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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/15/20 in Risposte

  1. 4 punti
  2. Buonasera, posto un altro dei miei Tornesi di Filippo IV con Tosone, purtroppo anche questo senza data. Sigle OC Qualcuno può aggiungere altro? Saluti Alberto
    2 punti
  3. OK. Sarebbe opportuno e mi farebbe piacere, se condividi quando sto postando sui due, dritti degli aurei NFA e Roma N. La mia riflessione è semplice, dopo aver osservato uno dei dettagli , che per me è fondamentale è l'esistenza di "conio sporco" dentro l'orecchio delle due monete. Se di falsi dovrebbe trattarsi, dentro l'orecchio, dovrebbero avere gli stessi difetti (essendo coniati dalla stessa matrice), ma non è cosi, uno ha poche proturberanze in positivo, l'altra ha più proturberanze. Ora alla luce delle esperienze acquisite nelle puliture di varie monete, queste proturberanze, vengono chiamate " da conio sporco". In considerazione , le monete sono state coniate dallo stesso conio, con tempi lievemente consecutivi e che si sarà sporcato, in quantità diverse. Ora non mi risulta, che ci siano o ci siano stati falsari, che siano stati capaci di riprodurre tale dettaglio. Il confronto delle foto.....con lettera A, una delle ciocche diverse da lieve usura da lieve circolazione. Con lettera B.... dentro il padiglione dell'orecchio, proturberanze da conio sporco.
    2 punti
  4. Filippo IV Grano 1638/1638 Simbolo del coniatore O I Corpus 938/939?
    2 punti
  5. Segnalo l'uscita del n. 113 di Monete Antiche questo l'indice: Anno XIX n. 113 Settembre/Ottobre I denari di L. Censor (RRC 363/1a-d): analisi dei conii. (Pierluigi Debernardi, Alberto Campana, Roberto Lippi) [3-12]. Melikertes-Palaimon su alcune monete di Corinto. (Antonio Morello) [13-26]. La zecca di Napoli al tempo di Federico II. (Simonluca Perfetto) [27-46]. ANASTATICA, inserto di letteratura numismatica. Il catalogo delle monete locresi di Francescoantonio Pellicano: alcune osservazioni sulle serie d'oro e d'argento. (Marianna Spinelli) [1-8].
    1 punto
  6. Qualche giorno fa stavo facendo un giro sul web per guardare un po' di monete. Guardare tante monete è sicuramente un bel divertimento, ma anche bell’allenamento in particolare per l’occhio inesperto di semplice appassionato (come il mio, insomma). Ti abitua a riconoscere i profili imperiali, a leggere e a sciogliere le legende, a conoscere le varie tipologie di rovesci….. e anche a cercare (ripeto cercare) di distinguere il falso dal vero. Questo è un vero campo minato, soprattutto per quanto mi riguarda, non avendo una preparazione ed una esperienza sufficienti. Certo, la patacca è sempre dietro l’angolo, ma onestamente cerco di stare tranquillo. Tranquillo, ma attento. In fondo, la mia è una passione, un divertimento nel senso del “divertissement” di Blaise Pascal ovvero distrazione, diversione, svago. E tale voglio che resti. È poi ovvio che tanto dipende anche dalle cifre che investi (e le mie sono sostanzialmente basse) e su queste va tarato il rischio che si corre. Colleziono da pochi anni e la cosa curiosa è che mentre all’inizio cercavo la moneta bella in sé (magari anche per il desiderio di mostrarla), ora cerco la moneta che mi piace, anche se magari non è perfetta. Ho scoperto che anche le imperfezioni sono interessanti. Mi sono trovato ad apprezzare la moneta un po' vissuta. Ho capito che per me, oltre al lato estetico (importante, ci mancherebbe, per non dire fondamentale) conta tanto il lato storico, il pensiero di avere tra le mie mani un pezzetto di passato assai remoto e il pensiero che questo pezzettino di passato sia mio. Dopo questo preambolo (che spero non vi abbia annoiato), torno a bomba. Dicevo che stavo facendo un giro in rete. Ad un certo punto mi imbatto in questa moneta: Costantino I 19 mm 2.7 grammi D/: CONSTAN-TINVS AVG; busto laureato di Costantino I, a destra R/: D N CONSTANTINI MAX AVG; al centro corona con VOT XX ESERGO: PT RIC VII Ticinum 140 Ora vi chiedo: Cosa ne pensate, in particolar modo riguardo alla autenticità di questa moneta? Vi premetto però che è una sorta di gioco. Ovviamente non posso dirvi tutto, altrimenti si perderebbe l’aspetto interessante (o almeno spero!!) della discussione. Sentitevi liberi di esprimere le vostre opinioni in tutta serenità, esperti e no, studiosi, semplici appassionati, curiosi. L’argomento della autenticità, da come ho visto nelle molte discussioni a riguardo sul nostro forum (e da come ho cercato di dire in breve all’inizio), è molto scivoloso. A maggior ragione quando si valuta una moneta da una foto, senza averla in mano, senza poterla toccare, vedere, “sentire”. Del resto (purtroppo), considerato che spesso acquistiamo on line, è proprio quello che spesso ci troviamo a fare: giudicare da una foto. Quindi, in piena libertà: a voi la parola! Buona serata Stilicho
    1 punto
  7. Ieri pomeriggio un amico mi ha ceduto questo esemplare . Cosa ne pensate di questo quarto C P ?
    1 punto
  8. Ciao Stilicho, dalla immagine postata direi assolutamente autentica. Vediamo un'altra: Stessa impressione? A rovescio sì, con concrezioni; il ritratto? Ciao Illyricum PS: Quando c'è un esemplare di Costantino, nel Forum non può mancare @Nikko ...
    1 punto
  9. Sì, a volte le andiamo proprio a cercare, a volte ci capitano in mano casualmente come questa 100 Lire 1965 che ho trovato in un cassetto dove manca la L prima della cifra sul rovescio ?
    1 punto
  10. Ciao a tutti, anche io ne ho presa una per la storia particolare che porta con sé...questa la mia (se riesco a caricarla!)
    1 punto
  11. Più facile di quanto mi aspettavo: https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=312424 Mi pare di scorgere ... AVG a ore 3-4, davanti alla barba di Commodo. Ciao Illyricum
    1 punto
  12. Buona sera . Una considerazione banale. Che brutta fine hanno fatto le povere 5 lire. Leggevo , tempo fa , che il compenso giornaliero di un operaio , nel 1860 si aggirava sulle 2 lire. Due giorni e mezzo di lavoro per queste 5 lire, non pochi! Gabriella
    1 punto
  13. Buonasera a tutti, @Stilicho accolgo l'invito, non sono un esperto in materia, ma mi piace cimentarmi, non sono pratico di questa tipologia e nemmeno delle scritte, però a colpo d'occhio, direi che non mi convincono alcuni dettagli del diritto, parlo del mento e degli occhi, non posso al momento fare confronti, è una sensazione mia personale e sicuramente potrei sbagliare. Ma come dicevo in premessa, non sono un esperto, aspetto di leggere altri pareri. Saluti Alberto
    1 punto
  14. 1953 Cabo Verde - colonia portoghese - 10 escudos Ag.720
    1 punto
  15. ??? Premesso che la sezione è sbagliata, poi.?? Meteora dubbiosa??
    1 punto
  16. Buongiorno, colpetti no, ma di"segnetti" abbonda e circolare ha circolato, eccome, quando le comperavo(perché a mio avviso sono gran belle monete) e parlo del primo decennio del 2000, in queste condizioni si pagavano 25€(gli anni comuni naturalmente) adesso non so, con la crisi che c'è nel settore, 20€ sicuramente, so che non è molto ma la numismatica è in crisi, sono stato a Riccione: una desolazione! Buona serata
    1 punto
  17. Su migliaia e migliaia di monete coniate, specie in quelle di piccolo modulo, è facile che qulcosa nel conio non funzioni al 100%. Considera che la zecca è un fornitore e come tale è pagato per il lavoro svolto, quindi, anche se non dovrebbe essere così, tutto il prodotto è buono. Poi noi collezionisti, diventiamo matti a cercare e collezionare tutte le anomalie o curiosità che troviamo. Altrimenti che gusto ci sarebbe?
    1 punto
  18. bello questo topic. Io ho vissuto il boom delle schede nella seconda metà degli anni '90 (1995-2000) quando c'era una frenesia incredibile, con prezzi allucinanti. All'epoca ero piccolo e non ho potuto frequentare i convegni di Verona o Riccione, ma vivevo "di riflesso" quello che succedeva lì, sia per il passaparola che grazie ai commercianti: le schede speciali di Verona o Riccione, acquistate al facciale (2 o 5 mila lire) venivano vendute al triplo... facile il business L'avvento del telefonino, nei primi anni 2000, ha dato il colpo di grazia alle cabine e alle schede. Conservo una piccola raccolta, con tante schede comuni e qualche scheda rara. Non l'ho voluta cestinare o vendere, sia perché all'epoca non mi sono certo svenato (non ero neanche maggiorenne, e soldi da spendere non ce n'erano) ma anche perché le schede telefoniche sono testimonianza di un'epoca, da far vedere un giorno ad un figlio o ad un nipote e raccontare di com'era la vita prima dell'iphone ? (un po' com'è successo ai miniassegni: ad un certo punto la bolla speculativo-collezionistica è scoppiata, ma resta la testimonianza di un periodo storico) A Verona, nelle ultime edizioni pre-covid, ho dato un'occhiata ai pochi banchi che vendevano schede. Una desolazione assoluta: ho visto schede nuove, rare dei primissimi anni '90, vendute ad 1-2 euro; quelle vecchie SIP verticali, di fine anni '80, le ho trovate a 0.50; un commerciante straniero vendeva pacchi di schede estere a 5 centesimi. Mi ha impressionato non poco vedere in vendita a 0,50-1-2 € schede che 20-25 anni si vendevano a botte di 10-20-30000 lire ?.
    1 punto
  19. Buon pomeriggio a tutti, oggi posto uno scarrafone particolare, è in assoluto la prima moneta di questo tipo che tocco con mano, da poco entrata in Collezione Litra68 sezione Scarrafoni. Ho ragione di pensare che sia una moneta dei Reali Presidi di Toscana, millesimo 1798. Per azzardare un minimo di catalogazione mi permetto di chiedere l'aiuto di @Reale Presidio che so essere un grande studioso ed esperto di questa monetazione. Ovviamente aspetto anche considerazioni di voi tutti in merito a cosa ne fareste di una moneta così consumata.. ? Saluti Alberto
    1 punto
  20. Buongiorno, vorrei provare anch'io a risolvere questo quiz. Inizialmente ho pensato appartenesse a un periodo di età costantiniana osservando gli occhi scavati e la pettinatura, ma soffermandomi maggiormente sulla collana penso possa appartenere ad un periodo etrusco, in particolare periodo orientalizzante. Ho trovato su internet quest'immagine di collana che mi ha aiutata nella scelta: https://images.app.goo.gl/T5pUA1Gfxxr9nmvx9 Non so se possa avere senso questo ragionamento, ma almeno ci ho provato ?☺️
    1 punto
  21. Senza entrare nel merito della questione, che comunque non troverà una soluzione nel forum lamoneta.it, spero che ognuno vorrà mantenere il tono della discussione su basi accettabili per un confronto culturale, nel quale tutte le tesi sono legittime, ognuno ha diritto di argomentarle e l'unico limite è il rispetto per gli interlocutori.
    1 punto
  22. @Meleto attento come sempre, prendo atto delle tue interessanti e puntuali osservazioni. HIRPINI
    1 punto
  23. Penso fosse proprio un gettone da gioco e quindi riproducesse le fattezze di una moneta aurea di fantasia. Anche se in realtà non ho trovato molto a riguardo bisognerebbe chiedere in Exonomia se ne sanno di più. Unica cosa perché legenda errata? Nel link di numista è debole di conio la G ma è presente immagino, visto che "Victoria regina" era presente nella legenda ufficiale delle monete vittoriane. E Regina è l'attributo regale in latino. Curioso oltretutto come nelle monete in patria le legende inglesi siano sempre state in latino (anche oggi) mentre per le colonie o altre coniazioni solitamente si usa l'inglese per esempio per Hong Kong "Victoria Queen".
    1 punto
  24. Buongiorno, la particolarità di questo token, che già a prima vista fa capire che non si tratta di una moneta, sta nel fatto che una faccia rappresenta la Regina Vittoria con la legenda errata: VICTORIA REGINA invece che VICTORIA REINA (a volte la R di REGINA risulta abrasa); l'altra faccia ha un'aquila bicipite austro-ungarica (ma con lo scudo centrale leggermente diverso). Questo strano connubio credo che servisse a dare credito al gettone in più paesi, o forse ad assicurare che non fosse scambiato per vera moneta. Per pura curiosità aggiungo che Vittoria e Aquila bicipite sono convissuti solo negli anni 1819-1901, nascita e morte di Vittoria, per cui immagino che che possa essere stata questa l'effettiva epoca di emissione del gettone. Il Reichsadler non fu uno stemma esclusivo austro-ungarico. Come doppio simbolo di potere, sembra che sia stato adottato per primo da Costantino Magno, poi tra gli altri dall'impero romano d'Oriente, dall'Impero Bizantino, dall'Austria-Ungheria e anche dai Romanov, zar di tutte le Russie,
    1 punto
  25. Occlusione nel conio del numero 1. Ce ne sono tantissime in giro. Semplice curiosità.
    1 punto
  26. La terza moneta è un grano di Carlo II Re di Sicilia (1665-1700), Palermo. Anche questa purtroppo è completamente spatinata.
    1 punto
  27. Complimenti @Asclepia, ancora una volta una splendida moneta, con ottimi rilievi per la tipologia, peccato per la piccola frattura del tondello, a me pare ben oltre il BB, direi che un qSpl ci può stare. Saluti
    1 punto
  28. Credo che siano monete comuni e anche in cattivo stato di conservazione, per cui di scarso valore. Aspettiamo altri pareri
    1 punto
  29. Buongiorno... Uno splendido catalogo fa per te allora: varianti ed errori della Repubblica Italiana di Giovanni Attardi. Anche a me è capitata la stessa cosa,come ad altri sull' 1. Da quel che sto capendo,una curiositá soggettiva,che altri non badano neanche,comunque........... Buona lettura?
    1 punto
  30. Salve, concordo con @Ranbel per Alessandro Severo, 222-235, visto che al diritto leggo pressoché chiaramente IMP ALEXANDER PIVS AVG. Poi, escluso il sesterzio, penserei all'asse, meno al dupondio, ma non perché l'imperatore ha sul capo la corona laureata invece della rostrata propria del dupondio (anche sui dupondi Alessandro Severo come Elagabalo Caracalla e pochi altri porta a volte la corona di lauro). Penserei all'asse perché in realtà mi sembra di vedere una moneta fatta di rame e non di oricalco. Ma le fotografie ingannano e potrei sbagliarmi, perciò aspetto che @FrancoMister ci faccia conoscere diametro e peso della sua moneta, presunto asse. Poi penseremo al rovescio. HIRPINI
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  31. Va benissimo @jak89, e senza fretta.
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  32. Ahhh! Avevo capito bene: la foto del rovescio per errore è stata postata capovolta orizzontalmente cioè così: invece la moneta è questa: E' così che si vede il soldato romano che impugna la lancia con la destra e sta per infilzare il cavaliere barbaro che cade dal cavallo davanti al suo piede destro. L'intuizione di @bolognino ora può essere confermata, ma a ragion veduta. Si tratta di una moneta romana bassoimperiale con la FEL TEMP REPARATIO al rovescio, del tipo di questo bronzetto di Costanzo II per Cyzicus: Lascio in sospeso la quasi impossibile identificazione dell'imperatore, da cercare, se ben ricordo, tra questi: Constantius II; Constants; Magnentius; Constantius Gallus; Iulianus II. Mi resta solo la curiosità di sapere come è successo che @jak89 abbia capovolto il rovescio della moneta. Comunque saluti a tutti HIRPINI
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  33. Buona sera, mi sono perso parecchi post nelle sezione Napoli - Sicilia. La moneta è molto piacevole, la patina in particolare da risalto ai dettagli e ne aumenta notevolmente l'appeal rispetto a molte sorelle di usura equivalente. Diciamo che è una moneta saputa scegliere e mette in evidenza il gusto del collezionista. La frattura al bordo non disturba eccessivamente lo sguardo (quantomeno il mio). Più fastidioso mi risulta l'evanescenza della parola Sic al dritto sopra la testa del sovrano. Immagino siano i resti di una montatura abilmente rimossa. Se confermato questo rappresenta l'unico vero difetto della moneta. Ho un pò di imbarazzo ad introdurre la conservazione su queste monete. Spesso la conservazione non và di pari passo con la qualità e l'appeal generale della moneta, che dipende da più fattori. Se dovessimo valutare il complesso di usura e difetti vari penso si debba essere sul bb+ complessivo. Ma è una valutazione difficile.
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  34. Buonasera a tutti, @Asclepia io sulle conservazioni non sono ferrato, per me tra Mb al diritto e qspl al rovescio per il tipo, leggermente penalizzato per la frattura del tondello e evidenti segni di usura sui capelli, il rovescio è a mio avviso eccezionale per conservazione, I frutti nelle due cornucopie sono ben definiti e piacevoli da vedere. Gradevole la tonalità cuoio. Saluti Alberto
    1 punto
  35. Deo gratias, una luce nelle tenebre. Ho notato che molti sono convinti che essere "severi" nel giudicare una moneta faccia fico. In realtà giudicare BB una moneta FDC denota solo incompetenza, esattamente come giudicare FDC una moneta BB.
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  36. Per questo i sogni possono essere tanto pericolosi: covano sotto la cenere come un fuoco e a volte ci consumano completamente. (Arthur Golden) ??‍♂️
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  37. 'Quando una cosa è troppo bella per essere vera, probabilmente non è vera' (Albert Sabin)
    1 punto
  38. Ciao, eccoti la scheda della medaglia, per il valore di mercato non posso aiutarti. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ME57R/6
    1 punto
  39. Inoltre: A Karkemish, città-stato ittita al confine tra Turchia e Siria, torna a risuonare al voce di Sargon II zittita da Nabucodonosor II. La missione italo-turca guidata da Nicolò Marchetti dell’università di Bologna ha scoperto in fondo a un pozzo tre tavolette del grande re assiro fatte sparire dal sovrano babilonese Un leone in marcia scolpito su un ortostato della città-stato ittita di Karkemish, al confine tra Turchia e Siria Nabucodonosor II lo sapeva. La conquista di Karkemish, la potente città in posizione strategica tra l’Anatolia ittita e la Mesopotamia assira, non sarebbe bastata a cancellare il ricordo del grande re assiro Sargon II (721-705 a.C.) che più di cento anni prima, sul finire dell’VIII sec. a.C., aveva costruito un impero in Vicino Oriente, nella Mezzaluna Fertile, conquistando Samaria, Damasco, Gaza e, nel 717, anche Karkemish, città-stato ittita che sorgeva sul corso dell’Eufrate, dove oggi corre il confine tra Siria e Turchia. Sargon II, grande re assiro Lo spettro di Sargon aleggiava ancora. Le sue parole sembravano ancora vive nella memoria della gente. Lui che sintetizzava così la sua vita: “Io sono Sargon, re forte, re di Akkad. Mia madre era una sacerdotessa; mio padre non lo conosco; era uno di quelli che abitano le montagne. Il mio paese è Azupiranu sull’Eufrate. La sacerdotessa mia madre mi concepì e mi generò in segreto; mi depose in un paniere di giunco, chiuse il coperchio con del bitume, mi affidò al fiume che non mi sommerse. I flutti mi trascinarono e mi portarono da Aqqui, l’addetto a raccogliere acqua. Aqqui, immergendo il suo secchio, mi raccolse. Aqqui, l’addetto a raccogliere l’acqua, mi adottò come figlio e mi allevò. Aqqui, l’addetto a raccogliere l’acqua, mi fece suo giardiniere. Durante il periodo in cui ero giardiniere la dea Ishtar mi amò. Per… anni io fui re”. Quella voce doveva essere spenta. Così Nabucodonosor fece distruggere tutti i documenti di Sargon affidandoli all’oblio del tempo. Fino all’arrivo degli archeologi. E la voce di Sargon è tornata a risuonare. Una delle tavolette di argilla con testi in cuneiforme celebrativi di Sargon II trovata dalla missione archeologica dell’università di Bologna a Karkemish Tre preziosi frammenti di tavolette d’argilla, che riportano incisi in caratteri cuneiformi gli scritti del sovrano assiro Sargon II, sono stati scoperti in fondo a un pozzo (a 14 metri di profondità), nel sito di Karkemish, dalla missione archeologica italo-turca avviata nel 2011 dall’università di Bologna insieme agli atenei turchi di Gaziantep e Istanbul. Le tavolette furono gettate in fondo a un pozzo su ordine del re babilonese Nabucodonosor II, per essere per sempre dimenticate. Scrive Sargon: “Ho costruito, aperto nuovi corsi d’acqua, incrementato la produzione di grano, rinforzato le porte con cerniere di bronzo, allargato i granai, costituito un esercito con 50 carri, 200 cavalli, tremila fanti. E ho reso il popolo felice, fiducioso in se stesso”. La mappa del sito archeologico di Karkemish studiato dalla missione archeologica italo-turca guidata dall’università di Bologna Spesso paragonata a città gloriose come Troia, Ur, Gerusalemme, Petra e Babilonia, Karkemish è stato un centro di straordinaria importanza. Abitato almeno dal VI millennio a.C., a partire dal 2300 acquista un ruolo centrale nella regione e diviene contesa da ittiti, assiri e babilonesi. Solo con l’impero romano inizia il suo declino, che termina nell’Alto Medioevo, attorno al X secolo, quando la città viene definitivamente abbandonata e dimenticata. Ricompare solo alla fine dell’800. Fu allora che una serie di campagne esplorative promosse dal British Museum (ci lavorò anche Lawrence d’Arabia) riportarono per la prima volta alla luce le tracce del suo grande passato. Un’opera di riscoperta che oggi è passata nelle mani dell’Alma Mater, con un progetto di scavo guidato dal prof. Nicolò Marchetti che, al suo quinto anno di attività, è finito – letteralmente – in fondo a un pozzo. Per riemergere con le parole ritrovate del re Sargon II. L’archeologo Nicolò Marchetti, direttore della missione a Karkemish Tre frammenti di tavolette d’argilla”, ricorda Marchetti, “che riportano incisi in caratteri cuneiformi gli scritti del sovrano assiro. Frasi autocelebrative, che esaltano le vittorie militari e le misure a favore della popolazione. Frasi che, proprio per il loro carattere propagandistico, furono fatte sparire, gettate in fondo a un pozzo su ordine di Nabucodonosor II, il re babilonese che nel 605, dopo un lungo assedio, strappò Karkemish al controllo assiro. Cancellare le tracce e i simboli del nemico sconfitto è una pratica che attraversa tutta la storia dell’umanità e che ancora oggi, purtroppo, viene praticata”. Il pozzo di Karkemish in fondo al quale sono stati trovati i frammenti di tre tavolette con testi celebrativi di Sargon Il pozzo è stato rinvenuto dalla missione italo-turca nell’area dove un tempo sorgeva il palazzo di re Katuwa, costruito attorno al 900 a.C. e ampliato e modificato da Sargon II. Gli archeologi dell’Alma Mater si sono calati nella stretta imboccatura, scendendo fino a 14 metri sotto al livello del suolo. Lì, sul fondo, è stata trovata una fitta serie di oggetti e utensili di ambito amministrativo, letterario e decorativo: gettoni d’argilla (tokens) per la contabilità, recipienti di bronzo e di pietra, un’armatura di ferro e i tre frammenti di tavolette d’argilla con le parole di Sargon II. Oltre al pozzo, i lavori della missione archeologica dell’Alma Mater hanno portato alla luce anche tre ortostati, lastre di pietra con funzioni sia di sostegno che decorative, in ottime condizioni. In uno è rappresentato un leone in marcia, mentre nelle altre due sono incisi un toro alato e un dio-ibex alato, con un volto umano. Quest’ultimo, in particolare, rappresenta un caso unico nel campo dell’arte neo-ittita. Puliti e restaurati, gli ortostati sono stati lasciati nell’area del palazzo di re Katuwa, ed è stato inoltre completata la rilevazione digitale ad alta precisione della mappa dell’antica città. Tutti interventi che puntano a far nascere un parco archeologico che possa attirare turisti e visitatori a Karkemish, coinvolgendoli in un’esperienza immersiva tra storia e attualità. https://archeologiavocidalpassato.com/2016/11/13/a-karkemish-citta-stato-ittita-al-confine-tra-turchia-e-siria-torna-a-risuonare-al-voce-di-sargon-ii-zittita-da-nabucodonosor-ii-la-missione-italo-turca-guidata-da-nicolo-marchetti-delluniversita/amp/
    1 punto
  40. Partendo da questo ritrovamento a Karkemish parliamo un po' di questa città-stato ittita al confine tra Turchia e Siria, il cui nome è stato interpretato come "kar kamish", cioè "argine di Kamish", antica divinità semitica più nota col nome biblico di Chemosh (Nelle tavolette di Ebla è nominato come Kamish. Chemosh compare come una divinità minore anche in un testo ugaritico e in una lista accadica di divinità, nella quale viene equiparato a Nergal) https://it.m.wikipedia.org/wiki/Chemosh Il sito è stato inizialmente indagato dal British Museum in fasi diverse: nella seconda metà del XIX secolo (tra 1878 e 1881) ad opera del console Patrick Henderson, nel 1911-14 quando, sotto la direzione di D. G. Hogarth, si trovavano sul posto anche R. C. Thompson, T. E. Lawrence e C. L. Woolley, e infine nel 1920 nuovamente da C. L. Woolley con P. L. O. Guy. Il lavoro archeologico è adesso ripreso a partire dal 2011, ad opera di una missione archeologica congiunta italo-turca delle Università di Bologna, Gaziantep e Istanbul sotto la direzione di Nicolò Marchetti. Nella campagna del 2019 è stato aperto al pubblico il parco archeologico sul sito. Il sito è stato abitato sin dal Neolitico. La città è menzionata in documenti ritrovati negli archivi di Ebla del III millennio a.C. Da alcune tavolette trovate negli archivi di Mari ed Alalakh, risalenti circa al 1800 a.C., sappiamo che Karkemiš era governata da un re di nome Aplahanda ed era un importante centro per il commercio del legname. A partire dagli anni della seconda campagna mitannica, l'imperatore ittita Šuppiluliuma I la conquistò e vi intronizzò il figlio Piyassili (nome dinastico Sharri-Kushuh). Il momento di splendore che la città dovette conoscere nei due secoli finali dell'impero ittita (Bronzo Tardo) non ha lasciato tracce sino a noi: gli spettacolari ritrovamenti archeologici sono infatti esclusivamente relativi all'età del ferro, quando Karkemiš divenne un importantissimo stato neo-hittita. Nel corso del I millennio a.C. il sito conobbe infatti una grandissima fioritura: abbiamo moltissime iscrizioni geroglifiche su stele o su ortostato, nonché una sorprendente serie di rilievi, in prevalenza risalenti agli anni della dinastia dei Suhidi (X secolo a.C.) e a quelli della casata di Astiru (fine IX-VIII secolo a.C.). Karkemiš divenne una provincia assira, dopo la conquista da parte di Sargon II nell'anno 717 a.C. In seguito divenne parte dell'impero neobabilonese e poi di quello persiano, prima di ricevere il nuovo nome di Europos in epoca ellenistica, restando continuativamente occupata fino al primo periodo islamico. https://it.m.wikipedia.org/wiki/Karkemiš
    1 punto
  41. Ciao Arka. Le banconote che devi sanificare portale pure a me. Passo anche a ritirarle se vuoi. Poi le incenerisco io non ti preoccupare. ?
    1 punto
  42. Cassio:"La colpa, caro Bruto, non è delle nostre stelle, ma di noi stessi, che siamo degli schiavi..." Shakespeare: atto 1, scena 2 ,Giulio Cesare 'E' giusto che i vili sian governati dai malvagi' Plotino
    1 punto
  43. With such provenances and rarity, I consider it's totally unneeded and even a digrace to describe the test cut which beheads 2 of the horses as an unobtrusive scratch.
    1 punto
  44. Taglio: 1 euro Nazione: Monaco Anno: 2002 Tiratura: 472.500 Condizioni: BB Città: Milano
    1 punto
  45. taglio         2 euro BNDR paese     Malta anno 2015 tiratura 300.000 condizioni bb+ città Milano Note News
    1 punto
  46. Tra le quattro credo sia quella più piccola
    1 punto
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