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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/05/20 in Risposte
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Non sono cosi convinto siano le precauzioni covid il problema....... https://fieracavalli.it/it/news/fieracavalli-2020-raddoppia/4 punti
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Salve a tutti gli utenti del forum, giuseppe ballauri secondo il mio parere hai fatto bene a prenderla la piastra 1792 sta diventando introvabile. Condivido la mia 1792 aggiunta in collezione più di 10 anni fa.4 punti
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Stasera faccio una pausa con le Piastre di Ferdinando II e vi posto l'unica che ho di Ferdinando I, spero vi piaccia...3 punti
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Torna al mercato in NAC 120 al lotto 247, il prossimo 6-10-2020, dopo 30 anni, l'estremamente raro (3 esemplari noti) tetradrammo di Agrigento firmato da MYP(ON) .2 punti
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Lascia perdere, ARES III: noi dementi che c'informiamo solo coi giornali del "duo Soros-Gates" non possiamo conoscere le sicure verità che sanno loro. Come tutti quelli che non la pensano come loro non siamo altro che poveri cojoni.2 punti
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Trovata oggi nella ciotola di un turco. Ne trovo veramente poche in vendita, ed i prezzi sono alti. Ho avuto un'altra botta di sedere?2 punti
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Salve, premesso che questa non è la mia materia, mi chiedo 1) com'è possibile che da un astuccio originale della "Regia Zecca" vengano fuori monete così rovinate: non posso credere che proprio la zecca avesse scelto esemplari come questo, né che nell'astuccio le monete si siano da sole così ridotte. Di contro 2) l'astuccio stesso, a distanza degli oltre cento anni, presenta all'interno un tessuto e una scritta (solo un laconico "R. ZECCA") di una tale freschezza che sembrano fatti ieri. Mah! Giro questi sospetti agli esperti.2 punti
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Io prima di sparare cifre a casaccio proverei ad informarmi meglio. Non so il valore di questo tondello, ma un suo omologo non bimetallico è qui classificato, e in un'asta Montenegro del 2017 fece quasi 4000€: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ITLP/73 Consiglierei quindi al proprietario di fare qualche ulteriore verifica, prima di bollarlo come tondello senza valore.2 punti
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Comprato stamattina in libreria 13 euro Evvai che si legge2 punti
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Divertente, sono l'ex proprietario di questa moneta Anche io ero incuriosito da questa leggenda. Immaginavo che potesse trattarsi di una doppia firma de magistrati (Arpi et Salapia ?) I nomi dei magistrati conosciuti sono : ΔΑΙΟΥ, ΕΥΗΜΑΝ e ΡΥLLOY per Arpi e ΔΑΙΟΥ, ΡΥLLOY, ΡLΩΤΙΟY, ΔΟΜΥLΑΡ e ΤΡΩΔΑΝΤΙΟΥ per Salapia. In realtà, si tratta di una rottura di conio (cf SNG France Italie n°1412) e quello che sembra lettere è una "ricostruzione" dal restauratore de la moneta...2 punti
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Io non te lo so dire. Ok sei al tuo primo messaggio. Ti ricordo che non hai rispettato le direttive essenziali da allegare alla richiesta per l’identificazione della moneta. Peso, diametro, materiale, immagini di entrambi i lati e non per ultimo il bordo. Per me che sono una schiappa dico che si tratta di una riproduzione. Mi auguro di sbagliarmi, così avrai l’occasione di ringraziare chi gentilmente si impegna, senza che nulla gli sia dovuto, nel soddisfare la tua richiesta.2 punti
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Salve Si tratta di un Rechenpfenning un gettone da conto tedesco probabilmente degli inizi XIX secolo e raffigura il maresciallo Schwarzenberg uno dei protagonisti delle guerre napoleoniche e della sconfitta di Napoleone: https://it.wikipedia.org/wiki/Karl_Philipp_Schwarzenberg A questo link trova un esemplare come il suo con arco trionfale: https://www.ma-shops.de/loebbers/item.php?id=170906019 A giudicare dall'iconografia dell'Arco di trionfo e del personaggio il gettone è ben databile a mio avviso al secondo decennio del XIX secolo. L'arco trionfale rimanda infatti alla vittoria della Coalizione contro Napoleone; vittoria qui celebrata con questa simbologia molto neoclassica che raffigura un arco di trionfo come quelli che venivano eretti (inizialmente come strutture provvisorie essenzialmente lignee) in età romana a celebrazione del trionfo di un condottiero. In questi primi anni del XIX secolo il gusto neoclassico (il rifarsi in simbologia e stile architettonico all'età romana) era predominante e sia la retorica napoleonica che quella della Restaurazione ne hanno pienamente fatto uso. Basti pensare all'arco di trionfo di Parigi la cui costruzione iniziò proprio in epoca napoleonica e che si rifà in modo assai esplicito all'iconografia degli archi di trionfo imperiali per celebrare le vittorie militari del "nuovo Impero" che Napoleone stava creando e contemporaneamente confrontare quest'ultimo con l'arco di trionfo di Milano; iniziato come napoleonico ma riconvertito dai vincitori della guerra in arco celebrativo della vittoria contro Napoleone da parte della Coalizione, per questo oggi chiamato "Arco della Pace", che si serve del medesimo gusto neoclassico dove una guerra recente è descritta con un'iconografia antica. Il Congresso di Vienna ad esempio: https://it.wikipedia.org/wiki/Arco_della_Pace#/media/File:Arco_della_Pace_12.jpg Questi gettoni in area tedesca erano molto diffusi, i più comuni solitamente sono questi più tardi di fine XVIII-XIX secolo (furono prodotti fino all'unificazione tedesca pressapoco), spesso raffiguravano personalità importanti o sovrani o divinità del mito; alcuni apparivano come monete di fantasia altri avevano raffigurazioni molto complesse e di gusto quasi paesaggistico. Alcuni riportano il nome del master che li ha prodotti e se ne può ricostruire la datazione in base al suo periodo di attività. Nel suo come sopra accennato l'iconografia è abbastanza esplicitamente datante per fortuna. Basta cercarli su internet col loro nome tedesco per rendersi conto di quante tipologie diverse per dimensioni e disegni ve ne fossero: https://www.google.com/search?q=rechenpfenning&tbm=isch&ved=2ahUKEwig9M7MsNDrAhVFgKQKHW0CDhoQ2-cCegQIABAA&oq=rechenpfenning&gs_lcp=CgNpbWcQAzoECCMQJzoFCAAQsQM6BAgAEEM6CAgAELEDEIMBOgcIABCxAxBDOgIIADoECAAQHjoGCAAQBRAeUPeJGljqohpggaUaaABwAHgAgAG-AYgBwQqSAQQxMC40mAEAoAEBqgELZ3dzLXdpei1pbWfAAQE&sclient=img&ei=5KhSX6DyCsWAkgXthLjQAQ&bih=754&biw=1536&rlz=1C1SQJL_itIT822IT822&safe=active per saperne di più su questi gettoni e sul loro scopo: http://sri.lamoneta.it/Numismatica/rechenpfennig.php Per saperne di più sugli archi di trionfo nominati: https://it.wikipedia.org/wiki/Arco_della_Pace https://it.wikipedia.org/wiki/Arco_di_Trionfo_(Parigi)2 punti
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Buona sera. Ho trovato questo. C'è attinenza? Gabriella Ps. Bassa risoluzione,altrimenti non carica2 punti
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Tra i miei ultimi acquisti figura questo modesto e comunissimo Aureliano: Si tratta del RIC (online) 1472 (vedi link: http://www.ric.mom.fr/en/coin/1472?tempRIC=&asmSelect0=&Reign=Aurelianus&asmSelect1=&asmSelect2=&asmSelect3=&asmSelect4=&asmSelect5=&asmSelect6=&Titulature=IMP+AVRELIANVS+AVG&asmSelect7=&Legend=VIRTVS+MILITVM&asmSelect8=&asmSelect9=&asmSelect10=&asmSelect11=&BustDescription=&ReverseDescription=&Note=&Reference=&page=1&mod=result&hpp=50&from=advanced) Antoniniano - Zecca di Milano (3 officina) - autunno 271 / autunno 272 D\ IMP AVRELIANVS AVG; busto a destra radiato e corazzato. R\ VIRTVS MILITVM, T; soldato stante a destra con lancia nella mano destra e globo nella sinistra che fronteggia l'imperatore in abiti militari che regge una Vittoria alata con la destra e una lancia con la sinistra. La moneta è accompagnata da un cartellino d'epoca scritto a mano dove, oltre alla descrizione del pezzo e alla catalogazione fatta con il testo di Adolf Occo "Imperatorum Romanorum Numismata", è riportata anche la provenienza: "Nom. 1185 catalogue Santamaria (1914)". Grazie all'aiuto di alcuni amici del forum, come potete leggere qui: ho effettuato una piccola e fruttuosa ricerca fino a recuperare (in copia!) il listino originale di vendita dell'epoca di cui vi allego le immagini: La ditta numismatica P & P Santamaria era una celebre impresa antiquaria che per generazioni ha trattato importanti vendite numismatiche intrattenendo stretti rapporti anche con la casa reale dei Savoia. Qualche piccola informazione la si trova qui: La moneta, è stata venduta ai giorni nostri in un'asta pubblica da parte della casa Sasu Prado Falque Encheres nella vendita n. 2 del 06/12/2017 al sig. B. B. (inserisco per privacy le coordinate) assieme ad altre 14 monete appartenenti tutte alla medesima collezione (e quindi corredate con simili cartellini). Sono poi passate dal sig. B. B. all'attuale venditore T. W. Assieme a questo pezzo, ho acquistato anche un piccolo e simpatico Gallieno, che vi presenterò più avanti, con un'altra interessante annotazione sulla quale purtroppo non riesco ad andare molto avanti con le ricerche... Piccola curiosità di bassa natura economica: il pezzo fu venduto per 1,5 Lire nel 1914 che, stando a un piccolo calcolo fatto con una formula di calcolo online disponibile nel sito del sole24ore, dovrebbero corrispondere a circa 5,93 €... a distanza di 104 anni la moneta mi è costata... 5 € Sperando di non avervi tediato troppo... vi saluto!1 punto
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Tra i 6 e il 7 di settembre 1996 Papa Giovanni Paolo II compì il suo secondo viaggio in terra Magiara, in occasione del millenario di fondazione dell'Arciabbazia di Pannonhalma. La medaglia ricorda la visita e le due principali celebrazioni a Panonhalma e all'Ipari Park di Gyor. Al Dritto il Papa a braccia aperte e sullo sfondo il Castello di Budapest e al Verso Santo Stefano Re e il Duca Geysa affrontati e genuflessi sorreggono il vecchio modello dell'Abbazia. Si ringrazia Ralph Gray per aver prestato le fotografie della medaglia riprodotta in catalogo https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-F2618/191 punto
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@pizzamargherita, pochi spiragli da aprire: il "cofanetto" che forse giustamente ho chiamato astuccio, è chiaramente un falso e in quanto tale svela la malafede di chi l'ha confezionato inserendovi le monete; queste poi, non sono quel "fior di conio" che ci si aspetterebbe di trovarvi. Insomma, questo affare mi dà proprio l'idea di quello che a Napoli chiamano "pacco". Le monete saranno anche autentiche (anche quella con PROVA?) ma il trucco sta nell'averne fatto salire il prezzo a dismisura. Qui non si tratta di essere sospettosi (una qualità che deve comunque far parte del nostro mestiere) ma semplicemente di constatare una incongruenza fin troppo macroscopica. Questo è ciò che penso. Un cordiale saluto1 punto
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complimenti @Der Kaiser molto ben conservata questo Half penny.1 punto
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Essendo "Prova", e visto che per altri conii di monete "Prova" ce ne sono state di varie e variegate, credo che per tutti sia difficile dare una risposta certa senza la possibilità di visionarla di persona. Comunque della moneta "Prova" in oggetto, non mi convince nemmeno il seno e le gambe/piedi della donna librata. Ma sopratutto, sembra coniata ai giorno nostri.1 punto
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Il rebus così definito l’ho trovato in https://www.aenigmatica.it/oedipower/index.php?action=profile;u=2883;area=showposts;start=45 In effetti lo stereorebus è formato da più di una vignetta per il rapporto temporale dei soggetti descritti nella prima lettura. Altrettanto da apollonia1 punto
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BB = Banconota circolata, di bell'aspetto, con pieghe diffuse, eventuali piccoli strappi, senza parti mancanti. (Gigante 2017). Dalle foto io mi assesterei sul q.BB e per una R2 così penserei (ma non sono un grande esperto di banconote) un valore di mercato tra i 350, max. 400 €.1 punto
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Bel convegno, strutturato su due piani del palazzo del turismo. Sono andato giovedì e venerdì e per l'occasione ho acquistato anche la medaglia della Pancotto. Di solito non lo faccio mai..ma visto che questo e' un anno particolare.. P.s..medaglia n. 20, con tanto di autografo. Complimenti a Loredana Pancotto.1 punto
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L'intento è più che lodevole e non è in alcun modo criticabile. Io mi limitavo a rispondere al perché questo tipo di "discussione finisca sempre nel dimenticatoio", indicando come probabile il fatto che si è restii a pubblicare, magari più volte, la stessa moneta.1 punto
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Ho dubbi su tutte le monete ma solo una visione diretta e di un'esperto,possibilmente un Perito NIP,potrebbe dare la giusta classificazione. Queste tipologie sono molto rare e non molti Numismatici possono dire di averle viste dal vero,quindi sono monete da acquistare con molta prudenza e con il supporto,come ho già scritto,di un Perito NIP o esperto in queste tipologie. Oggi riescono a fare dei buoni falsi di monete "comuni" ma chi ha esperienza riesce a riconoscerle mentre con le monete PROVA avendo dei coni differenti e spesso non ben definiti e in diversi metalli è consigliabile almeno una visione diretta e non in foto e con il parere i uno esperto meglio ancora. Visto anche il prezzo considerevole se fossero buone!!!!!! Cordialmente F.1 punto
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Concordo sulle corbellerie ad es. : Se l’Occidente capirà che la Bielorussia è sola, senza una forte e decisa politica, sostenuta dalla Russia ovviamente, l’invasione militare ci sarà, perché l’aggressione è la solita misura che l’Occidente usa sempre nei confronti degli Stati Ma questa riflessione è veramente stupida: chi non sa che la Bielorussia ospita basi militari russe con parecchie truppe e mezzi pronte ad intervenire in qualche momento al minimo sconfinamento di qualunque esercito straniero. Perché i russi hanno una così benevolenza e amicizia verso i bielorussi ? Sarà per le comuni origini? No, siamo realisti. La Bielorussia rappresenta territorialmente una difesa strategica per Mosca e per il suo distretto. Infatti per gli strateghi russi un'eventuale invasione terrestre passerebbe proprio per il territorio bielorusso in direzione Mosca. Quindi la Bielorussia non possono farsela scappare per nessun motivo: sia facendo un partenariato sia occupandola militarmente. PS: @fagiolino io leggo gli articoli da te postati e rispondo. Però non vedo che tu risponda in modo puntuale alle mie domande e osservazioni su questi.1 punto
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Ciao Buongiorno, la seguivo anch'io, ero stato a visionarla da ACM aste di Napoli, poi ho acquistato altre cose. complimenti , vista cosi ho tanti rimpianti per non averla acquistata. saluti Michele1 punto
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@TIBERIVS, d'accordo ma sai com'è, a volte gli interventi sono capziosi, e qui per entrambe le monete non è stata postata l'altra faccia. Di qui il dubbio.1 punto
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Giusto Per quelle del regno si ricorre molto piu’ spesso alla perizia. Si prestano meglio, vi sono molti dettagli ma soprattutto c’ e’ molta ripetitività meno indivifualizzazione della moneta come per le antiche. Inoltre e’ un mercato diverso se posso dire meno sicuro e studiato. avrai notato che gli studi sulle antiche sono pressoche infiniti e vi sono cattedre universitarie : le antiche sono studiatissime mentre le moderne sono ripetitive, fatte a macchina , meno individualizzate e quindi bisognose di piu’ supporti1 punto
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Zecca di Eraclea, 330-228 a. C., SNG Cop Italy 1139, SNG ANS 103, BMC I 59 (pag. 233) D. Atena, testa elmata a destra. R. HPA/KΛE-IΩN, leggenda verticale, a destra e poi a sinistra a scendere. Al centro, Eracle, stante a sinistra, con pelle di leone sul braccio sinistro e clava sulla spalla sinistra, sacrifica con la mano destra da una patera.1 punto
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Buon giorno . Quel " c'è attinenza?" era enfatico. Anche per me si tratta della stessa moneta. Aumentando la risoluzione, benché risulti comunque sgranata mi sembra precisa. Anche io credo veramente che esistano solo le 2 possibilità già accennate. Buona giornata . Gabriella Ps. A Stilicho, ho controllato , volume XIV senza mi sembra.1 punto
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A me mancava solo il mezzo... Scudo, quarto ed ottavo ero a posto... Con l arrivo del mezzo potrò fare la foto delle 4 tipologie insieme, con il rapporto ravvicinato delle dimensioni...1 punto
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Buonasera a tutti. Non esiste nella monetazione Napoletana un nominale più bello per me, del 10 Tornesi 1819. Condivido due miei esemplari con diverso simbolo sotto il busto.1 punto
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Ciao Alain Difficile da dirsi, si legge poco... Ma per me è Amedeo IX, ti spiego cosa me lo fa pensare.. Sul lato della croce si legge il DVX, unica cosa leggibile, prima di questo dovrebbe esserci il segno di zecca e a me sembra di vedere un quarto lunare rovesciato, il segno di Michele di Bardonecchia, confronta e dimmi se sei daccordo con me. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AMEIX/11 punto
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Il problema con queste discussioni "generiche" è che poi si va a finire che ti ritrovi a postare le stesse monete in argomentazioni più specifiche rischiando di diventare "noioso". Comunque, poiché ho già partecipato qui e di monete di cui vado fiero ne ho un po' (a me tutte le mie monete piacciono...) ecco che aggiungo:1 punto
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Buongiorno a tutti amici, Voglio condividere con voi l'ultima arrivata in collezione. Spero piaccia anche a voi. Un saluto Raffaele.1 punto
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1951 Marocco (protettorato francese 1912-1956) - 1 - 2 e 5 franchi Sul 5 franchi è indicato solo l'anno islamico 13701 punto
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In una precedente discussione abbiamo analizzato gli sconosciuti fanti ashigaru. Oggi invece approfondiremo, sempre in maniera semplice ma concreta, un'altra tipologia di guerrieri talmente temuti che costrinsero addirittura alcuni signori feudali a collaborare con loro! Stiamo parlando dei monaci sōhei. Rappresentazione di una battaglia tra samurai e monaci guerrieri L'origine dei monaci sōhei: I sōhei, letteralmente "monaco soldato", furono dei gruppi armati associati ai templi buddhisti durante il periodo medioevale giapponese. I sōhei avevano molte somiglianze con i vari ordini monastici europei medievali, ma a differenza di questi si consideravano appartenenti al medesimo ordine religioso anche tra nemici. Come nacquero questi nuclei di monaci armati? Verso la fine del periodo Nara (710 - 794) i contrasti fra la religione shintoista e quella buddhista restavano ancora attivi, e ad aggravare ancora di più la situazione fu la crisi politica nata a seguito di una riforma fiscale che scontentava tutti. Solo i monasteri si trovavano in una situazione differente, sopratutto perché i loro domini erano esenti dalle tasse. A causa di questo fatto i monasteri furono sovrappopolati sempre di più e l'imperatore Kammu, temendo del potere sempre più crescente dei monasteri, cercò di arginare il fenomeno. Nonostante tutti gli sforzi non vi riuscì poiché i buddhisti erano ormai molto influenti. Per questo motivo nel 794 la capitale venne spostata da Nara a Kyoto, una scelta strategica per far cercare di allontanare il potere imperiale dalle roccaforti del potere monastico tutte legate a Nara. Oltre allo sviluppo del buddhismo, i nobili imperiali dovevano fare i conti anche con gli aborigeni dell'arcipelago, gli emishi, che minacciavano continue sommosse. Inoltre, le rivolte dei clan, sempre più frequenti, e le scorribande di pirati e predoni aggravavano ancora di più la situazione. Lo Stato imperiale stava iniziando a vacillare. Le forze governative vennero indebolite dalle lunghe lotte con gli emishi, e altre insurrezioni vennero affrontate a fatica. Nel frattempo il potere dei monasteri cresceva sempre di più: molti esercitavano un'autorità alternativa al governo imperiale e il buddhismo acquistò un carattere sempre più violento e aggressivo. La lotta per il potere, le dispute con le altre religioni e la difesa dei monasteri contro i predoni costrinsero i monaci a prendere le armi. L'iniziativa partì da uno dei monasteri principali, lo Enryakuji, e da lì alimentò la nuova istituzione dei monaci guerrieri sōhei. I samurai vi si sarebbero scontrati in diverse occasioni, con esiti non sempre favorevoli. Quali furono le basi dottrinali che consentirono ai buddhisti di prendere le armi? Le basi vennero prese dal Mahāyāna Mahāparinirvāṇasūtra (in giapponese Dainehankyō), cioè il "Sutra mahayana del Grande passaggio al di là della sofferenza". Questo sutra nasce dopo la distruzione dei templi buddhisti nel IV - V secolo d.C da parte degli Unni bianchi, e invita laici e buddhisti a prendere le armi per difendere il Dharma buddhista dagli aggressori. Una parte del monastero Enryakuji Gli eventi successivi: Nel 981 iniziò il vero battesimo di fuoco dei monaci guerrieri: la battaglia coinvolse gli sōhei del monastero Enryakuji e quelli del monastero di Miidera. La causa dello scoppio di questi conflitti tra monasteri era normalmente la nomina di un "abate", che per il monastero rivale era considerato privo di qualità. Tali conflitti proseguirono nel corso dei secoli con brevi interruzioni e conseguenti violenze fino al 1121, quando gli scontri militari divennero intensi e sanguinosi. Durante la guerra Genpei (1180 - 1185) le faide tra i templi furono ingigantite da eventi più grandi. I clan Minamoto e Taira combatterono per ottenere il titolo di shogun e cercarono l'aiuto dei monaci guerrieri: Taira no Kiyomori si alleò con quelli di Enryakuji; i Minamoto con i monaci di Miidera. Nella battaglia di Uji (1180) i monaci di Miidera, insieme a un contingente di samurai del clan Minamoto, cercarono di difendere il ponte sul fiume Uji, e il tempio dietro di esso, dalle forze del clan Taira. I monaci combatterono con grande energia, ma alla fine vennero sconfitti. Dopo la vittoria, Taira no Kiyomori ordinò la distruzione del monastero di Miidera. Dopo la guerra Genpei, i monaci guerrieri rivoltarono la loro attenzione alla ricostruzione dei monasteri, e in seguito anche il riottenimento del potere politico. Durante le guerre del periodo di Nanboku-Cho (1336 – 1392) il monastero Enryakuji offrì protezione all'imperatore ribelle Go-Daigo, e con l'aiuto dei monaci guerrieri lanciò una breve ribellione contro lo shogunato Kamakura. Stampa che rappresenta la battaglia di Uji (1180) La fine dei monaci guerrieri: Durante la guerra Ōnin (1467 - 1477) nuovi gruppi di monaci guerrieri si stavano formando nelle campagne: gli Ikko-Ikki. Essenzialmente erano coalizioni composte da monaci religiosi fondamentalisti, agricoltori e famiglie nobili che erano disposti a combattere letteralmente per le loro convinzioni. Nel 1488 il loro capo, Rennyo, incitò una rivolta contro il dominio dei samurai e fissò la provincia di Kaga come territorio principale per l'Ikko-Ikki. Da lì si diffusero verso le altre province di Nagashima, Ishiyama Honganji e Mikawa. Il potere degli Ikko-Ikki crebbe talmente tanto da attirare l'attenzione dei signori della guerra come Oda Nobunaga e Tokugawa Ieyasu. Nel 1564 Tokugawa Ieyasu attaccò la setta nella battaglia di Azukizaka, ma non riuscì a sconfiggerli definitivamente. Nel 1560 il signore feudale Oda Nobunaga prese il potere, ma i monaci guerrieri dell'Enryakuji riacquistarono la loro forza militare. Le sette militari buddhiste intralciavano il suo piano di unificazione del Giappone e dovevano essere sistemate una volta per tutte. Così nel 1571 l'esercito di Nobunaga, forte di 30000 uomini, attaccò l'Enryakuji, sterminò i suoi monaci guerrieri e lo rase al suolo. Successivamente Nobunaga passò a combattere l'Ikko-Ikki: nel 1574 assediò la fortezza Ikko di Nagashima; nel 1576 quella di Ishiyama Honganji. Il movimento Ikko-Ikki si arrese definitivamente nel 1580. Tra il 1580 e il 1590 varie fazioni di monaci guerrieri si schierarono dalla parte di Tokugawa Ieyasu e da quella del rivale Toyotomi Hideyoshi. Con l'inizio dello shogunato Tokugawa, il tempo dei monaci guerrieri si concluse (1603). Mon (emblema) della setta Ikko-Ikki L'equipaggiamento: I monaci guerrieri avevano un equipaggiamento abbastanza vario. Normalmente portavano una serie di vestiti kimono uno sopra l'altro, di solito bianco sotto e tan (una gradazione chiara di marrone) o giallo zafferano sopra. La calzatura tradizionale consisteva in calzini (tabi) e zoccoli di legno (geta), o dei sandali di paglia (waraji). Spesso i monaci creavano una sorta di turbante per coprire la testa, o indossavano una tradizionale fascia giapponese (hachimaki). Infine, alcuni portavano le classiche armature samurai (yoroi) I sōhei impiegavano una vasta varietà di armi: la lunga tachi era probabilmente la spada più comune, ma l'arma più tradizionale e utilizzata dai monaci guerrieri era il naginata , un'arma simile ai falcioni europei. Molti erano abili anche nell'utilizzo dell'arco (daikyuu), del coltello (tantō), della spada corta (wakizashi) e di una mazza da guerra (kanabo). Inoltre, vari monaci combattevano anche a cavallo. I monaci della setta Ikko-Ikki avevano un equipaggiamento ancora più vario: indossavano le più tradizionali vesti da monaco e vari tipi di armature. Svariati monaci indossavano vari tipi di caschi da samurai, mentre molti altri optavano per il cappello di paglia e il mantello da contadino. Il naginata rimaneva l'arma comune più utilizzata, ma utilizzarono anche un numero limitato di archibugi. Infine, un elemento molto comune dei monaci guerrieri Ikko-Ikki era un'asta con in cima uno stendardo (sashimono) che portavano lungo la schiena. Sugli stendardi era riportato uno slogan buddhista. Rappresentazione di un monaco guerriero del monastero Enryakuji Spero che anche questa discussione sia stata di vostro gradimento! Naturalmente per qualsiasi dubbio o informazione scrivete pure. Alla prossima Xenon971 punto
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Guardando l'asta Hirsch mi sono accorto di questi due sesterzi identici che sembrano proprio due cloni, lavorati e con patine diverse presumibilmente artefatte... possibile che nessuno se ne sia accorto? Oltretutto nell'asta sono anche uno di fianco all'altro.... Ultimamente alcune monete che appaiono nelle aste mi lasciano sempre piu' perplesso e senza parole.... https://www.sixbid.com/en/gerhard-hirsch-nachfolger/7665/rmische-mnzen/6251313/rmische-mnzen-rmisches-kaiserreich?term&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&sidebarIsSticky=false&auctionSessions=8065|273699 https://www.sixbid.com/en/gerhard-hirsch-nachfolger/7665/rmische-mnzen/6251314/rmische-mnzen-rmisches-kaiserreich?term&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&sidebarIsSticky=false&auctionSessions=8065|2736991 punto
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Ri-fotografata, da dilettante allo sbaraglio...Foto mie dopo il lieve trattamento. Mi piacerebbe sentire le vostre opinioni e non mi arrabbierò sicuramente se qualcuno mi dirà che sono un "Assassino di monete". A mia discolpa va detto che l'ho trattata con amore e sono stato delicato ?1 punto
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Nuova Zelanda One Shilling 1962. Guerriero Maori con in mano una taiaha Moneta che incontro per la prima volta...1 punto
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Spero di fare cosa gradita nel postare questo lungo articolo che personalmente ho trovato molto interessante perchè testimonianza di un illustre personaggio dell'epoca direttamente coinvolto nei fatti Saluti Simone PS ci potrebbero essere delle inesattezze dovute alla trascrizione automatica, inoltre mancano le immagini originali allegate invece nel pdf, ho cercato di riproporle mettendo i link al nostro catalogo LE NUOVE MONETE ITALIANE Ho voluto aspettare a parlare delle nostre nuove monete finchè tutte fossero apparse e messe in corso. La serie, incominciata or sono cinque anni con la moneta di nichelio, viene finalmente completata con quella commemorativa del Cinquantenario. Il pubblico ha ormai pronunciato il suo giudizio ; è doveroso anche per la nostra Rivista di occuparsi dell'argomento. Il fatto che chi scrive queste righe appartiene alla Reale Commissione da cui furono approvati i modelli delle nuove monete, non nuocerà punto all'esposizione delle sue impressioni, che andrà dichiarando con tutta sincerità, sia quando sono d'accordo con quelle della Commissione stessa o per lo meno della maggioranza, sia quando ne discordano. CRONACA. Da lungo tempo era risentito il bisogno di una riforma nella monetazione del Regno d' Italia, la quale si presentava assai inadeguata alle tradizioni artistiche del paese. Vi insistevano numismatici, artisti, cultori del bello in genere, e finalmente nel 1905, reggendo il Ministero del Tesoro S. E. Carcano, venne nominata una R. Commissione tecnico-artistica monetaria, la quale, per una nuova serie di monete da sostituire quella in corso, incominciò col bandire un concorso (decreto ministeriale 15 aprile 1905). Vi aderirono 23 concorrenti e nella primavera del 1906 ebbe luogo l'esposizione dei modelli a Roma ; ma sventuratamente l'esito fu affatto negativo. In seguito a che, ad evitare nuovi perditempi e nuove delusioni, la Commissione, abbandonando ogni idea di concorso, adottò il principio di affidare il compito direttamente a quattro artisti di fama riconosciuta, e vennero eletti gli artisti, Bistolfi, Boninsegna, Calandra e Canonica. Per sorteggio poi venne assegnata la moneta d'oro a Boninsegna, quella d'argento a Calandra, quella di bronzo a Canonica e quella di nichelio a Bistolfi. Le norme relative a ciascun metallo vennero brevemente così esposte: 1. Nelle monete d'oro, d'argento e di bronzo il diritto dovrà contenere l'effigie del Re in profilo con la testa o con parte del busto e la leggenda : VITTORIO EMANVELE III RE DI ITALIA. 2. Nel rovescio delle anzidette monete dovrà campeggiare una personificazione dell'Italia e dovranno esservi l'indicazione del valore e l'anno di coniazione. 3. La moneta di nichelio dovrà portare al diritto la testa dell'Italia e nel rovescio un partito ornamentale, in cui sia compreso lo scudo Sabaudo, contenendo al diritto la leggenda ITALIA e l'anno di coniazione, e al rovescio il valore. All'adunanza della Commissione del 13 dicembre 1906 vennero presentati i modelli per i quattro tipi di monete; i quali, con più o meno importanti modificazioni suggerite dalla Commissione e in tutto o in parte eseguite dagli artisti, diedero luogo alle nuove monete, di cui ora parlerò partitamente. Nichelio (1907) http://numismatica-i...moneta/W-VE3/12 La moneta di nichelio rappresenta al diritto la testa ideale dell' Italia (?) con una spiga in mano e la leggenda: ITALIA. Al rovescio la figura della Libertà (?) librata al volo con una fiaccola. Al disotto lo scudo di Savoja e l'indicazione del valore e la data di coniazione (*). (*) A titolo di memoria noterò qui come nel 1902, per sostituire i volgarissimi pezzi di nichelio esistenti, da 20 cent., lo stato facesse un'emissione di pezzi da 25 centesimi portanti da un lato l'aquila sabauda, dall'altro la leggenda " Centesimi 25 , in una corona d'alloro ; i quali però vennero dopo pochissimo tempo, ritirati dalla circolazione, perchè, sia per la loro grandezza, sia per l'aquila impressavi, troppo facilmente venivano confusi colla lira d'argento, e davvero fu assai migliore accorgimento il ritiro che non la creazione di questi pezzi sia sotto il rapporto artistico, che sotto quello della praticità. http://numismatica-i...moneta/W-VE3/15 Nel 1905 il nostro compianto Ambrosoli, in una delle prime adunanze della Commissione monetaria di cui pure faceva parte, a sostituzione del miserabile nichelino in corso, ispirandosi alla numismatica antica, propose un tipo di moneta incusa, la figurazione della quale cioè fosse convessa da un lato e concava dall'altro, onde potesse essere facilmente riconosciuta anche al semplice tatto. Il comm. Johnson mise a disposizione la sua officina e, ad imitazione di un'antica moneta di Metaponto, ne coniò una di nichelio coll'emblema di una spiga, rilevata al diritto e incusa al rovescio. Ambrosoli aveva forse ragione e la sua idea meritava una sorte migliore; ma la nuova moneta presentata alla Commissione non trovò l'aggradimento della maggioranza e venne respinta per ragione d'igiene! Predominò l'idea he la parte incusa sarebbe divenuta nella<BR>circolazione un ricettacolo di microbi ! Così l'evocazione antica non ebbe seguito. (Si parla di questa, come indicato nell'articolo orginale N. d.R ) http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3P/14 Era opportuno coniare in Italia una moneta di nichelio ? Avendo in paese il bronzo o per dire più precisamente il rame, che rappresenta anche il tipo classico della monetazione italica, sembrava a taluni poco ragionevole importare dall'estero un metallo che ha il grande inconveniente di confondersi coll'argento. Se si fosse abolito completamente il bronzo, perchè non lo si giudicava abbastanza elegante, si sarebbe risolta una questione di principio ; ma dacché il bronzo veniva conservato, e, dacché, essendo moneta appunto senza valore intrinseco, si potevano liberamente ridurre le proporzioni, meglio sarebbe valso attenersi a questo e abolire o non introdurre il nichelio. Tali considerazioni vennero esposte in una delle prime riunioni della Commissione ed anzi il commendatore Johnson, in quella del 7 dicembre 1906, offerse, coniati nel suo stabilimento, i campioni delle nuove dimensioni che potevano adottarsi pel 20, 10 e 5 centesimi ; ma ad ogni ragionamento, pure trovato giustificato, si oppose l'esistenza di una legge, che ordinava la coniazione di una moneta di nichelio, e ogni altra considerazione dovette cadere. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3P/13 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3P/6 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3P/3[/url] (anche questi esemplari compaiono nell'articolo originale N.d.R) Il nuovo 20 centesimi italiano è certamente il più artisticamente elegante fra tutti i pezzi congeneri di tutte le nazioni. In via generale queste monete divisionali di piccolissimo valore portano al diritto una testa o semplicemente uno stemma e al rovescio la pura indicazione del valore. Il nostro 20 centesimi è ricco di due incisioni fra cui è difficile dire quale sia più importante, se quella del diritto o quella del rovescio. Malgrado ciò non fu senza forti opposizioni che venne accettato. Mentre nessuno della Commissione disconobbe il valore artistico, anzi lo apprezzò in tutta la sua estensione, le osservazioni critiche furono rivolte all'opportunità pratica delle due rappresentazioni. La prima impressione provata da parecchi membri della Commissione quando venne presentato il modello Bistolfi, fu che la testa dell' Italia si presentasse sotto forme eccessivamente arcaiche. Si sarebbe desiderato — e si riteneva che nel programma fosse inteso — un tipo più moderno, più armonizzante alle condizioni dell'Italia nostra, di un significato più comprensibile e più chiaro anche pel popolo, dacché si tratta di una moneta eminentemente popolare. "Ben altro è l' ideale di bellezza (diceva il sen. Monteverde nell'adunanza del . 14 dicembre 1906) con cui l'Italia appariva ai nostri grandi da Dante a Garibaldi, a Mazzini, a Mameli e ben altrimenti bello, sereno e spirante di grazia il simbolo della nostra patria". E con lui concordarono allora quasi tutti i membri della Commissione, i quali sembravano a un certo momento volere tutti una vera Italia formosa e turrita, quale da tutti potesse essere senza esitazione riconosciuta Ma pur troppo quando le Commissioni sono soverchiamente numerose, non è raro il caso che il risultato finale riesca l'opposto dal desiderato della maggioranza; e così, senza che qui mi dilunghi a raccontare lo svolgimento della discussione, avvenne che la Commissione non seppe resistere alle pressioni dell'artista, e alle sue dichiarazioni di sentire la cosa come l'aveva presentata e non altrimenti. E cosi avvenne che, a rappresentare l'Italia nostra, venisse adottata una testa preistorica e priva di qualunque simbolo che valga a identificarla. Se il nome d'Italia non ci fosse scritto, noi ci troveremmo in un imbarazzo paragonabile a quello degli archeologi, che or son due anni, si affannavano a identificare il sesso e le funzioni della bella fanciulla d'Anzio!... I giornali esteri, che ebbero e giudicarono la moneta, prima di avere una spiegazione ufficiale, non ritennero neppure che la parola ITALIA si riferisse alla testa rappresentata e, per l'attributo della spiga, la ritennero piuttosto una Cerere. L'American Journal of Numtsmatics la dice: « a head of the favourite deity of ancient Sicilians, "Ceres". E veniamo al rovescio. La figura volante, per quanto magistralmente modellata, venne accusata, da me in modo speciale e, persisto a credere giustamente, di non rappresentare quello che l'artista ha inteso rappresentare, di non portare cioè gli emblemi della Libertà, o di portarne di tali che ne fanno trasmodare il significato. Volendosi attenere all'allegoria, è necessario seguire le tradizioni. Per un'allegoria nuova, emblemi nuovi, d'accordo ; ma per un'allegoria conosciuta e ripetuta da oltre due millennii, è assolutamente indispensabile conservare quelli che sono consacrati dalla lunghissima tradizione. Ora la fiaccola più incendiaria che illuminatrice, la chioma disciolta e abbandonata al vento, L'atteggiamento convulso e quasi dionisiaco della figura, non accennano che vagamente alla Libertà ; ma assai meglio possono prestarsi a indicare una Furia, una Erinni, o modernamente una petroliera. Difatti parecchi giornali italiani e stranieri, che non avevano assistito al battesimo ufficiale, non ne seppero rintracciare il significato e la chiamarono vagamente "Genio volante". Tutte queste osservazioni vennero largamente sviluppate in seno della Commissione ; ma ben piccolo fu l'effetto ottenuto. Tutta la modificazione, cui l'artista consentì, si ridusse a un piccolo colpo di forbici nella chioma, come si vede dalla prova alla moneta definitiva, il quale non poteva menomamente contribuire, come non contribuì, a mutare o a chiarire il significato dell'allegoria ! Argento (1907) http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/19 http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-VE3/25 La moneta d'argento porta al diritto il busto del Re a destra colla leggenda: VITTORIO EMANVELE III RE D'ITALIA; al rovescio l'Italia col ramo d'ulivo e lo scudo, in quadriga a sinistra, coli' indicazione del valore e dell'anno di coniazione. Nel diritto s'è inteso rievocare il tipo dei testoni italiani del cinquecento, racchiudendo la leggenda fra due cerchi di perline. L'imitazione è felice; ma, secondo il mio modesto parere, sarebbe stato bene, per l'uniformità della nuova monetazione, adottarla per tutti i metalli, oppure abbandonarla anche per l'argento. Le prima emissione della moneta d'argento è del 1907. Il pubblico, mentre l'accolse favorevolmente, fece qualche piccola osservazione al diritto e fu soddisfatto vedendo che nella seconda emissione del 1908 s'era introdotta qualche piccola variante atta a migliorarlo. Il nome dell'artista CALANDRA, che nella prima era scritto orizzontalmente dietro la nuca del Sovrano e assumeva l'apparenza d'una piccola catena,venne opportunamente trasportato vicino al circolo interno di perline. Così pure venne migliorata l'effigie del Re.Il rovescio offre una imitazione greca e, aggiungerò volentieri, una imitazione felice. Il che non toglie però che qualche miglioramento possa introdursi nelle successive emissioni, sia nella figura deiritaha, onde renderla meglio appoggiata sul carro, sia nella posa dei cavalli, che potrebbe forse essere resa più varia e raggiungere così poco a poco quella perfezione che è troppo difficile trovare di primo acchito. Non sono che piccole o piccolissime varianti che si richiedono e che non occorre suggerire all'artista, tanto più che per tali miglioramenti non abbiamo bisogno di rimandarlo ai modelli originarii ellenici o ai romani che ne sono derivati. Ci basta rimandarlo alla superba sua quadriga che corona il monumento di Zanardelli a Brescia, e il cui modello era da tutti ammirato alla penultima esposizione di Venezia. Quella quadriga dimostra che l'autore ha studiato ben profondamente e con molto profitto gli antichi modelli. La quadriga zanardelliana, riprodotta sulle monete d'argento, ne farebbe un vero capolavoro. Offro qui anche la riproduzione del 5 lire, in cui le figurazioni sono meglio apprezzabili, del quale è per ora sospesa la coniazione in ossequio alla convenzione monetaria latina. http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/20 (PS da notare che è proprio questo progetto Johnson quello raffigurato nell'articolo originale N.d.R) Bronzo (1908) http://numismatica-i...moneta/W-VE3P/8 http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/10 http://numismatica-i...moneta/W-VE3P/9 (anche questi esemplari compaiono nell'articolo originale, ordinati da sinistra a destra N.d.R) La moneta di bronzo porta al diritto il busto del Re a destra, colla solita leggenda, al rovescio la figurazione dell'Italia marinara, coll' indicazione del valore e dell'anno di coniazione. Il Canonica aveva originariamente presentati due modelli, uno coll' Italia marinara, l'altro coll' Italia in quadriga ; ma, essendosi già scelto questo secondo tipo per la moneta d'argento, venne destinato per quella di bronzo il primo, rappresentante l'Italia col ramo d'ulivo su di una prora. Oro (1910) http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/30 La moneta d'oro rappresenta al diritto il busto del Re a sinistra colla leggenda: VITTORIO EMANVELE III e al rovescio l'Italia agricola colla leggenda: REGNO D'ITALIA, l'indicazione del valore e l' anno di coniazione. L'allegoria è raffigurata dall'Italia turrita che guida l'aratro, tenendo un fascio di spighe. Il busto del Sovrano nella moneta d'oro è incontestabilmente il migliore dei tre che oggi figurano nelle monete italiane L'espressione nobile e severa, come è nel carattere personale di S. M. per legge atavica di Casa Savoja, è perfettamente indovinata, la modellatura è fatta maestrevolmente e ben poco possono trovare a dire anche i critici più difficili. Il rovescio, per quanto pregevole, non dà tutto quello che il giovane artista avrebbe potuto dare. La sua esuberanza si dimostrò al primo appello colla presentazione di quattro tipi per la moneta d'oro (*), ma la sua pazienza e la perseveranza nel correggere (*) Cibele in quadriga di leoni, imitazione dei medaglioni d'Adriano e d'Antonino Pio pel pezzo da 100 lire http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/32 l'Italia industriale e commerciale pel pezzo da 50 http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/28 oppure l'Italia agricola, http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/29 che in altro modo egli rappresenta pel pezzo da 20 lire http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/26 pel quale, ad abundantiam presentava ancora un ultimo tipo fuori programma. http://numismatica-i...oneta/W-VE3P/25 e perfezionare i primi abbozzi del tipo prescelto non furono egualmente lodevoli, motivo pel quale vi notiamo ancora qualche difetto che avrebbe potuto esser tolto. Il drappeggiamento, per quanto ridotto, è ancora troppo ampio ed ingombrante, e la testa rimase eccessivamente piccola, la direzione del braccio destro forma una linea troppo continuata con quella dell'aratro e se queste ed altre minori correzioni, suggerite da chi ne era stato incaricato dalla commissione, fossero state accolte ed eseguite, il risultato finale ne sarebbe certamente stato migliore. L'artista, avendo messo forse troppo fuoco nel principio del suo lavoro, se ne sentì stanco e disinteressato alla fine, e fu sordo ai buoni consigli, fors'anco pel motivo che non si era fatto un adeguato concetto dell'alto onore a cui il Governo l'aveva chiamato coll'affidargli la modellatura di una moneta. Egli non comprese quanto grande fosse pel suo nome tale fortuna, e come nulla valga a farlo conoscere quanto una moneta che in un numero grandissimo d'esemplari, circola nelle mani di tutti e in tutto il mondo. "Circumit orbem pecunia totum ». Molti nomi d'artisti greci, per quanto ammirabili fossero le loro opere statuarie, ci sarebbero completamente ignoti, se non ci fossero stati conservati dalle monete. La moneta commemorativa del Cinquantenario. http://numismatica-i...moneta/W-VE3/30 Nella penultima seduta della Commissione venne proposta la coniazione di una moneta Commemorativa del Cinquantennario , da coniarsi col medesimo tipo nei tre metalli. Dopo breve discussione sul tipo d'adottarsi, si decise di non porre alcun legame alla fantasia dell'artista, lasciandolo affatto libero sulla scelta dell'allegoria più opportuna, salvo solo l'accettazione del progetto da parte della Commissione. Quanto all'artista cui affidare l'esecuzione, la Commissione unanime si affermò sul nome di Trentacoste. L' egregio artista era membro della Commissione stessa; perciò si schermì davanti alla nomina; ma poi l'accettò, rassegnando, s'intende, le dimissioni. Dopo pochi mesi il modello era pronto e venne sottoposto alla Commissione, la quale credette d'accettarlo quale veniva presentato, senza nessuna modificazione. L'allegoria si riferisce alla Roma antica che consegna un globo alla Roma moderna. Il gruppo è ben trovato, le pose armoniche, la modellatura squisita e la moneta fa onore all'arte italiana. Oltre gli esemplari in argento e bronzo, verranno stampati 20 mila esemplari da L. 50 in oro, ed è prevedibile che questi ultimi non entreranno punto nella circolazione, perchè verranno facilmente assorbiti prima di tutto dai musei pubblici e dai raccoglitori privati, e in gran numero saranno conservati anche nelle famiglie come ricordo delle feste giubiliari della patria nostra. RIASSUMENDO. V'ha sempre un certo numero di malcontenti, pessimisti per progetto, che non vogliono riconoscere alcun miglioramento nella nuova monetazione italiana, e vanno ripetendo che tanto valeva continuare con quella già in corso; ma credo di non errare asserendo che la maggioranza pensa che un passo si è fatto, e, se non si è raggiunta la perfezione, come non si poteva pretendere, vi ci siamo però incamminati. Certamente difetti ce ne sono ancora e non ho mancato di accennare francamente quelli che a me appajono tali; ma tutto è perfettibile, questione di non accontentarsi del primo risultato ottenuto. Il nome di Pistrucci, che tanto onora l' Italia nostra, trovò in una moneta il suo maggior titolo di gloria. Ma tutti sanno come, dopo d'aver abbozzata la prima idea per la sterlina inglese, la corresse e la mutò molte volte e pei primi conii attese personalmente e non fu se non dopo molte e molte piccole modificazioni che raggiunse la perfezione del suo San Giorgio e ne fece quel piccolo capolavoro che perdura ammirato già da parecchie generazioni. È questo il paziente lavoro, che devono eseguire i nostri artisti, se intendono di legare il loro nome a una moneta nostra come Pistrucci la legò alla moneta nazionale della Gran Brettagna. È ben vero che, per l'esito completo di una monetazione, oltre alla bontà artistica dei modelli, è necessaria anche la perfezione della coniazione. Ora questa è tutt'altro che soddisfacente nel caso nostro ; e, facendo tale affermazione, la quale non può che essere da tutti confermata, non intendo punto attribuirne la colpa alla direzione della zecca di Roma. Bisogna tener presente che l'unica officina monetaria del Regno d'Italia, dopo l'inconsulta abolizione delle altre buone zecche e specialmente di quella buonissima di Milano, è condannata a lavorare con macchine antiquate negli angusti e infelicissimi locali del Vaticano, che appena bastavano per la produzione monetaria dello ex-Stato Pontificio. La nuova zecca sull'Esquilino è quasi pronta e presto vi sarà colà trasportato il lavoro. Tutto fa sperare che si otterranno i migliori risultati e si riuscirà a fare quello che gli altri fanno. Sotto i due aspetti dunque artistico e tecnico si cerchi il miglioramento e la perfezione. Gli artisti che fortunatamente sono tuttora viventi e giovani e la Commissione che dura pure in vita, impieghino tutto il loro buon volere onde trovare e mettere in pratica i provvedimenti che saranno trovati opportuni per raggiungere a poco a poco quella superiorità artistica e quella perfezione tecnica a cui l'Italia da tanto tempo aspira e per raggiungere le quali venne appunto creata la Commissione, che se ne assunse la responsabilità verso il pubblico. F. Gnecchi.1 punto
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