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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/08/20 in Risposte
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Oltre alla macchina del tempo io gradirei anche una macchinetta stampa soldi.....sarebbe tutto molto più facile.... ?4 punti
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Sì, come ha detto bene @Poemenius si tratta di una imitazione di Tetrico I, nella fattispecie di una SPES. Al dritto si legge anche bene la legenda corrotta "...NP TE..." che sta per "INP(sic!) TETRICVS". Al rovescio si vede in legenda completamente degradata che io interpreto così "I I R V A" (da notare che "VA" sono uniti quasi a formare una sorta di asterisco. L'incisore ha fuso assieme questa parte di legenda con l'immagine della personificazione in un tutto indefinito). Data la tipologia di moneta, ritengo che l'origine del pezzo sia gallica e non isolana. Rapportandola con la dimensione delle dita la stimo sull'ordine dei 10-12 mm di diametro per poco meno di un grammodi peso. Se ci ho preso con i dati metrico-ponderali, considerando anche lo stile, possiamo datarla attorno al 280 d.C. a Impero Gallico già caduto e riannesso. Per una datazione consiglio di vedere questa vecchia discussione premesso che una datazione precisa non è stimabile per le imitative e che lo stesso Doyen nella sua revisione delle classi ha omesso di reindicare l'arco temporale esatto preferendo una scala cronologica generica.4 punti
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DE GREGE EPICURI Iulia Maesa era sorella di Iulia Domna, e nonna sia di Elagabalo che di Alessandro Severo. Se la cavò molto meglio delle due figlie (Iulia Soaemias e Iulia Mamaea), entrambe assassinate, ciascuna assieme al proprio figlio imperatore, e morì nel suo letto nel 225 d.C. Sembra che avesse avuto un ruolo importante nella rivolta contro Macrino, e quindi nel ristabilimento della dinastia dei Severi. In questo denario (piccolo e leggero: 2,1 g. e 18,5 mm) ha un ritratto che mostra i segni dell'età; al rovescio la PUDICITIA (virtù non difficile a quel punto, si potrebbe dire...)3 punti
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Buongiorno a tutta la sezione, condivido l altra 1825 che ho in collezione con una bella particolarità “giusto per non farci mancare nulla come sempre”...! Providentia optimi principi”giglio”s...3 punti
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Buongiorno, rileggendo questo passaggio mi permetterei di svolgere una precisazione. E' vero che il Codice dei Beni Culturali non ancora alla mancata consegna dell'attestato e della documentazione, da parte del venditore professionale, alcuna sanzione penale. Non lo fa, tuttavia, solo direttamente. Ritengo, infatti, che la sanzione penale discenda dalla lettura combinata degli art. 91 e 176 dello stesso Codice. Mi spiego. Dando ancora una volta per scontato che ci si trovi al cospetto di una moneta classificabile come bene di interesse culturale (e non di un tappo di bottiglia), l'art. 91 stabilisce l'appartenenza allo Stato delle cose ritrovate nel sottosuolo o nei fondali marini. Il successivo art. 176, poi, prevede che: "Chiunque si impossessa di beni culturali indicati nell'articolo 10 appartenenti allo Stato ai sensi dell'art. 91 [aggiungo io, ritrovati nel sottosuolo o nei fondali marini] è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da €...". Ora, nel corso degli anni si è stratificato in giurisprudenza l'orientamento secondo cui il possesso delle cose di interesse archeologico integra il reato di cui all'art. 176 e si presume illegittimo, a meno che il detentore dimostri di averli legittimamente acquistati in epoca antecedente al 1909. Vige, dunque, una presunzione di appartenenza del bene allo Stato che è onere del detentore della moneta contrastare e vincere (trovo che il principio sia discutibile, ma questa è solo una mia irrilevante opinione). Chiunque si impossessa: non solo lo "scopritore", dunque, ma anche i suoi eventuali aventi causa (coloro che dal primo hanno ricevuto, a qualsiasi titolo, la moneta e che, nella maggior parte dei casi rischiano di dover rispondere anche del reato ricettazione). La norma, tuttavia, deve essere necessariamente coordinata con il nostro sistema penale complessivamente considerato, che esclude la punibilità in assenza dell'elemento psicologico del reato in capo a chi lo commette (dolo o colpa). In buona sostanza, se devo essere punito per aver violato la legge l'accusa ha l'onere di dimostrare che fossi consapevole, nel momento in cui agivo, di commettere un reato ovvero che avrei dovuto ragionevolmente prefigurarmi il reato quale conseguenza certa o eventuale delle mie azioni (i tecnici mi perdonino ma sto cercando di esemplificare al massimo). Il principio serve anche - a mio avviso - a contemperare l'onere del detentore/acquirente con l'oggettiva impossibilità (nella stragrande maggioranza dei casi) di provare passaggi a ritroso nel tempo sino al 1909. Ebbene, è qui che interviene e si colloca il disposto dell'art. 64 sugli attestati di autenticità e provenienza e la regola - non codificata ma rimessa al buon senso - di agire in maniera analoga anche quando si compravende tra privati. Sia chiaro, l'attestato in parola non salverà l'acquisto, sia che avvenga da commerciante che da privato (se si tratta di bene di interesse culturale o frutto di ritrovamento nel sottosuolo o nel fondale marino): sarà utile, tuttavia, a preservare la fedina penale dell'acquirente (ovvero dell'ultimo anello nella catena dei trasferimenti nel tempo della moneta). E' in questo modo che una disposizione nata con finalità squisitamente civilistiche (come puntualmente rilevato da @vitellio ) finisce per assumere rilevanza determinate (ma indiretta) anche in sede penale. E mi permetto di aggiungere che l'attestato, da solo, ove non accompagnato da altre circostanze di fatto valutabili caso per caso, potrebbe anche non essere sufficiente a salvare il fondoschiena del malcapitato acquirente (sopratutto nelle compravendite tra privati). Sarà, in ogni caso, come già evidenziato nei post precedenti un elemento importantissimo per dimostrare che l'acquisto è avvenuto "in buona fede" e, quindi, che difetta l'elemento psicologico del reato (che, ricordiamo, è comunque onere dell'accusa provare). Se il commerciante Alfa o il sig. Beta hanno venduto il bene fornendo all'acquirente tutte le attestazioni e la documentazione del caso e ricorrono una serie di circostanze, nell'effettivo svolgimento della compravendita, che palesano una transazione "alla luce del sole" l'acquirente, quasi certamente, andrà esente da responsabilità (gli accertamenti, tuttavia, si sposteranno sul venditore). Naturalmente tutto ciò che viene qui scritto deve essere preso con le dovute cautele perché una risposta univoca per ogni caso non esiste e non può essere internet a fornirla. La materia è estremamente delicata e scivolosa e, secondo me, ogni dubbio deve essere chiarito prima di agire, ove occorra consultando esperti della materia (sia ben chiaro, non ho la pretesa di annoverami tra questi). Spero di aver apportato solo un contributo ulteriormente utile alla discussione. Saluti.3 punti
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Buongiorno amici del forum. Queste sono le sorprese che mi piacciono: rivisitando di tanto in tanto gli album dove metto le monete sostituite o provenienti da parte di lotti scartati, ricontrollo alcuni esemplari che hanno attirato la mia attenzione. Beninteso, niente rarità o chissà quali meraviglie (se no mica finivano negli album "discarica"...), ma questo centesimino - una volta "ripulito" dalla polvere è riemerso come se fosse appena uscito dalla zecca. Questo, naturalmente, è il mio modesto parere. Volete esprimere un giudizio anche voi? Grazie a coloro che mi daranno una loro valutazione.2 punti
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Ok forse ci sono!? Sono tutte monete decimali di dollaro, tranne quella di Panama che è del Balboa!2 punti
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Se c’è l’avessi io la macchina del tempo, mi fermerei a un odierno autogrill, comprerei un mucchio di accendini, qualche pacchetto di sigarette, qualche stecca di cioccolato, e poi andrei a vendere il tutto nella Venezia di allora.2 punti
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Eccomi, sono d'accordo con l'akrostolion allungato e sulla minore importanza delle posizione dei globetti al diritto. Al rovescio mi sembra pacifico che si veda il primo dei globetti davanti alla prua e si intraveda il secondo. Come già ho supposto, ROMA in basso e sopra la prua un "qualcosa" che potrebbe essere una sigla ma anche un simbolo più in alto ancora Circa lo stato della moneta, anch'io ne conservo almeno una decina in cattive condizioni, ma fanno parte della collezione come tutte le altre. Forse hanno solo avuto una vita più travagliata, il passato che portano con sé è lo stesso.2 punti
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@Tinia Numismatica certo che puoi chiedere, anzi….. a mio avviso dovresti …. perché, tra l'altro, poi, a tua volta lo dovresti dichiarare… e non indagare a fondo su certe cose può essere decisamente pericoloso e visto malissimo. Ma contento tu contenti tutti…. darei pertanto concluso il mio contributo a questi aspetti della interessante discussione sull'attestato. @allek il tuo è un discorso interessante di per sé, sviscerato numerose volte nei bei tempi andati…. solo una notazione : le monete antiche, per essere definiti beni culturali, devono rispettare alcune condizioni ( rarità pregio etc... vedi art 10 comma 4) e tuttavia a volte mancando quei requisiti non necessariamente sono dei tappi… anzi... Mi preme far notare che le monete antiche non sono automaticamente oggetti archeologici ..... ci sono in merito un discreto numero di sentenze che lo affermano…. e a differenza della archeologia le monete godono di uno status di salvaguardia del possesso privato decisamente migliore. Scinderei poi il discorso penale da quello civile… penalmente è difficile vedere una condanna in sola assenza di documentazione ( beninteso purchè non ci siano prove dirette in coinvolgimenti criminosi al di fuori del solo possesso della moneta antica), in quanto può sempre essere fatto valere il discorso della prescrizione, in assenza di date e provenienze precise. Certamente qualsiasi documentazione quali una fattura e un catalogo possono aiutare parecchio e accelerare, così come anche un attestato può aiutare , ancorché non pensato per tale fine, nello specifico. Dal punto di vista civile invece secondo la Cassazione vi è invece un chiaro spostamento dell'onere probatorio, cioè del "perché" quella particolare moneta ( con le accertate e ristrette caratteristiche di bene culturale) fa eccezione alla generalità della proprietà statale ("tale presunzione si fonda, oltre che sull’id quod plerumque accidit anche su una “normalità normativa” sicché, opponendosi una circostanza eccezionale, idonea a vincere la presunzione, deve darsene la prova", da ultimo cfr.Cass. Sez. III n. 19692 del 7 maggio 2018 ). Aggiungerei però che le sentenze della Cassazione Civile ( poi spesso riprese e citate spesso da quella Penale) non riguardano monete ma oggetti archeologici veri e propri, legati al territorio italiano. Un cordiale saluto a tutti, Enrico P.S. aggiunta postuma : la legge sulla privacy è facilmente bypassabile, con la semplice autorizzazione dell'avente diritto, che nel caso di specie non dovrebbe avere niente da nascondere...anzi2 punti
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DE GREGE EPICURI La "Villa Publica" nell'antica Roma era il luogo in cui dovevano sostare i generali vittoriosi, con le loro truppe, in attesa del trionfo; infatti come si sa era loro vietato attraversare il Pomerium. Per questo motivo, nel 60 a.C. Cesare rinunciò addirittura al trionfo, pur di presentare nel centro cittadino la propria candidatura (credo al consolato); evidentemente si muoveva solo scortato! Nella Villa Publica erano alloggiati anche i Censori; ed era la sede organizzativa dei censimenti. Era non lontana dalla Crypta Balbi. Questo monumento è raffigurato in una moneta di P. Fonteius Capito del 55 a.C. Al D è rappresentata la Concordia, velata e diademata; legenda: P FONTEIS CAPITO III VIR CONCORDIA Al rovescio: immagine della villa, con 5 colonne e 4 arcate, ed un primo piano sovrapposto. Scritte: T DIDI e VIL PUB Si tratta della Cr. 429/2a, e non è affatto comune. Sul mio esemplare (3,5 g. e 18 mm.), molto liso, al R non si legge quasi nulla.2 punti
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Aristotele (Stagira 384-83 a. C. - Calcide 322 a. C.). Fu, con Socrate e Platone, uno dei più grandi pensatori dell'antichità e di tutti i tempi. Nato da una famiglia di medici, si formò nell'Accademia platonica; dopo la morte di Platone iniziò un periodo di viaggi durante il quale insegnò in molte città; tra il 343 e il 342 si occupò, su richiesta di Filippo II di Macedonia, dell'educazione di Alessandro Magno Statere di Filippo II comparso in asta Bertolami N. 19, Anfipoli, c. 355-348 a.C.; AR (g 14,47; mm 242 punti
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Buonasera Rocco e buonasera a tutti... questo è il quarto decoro non ancora censito...! Ne abbiamo già parlato in un altra discussione comunque, sembra un doppio perlinato ma non lo è... è un doppio pettine contrapposto...! P.S. la tua 1826 è meravigliosa... ?2 punti
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Mi dispiace ma forse dovrebbe rileggere con più attenzione l’intera discussione, compresi i miei post. Mi vedo costretto a ricapitolare i concetti da me espressi perché così sembra che io stia suggerendo di acquistare da privati una moneta antica come se si trattasse di una bottiglietta di minerale. Non è così. Tutto è partito dal quesito se il certificato di lecita provenienza sia OBBLIGATORIO PER LEGGE anche nelle compravendite tra privati: la mia risposta è stata NO. Non lo dico io ma il codice dei beni culturali (e stiamo dando per scontato, tra l’altro, che la moneta oggetto di compravendita sia sottoposta alla disciplina ivi contenuta). Ho aggiunto, poi, che il fatto che la legge non prescriva nella compravendita tra privati il certificato in questione NON esclude che un acquirente avveduto (e quindi dotato di BUON SENSO), ESIGA dal venditore una dichiarazione di contenuto equipollente al certificato di lecita provenienza e copia di tutta la documentazione attestante la legittima circolazione della moneta nel tempo (fatture, ricevute, foto ecc.). Ma che succede se il venditore (privato) si rifiuta o non è in grado? La legge glielo impone? La mia risposta è NO. Che possibilità ha allora l’acquirente? 1. Rinuncia all’acquisto (STRADA ASSOLUTAMENTE PREFERIBILE); 2. Acquista ugualmente esponendosi al rischio di commettere un reato e incorrere in tutti i guai connessi (opzione sconsigliata, ovviamente). Come vedete stiamo dicendo la stessa cosa ma con la differenza che mi sono permesso di puntualizzare che non c’è norma di legge che imponga al venditore privato di fornire la certificazione di cui parliamo. Documentazione che, in ogni caso, ha quale unico scopo (sia che si acquisti da privato che da professionista) quello di agevolare l’onere della prova (che può essere offerto comunque anche con altri mezzi) nell’ipotesi in cui venga contestata l’illecita provenienza della moneta acquistata e successivamente rivendicata dallo Stato. Mettiamola così: il buon senso, in questo caso, sopperisce a una lacuna di una legislazione che, pur prevedendo serie consegue per un acquisto incauto, nessuna prescrizione fornisce in merito alle cautele da adottare quando si compravende tra privati. E allora va pure bene dire che quando si compra da privato è OBBLIGATORIO farsi rilasciare tutta la documentazione dal caso a patto, però, che non si dica che detto obbligo sia codificato (ed è solo questo che stavo cercando di sostenere: l’assenza di codificazione). Spero di essere riuscito a spiegarmi questa volta. E mi si dica pure che non si condivide (argomentando) ma non che sono confuso... è una affermazione che trovo poco edificante. Vi prometto che ho chiuso davvero e non vi tedio più. Saluti2 punti
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Buongiorno a tutti, mi farebbe piacere leggere vostri pareri in merito alla conservazione di questo esemplare. Tornese con Tosone 1636 Filippo IV Simbolo 7 davanti al busto.1 punto
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Inizio con l'allegarvi questa immagine: Si tratta di alcune monete di Postumo beccate per la rete. I rovesci sono differenti quindi si tratta di emissioni non di un solo tipo il che può tranquillamente accodarsi con alcune differenze nello stile dei vari busti. Tuttavia mi ha sempre incuriosito un tipo di busto presente in Postumo e che è riconducibile agli inizi del suo regno. Nello specifico in questa foto è rappresentato da questo: il rovescio non ve lo posto in quanto ininfluente ai fini del discorso, tuttavia, per la cronaca, si tratta di un normale VICTORIA AVG con la vittoria in corsa verso sinistra con un prigioniero ai piedi. Ora, del tipo citato (victoria) esistono versioni che hanno questo particolare busto e versioni con il busto più "classico" di Postumo (similare agli altri esemplari della prima foto). Ecco alcuni esempi: 1) Tipo "busto non usuale" 2) Tipo "busto usuale" Il busto del primo tipo si riscontra anche in altre tipologie di rovescio, la più "comune" è questa: Elmer raggruppa queste emissioni caratterizzate da questo busto tra le prime coniate da Postumo. In particolare, la prima emissione è caratterizzata dalla legenda completa al dritto: "IMP C M CASS LAT POSTVMVS P F AVG" e contempla, per gli antoniniani proprio i due tipi "SALVS PROVINCIARVM" e "VICTORIA AVG". La seconda emissione è caratterizzata dalla legenda abbreviata "IMP C POSTVMVS•P•F•AVG" e ai tipi del rovescio "SALVS PROVINCIARVM" e "VICTORIA AVG" si aggiungono anche "VIRTVS AVG" e "HERC DEVSONIENSI". Infine, dalla terza emissione, il busto diventa quello consueto e viene mantenuta la legenda abbreviata al dritto. Il RIC sul tipo "VICTORIA AVG" non fa particolari distinzioni sullo stile del busto, li attribuisce alla zecca di Lugdunum e distingue tra la versione con prigioniero ai piedi (n. 89) e quella senza (n. 90). Quello che mi chiedo e vi chiedo è: quale potrebbe essere la zecca di questi pezzi? Tenendo conto che la prima emissione Elmer la suddivide in due fasi: una prima fase, a cui attribuisce solo gli antoniniani, e una seconda fase successiva a cui attribuisce le emissioni auree. Possiamo ricondurre il tutto a Treviri? Postumo si ribella a Salonino mentre si trova a Magonza. In quel frangente Salonino ha ancora il controllo della zecca di Treviri e batte repentinamente moneta assumendo il titolo di AVG. Con l'avanzare delle truppe di Postumo, Salonino si rifugia a Colonia portando con sé quanto fino a quel momento coniato a suo nome per pagare i propri uomini. Nel mentre viene occupata Treviri dalle truppe di Postumo e la zecca inizia a battere monete a suo nome. Si inserisce la prima fase con i soli antoniniani della prima emissione con la legenda estesa al dritto e il busto approntato con vaghe reminiscenze di Salonino (apprezzabile in alcune versioni del tipo SALVS) e forse di Gallieno (vaghissimamente nel tipo VICTORIA) perché le maestranze ancora non avevano presente le sembianze dell'usurpatore. Postumo espugna Colonia e pressoché in contemporanea si inserisce la seconda fase sempre della prima emissione e quindi a Treviri si battono gli aurei. Subito dopo la conquista di Colonia e la morte di Salonino si passa alla seconda emissione con legenda al dritto abbreviata, ma ancora il ritratto ha solo vaghe sembianze di quella che è la reale immagine del nuovo imperatore delle Gallie con l'introduzione di nuovi tipi di rovescio e la contemporanea emissione di argento e oro: all'interno della zecca hanno quindi dato per assodato che il loro nuovo "datore di lavoro" sarebbe stato Postumo e le emissioni iniziano a regolarizzarsi (nel novero della prima emissione infatti, sono da ricondurre anche le errate legende del dritto che portano il nome storpiato dell'imperatore: "POSTIMVS"). Possiamo ricondurre il tutto a due differenti zecche? Postumo si ribella a Salonino mentre si trova a Magonza. In quel frangente Salonino ha ancora il controllo della zecca di Treviri e batte repentinamente moneta assumendo il titolo di AVG. Postumo appronta una zecca da campo e con mezzi approntati repentinamente battono gli antoniniani della prima emissione - prima fase compresi quelli con il nome storpiato (maestranze non propriamente abili e/o avezze abitualmente alla coniazione, una sorta di pseudo zecca locale). Con l'avanzare delle truppe di Postumo, Salonino si rifugia a Colonia portando con sé quanto fino a quel momento coniato a suo nome per pagare i propri uomini. Nel mentre viene occupata Treviri dalle truppe di Postumo e la zecca inizia a battere moneta d'oro (seconda fase sempre della prima emissione). Subito dopo la conquista di Colonia e la morte di Salonino si passa alla seconda emissione con legenda al dritto abbreviata, ma ancora il ritratto ha solo vaghe sembianze di quella che è la reale immagine del nuovo imperatore delle Gallie con l'introduzione di nuovi tipi di rovescio e la contemporanea emissione di argento e oro. Successivamente, con l'utilizzo delle maestranze esperte precedentemente impiegate presso l'atelier di Treviri iniziano le coniazioni con il busto "ufficiale" del nuovo imperatore. Quale dei due scenari secondo voi è più probabile? A prescindere da tutto, rimane comunque interessante notare l'evoluzione del busto dell'imperatore in queste prime emissioni che, nell'ambito gallico, sarà un po' il motivo ricorrente quasi a ogni cambio di imperatore.1 punto
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Qualche giorno fa, in una calda e luminosa giornata di sole, percorrevo con la mia auto la SR 10 che collega Alessandria a Tortona. È un tragitto che faccio spesso, sia per motivi di lavoro che per motivi personali. Questa strada attraversa una vasta e quasi sconfinata pianura che fu teatro della celebre battaglia di Marengo del 14 giugno del 1800, di cui proprio in questi giorni ricorrono quindi i 220 anni. Torniamo quindi a Marengo in quella assolata giornata di giugno... Nel 1799 Napoleone era dovuto tornare in tutta fretta dalla spedizione in Egitto per arginare la nuova coalizione (l’ennesima) formatasi contro la Francia rivoluzionaria. In quel momento la situazione interna del paese era molto grave e Napoleone, con il colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre) 1799, assunse la guida della nazione con il titolo di primo console. Subito dovette occuparsi della situazione militare, tutt'altro che rosea. Praticamente quasi l’intera Europa era un unico e grande campo di battaglia e i Francesi avevano già subito duri smacchi quasi ovunque. In tutta Italia le repubbliche rivoluzionarie erano state rovesciate e i filofrancesi perseguitati o messi in fuga. A causa della decisione dello zar di Russia Paolo I di richiamare i suoi eserciti dopo la disfatta di Zurigo e di abbandonare di fatto la coalizione, sul continente erano rimasti solo gli Austriaci a fronteggiare le armate francesi. All'inizio dell’anno 1800 Napoleone si mise al comando della cosiddetta “Armata di riserva” (che aveva radunato in tutta fretta e con pochi fondi) e la guidò in Italia. Attraversò il passo del Gran San Bernardo e, come il buon vecchio Annibale, giunse in pianura. I Francesi erano mal equipaggiati, mal nutriti e peggio pagati, ma avevano dalla loro la buona stella del loro comandante e Il 9 giugno 1800 sconfissero un avamposto delle truppe austriache a Montebello, vicino a Voghera. A questo punto Napoleone si concesse una pausa, convinto che le prime cariche austriache fossero solo astuti diversivi per coprire una ritirata. Il suo obiettivo era quindi quello di intercettare il ripiegamento del nemico e pertanto decise di dislocare parte delle sue truppe lungo le diverse direttrici di fuga. Così, quando il 14 giugno l’avanguardia francese disposta nella piana di Marengo venne attaccata, Napoleone non si preoccupò più di tanto pensando a una semplice scaramuccia e rimase erroneamente di questo parere per quasi tutta la mattinata. Tuttavia, le cose precipitano rapidamente. Le sue divisioni di prima linea, sotto la pressione austriaca cominciano a ritirarsi. Il sacrificio di due battaglioni della sua guardia consolare evitarono che il ripiegamento si trasformasse in una rotta. La situazione si fece sempre più critica per i Francesi al punto che gli Austriaci si convinsero di poter avere facilmente la meglio. Napoleone resosi però finalmente conto della catastrofe incombente cercò di prendere contromisure e nel primissimo pomeriggio mandò a richiamare in generale Desaix che, secondo i piani errati del mattino, era stato mandato verso Novi per bloccare la ritirata agli Austriaci in direzione di Genova. Il generale però, sentendo i cannoneggiamenti, era già tornato indietro più velocemente possibile, ancora prima di venir raggiunto dai messi di Napoleone. Desaix era un uomo straordinario. Napoleone lo stimava come il migliore tra i suoi generali e pertanto lo informò subito della débâcle del mattino. Desaix allora chiese «Che ora sono? Le 17? Questa battaglia è perduta. Ma c’è tempo per vincerne un’altra». Iniziò così la riscossa francese. Con le truppe appena rientrate, Napoleone ed il suo stato maggiore pianificarono la controffensiva affidata proprio agli uomini del generale Desaix la cui carica fu vincente: le truppe austriache arretrarono e si ritirarono, sconfitte alle prime ombre della sera. Nell’attacco vittorioso lo stesso Desaix, vero artefice della vittoria, troverà la morte. Il giorno dopo uno sconfortato Melas , comandante degli Austriaci, firmò la Convenzione di Alessandria e si ritirò ad est del Mincio. È incredibile il destino. Quella che sembrava un catastrofe finì per diventare per Napoleone una delle sue vittorie più belle, sicuramente la più emblematica: quella che ha fatto nascere il suo mito di condottiero invincibile. A questo ha però contribuito la propaganda del vincitore. All’indomani della battaglia il resoconto degli scontri venne rielaborato e abilmente modificato per cancellare ogni dubbio su genio militare di Napoleone. I fatti del mattino vennero infatti messi in secondo piano e ridotti ad una sorta di mossa strategica per attirare gli austriaci una trappola mentre tutta l'attenzione venne posta sul pomeriggio, sulla controffensiva vittoriosa illuminata dall'estremo sacrificio di Desaix che, bello e giovane, si prestava bene come eroe-icona della vittoria. L'impresa di Marengo venne celebrata nel 1805 quando Napoleone, ormai imperatore, scese a Milano, per essere incoronato anche re d'Italia. Il 5 maggio (guarda caso) a Marengo si mise in scena una vera e propria ricostruzione della battaglia con soldati come attori e figuranti (anche ai nostri giorni si effettua annualmente la rievocazione in costume, ma purtroppo quest’anno non sarà possibile a causa del Coronavirus). In quell'occasione Napoleone ordinò che si costruisse una piramide a ricorda della vittoria. L'opera fu sicuramente iniziata, ma oggi non ne rimane traccia, nemmeno la memoria della sua collocazione . Secondo la tradizione, la sera della vittoria, mentre si trovava nel suo quartier generale che lo ospitava, Napoleone mangiò un piatto inventato dal suo cuoco personale: quello che poi sarebbe diventato il “pollo alla Marengo” con ingredienti trovati casualmente in una cascina: pollo, pane, uova e gamberi di fiume. E visto che siamo in un sito di numismatica….per celebrare la vittoria, fu poi coniata una moneta d’oro, il marengo, per l’appunto.. (spero sia la moneta esatta.....non e' la mia monetazione....) Il campo di battaglia si estende grosso modo tra Alessandria e Torre Garofoli (verso Tortona) dove era acquartierato Napoleone (vedi prima cartina). La zona della battaglia si chiama nel suo complesso, zona delle Fraschetta. Questa e’ la cascina di Torre Garofoli dove aveva sede il quartier generale di Napoleone: Il corpo di Desaix venne portato proprio in questa cascina di Torre Garofoli che era stata già trasformata in un grande ospedale militare (lì furono portati anche gli ufficiali austriaci prigionieri). Oggi tutto intorno e’ ancora campagna, una landa piatta, ordinata e ben coltivata su cui spiccano qua e là qualche cascinale o qualche fabbrica (eh sì, qualcosa e’ cambiato…). A proposito di fabbriche, i combattimenti del mattino cominciarono nella zona dove ora vi è la fabbrica della Paglieri (ricordate il talco “Felce Azzurra”?) e la villa (il Castello di Marengo, quel quadratino verde in basso a sinistra che ospita ora il museo della battaglia "M M") per poi concentrarsi proprio nei campi lì attorno. La villa ottocentesca con facciata in trompe-l’oeil ha nel cortile antistante una delle poche statue ancora visibili di Napoleone primo console sfuggite alla furia della Restaurazione. I Francesi, dopo aver resistito a lungo proprio in prossimità della villa (fossato del Fontanone, in parte ancora visibile nel parco del museo) cominciarono a retrocedere sulla direttrice verso Tortona. A San Giuliano Vecchio Napoleone incontrò Desaix e con lui pianificò l’offensiva che si tradusse nella vittoria al cui esito Desaix contribuì in modo decisivo con il sacrificio della vita. Morì infatti in località Vigna Santa (un vecchio toponimo), dove ora vi e’ un agriturismo omonimo al cui interno e’ presente il cippo commemorativo nel punto in cui cadde il generale: Interessante, infine, la visita la Marengo Museum che si trova nella Villa di cui sopra e il cui ingresso (sul lato posteriore, che guarda un gruppo di case d’epoca di Spinetta) e’ a forma di piramide, a ricordare quella che volle Napoleone. Il museo che ricostruire gli avvenimenti del 14 giugno 1800 porta il visitatore nel tempo napoleonico descrivendo gli aspetti militari e politici della campagna e illustrando chi fossero e come vivessero i protagonista di quegli eventi che hanno segnato un’epoca. Onestamente non so se in questo periodo il museo sia aperto. Una ultima annotazione: Nella cartina e’ indicato l’albero di Napoleone: Un grosso platano alto circa 40 mg che la tradizione vuole sia stato piantato nel 1800 da Napoleone per onorare i caduti e i feriti di entrambi gli schieramenti. Oggi la pianta sfida il traffico al km 96 della SR 10. Fonti: - Marco Scardigli: Il viaggiatore di battaglie. UTET - Marengo, la vittoria dell'eroe che disobbedì a Napoleone. Di Gianni Riotta. La Stampa Link utili: - http://www.marengomuseum.it/ Buona serata da Stilicho1 punto
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Esatto! Tutte le altre sette nazioni in gioco utilizzano come unità monetaria il dollaro, ognuno il suo naturalmente, non era così difficile dai!1 punto
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Ma me sa che i me meteria in preson ... per frode in commercio.1 punto
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Buonasera, come promesso ho dato un'occhiata ai tagli di alcuni esemplari totalmente fusi e ad alcuni esemplari con solo il tondello fuso e poi battuto, effettivamente una certa differenza c'è, negli esemplari totalmente fusi il taglio si presenta con le stesse granulosita che si rilevano sia al dritto che al rovescio, mentre negli esemplari battuti il taglio è più omogeneo, non ha l'aspetto ruvido come quello degli esemplari totalmente fusi, e questo potrebbe essere dovuto al fatto che il tondello ancora caldo si sia espanso in fase di battitura e in un secondo momento il taglio sia stato ripreso dai coniatori con le cesoie da banco, infatti alcuni esemplari, non totalmente fusi, presentano dei bordi irregolari e a tratti dritti e non curvi come normalmente dovrebbe essere... Cosa che non succede per gli esemplari fusi perché il metallo veniva colato nella sua formina e dopo non aveva bisogno di grossi accorgimenti lungo il taglio, a parte ovviamente l'eliminazione del codolo di fusione o attacco di colata... Quindi posso dire che i tagli degli esemplari fusi si presentano rugosi ma regolari nella forma, mentre quelli coniati sono più lisci ma leggermente irregolari nella forma... Ovviamente è una mia idea dopo aver osservato gli esemplari della mia raccolta... Ho provato anche a fare delle foto ma il risultato è pessimo oltre al fatto che qui da me piove al pomeriggio da diversi giorni e quindi no ho luce solare che aiuterebbe, appena mi sarà possibile farò delle foto alla luce del sole... Questi sono due esemplari fusi...1 punto
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1839 Regno delle due Sicilie - Ferdinando II° - 2 Tornesi1 punto
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Allora, se ci fosse stato solo il grosso di Michele Morosini la battaglia sarebbe stata molto più grande. Invece l'offerta era talmente enorme che le forze in campo si sono disperse... Mi piacerebbe avere la macchina del tempo. Tornerei al maggio 2018 e mi metterei a battere molte monete. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Una moneta egineta capitata a Velia ispirò Zenone a formulare il famoso paradosso di Achille piè veloce e la tartaruga????1 punto
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non per fare il pignolo , ma se non ho capito male questa moneta è stata coniata a partire dal 1575 ... a Genova ci sono monete con indicazione del valore datate qualche anno precedente come il rarissimo scudo da 4 lire del 1567 con un bel 4 sotto al castello o la sua metà con due in numeri romani.1 punto
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Ciao, grazie mille dell'interessamento: in effetti guardando con la lente vedo anch'io le escrescenze di cui mi parli. Non so che dire: questa medaglia, appartenuta ad un avo da parte di padre, mi è stata donata da mio zio (fratello di mio padre), appunto all'incirca una decina di anni fa, e lui la conservava appesa al quadretto, che conteneva la lettera di conferimento, nel suo studio (abitava in centro a Milano); di questo sono sicuro perchè mi ricordo di averla vista. Purtroppo mio zio è deceduto e non so risalire a conservazioni precedenti della medaglia; essendo passati più di cento anni chissà cosa ha subito nel tempo... Riguardo al nastro: concordo che deve essere stato sostituito negli anni, aggiungo che il lato fotografato è quello che stava nascosto, quindi in condizioni ottime, mentre l'altro lato è più consumato e i colori sono sbiaditi. Procederò ad una delicata pulizia e ti farò sapere il risultato. Se dovessi approfondire la medaglistica inizierei anch'io dal periodo militare/regno d'Italia: periodo che mi affascina. PS: dovrei pubblicare una richiesta di identificazione/valutazione di alcune medaglie d'oro del Vaticano, posso farlo in questa sezione? Grazie di nuovo per la pazienza... Mauro1 punto
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Ancora due Schede in cui la Telecom propanda presso gli utenti i propri servizi :1 punto
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All’ottimo esame di Vitellio aggiungo che non vi e’ alcuna problematica fiscale se la cessione tra privati ha carattere occasionale e non ripetitivo.1 punto
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Per la giornata di oggi ho scelto una medaglia di Papa Pio IX, realizzata a ricordo della canonizzazione di ventisei cristiani Giapponesi martirizzati a Nagasaki il 05-02-1597. Furono coniati solo 75 esemplari in argento. Opera di Bonfiglio Zaccagnini con la bellissima e singolare rappresentazione della Chiesa seduta di fronte e il particolare scorcio prospettico dello sfondo con la Basilica di San Pietro e i Palazzi Apostolici. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AE916/171 punto
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Complimenti, è un pezzo gradevole e non sfigura come conservazione . Ottimo acquisto.1 punto
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Fonte per esperienza diretta mia in una filiale della Banca d'Italia e di conoscenti che si sono trovati nella stessa condizione, nonchè la spiegazione del cassiere sportellista, infatti nella ricevuta è stato apposto non un semplice "danneggiata", ma "mancanza dell'ologramma", pur essendo la banconota al 70/75%. La commissione si è espressa favorevole e dopo circa 40 giorni mi hanno accreditato 20 euro sul conto (avevo lasciato anche l'iban). Nel vari link non è specificato, serve per contrastare il fatto che ognuno potrebbe trattenere quella parte per usi fraudolenti (potete informarvi presso una qualsiasi filiale della BI. Ad ogni modo anche se si possiede il perfetto 50% (può capitare) si può presentare, viene in ogni caso accettata per la verifica (con poche speranze di rimborso) se è inferiore al 50% la restituiscono ed invitano a cercare eventuali altri pezzetti della stessa banconota che possono essere rimasti a casa per poter comporre qualcosa che superi la soglia del 50%. ps: dai link Le banconote danneggiate o mutilate che non possono essere cambiate a vista presso le Filiali della Banca d'Italia perché sussistono dubbi sulla loro rimborsabilità sono spedite all'Amministrazione Centrale. Qui le banconote sono esaminate da una apposita Commissione di esperti che decide sulla loro rimborsabilità. Quello che manca nelle varie informative al pubblico su come cambiare le banconote danneggiate sono i vari "dubbi" che determinano la loro non immediata rimborsabilità, saranno sicuramente norme interne, in buona sostanza tra questi "dubbi" ci sarà la mancanza totale dell'ologramma (ho saputo che la mancanza parziale dell'ologramma non da luogo a dubbi).1 punto
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Beh! Se non altro è stato gentile e ha avuto la delicatezza di posizionarlo sopra dei vassoi di monete, così... Tanto per restare in tema. ?1 punto
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Il verso non ne aumenta la rarità. Spero di far cosa gradita nel riproporre la mia 1826. Riferimenti: Pagani 111 D'incerti 101/a Taglio inciso al rovescio.1 punto
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Nell'anno 1622 venne aperta un'apposita Officina Monetaria, quelle del R° Arsenale per battere le monete da Due Grani....prima con il motto POPVLORVM QVIES, Rarissime, e poi la PVBLICA COMMODITAS....e se notate il dritto del POPVLORVM QVIES, ha la stessa testa di Filippo IV utilizzata per la Pubblica. [.....] ai mastri di banca Matteo Catuogno e Germano Pacifico, si dava la possibilità di fabbricare moneta di rame a getto e a cola; i suddetti erano persone pratiche nella coniazione mediante questo sistema e venne risoluto che ad Essi si mettessero a disposizione i locali della fonderia del R°Arsenale; la coniazione doveva interessare monete di rame da due Grana.1 punto
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Per me la pubblica è la moneta più interessante coniata dalla zecca di Napoli, nella sua semplicità esprime un fascino che poche altre monete hanno, il dritto di queste monete mi ricorda molto quelli dei sesterzi romani dei primi secoli, ma anche il rovescio con quella frase è come se volesse in un certo senso dimostrare un attaccamento al popolo, poi sappiamo tutti cosa ha fatto il dominio spagnolo alla città di Napoli ma la moneta in sé non ha colpe...1 punto
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