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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/10/20 in Risposte
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Ciao e buona domenica @Francesco1984, si, è stata una sorpresa, in effetti ero certo di trovare una o più stelle. Perché? Le mie ribattute, anche se non sono testa piccola, hanno entrambe le stelle.6 punti
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Sempre per Candia, la cosiddetta "moneta Grimani", spesso (come in questo caso) frutto di ribattitura su pezzi da 2.5 soldini. Moneta picassiana ma a mio avviso di grande fascino. Ex Varesi 67. Moneta di necessità da 10 gazzette (terminazione 14 gennaio 1648), Paol. 880, Mont. 168., R3 "Nel 1645 i Turchi sbarcarono in Creta ed in breve posero assedio a Candia. Il rapido evolversi si queste operazioni causò quello stato di necessità che più volte nella storia ha portato ad emissioni di monete ossidionali o comunque totalmente fiduciarie (...) nel settembre del 1647 il Capitano della piazza Giovanni Battista Grimani autorizzò il Provveditore a coniare "ferlini" (tessere con segno di valore) per sopperire alla mancanza di moneta. Questa coniazione consistette in una ribattitura dei pezzi da 10 tornesi" (R. Paolucci). "La moneta Grimani è un pezzo da 2 1/2 soldini recuso, la cui recusione ha le forme più barbare sì né caratteri che nelle figure, e fu stampata da gente inesperta nel maneggio del martello monetario (...) l'altro lato ha un orrido S. Marco in soldo che tiene lo scudo Molin, insegna del doge allora regnante (...) nel 1652 correvano ancora in Candia siffatti pezzi, e sotto quell'anno i disordini moltiplicatisi obbligarono la signoria a totalmente bandirli: "E perché in essa città s'erano formate certe monete di rame dette grimani, le quali ogni giorno mancavano di stima in riguardo dell'accrescimento che facevano di numero, si vedeva chiaramente che la continuazione delle medesime haverebbe affatto divertito il commercio alla piazza, la quale una volta finalmente sarebbe perita per necessità; fu ordinato al generale Riva che totalmente le prohibisse e che inviaasse a Venetia tutte le stampe, per troncare una cosa tanto perniciosa; la quale, conforme l'ordinario, fu incominciata con un ottimo fine in un caso di estrema urgenza." (V. Lazari)5 punti
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Non è certamente una piastra d'argento rara o una variante inedita e nemmeno una reimpressa. Si tratta di una bruttissima e piccolissima monetina in vile metallo, in bassissima conservazione. Ciò nonostante voglio condividerla con quanti (pochissimi) amano e apprezzano queste piccolissime, umili e snobbate monete Si tratta dell'ultimo mezzo tornese coniato a Napoli, (Rif. Magliocca 804) grado di rarità R3 Ovviamente il mio esemplare non è R3, ma CC (comunissima) vista la bassa conservazione.? Solo l'amico @Rocco68 può vantare un esemplare in R3 (davvero spettacolare). Sono curioso di vedere altri esemplari in conservazione simile al mio, dato che si tratta di una moneta molto molto comune.4 punti
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I miei due 1853 Magliocca 803 Caratteristica di questi dritti sono i doppi punti dopo la G..3 punti
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Buona domenica Alberto, ti ringrazio per aver apprezzato l ultima arrivata in collezione... i ramini sono comunque dei bei pezzi e anche molto rari in bella conservazione specie per Ferdinando lV...! Ho ceduto a malincuore questo bel 8 tornesi proprio qualche giorno fa essendo che non lo colleziono più il rame...3 punti
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Ohh finalmente parliamo di cose serie Tra i miei vari 4 tornesi vi presento due varianti notevolmente rare (posto solo il dritto): T 4 (4 ruotato di 90°) e 4 T3 punti
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Il tema del diritto e rovescio è molto complesso e meriterebbe studi approfonditi. Qual è il discriminante? In base a cosa decidere? Lato incudine e lato martello? Autorità emittente? Corso della legenda? Raffigurazione più complessa? A seconda del criterio le cose possono cambiare. Emblematico è il caso di Verona nel XII secolo: conia monetine con il nome della città su un lato e dell'imperatore sull'altro. Fino ad un certo periodo la scritta VERONA viene incisa sul lato di martello e poi passa su quello di incudine. Alla fine del Trecento poi si coniano i quattrini dei fratelli Antonio e Bartolomeo della Scala che hanno un nome da una parte e uno dall'altra!3 punti
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Per gli interessati a questa civiltà abbiamo nel forum qualche bella discussione, ne evidenzio alcune:3 punti
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DE GREGE EPICURI Questo bronzetto (con micro-goccia d'oro!) è molto malridotto, e pesa solo 0,35 g; diametro 12-15 mm. Ve lo mostro ugualmente, visto che quasi mai nel Forum sono state postate monete axumite. Al D, che è la parte più rovinata, si intravvede il busto reale verso dx, con una tiara sul capo e pochi residui di lettere (C..X..) Al rovescio: nella parte centrale, croce greca in un cerchio, con microscopica goccia d'oro. Attorno, la scritta nell'alfabeto axumita: TOV TO APECH TH XWPA, cioè: "questo segno sarà gradito al popolo". Il segno di cui si parla è la croce, che compare sulle monete axumite dal 330 d.C., anno della conversione del re Ezana. Questa moneta a mio parere va classificata fra le cosiddette anonime, ed è databile fra il 400 ed il 500 d.C.2 punti
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Inizio questa discussione per far vedere il nuovo acquisto della mia collezione. Si tratta, come da titolo, di un Mezzo Soldo di Carlo Emanuele II del 1650. Mi sono lasciato tentare per la sua bella conservazione che, in questa tipologia, non mi era ancora mai capitato di poter vedere e, dal vivo, è ancora meglio che in foto.. Moneta veramente piccola ed anche un po' ridotta, con un peso di grammi 0,85 comunque nella media di queste monete. Quello che non sono mai riuscito a spiegarmi in questa tipologia è il fatto di avere due tipologie monetali, il mezzo soldo del I tipo e quello del secondo, con due impronte diverse e stesse date, 1649 e 1650. Fosse solo un anno lo capirei, l'accavallarsi di un cambio di impronta, fossero due zecche diverse anche, ma stessa moneta, stessa zecca, due diametri e due pesi differenti, due impronte diverse con gli stessi anni proprio non mi convincono! Non so se qualcuno può aiutarmi, probabilmente mi sono perso qualcosa... Ora le immagini della piccolina, sperando che sia cosa gradita.2 punti
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Buongiorno a tutti, avendo una casa al pian terreno, sono sempre stato un pò preoccupato per il fattore umidità nella conservazione delle monete. Ho cercato in giro tra tutte le discussioni sul forum e ho trovato numerosi riferimenti in cui si diceva, riassumendo molto grossolanamente, che effettivamente l'umidità fa male. Tuttavia, da buon ingegnere, volevo aggiungere qualche numero a queste (in generale corrette) affermazioni. Mi sono basato sulla lettura di questo articolo: https://iopscience.iop.org/article/10.1149/1.2127403 Cerco di riassumere brevemente le conclusioni dello studio scientifico riportato sopra, che analizza per via sperimentale l'effetto di vari fattori (umidità relativa, presenza di H2S, acido solfidrico, O3, ozono, e altri inquinanti) che possono influenzare il processo di corrosione (ovvero "formazione di patine") dell'argento e del rame: - per quanto riguarda l'argento (che personalmente, al momento, è il metallo a cui sono più interessato), la rapidità di corrosione è sostanzialmente indipendente dal livello di umidità, ovvero resta praticamente costante al variare dell'umidità anche oltre 80%; - per quanto riguarda il rame, come si sa, è presente invece una sensitività molto maggiore della reazione chimica al livello di umidità. Tuttavia, un dato che mi sembra interessante è il seguente. La rapidità di corrosione resta abbastanza uniforme per tutti i valori di umidità fino al 60%, mentre poi ha un salto veramente notevole passando da 60% a 70%. Al 70% di umidità il rame si corrode più di 6 volte più velocemente che al 60%; - l'ammoniaca accelera notevolmente la formazione di patina su argento, mentre lascia abbastanza inalterata la reazione per il rame. L'ozono, che è anche sicuramente più facile da ottenere e gestire, aumenta (leggermente) la velocità di entrambe le reazioni; - (questa conclusione dovrebbe essere abbastanza ovvia). In un ambiente interno il rame si corrode 100 volte più lentamente che all'aperto; - (questa invece, forse, è interessante). L'argento si corrode più rapidamente (anche di un fattore 2 o 3) in un ambiente interno piuttosto che lasciato all'aperto. Spero che le conclusioni possano essere utili anche a qualcun altro! Saluti2 punti
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Salve a tutti,prendendo spunto dal forum dedicato a Napoli-Sicilia invito chi come me ha la passione di collezionare Regno d'Italia a pubblicare i pezzi ritenuti più belli in collezione o che riteniamo importanti,così da poterli condividere e scambiare opinioni.2 punti
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Buonasera, visto che si parla di ramini, posto anche il mio 53? Scusatemi come al solito per la qualità delle foto, io lo trovo delizioso, chiaramente sono di parte, assaiiii. ? Saluti Alberto2 punti
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È stato il primo che ho trovato.... Ma per me i pezzi veramente rari vanno presi in qualsiasi conservazione sono. E il tuo mezzo tornese @pietromoney è un gran pezzo e a me piace.2 punti
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Allora, chi rappresenterebbe San Colmano di Stockerau qualora fosse lui quello rappresentato sulla moneta con P - A ? Andiamo per esclusione. Non può rappresentare l'imperatore. E qui che è necessario specificare che gli imperatori all'epoca erano tedeschi. E quindi non prenderebbero un Santo locale per rappresentarli. Ai tempi di Massimiliano I sarebbe stato possibile, nel XII secolo no. Non può rappresentare il Vescovo di Salisburgo, perchè avrebbe usato un Santo di quella zona, così come lo avrebbe fatto il Patriarca di Aquileia, cosa che succede nel XIV secolo con Sant'Ermacora. Restano i duchi di Carinzia, di Stiria e dell'Austria. Tutt'e tre insieme no, perchè nel XII secolo sono tre ducati distinti. Quindi solo uno dei tre, ma quale? Se P - A significa Patronus Austriae sarebbe logico rispondere Austria. Restano da risolvere ancora alcune questioni. La moneta con P - A ha delle sorelle molto strette, ovvero quella postata con la sola lettera A e quelle postate senza lettere ma con l'iconografia identica. Queste due monete sono da tutti attribuite alla zecca di Friesach di proprietà dei Vescovi di Salisburgo. Tra l'altro c'è da esaminare un altro elemento ovvero il pastorale. Il pastorale è il bastone del Vescovo che è un pastore per il suo gregge di fedeli. Considerato anche che le emissioni dei successivi vescovi di Salisburgo mantengono questa iconografia direi che il personaggio rappresenta l'autorità emittente che è il Vecovo di Salisburgo per tutte le emissioni tralasciando quella con P - A. Quindi per la P - A restano due ipotesi: o è un emissione di Aquileia con il Patriarca o è un'emissione dell'Austria con San Colmano. Secondo me a favore di Aquileia ci sono alcuni fatti. Il primo che il Patriarca è sempre un pastore e il suo bastone può essere un pastorale, mentre San Colmano era un pellegrino e avrebbe un altro tipo di bastone. In secondo luogo i santi avevano l'aureola e il personaggio rappresentato non ce l'ha. E infine il fatto che i Patriarchi imitano per molto tempo le monete di Friesach tanto da provocare la protesta dei Vescovi di Salsburgo, risolta con l'editto di Enrico VI nel 1195. Comunque è sicuramente una materia che farà discutere per molto tempo ancora e in mancanza di documenti probabilmente non si raggiungerà mai una soluzione definitiva. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Questo è un doppio bagattino con la targa. La moneta purtroppo ha circolato molto. Comunque sul dritto è visibile il busto di San Marco e sul rovescio una targa con l'iscrizione VENE // TI. Peso teorico 0,35 g, diametro 13 mm, rif.: Zub-Luciani 129. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Questo è un quattrino da 4 bagattini. Sul dritto è rappresentata la Beata Vergine stante con il Bambino e la sigla che abbiamo già visto, R C L A e in esergo 4. Sul rovescio un leone in soldo. Peso teorico 2,82 g, diametro 21 mm, rif.: Zub-Luc 136. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Ciao a tutti, secondo me siamo un po' tutti accumulatori seriali.. ? Io amavo i Francobolli avevo una bella raccolta tematica soggetto farfalle, non disdegnavo poi quelli con i castelli. Vi dirò di più, avevo un bel vaso pieno di biglie di vetro colorate e anche quelle che chiamavano Americane in ceramica colorata.. ? I Francobolli li ho regalato ad un mio nipote il maggiore, e le biglie ai più piccoli, in verità qualche biglia la tengo da parte ?. Vado un attimo OT ve ne mostro qualcuna, però poi torniamo tutti all'oggetto della Discussione. Saluti Alberto2 punti
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Proseguo: Come spesso scriveva qui nel forum il mio amico @Sanni, quando riusciva a scovarne e portarne a casa qualcuna: direttamente dall’Ungheria, Cinquina di Carlo V ricondotta nel Regno di Napoli; la moneta è estremamente rara, corretto @santone ?, a questo punto qualcosa andrebbe rivisitato. Io sono per la felice e concreta informazione sulle monete di Napoli ….. e non le tengo “nascoste” in attesa di … chissà che cosa !!2 punti
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Nell'analisi di una moneta dobbiamo prendere in considerazione alcune cose. Fra queste dove, perchè e da chi è stata coniata. Il ''da chi'' è importante perchè ci dice chi è l'autorità emittente. Questa autorità è fondamentale perchè il potere liberatorio di una moneta è dato proprio dall'autorità di chi la emette. Nella moneta con P - A sul dritto abbiamo un busto rozzo una croce a globetti sopra la sua testa e un pastorale oltre alle lettere P - A. Sul rovescio un edificio a tre torri che probabilmente è un tempio. Da qui dobbiamo risalire all'autorità emittente. La figura potrebbe essere un'imperatore, un re, un duca o conte, un vescovo, un patriarca e, perchè no, un santo. Le lettere P - A hanno sicuramente un significato. Che potrebbe essere Patriarcha Aquilegensis, ma anche Patronus Austriae o altro. Per prima cosa dobbiamo tenere conto della massima autorità che nel nostro caso è l'imperatore. Questo perchè è a lui che spetta il diritto di zecca. Un esempio di questo potere è rappresentato dalle monete di Genova che portano per secoli il nome Corrado per ricordare che proprio l'imperatore corrado diede il diritto di zecca a Genova. Ma la figura rappresentata sulla moneta che stiamo analizzando non è l'imperatore , nè un re , nè un duca. Infatti la presenza di un pastorale ci indica che la figura è un rappresentante del clero. Quindi un patriarca, un vescovo o un santo. Se dovesse essere un patriarca, la moneta sarebbe battuta ad Aquileia, che deteneva un diritto di zecca fin dal 294 concessole da Diocleziano. Se dovesse essere un vescovo, la moneta sarebbe battuta a Friesach, zecca dei Vescovi di Salisburgo. La terza ipotesi se dovesse essere un santo per la precisione San Colmano di Stockerau, sarebbe battuta in una zecca carinziana, stiriana o austriaca. Ma un santo potrebbe rappresentare l'autorità emittente? Sì e ne abbiamo un esempio a Venezia dove proprio in questo periodo San Marco compare sulle monete della zecca lagunare. Ovviamente non è proprio il santo l'autorità emittente, ma la rappresenta. Ovvero San Marco rappresenta il doge poichè non era ancora giunto il momento per il doge di esporsi in prima persona. Quindi, tornando alla nostra moneta, chi rappresenterebbe San Colmano di Stockerau? Questa è la domanda alla quale dobbiamo rispondere. E per ora mi fermo. Arka Diligite iustitiam2 punti
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@Gik82 direi che, sempre grazie al sito di @Orodicarta la tua banconota dovrebbe essere questa: 5 monme, feudo Hiroshima (Provincia di Aki-Geishū), 1764 RETRO: Tigre Bianca, uno dei quattro Siling (Guardiani Celesti delle Quattro Direzioni, ognuno dei quali rappresenta un punto cardinale e una stagione), rappresentazione dell'ovest e dell'autunno, in alto; subito sotto, cinque Hōjyu, gioielli propiziatori in grado di esaudire desideri, riportare la calma e dare la comprensione del Dharma (legge buddista), e che si crede contengano le ceneri del Buddha; denominazione al centro; timbro rosso circolare e nero; testo a caratteri tensho in basso.2 punti
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Buongiorno e buona domenica, approfitto del fatto che vi piacciono e ne posto un' altra, con un simpatico Cammello? Saluti Alberto2 punti
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.... mi resi anche conto quello che state per vedere: a sinistra Segovia a destra Napoli, queste 2 monete sono perfettamente uguali, stesso metodo di fabbricazione..... tranne qualche lieve dettaglio nella legenda.?2 punti
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Interessanti le pagine di R. Giuffrida (La lunga crisi monetaria del Regno di Sicilia tra Settecento e Ottocento, pp. 44-46) dove l'autore narra con date, personaggi e leggi la nascita e l'epilogo della singolare monetazione di rame a nome di Ferdinando II. Personalmente molte informazioni a me erano sconociute.2 punti
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DE GREGE EPICURI Dirò le cose essenziali, traendole in gran parte dal manuale di F.Gnecchi, lasciando ad altri l'opportunità di approfondire. La "consacrazione" post mortem era sostanzialmente una divinizzazione, o apoteosi. Veniva decretata dal Senato, che la istruiva (spesso su proposta del successore) e si concludeva con una apposita cerimonia; poteva capitare che la proposta incontrasse delle difficoltà e venisse abbandonata, come per la divinizzazione di Tiberio proposta da Gaio (Caligola). La prima divinizzazione fu quella di Cesare (Divos Julius), decretata anche a seguito della profonda emozione causata dal suo assassinio; seguì quella di Augusto. Le divinizzazioni pare abbiano riguardato ben 47 personaggi, fra imperatori e loro congiunti; ma solo per 30 di loro esistono delle vere "monete di consacrazione", se designamo tali quelle in cui compare una terminologia specifica (CONSECRATIO, AETERNITAS, SIDERIBUS RECEPTA, AETERNAE MEMORIAE, VENERANDAE MEMORIAE...); esse iniziano con Marciana, sorella di Traiano, e si concludono con Costantino 1°. In precedenza esistono monete in cui la consacrazione si deduce dal titolo DIVUS (come per Cesare e per Augusto) o da particolari rovesci: una stella sul capo, una stella cometa, il carpentum (carro trainato da due mule) come per Agrippina Maggiore, Julia Titi e Domitilla; il carro trainato da elefanti (per Augusto). Le monete di consacrazione furono coniate nei 3 metalli, inoltre esistono pochi e rarissimi medaglioni di bronzo. La testa dell'imperatore divinizzato è quasi sempre nuda, ma può essere velata per Cesare, Claudio il Gotico, Costanzo Cloro, Costantino; quella delle Auguste è invece sempre velata. Le legende sono al dativo per gli Augusti (Divo Antonino, Divo Claudio), al dativo o al nominativo per le Auguste (Diva Faustina). Con l'avvento del cristianesimo non fu più possibile la apoteosi pagana (che era una vera e propria divinizzazione, col relativo culto), ma solo un "pio ricordo"; nei due piccoli bronzi post-mortem di Costantino si osservano infatti: -o una mano divina benedicente che, dal cielo, scende su Costantino in quadriga; -o una figura velata del defunto, e la scritta: VN-MR (venerandae memoriae). Posto come primi esempi l'asse DIVUS AUGUSTUS PATER che riporta al R l'altare e la scritta PROVIDENT; e un denario di Antonino il Pio con altare.1 punto
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In arrivo Padova Tessere Carraresi(piccole) tipo 2 carro in doppio cerchio perlinato, nel quale rosette pentafille. cimiero con testa di moro, a destra e sinistra due F, a ciascun lato della testa F tipo 4 carro circondato da doppio cerchio di perline, entro il quale rosette pentafille (piccole e piú numerose rispetto al tipo 2) cimiero con a destra tre F e sinistra due F, a ciascun lato della testa F. Che si aggiungono a Tipo 1 carro con ai lati FF in cornice, attorno rosette pentafille e circoletti circondate da cerchio di perline. cimiero con testa di moro, entro cornice bilobata, ai lati F-F.1 punto
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Che bella famigliola numerosa ? E' bellissimo vederli tutti assieme. E pensare che rappresentavano gli spiccioli più piccoli nelle tasche del popolo, al contrario di come avviene oggi con i bruttissimi 1 centesimo di euro che piu nessuno vuole tenere in tasca ed anche lo Stato ultimamente sta rinunciando a coniare. Per come ho impostato la mia collezione (tipologica), al momento ho solo 5 esemplari. Poi magari forse un domani potrò allargare la famiglia ?1 punto
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Riproduzione della prima scheda telefonica del mondo, emessa nel 1976:1 punto
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Sull'altra faccia della scheda si parla dell'introduzione del nuovo sistema di codici d'avviamento postale introdotto nella Germania riunificata nel 1993. Il sistema passava a una codificazione a 5 numeri. ☺️1 punto
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Quella è una data di riferimento per il codice dei beni culturali. Un perito non può certo attestare una data di provenienza della moneta. Se va nella sezione legislazione trova decine di discussioni sui beni culturali e problematiche annesse.1 punto
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Spero che questa discussione si arricchisca di nuovi contenuti e rimandi ad argomenti correlati. Inserisco qui una tabella di conversione valutaria di fine '800, riferita al Marco dell'impero tedesco, da cui risulta chiaramente l'equivalenza delle valute dei 5 paesi firmatari della convenzione nonché di quei paesi europei che si sono in qualche modo allineati al sistema.1 punto
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Buon pomeriggio e buona domenica, Beppe, @giuseppe ballauri, trovo veramente stimolante questa discussione che hai aperto, e devo frenarmi molto per non riempirla delle mie storie, ma ogni tanto mi piace farlo, il racconto che segue mi riaffiorava spesso alla mente e nella mia quotidiana visita alle mie monete, ho trovato l'ispirazione per farvela raccontare, è una storia che conosco a memoria ed è veramente bella, spero piaccia anche a voi che la leggerete. ? Questa è la Storia di Giovanni e Taliana (il vero nome era Giuseppina). Tutto ha inizio in un assolata giornata di Luglio dell'anno 1907 era da qualche giorno passata la festa della Madonna del Carmelo e il piccolo Carmine aveva da poco compiuto 3 mesi. Giovanni stava imbarcandosi sulla Nave che lo avrebbe portato in America, si, era uno dei tanti emigranti che in quegli anni lasciavano il nostro meridione, per andare a cercare la fortuna, il programma era quello di trovare un lavoro e una sistemazione e poi richiamare moglie e figli. Un bel viaggio di 6 giorni per mare, un mare che in alcuni momenti metteva paura, per le improvvise tempeste, e per il continuo ondeggiare, molti pregavano, anche Giovanni lo faceva, pensava alla giovane moglie, ai cinque figlioletti di cui il più grande non aveva più di 11 anni e il piccolo appena 3 mesi, pensava a quanto gli mancassero e gli sarebbero mancati, e pensava al futuro che voleva regalargli. Lo rincuorava il fatto che Giuseppina e i figli non erano completamente soli, avevano una grande e numerosa famiglia intorno. I giorni di viaggio passarono in questo modo e fu un sollievo scorgere la terraferma, il primo avamposto Americano si chiamava '' Ellis Island'' un piccolo isolotto artificiale nella Baia di Manhattan, adibito allo “smaltimento” immigrati, dal 1892 al 1954. Una volta sceso subì la trafila alla quale chiunque arrivasse in America doveva sottoporsi, visite mediche, psicologiche, interrogatori sulla loro posizione nei confronti della legalità, e se avevano un posto dove stare, Giovanni andava a stare con un vecchio Zio che viveva a New York già da una 20 di anni, e che gestiva uno Store, tipo un emporio nella Little Italy. I primi tempi furono abbastanza duri, non tanto per il lavoro (aveva trovato un impiego per una ditta delle ferrovie) ma per la lingua, l'avere a che fare con tante persone di posti diversi, per fortuna aveva legato con dei '' paesani'' di Milano.. ? La sera dopo il lavoro ed aver cenato era un altro momento particolare, era il momento che passava in rassegna le foto che ritraevano la moglie e i 4 figli più grandi, per il piccolo Carmine non avevano fatto in tempo, allora i fotografi oltre ad essere un lusso avevano la loro tempistica, e benché avesse fatto le foto al Battesimo proprio qualche giorno prima della partenza, non aveva fatto in tempo ad averle con tutta la famiglia al completo, aveva però portato con sé e conservato a posta una moneta del 1907 che in un certo qual modo gli facesse ricordare del Piccolo. Nei mesi che seguirono amava scrivere almeno ogni 15gg una lettera alla sua Giuseppina, che ormai chiamava affettuosamente '' Taliana che stava per Italiana''. Per una serie di motivi ed accadimenti familiari e di salute di Giovanni passarono 5 anni senza riuscire a realizzare il sogno di ricongiungere la famiglia li a New York, il suo fisico era compromesso da dei malanni e si rese necessario il suo rientro in patria, intanto Giuseppina con l'aiuto di alcuni familiari riuscì a mettere in piedi una piccola attività artigianale, e la mandava avanti con l'aiuto dei 4 figli maggiori. L'arrivo di Giovanni a casa in Italia fu una festa, fu commovente, le prime parole che disse alla moglie furono..'' Taliana.. sono qui''. Mentre tutti facevano un gran baccano, spunto' da dietro le vesti di Giuseppina il piccolo Carmine un ometto di quasi sei anni, che guardava con timore il papà, grande commozione per entrambi, un abbraccio intenso, poi Giovanni mette le mani in tasca e tira fuori 1 Lira di Vittorio Emanuele III del 1907 e la mette nelle mani e di Carmine. Ormai a Giovanni non serviva più.. ? Eccola Saluti Alberto Ps. Scusatemi in anticipo per qualche eventuale piccola incongruenza, sono accadimenti di oltre 100 anni fa. ?1 punto
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Buona domenica a tutti, io tra le mie reimpresse ne ho 2 con giglio nel taglio, 1818 testa piccola e 1818 8 su 7...! Mentre ho una 1817 con stelle e un altra 1818... per Ferdinando l diciamo che ho un debole, ho anche altre 2 1818 testa piccola una “normale” ma in alta conservazione davvero bella e poi ho la gigli invertiti in media conservazione ... testa grande oltre le Reimpresse ho la più comune e un altra bombetta molto molto bella e rara con stelle nel taglio e gigli rovesci...! Credo di non averne dimenticato nessuna ☺️☺️☺️1 punto
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@ak72 chiama le diverse bandierine ''differenziazioni stilistiche''. E ha ragione. Questi particolari rientravano nella libera interpretazione dell'incisore. Quello bravo inseriva un piccolo leone, gli altri croci, globetti o altro... Quindi più che varianti sono diversità di conio. Possono essere oggetto di una collezione specialistica che, se completa, potrebbe portare a una sequenza di coni. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buongiorno, @pietromoney bel pezzo, ti assicuro che la mia, che chiamo affettuosamente Capucchione, sta messo molto peggio, la posto per confronto. ? Saluti Alberto1 punto
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Buongiorno a tutti, Sergio, @motoreavapore, anche tu allora hai il ? magico, ogni tanto tiri fuori delle belle sorprese.. ? Complimenti a te e a @Francesco1984, belle e interessanti monete, cercate pero' di non esagerare, non vorrei distogliermi dai miei adorati ramini. ? Saluti Alberto1 punto
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Pontificato di Giovanni Paolo II - Medaglia annuale Anno IV - emessa il 29-06-1982 - la medaglia, opera di Antonio Berti, ricorda il 1600° Anniversario dei Concilii di Costantinopoli ed Efeso con il verso che rappresenta la definizione del Dogna della Theotokos (Maria Madre di Dio) - Buona festa della mamma1 punto
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Questo è il pensiero della Travaini in Massa di Maremma e la Toscana nel basso Medioevo.1 punto
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Ciao ...infatti mi hai fatto ricordare di quelle straniere...ne recuperammo un po con mio padre?1 punto
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Buonasera a tutta la sezione, vi mostro una bella piastra da 120 grana per Ferdinando lV 1785 appena entrata in collezione...1 punto
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Taglio: 1 euro Nazione: Andorra Anno: 2016 Tiratura: 2.339.200 Condizioni: BB Città: Milano1 punto
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Cari amici Lamonetiani, avevo già presentato questa strana moneta in un'altra discussione. Una sera la guardavo e mi ha raccontato la sua vera storia... LE MONETE NEL FORNO. PREMESSA: Mio nonno Giuseppe era chiamato “Pinotu” ( Pinotto in piemontese) per la piccola statura, invero piuttosto strana per la mia famiglia, caratterizzata da omoni alti e corpulenti. Vicariava questa modesta prestanza fisica con l'intelligenza e la prontezza di spirito. Era riuscito a frequentare la scuola a malapena fino alla 5° Elementare, ma aveva continuato a leggere e studiare e le sue passioni erano diventate la Storia e le monete. Chi gli avesse trasmesso la passione ad inizio '900 non si sa, a quel tempo la Numismatica era un campo d'elite, riservato a famiglie facoltose o a ricchi nobili. Eppure lui girava le campagne in cerca di quei tondelli luccicanti che raccontavano sempre storie meravigliose e diverse. ---------- Di mestiere era Panettiere, aveva comperato una casa del '600 con uno splendido forno in muratura che funzionava a legna. Dopo molti decenni di onorato servizio, negli anni '30 del secolo scorso, il forno cominciava a diventare inadeguato. Era indispensabile ristrutturarlo. Durante i lavori venne abbattuta un'intercapedine piena di fuliggine nel cui fondo mio nonno notò qualcosa di strano che sembrava un fagotto. Naturalmente non disse niente ai muratori ed a fine giornata riuscì a recuperare il contenuto. Era quello che restava di un sacchetto di tela bruciacchiato ed era pieno di monete: la maggior parte centesimi di Carlo Felice, Soldi in mistura, piccoli Denari in rame che il calore aveva deformato ( e probabilmente mio nonno buttò ), lo Scudo di Carlo Felice che mi regalò molti anni dopo, incrostato e quasi irriconoscibile e 3 marenghi: 1 di Carlo Felice e 2 di Vitt.Emanuele II "collo lungo" .L'oro è un metallo fantastico, viene intaccato solo da pochi acidi e questi 3 marenghi, puliti con acqua e sapone, diventarono una meraviglia. Sono datati 1825, 1850 e 1851 e pertanto i proprietari nascosero le monete dopo quest'ultima data. EPILOGO: Mio nonno Pinotu dopo aver ammodernato il forno, aveva sempre in mente questo strano ritrovamento, che era diventato una vera ossessione. Andò in Comune e recuperò delle antiche mappe catastali ed i vari passaggi di proprietà. Scoprì che la casa ad inizio '800 era abitata da una famiglia che svolgeva l'attività di Monte dei Pegni e soprattutto notò che la vecchia planimetria era incompleta e sbagliata e sembrava nascondere dei piccoli ripostigli. Sembrava animato da un sacro furore, cambiò abitudini e carattere: armato di pala e piccone, passò molto tempo a cercare e scavare nelle cantine molto estese della casa in cerca di altri tesori, ma non trovò mai nulla. O meglio...un giorno trovò mia nonna Assunta ( chiamata “Sunta”) che stava riempiendo il Baule da sposa, minacciando di ritornare a casa dai suoi genitori. Questo lo fece rinsavire e lasciò per sempre la ricerca del “Tesoro Perduto”. Conoscendo a fondo la sua personalità, sono sicuro che la motivazione che lo aveva spinto non fosse l'avidità, non voleva diventare ricco... semplicemente, gli piacevano le monete e la loro storia! ( L. 5 1826 – ZECCA DI GENOVA – TROVATA NEL FORNO ABBRUSTOLITA E POI PULITA ) Saluti a Tutti e Buon Weekend, Beppe1 punto
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