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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/26/20 in Risposte
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Nuovo arrivo in collezione : Emanuele Filiberto Bianco o 4 Soldi 1577 Zecca di Chambery . Mir Savoia 521b . Tondello bello largo , conio centrato !2 punti
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A nord abbiamo anche la Finlandia, Stato che ha sempre avuto un grande frazionamento per quanto riguada le compagnie telefoniche, con molti operatori diversi per diverse zone. Ecco alcuni esempi: Sonera, una ordinaria e una speciale per gli ospedali Avant e HPY (Compagnia Telefonica di Helsinki) La Finlandia ha una regione autonoma, le Isole Åland, arcipelago all'ingresso del Golfo di Botnia i cui abitanti parlano svedese. Queste isole godono di un'ampia autonomia, tanto che hanno una loro bandiera, i loro francobolli e naturalmente le loro schede telefoniche:2 punti
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Yemen del Sud, banconota quasi identica a quella del post #155, al retro è riportato 'Aden', capitale dell'ex Repubblica Democratica Popolare dello Yemen (nazione esistita dal 1971 al 1990), questo biglietto da 500 fils è del 1984, la Repubblica dello Yemen sarà istituita sei anni dopo.2 punti
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No, non hai buttato il denaro (che tra l'altro è il tuo e nessuno può dirti di aver buttato), anzi, a mio parere, hai fatto un buon acquisto.2 punti
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Ciao! Ognuno colleziona ciò che gli piace e questo è pacifico. Nessuna mortificazione è legittima; credo che la perversione alla quale accennava @Brios era riferita a queste coniazioni (come, d'altra parte, quelle d'oro o d'argento coniate anche dall'Italia) rispetto alla collezione di monete circolanti e che assolvono alla loro precipua funzione. Il desiderio di collezionare questo o quello, penso derivi da una pulsione soggettiva, difficilmente sondabile e giudicabile .... vai a capire cosa scatta nella mente, quando ci si fissa su un oggetto; che siano medaglie, monete, tappi di bottiglia o soldatini .... poco importa. Piace e va bene così. saluti luciano2 punti
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Probabilmente sono una persona molto anziana. Non capisco la moda moderna per le monete. E lo considero addirittura una perversione. Forse sto sbagliando. Questo Achille è bello e divertente come un giocattolo per un adolescente. Ma questa cosa non ha nulla a che fare con la numismatica. E, soprattutto, non hanno un fascino storico.2 punti
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@Brios buongiorno, devo confessare che inizialmente non mi piacevano troppo le monete smaltate a colori, poi ho cominciato ad apprezzarle e ne ho postate diverse nel corso di questa lunga discussione. Stamattina ho visto questa di Achille che trovo molto suggestiva, col suo inserto in ematite. Come le altre che ho postato, ha Elisabetta II al rovescio, fa parte della serie "Demigods" di Niue Island: Niue Island è uno stato insulare dell'Oceano Pacifico che dal 1974 tiene uno status di libera associazione con la Nuova Zelanda (ma in realtà vi è annessa). Emette numerose monete, sempre molto curate, riservate ovviamente ai collezionisti. Questa da Two Dollars del 2017 è in argento 0,999, pesa ben 62,2 grammi, con un diametro di 45 mm. Rappresenta il pelide Achille nell'atto di trafiggere al collo l'eroe troiano Ettore, che lascia andare lo scudo, che su questa moneta è impreziosito da un inserto in ematite. Fu messa in vendita al prezzo di 329,99 dollari statunitensi, ma ovviamente oggi è introvabile I troiani in fuga tentavano di mettersi al sicuro dentro le alte mura della città. Un solo guerriero si fermò ad aspettare il nemico: era Ettore, il più coraggioso. Dall'alto degli spalti suo padre il re Priamo, lo chiamò disperato: "Achille è invincibile, non affrontarlo! In questa orribile guerra già sono morti molti tuoi fratelli, non voglio perdere anche te!". Sua madre, Ecuba, tese le braccia verso di lui e pianse. Ettore ebbe un attimo di smarrimento, era tentato di cercare la salvezza senza combattere, ma poi si riprese: non poteva coprirsi di vergogna, doveva affrontare l'invincibile guerriero greco. Ed ecco Achille si avvicinò, scuotendo l'enorme lancia e urlando il suo grido di guerra. Sembrava Ares, il dio della guerra, e improvvisamente il terrore s'impadronì di Ettore, che cominciò a correre attorno alle mura, inseguito dal nemico. La dea Atena, che parteggiava per Achille, apparve ed Ettore sotto l'aspetto di suo fratello Deifobo: "Smettila di fuggire, non è degno di te", gli disse. Ettore ringraziò quello che credeva suo fratello e affrontò Achille: "Se vincerò", disse "giuro che restituirò il tuo corpo, perché abbia onorata sepoltura. Chiedo a te la stessa promessa". Achille scoppiò a ridere : "Non si fanno patti tra l'agnello e il lupo", rispose, "la vittoria è già mia". Achille lanciò la sua asta, ma Ettore la schivò e l'arma si perse lontano, alle sue spalle. A sua volta Ettore scagliò l'asta, che colpì in pieno lo scudo di Achille, e la rimase. Allora il troiano chiese a Deifobo un'altra lancia e si accorse dell'inganno: colui che credeva suo fratello era sparito. Deciso a vendere cara la pelle, si gettò su Achille con la spada sguainata, ma il greco lo colpì nell'unico punto lasciato scoperto dall'armatura: il collo. Mentre Achille tornava al campo trascinando dietro il cocchio il corpo di Ettore, Ecuba, dalle mura, lanciò un urlo di dolore. Tutti i troiani piansero il loro eroe.2 punti
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Mi sembra di capire che tutti concordate per il fiore a 5 petali coniato male... Però vorrei meglio apprendere il significato di "coniato male"... Per me sarebbe definibile così se il fiore fosse evanescente, se mancasse di uno o più petali e via discorrendo, mentre a me sembra qualcosa di diverso, e come già anticipato, più simile alla rotella a 5 raggi che ad un fiore a 5 petali, è chiaro che non ho la pretesa che la mia idea venga condivisa dai più ma ritenerlo semplicemente un "fiore coniato male" mi sembra alquanto riduttivo... La moneta non è in conservazione eccelsa e le foto non aiutano per niente ma la testa del Re presenta la maggior parte dei capelli in zona centrale e delle gemme della corona quindi non si può nemmeno parlare di forte usura... Comunque ringrazio tutti per il vostro parere e per il tempo dedicatomi...2 punti
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Gentile Giovanna, la passione nasce nel momento stesso cui hai il "primo contatto", lo puoi avere a 15 anni, oppure a 50 anni. Gli eredi che non trovano le monete, avranno qualcos'altro in cambio, il ricordo del nonno per i nipotini sono più importanti per i figli che per i nipoti. Tutto è relativo, ci sono collezioni da 200 monete anche molto importanti che possono essere tesaurizzate e dimenticate in cassetta in attesa di un pro erede interessato, ci sono altre collezioni, probabilmente più complesse che richedono un'architettura e sapienza completamente diverse e non possono restare in balia degli avvenimenti. Io sono il primo beneficiato di un lascito, molto probabilmente senza il quale non sarei mai diventato un collezionista e studioso di monete, ma era un nucleo omogeneo e contenuto per valore e numero di pezzi, di facile gestione. Poi, gentile Giovanna, non è certo "Picchio docet" ognuno ha punti di vista quanto mai validi ed importanti. La numismatica è un fattore fortemente emozionale, il denaro meno e vanno conciiato questi due aspetti. All'età delle mie figlie, giravo già l'Europa a cercare monete, con la "mia" mitica Fiat UNO 55 culur trasù de ciucc (con tanto di aria condizionata che non si poteva accendere altrimenti la macchina non superava i 70 km/h); dal venerdì al lunedì arrivavo sino a Amburgo, Amsterdam, Lione, Marsiglia, Monaco in Baviera, Innsbruk, Napoli, Roma, e sa il cielo dov'altro a cercare monete. Queste cose o le hai dentro o non ti vengono. I miei amici andavano alle feste, discoteca ed al mare e io partivo per monete. Il lunedì sera ci vedevamo spesso tutti stravolti dal week end, io avevo il vantaggio di non aver buttato via il mio tempo (almeno dal mio punto di vista). Poi tre sere alla settimana con mio padre a studiarle, erano altri tempi e si potevano tenere a casa. Ci passavo ore con il "mio vecchio" a guardare cataloghi d'asta, a cercare di capire perchè una moneta era fdc ed una che mi sembrava uguale, solo splendida. Oggi lo faccio da solo. Una collezione deve essere vissuta, lasciarla in eredità è un impegno tutt'altro che trascurabile, sia per l'impiego finanziario sia per la dismissione, lasciata ad eredi non pratici può essere un "danno"..2 punti
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Buonasera a tutti. La ricorrenza della sua morte è stata il 13 Ottobre. Fucilato nel castello di Pizzo il 13 di Ottobre 1815. Di seguito la lettera che fece consegnare all'amata moglie: " L'ora fatale sta per suonare: fra qualche ora non avrai più sposo e i miei figli non avranno più padre. Ricordatevi di me, non maledite la mia memoria. Muoio innocente: la mia vita non saprebbe essere insudiciata da un giudizio ingiusto. Addio Achille mio, addio Letizia mia, addio Luciano mio, addio Luisa mia; mostratevi sempre degni di me. Vi lascio su una terra straniera, in mezzo a numerosi nemici; siate sempre uniti, mostratevi superiori all'avversita', siate virtuosi, ricordatevi di ciò che siete piuttosto che di ciò che siete stati; non maledite la mia memoria e date qualche lacrima al mio ricordo. Il più grande dolore che provo al mio ultimo momento è di morire lontano dai miei figli, lontano dalla mia amica e di non aver alcun amico per chiudermi gli occhi. Addio mia Carolina, addio figli miei, ricevete la mia benedizione paterna, i miei più teneri abbracci. Addio, addio; non dimenticate mai il vostro sventurato padre. " Dal Pizzo il 13 Ottobre 1815 GIOACCHINO M. P. S. Spero che il mio corpo vi sarà spedito: è la preghiera che farò e che ho già fatta. Purtroppo questo suo ultimo desiderio non venne esaudito, il suo corpo senza nessuna pietà, fu dai soldati chiuso in una cassa di legno e gettato nella fossa comune sotto la Chiesa parrocchiale.... Non fu mai ritrovato. Vorrei ricordarlo e Onorarlo con le sue monete. E se vi fa piacere... condividete anche le vostre monete di Re Gioacchino.1 punto
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Moneta interessante per chi colleziona i falsi d'epoca savoia nella prossima Asta Bolaffi !1 punto
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CARATTERISTICHE PRINCIPALI Peso:129.50 grammi Diametro:60 mm Metallo Presunto: bronzo1 punto
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Uscita da poco su sixbid: https://www.sixbid.com/en/ferrarese/7544/italian-mints/6163234/stato-pontificio-bologna Lira della carestia per la zecca di Bologna, Clemente VII, moneta molto importante rara e ricercata. E' l'esemplare NAC 90 che aveva fatto 7800 diritti compresi, presentato con base a 8500. Praticamente chi l'ha comprata non ci ha guadagnato niente, se il prezzo non sale. Pero' vedo un bel buco otturato (lavoro ben fatto a mio parere) che nessuno ha dichiarato e una preoccupante frattura passante del tondello che potrebbe portarsi via una 'fetta' di moneta. Per il resto e' anche ben conservata, anzi direi al top. Che ne dite ? Come passaggi in asta ho visto quello della collezione Rambaldi che e' quasi sicuramente un riconio, la collezione Muntoni pure e la collezione Ruchat dove sicuramente non e' un riconio ma non arriva al B. L'unica sicuramente del '500 con rilievi apprezzabili che ho trovato e' questa. Qulacuno ha altri passaggi o informazioni di altre vendite passate ? grazie1 punto
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Come disse George Best: "ho speso gran parte dei miei soldi per alcool, donne e macchine veloci, il resto l'ho sperperato"1 punto
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Interessante: avevo notato qualche settimana fa questo esemplare, ma non ne avevo rilevato la provenienza, solo la rarità. In effetti è forse l'unico originale comparso in asta recentemente, NAC 90 (prima di questa): nell'occasione realizzò "solo" € 6.500, pur partendo da una stima di € 7.000, e ciò a causa della base d'asta inferiore alla stima, e la verosimile scarsa appetibilità dovuta al buco non dichiarato. Questo articolo di Roberto Ganganelli descrive la storia di questa moneta. https://www.ilgiornaledellanumismatica.it/parole-monete-quelle-controverse-lire-bolognesi-nate-dalla-carestia/. Gli esemplari coevi presentano, oltre alle caratteristiche di "rotondità" del tondello e assenza di usura, anche una rosetta (piccola o grande) in fondo alla lunga didascalia di rovescio. La foglietta in basso sarebbe invece presente sui riconii (e presente anche nel conio conservato nel museo della Chiesa di San Domenico a Bologna, in disponibilità dei frati Domenicani che per il bicentenario dell'evento procedettero a riconiare tali "Lire") così come sulle monete d'oro da 3 e 10 ducati, anch'esse verosimili riconi settecenteschi. Rimarchevole trattarsi della prima moneta bolognese da una "Lira". Ne parla anche Stefano di Virgilio nel BdN n. 20 https://www.numismaticadellostato.it/pns-pdf/materiali/flip/BdNonline_Materiali_20_2014/mobile/index.html#p=6, a p. 7, mentre a p. 197-199 e 218-222 vengono presentate le immagini dei 10 e 3 ducati d'oro, e delle lire originali, riconii e false della Collezione Reale.1 punto
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In questo caso ti perdono! ? E' che soffro moltissimo quando vedo o sento storpiare la nostra bella lingua o inquinarla, come fanno molti, con barbarismi inutili !1 punto
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Terre lontane : due Schede emesse per ricordare l' ASSOCIAZIONE GRANDE NORD , la prima con un orso bianco, l'altra con l'immagine dei ghiacci delle Svalbard che si specchiano nel mare.1 punto
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Afrodite rinfrescata dopo il bagno [Bronze objects] ROMAN. Bronze statuette of Aphrodite. Circa 1st-2nd century AD. Height 145mm. A solid cast figurine of Aphrodite, after the 4th century BC Greek original. Aphrodite stands fresh from her bath, nude, controposto with her right knee forward, while wringing out her wet braids. Her facial expression somewhat vacant, but the body beautifully modeled. A well preserved specimen of a popular Roman bronze statuette. Cf. Collection Dutuit, 28. Variegated green patina, worn down to red in spots, a few areas of heavier corrosion, especially the left foot. Sale: CNG 72, 14 June 2006, Lot: 2890. Estimate $2500. Sold For $2200.1 punto
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Ciao, si tratta sicuramente di un antoniniano molto raro di Valeriano infatti in rete non ho trovato molto con la figura del sole (nel rovescio) che sorregge il globo ma solitamente un "frustino" , se ti può aiutare dai un occhio qui: https://www.forumancientcoins.com/monetaromana/corrisp/a091/a091.htm IMP C P LIC VALERIANVS AVG ORIENS AVGG1 punto
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Condivido fino a un certo punto, semplicemente penso che questa moneta sia un oggetto ben fatto, al pari di quelle russe smaltate a colori vivaci che tu stesso hai postato giorni fa. Anche quelle mi sono piaciute, come credo piacciano anche a te che le raccogli. Oltre tutto, seppure non emesse per la circolazione, queste sono monete come tutte le altre commemorative d'oro e d'argento emesse anche dal nostro Paese. Queste in ogni caso possono piacere come qualsiasi altra cosa che susciti il desiderio di essere collezionata, non per questo bisogna credere di essere un adolescente o un perverso per apprezzarle. E poi credo che non sia giusto mortificare chi ama metterle in bell'ordine nel suo monetiere. Ti mando un cordiale saluto HIRPINI1 punto
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1941 Belgio - Leopoldo III° - 5 Cent e 5 Franchi in zinco1 punto
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Buongiorno. Questo libro non tratta Napoli in modo specifico ma, comunque, si occupa anche di Napoli in modo trasversale. Molto utile per chi vuole entrare nelle dinamiche monetarie, di mercato e socio-economiche del periodo. “ Moneta e mercato nel 500 " di Aldo De Maddalena1 punto
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A mio avviso quando compriamo qualcosa che ci piace e ci appassiona, non buttiamo mai il denaro, indipendentemente dalle valutazioni di mercato, la passione va oltre1 punto
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@pizzamargherita è sempre un piacere leggerti e avere notizie del Sergente, sai quanto io lo ammiri e lo apprezzi. Sappi che anche noi abbiamo il nostro fiume sacro: E' l'Ofanto, l'antico Aufidus che nasce tra i monti della verde Irpinia. Spesso vi torno, è Castrum Carissanum il mio paese natio, che dall'alto della rupe guarda al fiume. Vi passò Annibale e da ragazzi vi facevamo il bagno. Le sue acque allora erano pulite. Abito in città e anch'io spesso riguardo le mie collezioni di francobolli: Regno d'Italia, Colonie, Uffici Postali all'Estero, Colonie francesi ecc. ecc., però non ne ho del CNL, non me ne voglia il Sergente, solo alcuni della GNR ? ! Alla prossima HIRPVS1 punto
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Il più bel 1821 Carlo Felice che ho visto è passato da Bolaffi lo scorso anno, non FDC ma veramente prossimo... da una base di 500€ ha chiuso a... 20K € (più diritti) https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=3552&lot=10021 punto
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Ciao a tutti, Volevo, se vi fa piacere, condividere con voi la mia seconda moneta romana... Rigorosamente sempre della serie Fel Temp Reparatio. Ringraziando in anticipo per i vostri commenti... Saluti. Rif. RIC 174 PESO g 5,75 DIAMETRO mm 21,83 Zecca di Tessalonica Dritto1 punto
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@Hirpini Ho aperto wildwinds. Ti ringrazio per la corretta indentificazione. Che bella pulizia hai fatto alle fotografie! La differenza nei dettagli tra l'originale e il falso sono ancora più evidenti. Certo che l'immediata risposta di @dux-sab è stato come un colpo di maglio. Incontrovertibile, disintegrante. Frase in inglese posta da @Hirpini tradotta: ...questa moneta è stata autentificata da un membro dello staff numismatico della Banca Leu di Zurigo, nel 1980 circa. Da oltre 40 anni appartiene alla famiglia di un famoso esperto (collezionista) internazionale di oggetti antichi. L'intervento di @dareios it sulle riproduzioni degli stampi originali e la produzione di copie (poche) di monete ad uso espositivo in musei e per collezionisti (facoltosi) spalanca una finestra su queste importanti riproduzioni. È mia personale opinione che tutto il processo di lavoro fosse accompagnato da uno scritto certificante, in numero di pezzi prodotti e destinazione. Per la punzonatura della R (riproduzione) citata da @MarcoAu penso proprio che, nel 700, in certi ambianti, non venisse presa in considerazione. Per completare, manca quello che tutti noi chiediamo: che @alberto119 completi la sua richiesta di identificazione indicandoci la provenienza della moneta chiudendo con un benefico saluto di soddisfazione dei lamonetiani intervenuti in questa interessante discussione. Ho raggruppato in un unico intervento le ultime discussioni. Spero senza proppi strafalcioni. Un saluto cordiale da PizzaMargherita.1 punto
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Al contrario, sono onorato di essere citato da te su questo forum e felice che il mio contributo sia utile! Inoltre, ho a mia volta "scopiazzato" le tirature dal Crapanzano-Giulianini Vol. II, informazioni che a suo tempo ebbi dal sempre ottimo @nikita_ (quindi, gira gira, i meriti sempre lì vanno... ?) Quanto al contenuto della cornice, vedo 1 assegnato da 9 Paoli, 5 da 10 Paoli e un "resto" sempre da 10 Paoli. I Resti erano emissioni di piccolo taglio (il 10 Paoli è il taglio più grande) del Monte di Pietà e del Banco di Santo Spirito sulla stessa carta filigranata degli assegnati (scritta "REP. ROM." in filigrana) create per il piccolo cambio (i "resti" appunto) successivamente agli assegnati. Per quanto riguarda le date, non mi risulta che esistano date rare né per gli assegnati né per i resti. La data di emissione per gli assegnati è unica, il 22 settembre 1798 (quel "1 Dell'Anno 7" che si vede in alto a sinistra, sotto il bollo col fascio consolare, è la data secondo il calendario rivoluzionario francese) mentre le date dei resti sono scritte a mano all'atto dell'emissione. Il periodo in cui circolarono questi biglietti fu molto breve (un annetto circa), durante l'occupazione francese del centro Italia. Nessuno di questi esemplari è raro, sono tutti molto comuni. Esistono due varietà rare da 10 Paoli, una con la dicitura errata "paloi" anziché "paoli", e una con la scritta "DIECI" in minuscolo. Nonostante l'ampia tiratura, gli assegnati più rari sono quelli da 3, 5 e 10 bajocchi, perché furono gli unici ad essere convertiti in moneta "fina" (metallica) quando andarono fuori corso, i tagli più grandi furono semplicemente demonetizzati. Stessa sorte per i resti, che si trovano quindi in gran quantità (soprattutto da 50 e 60 baj e 10 paoli...). Anche se il Krause li include nel capitolo sullo Stato Pontificio, si tratta effettivamente di valuta di occupazione emessa durante la breve vita della Repubblica Romana, controparte amministrativa del saccheggio dello Stato Pontificio da parte delle truppe napoleoniche.1 punto
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buongiorno, credo di aver individuato la moneta. officina Mesocco IO.IA.TRI.MA.VIGL.LE Gian Giacomo Trivulzio, conte di Mesocco, marchese di Vigevano MARESCAL. FRANCOR. trillina con le tre crocette si trova nel CNI volume IV Lombardia, pagina 441, riga 162 non è medievale per una manciata di anni. Dopo il 1499.1 punto
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Buongiorno yaya, leggo ora, con tanti anni di ritardo, questo post ed essendo questa medaglia in mio possesso, posso facilmente esaudire la tua richiesta di vederla. E' veramente molto bella!1 punto
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Intanto complimenti davvero a @L. Licinio Lucullo per le capacità sintetiche e divulgative, ogni volta resto senza parole. Le tesi di Pedroni sono, assieme a quelle di Coarelli, le più suggestive e argomentate fra quanti si discostano dall’ortodossia della cosiddetta scuola anglosassone (eminentemente Crawford). Io credo che finchè le cose che non sappiamo sulle origini della moneta romana superano ( e di tanto) quelle che sappiamo, le pretese di ricostruzione sistematica, da chiunque vengano, posano su basi fragili. Ad esempio il bronzo Minerva/Aquila 23/1 è oggetto di uno studio specifico di Burnett e Andrew McCabe @ahala che fornisce inoppugnabili argomenti sulla sua produzione siciliana. https://www.academia.edu/31464952/Burnett-McCabe_An_early_Roman_struck_bronze_with_a_helmeted_goddess_and_an_eagle_in_Nomismata_Studi_di_Numismatica_antica_offerti_ad_Aldina_Cutroni_Tusa_per_il_suo_novantatreesimo_compleanno1 punto
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PREMESSA Pedroni ritiene che le prime iconografie valessero a identificare l’origine della ricchezza monetata, tenuto conto che le prime monete romane nacquero per redistruibuire la preda bellica secondo due canali differenti: - i fusi, a cura dei censori (in anni censorî, quindi), per restituire ai cittadini almeno in parte il tributum; - le monete coniate, a cura dai comandanti militari, per gratificare le truppe. Probabilmente le zecche erano vicino ai luoghi ove era stato reperito bottino (ma quello di Taranto fu monetato ad Alessandria per Cr. 21/1). Per penetrare mercati allogeni fu adottata la metrologia magno-greca e tipologie “ibride”, con tipi “romani” su una faccia e “locali” (spesso, il fondatore mitico della città debellata) sull’altra. Nel 269 fu attivata la zecca urbana (Zonara collega l’evento con l’afflusso di ingenti ricchezze, che un passo di Dionigi di Alicarnasso permette di identificare nel bottino di Reggio); nell’occasione la legenda cambiò da ROMANO a ROMA (a decorrere da Cr. 25/1) e furono restituiti alcuni tipi tradizionali, sui quali la funzione identificativa fu assolta da un simbolo (falcetto, clava, ghianda). Da quella data il tributum fu restituito anche con l’argento. Tanto premesso, la cronologia deve essere compatibile con tre considerazioni: - le tradizioni storiche datano l’argentum signatum del populus Romanus al 275 (Plinio 42), il primo nummus argenteus di Roma al 272 (fonti derivate da Eusebio di Cesarea) e l’argentum signatum al 269 (Plinio 44, Livio e Zonara); - le riduzioni ponderali del bronzo non potevano non cadere in anni censorî (perché le svalutazioni comportavano ineluttabilmente la revisione delle liste di censori); - lo standard della didracma varia da 6,5 scrupoli (Cr. 13/1) a 5,75 (Cr. 22/1) e infine 6 (Cr. 25/1). L'AES GRAVE E LA MONETAZIONE ROMANO-CAMPANA Per Cr. 1/1 la data proposta da Mommsen e Sambon (338) appare preferibile: la moneta sarebbe stata emessa da Campani che avevano appena ricevuto la civitas, probabilmente sine suffragio, per commerciare con Neapolis. Nel medesimo contesto si inserirebbe il lingotto Cr. 3/1. Nel 289, con l’istituzione dei tresviri monetales, furono emesse le prime serie fuse su standard di 300 scrupoli. Che tale fosse lo standard romano dell’epoca è confermato dalla sua riproposizione nelle serie fuse delle colonie di Luceria (fatta colonia nel 313) e Venusia (dedotta nel 291), seppur frazionate su base decimale[1]. La prima in assoluto potrebbe essere stata Cr. 19, perché la raffigurazione di Castore sull’asse (che ricorda la battaglia del Lago Regillo) e del Tevere sul semisse potrebbero alludere alla conquista, nel 290, dell’Alta Sabina, dalle cui ricchezze quindi potrebbe derivare il metallo monetato. Cr. 18 sarebbe successiva al 289 e precedente al 275. Si potrebbe datarla al 277, quando fu presa Crotonem, cui i tipi apollinei potrebbero alludere, ma non fu anno censorio. Appare allora più probabile il 282, quando i consoli C. Fabrizio Luscino[2] e Q. Emilio Papo sconfissero, rispettivamente, città sannite e lucane e i Galli Boi, anche se risulta arduo individuare una connessione con i tipi delle monete. La didracma Cr. 13/1, con standard di 6,5 scrupoli viene datata al 275 e attribuita alla zecca di Metaponto. È coniata sul piede campano di circa 7,30 g per renderla accettabile al mercato, benché forse fosse già in vigore quello magno-greco ribassato di 6,6 g. Contemporaneamente furono emesse la litra argentea Cr. 13/2 (0,65 scrupoli) e la mezza litra enea Cr. 17/1 (4,5 scrupoli); di quest’ultima esiste un riconiatura su moneta siracusana databile al 280, nonché l’identità stilistica con i bronzi (HN Italy 210-211) di Cosa, colonia dedotta nel 273, per la quale è plausibile che la colonia abbia copiato l’emissione della metropoli, precedente di due anni, in segno di devozione politica. Contemporaneamente, nel 275, fu emessa la serie fusa Cr. 14, con standard di 288 scrupoli[3]. I tipi adottati, Giano e Mercurio, sono gli dei tutelari dei patti e del commercio, riferimento coerente a una tematica nazionale; potrebbe significare che per questi bronzi fu monetato il metallo dell’Erario. È probabile che in quest’epoca fosse fissata una parità metallica (con rapporto 1:132) per cui la didracma (da 6,5 scupoli, suddivisa in 10 litre argentee) valeva 3 assi oppure 96 litre enee (forse corrispondenti a 480 chalkoi); da ciò deriverebbe la riduzione dello standard da 300 a 288 scrupoli. È significativo che i nominali più bassi pesino, in proporzione, di più dell’asse: forse la riduzione non fu applicata ad essi per non svantaggiare i ceti meno abbienti e i commerci più minuti. Per la didracma Cr. 15/1, con standard di 6,4 scrupoli (pari a 6,5 ribassati), viene proposta la data del 274 e la zecca di Arpi (anticamente Argo Ippio), forse evocata dal tipo del R/, che peraltro emise argenti proprî di peso medio analogo (6,92 g secondo Thomsen). Si collocherebbe in serie con la litra in bronzo, Cr. 2/1. Contemporaneamente fu emessa la litra enea Cr. 2/1. La didracma Cr. 20/1, con standard di 6,25 scrupoli (pari a 6,5 ribassati), viene datata al 273 supponendosi che fossero monetarî Q. Ogulnio Gallo e N. Fabio Pittore, componenti (forse proprio per la carica rivestita) dell’ambasceria ad Alessandria, e abbiano commemorato la statua della lupa collocata nel 296 dai fratelli Q. e Cn. Ogulnio e il dio ritenuto antenato dei Fabii. Viene attribuita alla zecca di Eraclea, richiamata dal tipo del D/ (Cicerone accenna a un trattato tra le due città, che potrebbe datarsi proprio al 273). Fu anche emessa la litra enea Cr. 16/1. Nel 273/272 non furono emesse monete fuse, per cui probabilmente il cambio teorico rimase fissato nel rapporto di 1:3 con l’asse Cr. 14/1. La didracma Cr. 22/1, con standard di 5,75 scrupoli (pari a 6 ribassati) presenta peculiarità stilistiche e marchi di controllo mai più presentatisi sulle monete di Roma, ma affini a quelli in uso alla zecca di Alessandria, cui pertanto viene attribuita. Peraltro, il piede tolematico era compatibile col peso di queste monete. Mattingly ha proposto la data del 273, in occasione dell’ambasceria romana a Tolomeo Filadelfo, ma è più probabile il 272 (data per questo tramandata da Eusebio di Cesarea), dopo la presa di Taranto (probabilmente ricordata dal tipo al R/) che averebbe fornito il metallo da monetare. L’aggio elevato (0,25 scrupoli) si spiegherebbe con le spese di trasporto per e dall’Egitto. Contemporaneamente fu emessa la doppia litra enea Cr. 23/1 e probabilmente la serie fusa Cr. 21, che presenta la medesima, peculiare raffigurazione della dea Roma. Il peso medio dell’asse, 240 scrupoli, malgrado fosse in vigore uno standard di 252 scrupoli (meglio che 250 scrupoli, valore riconosciuto dagli studiosi per quest’epoca) si spiegherebbe per mantenere il rapporto di cambio 1:3 pur adottando la parità di 1:126, affine a quella tolemaica di 1:125. Alla zecca di Roma e, quindi, alla data del 269 va attribuita la serie Cr. 25, la prima a legenda Roma, comprendente tanto la didracma (su standard di 6 scrupoli) che i fusi (su standard di 252 scrupoli). Fu probabilmente coniata monetando il bottino di Reggio (cui il falcetto alluderebbe, essendo stata Reggio fondata da coloni di Messina-Zancle). È significativo che vengano riproposti i tipi della prima didracma (Cr. 13/1) e dell’asse Cr. 14/1, a conferma che anch’essi erano contemporanei. La serie comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 25/3. Sempre nel 269, a fini commemorativi, le zecche esterne all’Urbe emisero, sempre sullo standard di 252 scrupoli, l’asse Cr. 37/1. Nella serie Cr. 26 il simbolo è presente esclusivamente sui fusi: potrebbe dedursene che argento e bronzo avessero provenienze diverse. Il simbolo (ghianda, connessa con il culto di marte) rimanda alla liberazione di Messana (264/263), sottratta appunto ai Mamertini. Lo standard del bronzo è ancora di 252 scrupoli. La serie comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 26/3. Tra il 263 e il 258 lo standard del bronzo fu abbassato a 240 scrupoli, presente nelle emissioni Cr. 24, 27, 35 (con significativi ribassi) e 36 (con ribassi ancora più sensibili). Nel 258, quando era censore C. Duilio, fu emessa la serie fusa della prora (Cr. 35) per commemorare il primo trionfo navale, da lui stesso conseguito nel 260 dopo la vittoria di Mylae: tipi innovativi per un evento unico. Giano richiama il tempio che egli fece erigere nel Foro Olitorio. Sappiamo peraltro dal suo elogio funebre[4] che “praedad popolom (donavet)”, verosimilmente quindi proprio con questi bronzi. La serie Cr. 27 presenta una clava e, quindi, rinvia alla conquista di una città chiamata Eraclea: forse Drepanon (nella Sicilia occidentale), conquistata nel 242, supponendo che possa essere la prima “Eraclea” fondata da Dorieo di cui parla Diodoro Siculo (IV, 23, 3). La serie va allora datata al 242/241 e comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 27/2, e due monete di taglio anomalo (forse 1/40 e 1/80 di asse), Cr. 27/3 e 27/4, probabilmente emesse per supplire all’esigenza di numerario in terre sottratte ai Punici (fra cui Lilibeo ed Erice). La serie con la ruota (Cr. 24) presenta una struttura analoga, con un tipo innovativo e fisso al retro. Potrebbe riferirsi all’inaugurazione della strada militare Agrigento-Palermo, che un miliario rinvenuto nel 1958 attribuisce a C. Aurelio Cotta. Questi fu console nel 252 e nel 248; nella prima occasione (anno censorio) celebrò un trionfo de Poenis et Siculeis dopo aver conquistato Lipara e Thermae e forse avviato la realizzazione della strada. Notevole l’emissione straordinaria del tressis (Cr. 24/1), a indicare che era ancora in essere il cambio 1:3; si tratterebbe pertanto di una “didracma di bronzo”. A questa serie va probabilmente collegato il piccolo bronzo di taglio anomalo Cr. 26/4, che ne riprende l’iconografia sia al dritto che al retro; forse si trattava di un terzo di quartoncia (peso teorico 1,66 scrupoli, peso medio degli esemplari censiti 1,46 scrupoli). __________________ [1] Pedroni osserva che furono tuttavia emesse monete su standard di 336 scrupoli e suddivisione decimale, con legende in lettere latine, da Hatria (colonia dedotta nel 289) e dai Vestini (alleatisi con Roma nel 301), nonché - senza legenda - da Ariminum; quest’ultima serie deve essere precedente alla costituzione in colonia (datata al 268) perché una semioncia è stata rinvenuta in strati relativi alle mura della colonia stessa (come riferito da Balbi de Caro). Lo studioso ne deduce che nel medesimo periodo (inizî III secolo) Roma spingeva le colonie apule a monetare con il proprio standard per occupare un mercato ove i fusi non erano ancora presenti, quella adriatica e gli alleati Vestini con lo standard gallico (autonomamente in uso ad Ariminum) per indebolire l’economia gallica in vista dello scontro decisivo (al lago Vadimone nel 284/283). [2] Secondo Dionigi di Alicarnasso, egli si vantò con gli ambasciatori di Pirro che da console (nel 282) con il bottino sottratto a Sanniti e Lucani aveva non solo arricchito l’armata, ma anche restituito il tributum. [3] Una glossa di Festo ci riferisce che quell’anno una legge o plebiscito diminuì il librario (misura dei liquidi), e quindi probabilmente la libbra, da 480 a 288 scrupoli: potrebbe trattarsi di un ultimo tentativo di mantenere l’aggancio tra libbra e asse, malgrado le progressive svalutazioni di quest’ultimo. [4] Tramandatoci dall’iscrizione ILLRP 319, di età imperiale.1 punto
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Lo strappo definitivo sarà però assestato dalle emissioni itineranti di Cesare, che nel proseguire le innovazioni avviate dallo zio (perché anche Silla era stato sposato a Julia, non solo Mario ...) le porta a perfezione. Quando Cesare passa il Rubicone, infatti, diviene nemico pubblico: diventa impossibile per lui, ricevere denaro contante. Da questo momento comincia allora a far battere moneta alle sue legioni. Queste emissioni sono particolari e (a mio avviso) tutte molto belle e presentano tre peculiarità: - fanno riferimento a eventi contemporanei; - abbandonano l' "obbligo" di raffigurare un dio, al dritto; - adottano soluzioni iconografiche innovative. La prima di queste emissioni è forse la più intrigante: la moneta con l'elefante che calpesta il serpente Moneta importantissima: la prima emessa in aperta illegalità, con il nome di un privato, in aperta sfida al Senato. È una delle monete con maggiore tiratura di tutta la Repubblica. Una tradizione antiquaria fa risalire questa moneta a Mediolanum, ove il proconsole risiedeva quando non era in campagna militare; Cr. la attribuisce a una zecca itinerante; Sear ipotizza che sia stata coniata in Gallia, prima della marcia su Roma, oppure nell'Urbe, monetando il tesoro pubblico abbandonato dai pompeiani; Banti-Simonetti riporta genericamente Gallia Cisalpina; Grueber ipotizza una zecca militare a Milano o Ravenna; Ulrich-Bansa propende per Ravenna. Secondo D. Van Meter (The Hanbook of Roman Imperial Coins) la moneta, coniata nel 49-48 per finanziare l'invasione dell'Italia, l'allegoria si riferirebbe alla salvezza della Repubblica (il serpente), schiacciata da Metello Scipione (la cui gens avevao raffigurato un elefante sulle proprie monete). Generalmente si ritiene che ad essere calpestato sia un dragone; l'elefante africano non alluderebbe solo alla vittoria contro Ariovisto nel 58 (il dragone era lo stendardo dei Germani) ma anche al nome di Cesare, che scoprì l'esistenza nella lingua dei Mauri di una parola omografa che significava elefante. Il Grueber, pur riportando il dragone nella descrizione della moneta, nelle note interpreta il simbolo come un carnyx così come mostrato nel denario contemporaneo di Postumius Albinus Brutus (Cr. 450/1). Generalmente il carnyx viene raffigurato con forma lunga e dritta, terminante poi curvo con testa di cinghiale; nella moneta in questione se in alcuni conî si potrebbe vedere il carnyx in altri per la forma sinuosa e per la testa piccola si ha più l'impressione che sia un serpente, anche per quella forma a puntini che di solito viene utilizzato per identificare un serpente come in un denario contemporaneo della Acilia (Cr. 442/1). Gli autori anglosassoni (Sear, Crawford e Sydenham) indicano "dragon", così come il francese Babelon, che lo ritiene il simbolo dei germani. Altri invece sostengono che si tratti di un serpente che rappresenterebbe, secondo il Riccio, tutti i nemici di Cesare. Da notare come solo a partire dall'800 gli autori hanno cercato di fornire un'interpretazione di questi simboli. Altro problema spinoso, e non di poca importanza, è la datazione. Crawford fa scuola e la maggior parte delle opere edite dopo il suo lavoro ne seguono le tracce. E' uso quindi datare la moneta al 50-49 o 49-48, in concomitanza colla sottomissione della Gallia; il Sear propone invece il 54-51, all'epoca della guerra coi Germani. Gli emblemi religiosi sono raffigurati nella monetazione romana come simboli di incarichi sacerdotali. La brocca ed il lituus sono immagini che rappresentano le funzioni legate a due dei più autorevoli collegia religiosi: i Pontifices e gli Augures. Entrambi assicurano la leggitimità di ogni azione politica, assicurando la salvezza dello stato romano grazie al rispetto del volere divino. Gli emblemi hanno quindi dei precisi riferimenti alla cultura romana dell'augurato e del sacrificio. Agli Augures che hanno il compito di prendere gli auspices, per determinare il favore divino, detentori del lituus; al Pontifex Maximus che esercita il controllo assoluto sui pubblici sacrifici, preparando ad esempio il vino sacro delle libagioni, per assicurare una perfetta aderenza ai dettami liturgici del mos maiorum. Questi simboli instaurano poi un diretto legame tra i riti tradizionali ed il potere politico della magistratura repubblicana. Proprio Cesare ricopre la maggior parte delle cariche religiose (Flamen Dialis nell'87 o 86, Pontifex nel 73, Pontifex Maximus nel 63 ed Augur nel 47). A scopo propagandistico decide di battere monete che richiamino la sfera religiosa e riportino emblemi liturgici, creando un nuovo tipo che focalizzi l'iconografia esclusivamente sugli strumenti simbolo. Questa è intesa a enfatizzare la sua autorità suprema, la funzione delle immagini è, infatti, di rappresentare un potere eccezionale e gli emblemi scelti per questa emissione diventano un'occasione per presentarlo come uno dei tradizionali magistrati repubblicani, con un carisma eccezionale. Al R/ l'elefante, già simbolo scelto dai Metelli (RRC287-288) rappresenta un simbolo di forza inarrestabile, come gli elefanti di Giuba erano stati un ingrediente fondamentale della propaganda di Scipione ed un fattore determinante nel suo esercito. A Tapso Cesare cattura sessanta elefanti, pronti da schierare davanti alla città (B. Afr. 86) e la celeberrima Legio V Alaudae riceve proprio l'elefante come emblema del coraggio in battaglia (App, BCC II, 96). Da Panormo a Tapso, dalla gens dei Metelli a quella Iulia nella persona di Cesare, lo stesso animale è stato simbolo di maestosa potenza che a Tapso diventa prerogativa esclusiva del nuovo signore di Roma1 punto
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Perdonatemi il "salto in avanti" nel tempo, ma mi sembra giusto che l'abbandono di questo sistema iconografico fu avviato da Silla. In primo luogo egli adottò iconografie innovative, come nel denario con la doppia cornucopia: Ma soprattutto iniziò non solo ad alludere a fatti contemporanei, addirittura a rappresentare se stesso, sia pure (forse) solo sotto forma di statua: http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G257/11 punto
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Mah, rimane in ogni caso pregna di fascino e di storia, una moneta che mi piacerebbe avere, anche in questa conservazione. Daniele1 punto
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Buonasera caro Beppe, la forma corretta dovrebbe essere proprio quella dei gigli inferiori. Un caro saluto, Rocco.1 punto
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Quello che ti si voleva dire è che per leggere la risposta non è necessario connettersi al forum. Noi diamo la cosa per scontata perchè siamo ormai pezzi di arredamento di questo forum, ma chi si iscrive solo per avere una risposta su un determinato tondello, poi non ha la necessità di loggarsi per leggere le risposte. E non loggandosi non rimane alcuna traccia del fatto che si è letta la risposta ne tantomeno che si è tornati sul forum. Detto questo, credo che, molto più prosaicamente, questa utente si è semplicemente dimenticata della discussione. E onestamente parlando, non gliene faccio certo una colpa. La vita delle persone non deve certo necessariamente ruotare intorno a un forum di numismatica, e sono abbastanza sicuro che per buona parte degli utenti mordi e fuggi (o meteore che dir si voglia) quelli strani siamo noi, e non loro.1 punto
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La perfetta disposizione delle 9 torrette mi lascia un po' pensare, per come sono collocate non sembra si siano dimenticati di qualcosa; ma è naturalmente solo un'opinione personale.1 punto
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Bisogna che ti piaccia. Ognuno è re a casa sua e mette in collezione ciò che soddisfa. Il grosso problema deriva dal fatto che il tempo affina il gusto e ciò che oggi soddisfa domani potrebbe non bastare. Non è un capriccio, è il senso estetico che evolve, qualora si abbia modo di ammirare esemplari in stato di zecca con una discreta continuità. Per tanti appassionati ciò non costituisce un problema; sono affascinati in prevalenza dal valore storico delle monete e la parte estetica è messa in secondo piano. Capirai quindi che il quesito che poni, riguardo a quanto possa essere "meritevole" una data moneta, diventa insignificante se non sei certo di quale sia la tua "ambizione". Di sicuro sostituire un esemplare significa spesso (se non sempre) vendere a meno di quanto investito per via dei costi di mediazione. Ne segue che acquistare direttamente l'esemplare definitivo sia più economico. Puoi avere una signora collezione in bb-spl poco circolati con normali colpetti al bordo ed esserne molto soddisfatto anche esteticamente. Arriva poi il giorno in cui introduci un spl-fdc, perché ti ha colpito o perché trovato a buon prezzo e la frittata è fatta. Guarderai solo quella e le precedenti non godranno più delle tue attenzioni. Semplicemente perché l'occhio cade sempre su ciò che più brilla. Per quanto mi riguarda il canone più significativo è la brillantezza del metallo. È importante, soprattutto se parliamo d'oro, che la collezione sia coerente per freschezza. Purtroppo non potrai mai capire cosa sia accettabile o meno, per i tuoi gusti, in termini di freschezza attraverso le foto. Devi vedere le monete dal vivo, confrontarle, accumulare esperienza ed arrivare a costruire i tuoi canoni estetici. Ci vuole pazienza per capire la propria "ambizione". I convegni aiutano, aiutano anche le esposizioni prima delle aste. Se proprio si vuole acquistare (l'impulso iniziale lo conosciamo tutti) senza una reale cognizione, io consiglio di iniziare con monete che non costino più del 10-15% rispetto al valore del fino. Si può studiarle, maneggiarle e infine darle via, una volta capito ciò che si vuole, senza far male al bilancio familiare. Questo è solo il mio pensiero, altri la penseranno diversamente ma spero di esserti stato d'aiuto. Buona serata.1 punto
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Ciao, e grazie per la condivisione dell'immagine. Peccato che l'impronta sia così malmessa: ciononostante, si distingue nettamente la parte esterna dello stemma, ossia uno scudo sagomato in cartiglio, una corona con tocco, e un manto. Tutti indizi di uno stemma di non basso livello. Purtroppo molto meno chiaro è lo stemma in sé, di cui si vede la partizione: certamente inquartato o meno probabilmente semitroncato partito. Quel che non si vede sono le cose più importanti, ossia le figure e gli altri contenuti... Avresti modo di inviare primi piani dei dettagli interni dello scudo? E, se possibile, anche altre info sul dipinto e (magari) una foto dello stesso la quale, in caso di non possibile diffusione, puoi inviarmela in privato. Grazie! ?1 punto
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Stavo riguardando i miei pezzi...trovo questa particolarmente interessante...le mezze piastre hanno sempre il loro fascino.1 punto
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Buonasera a tutti, non è un segreto il mio amore per il rame e ramini di Ferdinando IV, quello che posto è un nominale che non ho mai preso in considerazione, di cui ho sempre rimandato l'acquisto, perché distratto dai Cavalli (a proposito ne ho preso un altro di 9 cavalli, il 19°?) però ritorniamo alla moneta oggetto del post, ho fatto decine di foto con varie combinazioni per far risaltare quello che vedono i miei occhi, non sono molto soddisfatto delle foto ma di meglio non sono riuscito. 4 Tornesi Ferdinando IV 1799 Magliocca 386 Aspetto vostri pareri. Saluti Alberto1 punto
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Ragionando in questo modo nessuno posterebbe più foto di monete di valore...1 punto
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Non è la più rara, non è la più costosa ma è una delle monete cui sono più affezionato. Regno d'Italia Napoleone I Assedio Austriaco a Zara (Ottobre - Dicembre 1813) 4 Once 1813 Zara Arg. Grammi 118,915 diametro 53,99 mm D/ in losanga grande (29,35 mm) ZARA // 1813 ai lati di aquila imperiale coronata a destra con ali spiegate Rv: nel campo in quadrato (19,43 mm) al centro 4. 0. - ___ - 18.F 40.C, intorno all'incavo della battitura escrescenza circolare, si conosce solo per questo tipo. Contorno : contromarche in incuso SP MF (capovolto) SB Moneta splendida e molto rara Provenienza: ex Notaio Giovanni Battista Bolgeri Milano ex Asta Santamaria Monete e Medaglie Napoleoniche, Roma 27 maggio 1926; lotto 117 per £. 1.500 (C1) Pagani 311a, VG 2319b, CNI 2, DP 869, Davenport 47. note: tondello di forte spessore 5,08mm E' una storia un pò particolare, intima che condivido volentieri con i miei amici del forum. Questa moneta fu acquistata dal mio avo; stava già molto male e sarebbe mancato da li a pochi mesi. Tutti i giorni redigeva un diario della sua malattia (una forma di malaria contratta andando a caccia in Africa) con piccole note - tipico dei notai - e quando riusci ad aggiudicarsi la moneta a £. 1.500 + 10% di diritti, (sapeva che non avrebbe più avuto molto da vivere) scrisse: "oggi sono felice, finalmente" - fece uno schizzo della moneta sul libricino nero della malattia. "Ravanando" (non credo sia italiano ma dialetto casalingo) nella casa in campagna trovai il diario, lo lessi e quando trovai la nota mi prese una sensazione strana, irripetibile; tra la felicità e lo sconforto. Pensai ai 40 anni che lo "zio Bista", come lo chiamiamo in casa, dette la caccia a questa moneta ... sempre troppo cara per essere una moneta (così scriveva tutte le volte che non si aggiudicava un lotto !), e solo al tramonto della sua vita si decise a far si che non fosse più troppo cara. Su questa moneta scrisse un'accorata lettera alla Domenica del Corriere (mai pubblicata) per rivendicare l'italianità della Dalmazia. Scritta assai bene ed, in bella calligrafia ma i contenuti erano probabilmente eccessivi per essere pubblicati. Per farvela breve, quando 35 anni fa rimisi in ordine la collezione dello "zio Bista" ... fu la prima moneta che vidi e ... (perdonatemi, mi vengono le lacrime agli occhi), e cercai al meglio di meritarmi i libri, gli scritti e le ultime monete scampate alle seconda guerra mondiale. Un giorno venderò collezione, è inevitabile per un collezionista prima che sia buttata al vento da eredi insapienti, ma non questa, questa no; come dico gli anglosassoni : "everything but ..." questo è il mio but.1 punto
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La moneta più rara che si può avere in collezione è quella che ti regala un amico. E'difficile trovare un amico ed è più difficile trovare un amico che ,non essendo appassionato di Numismatica,comprenda la tua passione e ti regali una moneta ed è molto ,molto difficile trovare un amico non numismatico che ti regali una moneta che a te manca in collezione. --Salutoni -odjob1 punto
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