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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/24/20 in Risposte

  1. Buongiorno, nei pressi di uno dei luoghi più studiati del mondo, il circolo di Stonehenge, vengono alla luce altre strutture che per ampliano enormemente i ritrovamenti nell’area. Un gigantesco monumento a forma di anello, costituito da enormi pozzi ormai vuoti che sembra ospitassero pesanti monoliti, è stato individuato lungo la linea del Durrington Walls: circa 200 enormi pozzi, larghi più di 10 metri di larghezza e scavati a cinque metri di profondità, che formano un vasto cerchio di oltre 2 chilometri di diametro. I carotaggi indicano un’età attorno ai 4500 anni fa. La ricerca, è iniziata dopo che erano state riscontrate anomalie nel terreno, quando lo scorso anno le scansioni radar di un team dell’Istituto Ludwig Boltzmann in Austria e dell’Università di Birmingham hanno rivelato ciò che sembrava essere il “cimitero” di 90 megaliti sdraiati su un lato sotto l’enorme banco di terra. Dopo aver scavato i primi pozzi, però, i ricercatori hanno trovato solo gigantesche fosse che un tempo contenevano pali di legno. Precedenti scavi sul sito avevano rivelato nella zona anche alcune abitazioni, suggerendo l’esistenza di un insediamento neolitico all'interno del villaggio nel Wiltshire. Si pensa, infatti, che Durrington abbia ospitato i costruttori di Stonehenge a meno di 3 chilometri di distanza. «Quello che abbiamo ora sono almeno 120 pozzi, di cui 20 già analizzati, ma potrebbero essere più di 200. Sembrano seguire la linea di quella che oggi è un’enorme opera in terra conosciuta come Durrington Walls». «Se il Woodhenge di Durrington Walls (come è stata ribattezzata la località del ritrovamento) fosse stata la dimora di un cerchio di pietre, avrebbe sminuito il suo vicino più famoso, Stonehenge - il rituale e la religione erano parti importanti della vita quotidiana di chi abitò queste terre e non possiamo escludere che si tratti di un cerchio commemorativo». Secondo Richard Bates, della School of Earth and Environmental Sciences, il telerilevamento e campionamento accurato stanno dando una visione del passato che «mostra una società ancora più complessa di quanto potremmo mai immaginare. Le pratiche chiaramente sofisticate che abbiamo riscontrato ci dicono che le persone qui erano in sintonia con gli eventi naturali in misura tale che possiamo a malapena concepirlo oggi». Se fino al 2016 il principale monumento più antico costuirto vicino al famoso sito inglese era Robin Hood’s Ball, circa 4 chilometri a nord-ovest, la scoperta dei cerchi concentrici di Larkhill (datati a circa 5.600 anni fa) ampliò quattro anni fa i confini di quello che un tempo era un vasto complesso cerimoniale preistorico. Un’ulteriore prova che centinaia di anni prima della costruzione di Stonehenge l’intera regione era ritualisticamente già molto attiva, più di quanto gli archeologi avessero precedentemente pensato. È qui che gli archeologi hanno trovato prove di un uso rituale regolare della struttura, inclusi frammenti di ciotole deliberatamente rotte, grandi quantità di ossa di animali e resti umani. Tratto da https://www.enigmaxnews.com/news/nuovo-cerchio-rituale-vicino-a-stonehenge Vi consiglio la visione del video presente qui https://intarch.ac.uk/journal/issue55/4/ e il link del PDF della comunicazione ufficiale: https://intarch.ac.uk/journal/issue55/4/ia.55.4.pdf Ciao Illyricum
    3 punti
  2. Buonasera a tutti, posto nuova arrivata in collezione Litra68 Piastra Reimpressa 1818 Ferdinando I Mi farebbe piacere leggere vostri commenti. Saluti Alberto
    3 punti
  3. Il Manuale è stato redatto con un certo criterio, quindi cercate anche di comprenderlo al meglio. Il valore attribuito alla Piastra R testa piccola, con una sola R non è certamente un prezzo che corrisponde ad una Piastra con una sola R, anzi molto superiore ad alcune R2 e R3. Che poi qualcuno in pochi anni di collezionismo ne abbia viste solo 3/4/5 pezzi...questo non saprei. Avete ancora tutta una vita avanti ?
    2 punti
  4. Questa è passata in asta nel nov.18 essendo scavata pesa solo 11,20 contro i 29 circa di un tallero.
    2 punti
  5. Ho letto tutta la discussione e trovo riduttivo il fatto di rimanere ancorati ad una sola pubblicazione per poter farsi un idea su una tipologia di monetazione o di argomento che riguarda le monete, forse non ci si è posti la domanda del perchè il pagani costa così tanto, un libro stampato 60 anni fa, non più replicato e su un argomento di nicchia, ecco perchè il prezzo è esponenzialmente elevato. Nulla da dire su tale scritto che è un fondamento ed un pilastro sulla materia delle prove e dei progetti, però gli studi compiuti da Attardi-Gaudenzi, da Luppino da Ingrao da Montenegro, Pezzi, Manfredini e Zilli su questo e sui falsi, varianti, errori e quant'altro portano avanti la materia in maniera egregia, come è possibile ridursi solo ad uno scritto anche se fondamentale, per poter evere un giudizio sulla materia? La risposta è semplice non è possibile, bisogna leggere il più possibile sul tema che si vuole approfondire, qualsi esso sia. Se poi si vuole partire da quello inerente la discussine io consiglio i libri di Luppino e Attardi-Gaudenzi che sono di sicuro riferimento.
    2 punti
  6. Ci sto pensando e tra le ipotesi avanzate c'è anche quella che gli addetti alla coniazione avessero alzato il gomito ?
    2 punti
  7. Il bezzo da 6 falso è una della monete di cui ci si chiede il senso. Perchè contraffare una tale moneta di piccolo taglio? Gli amanti di tutte le monetazioni sicuramente argomentano molto facilmente. La percentuale di argento contenuto permetteva di avere un ottimo guadagno stampando una moneta di solo rame. Un esempio semplice è dato (per il periodo) dalle varie contraffazioni dei soldi da 12 bagattini. Viceversa è stato difficile trovare un bezzo da 6 bagattini che pur avendo la stessa quantità (teorica di argento) a quanto pare non attirava gli interessi dei falsari. In questo caso la risposta è facile: molto più conveniente economicamente stampare una moneta da 12 bagattini che non 2 da 6 bagattini. Per il bezzo anonimo in questione si pone la stessa domanda. Ne valeva la pena? La risposta è veloce : sì. Il guadagno sul mezzo soldo era allettante così come era per i sesini, per i quattrini ed addirittura per i bagattini. Inoltre stampare tali monete era più semplice. D'altra parte tali monete erano molte conosciute visto la grande quantità di conii e tondelli in circolazione a Venezia. Ma nei territori di terraferma? o nei territori confinati? Ecco quindi che come nel caso dei sesini stmpati nelle zecche di furbi Principi, tali monete potevano essere scambiate in zone dove la conoscenza stessa della moneta non era propriamente perfetta. Il guadagno in primis e poi chi avrebbe potuto arrestare il malfattore? Sicuramente con la lunghezza delle indagini non sarebbe stato possibile riuscire ad incastrare una veloce ed inaspettata produzione di monete false. Che così, a volte sfuggiva agli "artigli del leone". Artigli molto ben affilati.
    2 punti
  8. PREMESSA Pedroni ritiene che le prime iconografie valessero a identificare l’origine della ricchezza monetata, tenuto conto che le prime monete romane nacquero per redistruibuire la preda bellica secondo due canali differenti: - i fusi, a cura dei censori (in anni censorî, quindi), per restituire ai cittadini almeno in parte il tributum; - le monete coniate, a cura dai comandanti militari, per gratificare le truppe. Probabilmente le zecche erano vicino ai luoghi ove era stato reperito bottino (ma quello di Taranto fu monetato ad Alessandria per Cr. 21/1). Per penetrare mercati allogeni fu adottata la metrologia magno-greca e tipologie “ibride”, con tipi “romani” su una faccia e “locali” (spesso, il fondatore mitico della città debellata) sull’altra. Nel 269 fu attivata la zecca urbana (Zonara collega l’evento con l’afflusso di ingenti ricchezze, che un passo di Dionigi di Alicarnasso permette di identificare nel bottino di Reggio); nell’occasione la legenda cambiò da ROMANO a ROMA (a decorrere da Cr. 25/1) e furono restituiti alcuni tipi tradizionali, sui quali la funzione identificativa fu assolta da un simbolo (falcetto, clava, ghianda). Da quella data il tributum fu restituito anche con l’argento. Tanto premesso, la cronologia deve essere compatibile con tre considerazioni: - le tradizioni storiche datano l’argentum signatum del populus Romanus al 275 (Plinio 42), il primo nummus argenteus di Roma al 272 (fonti derivate da Eusebio di Cesarea) e l’argentum signatum al 269 (Plinio 44, Livio e Zonara); - le riduzioni ponderali del bronzo non potevano non cadere in anni censorî (perché le svalutazioni comportavano ineluttabilmente la revisione delle liste di censori); - lo standard della didracma varia da 6,5 scrupoli (Cr. 13/1) a 5,75 (Cr. 22/1) e infine 6 (Cr. 25/1). L'AES GRAVE E LA MONETAZIONE ROMANO-CAMPANA Per Cr. 1/1 la data proposta da Mommsen e Sambon (338) appare preferibile: la moneta sarebbe stata emessa da Campani che avevano appena ricevuto la civitas, probabilmente sine suffragio, per commerciare con Neapolis. Nel medesimo contesto si inserirebbe il lingotto Cr. 3/1. Nel 289, con l’istituzione dei tresviri monetales, furono emesse le prime serie fuse su standard di 300 scrupoli. Che tale fosse lo standard romano dell’epoca è confermato dalla sua riproposizione nelle serie fuse delle colonie di Luceria (fatta colonia nel 313) e Venusia (dedotta nel 291), seppur frazionate su base decimale[1]. La prima in assoluto potrebbe essere stata Cr. 19, perché la raffigurazione di Castore sull’asse (che ricorda la battaglia del Lago Regillo) e del Tevere sul semisse potrebbero alludere alla conquista, nel 290, dell’Alta Sabina, dalle cui ricchezze quindi potrebbe derivare il metallo monetato. Cr. 18 sarebbe successiva al 289 e precedente al 275. Si potrebbe datarla al 277, quando fu presa Crotonem, cui i tipi apollinei potrebbero alludere, ma non fu anno censorio. Appare allora più probabile il 282, quando i consoli C. Fabrizio Luscino[2] e Q. Emilio Papo sconfissero, rispettivamente, città sannite e lucane e i Galli Boi, anche se risulta arduo individuare una connessione con i tipi delle monete. La didracma Cr. 13/1, con standard di 6,5 scrupoli viene datata al 275 e attribuita alla zecca di Metaponto. È coniata sul piede campano di circa 7,30 g per renderla accettabile al mercato, benché forse fosse già in vigore quello magno-greco ribassato di 6,6 g. Contemporaneamente furono emesse la litra argentea Cr. 13/2 (0,65 scrupoli) e la mezza litra enea Cr. 17/1 (4,5 scrupoli); di quest’ultima esiste un riconiatura su moneta siracusana databile al 280, nonché l’identità stilistica con i bronzi (HN Italy 210-211) di Cosa, colonia dedotta nel 273, per la quale è plausibile che la colonia abbia copiato l’emissione della metropoli, precedente di due anni, in segno di devozione politica. Contemporaneamente, nel 275, fu emessa la serie fusa Cr. 14, con standard di 288 scrupoli[3]. I tipi adottati, Giano e Mercurio, sono gli dei tutelari dei patti e del commercio, riferimento coerente a una tematica nazionale; potrebbe significare che per questi bronzi fu monetato il metallo dell’Erario. È probabile che in quest’epoca fosse fissata una parità metallica (con rapporto 1:132) per cui la didracma (da 6,5 scupoli, suddivisa in 10 litre argentee) valeva 3 assi oppure 96 litre enee (forse corrispondenti a 480 chalkoi); da ciò deriverebbe la riduzione dello standard da 300 a 288 scrupoli. È significativo che i nominali più bassi pesino, in proporzione, di più dell’asse: forse la riduzione non fu applicata ad essi per non svantaggiare i ceti meno abbienti e i commerci più minuti. Per la didracma Cr. 15/1, con standard di 6,4 scrupoli (pari a 6,5 ribassati), viene proposta la data del 274 e la zecca di Arpi (anticamente Argo Ippio), forse evocata dal tipo del R/, che peraltro emise argenti proprî di peso medio analogo (6,92 g secondo Thomsen). Si collocherebbe in serie con la litra in bronzo, Cr. 2/1. Contemporaneamente fu emessa la litra enea Cr. 2/1. La didracma Cr. 20/1, con standard di 6,25 scrupoli (pari a 6,5 ribassati), viene datata al 273 supponendosi che fossero monetarî Q. Ogulnio Gallo e N. Fabio Pittore, componenti (forse proprio per la carica rivestita) dell’ambasceria ad Alessandria, e abbiano commemorato la statua della lupa collocata nel 296 dai fratelli Q. e Cn. Ogulnio e il dio ritenuto antenato dei Fabii. Viene attribuita alla zecca di Eraclea, richiamata dal tipo del D/ (Cicerone accenna a un trattato tra le due città, che potrebbe datarsi proprio al 273). Fu anche emessa la litra enea Cr. 16/1. Nel 273/272 non furono emesse monete fuse, per cui probabilmente il cambio teorico rimase fissato nel rapporto di 1:3 con l’asse Cr. 14/1. La didracma Cr. 22/1, con standard di 5,75 scrupoli (pari a 6 ribassati) presenta peculiarità stilistiche e marchi di controllo mai più presentatisi sulle monete di Roma, ma affini a quelli in uso alla zecca di Alessandria, cui pertanto viene attribuita. Peraltro, il piede tolematico era compatibile col peso di queste monete. Mattingly ha proposto la data del 273, in occasione dell’ambasceria romana a Tolomeo Filadelfo, ma è più probabile il 272 (data per questo tramandata da Eusebio di Cesarea), dopo la presa di Taranto (probabilmente ricordata dal tipo al R/) che averebbe fornito il metallo da monetare. L’aggio elevato (0,25 scrupoli) si spiegherebbe con le spese di trasporto per e dall’Egitto. Contemporaneamente fu emessa la doppia litra enea Cr. 23/1 e probabilmente la serie fusa Cr. 21, che presenta la medesima, peculiare raffigurazione della dea Roma. Il peso medio dell’asse, 240 scrupoli, malgrado fosse in vigore uno standard di 252 scrupoli (meglio che 250 scrupoli, valore riconosciuto dagli studiosi per quest’epoca) si spiegherebbe per mantenere il rapporto di cambio 1:3 pur adottando la parità di 1:126, affine a quella tolemaica di 1:125. Alla zecca di Roma e, quindi, alla data del 269 va attribuita la serie Cr. 25, la prima a legenda Roma, comprendente tanto la didracma (su standard di 6 scrupoli) che i fusi (su standard di 252 scrupoli). Fu probabilmente coniata monetando il bottino di Reggio (cui il falcetto alluderebbe, essendo stata Reggio fondata da coloni di Messina-Zancle). È significativo che vengano riproposti i tipi della prima didracma (Cr. 13/1) e dell’asse Cr. 14/1, a conferma che anch’essi erano contemporanei. La serie comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 25/3. Sempre nel 269, a fini commemorativi, le zecche esterne all’Urbe emisero, sempre sullo standard di 252 scrupoli, l’asse Cr. 37/1. Nella serie Cr. 26 il simbolo è presente esclusivamente sui fusi: potrebbe dedursene che argento e bronzo avessero provenienze diverse. Il simbolo (ghianda, connessa con il culto di marte) rimanda alla liberazione di Messana (264/263), sottratta appunto ai Mamertini. Lo standard del bronzo è ancora di 252 scrupoli. La serie comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 26/3. Tra il 263 e il 258 lo standard del bronzo fu abbassato a 240 scrupoli, presente nelle emissioni Cr. 24, 27, 35 (con significativi ribassi) e 36 (con ribassi ancora più sensibili). Nel 258, quando era censore C. Duilio, fu emessa la serie fusa della prora (Cr. 35) per commemorare il primo trionfo navale, da lui stesso conseguito nel 260 dopo la vittoria di Mylae: tipi innovativi per un evento unico. Giano richiama il tempio che egli fece erigere nel Foro Olitorio. Sappiamo peraltro dal suo elogio funebre[4] che “praedad popolom (donavet)”, verosimilmente quindi proprio con questi bronzi. La serie Cr. 27 presenta una clava e, quindi, rinvia alla conquista di una città chiamata Eraclea: forse Drepanon (nella Sicilia occidentale), conquistata nel 242, supponendo che possa essere la prima “Eraclea” fondata da Dorieo di cui parla Diodoro Siculo (IV, 23, 3). La serie va allora datata al 242/241 e comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 27/2, e due monete di taglio anomalo (forse 1/40 e 1/80 di asse), Cr. 27/3 e 27/4, probabilmente emesse per supplire all’esigenza di numerario in terre sottratte ai Punici (fra cui Lilibeo ed Erice). La serie con la ruota (Cr. 24) presenta una struttura analoga, con un tipo innovativo e fisso al retro. Potrebbe riferirsi all’inaugurazione della strada militare Agrigento-Palermo, che un miliario rinvenuto nel 1958 attribuisce a C. Aurelio Cotta. Questi fu console nel 252 e nel 248; nella prima occasione (anno censorio) celebrò un trionfo de Poenis et Siculeis dopo aver conquistato Lipara e Thermae e forse avviato la realizzazione della strada. Notevole l’emissione straordinaria del tressis (Cr. 24/1), a indicare che era ancora in essere il cambio 1:3; si tratterebbe pertanto di una “didracma di bronzo”. A questa serie va probabilmente collegato il piccolo bronzo di taglio anomalo Cr. 26/4, che ne riprende l’iconografia sia al dritto che al retro; forse si trattava di un terzo di quartoncia (peso teorico 1,66 scrupoli, peso medio degli esemplari censiti 1,46 scrupoli). __________________ [1] Pedroni osserva che furono tuttavia emesse monete su standard di 336 scrupoli e suddivisione decimale, con legende in lettere latine, da Hatria (colonia dedotta nel 289) e dai Vestini (alleatisi con Roma nel 301), nonché - senza legenda - da Ariminum; quest’ultima serie deve essere precedente alla costituzione in colonia (datata al 268) perché una semioncia è stata rinvenuta in strati relativi alle mura della colonia stessa (come riferito da Balbi de Caro). Lo studioso ne deduce che nel medesimo periodo (inizî III secolo) Roma spingeva le colonie apule a monetare con il proprio standard per occupare un mercato ove i fusi non erano ancora presenti, quella adriatica e gli alleati Vestini con lo standard gallico (autonomamente in uso ad Ariminum) per indebolire l’economia gallica in vista dello scontro decisivo (al lago Vadimone nel 284/283). [2] Secondo Dionigi di Alicarnasso, egli si vantò con gli ambasciatori di Pirro che da console (nel 282) con il bottino sottratto a Sanniti e Lucani aveva non solo arricchito l’armata, ma anche restituito il tributum. [3] Una glossa di Festo ci riferisce che quell’anno una legge o plebiscito diminuì il librario (misura dei liquidi), e quindi probabilmente la libbra, da 480 a 288 scrupoli: potrebbe trattarsi di un ultimo tentativo di mantenere l’aggancio tra libbra e asse, malgrado le progressive svalutazioni di quest’ultimo. [4] Tramandatoci dall’iscrizione ILLRP 319, di età imperiale.
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  9. Ricordo del mercatino di Carmagnola (TO) : :rolleyes: Lira "Instar Omnium" 1562 Zecca di Torino Emanuele Filiberto Duca (1559-1580) D/ EM FILIB D G DVX SAB P PED (data e sigle) Busto del Duca corazzato , a capo scoperto rivolto a destra R/ Nel campo : INSTAR OMNVIM su tre righe, entro ghirlanda di quercia , sigle di zecca sotto i nastri T Argento , diametro 35 mm. : gr 12,80/12,10 gr. Simonetti 32/2 , Biaggi 425 , Mir Savoia 506b La Lira della riforma monetaria del 1562 , per i numismatici la "Instar Omnium", nella tipologia monetale sabauda e' un pezzo celebre per due motivi essenziali. Il primo e' che si tratta della prima Lira d' argento effettiva , realmente coniata e circolante nei commerci , e non piu' unicamente una "moneta di conto" ; e come quella ideale di Carlo Magno , valeva 20 soldi , cosi' come ne valeva ancora la nostra lira....pochi anni or sono. Il secondo motivo e' il prestigio dell' incisore del conio di un magnifico ritratto rinascimentale : il celebre medaglista Alessandro Cesati , detto il "Grechetto" perche' ebbe i natali nell' isola di Cipro, ma da padre italiano. Gia' ai servizi dei Farnese, Cesati fu chiamato in Piemonte nel 1561 da Emanuele Filiberto per incidere i coni atti a realizzare la sua riforma monetaria . Come indica il motto impresso sul rovescio , la Lira venne coniata "a guida tutti" in ogni zecca del Ducato; e il suo valore da 20 soldi pareggiava anche 1/3 di Scudo d' oro, altra moneta prescritta nella riforma (Elio Biaggi – Otto Secoli di Storia delle Monete Sabaude Vol.2 Tecno Grafica 1994) Instar Omnium Uguale per tutti Cicerone , Bruto 191 : Plato mihi unus instar est omnium (il solo Platone per me vale tutti) Anima dell' impresa della bilancia , i cui piatti si equivalgono durante le operazioni di peso. Per Gelli (1928 p.280, n . 1019) "la bilancia simbolo di giustizia avrebbe dovuto essere la guida costante di tutti i sudditi , come lo era il Principe, desideroso che a ciascuno fosse dato quanto di diritto gli spettava". Ma la legenda sulla lira di Emanuele Filiberto assume un altro significato piu' importante : in seguito alla riforma monetaria promossa dal Duca nel 1562 veniva unificato il sistema monetario del Piemonte e della Savoia e creata una monetazione unica con la sotituzione del sistema di conto a fiorini , grossi ,quarti e denari con il nuovo sistema a lire soldi e denari , "uguale per tutti al di la' e al di qua dei monti". La "Instar Omnium" diventava la prima lira in argento effettiva realmente coniata e circolante e non piu' moneta di conto De Mauri (1998 p.685) traduce "Come tutti fanno" , Biaggi "Aguida di tutti" , Panorama Numismatico (1984 , n.5 p.6) "Vale tutti gli altri (messi insieme)" (Mario Traina – Il Linguaggio delle Monete Editoriale Olimpia 2006) Durante il Regno di Carlo II ho osservato qual fosse l' aumento nell' agio delle monete d' oro , e quali provvidenze allora si fossero date per impedirlo , ma crescendone sempre le cause , cioe' l' abbondanza della moneta d' argento bassa e cattiva, e continuando la guerra che rendeva ogni giorno piu' raro l' oro , si venne al punto che lo scuto del sole che nel 1540 spendevasi in Piemonte per grossi 96 , alla morte di Carlo II , corresse gia' per grossi 100 , cio' che grandi inconvenienti producendo ne' conti de' ricevitori del pubblico denaro , soventi volte eccitavasi il magistrato della Camera dei Conti a prendere giuridiche informazioni circa il prezzo delle monete d' oro affine di riconoscerne il vero corso , e sopra esso regolare i conti Quest' alterazione continua della moneta d' argento , fece che poco a poco le rendite dello Stato grandemente scemassero , e secondo una relazione indiritta al Duca nel 1561 dall' archivista della Camera trovavansi esse ridotte a circa un sesto da quello che anticamente erano , e cio' perche' essendo stati in principio i carichi tassati a grossi , dodici de' quali valevano un fiorino buono , quantunque peggiorassero , pure sempre a grossi soddisfacevansi ; per rimediare poi a tal cosa proponeva esso di fare un grosso nuovo , che all' antico s' assomigliasse , e che a questo si dovesse attenere nell' esigere le pubbliche imposte,cosa straordinariamente difficile , per non dire impossibile a farsi ,perche' sarebbe stato lo stesso che sestuplicarle almeno. Meglio considerando la cosa Emanuele Filiberto riformo ' intieramente la moneta , ed il 13 marzo 1562 pubblico' la nuova sua monetazione , per la quale ristabili' la lira di venti soldi e di 240 denari , che anticamente si e' veduto scomparire per cedere il suo posto al grosso ed al fiorino , ed oridno' che i debiti e crediti si' antichi che nuovi si dovessero a questa raguagliare. Sotto pena di lire 200. Per base diessa ho gia' detto che si prese il grosso di Aosta , il quale rappresentava quello di Savoia , e come fu detto soldo: che in proporzione si fecero le altre monete , le quali si regolarono in modo, che senza frazioni potessero tra esse dividrsi , cominciando dalla piu' grossa d'oro sino alla piu' piccola d'argento (Domenico Promis – Monete dei Reali di Savoia Vol.1 1841) Alessandro Cesati detto Il Grechetto Incisore di gemme e medaglista; nato a Cipro ,onde il soprannome probabilmente all' inizio dell' anno 1500. Giunto a Roma prima del 1538 fu al servizio del card. Alessandro Farnese. Nel 1540 fu nominato incisore alla Zecca di Roma e vi rimase per piu' di venti anni lavorando pero' contemporaneamente anche per le Zecche di Camerino, di Parma e di Castro Nel 1561 ando' in Piemonte dove fu nominato incisore dal Duca di Savoia. Nel 1564 ritorno' a Cipro. Le sue opere migliori come medaglista sono quelle eseguite per Paolo III e per i Farnese. (Vittorio Lorioli – Medaglisti e Incisori Italiani dal XV al XIX secolo Litostampa 1993)
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  10. Buona sera, ho appena ricevuto a casa un mio acquisto e volevo chiedere un Vostro autorevole parere. Ho comprato questo "tris" di banconote di Vittorio Emanuele III (con effige Umberto I). A me interessavano soprattutto quelle dell' 1911 e del 1918 perchè mi mancavano. Ve le posto e poi fra un paio di giorni, giusto per non influenzarvi vi dico quanto le ho pagate. Grazie a tutti in anticipo.
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  11. Buona sera a tutti, vi chiedo un parere su questa moneta in latta (leggera), acquistata come mezzo per invio messaggi segreti. La "moneta" riporta sul retro il bordino chiuso per tutta la circonferenza come una chiusura tipo lattina. Vorrei un parere da Voi esperti per capire se questo tipologia di moneta è reale o si tratta di un semplice oggetto giocattolo anche perchè è la prima volta che vedo una moneta con un tipo di chiusura del genere. Il metallo non è per nulla consistente ma è, come ho già detto in latta ed è leggerissima ma nello stesso tempo resistente alla deformazione. Credo che le dimensioni siano reali ai 100 francs 1897. Spero di essere riuscito a spiegare nel migliore dei modi l'oggetto. Grazie ancora per i Vostri consigli.
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  12. Il prezzo è buono, ma hai chiesto come sono fissati al vetro? è fondamentale saperlo, colla, nastro adesivo od altro sono deleteri, a meno che non ti interessa il quadro in se e non le banconote in esso contenute.
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  13. Intanto vi mostro il mio 1837 fresco fresco..... notate il bordo rialzato....
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  14. Marsia era un sileno, dio del fiume Marsia affluente del Meandro in Anatolia. Il mito narra che la dea Atena, dopo aver inventato l’aulos, gettò via lo strumento infastidita dal fatto che le deformasse le gote quando lo suonava. Marsia lo raccolse causando il disappunto di Atena che lo percosse. Ma non appena Atena si fu allontanata, Marsia riprese lo strumento e iniziò a suonarlo con una tale grazia che tutto il popolo ne fu ammaliato, cosa che lo fece convinto che il suo talento fosse superiore anche nel confronto con Apollo. Marsia fu orgoglioso della sua fama ma quando questa arrivò ad Apollo, subito lo sfidò (secondo altre versioni fu invece lo stesso Marsia a sfidarlo). Al vincitore, decretato dalle Muse in veste di giudici della tenzone, sarebbe stato concesso il diritto di far ciò che volesse del contendente. Dopo la prima prova le Muse assegnarono un pareggio che ad Apollo, ovviamente, non stava bene. Così il dio invitò Marsia a rovesciare il suo strumento e a suonare: Apollo, logicamente, riuscì a rovesciare la cetra e a suonarla, ma Marsia non poté fare altrettanto con il suo flauto e riconobbe Apollo vincitore (secondo un'altra versione Apollo propose per poter eleggere un vincitore di cantare e suonare contemporaneamente, così che solo lui, che aveva uno strumento a corde, ci sarebbe riuscito). In ogni caso il dio vincitore decise di punire Marsia per la sua superbia e, legatolo ad un albero, lo scorticò vivo. L’otre da vino che Marsia porta in spalla potrebbe essere niente meno che la sua pelle stessa simbolo della tragica conclusione della sua esistenza. Secondo Nonnus (Dyonisiaca, 1. 41) la pelle del satiro venne appesa dallo stesso Apollo ad un albero e come la brezza vi entrava, essa si gonfiava in una forma simile a quella di Marsia, come se il pastore non riuscisse a tacere e riacquistasse la sua melodia.
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  15. 1941 Serbia 500 Dinara. Filigrana, testa di donna:
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  16. 1941 Germania 10 reichspfenning 1941 zecca D Monaco
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  17. Beh, a onor del vero devo essere grato ad Alessandro Magno per il lagobolon, raffigurato dietro la testa di Pan di questo mio tetradramma https://www.lamoneta.it/topic/84573-le-monete-più-attraenti-di-alessandro-magno/page/113/?tab=comments#comment-1693225 Notare che anche il Lato B di Atena sul rovescio è da pin-up. apollonia
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  18. Sì. La didascalia del denario battuto in un'asta spagnola che ho postato è Starting price: 150 EUR - Result: 150 EUR Lot 171. Adriano. Denario. 117-138 d.C. Roma. Rev.: P. M. TR. P. COS. II. / IVSTITIA. Justitia sentada a izquierda con pátera y cetro. Ar. 3,48gr. RIC-42. CH-877. MBC+. apollonia
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  19. Questo? Hadrian Denarius. 118 AD. IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG, laureate head right, slight drapery on left shoulder / P M TR P COS II, Justitia seated left, holding patera and sceptre, IVSTITIA in ex. RSC 877. (RIC 42)
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  20. CARLINI DODICI... quindi ribattuta su 12 carlini della repubblica napoletana...
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  22. Ritirate stamattina. Ho restituito il 10€ FDC, che nelle scorse settimane ha reso evidenti le ditate oscene. Confermo la presenza di due addetti al confezionamento delle divisionali. Al mio suggerimento di indossare i guanti per evitare le impronte sulle monete, la signora mi ha risposto indispettita che le ditate non sono certamente loro. Bah... Più tardi allego qualche foto in HD del 2€, molto bello.
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  23. Mi trovo perfettamente d'accordo con chi mi ha preceduto... i rilievi ci sono decisamente tutti e ben conservati quindi va classificata in alta conservazione, tuttavia personalmente non sono molto attratto da questa patina specifica. Tra l'altro, se tra tutte le monete del regno ce n'è una che vale la pena avere completamente spatinata, secondo me, è proprio questa per poter apprezzare l'ombra del nichelino.
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  24. @Traiano177 Sono onesto, non riesco a leggere le legende. Le foto sono troppo piccole. Così, di primo acchito, potrebbe essere questa: http://numismatics.org/ocre/id/ric.2_3(2).hdn.117-119 Dovresti provare a fare foto mirate sulla moneta tagliando tutto quello sfondo. Buona notte. Stilicho
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  25. L’attributo caratteristico del dio Pan è il lagobolon, termine composto da due parole greche, lagos (lepre) e ballo (io getto) per denominare un corto bastone ricurvo ad una estremità utilizzato per la caccia alla lepre. Sembra che questo bastone originariamente con funzione di strumento di caccia abbia acquistato nel corso dei tempi un significato simbolico di strumento cerimoniale o di potere. apollonia
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  26. Aggiungo un denarino del Foscari (mi scuso già per le foto, ma così piccola è difficile fare meglio). Particolare il R/ dove il leone è accantonato da legenda.
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  27. Buonasera, hai già aperto una identica discussione due ore fa e come sai, la stessa è stata spostata in "Medaglistica". Non vedo perché ripresentarla. Questa forse andrebbe chiusa.
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  28. Ciao, interessante lo sdoppiamento della P del Planella, lo stesso che troviamo su quasi tutti i 6 tornesi 1800 doppio punto... Sono d'accordo che un pezzo del genere avrebbe grande interesse storico per gli appassionati del periodo repubblicano e di Ferdinando IV...
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  29. Ciao @giollo2, diversi cavalli interessanti, il secondo centrale ( prime due file ) di zecca napoletana. Bello quello aquilano con la A capovolta invece della V e, mi sembra la I al posto della S. Federico D'Aragona ha un bel ritratto, molto più rinascimentale e meno spigoloso del normale. Saluti Eliodoro
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  30. @Agricola Innanzi tutto complimenti per l'avvincente narrazione. Quanto al punto 1, mi sembra di ricordare che mentre il numero dei fanti era nettamente favorevole ai Romani, quello dei cavalieri era invece favorevole ai Cartaginesi. E proprio la cavalleria fu l'arma vincente di Annibale, che potè usarla proprio per operare la manovra a tenaglia che lo ha reso famoso. Poi bisogna considerare l'effetto-sorpresa e il fatto che la fanteria romana fosse piuttosto lenta nei movimenti proprio per il modo in cui era schierato abitualmente l'esercito romano in assetto da battaglia. Penso che i Romani, ansiosi di combattere e trovando poca resistenza, si siano buttati con impeto sul centro dello schieramento punico (che abilmente Annibale aveva affidato ai soldati meno esperti che quindi arretrarono sotto la spinta dei legionari), ammassandosi in modo tale da non poter effettuare i movimenti tipici delle linee di schieramento. Questo ne ridusse di molto la forza d'urto, poi il resto lo fecero le ali e la cavalleria numidica. Quanto al punto 2 credo che si debba considerare come si era arrivati a Canne. Con Annibale che imperversava sul suolo italico, aveva avuto ragione la tattica temporeggiatrice di Quinto Fabio Massimo. Quando però finì la sua dittatura la corrente cambiò. Buona parte del Senato, i soldati, ma soprattutto gli alleati italici erano stanchi di vedere l'esercito punico scorrazzare indisturbato a saccheggiare il loro territorio. Ecco quindi che i consoli si sentirono spinti ad affrontare Annibale in campo aperto, cosa che lui stesso auspicava, logorato dalla tattica mordi e fuggi dei Romani. E quel giorno di Canne il comando toccò in sorte a Terenzio Varrone, appena comparso nell'agone politico e inesperto che quindi offrì ad Annibale l'agognata battaglia. Scelta la battaglia in campo aperto, valgono le considerazioni su esposte. Penso che i consoli non si siano neanche resi ben conto di quanto stesse accadendo: i Romani furono praticamente circondati e trucidati sul posto. Ciao. Stilicho
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  31. Certo che anche il “Lato A” di Venere, valorizzato dall’atteggiamento pudico con cui la dea copre le nudità, non è da meno del “Lato B”. Piuttosto intrigante è invece l’atteggiamento dei due venti Zefiro e, forse, Aura, che l’hanno sospinta sull’isola di Cipro, avvinghiati uno all’altra come in un amplesso. Secondo Esiodo Afrodite, la dea della bellezza e dell'amore identificata con Venere dai Romani era nata in primavera dalla spuma del mare fecondata dai genitali di Urano che Cronos aveva scagliato in mare dopo la ribellione contro il padre. Afrodite, dal greco afros, la spuma, aveva anche l'appellativo di Urania, perché anche figlia del Cielo. Appena emerse dalle onde su una conchiglia di madreperla, Zefiro l'aveva spinta sulla riva dell'isola di Cipro: da qui gli appellativi di Anadiomene, l'emersa, e di Ciprigna. Appena la dea mosse i primi passi sulla spiaggia, i fiori sbocciarono sotto i suoi piedi e subito le vennero incontro le Ore, le Cariti, Peito, la persuasione, Potos, il desiderio, Himeros, la brama, per accoglierla, onorarla e servirla. La vestirono con un vestito bellissimo e una cintura, le misero boccole d'oro e di gemme alle orecchie, braccialetti ai polsi e una collana splendente al collo. Dal cielo arrivò un carro di gemme, tirato da due colombe, sul quale la dea salì e fu così assunta in Cielo. Zeus la diede in moglie ad Efesto, ma la sua idea non fu delle più felici; non si può unire in matrimonio la dea più bella con il dio più brutto. Afrodite veniva rappresentata nel fiore della sua giovinezza, avvenente, graziosa, tutta ingioiellata e sorridente. Il suo volto era ovale, delicato e gentile; i suoi occhi grandi, tremuli, avevano uno sguardo soave e languido che ispiravano tanta dolcezza. Sopra il vestito portava una cintura magica dove erano raccolti tutti i vezzi, le grazie, il sorriso che promette ogni gioia, i teneri dialoghi degli innamorati, i sospiri che persuadono e il silenzio espressivo. Erano sacri ad Afrodite tra le piante il mirto, la rosa, il melo, il papavero; tra gli animali il passero, la lepre, il cigno, il delfino e soprattutto la colomba. Dalle sue varie unioni ebbe alcuni figli: dal troiano Anchise ebbe Enea; dal dio Dioniso ebbe Imene, il dio delle feste nuziali; da Ares ebbe due figli terribili, Eros, amore, e Anteros. I poeti greci raccontano che quando Afrodite ebbe Eros, si lamentò con la dea Temi perchè il figlio non cresceva; Temi le rispose che il bambino non sarebbe cresciuto finchè non avesse avuto un fratello. Allora Afrodite diede vita ad Anteros che significa "colui che ricambia l'amore". Così i poeti, con questa graziosa leggenda, hanno voluto dire che l'amore, per poter crescere, deve essere ricambiato. Fonte http://mitologiagreca.blogspot.com/2007/07/afrodite.html#:~:text=Afrodite%2C la dea della bellezza,la ribellione contro il padre. apollonia
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  32. taglio 2 euro cc paese slovenia anno 2010 tiratura 1.000.000 condizioni bb città trieste taglio 2 euro cc paese slovenia anno 2018 tiratura 1.000.000 condizioni spl città trieste taglio 2 euro cc paese slovenia anno 2014 tiratura 1.000.000 condizioni bb città trieste
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  33. Taglio: 2€ cc Nazione: Estonia Anno: 2019 A Tiratura: 987.500 Condizioni: Spl Città: Bologna Fatto.
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  34. Ciao Blakie. Il "sacro Chiodo" (devono essercene tanti in giro, certificati e garantiti) si trova nella Concattedrale dei Santi Alberto e Marziale di Colle Val d'Elsa, in Toscana. Per secoli la Chiesa fece ampio uso di reliquie, ossa di santi e beati, spine della corona che fu inflitta al Cristo, chiodi e frammenti della Croce, assieme a cose ben peggiori come la vendita delle indulgenze. Il protestantesimo fu una rivolta anche a tutto questo.
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  35. Il modulo da compilare e inviare
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  36. Sono rimasto soddisfatto soprattutto quando le scolaresche di bambini si sono soffermate a guardare e a chiedere. Chissà che non sia riuscito ad avvicinare anche solo un bambino al mondo del collezionismo...
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  37. Io ho sempre collezionato monete e banconote e (oggi meno assiduamente) francobolli. Più tardi ho iniziato anche con atlanti geografici e mappe. Sono collezioni iniziate separatamente per motivi diversi, ma si ricollegano tutte al mio interesse per storia, geografia, geopolitica e macroeconomia.
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  38. Queste le ho trovate su una bancarella, non ho una vera e propria logica per questa fattispecie di collezionismo, sono attratto e mi piace fare ricerche su questo tipo di documenti, quindi quando trovo qualche cosa...
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  39. Non sono battute né risatine, solo buonsenso. Hai idea di quanto siano due milligrammi? E comunque basta leggere la discussione che hai citato: 0,22 grammi ovvero 220 milligrammi, non due. Poi, sinceramente, non capisco e non accetto la tua frase "sta diventando un sito ormai in decadenza questo non mi stupisce che molti se ne sono andati anche utenti storici", del tutto fuori luogo.
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  40. Tra le dotazioni di Gary Powers, il pilota dell'aereo spia statunitense U2, abbattuto nel 1960 sopra Sverdlovsk, c'era anche un dollaro d'argento di questo tipo, contenente una siringa con veleno, destinata al suicidio. Powers non volle o non potè usarla e fu preso prigioniero. Fu poi "scambiato" con la spia sovietica Rudolf Abel; la vicenda dello scambio è narrata nel film "Il ponte delle spie" di Steven Spielberg. https://www.coinbooks.org/v20/esylum_v20n38a25.html https://it.wikipedia.org/wiki/Francis_Gary_Powers https://it.wikipedia.org/wiki/Il_ponte_delle_spie
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  41. Tra pochi giorni ricorrerà la Festa di Ognissanti... SI TOT PRO NOBIS QVIS CONTRA NOS - Se tanti (sono) per noi, chi (sarà) contro di noi? Ferrara, Ercole II d'Este duca IV, Testone 1534 Un gruppo di Santi intorno alla Madonna, genuflessa, al centro; sopra: colomba dello Spirito Santo. La moneta fu fatta coniare dal Duca per celebrare la sua incoronazione avvenuta nel giorno di Ognissanti del 1534. L'immagine proviene dal Catalogo NAC 85 del 2015. Si potrebbe associare anche un'altra moneta (Testone o per alcuni Quarto) dello stesso Duca con medesima impronta ma con legenda VOS DEDISTIS VOS SERVATE - Voi (me lo) avete dato (questo regno), voi conservate(melo) sempre riferita al giorno dell'incoronazione e quindi come invocazione di protezione dai Santi. Di questa non ho immagini a disposizione, ma chi ha il MIR Emilia la trova al n. 292 a p. 68. Visto il periodo e la moneta... quanto sarebbe bello se anziché perdere tempo con le zucche vuote di Halloween ci fossero più persone interessate a queste che non sono leggende d'importazione ma verissime (e stupende) testimonianze argentee della storia di casa nostra!
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  42. Ottimo @Cinna74.... Andiamo ora a SAVONA per un altro gioiellino mistico e sacro.... VIRGO MARIA PROTEGE VERGINE MARIA, PROTEGGI ( LA CITTA' DI SAVONA ) Siamo a Ludovico XII di Francia ( 1499 - 1512) con questo testone della NAC 81, moneta estremamente rara ed importante. Al diritto l'aquila coronata e il coronato conta sempre....al rovescio questo quadro con la Vergine Maria con in braccio il Bambino, rappresentazione elevatissima. Abbiamo un mix tra potere, identità, sacralità e religione il tutto su una moneta, Ludovico XII, Savona città e la Vergine col Bambino, potremmo anche chiamarla comunicazione oggi...
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  43. La nostra monetazione è davvero foriera di motti di natura religiosa tipicamente medioevale....il pirreale d'oro di Costanza e Pietro d'Aragona ne ha addirittura due, uno al dritto e uno al rovescio insieme ovviamente alla indicazione dei due regnanti.Al dritto, summa potencia est in deo, ovvero il più alto potere è in Dio. Mentre al rovescio dalla parte dell' aquiletta, xps vincit xps regnat xps impat, Cristo vince, Cristo regna, Cristo comanda.
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  44. Non riuscendo a modificare il post che avevo creato tempo fa, riallego qui le schede scaricabili sperando di fare cosa gradita a tutti gli utenti...Un saluto Daniele
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