Vai al contenuto

Classifica

  1. nikita_

    nikita_

    Guru


    • Punti

      8

    • Numero contenuti

      24058


  2. gpittini

    gpittini

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      14385


  3. villa66

    villa66

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      3499


  4. gennydbmoney

    gennydbmoney

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      12542


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/08/20 in Risposte

  1. Oltre alla macchina del tempo io gradirei anche una macchinetta stampa soldi.....sarebbe tutto molto più facile.... ?
    4 punti
  2. Sì, come ha detto bene @Poemenius si tratta di una imitazione di Tetrico I, nella fattispecie di una SPES. Al dritto si legge anche bene la legenda corrotta "...NP TE..." che sta per "INP(sic!) TETRICVS". Al rovescio si vede in legenda completamente degradata che io interpreto così "I I R V A" (da notare che "VA" sono uniti quasi a formare una sorta di asterisco. L'incisore ha fuso assieme questa parte di legenda con l'immagine della personificazione in un tutto indefinito). Data la tipologia di moneta, ritengo che l'origine del pezzo sia gallica e non isolana. Rapportandola con la dimensione delle dita la stimo sull'ordine dei 10-12 mm di diametro per poco meno di un grammodi peso. Se ci ho preso con i dati metrico-ponderali, considerando anche lo stile, possiamo datarla attorno al 280 d.C. a Impero Gallico già caduto e riannesso. Per una datazione consiglio di vedere questa vecchia discussione premesso che una datazione precisa non è stimabile per le imitative e che lo stesso Doyen nella sua revisione delle classi ha omesso di reindicare l'arco temporale esatto preferendo una scala cronologica generica.
    4 punti
  3. DE GREGE EPICURI Iulia Maesa era sorella di Iulia Domna, e nonna sia di Elagabalo che di Alessandro Severo. Se la cavò molto meglio delle due figlie (Iulia Soaemias e Iulia Mamaea), entrambe assassinate, ciascuna assieme al proprio figlio imperatore, e morì nel suo letto nel 225 d.C. Sembra che avesse avuto un ruolo importante nella rivolta contro Macrino, e quindi nel ristabilimento della dinastia dei Severi. In questo denario (piccolo e leggero: 2,1 g. e 18,5 mm) ha un ritratto che mostra i segni dell'età; al rovescio la PUDICITIA (virtù non difficile a quel punto, si potrebbe dire...)
    3 punti
  4. Buongiorno a tutta la sezione, condivido l altra 1825 che ho in collezione con una bella particolarità “giusto per non farci mancare nulla come sempre”...! Providentia optimi principi”giglio”s...
    3 punti
  5. Buongiorno, rileggendo questo passaggio mi permetterei di svolgere una precisazione. E' vero che il Codice dei Beni Culturali non ancora alla mancata consegna dell'attestato e della documentazione, da parte del venditore professionale, alcuna sanzione penale. Non lo fa, tuttavia, solo direttamente. Ritengo, infatti, che la sanzione penale discenda dalla lettura combinata degli art. 91 e 176 dello stesso Codice. Mi spiego. Dando ancora una volta per scontato che ci si trovi al cospetto di una moneta classificabile come bene di interesse culturale (e non di un tappo di bottiglia), l'art. 91 stabilisce l'appartenenza allo Stato delle cose ritrovate nel sottosuolo o nei fondali marini. Il successivo art. 176, poi, prevede che: "Chiunque si impossessa di beni culturali indicati nell'articolo 10 appartenenti allo Stato ai sensi dell'art. 91 [aggiungo io, ritrovati nel sottosuolo o nei fondali marini] è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da €...". Ora, nel corso degli anni si è stratificato in giurisprudenza l'orientamento secondo cui il possesso delle cose di interesse archeologico integra il reato di cui all'art. 176 e si presume illegittimo, a meno che il detentore dimostri di averli legittimamente acquistati in epoca antecedente al 1909. Vige, dunque, una presunzione di appartenenza del bene allo Stato che è onere del detentore della moneta contrastare e vincere (trovo che il principio sia discutibile, ma questa è solo una mia irrilevante opinione). Chiunque si impossessa: non solo lo "scopritore", dunque, ma anche i suoi eventuali aventi causa (coloro che dal primo hanno ricevuto, a qualsiasi titolo, la moneta e che, nella maggior parte dei casi rischiano di dover rispondere anche del reato ricettazione). La norma, tuttavia, deve essere necessariamente coordinata con il nostro sistema penale complessivamente considerato, che esclude la punibilità in assenza dell'elemento psicologico del reato in capo a chi lo commette (dolo o colpa). In buona sostanza, se devo essere punito per aver violato la legge l'accusa ha l'onere di dimostrare che fossi consapevole, nel momento in cui agivo, di commettere un reato ovvero che avrei dovuto ragionevolmente prefigurarmi il reato quale conseguenza certa o eventuale delle mie azioni (i tecnici mi perdonino ma sto cercando di esemplificare al massimo). Il principio serve anche - a mio avviso - a contemperare l'onere del detentore/acquirente con l'oggettiva impossibilità (nella stragrande maggioranza dei casi) di provare passaggi a ritroso nel tempo sino al 1909. Ebbene, è qui che interviene e si colloca il disposto dell'art. 64 sugli attestati di autenticità e provenienza e la regola - non codificata ma rimessa al buon senso - di agire in maniera analoga anche quando si compravende tra privati. Sia chiaro, l'attestato in parola non salverà l'acquisto, sia che avvenga da commerciante che da privato (se si tratta di bene di interesse culturale o frutto di ritrovamento nel sottosuolo o nel fondale marino): sarà utile, tuttavia, a preservare la fedina penale dell'acquirente (ovvero dell'ultimo anello nella catena dei trasferimenti nel tempo della moneta). E' in questo modo che una disposizione nata con finalità squisitamente civilistiche (come puntualmente rilevato da @vitellio ) finisce per assumere rilevanza determinate (ma indiretta) anche in sede penale. E mi permetto di aggiungere che l'attestato, da solo, ove non accompagnato da altre circostanze di fatto valutabili caso per caso, potrebbe anche non essere sufficiente a salvare il fondoschiena del malcapitato acquirente (sopratutto nelle compravendite tra privati). Sarà, in ogni caso, come già evidenziato nei post precedenti un elemento importantissimo per dimostrare che l'acquisto è avvenuto "in buona fede" e, quindi, che difetta l'elemento psicologico del reato (che, ricordiamo, è comunque onere dell'accusa provare). Se il commerciante Alfa o il sig. Beta hanno venduto il bene fornendo all'acquirente tutte le attestazioni e la documentazione del caso e ricorrono una serie di circostanze, nell'effettivo svolgimento della compravendita, che palesano una transazione "alla luce del sole" l'acquirente, quasi certamente, andrà esente da responsabilità (gli accertamenti, tuttavia, si sposteranno sul venditore). Naturalmente tutto ciò che viene qui scritto deve essere preso con le dovute cautele perché una risposta univoca per ogni caso non esiste e non può essere internet a fornirla. La materia è estremamente delicata e scivolosa e, secondo me, ogni dubbio deve essere chiarito prima di agire, ove occorra consultando esperti della materia (sia ben chiaro, non ho la pretesa di annoverami tra questi). Spero di aver apportato solo un contributo ulteriormente utile alla discussione. Saluti.
    3 punti
  6. 3 punti
  7. Buongiorno amici del forum. Queste sono le sorprese che mi piacciono: rivisitando di tanto in tanto gli album dove metto le monete sostituite o provenienti da parte di lotti scartati, ricontrollo alcuni esemplari che hanno attirato la mia attenzione. Beninteso, niente rarità o chissà quali meraviglie (se no mica finivano negli album "discarica"...), ma questo centesimino - una volta "ripulito" dalla polvere è riemerso come se fosse appena uscito dalla zecca. Questo, naturalmente, è il mio modesto parere. Volete esprimere un giudizio anche voi? Grazie a coloro che mi daranno una loro valutazione.
    2 punti
  8. Ok forse ci sono!? Sono tutte monete decimali di dollaro, tranne quella di Panama che è del Balboa!
    2 punti
  9. Se c’è l’avessi io la macchina del tempo, mi fermerei a un odierno autogrill, comprerei un mucchio di accendini, qualche pacchetto di sigarette, qualche stecca di cioccolato, e poi andrei a vendere il tutto nella Venezia di allora.
    2 punti
  10. 2 punti
  11. Eccomi, sono d'accordo con l'akrostolion allungato e sulla minore importanza delle posizione dei globetti al diritto. Al rovescio mi sembra pacifico che si veda il primo dei globetti davanti alla prua e si intraveda il secondo. Come già ho supposto, ROMA in basso e sopra la prua un "qualcosa" che potrebbe essere una sigla ma anche un simbolo più in alto ancora Circa lo stato della moneta, anch'io ne conservo almeno una decina in cattive condizioni, ma fanno parte della collezione come tutte le altre. Forse hanno solo avuto una vita più travagliata, il passato che portano con sé è lo stesso.
    2 punti
  12. @Tinia Numismatica certo che puoi chiedere, anzi….. a mio avviso dovresti …. perché, tra l'altro, poi, a tua volta lo dovresti dichiarare… e non indagare a fondo su certe cose può essere decisamente pericoloso e visto malissimo. Ma contento tu contenti tutti…. darei pertanto concluso il mio contributo a questi aspetti della interessante discussione sull'attestato. @allek il tuo è un discorso interessante di per sé, sviscerato numerose volte nei bei tempi andati…. solo una notazione : le monete antiche, per essere definiti beni culturali, devono rispettare alcune condizioni ( rarità pregio etc... vedi art 10 comma 4) e tuttavia a volte mancando quei requisiti non necessariamente sono dei tappi… anzi... Mi preme far notare che le monete antiche non sono automaticamente oggetti archeologici ..... ci sono in merito un discreto numero di sentenze che lo affermano…. e a differenza della archeologia le monete godono di uno status di salvaguardia del possesso privato decisamente migliore. Scinderei poi il discorso penale da quello civile… penalmente è difficile vedere una condanna in sola assenza di documentazione ( beninteso purchè non ci siano prove dirette in coinvolgimenti criminosi al di fuori del solo possesso della moneta antica), in quanto può sempre essere fatto valere il discorso della prescrizione, in assenza di date e provenienze precise. Certamente qualsiasi documentazione quali una fattura e un catalogo possono aiutare parecchio e accelerare, così come anche un attestato può aiutare , ancorché non pensato per tale fine, nello specifico. Dal punto di vista civile invece secondo la Cassazione vi è invece un chiaro spostamento dell'onere probatorio, cioè del "perché" quella particolare moneta ( con le accertate e ristrette caratteristiche di bene culturale) fa eccezione alla generalità della proprietà statale ("tale presunzione si fonda, oltre che sull’id quod plerumque accidit anche su una “normalità normativa” sicché, opponendosi una circostanza eccezionale, idonea a vincere la presunzione, deve darsene la prova", da ultimo cfr.Cass. Sez. III n. 19692 del 7 maggio 2018 ). Aggiungerei però che le sentenze della Cassazione Civile ( poi spesso riprese e citate spesso da quella Penale) non riguardano monete ma oggetti archeologici veri e propri, legati al territorio italiano. Un cordiale saluto a tutti, Enrico P.S. aggiunta postuma : la legge sulla privacy è facilmente bypassabile, con la semplice autorizzazione dell'avente diritto, che nel caso di specie non dovrebbe avere niente da nascondere...anzi
    2 punti
  13. DE GREGE EPICURI La "Villa Publica" nell'antica Roma era il luogo in cui dovevano sostare i generali vittoriosi, con le loro truppe, in attesa del trionfo; infatti come si sa era loro vietato attraversare il Pomerium. Per questo motivo, nel 60 a.C. Cesare rinunciò addirittura al trionfo, pur di presentare nel centro cittadino la propria candidatura (credo al consolato); evidentemente si muoveva solo scortato! Nella Villa Publica erano alloggiati anche i Censori; ed era la sede organizzativa dei censimenti. Era non lontana dalla Crypta Balbi. Questo monumento è raffigurato in una moneta di P. Fonteius Capito del 55 a.C. Al D è rappresentata la Concordia, velata e diademata; legenda: P FONTEIS CAPITO III VIR CONCORDIA Al rovescio: immagine della villa, con 5 colonne e 4 arcate, ed un primo piano sovrapposto. Scritte: T DIDI e VIL PUB Si tratta della Cr. 429/2a, e non è affatto comune. Sul mio esemplare (3,5 g. e 18 mm.), molto liso, al R non si legge quasi nulla.
    2 punti
  14. Aristotele (Stagira 384-83 a. C. - Calcide 322 a. C.). Fu, con Socrate e Platone, uno dei più grandi pensatori dell'antichità e di tutti i tempi. Nato da una famiglia di medici, si formò nell'Accademia platonica; dopo la morte di Platone iniziò un periodo di viaggi durante il quale insegnò in molte città; tra il 343 e il 342 si occupò, su richiesta di Filippo II di Macedonia, dell'educazione di Alessandro Magno Statere di Filippo II comparso in asta Bertolami N. 19, Anfipoli, c. 355-348 a.C.; AR (g 14,47; mm 24
    2 punti
  15. Buonasera Rocco e buonasera a tutti... questo è il quarto decoro non ancora censito...! Ne abbiamo già parlato in un altra discussione comunque, sembra un doppio perlinato ma non lo è... è un doppio pettine contrapposto...! P.S. la tua 1826 è meravigliosa... ?
    2 punti
  16. Mi dispiace ma forse dovrebbe rileggere con più attenzione l’intera discussione, compresi i miei post. Mi vedo costretto a ricapitolare i concetti da me espressi perché così sembra che io stia suggerendo di acquistare da privati una moneta antica come se si trattasse di una bottiglietta di minerale. Non è così. Tutto è partito dal quesito se il certificato di lecita provenienza sia OBBLIGATORIO PER LEGGE anche nelle compravendite tra privati: la mia risposta è stata NO. Non lo dico io ma il codice dei beni culturali (e stiamo dando per scontato, tra l’altro, che la moneta oggetto di compravendita sia sottoposta alla disciplina ivi contenuta). Ho aggiunto, poi, che il fatto che la legge non prescriva nella compravendita tra privati il certificato in questione NON esclude che un acquirente avveduto (e quindi dotato di BUON SENSO), ESIGA dal venditore una dichiarazione di contenuto equipollente al certificato di lecita provenienza e copia di tutta la documentazione attestante la legittima circolazione della moneta nel tempo (fatture, ricevute, foto ecc.). Ma che succede se il venditore (privato) si rifiuta o non è in grado? La legge glielo impone? La mia risposta è NO. Che possibilità ha allora l’acquirente? 1. Rinuncia all’acquisto (STRADA ASSOLUTAMENTE PREFERIBILE); 2. Acquista ugualmente esponendosi al rischio di commettere un reato e incorrere in tutti i guai connessi (opzione sconsigliata, ovviamente). Come vedete stiamo dicendo la stessa cosa ma con la differenza che mi sono permesso di puntualizzare che non c’è norma di legge che imponga al venditore privato di fornire la certificazione di cui parliamo. Documentazione che, in ogni caso, ha quale unico scopo (sia che si acquisti da privato che da professionista) quello di agevolare l’onere della prova (che può essere offerto comunque anche con altri mezzi) nell’ipotesi in cui venga contestata l’illecita provenienza della moneta acquistata e successivamente rivendicata dallo Stato. Mettiamola così: il buon senso, in questo caso, sopperisce a una lacuna di una legislazione che, pur prevedendo serie consegue per un acquisto incauto, nessuna prescrizione fornisce in merito alle cautele da adottare quando si compravende tra privati. E allora va pure bene dire che quando si compra da privato è OBBLIGATORIO farsi rilasciare tutta la documentazione dal caso a patto, però, che non si dica che detto obbligo sia codificato (ed è solo questo che stavo cercando di sostenere: l’assenza di codificazione). Spero di essere riuscito a spiegarmi questa volta. E mi si dica pure che non si condivide (argomentando) ma non che sono confuso... è una affermazione che trovo poco edificante. Vi prometto che ho chiuso davvero e non vi tedio più. Saluti
    2 punti
  17. Buongiorno a tutti, mi farebbe piacere leggere vostri pareri in merito alla conservazione di questo esemplare. Tornese con Tosone 1636 Filippo IV Simbolo 7 davanti al busto.
    1 punto
  18. Inizio con l'allegarvi questa immagine: Si tratta di alcune monete di Postumo beccate per la rete. I rovesci sono differenti quindi si tratta di emissioni non di un solo tipo il che può tranquillamente accodarsi con alcune differenze nello stile dei vari busti. Tuttavia mi ha sempre incuriosito un tipo di busto presente in Postumo e che è riconducibile agli inizi del suo regno. Nello specifico in questa foto è rappresentato da questo: il rovescio non ve lo posto in quanto ininfluente ai fini del discorso, tuttavia, per la cronaca, si tratta di un normale VICTORIA AVG con la vittoria in corsa verso sinistra con un prigioniero ai piedi. Ora, del tipo citato (victoria) esistono versioni che hanno questo particolare busto e versioni con il busto più "classico" di Postumo (similare agli altri esemplari della prima foto). Ecco alcuni esempi: 1) Tipo "busto non usuale" 2) Tipo "busto usuale" Il busto del primo tipo si riscontra anche in altre tipologie di rovescio, la più "comune" è questa: Elmer raggruppa queste emissioni caratterizzate da questo busto tra le prime coniate da Postumo. In particolare, la prima emissione è caratterizzata dalla legenda completa al dritto: "IMP C M CASS LAT POSTVMVS P F AVG" e contempla, per gli antoniniani proprio i due tipi "SALVS PROVINCIARVM" e "VICTORIA AVG". La seconda emissione è caratterizzata dalla legenda abbreviata "IMP C POSTVMVS•P•F•AVG" e ai tipi del rovescio "SALVS PROVINCIARVM" e "VICTORIA AVG" si aggiungono anche "VIRTVS AVG" e "HERC DEVSONIENSI". Infine, dalla terza emissione, il busto diventa quello consueto e viene mantenuta la legenda abbreviata al dritto. Il RIC sul tipo "VICTORIA AVG" non fa particolari distinzioni sullo stile del busto, li attribuisce alla zecca di Lugdunum e distingue tra la versione con prigioniero ai piedi (n. 89) e quella senza (n. 90). Quello che mi chiedo e vi chiedo è: quale potrebbe essere la zecca di questi pezzi? Tenendo conto che la prima emissione Elmer la suddivide in due fasi: una prima fase, a cui attribuisce solo gli antoniniani, e una seconda fase successiva a cui attribuisce le emissioni auree. Possiamo ricondurre il tutto a Treviri? Postumo si ribella a Salonino mentre si trova a Magonza. In quel frangente Salonino ha ancora il controllo della zecca di Treviri e batte repentinamente moneta assumendo il titolo di AVG. Con l'avanzare delle truppe di Postumo, Salonino si rifugia a Colonia portando con sé quanto fino a quel momento coniato a suo nome per pagare i propri uomini. Nel mentre viene occupata Treviri dalle truppe di Postumo e la zecca inizia a battere monete a suo nome. Si inserisce la prima fase con i soli antoniniani della prima emissione con la legenda estesa al dritto e il busto approntato con vaghe reminiscenze di Salonino (apprezzabile in alcune versioni del tipo SALVS) e forse di Gallieno (vaghissimamente nel tipo VICTORIA) perché le maestranze ancora non avevano presente le sembianze dell'usurpatore. Postumo espugna Colonia e pressoché in contemporanea si inserisce la seconda fase sempre della prima emissione e quindi a Treviri si battono gli aurei. Subito dopo la conquista di Colonia e la morte di Salonino si passa alla seconda emissione con legenda al dritto abbreviata, ma ancora il ritratto ha solo vaghe sembianze di quella che è la reale immagine del nuovo imperatore delle Gallie con l'introduzione di nuovi tipi di rovescio e la contemporanea emissione di argento e oro: all'interno della zecca hanno quindi dato per assodato che il loro nuovo "datore di lavoro" sarebbe stato Postumo e le emissioni iniziano a regolarizzarsi (nel novero della prima emissione infatti, sono da ricondurre anche le errate legende del dritto che portano il nome storpiato dell'imperatore: "POSTIMVS"). Possiamo ricondurre il tutto a due differenti zecche? Postumo si ribella a Salonino mentre si trova a Magonza. In quel frangente Salonino ha ancora il controllo della zecca di Treviri e batte repentinamente moneta assumendo il titolo di AVG. Postumo appronta una zecca da campo e con mezzi approntati repentinamente battono gli antoniniani della prima emissione - prima fase compresi quelli con il nome storpiato (maestranze non propriamente abili e/o avezze abitualmente alla coniazione, una sorta di pseudo zecca locale). Con l'avanzare delle truppe di Postumo, Salonino si rifugia a Colonia portando con sé quanto fino a quel momento coniato a suo nome per pagare i propri uomini. Nel mentre viene occupata Treviri dalle truppe di Postumo e la zecca inizia a battere moneta d'oro (seconda fase sempre della prima emissione). Subito dopo la conquista di Colonia e la morte di Salonino si passa alla seconda emissione con legenda al dritto abbreviata, ma ancora il ritratto ha solo vaghe sembianze di quella che è la reale immagine del nuovo imperatore delle Gallie con l'introduzione di nuovi tipi di rovescio e la contemporanea emissione di argento e oro. Successivamente, con l'utilizzo delle maestranze esperte precedentemente impiegate presso l'atelier di Treviri iniziano le coniazioni con il busto "ufficiale" del nuovo imperatore. Quale dei due scenari secondo voi è più probabile? A prescindere da tutto, rimane comunque interessante notare l'evoluzione del busto dell'imperatore in queste prime emissioni che, nell'ambito gallico, sarà un po' il motivo ricorrente quasi a ogni cambio di imperatore.
    1 punto
  19. 1 punto
  20. @okt grazie chissà se la possibilità di utilizzare monete abbia giocato un ruolo nello sviluppo della mentalità imprenditoriale dell’epoca... Un cittadino di Babilonia, tanto per dire, avrebbe potuto/saputo fare lo stesso? Ma questo è un altro discorso. Bella discussione
    1 punto
  21. Sembra proprio lo stesso, bel colpo d'occhio
    1 punto
  22. Attenzione. Non ho detto che sicuramente la moneta è qFDC e che bisogna fidarsi ciecamente del giudizio del perito. Ho solo detto che le immagini sono ultra ingrandite e che, dunque, è comprensibile come segnetti, che magari nella realtà appaiono pressoché impercettibili, in foto risultano ingigantiti a tal punto da assumere un impatto notevole. Ricordo che il diametro della moneta nella foto è di 14 cm mentre nella realtà sarebbero 21 mm. Ergo, rapportando le dimensioni, si può dire che tutti quei fastidiosi segnetti che osserviamo andrebbero immaginati circa 7 volte più piccoli. Tutto qui. Comunque, se il mio occhio non mente, dovrebbe trattarsi dello stesso esemplare battuto da Bolaffi lo scorso 28 novembre per 9.000 euro più diritti d’asta. In questo caso i segnetti sono ancora più nitidi e, nel complesso, la moneta sembra allontanarsi ulteriormente dalla soglia del qFDC. Forse, partendo da questa immagine, si possono fare considerazioni più oggettive...
    1 punto
  23. Esatto! Tutte le altre sette nazioni in gioco utilizzano come unità monetaria il dollaro, ognuno il suo naturalmente, non era così difficile dai!
    1 punto
  24. Non la prende il distributore....nooo che fagocita,anzi,mi "risponde"di TENERMELA?...BI,oramai solo questa soluzione vedo?
    1 punto
  25. Ciao @pippo78 Che dire, si presenta molto bene . Giudicare queste monete da una foto è sempre molto difficile, sono troppo sensibili alla macchina fotografica... Una leggera usura si nota specialmente al D/ e direi dunque SPL+. Saluti
    1 punto
  26. Buonasera, come promesso ho dato un'occhiata ai tagli di alcuni esemplari totalmente fusi e ad alcuni esemplari con solo il tondello fuso e poi battuto, effettivamente una certa differenza c'è, negli esemplari totalmente fusi il taglio si presenta con le stesse granulosita che si rilevano sia al dritto che al rovescio, mentre negli esemplari battuti il taglio è più omogeneo, non ha l'aspetto ruvido come quello degli esemplari totalmente fusi, e questo potrebbe essere dovuto al fatto che il tondello ancora caldo si sia espanso in fase di battitura e in un secondo momento il taglio sia stato ripreso dai coniatori con le cesoie da banco, infatti alcuni esemplari, non totalmente fusi, presentano dei bordi irregolari e a tratti dritti e non curvi come normalmente dovrebbe essere... Cosa che non succede per gli esemplari fusi perché il metallo veniva colato nella sua formina e dopo non aveva bisogno di grossi accorgimenti lungo il taglio, a parte ovviamente l'eliminazione del codolo di fusione o attacco di colata... Quindi posso dire che i tagli degli esemplari fusi si presentano rugosi ma regolari nella forma, mentre quelli coniati sono più lisci ma leggermente irregolari nella forma... Ovviamente è una mia idea dopo aver osservato gli esemplari della mia raccolta... Ho provato anche a fare delle foto ma il risultato è pessimo oltre al fatto che qui da me piove al pomeriggio da diversi giorni e quindi no ho luce solare che aiuterebbe, appena mi sarà possibile farò delle foto alla luce del sole... Questi sono due esemplari fusi...
    1 punto
  27. Una moneta egineta capitata a Velia ispirò Zenone a formulare il famoso paradosso di Achille piè veloce e la tartaruga????
    1 punto
  28. Ciao. Domanda: nel rovescio da ore 4 a ore 8 sembra che il bordo sia "svasato"; è effetto della foto o è così. Comunque sappiamo tutti che quelle che chiami "monete da discarica" sono in realtà i tuoi pezzi migliori. Mentre le altre che posti sono le "ciofeche"........ averne di ciofeche così ?
    1 punto
  29. non per fare il pignolo , ma se non ho capito male questa moneta è stata coniata a partire dal 1575 ... a Genova ci sono monete con indicazione del valore datate qualche anno precedente come il rarissimo scudo da 4 lire del 1567 con un bel 4 sotto al castello o la sua metà con due in numeri romani.
    1 punto
  30. Ciao, grazie mille dell'interessamento: in effetti guardando con la lente vedo anch'io le escrescenze di cui mi parli. Non so che dire: questa medaglia, appartenuta ad un avo da parte di padre, mi è stata donata da mio zio (fratello di mio padre), appunto all'incirca una decina di anni fa, e lui la conservava appesa al quadretto, che conteneva la lettera di conferimento, nel suo studio (abitava in centro a Milano); di questo sono sicuro perchè mi ricordo di averla vista. Purtroppo mio zio è deceduto e non so risalire a conservazioni precedenti della medaglia; essendo passati più di cento anni chissà cosa ha subito nel tempo... Riguardo al nastro: concordo che deve essere stato sostituito negli anni, aggiungo che il lato fotografato è quello che stava nascosto, quindi in condizioni ottime, mentre l'altro lato è più consumato e i colori sono sbiaditi. Procederò ad una delicata pulizia e ti farò sapere il risultato. Se dovessi approfondire la medaglistica inizierei anch'io dal periodo militare/regno d'Italia: periodo che mi affascina. PS: dovrei pubblicare una richiesta di identificazione/valutazione di alcune medaglie d'oro del Vaticano, posso farlo in questa sezione? Grazie di nuovo per la pazienza... Mauro
    1 punto
  31. Se questo è quanto emerge dai tuoi "album discarica" vorrei potervi mettere le mie manine sopra...
    1 punto
  32. Anche a me pagamento avvenuto il 04 maggio tramite e-pay, ma al momento ancora nulla
    1 punto
  33. Secondo il mito il cigno era sacro al dio Apollo e per questo capace di profezia. “Si vede che io, in fatto di divinazione, vi sembro molto meno dei cigni, i quali, quando sentono che devono morire, pur cantando anche prima, in quel momento tuttavia cantano i loro canti più lunghi e più belli, pieni di gioia, perché stanno per andarsene presso quel dio del quale sono ministri (Apollon). Invece gli uomini, per la paura che hanno della morte, dicono menzogne perfino sui cigni, e sostengono che essi, cantando il loro canto di morte, cantano per dolore. E non riflettono sul fatto che nessun altro uccello canta quando abbia fame e freddo e lo affligga qualche altro dolore, nemmeno lo stesso usignolo né la rondine né l’upupa, i quali si dice che cantino per sfogare il loro dolore. Ma a me pare che né questi uccelli, né i cigni cantino per sfogare il loro dolore. Anzi, credo che i cigni, poiché sono sacri ad Apollo, sono indovini; e avendo la visione dei beni dell’Ade, nel giorno della loro morte cantano e si rallegrano più che nel tempo passato. Ora, anch’io mi ritengo compagno dei cigni nel loro servizio, e sacro al medesimo dio, e ritengo di aver avuto dal dio il dono della divinazione non meno di essi, e quindi non dover andarmene da questa vita più tristemente di loro”. (Platone: Il canto dei cigni (Fedone 84 e, 85 b) Un passo che può interessare okt per le sue connessioni filosofo-moneta. apollonia
    1 punto
  34. Sono diverse le monete che ci tramandano i monumenti del centro di Roma, anche del periodo repubblicano. Avevo provato a raccoglierne qualcuna qui: https://www.lamoneta.it/topic/106984-a-spasso-per-il-foro/ (e avevo dimenticato la Villa Publica!)
    1 punto
  35. Queste sono cose che bisogna vedere dal vivo. In foto è difficile!
    1 punto
  36. Stato della Città del Vaticano, 1 Lira 1939
    1 punto
  37. Slovacchia. 5 corone 1939 . Al rovescio: Andrej Hlinka, sacerdote cattolico e politico slovacco. La leggenda dice : "La vita per Dio. La libertà per la Nazione"
    1 punto
  38. All’ottimo esame di Vitellio aggiungo che non vi e’ alcuna problematica fiscale se la cessione tra privati ha carattere occasionale e non ripetitivo.
    1 punto
  39. Complimenti, è un pezzo gradevole e non sfigura come conservazione . Ottimo acquisto.
    1 punto
  40. Buonasera, approfitto della vostra pazienza per chiedervi l'identificazione di ben 9 devozionali. Grazie a chiunque vorrà aiutarmi. Questa è la prima
    1 punto
  41. Ciao, considerando che è riconosciuta la presenza dei numeri (come anche le lettere e i simboli) da almeno il 2 (l'1 non mi è mai capitato di vederlo) al 9 è lecito classificarlo come numero 7,anche perché ne detiene le caratteristiche visive, il timone lo immaginerei alquanto diverso, inoltre non mi è mai capitato di vedere un simbolo che fosse paragonabile ad un timone, anche se in numismatica niente deve essere dato per scontato...
    1 punto
  42. Carissimi, la questione dei “ certificati (?) di lecita (?) provenienza” è stata discussa nel corso degli anni numerose volte, anche grazie al prezioso contributo di @Bizerba62. In primis, non sono certificati ma ATTESTATI, termini che spesso vengono confusi tra loro ma non esattamente equivalenti, perchè, volendo dare non solo un particolare accento all'etimo ma anche a quanto prescritto nel Testo unico della documentazione amministrativa (d.p.r. 28 dic. 2000 nr. 445), il certificato è un documento "rilasciato da un'amministrazione pubblica avente funzione di ricognizione, riproduzione e partecipazione a terzi di stati, qualità personali e fatti contenuti in albi, elenchi o registri pubblici o comunque accertati da soggetti titolari di funzioni pubbliche": ha valore di qualcosa di certo (e come origine è la parte pubblica che ne fa ricognizione) mentre assegnerei all'attestato un valore di testimonianza e di rimando a uno stato, a un fatto o una qualità, ma non necessariamente determinato da parte pubblica e neanche tanto certa. Sembra una quisquilia, perchè ben si potrebbe obiettare che lo stesso legislatore (e di conseguenza la pubblica amministrazione) non sempre ha chiaro il leggero distinguo ma, forse mai come in questo caso tale distinzione aiuta a capire la portata della previsione di legge dell'articolo 64, che riporto qui per comodità : ART: 64 Attestati di autenticità e di provenienza Chiunque esercita l'attività di vendita al pubblico, di esposizione a fini di commercio o di intermediazione finalizzata alla vendita di opere di pittura, di scultura, di grafica ovvero di oggetti d'antichità o di interesse storico od archeologico, o comunque abitualmente vende le opere o gli oggetti medesimi, ha l'obbligo di consegnare all'acquirente la documentazione che ne attesti l'autenticità o almeno la probabile attribuzione e la provenienza delle opere medesime; ovvero, in mancanza, di rilasciare, con le modalità previste dalle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, una dichiarazione recante tutte le informazioni disponibili sull'autenticità o la probabile attribuzione e la provenienza. Tale dichiarazione, ove possibile in relazione alla natura dell'opera o dell'oggetto, è apposta su copia fotografica degli stessi. Quindi il commerciante Attesta ( testimonia ) sulla Autenticità e sulla Provenienza, anche in forma probabilistica.... e in mancanza di dati completi una dichiarazione con tutte le informazioni disponibili... anche incomplete...... insomma niente di simile a una certificazione. Balza all'occhio che si parla di provenienza , ma NON di “LECITA provenienza”, quella semmai verrà verificata e accertata eventualmente e posteriormente nelle sedi opportune. Per capirci bene : potete avere tutti gli attestati che volete ma se a qualcuno gira storto quel giorno, un sequestro, una verifica e quant'altro non ve lo leva nessuno, e la pratica giuridica lo dice chiaramente quanto frequentemente sia accaduto e accada. Tutt'ora. Ho presente ben due casi fotocopia di cui uno è in cassazione : documentazione di acquisto completissima e minuziosa con fatture e cataloghi, molte di provenienza estera..... beh.... assoluzione, ma al momento “confisca/ restituzione allo stato”.... vedremo come andrà…. Peraltro è chiaro che più documentazione si può apportare ( ivi inclusi i famigerati attestati e anche dichiarazioni di cessione tra privati) più agevole sarà un esito positivo completo, cosa che succede nella stragrande maggioranza dei casi, a volte anche senza troppa documentazione (dipende da vari fattori... in primis chi ti trovi di fronte e chi hai mobilitato per la difesa... anche se ... non basta sempre). Quindi niente è scontato, tutto può servire, ma..... siamo in Italia! Un cordiale saluto, Enrico P.S.In grandissima sintesi è un Attestato, che riporta dati, anche parziali, inerenti all'oggetto in relazione alla sua autenticità e alla provenienza, ma non ne certifica la lecita provenienza.... però aiuta…. P.P.S. Faccio notare che la mancanza della consegna (e a maggior ragione l'inesistenza presso il cliente finale) del famigerato attestato non comporta ai sensi del codice Urbani niente dal punto di vista penale... al massimo una sanzione amministrativa... e l'articolo di riferimento era nato ben prima del Codice Urbani a protezione dell'acquirente per preservarlo da acquisti fraudolenti (falsi) e posto su un piano civilistico, non penale.... ben altro quindi e la mancanza non dovrebbe avere rilevanza in senso penale contro il malcapitato ( ci hanno provato, ma è andata buca a quanto mi risulta! Italia....)
    1 punto
  43. Buonasera Sergio, questa moneta sembra richiamare a prima vista un tetradramma di zecca siculo-punica del 320-300 a.C. D/: Testa di Tanit a sn. con lunghi capelli ricadenti sul collo e sulla front R/: Leone gradiente a sn., sullo sfondo palma con due grappoli di datteri. In esergo legenda in caratteri punici. Il peso di questa moneta solleva qualche dubbio. Per quanto io sappia, ma potrei sbagliarmi, questa tipologia di monete con Tanit/Leone venne battuta solo come tetradramma in argento, con peso oscillante tra i 16 e i 17,50 grammi e modulo tra i 25 e i 28 mm. Per queste rilevanti differenze specialmente di peso, riterrei che la moneta non sia autentica. Resta tra l'altro il sospetto della fusione. Aspetterei altri pareri. HIRPINI
    1 punto
  44. questa tipologia è stata poi ripresa per le monete da 20-50-100 franchi coniate per l'Algeria, allora colonia francese, negli anni 1949-50
    1 punto
  45. Per me la pubblica è la moneta più interessante coniata dalla zecca di Napoli, nella sua semplicità esprime un fascino che poche altre monete hanno, il dritto di queste monete mi ricorda molto quelli dei sesterzi romani dei primi secoli, ma anche il rovescio con quella frase è come se volesse in un certo senso dimostrare un attaccamento al popolo, poi sappiamo tutti cosa ha fatto il dominio spagnolo alla città di Napoli ma la moneta in sé non ha colpe...
    1 punto
  46. Buonasera, Beppe, il Forum è pieno di chicche, e quelle citate sono veramente delle valide ed interessanti discussioni, è bello rievocarle, ed è anche questo il bello della condivisione, fare il passaparola, segnalare, consigliare, e da cosa nasce cosa.. ? Saluti Alberto
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.