bene, http://coinimaging.com/photography.html e il libro dell'autore (in lingua inglese) Numismatic-Photography-2nd-Mark-Goodman * Non vi posto foto di mie monete (che potete trovare nelle diverse discussioni che ho avviato) ma una foto di una indimenticabile serata di un bivacco in quota nel settembre scorso, scattata a 2800m sopra alla Forcella de Miel (Pale di San Martino, tra Veneto e Trentino), davanti alla luna che sorge dietro l'Agner e illumina la Valle d'Angheraz (1500m di dislivello con uno zaino da 15kg per arrivarci, solo per questo sarebbe stato indimenticabile :P) @ilnumismatico vi saprà illuminare su tutti i segreti della fotografia numismatica
    3 punti
  5. Scusate, ma non caricava la foto.
    2 punti
  6. Buonasera a tutti gli Amici delle Napoletane e non, condivido con Voi i miei due esemplari da 10 Tornesi del 1840. Il primo, corona senza rigatura e barra stretta al rovescio al dritto legenda larga. Purtroppo ancora in perizia e quindi foto con qualche riflesso.
    2 punti
  7. Perfettamente d'accordo con Te caro Alberto. Sono comunque una testimonianza storica e sono parte ( per chi era giovane una volta ) dei tuoi ricordi. Io butto via poche cose, ad esempio ho migliaia di figurine dei Pokemon con le quali giocava mio figlio. Anni fa volevo metterle nella spazzatura... adesso sono di nuovo in auge. Non le vendo perchè sono un ricordo di quei tempi, ma lo facessi ricaverei l'equivalente per comperare una moneta importante. Quindi tenerle, tengono poco spazio ed è facile mantenerle perchè non reclamano cibo... ? Ciao Beppe
    2 punti
  8. Buongiorno, io le conservo, ogni tanto le osservo, fanno parte del nostro passato, di quando non c'erano i cellulari, quando per chiamare la ragazza andavi alla ricerca della cabina telefonica, io appartengo alla generazione del gettone telefonico, conservo le une e gli altri con affetto. Saluti Alberto
    2 punti
  9. E no così non vale....? Prima pareri, poi ricompensa..... Comunque bellissima panoramica.
    2 punti
  10. Ma se era da identificare, come fai a sapere che è rara?
    2 punti
  11. Tornando agli scudi, ecco un altro Leonardo Donà (1605-1612) del massaro Costantino Pasqualigo. Il peso è di 31,36 grammi e il diametro di 42 millimetri. Il riferimento è Zub-Luciani 77.3 ed è proveniente dalla collezione Donà delle Rose. Sul Corpus non è segnalato lo scudo con questo massaro. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  12. Buongiorno a tutti, volevo contribuire alla discussione con il mio 10 tornesi, dal peso di grammi 30.78 e chiedervi un parere se si tratta di un falso d epoca o di un conio di zecca. Grazie a tutti per l attenzione.
    2 punti
  13. Scusate se insisto su questo 5 tornesi, non voglio discutere sulla sua rarità.... Quella la deciderà il tempo e il numero di esemplari che verranno fuori sul mercato. Avendone trovato sulla baia un altro esemplare ho potuto fare il confronto con il pezzo che avevo già in Collezione. Stesso dritto ma rovescio diverso, questo secondo me sta a significare che non si tratta di errore, in quanto se ne continuò la coniazione con un altro rovescio. Di seguito le differenze fra i due pezzi SICILIARV, le diverse dimensioni nel millesimo e diversa punteggiatura: 1819. con punto 1819. con rombo
    2 punti
  14. Terkel : ma per carità non scusarti di niente ! Hai espresso chiaramente e in modo educato la tua opinione in merito e se chiedi scusa mi fai sentire in colpa per essermi diciamo opposto a quanto hai scritto. Stiamo ragionando con calma e a modo su come si possa acquistare al meglio una moneta abbastanza difficile sotto diversi punti di vista. Ho citato te ma ovviamente mi rivolgo a tutti i colleghi e conoscenti collezionisti numismatici. Leggo spesso un po' ovunque nel forum : io quella cifra non la spenderei e aspetterei di prenderne una più bella spendendo un po' di più. Ma quanto un po' di più ? Quanto denaro spendere in più da un buon e dignitoso BB ad un suntuoso SPL o addirittura un inarrivabile FDC ? Quanto aspettare e cercare ? Come valutare la qualità se la lira non la si vede dal vivo in mano ? Mi sembra sempre " il vorrei ma non posso " cioè mi spiego, non voglio un buon BB ( naturalmente a prezzo adeguato ma anche se fosse da spendere un po' di più perché no ? ) ma aspetto e spero di trovare uno splendido spendendo solo il 30% in più .... E non come succede nel 80% dei casi di spendere minimo il 60-70% in più. Tutto qui, poi per carità il colpo di fortuna può capitare ma inseguirlo sempre non mi pare fattibile. Tutto quanto detto naturalmente sottolineando che fortunatamente ognuno di noi fa, sceglie e quindi dice pure liberamente ciò che più li piace almeno sull'acquisto o ricerca di una moneta come la lira Tron.
    2 punti
  15. Buongiorno a tutti, oggi vi presento la mia normalissima Piastra del 54, mi mancava come millesimo, avevo solo il falso moderno. Magliocca 564 Noto delle differenze rispetto al modello base come direbbe Fratello Sergio @motoreavapore. Ho notato un differente carattere per la R di REX rispetto al resto della leggenda. Anche la punteggiatura non è completa. Ho fatto foto del diritto e rovescio con inquadratura e luce diversa. Aspetto vostri commenti. Saluti Alberto
    2 punti
  16. Posto una moneta considerata dal Ric R5 e della quale non sono riuscito a trovare foto da nessuna parte, la conservazione purtroppo è quella che è. A qualche collezionista del periodo penso possa far piacere......... I dati sono i seguenti: 0,85 g. Licinio Quarto di follis Roma Ric VII 17 R5
    1 punto
  17. Ciao a tutti! Questa è una premiere, il mio primo post in medaglistica! Cercando altre cose, mi sono imbattuto su medaglie per me particolarmente ben fatte di un incisore tedesco: Friedrich Wilhelm Hörnlein, attivo presso la zecca sassone di Dresda nella prima metà del '900. Una delle sue qualità era quella di saper incidere direttamente sul conio il motivo da riprodurre, cosa che fa risaltare la sua bravura e che rende "a occhio" riconoscibili le sue opere. La medaglia di oggi è questa: 1923, anno della super-inflazione in Germania (si dice uno degli effetti del Trattato di Versailles del 1919 - dicevano che così poi la piantano di far guerre che poi perdono... mai si sono così sbagliati!), la popolazione è allo stremo, manca tutto e quel poco che c'è, è caro . OB JUD OB CHRIST EIN SCHUFT DER WUCHERER IST sia ebreo / sia cristiano / è un furfante chi è usuraio IN BÖSEN ZEITEN IST OHN ZWEIFEL EIN MENSCH OFT DES ANDERN TEUFEL in tempi malvagi è senza dubbio, che è un uomo spesso il demonio del suo prossimo. Intanto diamo un occhiata alla qualità del motivo: guardiamo insieme questo corpo flaccido, grassottello tenere con le gambe il suo tesoretto di grano, osserviamo le sue mani aperte, con i palmi rivolti verso di noi, che ci dicono che lui non ne ha colpa - anche se il suo volto soddisfatto, semisorridente, indica che lui non è minimamente interessato alle pene che il popolo sta passando. Adesso entriamo nel campo minato e cerchiamo di capire il motivo della rappresentazione. Ebreo? Cristiano? C'era motivo di far la differenza? Non bastava dire "Ogni uomo..."? No: qui si tratta del "Korn-Jude" (L'ebreo del grano) un classico della medaglistica tedesca: (qui in una rappresentazione del 1694 - anno in cui anche a carestia non stavano male) Se vogliamo (vogliamo!), possiamo andare anche più indietro, tipo fino a Luca l'evangelista ed ad una sua parabola: quella del ricco stolto. (Qui in un' illustrazione dell'illustro Rembrandt) La tenuta di un uomo ricco diede un abbondante raccolto; ed egli ragionava fra sé dicendo: "Che farò, perché non ho posto dove riporre i miei raccolti?". E disse: "Questo farò, demolirò i miei granai e ne costruirò di più grandi, dove riporrò tutti i miei raccolti e i miei beni, poi dirò all'anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi e godi." Ma Dio gli disse: "Stolto, questa stessa notte l'anima tua ti sarà ridomandata e di chi saranno le cose che tu hai preparato?". Così avviene a chi accumula tesori per sé e non è ricco verso Dio. Servus, Njk PS: Fortsetzung folgt in Kürze... / Continua a breve... PPS: ping a @cabanes, lui mi ha fatto scoprire i talleri, magari così lui scopre le medaglie!
    1 punto
  18. Salve a Tutti. Posseggo da molto tempo questa 100 Lire con inciso 'amore mio', sul davanti sembra la 'A' di Anarchia. La A sembra un po tirata via, ma la frase è incisa benissimo. E' una semplice curiosità che volevo condividere, buon proseguimento a Tutti.
    1 punto
  19. Non si può parlare di rarità in generale ma ha comunque il pregio di essere una prima lastra. Su ebay vengono vendute a circa 1000 €.
    1 punto
  20. Coinvolsi anche mio padre,prendemmo il catalogo pure?
    1 punto
  21. Buonasera, mi è venuta voglia di postare, tema sportivo. ? Saluti Alberto
    1 punto
  22. Ciao Giuseppe. Personalmente, credo che questa previsione sia la più probabile. Come in tutti i grandi periodi di crisi, la forbice tra ricchi e poveri si allarga esponenzialmente. Dunque, con ogni probabilità, osserveremo un’accelerazione nel processo di iper-valutazione delle monete “eccezionali” (per rarità e conservazione), mentre, dall’altro lato, le monete di fascia medio-bassa soffriranno ancora di più la crisi degli ultimi tempi. Tra l’altro, la numismatica “d’alto livello” si potrebbe dimostrare un’ottima scelta per tutti quegli investitori dell’ultima ora, considerando anche la mancanza di certezze in questo periodo...
    1 punto
  23. Se ne vedi di più belli avvisami.....che vado subito a prenderli?
    1 punto
  24. Comunque i pezzi di epoca più propriamente vichinga del Hnefatafl non erano così lavorati, ma erano diciamo molto più semplici. Inoltre questi giochi "da tavolo" vichinghi sono citati in alcune fonti scritte, come nelle saghe o in testimonianze storiche, e sono stati ritrovati dagli archeologi in grande quantità, soprattutto nelle sepolture dei capi vichinghi nelle navi funerarie. Il corpo degli uomini più importanti era infatti deposto insieme ad alcuni oggetti e ad alcuni doni in una barca di legno e poi bruciato. Quando un recente studio di Mark Hall, direttore del Perth Museum and Art Gallery, sono state identificate almeno 36 navi funerarie vichinghe con resti di giochi da tavolo in un’area che va dall’Islanda all’Ucraina. Gli oggetti che si ritrovano in maggiore quantità sono le pedine; queste possono essere in osso, in ambra, in vetro e anche in avorio. Nella sepoltura di Scar, nelle isole Orcadi in Scozia, le pedine sono 22 e sono in osso di balena. Non sono rari i dadi e in alcuni casi, come a Gokstad in Norvegia, è stata trovata anche una scacchiera in legno che poteva essere utilizzata su entrambi i lati per giochi diversi. I giochi da tavolo facevano parte del corredo funebre (cioè dell’insieme di oggetti il defunto si portava con sé nell’aldilà) segnalandone il ceto sociale, il valore e l’abilità nella strategia di un guerriero o anche la scaltrezza e l’abilità di un mercante. La presenza di un gioco da tavolo poteva anche segnalare che una partita, quella della vita, era terminata, ma che un’altra, sconosciuta, stava per iniziare.
    1 punto
  25. Grazie @Liutprand. Questo contributo è contenuto nel libro di Lo Schiavo. Anche se non era quello che cercavo, è comunque di mio interesse.
    1 punto
  26. Un consiglio per il futuro, mai pulire o lavare le monete, soprattutto con prodotti aggressivi che solo inizialmente sembrano produrre effetti...in breve tempo la moneta sarà peggio di prima e senza alcun valore
    1 punto
  27. @Rocco68 tu però devi avvisarci..........ci tiri queste "bombe" da lasciarci senza fiato. Uno spettacolo...... non c'è che dire. Complimenti !!! Mi è venuta un po di depressione ??
    1 punto
  28. La collina di San Gerardo La città di Budapest si estende anche su delle colline e la più famosa è quella di San Gerardo. Sulla cima della medesima si possono ammirare anche la Cittadella, fortezza costruita dagli austriaci dopo la rivoluzione del 1848-49 e la Statua della Libertá. Il luogo é un sito considerato Patrimonio dell’Umanitá e quindi protetto dall’U.N.E.S.C.O. (Inoltre vorrei ricordare che in epoca arcaica sulle colline di Buda c'era anche un castrum celtico degli Eravisci) Il nome della collina deriva dal nome di San Gerardo (Szent Gellért), il monaco benedittino veneziano che arrivó in Ungheria nel 1015 e divenne l’insegnante del principe ereditario, San Emerigo (Szent Imre). San Gerardo morí nel 1046 presso il traghetto di Pest, ai piedi della collina, in seguito ad un attacco di pagani ungheresi. La statua del santo si trova sul lato orientale della collina. Sarebbe logico che tutto questo leghi la collina al cristianesimo ed alle cose sante in generale. Invece non é cosí. La Collina San Gerardo ha il suo lato mistico. Secondo le leggende per tanti secoli fu luogo d’incontro delle streghe. Questo fatto venne descritto la prima volta in un libro scritto in latino da Joannes C. Mediomontanus nel 1656 a Nagyvárad (oggigiorno Oradea, Romania). Stranamente le forze pubbliche né prima né in seguito non fecero nulla per impedire il raduno. Un secolo dopo, nel 1728 si tenne a Szeged (Seghedino) il processo alle streghe piú conosciuto in Ungheria. Durante il processo dodici streghe vennero condannate a morte e giustiziate. Gli accusati confessarono le loro partecipazioni agli incontri sulla Collina San Gerardo. In seguito, durante altri processi a Debrecen (1693-1737) per esempio, anche altre streghe confessarono la stessa colpa. Molte dissero di arrivare agli incontri volando sui corvi oppure sul dorso di uomini stregati. Queste confessioni indicano che il luogo del raduno delle streghe era a conoscenza non solo dalle streghe di Buda, ma anche dalle streghe di altre cittá ungheresi. Le feste piú grandi tenute sulla cima della collina San Gerardo erano il 24 aprile (giorno di San Giorgio), la Pentecoste ed il 13 dicembre, ma alcuni cristiani videro le streghe anche in altre occasioni secondo le deposizioni rese dai testimoni. Nel 1755, l’imperatrice e regina Maria Teresa (1740-1780) proibí la caccia alle streghe. Non fu lei comunque la prima che in Ungheria provó a proteggere questi uomini e donne. Nel medio-evo, Kálmán I (1095-1116) nel suo famoso codice negó l’esistenza delle streghe. Ma con questa legge ci furono dei problemi di interpretazione. La legge dice: “De strigis vero quae non sunt, nulla questio fiat.” (Le streghe, che non esistono, non si esaminino piú). La parola “strigis” nel testo latino peró indica in ungherese solo “strega” (boszorkány) un tipo di strega. Le strigis erano le streghe che volavano sulla scopa, e si trasformavano in un animale (gatto o corvo in generale) mentre le “malefica” potevano anche lanciare maledizioni e quindi causare danni. La legge di Kálmán comunque salvó la vita a molte donne in Ungheria. Ma perché le streghe scelsero proprio la Collina San Gerardo, una collina che porta il nome di un santo cristiano? Nel fondo dei miti ciò sarebbe dovuto alla sua posizione geografica, le fonti d’acqua termale sotto la collina (fonte Mattia, fonte Rákóczi e fonte Árpád) e quindi i vapori sulfurei, le grotte misteriose hanno giocato un ruolo importante nella scelta del sito. Sulle pendici orientali della collina crescono anche molte piante medicinali. Nei tempi “barbari” la collina era già un posto sacro: secondo le ricerche archeologiche, i celti vissero qui prima della conquista romana del Bacino dei Carpazi. Durante l’occupazione ottomana (1526-1686) la collina portó il nome dell’imam Gürz Elias che dopo la sua morte venne sepolto su di essa. Presso la sua tomba ancora fino al XX secolo si organizzarono pellegrinaggi. Dopo l’occupazione ottomana quando molti tedeschi vi si stabilirono, la collina cambiò nome: Blocksberg o Brocken (Collina delle Streghe). Dalla fine del XVIII secolo le storie e le leggende degli incontri delle streghe sulla collina svanirono. Nel 1815 sulla sua cima venne costruito un osservatorio (Uraniae) . https://fromhungarywithlove.wordpress.com/2017/10/27/una-collina-delle-streghe-o-un-luogo-sacro-cristiano/amp/
    1 punto
  29. Purtroppo è un collezionismo completamente morto; pensa che i giovani di adesso, non concepiscono nemmeno l'esistenza di qualcosa che si infilava dentro un telefono per chiamare qualcuno,,, Frequentando i mercatini, ho visto bancarelle piene di schede telefoniche che nessuno vuole, qualcuno le vende in blocco ma non ci sono compratori... Se per te hanno valore affettivo , tienile come ricordo del tempo che passa. saluti
    1 punto
  30. sembrava S.Giorgio con la speda e non avevo la più pallida idea: devi sapere che il 90 per cento delle mie monete sono del pontificio e le restanti....sto cercando. Scusami comunque per essere stato forse troppo frettoloso.
    1 punto
  31. Si tratta di un quattrino di Leone X per la zecca di Foligno. https://www.artemideaste.com/auction/view/524/592
    1 punto
  32. Grazie mille per la rapida risposta. Ultimamente mi era sorto qualche dubbio perché, al contrario di quanto avviene di consueto, ho visto in giro più falsi d epoca di questo millesimo che originali di zecca.
    1 punto
  33. REGNO DELLE DUE SICILIE - FERDINANDO II - 120 GRANA 1833
    1 punto
  34. Leggendo gli ultimi interventi un neofita può rendersi conto di quanto complesso e intrigante sia portare avanti una collezione delle monete di Venezia con passione e studio. Certo ci vuole qualche sacrificio, soprattutto temporale, perchè lo studio di tempo ne porta via. Ma quale soddisfazione poter discutere le proprie idee e conclusioni confrontandosi con altri appassionati! Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  35. Le mancanze o alterazioni di lettere sulle monete del periodo borbonico, a mio parere (non posseggo dati certi, ovviamente, rimane una mia idea) non sono errori, ma "segnature" verosimilmente di partite di metallo differenti; una particolarità, ad esempio, è quella che troviamo queste varianti nelle monete di Ferdinando I e II, ma molto meno, anzi praticamente nulla, in quelle di Francesco I (data la cui brevità di regno, la minor quantità di liberate si potrebbe essere tradotta in un minor numero di "esperimenti" sul cambio dei materiali). Sul perché marcare le monete con grossolani cambi di lettere e non soltanto con variazione di stelline/asterischi (che pure furono adoperate) o altri simboli più piccoli, credo che dipenda dal fatto che l'usura li avrebbe cancellati, mentre una lettera mancante o aggiunta sarebbe rimasta ben visibile sempre. Il fatto poi che potessero essere segni di marcature di partite di metallo, sempre per quello che ritengo, sarebbe supportato dalla rarità degli esemplari (liberati in quantità minore). Voi cosa ne pensate?
    1 punto
  36. https://www.academia.edu/4038627/Oxhide_ingots_in_Cyprus
    1 punto
  37. La vedo veramente dura. Il mio attuale "capitale" di 32 monete arriva si e no al valore della lira in condizioni medie, E ormai ho il fiatone. Speriamo nel proverbiale colpo di cu.fortuna.
    1 punto
  38. Visto che Marco @DOGE82 ha aperto le danze, e il gioco si fa "pesante", posto questo Scudo del Donà. A Luigi @gigetto13 promettiamo di non superare uno scudo a settimana..... ??..... a testa ovviamente. Paolo
    1 punto
  39. Sotto il dogado di Nicolò da Ponte (1578-1585) finisce la coniazione del primo ducato da 124 soldi. Ma inizia ad essere coniato lo scudo della croce da 140 soldi, moneta che durerà fino alla fine della Serenissima. Qui è illustrato un esemplare di Pasquale Cicogna (1585-1595). Sul dritto c'è una croce di cardi accantonata da quattro foglie. In esergo le iniziali del massaro, in questo caso F D, ovvero Fantin Dandolo.Sul rovescio uno scudo ornamentale con all'interno un leone in soldo. Il peso è di 31,67 grammi e il diametro di 41 millimetri (rif.: Zub-Luciani 110.2; CNI VII, 141). Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  40. Wow che liretta! Veramente una gran moneta! A mio parere la N, più che ribatutta, è ripunzonata, operazione che avveniva sul conio e non sul tondello. Si trova molto spesso sui centesimi in rame, mentre sulle monete in argento ne ho viste molte meno, è una bella curiosità!
    1 punto
  41. Ciao Alberto, potrebbe essere un "1", in origine, punzonato male ( spostato di un 20° - 30° di gradi a sx rispetto all'asse verticale ) e poi reimpresso correttamente. Bisognerebbe avere una foto ad alta risoluzione. Ingrandendo il particolare, ho evidenziato quello che è solo una mia ipotesi. Ciao Beppe
    1 punto
  42. Jim Thorpe "Signore, lei è il più grande atleta del mondo", così avrebbe detto re Gustavo di Svezia a Jim Thorpe, consegnandogli le due medaglie d'oro vinte alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912. Jacobus Franciscus Thorpe, detto Jim, è stato in effetti uno degli atleti più completi delle sport moderno. Giocatore di football americano e di baseball, eccelleva anche in tutte le discipline dell'atletica leggera, tanto da vincere, nelle Olimpiadi del 1912, le competizioni di pentathlon e decathlon, con risultati che in almeno 4 gare su 10 del decathlon lo avrebbero portato a vincere medaglie anche nelle singole specialità. Nato nel 1887 (secondo altre fonti nel 1888) in una riserva indiana dell'Oklahoma da genitori di sangue misto, fu allevato come un Nativo americano. Il suo nome indiano era Wa-Tho-Huk, che significa Sentiero Lucente. Narra la leggenda che tutto cominciò un giorno del 1907 a Carlisle, quando Thorpe si improvvisò saltatore in alto e, con addosso i calzoni normali, batté tutti gli altri studenti con la misura di 1,85 m. Non si sa se quest'episodio sia vero, ma è certo che i primi risultati ufficiali di Jim Thorpe risalgono proprio al 1907. Thorpe non si limitava alla sola atletica leggera: mentre frequentava la scuola di Carlisle praticò anche il football americano, il baseball, e persino il ballo da sala. Si propose all'attenzione nazionale per la prima volta nel 1911. Giocava come running back nella squadra di football americano della scuola, e in una partita contro Harvard finita 18-13 segnò tutti i punti. Il football americano era, e sempre fu, il suo sport preferito, all'atletica leggera si dedicava sporadicamente, anche se fu quella che gli diede maggior fama. Giusto, quindi, mostrarlo in tenuta da giocatore di football. Il programma dei Giochi Olimpici del 1912 prevedeva due nuove prove multiple, il pentathlon e il decathlon. Ai Giochi intermedi del 1906 si era già svolta una competizione ispirata al pentathlon dell'antica Grecia, ma le cinque prove di Stoccolma sarebbero state salto in lungo, lancio del giavellotto, 200 m. piani, lancio del disco e 1500 m. Il decathlon invece era un evento completamente nuovo, anche se negli Stati Uniti già dagli anni 1880 si organizzava una competizione su dieci prove nei meeting di atletica leggera, chiamata All around. Le prove del nuovo decathlon olimpico erano però leggermente diverse dalla versione statunitense. Thorpe partecipò a entrambe le competizioni, vincendo quattro gare su cinque nel pentathlon (arrivò terzo nel giavellotto, che praticava solo da poco), e classificandosi tra i primi quattro in tutte e dieci le prove del decathlon, distaccando di oltre 700 punti il secondo classificato. Partecipò anche alle gare individuali di salto in alto, dove sfiorò la medaglia arrivando quarto, e di salto in lungo, dove si classificò al settimo posto. Oltre alle gare di atletica leggera, ai giochi olimpici Thorpe partecipò anche a una partita dimostrativa di baseball tra due squadre formate dagli atleti della nazionale americana. Non era la prima volta che giocava a baseball, come presto avrebbe scoperto tutto il mondo. Verso la fine di gennaio del 1913, i giornali americani riportarono la notizia che Thorpe aveva giocato a baseball da professionista, e l'Amateur Athletic Union (AAU) prese il caso molto sul serio. Thorpe scrisse loro una lettera in cui ammise di aver giocato a livello semi-professionistico: "...spero verrò scusato almeno in parte dal fatto che ero semplicemente uno studente indiano e non sapevo tutto quello che c'era da sapere. Davvero, non sapevo che stavo facendo una cosa sbagliata, perché sapevo che molti altri studenti avevano fatto lo stesso, solo che loro non avevano usato i loro veri nomi..." La lettera non fu di grande aiuto. L'AAU decise di revocargli con effetto retroattivo lo status da dilettante, e chiese al CIO di fare altrettanto. Quello stesso anno il CIO all'unanimità dichiarò Thorpe professionista, e decise di privarlo dei titoli olimpici, delle medaglie e dei premi Nessuno mosse un dito per difendere il pellerossa Thorpe, nonostante episodi di “professionismo” più o meno mascherato fossero già allora tollerati. Ma il clima olimpico era ben diverso da quell’ideale di “fratellanza” attribuito a De Coubertin e soci: soprattutto non piacquero agli organizzatori delle Olimpiadi le vittorie di neri, indiani e di un hawaiano contro i bianchi, al punto che gli USA ritirarono dalla finale dei 100 metri di Stoccolma il più veloce, un afroamericano, per far vincere il connazionale bianco. Lo stesso clima si respirava ancora nel 1936, con il grande Jesse Owens osteggiato forse più dai colleghi della sua squadra che dai tedeschi, per il suo essere nero (si veda il bel film Race - Il colore della vittoria). Thorpe a quel punto diventò professionista per davvero, giocando in diverse squadre di baseball e di football, sport nel quale, nel 2009, fu classificato al numero 37 tra i migliori cento giocatori di tutti i tempi. Ma terminata, a 41 anni, la carriera sportiva, la vita per lui si fece sempre più difficile e complicata, a causa, anche della grande depressione del 1929. Faceva fatica a trovare un lavoro fuori dal mondo dello sport, e non riusciva a mantenere un impiego a lungo. Così si adattò ai mestieri più disparati, la comparsa nei film western (di solito nella parte del capo indiano), il muratore, il buttafuori, il marinaio. Incominciò a bere. Nel 1952, colpito da un tumore alla bocca fu ricoverato in ospedale, che poté pagare solo grazie alla beneficenza. Nel 1953 ebbe un infarto miocardico (il terzo) mentre cenava con la terza moglie, Patricia Askew, nella roulotte in cui viveva a Lomita, in California. Fu rianimato con la respirazione artificiale, ma perse conoscenza poco dopo e morì, all'età di 65 anni. Negli anni vennero fatti diversi tentativi, soprattutto da parte dei figli, per ottenere la restituzione dei titoli olimpici, e finalmente nell'ottobre del 1982 il comitato esecutivo del CIO approvò la riabilitazione di Thorpe. Con una decisione insolita, non tolsero i titoli a Bie e Wieslander, i secondi classificati che erano stati dichiarati vincitori del pentathlon e del decathlon dopo la squalifica di Thorpe, ma semplicemente lo dichiararono co-campione olimpico assieme agli altri due, anche se questi avevano sempre riconosciuto Thorpe come il vero vincitore sul campo. Le medaglie vennero riconsegnate ai figli di Thorpe in una cerimonia commemorativa il 18 gennaio 1983. Non erano le medaglie originali, perché quelle erano finite tempo prima in un museo, da cui erano poi state rubate e mai più ritrovate. Nel 1998, gli Stati Uniti dedicarono a Thorpe un francobollo commemorativo da 32 cents, e nel 2018 la moneta oggetto di questo post. Disegnata e incisa da Michael Gaudioso, raffigura l'atleta con in primo piano gli elementi che mettono in risalto i suoi successi olimpici e nel football. Sulla moneta sono riportati entrambi i suoi nomi, quello, più conosciuto di Jim Thorpe, e quello Nativo di Wa-Tho-Huk. Tiratura di 1.400.000 esemplari per Philadelphia e Denver, e 849.374 per la zecca di San Francisco, petronius
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  43. Oltre ai particolari da Te rilevati, noto delle lievi differenze nel ritratto del Re ( Capelli, naso ) e la legenda più sottile in quella superiore ( in quella inferiore DEI arriva a toccare i capelli del Re ). Speriamo che la mamma non getti il bambino con l'acqua sporca...? Ciao Beppe
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  44. Code Talkers Con il termine Code Talker (in italiano "parlante in codice") si indica una persona che parla usando un linguaggio codificato. Esso è frequentemente usato per indicare i 400 Nativi americani che prestarono servizio come Marines degli Stati Uniti, il cui lavoro principale era di trasmettere messaggi tattici segreti. I code talkers trasmettevano questi messaggi attraverso reti telefoniche o radio, usando codici linguistici sviluppati sulle loro lingue native. I più famosi tra loro sono stati sicuramente i Navajos, reclutati specialmente durante la seconda guerra mondiale per le operazioni nel Pacifico contro i giapponesi. I code talkers, ebbero però come pionieri gli indiani Choctaw che prestarono servizio nella prima guerra mondiale e che venivano chiamati Choctaw code talkers. Anche code talkers appartenenti ad altre tribù di nativi furono impiegati durante la seconda guerra mondiale, tra essi i Cherokee, i Choctaw, i Lakota, i Mesquakie e i Comanche. Ma i più famosi restano i Navajos, la cui lingua possiede una grammatica molto complessa, al punto che non si riesce ad avere una mutua intelligibilità con nessun'altra lingua. Viene parlata solo nelle terre Navajo del sud-ovest degli Stati Uniti e la sua sintassi e la qualità dei toni, per tacere dei dialetti, fanno di essa una lingua non comprensibile ad alcuno senza un'esposizione prolungata ed un insegnamento della lingua stessa. Una stima indicava che allo scoppio della seconda guerra mondiale poco più di 30 non-Navajos, nessuno di essi giapponese potevano comprendere la lingua Navajo. I code talkers Navajo furono elogiati per la loro abilità, velocità e precisione maturati durante tutta la guerra. Nella battaglia di Iwo Jima, il maggiore Howard Connor, ufficiale alle trasmissioni della 5ª Divisione Marine, aveva sei code talkers Navajo al suo comando per tutto il tempo, durante i primi due giorni di battaglia. Questi sei inviarono e ricevettero 800 messaggi, tutti senza errori. Connor, in seguito, affermò: "Se non fosse stato per i Navajos, i Marines non avrebbero mai conquistato Iwo Jima" E sarebbe stato un peccato, perché non avremmo mai avuto questa straordinaria foto la più famosa di tutta la guerra. Foto, come è noto, tutto tranne che spontanea Dopo la conquista del Monte Suribachi, i Marines furono fatti mettere in posa, e furono fatti diversi scatti, prima di ottenere quello giusto, entrato nel mito. Ma una foto, anche se meno famosa, la meritano anche loro, i Code Talkers , I code talkers non ricevettero riconoscimenti fino alla declassificazione delle informazioni militari, nel 1968. Nel 1982, ai code talkers fu dato un Certificato di Riconoscimento da parte del Presidente Reagan che rinominò, inoltre, il 14 agosto 1982 come "Navajo Code Talkers Day." Il 21 dicembre 2000, il Congresso approvò, e il Presidente Clinton firmò, la Public Law 106-554 che premiò con la Congressional Gold Medal 29 code talkers Navajo della seconda guerra mondiale. Nel luglio 2001, il Presidente George W. Bush personalmente consegnò la medaglia a quattro di essi sopravvissuti fino a quell'estate (un quinto sopravvissuto non fu in grado di partecipare), in una cerimonia tenuta sotto la cupola del Campidoglio. La medaglia d'oro fu consegnata anche ai familiari dei 24 code talkers non più in vita. E infine, nel 2016, è arrivato anche il riconoscimento numismatico Il dollaro a loro dedicato, ufficialmente "Code Talkers from both World War I and World War II (1917-1945)", presenta due elmetti, uno della prima, uno della seconda guerra mondiale, completati dalle sigle di entrambe (WWI - WWII). Gli elmetti sormontano due penne indiane, incrociate a formare la V di VICTORY. Le iscrizioni CODE TALKERS, UNITED STATES OF AMERIC e il valore, completano la moneta, che è stata disegnata da Thomas D. Rogers Sr. e incisa da Renata Gordon. Tiratura di 2.800.000 esemplari per Philadelphia, 2.100.000 per Denver, e 923.414 per San Francisco. petronius
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  45. Mohawk Ironworkers I Mohawks, grandi costruttori in acciaio a grandi altezze. Preston Horn, Adam Cross, Randy Jacobs, Joe Flo McComber, Tyler McComber, Louie Cross, Marvin e Keith Brown, ragazzi di Kahnawake (Territorio dei Mohawk, nel Quebec), Peter Jacobs di Akwesasne, Turhan Clause, questa la indian gang che compare in questo celeberrimo scatto, che spiega più di mille parole cosa intende celebrare il dollaro dei Nativi del 2015. I Mohawk sono ferrieri da sei generazioni. Era il 1886, quando i lavoratori della tribù entrarono nella professione. La Canadian Pacific Railroad stava costruendo un ponte sul fiume San Lorenzo, all'interno della riserva di Kahnawake, vicino Montreal. In cambio dell'uso della terra dei Mohawk, la ferrovia accettò di impiegare indiani della riserva nella costruzione, assumendoli come addetti allo scarico e alla movimentazione dei materiali da costruzione. Ma i giovani Mohawk erano attratti dal ponte stesso, secondo un funzionario della ferrovia citato in un articolo del New Yorker del 1949: "Salivano e scendevano di continuo, e si aggiravano lassù come il il più duro dei nostri rivettatori, la maggior parte dei quali erano vecchi uomini di velieri, scelti specialmente per la loro esperienza di lavoro in alto." Erano particolarmente interessati alla rivettatura, uno dei lavori più pericolosi nell'edilizia e, come oggi, uno dei più pagati. Pochi uomini volevano farlo, ancora meno sapevano farlo bene, e spesso l'offerta di manodopera non riusciva a soddisfare la richiesta, così la compagnia decise di formare 12 dei giovani Mohawk. Dopo che il Canadian Pacific Bridge fu completato, i giovani ferrieri Mohawk passarono a lavorare sul Soo Bridge, che attraversava il fiume St. Mary, che collega Sault Ste. Marie, Ontario, e Sault Ste. Marie, Michigan. Ogni gruppo portava un nuovo apprendista da Kahnawake per imparare il mestiere sul posto di lavoro. Quando fu formato il primo apprendista, ne venne fuori uno nuovo dalla riserva, e nel 1907 più di 70 abili artigiani stavano lavorando su ponti. E dai ponti passarono ai grattacieli, dagli anni '20 del secolo scorso arrivarono in massa a New York, dove hanno contribuito, e contribuiscono ancora, alla costruzione dei più importanti edifici che disegnano lo skyline della città: dall'Empire State Building al Chrisler Building, dal Madison Square Garden al palazzo delle Nazioni Unite, alle Torri Gemelle La moneta, disegnata da Ronald D. Sanders e incisa da Phebe Hemphill, mostra un ferriere Mohawk che muove una trave per metterla in posizione, rivetti a destra e sinisrta nel bordo, e una veduta dall'alto dello skyline della città di New York (riconoscibile l'Empire State Building) sullo sfondo. La legenda in esergo recita Mohawk Ironworkers, e il tutto è completato dal valore e da UNITED STATES OF AMERICA nel giro. La tiratura è di 2.800.000 esemplari per Philadelphia, 2.240.000 per Denver, e 974.883 per San Francisco. petronius
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  46. Sarebbe stato strano il contrario, che chi ha sulle spalle la responsabilità della salute di un'intera nazione non avesse pensato, prima di tutto, a proteggere se stesso, correndo il rischio di ammalarsi e lasciare il paese senza una guida. E il discorso non è riferito al governo in carica, sulla cui azione nei confronti del virus e delle sue conseguenze economiche si può anche dissentire, ma vale per tutti i governi, da chiunque composti e guidati, che si fossero trovati a dover fronteggiare questa emergenza. petronius
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  48. Quello di dx, anche se la legenda è più distanziata dal bordo, sembra essere diverso...la testa mi sembra leggermente più piccola..e il ciuffetto sotto la lettera I e quello sotto la M..sono più corti.
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  49. --- si, sono molto interessato, anch'io.
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