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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/14/20 in Risposte

  1. Buon giorno. Voglio condividere un pezzo accettabile per la tipologia, che finalmente ho appena aggiunto in collezione. Si tratta di un 10 tornesi 1841 testa grande (o testa grossa) R3 - Rif. Magliocca 684 Rilievi buoni a mio avviso (meglio al rovescio) e soprattutto bordi messi bene e non martoriati come spesso invece capita di vedere su questa tipologia. Bel colore di metallo. Aspetti vostri commenti e vi auguro una buona domenica.
    4 punti
  2. Spero di far cosa gradita agli appassionati della zecca di Trento, postando un denaro piccolo con la T leggermente diverso da quello postato da @ottone a pag. 7. Oltre all'importanza della zecca di Trento nella prima metà del duecento e anche oltre, vorrei far notare come i piccoli di questa zecca risultino ben coniati e molto più accurati dei corrispettivi di Verona e Venezia. Arka Diligite iustitiam
    4 punti
  3. Segnalo che sul sito NAC è stata completata la pubblicazione dei cataloghi visualizzabili e scaricabili in PDF delle aste della ditta. In particolare sono scaricabili i cataloghi NAC 14, 16 e 81 che rappresentano un must delle collezioni papali! http://www.arsclassicacoins.com/catalogues/
    4 punti
  4. In questi interessanti video si ricostruiscono la posizione e l'evoluzione delle civiltà mondiali nel corso dei millenni.
    3 punti
  5. E questo è il bianco scodellato di Marino Morosini (1249-1253). Rif.: Zub-Luciani 19.5 Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  6. Dopo la cerrellata di denari scodellati, vorrei farvi vedere un altra tipologia medievale il bianco scodellato. So che la maggior parte dei collezionisti delle monete di Venezia ama i grandi moduli, ma io credo che anche queste piccole monete meritino la nostra attenzione. Il bianco, come già scrissi presentando quello di Jacopo Contarini, riporta le stesse immagini del denaro enriciano e di quello di Vitale Michiel. Segue anche la sua svalutazione a mezzo denaro, quando Sebastiano Ziani crea il nuovo denaro pari a quelo veronese. E vorrei infine attirare la vostra attenzione sull'accuratezza con cui furono incise queste piccole monete. Quello qui illustrato è un bianco scodellato di Jacopo Tiepolo (1229-1249). Rif.: Zub-Luciani 19.4. Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  7. Convivialità a parte avevano un vantaggio a cui all'epoca non facevamo caso e che solo oggi possiamo apprezzare: il completo anonimato. _________________________ Autoproclamatosi indipendente dalla Serbia il 17 febbraio 2008, anche il Kosovo, uno degli ultimi arrivati all'indipendenza nel mondo post-Guerra fredda, ha fatto in tempo ad emettere schede: Prima lì si usavano quelle serbe e prima ancora quelle jugoslave
    3 punti
  8. Ciao a tutti. Volevo mostrare questo piccolo di Bertrando per Aquileia, gia' postato da Arka, ma leggermente piu' nitido. Buona serata asta " Picena" n. 7 - lotto n. 32 gr. 0,46
    2 punti
  9. Se per il collezionista questa moneta era autentica la considerava, giustamente, di grande valore visti i passaggi in asta. Io ho iniziato la mia collezione proprio così : avevo 2 monete d'argento del regno che, guardando su internet, raggiungevano prezzi alti, chiesi sul forum e mi dissero che erano entrambe false. Non so neanche dove le abbia messe ma da quei giorni non ho più abbandonato il forum ed è iniziata la mia "carriera" da collezionista . Capisco che la delusione sia molta ma comunque avete imparato cose nuove e magari da cosa nasce cosa
    2 punti
  10. È una patacca da bancarella.
    2 punti
  11. Concordo, velleitaria imitazione di un inimitabile stile ellenistico.
    2 punti
  12. Sono sempre stato attento a scaricare i PDF dei principali cataloghi d'asta al loro apparire, ben conoscendo che dopo qualche tempo sarebbero scomparsi, sostituiti da altri volumetti più recenti. Tanto più per la NAC, indubitabilmente la più importante Casa Numismatica mondiale riguardo alla monetazione classica e tra le principali per quella di Area Italiana. Peccato per gli "introvabili" primi cataloghi, e pure per quelli più recenti per i quali NAC non ha mai postato i PDF corrispondenti. Sul sito erano comunque presenti le aggiudicazioni, che scaricavo regolarmente integrando i cataloghi cartacei o virtuali in mio possesso. Da qualche giorno (in corrispondenza con la recente pubblicazione del catalogo elettronico della "Spring Auction" tenuta ieri) il sito internet NAC è stato completamente rinnovato, e ad una mia prima parziale esplorazione, sembrava apparentemente impoverito ... Oggi sono ritornato ed ho scoperto che in realtà è semplicemente ancora in costruzione e nel frattempo è risultato ottimamente organizzato e ricco. Anche se un po' nascosti sono in via di caricamento TUTTI i cataloghi NAC. Ad oggi sono visibili i numeri 1-9 e 83-120 e di questi è scaricabile il PDF dei numeri 1-9 e 106-116. Sono riapparse anche le aggiudicazioni ed il sito nel complesso è molto godibile! Ringrazio molto Arturo Russo (@art74) e la NAC per questo magnifico regalo e, visto che l'appetito vien mangiando, confido che presto possano essere disponibili e scaricabili tutti i cataloghi di questa splendida Ditta Numismatica! http://www.arsclassicacoins.com/catalogues/
    2 punti
  13. Dimenticavo: ho lasciato per un attimo il buon Ferdinando II per aggiungere le "aquile rovesciate" di Francesco II:
    2 punti
  14. Buongiorno, rischiando di sembrare troppo pesante vorrei aggiungere un ultimo messaggio a questa discussione :precisando che stimo chi lavora per la cng, visto che sono tra i pochi che si prendono l'impegno di controllare le mail che segnalano la presenza di fake all'interno dei Lotti, credo però che un lavoro più completo sarebbe stato quello di approfondire anche la situazione della seconda dracma visto che la documentazione esistente lo avrebbe permesso. Comunque Quello che mi preme di più è sottolineare la infelice situazione di questo periodo, che vede 3 o 4 aste esibire Lotti costituiti da repliche moderne di dracme del nord Italia e descritte come monete antiche, quasi tutte queste case d'asta non prendono nemmeno in considerazione le segnalazioni che gli vengono inviate e non approfondiscono la natura di queste monete prima di metterle in asta. Questa è una situazione che sta assumendo proporzioni tragiche visto che il commercio di fake in così grande quantità reca un danno considerevole ad un ramo della Numismatica e della storia in generale. Immettendo sul mercato un così grande n. di reperti contraffatti si vanno a falsificare gli equilibri di una tipologia monetale ancora poco conosciuta. Ricordiamo che chi falsifica la storia danneggia tutti noi.
    2 punti
  15. È' un normalissimo centesimo di dollaro USA, e D non è altro che il segno di zecca di Denver. Il 1968D ha avuto la mostruosa tiratura di 2 miliardi e 886 milioni di pezzi, che lo renderà stracomune in qualsiasi stato di conservazione almeno per i prossimi 2000 anni.
    1 punto
  16. Ciao, non sono un esperto, ma seguo la monetazione milanese, concordo con la linea di @ilnumismatico con le sue considerazioni, rafforzato dal fatto che nel D/ la legenda non è FRANCISC REX come dovrebbe essere (MIR 265.2) ma quella standard +FR D G FRANCOR REX. Non so se è una discriminante sufficiente o meno però sicuramente è un fatto. Allego la mia, se può servire, come comparazione che dovrebbe essere come la tua ma messa peggio
    1 punto
  17. LARNAKA Ti ho baciata sul prato in Piazza d'Armi erano le sei, le sei della mattina... il prato era gelato come l'amore perso dietro ai sogni e buttato ammucchiato giù in cantina fra le botti e il ciarpame e ragnatele e verdi le bottiglie e l'amore perduto che vive e guarda muto le tue forme ingrossate e il tuo seno che scrutano soltanto le nuove dolci fate e un poeta assonnato che insegue il vento e si stropiccia gli occhi e sfiora le tue labbra e ti abbraccia smarrito e mastica il chiarore del tuo corpo ferito, sanguinante, quasi guarito.
    1 punto
  18. Ciao, è inutile dire e ridire... Complimenti...
    1 punto
  19. Buona sera, come promesso ho ricevuto da poco uno scritto dal mio carissimo amico Dr Carlo Faioni che condivido qui in allegato. Ho scoperto inoltre che é anche autore di una pubblicazione riguardante i bronzetti umbri. Potrete costatare che sono molto rare le documentazioni fotografiche riguardanti le testine chiodate, perché considerate di scarso interesse artistico. Mi ha fornito un elenco di bibliografia che tratta i bronzetti umbri. -Colonna G., Bronzi votivi umbro sabelici a figura umana (1970) -Todi Preromana, catalogo del Museo comunale di Todi -Bignami Luigi, Bronzetti della Valle del Fuino di Cascia - Spoleto, il colle della Rocca, primi risultati di scavo, a cura del MIBAC - Finetti A., Dal Paleolitico alla Conquista Romana -Fulginates e Plestini, popolazioni antiche nel territorio di Foligno, a cura della Soprintendenza archeologica dell'Umbria. Tra questi testi il più importante é il Colonna, perché tratta in modo dettagliato tutta la produzione di bronzetti dell'Italia centrale, identificando e associando i diversi stili alle aree geografiche. Spero di aver soddisfatto la vostra disponibilità e rimango a vostra disposizione.
    1 punto
  20. Buonasera Blakye : è bello vedere che i frequentatori del Sito hanno grande fiducia nelle conoscenze di chi cercherà di rispondere ai loro quesiti. Purtroppo, i due oggetti mostrati non sono monete, né medaglie, né gettoni, ne francobolli, né piccoli monili che ogni tanto vengono mostrati nelle apposite sezioni. Sono due boccole, ma temo che il termine sia improprio, una delle quali presenta una corona di alette piegate : cosa siano non lo so, penso parti di utensili o macchine meccaniche, ma francamente non ne ho la più pallida idea. Poi, magari, qualcuno che sa di meccanica ti rispondera ! Saluti.
    1 punto
  21. A proposito! L'anagramma/soluzione è scritta a caratteri bianchi nel primo post dove ho proposto l'intruso: NO SICILY PRIMA DEL 18OO SMILED NO8 YOO1 PRACIIL Si può visualizzare selezionando con il cursore l'area vuota sotto il 5 Kreuzer del 1802
    1 punto
  22. Ah allora forse ho capito sta volta? l'intruso è il 2 grani l'unica coniata interamente nel XIX secolo!
    1 punto
  23. Insisto nel mostrare Schede di propaganda turistica, molto pertinenti in un paese a votazione turistica e - soprattutto in quegli anni -anche in grado di stimolare il turismo interno. La prima ci porta i soliti Baci da Pisa, la seconda invece attiene al lungo restauro a cui fu sottoposta una notissima proprietà dei Savoia, Venaria Reale.
    1 punto
  24. Ti suggerirei di continuare a risparmiare... E’ un falso molto scarso. Peraltro una moneta che circolava per il valore del fino che conteneva, come il tetradramma di Atene, deve avere un peso ragionevolmente intorno al teorico 17,2 g. In questo caso, per lo stile evidentemente errato, si può anche escludere con sicurezza che si possa trattare di un suberato, che potrebbe giustificare un peso del genere. Potrai vedere che aste e dealer in questo periodo sono costantemente pieni di tetradrammi di Atene (specialmente del tipo post 449 aC) genuini, fra cui scegliere a prezzi ragionevoli. Ti suggerirei di postare sul forum per un consiglio, quando trovi un pezzo che ti aggrada e prima di schiacciare “offri”... ES
    1 punto
  25. Si tratta di 20 millimes tunisini del 1960, data presente sul dritto in basso a sinistra. Link ucoin per altre caratteristiche https://it.ucoin.net/coin/tunisia-20-millimes-1960/?cid=13787 Saluti
    1 punto
  26. Un saluto a tutti gli amanti delle ciotole. Questa mattina, nella mia città, primo mercatino dell'antiquariato post lockdown...all'ingresso davano i guanti monouso e raccomandavano le distanze e l'uso della mascherina anche se all'aperto; comunque debbo dire che sono stato proprio felice di tornare a rovistare nelle ciotole. Pezzi interessanti pochini, poichè i venditori non si sono potuti ovviamente muovere, ma ho reperito un bel Lincoln Wheat cent in rame rosso e tre monetine della colonia britannica "Malaya and British Borneo", sul perchè ho preso queste ultime vi rimando alla mia discussione sui Rajah di Sarawak. Spesa totale 2 euro...? Sarebbe bello leggere i vostri resoconti sul ritorno alle ciotole, post-covid.
    1 punto
  27. Confermo le valutazioni dei miei illustri predecessori. SE in FDS come sembrerebbe (serve vederle di persona o almeno delle foto con luce radente o passante) siamo sui 350, anche 400 se trovi l’amatore delle consecutive. Complimenti!
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  28. ? Vedo che la domenica sei in perfetta forma rebussistica! Altrettanto da parte mia. apollonia
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  29. Scriveva il malinconico Cesare Pavese all'amico Tullio Pinelli: «Ora io non so se sia l'influenza di Walt Whitman, ma darei 27 campagne per una città come Torino. La campagna sarà buona per un riposo momentaneo dello spirito, buona per il paesaggio, vederlo e scappar via rapido in un treno elettrico, ma la vita, la vita vera moderna, come la sogno e la temo io è una grande città, piena di frastuono, di fabbriche, di palazzi enormi, di folle e di belle donne (ma tanto non le so avvicinare).»
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  30. DE GREGE EPICURI Mostro anche la mia con titolatura al genitivo: FL CONSTANTIS...il resto non si legge. La mia moneta pesa 1,8 g. ed è della zecca di Siscia.
    1 punto
  31. Com’è Torino? Forse la malinconia ce l’ha dentro, da sempre, ma quello che sembra un limite può essere anche una forza. Torino è piena di immigrati, e tu pensi che questo bailamme di persone possa colorare la città, darle qualche suono e qualche luce in più. Ma l’immigrazione è come l’ircocervo del mito, un ibrido insensato che mantiene intatta la torinesità, isola aristocratica un po’ barocca assediata dalle cartacce e dalle bottiglie di birra vuote. Torino è sempre stata la città della Fiat, ma oggi la fabbrica “fa l’olandese” e si cercano alternative di sviluppo. Tutti hanno sognato le magnifiche sorti e progressive che dovevano essere la necessaria conseguenza delle Olimpiadi invernali del 2006, che avrebbero certissimamente portato gloria e ricchezza alla città. E adesso? La città è tornata sozza, i turisti sopravvissuti al Coronavirus sembrano cimbe natanti in un mare di indifferenza, i cantieri sono sempre meno aperti e sempre più desolati. Povera Torino, orfana di Nietzsche e di Salgari! Ho ripensato al grande veronese che si inebriava d’incenso, chiuso nella cameretta di un modesto appartamento in affitto, con la moglie sempre più pazza, a scrivere di Sandokan, di Yanez e di Brooke, pane e companatico di una vita di miseria e d’infelicità che non mortificava, ma quasi alimentava il suo talento, la sua straordinaria capacità creativa. Pensare a Salgari mi ha riportato alla mente quanto scrisse Leopardi visitando la tomba di Torquato Tasso, un altro infelice sospeso fra il genio e la follia. Accanto alla tomba del Tasso ve n’era un’altra di un certo poeta Guidi, che volle giacere - come è scritto sulla lapide - accanto alle ceneri del grande Torquato. Leopardi commenta: “Fece molto male. Non mi restò per lui neanche un sospiro”. Pensando alla bellezza aristocratica di Torino e ai panettoni dell'isola della Movida o ad altre simili brutture di cui la sindaca ha costellato la città, è facile paragonare l’idiozia del poetucolo Guidi alla mediocrità di chi governa oggi la città. Ridatemi pagine grondanti avventure mai vissute, ridatemi un cavallo che non sia mai stato abbracciato, ridatemi una taverna dove a Frederich abbiano appena servito salsicce con noci e tuorli d’uovo crudi…
    1 punto
  32. Grazie a tutti ? ma il dubbio resta, dal vivo la moneta presenta caratteristiche autentiche, mi informerò se si tratta di argento. Ma ad occhio mi sembra argento, sembra una moneta fatta apposta per qualche scopo propiziatorio, come ad esempio per la realizzazione di una DOMUS ? mi piace sognare?? cmq grazie a tutti
    1 punto
  33. Buonasera,altra scheda alto atesina raffigurante le dolomiti
    1 punto
  34. @Asclepia complimenti per questi tuoi 3 grana 1810, davvero belli. Io sono ancora alla ricerca di aggiungerne uno in collezione. Per le conservazioni....nell'insieme BB+/qSPL per il primo esemplare e BB quest'ultimo
    1 punto
  35. La carta mantiene tutto il suo carico di suggestione emotiva e passione bibliofila, leggere, conservare e collezionare libri in formato tradizionale dona un piacere dei sensi e della mente assolutamente particolare ed impagabile, tuttavia le pubblicazioni digitali sono di una praticità ed utilità estreme, innanzitutto è possibile acquisire spesso gratuitamente testi che in formato tradizionale presentano costi notevoli e anche difficoltà di reperimento, inoltre i formati digitali permettono la raccolta e la formazione di biblioteche specializzate di più facile collocazione, organizzazione e gestione, grazie al ridimensionamento dei problemi di spazio e di fruizione e dei costi connessi (inviare un pdf è decisamente più pratico che dover spedire pubblicazioni fisiche così come dover fare un viaggio per poterle consultare), questo abbattimento dei costi rappresenterà con ogni probabilità la chiave per lo sviluppo sempre più ampio delle tecnologie digitali, soprattutto in un ambito, quale quello della cultura umanistica, da sempre angustiato da una notoria carenza di finanziamenti.
    1 punto
  36. Buongiorno a tutti, Scheda Telefonica che vanta l'utilità del Telefono Pubblico e del grande valore d'uso. Non vi pare che trasmetta una certa convivialità? Da soli o in compagnia con molta allegria direi.. ? Saluti Alberto
    1 punto
  37. A me non sembra buona invece, mi sembra un imitazione moderna.
    1 punto
  38. Per la mia esperienza Soler y Llach è molto affidabile, ma non sono esattamente dei fulmini di guerra, né con le spedizioni né con il servizio clienti.
    1 punto
  39. Caro @Numa Numa, la domanda sorge spontanea : ma chi te lo fa fare di cercare di vendere quella moneta in Italia stanti tutti i possibili inghippi ? Ma immagino che tu abbia posto tale domanda per pura ipotesi e amore di discussione… e quindi cerco di risponderti. Purtroppo mancano un po' di dati, quali la data di fabbricazione della moneta ( più è vicina all'epoca moderna e più è difficile che possano contestarti la provenienza da scavo) e anche la data della prima vendita all'asta. Perché? Beh, semplice… o quasi….. vediamo il ragionamento : gli attestati di autenticità e provenienza ( mi rifiuto di chiamarla lecita) sono stati introdotti per la prima volta a quanto mi risulta con la legge del 20 novembre 1971 n° 1062 entrata in vigore il 17 dicembre stesso anno, con il titolo di " Norme penali sulla contraffazione od alterazione delle opere d'arte" L'articolo 2 così recita: "Chiunque esercita una delle attività previste all'articolo 1 deve porre a disposizione dell'acquirente gli attestati di autenticità e di provenienza delle opere e degli oggetti ivi indicati, che comunque si trovino nell'esercizio o nell'esposizione. All'atto della vendita il titolare dell'impresa o l'organizzatore dell'esposizione è tenuto a rilasciare all'acquirente copia fotografica dell'opera o dell'oggetto con retroscritta dichiarazione di autenticità e indicazione della provenienza, recanti la sua firma." Ma rimase sostanzialmente lettera morta agli effetti dell'attestato, nel senso che mi risulta che nessun commerciante di monete antiche abbia mai emesso in quell'epoca alcuna attestato…. Facendola breve, successivamente questa legge del 1971 venne ripresa, abrogandola, dalla Testo Unico di riorganizzazione della materia dei Beni Culturali e Ambientali del 20 ottobre 1999 n° 490 all'art. 63 riprendendola pari pari e parlando sempre di "attestato di autenticità e di provenienza" e "indicazione della provenienza" Anche qui rimase lettera morta : non mi risultano siano stati emessi dai commercianti del settore attestati così come previsti dalla legge Non rimarrà lettera morta solo con il famoso codice Urbani , il decreto legislativo del 22 gennaio 2004 n° 42, che all'articolo 64 riprende l'art.6 3 del precedente Testo Unico del 1999 (abrogandolo) con una variazione : è introdotto "'l'obbligo di consegnare all'acquirente la documentazione che ne attesti l'autenticità o almeno la probabile attribuzione e la provenienza delle opere medesime" Quindi OBBLIGO DI CONSEGNARE LA DOCUMENTAZIONE CHE ATTESTI LA PROVENIENZA….. I documenti…… ???? Sì... E quali sono i documenti che attestano la provenienza ? Semplice…. fatture, cataloghi, compravendite private e quant'altro…. a mio avviso per intero ( per il discorso privacy ho già detto la mia … per "scoccievole" che sia basta chiederne autorizzazione al momento della cessione ) . Ecco perché l'attestato alla fine non può avere un maggior valore delle fatture e transazioni a vario titolo…. perché altro non è che il compendio e la silloge delle medesime ! Ma... Ma... … ma …. gli attestati sono stati realmente utilizzati a partire dal… diciamo 2005 ? Bel problema… E comunque non esistevano prima del 1971, data della prima legge in merito agli Attestati... Quindi ecco il senso di quanto detto prima all'inizio del post…. che data della prima asta? Perché più la data si avvicina al famoso 1909 e meglio sarà…. Quindi Sì, carissimo Numa, Sì, le reali Provenienze, fatture e transazioni varie, valgono almeno tanto quanto l'Attestato, e anche di più, perché esistono quando anche l'attestato non c'era o non è stato fatto…. E la mancanza dell'Attestato di certo non può fare pensare a una transazione illecita in sé, trasformato in atto di accusa, quella che conta è la documentazione a prova della provenienza, provenienza la cui legittimità o illegittimità in radice può essere soggetta a una valutazione giudiziale ( parere personale ma direi lapalissiano…. una Provenienza da furto o scavo clandestino etc. è ILLECITA PROVENIENZA, in barba all'attestato ). Certo, qualsiasi documentazione, che sia la fattura, la scrittura privata o notarile, l'attestato…. aiuterà a togliere le castagne dal fuoco al malcapitato, qualora indagato. Spero di essere riuscito a comunicare compiutamente e senza troppi tecnicismi quanto avevo da dire in merito. Un cordiale saluto, Enrico
    1 punto
  40. Carissimi tutti, Apro questa discussione per mostrarvi un recente acquisto: si tratta di gettone Olandese del 1603. Il gettone è descritto da Maurice Cammarano nel suo lavoro sulla Storia degli Spinola in Fiandra nei gettoni olandesi del XVII secolo: 1603: Editto dell'Arciduca Alberto per far rientrare i fuoriusciti Olandesi A seguito di alcuni episodi di ferocia inaudita effettuati da ambedue parti, l'Arciduca emise un editto che garantiva ai fuoriusciti Olandesi, rientrati sotto la bandiera spagnola, la restituzione del loro rango e delle loro proprietà purchè rinunciassero ad alienare i loro beni. Gli Stati Generali fecero emettere il seguente gettone satirico, per deridere la finta clemenza dell'Arciduca o forse per il mancato rispetto dell'editto stesso. D/ ALIVD IN LINGVA ALIVD IN PECTORE, Un gallo su un albero, sotto una volpe R/ IN ADVERSIS VIRTVS 1603, La piazzaforte di Ostenda
    1 punto
  41. Taglio: 1 cent Nazione: Austria Anno: 2020 Tiratura: 60.000 Condizioni: qFDC Città: Siena Note: 2 pezzi
    1 punto
  42. 1939 Trinidad & Tobago - Governatorato britannico - 1 Dollaro Dal 1888 al 1961 le due isole (immagini a destra e sinistra del biglietto) furono amministrate e governate dalla Gran Bretagna (come si evince dall'emblema al retro della banconota). Dal 1962 è riconosciuta come 'Repubblica di Trinidad e Tobago', la capitale Port of Spain (citata al centro della banconota) si trova sull'isola di Trinidad.
    1 punto
  43. Buongiorno, rileggendo questo passaggio mi permetterei di svolgere una precisazione. E' vero che il Codice dei Beni Culturali non ancora alla mancata consegna dell'attestato e della documentazione, da parte del venditore professionale, alcuna sanzione penale. Non lo fa, tuttavia, solo direttamente. Ritengo, infatti, che la sanzione penale discenda dalla lettura combinata degli art. 91 e 176 dello stesso Codice. Mi spiego. Dando ancora una volta per scontato che ci si trovi al cospetto di una moneta classificabile come bene di interesse culturale (e non di un tappo di bottiglia), l'art. 91 stabilisce l'appartenenza allo Stato delle cose ritrovate nel sottosuolo o nei fondali marini. Il successivo art. 176, poi, prevede che: "Chiunque si impossessa di beni culturali indicati nell'articolo 10 appartenenti allo Stato ai sensi dell'art. 91 [aggiungo io, ritrovati nel sottosuolo o nei fondali marini] è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da €...". Ora, nel corso degli anni si è stratificato in giurisprudenza l'orientamento secondo cui il possesso delle cose di interesse archeologico integra il reato di cui all'art. 176 e si presume illegittimo, a meno che il detentore dimostri di averli legittimamente acquistati in epoca antecedente al 1909. Vige, dunque, una presunzione di appartenenza del bene allo Stato che è onere del detentore della moneta contrastare e vincere (trovo che il principio sia discutibile, ma questa è solo una mia irrilevante opinione). Chiunque si impossessa: non solo lo "scopritore", dunque, ma anche i suoi eventuali aventi causa (coloro che dal primo hanno ricevuto, a qualsiasi titolo, la moneta e che, nella maggior parte dei casi rischiano di dover rispondere anche del reato ricettazione). La norma, tuttavia, deve essere necessariamente coordinata con il nostro sistema penale complessivamente considerato, che esclude la punibilità in assenza dell'elemento psicologico del reato in capo a chi lo commette (dolo o colpa). In buona sostanza, se devo essere punito per aver violato la legge l'accusa ha l'onere di dimostrare che fossi consapevole, nel momento in cui agivo, di commettere un reato ovvero che avrei dovuto ragionevolmente prefigurarmi il reato quale conseguenza certa o eventuale delle mie azioni (i tecnici mi perdonino ma sto cercando di esemplificare al massimo). Il principio serve anche - a mio avviso - a contemperare l'onere del detentore/acquirente con l'oggettiva impossibilità (nella stragrande maggioranza dei casi) di provare passaggi a ritroso nel tempo sino al 1909. Ebbene, è qui che interviene e si colloca il disposto dell'art. 64 sugli attestati di autenticità e provenienza e la regola - non codificata ma rimessa al buon senso - di agire in maniera analoga anche quando si compravende tra privati. Sia chiaro, l'attestato in parola non salverà l'acquisto, sia che avvenga da commerciante che da privato (se si tratta di bene di interesse culturale o frutto di ritrovamento nel sottosuolo o nel fondale marino): sarà utile, tuttavia, a preservare la fedina penale dell'acquirente (ovvero dell'ultimo anello nella catena dei trasferimenti nel tempo della moneta). E' in questo modo che una disposizione nata con finalità squisitamente civilistiche (come puntualmente rilevato da @vitellio ) finisce per assumere rilevanza determinate (ma indiretta) anche in sede penale. E mi permetto di aggiungere che l'attestato, da solo, ove non accompagnato da altre circostanze di fatto valutabili caso per caso, potrebbe anche non essere sufficiente a salvare il fondoschiena del malcapitato acquirente (sopratutto nelle compravendite tra privati). Sarà, in ogni caso, come già evidenziato nei post precedenti un elemento importantissimo per dimostrare che l'acquisto è avvenuto "in buona fede" e, quindi, che difetta l'elemento psicologico del reato (che, ricordiamo, è comunque onere dell'accusa provare). Se il commerciante Alfa o il sig. Beta hanno venduto il bene fornendo all'acquirente tutte le attestazioni e la documentazione del caso e ricorrono una serie di circostanze, nell'effettivo svolgimento della compravendita, che palesano una transazione "alla luce del sole" l'acquirente, quasi certamente, andrà esente da responsabilità (gli accertamenti, tuttavia, si sposteranno sul venditore). Naturalmente tutto ciò che viene qui scritto deve essere preso con le dovute cautele perché una risposta univoca per ogni caso non esiste e non può essere internet a fornirla. La materia è estremamente delicata e scivolosa e, secondo me, ogni dubbio deve essere chiarito prima di agire, ove occorra consultando esperti della materia (sia ben chiaro, non ho la pretesa di annoverami tra questi). Spero di aver apportato solo un contributo ulteriormente utile alla discussione. Saluti.
    1 punto
  44. Anche Pirandello sposò una pazza. Si innamorò poi di Marta Abba. Rivelò il suo tormento a Mussolini, che gli disse (più o meno): 'sbattila sul divano e vedrai che ti amerà'. Ma Pirandello non lo fece. Gozzano avrebbe detto: 'amo solo i fiori che non colsi...
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  45. Anche il manicomio batté moneta Ripescando tra i miei libri dimenticati i romanzi di Emilio Salgari, mi si è fermato il tempo nel rivivere quegli anni d'infanzia tra una pagina e l'altra dei pirati della Malesia o del Corsaro nero, Kammamuri e l'amichetto Renzo, Tremal-Naike e madre Josefa Maria... Yanez e Sandokan e la mia piccola banda, che faceva giustizia nel cimitero distribuendo i fiori dei ricchi tra le croci povere, anche quelle dei suicidi in terra sconsacrata. E ho pensato ai matti, alla povera moglie di Emilio Salgari, la Signora Ida che, dopo il suicidio di Emilio visse e morì in manicomio. Chi non ha avuto un vicino, un parente, un conoscente, che in quegli anni tra le due guerre e nel dopoguerra non fosse ricoverato in manicomio? Forse nella città manicomiale di Volterra? Alla vigilia della seconda guerra mondiale l'ospedale psichiatrico di Volterra, per tutti il manicomio di Volterra, sfiorava i cinquemila assistiti, che insieme ai circa mille operatori formavano una cittadina di seimila abitanti. Di tutta la grande storia del manicomio l'iniziativa più curiosa è forse l'emissione di una moneta da spendere in acquisti e con la quale venivano compensati i ricoverati che lavoravano, potendo farlo, nei vari settori. agricoltura, falegnameria, tinteggiature, calzoleria, eccetera, all'interno della città manicomiale.
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  46. scrive Ernesto Ferrero nel suo libro “Mi piaceva disegnare il vento, L'ultimo viaggio del Capitano Salgari” a proposito delle muse di Emilio Salgari. In una tiepida giornata di maggio dell'anno di grazia 1909, una ragazza, figlia di un commerciante di vini e sciroppi, ha un interessante incontro con il padre di Sandokan e di Yanez. Salgari chiede alla fanciulla se anche lei farà il mestiere del padre...ma ascoltiamo quel dialogo! ...«Allora si metterà a fare vermouth e sciroppi anche lei? Spero che almeno si guadagni bene. Non come scrivere». Ho detto che avevo altri progetti, ma non ne avevo mai parlato con nessuno. «Sentiamo, – si è rianimato – son curioso di natura». «Mi piace raccontare storie. Mi piace scrivere». S’è arrestato e ha battuto la canna per terra: «Oh povera figlia, che gran disgrazia!» «Disgrazia?» «Sì, disgrazia! Come prendere la febbre gialla! La malaria! È una malattia da cui non si guarisce. Non c’è rimedio. Ti svuota, ti asciuga dentro. E' come avere un parassita”. Mi ha letto la perplessità sul volto. Per non farla tanto tragica ha ammiccato: «Ci può far niente nemmeno la Fosfatina Carlo Erba». Ho riso un po’ troppo forte e cercato di spiegare che i sintomi della malattia non li avevo ancora avvertiti, perché a me scrivere dà piacere, come a un altro dipingere, suonare il piano, ballare la monferrina. “Forse è una malattia subdola, di quelle che uno se ne accorge quando è troppo tardi”. Ha detto: «Scrivere riempie la testa di attese matte, che niente basta mai. Credi sempre di arrivare da qualche parte e invece ogni volta ricominci, come gli asini alle ruote dei pozzi. Giri 10 in tondo. Poi la scrittura chiama fatica. E' un lavoro da contadini, da badilanti”. «A sgobbare duro sono abituata, se è per quello le donne faticano anche più degli uomini”. Scuoteva la testa rotonda. Non fosse per l’aria sciupata e le rughe fitte che gli corrono intorno agli occhi e gli segnano la fronte, sembra uno dei pupazzi attoniti del tirassegno. Ha detto che preferisce la musica o la pittura. Lui è anche musicista – suona il piano – e pittore, anzi, avesse potuto scegliere avrebbe fatto il pittore. Aveva casse piene di disegni. Sin da ragazzo gli piaceva disegnare navi, vascelli alberati, cutter, brigantini, e più c’erano alberi e vele e sartie da disegnare più godeva, specie a disegnare battaglie navali, le nuvolette che fanno i cannoni quando sparano. «Mi piaceva disegnare il vento – ha detto quasi commosso, come scoprisse qualcosa di sé che prima non sapeva. – Era un po’ come disegnare la libertà, la forza. La vita. Rendere visibile l’invisibile. Ma godevo anche a disegnare mappe geografiche, carte di paesi che non avevo mai visto, creare dal niente isole con le loro brave montagne, fiumi, porti, castelli. All’inizio è stato un piacere fine a se stesso, poi da quando mi sono messo a scrivere, presto, a quattordici anni, mi è servito per immaginare meglio le storie che dovevo raccontare.». «Per vederle proprio come si vedono al cinema?». «Eh, cara mia, il cinema non ha inventato niente. Uno che legge i miei romanzi si può risparmiare i soldi del cinema, non ha bisogno nemmeno di prendere il tram e andare al Ghersi, io gli do tutto quello che serve per muovere la fantasia. Il cinema migliore ce lo facciamo noi da soli. Qui dentro». Ha alzato la canna verso la mia testa.
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