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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/02/20 in Risposte
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Buonasera a tutti, il Tornese è giunto a casa, ho fatto subito foto, spero si vedano bene, moneta molto bella dal vivo, devo dire che mi ha emozionato tenerla in mano. ? Saluti Alberto5 punti
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La mia più bella mezza piastra. Ferdinando II 1838 Molto Comune, ma con una provenienza prestigiosa: CIVITAS NEAPOLIS Ve la RI-presento con nuove foto. Un caro saluto a tutti, Rocco.5 punti
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120 grana 1791 sudato per trovarla ma quanta soddisfazione. Credo sia un esemplare che non si vede tutti i giorni. Attendo commenti.4 punti
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Stranamente nessuno lo aveva ancora segnalato e allora lo faccio io. Il Gruppo di Quelli del Cordusio ha organizzato una serie di incontri video numismatici sul tema "ieri, oggi e domani nella numismatica" in cui il nostro Mario @dabbene intervista alcune persone di spicco del mondo Numismatico. Ad ora (stesso ordine dei video disponibili): Michele Chimienti Emiliano Nappini Attilio Maglio Pierpaolo Irpino e a breve ne seguirà un quinto. Dato che Mario sa far bene la divulgazione numismatica, tutti i video sono disponibili su youtube a questo link: https://www.youtube.com/channel/UCqP7Vmgu7Afpiplbt3so2mQ Buona Visione!3 punti
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Buongiorno a tutti e buona domenica, leggevo un quaderno di Studi del Circolo Numismatico Mario Rasile dove vi è un articolo dal titolo 'La battaglia del garigliano del 1503 Spagnuoli e Francesi sul suolo italiano' a firma di Duilio Ruggiero. Mi ha colpito per quanto narrato e soprattutto per accadimenti che hanno interessato molto da vicino le zone in cui vivo. Ne riporto integralmente una pagina che trovo molto esplicativa dei fatti del momento, e che può essere punto di partenza per eventuali ed ulteriori approfondimenti, riporto anche un ritratto del Consalvo che ebbe parte attiva nei fatto narrati. Mi piacerebbe che ognuno, chi può, chi lo desidera, postasse le proprie monete del viceregno, ovviamente non pretendo di poter andare in ordine cronologico, io stesso ho dei pezzi che non hanno un ordine cronologico ma che ben si inquadrano nel periodo in esame. Perdonatemi in anticipo per gli inevitabili errori in cui io possa incorrere, e per la presunzione di poter proporre un interessante discussione, però ci provo. Inizio con una delle mie monete che è in viaggio, posto foto del venditore, la conservazione è in linea con la mia collezione. ? Tornese con cornucopia Filippo II 1589 Appena potrò farò nuove foto. Saluti Alberto2 punti
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1942 Tailandia - Rama VIII° - 20 satang in zinco (calendario buddista 2485) (Il calendario buddista parte dal 543a.C. )2 punti
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E' una moneta molto più pesante di un normale grosso e il modulo è decisamente maggiore. Salta subito agli occhi come qualcosa di estraneo alle coniazioni veneziane. Poi se guardi bene i due esemplari offerti da Lanz sono molto simili tra loro, pur presentando schiacciature e scentrature differenti. Quelli passati qualche mese fa sono esattamente identici, anche con gli stessi graffietti concentrici. Mah!2 punti
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Buongiorno Acquisito recentemente per la mia piccola biblioteca grazie @legionario. Aggiungo che fa un gran piacere potere sfogliare e studiare un Sylloge italiano!2 punti
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Buongiorno a tutti, Complimenti @giacutuli, la mezza piastra di Francesco è molto rara e ancor di più in questa conservazione. La mia è già tanto averla trovata.2 punti
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Caro Simone : ha ragione lui. Se ci pensi a cosa serve conoscere il nome di re e popoli scomparsi da millenni, a cosa serve conoscere l'aspetto di monumenti demoliti dal tempo e che nulla significano per chi deve pensare a mettere il pane in tavola o a dare un futuro ai figli, cosa serve alimentare l'ennesimo "ecosistema" economico fine a sé stesso e in definitiva utile ad una cerchia ristretta di "aesir"? Ha ragione lui, o meglio avrebbe ragione lui se non fosse che noi sappiamo qual'e la radice quadrata di una moneta, sappiamo che una moneta è una finestra sulla forma mentis di un popolo, sulla visione del mondo in un epoca diversa dalla nostra e questo ci permette di confrontarci e di migliorarci, in definitiva la Numismatica e la storia in genere non sono altro che una lunga scheda perforata che si snoda lungo i secoli e avvolge geograficamente tutto il pianeta, una scheda perforata che dispensa informazioni per chi le sa decriptare, e oggi come ieri le informazioni sono il vero valore cui tutti ambiscono. A cosa serve la Numismatica? a cosa serve la filosofia? a niente, nel senso che non servono niente e quindi sono libere, libere di svilupparsi e di seguire percorsi non determinati da meri motivi economici o di interesse personale. È comunque : " fatti non foste per viver come bruti..."2 punti
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1942 East Africa - Giorgio VI° - 50 cent (o mezzo scellino)2 punti
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Buonasera a tutti, sarebbe interessante esporre i nostri falsi d’epoca. io adoro particolarmente collezionarli e appena ne scovo qualcuno lo prendo al volo, soprattutto se li pesci in ciotola ?. in quel caso la soddisfazione non ha prezzo. incomincio io; sono tre monete in lega di stagno piombo, probabilmente la lira VEll presenta maggiore percentuale di piombo nella lega, vista la fragilità che ha portato a farla spezzare.1 punto
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Eccoci, un'altra ipotesi sulla mitica, ma non così tanto, Troia: La tesi di Louis Godart, uno dei massimi studiosi delle civiltà egeeArcheologia, nuova scoperta: a Troia fu guerra civile, Godart riscrive leggenda omerica Gli Achei venuti dalla Grecia combatterono contro gli Achei, non furono due popoli diversi Dagli ultimi scavi sulla collina di Hissarlik, in Turchia, un'ipotesi diventa certezza: a Troia non furono due popolazioni diverse a scontrarsi, molto più semplicemente fu una 'guerra civile'. Gli Achei venuti dalla Grecia combatterono contro gli Achei che si erano già insediati in città. Lo sostiene uno dei massimi studiosi delle civiltà egee, il professore Louis Godart, in un articolo che esce sul nuovo numero della rivista "Archeologia Viva" (Giunti Editore). "Greci e Troiani parlavano la stessa lingua, avevano le stesse credenze, stessi usi e costumi, stesso tipo di armamento. Omero lo dice chiaramente nella sua Iliade. Oggi la conferma arriva dall'archeologia che aiuta a riscrivere un'intera pagina di storia, decisamente la più nota e popolare": così sintetizza la scoperta lo storico e archeologo Louis Godart, che ha insegnato Civiltà egee all'Università 'Federico II' di Napoli ed è stato consigliere per la conservazione del patrimonio artistico presso la Presidenza della Repubblica italiana ed è membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Institut de France e dell'Accademia di Atene. "Le ricerche condotte a Troia dalla missione archeologica dell'Università tedesca di Tubinga abbinate a una riflessione sullo studio dei testi delle tavolette in lineare B scritte nel dialetto acheo dei Greci micenei - dichiara Godart - cambiano radicalmente le nostre prospettive sulla storia dell'Anatolia nord-occidentale e dell'Egeo alla fine del II millennio, in particolare tra il 1200 e il 1180 a.C.". È a questo periodo che risale la cosiddetta Troia VII (secondo le numerazione che gli archeologi hanno dato ai vari strati della lunga vita della città), in quel momento la città più importante dell'Anatolia e del Vicino Oriente, dove la gente si rifugiò all'interno delle mura sistemando nel suolo grandi vasi per lo stoccaggio di derrate alimentari (rinvenute dagli archeologi) per poter sostenere il lungo assedio che poi si concluse con la caduta della città, come lasciano intendere i resti umani e le tracce dei combattimenti rinvenuti nello strato di distruzione dell'insediamento. Achei e Troiani, due facce dello stesso popolo. In Omero Achei e Troiani non sono mai differenziati in modo netto. Secondo l'Iliade, i due popoli pregavano gli stessi dèi, ai quali tributavano gli stessi sacrifici. Parlavano la stessa lingua e i troiani avevano nomi greci. Non vi sono mai problemi di comunicazione tra Achei e Troiani e anche il nome Ettore non era un nome barbaro per i greci, spiega sempre Godart. Vi era un culto di Ettore a Tebe; a Taso, isola vicina alla costa della Tracia, una divisione della città portava il nome di Priamides. In una serie di tavolette in lineare B (la scrittura dei Micenei) di Pilo, è stato identificato l'antroponimo 'e-ko-to' che corrisponde al greco 'Hector', mentre in un altro testo rinvenuto sempre nel palazzo di Nestore, c'era il patronimico 'e-ko-to-ri-jo', 'Hectorio's, 'figlio di Ettore'. "Il nome Ettore è quindi un nome acheo, anche se nell'Iliade indica il grande campione troiano - illustra sempre Godart - Poiché i nomi degli eroi troiani sono greci, Omero, facendo parlare una stessa lingua agli Achei e ai Troiani, non fa altro che rispecchiare la situazione che vigeva sull'acropoli di Troia alla fine del XIII secolo a.C.". "Sarei assolutamente propenso, come sostengo nel mio articolo su 'Archeologia Viva' e nel mio libro 'Da Minosse a Omero' (Einaudi) - spiega Godart - a ritenere che sia stata un'aristocrazia micenea a comandare a Troia nella fase VIi che ispirò Omero. L'abbondante ceramica micenea rinvenuta sul sito di Troia negli strati del XIII secolo a.C. conforta indubbiamente una simile ipotesi. Se è davvero così e se Priamo era un re acheo, dovremmo ritenere che la guerra di Troia cantata da Omero sia stata una guerra civile in cui implacabilmente si opposero gli Achei del continente, delle isole e di Creta a altri Achei". Louis Godart è autore di importanti pubblicazioni presso Einaudi: "Il disco di Festo. L'enigma della scrittura", "L'invenzione della scrittura", "L'oro di Troia. La vera storia del tesoro scoperto da Schliemann" (con Gianni Cervetti), e il recente "Da Minosse a Omero. Genesi della prima civiltà europea". https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/troia-godart-achei-guerra-civile-4abfcc42-439c-419e-aef4-72728ec50ad6.html?refresh_ce1 punto
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Ciao Salvo, Chi può dire con certezza che si tratti di falsi d'epoca o "coniazioni di emergenza" in bassa lega d'argento. .....1 punto
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Il Price non ha dubbi sull’identificazione del simbolo che compare non solo sui tetradrammi 2883 (quello del quiz) e 2911, ma anche sui bronzi di Aspendo. Price 2883 Bronzo di Aspendo (circa 400-200 a.C.) Su questo bronzo pure di Aspendo è raffigurato uno slinger nell’atto del lancio, figura storica degli stateri di questa città a indicare che qui la frombola e i frombolieri erano di casa. Certamente il Price non era infallibile e non è che ogni sua attribuzione di zecca o interpretazione di simbolo debba essere presa come oro colato, ma in questo caso penso che avesse tutte le buone ragioni.1 punto
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Buonasera, Allego una monetina in bronzo di lecita provenienza (noto esercizio commerciale italiano) con classificazione per Neapolis. Sinceramente credo sia classificata in modo errato e dai lineamenti e soprattutto dalla.capigliatura di Apollo ho ipotizzato possa essere per Suesano/Sessa Aurunca. Mia classificazione: Obolo di Suesano 262-250 a. C. d: Apollo laureato "SUESANO" a sx poco leggibile a dx in campo N che intravedo. r: vittoria che depone corona sul toro androcefalo con lettera sotto non leggibile...N? Gr 5.10 BMC 10, Berlino 13 Attendo pareri grazie Antonio1 punto
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Vada per il primo... e ci sta pure bene!... E così la triade ha finalmente preso vita ... Grazie Mille1 punto
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Se si riesce a trovarne uno ben nitido e bello come il tuo, mi propongo io per l'utilizzo... così da testina d'Italia mi autopromuovo a testina di quiz1 punto
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Ok. Se fosse stata una E si poteva pensare a una Società Cucine Economiche che distribuiva generi alimentari. L'osservazione che si può fare è che la N di CENTESIMI è rovesciata. apollonia1 punto
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la rosetta non è più visibile per esempio se non proprio poco... Aggiungo per rispondere in modo più completo al messaggio modificato che lo stato di usura non è l'unico parametro da tenere in conto la sua moneta, una moneta comunissima, presenta graffi molto diffusi sui campi un bordo intaccato da colpi deturpati e profondi a ore 5 e ad ore 11 L'acmonital inoltre tende a reggere bene la circolazione a differenza dell'argento o del rame puro che si usurano molto facilmente quindi sembra sempre un po' più bello di quel che è.. il dritto è fortemente usurato e molto appiattito nei rilievi. Non voglio sembrarle sgarbato o un fanatico delle conservazioni, a me sinceramente non interessano collezionando più per il valore storico che artistico, ma quando si esamina una moneta anche se di nostra proprietà e si vuole dare un giudizio il più possibile veritiero è meglio giudicare con occhio critico ed evidenziare tutti lati negativi dal punto di vista della conservazione. Il consiglio che mi sento di darle è questo; di guardare tutto con occhio molto critico e oggettivo.1 punto
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Ciao Federico, @mfalier prendo assolutamente per buona la tua autorevole posizione. Io ero perplesso più sulla natura degli "interventi" sulla moneta post sua coniazione. Sinceramente non pensavo, nonostante la non pregevole fattura, in un falso o, perlomeno, l'avevo inizialmente pensato ma poi escluso ritenendola solo non ben conservata (oltre che "lavorata") ma sostanzialmente buona. Paolo1 punto
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Il primo non rappresenta nessun utente del forum (foto del profilo)1 punto
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Salve @demonetis, per ora ho inserito solo i "Materiali", sulla cui fruibilità non ci sono più dubbi. Per il resto sto ancora decidendo, vedremo. Grazie per l'interessamento.1 punto
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Questo elimina il bianchetto che è sui 16 Resta mezza parpaiola che è 20/21 e il sezzino che è sui 19/201 punto
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C'è anche una vecchia battuta sul tema. Chi fuma più di un turco? Due turchi. No, un cinese, perché è un fumatore… d’oppio. apollonia1 punto
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si trattava immagino di una battuta ? perchè avendo almeno 600 anni in meno del nostro gli anni convertiti in numeri arabi nostrani ti sembrerebbero tutti del 1300 circa?per esempio secondo il calendario islamico siamo non nel 2020 ma nel 1441/2 e secondo quello persiano nel 1398/991 punto
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Aggiungerei anche, visto che probabilmente andrà in stampa a settembre e visto che sarà in cartonato con più pagine, che c’e’ ancora la possibilità di aggiungere un articolo, una riflessione su una moneta particolare o uno scritto numismatico che magari avete nel cassetto da tempo in attesa di un qualcosa...forse il qualcosa può esserci ora...nel caso ricordo la mail anche solo per un contatto : [email protected]1 punto
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Ciao, purtroppo le trovo anch'io tutte con San Evasio, anche sui cataloghi. Spero che sia perché la tua moneta è rara.1 punto
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Sinceramente, per odiare una materia serve conoscenza della stessa, oppure si è "ignoranti". Quanti anni ha questa persona? Forse crede che la Numismatica sia tutta una presa in giro ecc.; mi sembra un ragionamento un po' infantile o "da bar" Preferendo soprattutto le contemporanee mi viene da aggiungere che la Numismatica aiuta anche a comprendere il presente e ci permette di "viaggiare" nel mondo attuale1 punto
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E’ animale l’opera d’arte cinese più antica: un uccellino di 13mila anni La più antica opera d’arte cinese che si conosca raffigura un animale. Si tratta di una minuscola statuetta di uccello scolpita in osso bruciato, portata alla luce da un team internazionale di cui fa parte il torinese Francesco d’Errico, ricercatore alle università di Bordeaux (Francia) e Bergen (Norvegia). La scoperta, pubblicata oggi sulla rivista Plos One, anticipa le origini della scultura e delle rappresentazioni animali nell’Asia orientale di oltre 8.500 anni. La statuetta, di un paio di centimetri appena, è stata rinvenuta a Lingjing, un sito nella provincia di Henan, in un contesto archeologico datato tra i 13.800 e i 13mila anni fa. L’ANIMALE E’ IN PIEDI SU UN PIEDISTALLO, CASO UNICO Lo stile della statuetta – unica scultura paleolitica conosciuta che rappresenta un animale in piedi su un piedistallo – indica una tradizione artistica originale, diversa da quelle conosciute in Europa occidentale e in Siberia, alcune delle quali risalgono a 40mila anni fa. Il suo eccezionale stato di conservazione e l’uso di tecniche di analisi avanzate, come la microscopia confocale e la microtomografia, hanno permesso al team di ricostruire meticolosamente il comportamento dell’artista paleolitico, che ha lavorato l’opera creando una settantina di faccette diverse e che, per farla stare in piedi, ha creato una coda sufficientemente lunga da bilanciarne il peso. Gli altri ricercatori responsabili dello studio appartengono all’università di Shandong (Cina), Bordeaux e al Weizmann Institute of Science (Israele). https://guidominciotti.blog.ilsole24ore.com/2020/06/10/piu-antica-statuetta-13mila-annisposta-origini-arte-cina/1 punto
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1942 Fiji - 1 Penny Sul biglietto vi è raffigurata il fronte ed il retro dell'equivalente moneta da un penny del 1942. (una mia del 1940)1 punto
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Io temo che ci siano casi senza speranza. Faccio il professore, e posso constatare che per quanti sforzi vengano profusi vi sono esemplari di homo sapiens (?) sapiens (??) su cui ogni afflato di cultura e bellezza ha la medesima incisività del burro sul basalto.1 punto
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Monete assolutamente GENUINE. La prima porta la firma “KAL” sul dritto è rovescio di un grande Maestro incisore. Anche se in tanti, sono convinti che siano iniziali di un qualche Magistrato. Lo stile accurato di Kal, fa si che tutti i Nomos di alcune città limitrofe, fanno la differenza nella raffinatezza del modellato. I puntini , a cui ti riferisci, sono da attribuire a vari difetti del conio. Ancora ha croste di cloruro a ore 13 sul dritto . Tranquillo. complimenti per l’acquisto. Gionnysicily1 punto
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1942 Africa equatoriale francese - 50 centimes1 punto
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Buonasera a tutti, non si vive di sole reimpresse e di grandi moduli, ho sentito parlare di piccoline..? Posto il mio Carlino Ferdinando II 1851 Magliocca 649 Saluti Alberto1 punto
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Apro questa discussione per parlare di un aspetto ben noto agli estimatori del periodo ma che al tempo stesso, per chi inizia ad affacciarsi alla monetazione romana repubblicana, può rappresentare una sorta di barriera che non consente di inquadrare correttamente valenze e significati di innumerevoli iconografie tipiche del periodo. Possiamo iniziare dicendo che nella più nota monetazione imperiale l'iconografia è ovviamente allineata al periodo di emissione; tranne che per alcune eccezioni quali ad esempio le emissioni di restituzione, possiamo genericamente affermare che l'iconografia monetale imperiale racconta il tempo dell'imperatore che l'ha voluta. In ambito repubblicano invece, in riferimento al periodo di emissione, la moneta non racconta il presente. Inizierà a farlo poco a poco in fasi successive, prima sfruttando il passato e la tradizione, per poi giungere, in taluni casi, a quell'allineamento cronologico non velato tra periodo di emissione e diretto significato iconografico. Sostanzialmente la lettura di un denario repubblicano può rivelarsi a tratti maggiormente complessa ed è questo l'ostacolo più grande che parrebbe esserci nello studio delle iconografie del periodo, ma man mano che ci si addentra nella questione, l'ostacolo svanisce e si tramuta in fascino. Tempo fa su questo forum ci si interrogava sul perchè la monetazione repubblicana risultasse meno seguita e meno compresa rispetto a quella imperiale; a mio parere quello della piena comprensione delle iconografie, meno diretto e più ostico, è uno dei motivi per i quali il periodo della Repubblica parrebbe avere meno seguito, ma come vedremo basta poco per riuscire ad apprezzarlo in tutta la sua ricchezza. Veniamo ora ad un altro presupposto fondamentale, i denari repubblicani non sono tutti uguali, non vanno letti tutti nello stesso modo, ma vanno messi in stretta relazione sia al periodo di emissione che al monetale che li ha emessi. La cosa parrebbe ovvia, ma è bene soffermarsi un attimo su questo aspetto poiché le fasi del denario della Repubblica non devono esser viste come evoluzioni (o involuzioni) prettamente stilistiche e tipologiche, ma al contrario vanno inquadrate e comprese soprattutto a livello storico. Banalmente, se non so cosa stesse succendendo a Roma nel 78 a.C., se non sapessi genericamente i trascorsi della gens Cassia, se non conoscessi le vicissitudini di Spurio Cassio Vecellino, mai riuscirei a comprendere davvero il significato politico e sociale del bellissimo denario di Lucio Cassio Longino con Libero e Libera. Ma siamo nel periodo più complesso da inquadrare, un periodo di esplosione iconografica anche in termini di potenza dei messaggi rappresentati, un periodo che raccoglie l'eredità sillana anche a livello monetale, ma siamo prossimi al punto d'arrivo, prima di giungere e come vedremo anche di superare tale concezione dello strumento iconografico monetale, i passaggi saranno più d'uno. Dalla sua introduzione il denario mantiene congelato il tipo Roma/Dioscuri al galoppo fino ai primi anni del II secolo. Nel periodo 194-170 a.C. (RRC) o 196-173 a.C. (BMCRR) compare un nuovo tipo di rovescio, caratterizzato dalla personificazione della Luna in biga. Tralasciando in questa sede teorice che vedono nei simboli delle serie anonime Roma/Doscuri riferimenti familiari, è dai tipi con Luna in biga che parrebbero fare la loro prima comparsa i così detti “simboli parlanti”. Può essere un esempio il tipo RRC 141/1, con uccellino e legenda TOD http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-A1/64 La legenda TOD associata al simbolo dell'uccello potrebbe riferirsi al todus e quindi al nome del monetario, Todus (purtroppo non noto in altre fonti). Discorso analogo per il tipo a legenda PVR e simbolo murex (RRC 187/1, 169-158 a.C.). http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G61/2 Gia' nella prima metà del II secolo i nomi tuttavia iniziano a diventare maggiormente comprensibili, i monogrammi lasciano il posto a sempre più chiare abbreviazioni del nome della gens ed inizia a farsi strada una tendenza che prenderà, nei decenni successivi, sempre più vigore ed incisività: la celebrazione dello posizione sociale della famiglia ed il riferimento a fatti storici o leggendari utili a decantare una gloriosa o mitica discendenza. Probabilmente il primo esempio di tale intenzionalità commemorativa ed autocelebrativa lo si può trovare nella serie enea di Lucius Mamilius (RRC 147), datata dal Crawford tra gli anni 189-180 a.C., ove sopra i tipi fissi della prora al rovescio compare una figura comunemente identificata con Ulisse. In tal modo il magistrato millanta una sua discendenza da Telegono, figlio di Circe ed Ulisse, fondatore di Tuscolo, città di provenienza del monetario. http://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-G81 La conferma a tale interpretazione ci arriverà un secolo dopo, col bellissimo denario di Mamilius Limetanus dell'82 a.C., ove al rovescio appare Ulisse riconosciuto dal suo fedele cane Argo. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G254/1 Dalla seconda metà del II secolo a.C. la rottura dei tipi fissi al rovescio diviene ormai la norma, bighe e quadrighe vengono guidate da varie figure divine o semidivine e il conduttore o gli animali trainanti non di rado vengono scelti per motivi che vanno al di là del gusto estetico. E' in questa fase che, ad esempio, l'elefante su scudo macendone o gli elefanti che trainano la quadriga di Giove altro non fanno che ricordare questa volta fatti prettamente storici, come la vittoria di Q. Cecilio Metello su Andrisco, figlio di Perseo, nel 148 a.C. o quella di L. Cecilio Metello su Asdrubale a Panormus nel 250 a.C. E' qui che inizia ad emerge nitidamente la funzione dello strumento icongrafico che caratterizzerà nei decenni successivi buona parte della produzione denariale repubblicana. Facendo nuovamente un raffronto con le produzioni imperiali, il Traiano di turno ad esempio vince in Dacia ed emette serie monetali che celebrano le sue vittorie contro Decebalo. In ambito repubblicano invece C. Metellus intorno al 125 a.C. emette un denario ove al rovescio vi è un chiaro riferimento al trionfo seguito alla vittoria di Panormus del console L. Cecilius Metellus, avvenuta più di un secolo prima. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G174/1 Poco prima, intorno al 127 a.C., fu M.Metello a celebrare questa volta una grande vittoria del padre, che valse a quest'ultimo il titolo di Macedonico. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G173/1 Va da sé che anche su emissioni anonime di poco precedenti elefante è sinonimo di Metelli http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G172/1 Questi non sono che piccoli esempi, ma che ben ci fanno capire lo scopo dell'iconografia monetale repubblicana posteriore alle fasi anonime: il monetale, attraverso le immagini impresse sulle sue produzioni, non comunica messaggi del tipo “io sono, io ho fatto”, ma invece, in piena attinenza con la struttura sociale gentilizia propria del periodo, comunica un messaggio del tipo “la mia famiglia è, la mia famiglia ha fatto”. C'è chi può annoverare antenati che hanno realmente contribuito a rendere grande Roma, c'è chi invece non è provvisto di tali ascendenze e fa un po' come Virgilio nell'Eneide, crea il proprio mito. Così fanno gli esponenti dei Mamilii, così fa Sex. Pompeius Fostlus intorno al 137 a.C. con un altro noto denario ove, per assonanza, parrebbe suggerirci una discendenza dal pastore che salvò Romolo e Remo. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G109/1 Fino a qui e per buona parte degli anni successivi il denario repubblicano non è, come spesso si sente dire, uno strumento propagandistico, non è ancora uno “strumento individuale”. A mio parere la sola formula per descrivere correttamente le sue finalità iconografiche è la seguente: è un “monumentum gentilizio” (monumentum – che fa ricordare). Possiamo magari portare altri esempi di questa fase, per poi passare al periodo successivo.1 punto
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Fa sempre piacere leggere di tanto in tanto Il decalogo del numismatico di Memmo Cagiati (figura che ammiro!): I piaceri umani sono tutti più o meno presto esauribili, quello del numismatico fa una splendida eccezione a questa regola. I piaceri sono più intensi quanto più costa fatica a raggiungerli e quanto più lunga è la strada che a essi conduce. I desideri devono essere proporzionati alla forza di ciascuno. Chi troppo desidera non gode neppure il poco che gli è dato raggiungere. La pazienza è una delle doti indispensabili del numismatico. Chi non è paziente rinunci alla numismatica. Tra le varie collezioni, quella delle monete è la più solida, quella che meno deperisce, quella che maggiormente acquista pregio col tempo. Se si può fare a meno di una moneta di lusso, è indispensabile provvedersi di tutti i libri che trattano o illustrano le monete che si vogliono comprare. Non si deve calcolare che i figli abbiano a continuare la propria collezione. È troppo difficile che il figlio abbia le inclinazioni del padre. Non avviene un caso su cento di un poeta figlio di poeta, di un numismatico figlio di numismatico. Le collezioni private sono irrevocabilmente destinate a essere disperse e le monete, dopo aver errato per secoli in questa o quella collezione, non trovano pace se non nelle pubbliche. Non vi ha al mondo collezione completa, né tra le private né tra le pubbliche, e non vi ha piccola raccolta che non contenga qualche pezzo desiderato dalle più insigni. Non essendovi al mondo collezione completa, qualche lacuna da riempire vi sarà sempre e questo è appunto ciò che forma la durata e la continuità del piacere per il numismatico. Fonte: https://numistoria.altervista.org/blog/?p=211441 punto
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Oltre i dettagli, il bordo e la perlinatura "deficitari", posso aggiungere che dalle foto presenti sulla Baia, in cui si riesce ad ingrandire un po', si vede chiaramente che il taglio è completamente liscio. Quello autentico, invece, dovrebbe essere rigato/zigrinato (che dir si voglia). Inoltre, come osservato giustamente da @Max68Busca, 80 euro sarebbe un prezzo troppo conveniente anche solo per il quantitativo d'oro che vi è contenuto. Dunque, tenuto conto di tutti questi fattori, direi che l'esemplare mostrato è falso sotto ogni ragionevole dubbio. Per una moneta del genere in buono stato devi, secondo me, mettere in conto una spesa di circa 200 euro. P.S. Bentornato anche da parte mia al carissimo @Hirpini!1 punto
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E’ verissimo purtroppo, nel libro c’e’ una bella presentazione che la ricorda scritta da Campana, Morello e Santelli.1 punto
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Salve a tutti Dato che mi piace molto la storia dell'Impero romano aggiungo un paio di monetine in Euro che ricordano quel periodo. - Acquedotto romano di Segovia - Questo acquedotto fu costruito nel I secolo d.C. per volontà dell'imperatore Traiano. La costruzione serviva a portare l'acqua dalle sorgenti della Fuenfría fino a Segovia, a 17 Km di distanza, compiendo l'ultimo tratto di circa 730 metri su due ordini di arcate sovrapposti. L'acquedotto fu costruito con grandi blocchi di granito perfettamente squadrati ed assemblati a secco. Nel 1985 l'acquedotto è stato inserito, insieme alla città vecchia, tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Una curiosità: nel 2004 l'ingegnere segoviano D. Miguel Angel Rubio García ha avuto l'idea di creare il "Club degli amici dell'Acquedotto"; centinaia di soci del club portano sempre con sé nei loro viaggi una copia in gesso dell'acquedotto, che in tal modo è giunto nei luoghi più disparati. Spagna - 2 Euro commemorativi - 20161 punto
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Il Teatro Real di Madrid fu inaugurato con "La Favorita" di Donizetti nel 1850 dopo ben 32 anni dalla progettazione. Giuseppe Verdi lo visitò nel 1863 per una sua opera. Chiuso nel 1926 per i gravi danni che subì a seguito dei lavori di costruzione della metropolitana, fu riaperto solo nel 1966. Restaurato definitivamente nel 1997, il teatro mantiene la struttura originaria in stile italiano. Spagna - 100 Pesetas del 19971 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
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