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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/15/20 in Risposte
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Buonasera, posto un altro dei miei Tornesi di Filippo IV con Tosone, purtroppo anche questo senza data. Sigle OC Qualcuno può aggiungere altro? Saluti Alberto2 punti
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OK. Sarebbe opportuno e mi farebbe piacere, se condividi quando sto postando sui due, dritti degli aurei NFA e Roma N. La mia riflessione è semplice, dopo aver osservato uno dei dettagli , che per me è fondamentale è l'esistenza di "conio sporco" dentro l'orecchio delle due monete. Se di falsi dovrebbe trattarsi, dentro l'orecchio, dovrebbero avere gli stessi difetti (essendo coniati dalla stessa matrice), ma non è cosi, uno ha poche proturberanze in positivo, l'altra ha più proturberanze. Ora alla luce delle esperienze acquisite nelle puliture di varie monete, queste proturberanze, vengono chiamate " da conio sporco". In considerazione , le monete sono state coniate dallo stesso conio, con tempi lievemente consecutivi e che si sarà sporcato, in quantità diverse. Ora non mi risulta, che ci siano o ci siano stati falsari, che siano stati capaci di riprodurre tale dettaglio. Il confronto delle foto.....con lettera A, una delle ciocche diverse da lieve usura da lieve circolazione. Con lettera B.... dentro il padiglione dell'orecchio, proturberanze da conio sporco.2 punti
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Segnalo l'uscita del n. 113 di Monete Antiche questo l'indice: Anno XIX n. 113 Settembre/Ottobre I denari di L. Censor (RRC 363/1a-d): analisi dei conii. (Pierluigi Debernardi, Alberto Campana, Roberto Lippi) [3-12]. Melikertes-Palaimon su alcune monete di Corinto. (Antonio Morello) [13-26]. La zecca di Napoli al tempo di Federico II. (Simonluca Perfetto) [27-46]. ANASTATICA, inserto di letteratura numismatica. Il catalogo delle monete locresi di Francescoantonio Pellicano: alcune osservazioni sulle serie d'oro e d'argento. (Marianna Spinelli) [1-8].1 punto
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Ieri pomeriggio un amico mi ha ceduto questo esemplare . Cosa ne pensate di questo quarto C P ?1 punto
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Ciao Stilicho, dalla immagine postata direi assolutamente autentica. Vediamo un'altra: Stessa impressione? A rovescio sì, con concrezioni; il ritratto? Ciao Illyricum PS: Quando c'è un esemplare di Costantino, nel Forum non può mancare @Nikko ...1 punto
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Sì, a volte le andiamo proprio a cercare, a volte ci capitano in mano casualmente come questa 100 Lire 1965 che ho trovato in un cassetto dove manca la L prima della cifra sul rovescio ?1 punto
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Ciao a tutti, anche io ne ho presa una per la storia particolare che porta con sé...questa la mia (se riesco a caricarla!)1 punto
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Più facile di quanto mi aspettavo: https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=312424 Mi pare di scorgere ... AVG a ore 3-4, davanti alla barba di Commodo. Ciao Illyricum1 punto
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Io vedo tracce di argentatura, ma non credo c'entri qualcosa con il 'gioco'. Ciao da apollonia1 punto
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Buonasera a tutti, @Stilicho accolgo l'invito, non sono un esperto in materia, ma mi piace cimentarmi, non sono pratico di questa tipologia e nemmeno delle scritte, però a colpo d'occhio, direi che non mi convincono alcuni dettagli del diritto, parlo del mento e degli occhi, non posso al momento fare confronti, è una sensazione mia personale e sicuramente potrei sbagliare. Ma come dicevo in premessa, non sono un esperto, aspetto di leggere altri pareri. Saluti Alberto1 punto
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1853 Regno di Hannover, Giorgio V, 1/12 di tallero o 1/168 di marco fino (arg. 520).1 punto
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1953 Cabo Verde - colonia portoghese - 10 escudos Ag.7201 punto
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bello questo topic. Io ho vissuto il boom delle schede nella seconda metà degli anni '90 (1995-2000) quando c'era una frenesia incredibile, con prezzi allucinanti. All'epoca ero piccolo e non ho potuto frequentare i convegni di Verona o Riccione, ma vivevo "di riflesso" quello che succedeva lì, sia per il passaparola che grazie ai commercianti: le schede speciali di Verona o Riccione, acquistate al facciale (2 o 5 mila lire) venivano vendute al triplo... facile il business L'avvento del telefonino, nei primi anni 2000, ha dato il colpo di grazia alle cabine e alle schede. Conservo una piccola raccolta, con tante schede comuni e qualche scheda rara. Non l'ho voluta cestinare o vendere, sia perché all'epoca non mi sono certo svenato (non ero neanche maggiorenne, e soldi da spendere non ce n'erano) ma anche perché le schede telefoniche sono testimonianza di un'epoca, da far vedere un giorno ad un figlio o ad un nipote e raccontare di com'era la vita prima dell'iphone ? (un po' com'è successo ai miniassegni: ad un certo punto la bolla speculativo-collezionistica è scoppiata, ma resta la testimonianza di un periodo storico) A Verona, nelle ultime edizioni pre-covid, ho dato un'occhiata ai pochi banchi che vendevano schede. Una desolazione assoluta: ho visto schede nuove, rare dei primissimi anni '90, vendute ad 1-2 euro; quelle vecchie SIP verticali, di fine anni '80, le ho trovate a 0.50; un commerciante straniero vendeva pacchi di schede estere a 5 centesimi. Mi ha impressionato non poco vedere in vendita a 0,50-1-2 € schede che 20-25 anni si vendevano a botte di 10-20-30000 lire ?.1 punto
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Buon pomeriggio a tutti, oggi posto uno scarrafone particolare, è in assoluto la prima moneta di questo tipo che tocco con mano, da poco entrata in Collezione Litra68 sezione Scarrafoni. Ho ragione di pensare che sia una moneta dei Reali Presidi di Toscana, millesimo 1798. Per azzardare un minimo di catalogazione mi permetto di chiedere l'aiuto di @Reale Presidio che so essere un grande studioso ed esperto di questa monetazione. Ovviamente aspetto anche considerazioni di voi tutti in merito a cosa ne fareste di una moneta così consumata.. ? Saluti Alberto1 punto
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Buongiorno, vorrei provare anch'io a risolvere questo quiz. Inizialmente ho pensato appartenesse a un periodo di età costantiniana osservando gli occhi scavati e la pettinatura, ma soffermandomi maggiormente sulla collana penso possa appartenere ad un periodo etrusco, in particolare periodo orientalizzante. Ho trovato su internet quest'immagine di collana che mi ha aiutata nella scelta: https://images.app.goo.gl/T5pUA1Gfxxr9nmvx9 Non so se possa avere senso questo ragionamento, ma almeno ci ho provato ?☺️1 punto
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Grazie mille per il consiglio! Mi è capitato di vedere questo fenomeno sulle 50 Lire del 1978 almeno tre o quattro volte, questa è la prima volta che lo vedo su quelle con il modulo ridotto, ecco da dove nasceva la mia curiosità. Grazie tante anche a te!1 punto
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Conosco molto poco questa monetazione,la sto apprezzando sempre piú,sto vedendo in giro che non è facilissimo trovarne tante cosi ben conservate,percui complimenti! Al di la di ciò essa è molto bella. Quella frattura a h 10 da il suo fascino a mio avviso,quel che dice @azaad per me è vero,un tocco gradevole. A prima "botta" ho reagito come il buon @nikita_,magari con una smorfia( lui con emoticon) col viso che diceva: "ammazza oh..." ? Salutoni1 punto
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Ciao @Asclepia. Il mio giudizio di ieriè un giudizio su cui ho enormi dubbi. Il rovescio in effetti meriterebbe ben più di un bb+. Forse l'unico modo per dare un giudizio sensato è distinguere fra diritto e rovescio con un BB+ - qSpl. Come ho cercato di dire ieri sera, in questo tipo di monete si va oltre la conservazione o quatomeno, il giudizio di conservazione è solo uno dei fattori da tenere in considerazione. Indipendentemente dal parere di conservazione, la moneta si fa apprezzare per l'ottima centratura e per la patina che incornicia i dettagli. La leggera usura, per assurdo dona un ulteriore tocco di gradevolezza all'insieme. Ora, dico io, tutto ciò come lo si inserisce in una sigla?1 punto
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Penso fosse proprio un gettone da gioco e quindi riproducesse le fattezze di una moneta aurea di fantasia. Anche se in realtà non ho trovato molto a riguardo bisognerebbe chiedere in Exonomia se ne sanno di più. Unica cosa perché legenda errata? Nel link di numista è debole di conio la G ma è presente immagino, visto che "Victoria regina" era presente nella legenda ufficiale delle monete vittoriane. E Regina è l'attributo regale in latino. Curioso oltretutto come nelle monete in patria le legende inglesi siano sempre state in latino (anche oggi) mentre per le colonie o altre coniazioni solitamente si usa l'inglese per esempio per Hong Kong "Victoria Queen".1 punto
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Buongiorno, la particolarità di questo token, che già a prima vista fa capire che non si tratta di una moneta, sta nel fatto che una faccia rappresenta la Regina Vittoria con la legenda errata: VICTORIA REGINA invece che VICTORIA REINA (a volte la R di REGINA risulta abrasa); l'altra faccia ha un'aquila bicipite austro-ungarica (ma con lo scudo centrale leggermente diverso). Questo strano connubio credo che servisse a dare credito al gettone in più paesi, o forse ad assicurare che non fosse scambiato per vera moneta. Per pura curiosità aggiungo che Vittoria e Aquila bicipite sono convissuti solo negli anni 1819-1901, nascita e morte di Vittoria, per cui immagino che che possa essere stata questa l'effettiva epoca di emissione del gettone. Il Reichsadler non fu uno stemma esclusivo austro-ungarico. Come doppio simbolo di potere, sembra che sia stato adottato per primo da Costantino Magno, poi tra gli altri dall'impero romano d'Oriente, dall'Impero Bizantino, dall'Austria-Ungheria e anche dai Romanov, zar di tutte le Russie,1 punto
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Occlusione nel conio del numero 1. Ce ne sono tantissime in giro. Semplice curiosità.1 punto
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La terza moneta è un grano di Carlo II Re di Sicilia (1665-1700), Palermo. Anche questa purtroppo è completamente spatinata.1 punto
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Complimenti @Asclepia, ancora una volta una splendida moneta, con ottimi rilievi per la tipologia, peccato per la piccola frattura del tondello, a me pare ben oltre il BB, direi che un qSpl ci può stare. Saluti1 punto
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Credo che siano monete comuni e anche in cattivo stato di conservazione, per cui di scarso valore. Aspettiamo altri pareri1 punto
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Concordo, sulla prima moneta aggiungerei solo che si tratta di un soldo veneziano da 12 bagattini di Giovanni Corner I, doge XCVI, 1625-1629.1 punto
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Buongiorno... Uno splendido catalogo fa per te allora: varianti ed errori della Repubblica Italiana di Giovanni Attardi. Anche a me è capitata la stessa cosa,come ad altri sull' 1. Da quel che sto capendo,una curiositá soggettiva,che altri non badano neanche,comunque........... Buona lettura?1 punto
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Buona sera. Personalmente avevo un metodo, da quasi bambina, per valutare la rarità delle date .Si basava sul numero di esemplari trovati per chilo . Capitava 50 e oltre anni fa, di intercettare sacchi di monete del regno dirette in fonderia.Avevo la possibilità attraverso amicizie di scegliere ciò che desideravo. Il 20 centesimi del 1936 era stato messo da me primo in classifica come rarità nelle monete dell'impero di metallo "vile". 2 pezzi su 35 chili. Parlo ovviamente di monete coniate ed utilizzate per la normale circolazione , escludendo chiaramente prove progetti monetazioni speciali che non potevano essere presenti nei sacchi di monete da fondere. Naturalmente i 1938 erano tanto numerosi che non meritavano nemmeno la mia attenzione. Scusi il sarcasmo sul 1938, moneta di grande rarità, ma l'intervento su questa data è stata una sparata troppo grossa . Molto divertita le porgo il più cordiale dei benvenuti. Gabriella .1 punto
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Buona sera, mi sono perso parecchi post nelle sezione Napoli - Sicilia. La moneta è molto piacevole, la patina in particolare da risalto ai dettagli e ne aumenta notevolmente l'appeal rispetto a molte sorelle di usura equivalente. Diciamo che è una moneta saputa scegliere e mette in evidenza il gusto del collezionista. La frattura al bordo non disturba eccessivamente lo sguardo (quantomeno il mio). Più fastidioso mi risulta l'evanescenza della parola Sic al dritto sopra la testa del sovrano. Immagino siano i resti di una montatura abilmente rimossa. Se confermato questo rappresenta l'unico vero difetto della moneta. Ho un pò di imbarazzo ad introdurre la conservazione su queste monete. Spesso la conservazione non và di pari passo con la qualità e l'appeal generale della moneta, che dipende da più fattori. Se dovessimo valutare il complesso di usura e difetti vari penso si debba essere sul bb+ complessivo. Ma è una valutazione difficile.1 punto
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Buonasera a tutti, @Asclepia io sulle conservazioni non sono ferrato, per me tra Mb al diritto e qspl al rovescio per il tipo, leggermente penalizzato per la frattura del tondello e evidenti segni di usura sui capelli, il rovescio è a mio avviso eccezionale per conservazione, I frutti nelle due cornucopie sono ben definiti e piacevoli da vedere. Gradevole la tonalità cuoio. Saluti Alberto1 punto
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Un'altra bella storia! Complimenti, era un po' che non ne pubblicava di nuove. Mi mancavano!! Saluti!1 punto
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Errata corrige... "consente di inserire un esemplare in migliore stato di conservazione"... e di segnalare un terzo pezzo, passato per CNG Coins. Commodo. Æ sestertius ( 19.27 g, 30 mm, 12 h). Zecca di Roma. Emesso nel 184 d.C. M COMMODVS ANTONINVS AVG PIVS, testa laureata a destra / BRITT PM TR P VIIII IMP VII COS IIII PP Britannia stante verso sinistra reggente spada curva e corona (o patera), S C tra i campi. S. RIC III 437; Banti 20. (www.cngcoins.com)1 punto
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Inoltre: A Karkemish, città-stato ittita al confine tra Turchia e Siria, torna a risuonare al voce di Sargon II zittita da Nabucodonosor II. La missione italo-turca guidata da Nicolò Marchetti dell’università di Bologna ha scoperto in fondo a un pozzo tre tavolette del grande re assiro fatte sparire dal sovrano babilonese Un leone in marcia scolpito su un ortostato della città-stato ittita di Karkemish, al confine tra Turchia e Siria Nabucodonosor II lo sapeva. La conquista di Karkemish, la potente città in posizione strategica tra l’Anatolia ittita e la Mesopotamia assira, non sarebbe bastata a cancellare il ricordo del grande re assiro Sargon II (721-705 a.C.) che più di cento anni prima, sul finire dell’VIII sec. a.C., aveva costruito un impero in Vicino Oriente, nella Mezzaluna Fertile, conquistando Samaria, Damasco, Gaza e, nel 717, anche Karkemish, città-stato ittita che sorgeva sul corso dell’Eufrate, dove oggi corre il confine tra Siria e Turchia. Sargon II, grande re assiro Lo spettro di Sargon aleggiava ancora. Le sue parole sembravano ancora vive nella memoria della gente. Lui che sintetizzava così la sua vita: “Io sono Sargon, re forte, re di Akkad. Mia madre era una sacerdotessa; mio padre non lo conosco; era uno di quelli che abitano le montagne. Il mio paese è Azupiranu sull’Eufrate. La sacerdotessa mia madre mi concepì e mi generò in segreto; mi depose in un paniere di giunco, chiuse il coperchio con del bitume, mi affidò al fiume che non mi sommerse. I flutti mi trascinarono e mi portarono da Aqqui, l’addetto a raccogliere acqua. Aqqui, immergendo il suo secchio, mi raccolse. Aqqui, l’addetto a raccogliere l’acqua, mi adottò come figlio e mi allevò. Aqqui, l’addetto a raccogliere l’acqua, mi fece suo giardiniere. Durante il periodo in cui ero giardiniere la dea Ishtar mi amò. Per… anni io fui re”. Quella voce doveva essere spenta. Così Nabucodonosor fece distruggere tutti i documenti di Sargon affidandoli all’oblio del tempo. Fino all’arrivo degli archeologi. E la voce di Sargon è tornata a risuonare. Una delle tavolette di argilla con testi in cuneiforme celebrativi di Sargon II trovata dalla missione archeologica dell’università di Bologna a Karkemish Tre preziosi frammenti di tavolette d’argilla, che riportano incisi in caratteri cuneiformi gli scritti del sovrano assiro Sargon II, sono stati scoperti in fondo a un pozzo (a 14 metri di profondità), nel sito di Karkemish, dalla missione archeologica italo-turca avviata nel 2011 dall’università di Bologna insieme agli atenei turchi di Gaziantep e Istanbul. Le tavolette furono gettate in fondo a un pozzo su ordine del re babilonese Nabucodonosor II, per essere per sempre dimenticate. Scrive Sargon: “Ho costruito, aperto nuovi corsi d’acqua, incrementato la produzione di grano, rinforzato le porte con cerniere di bronzo, allargato i granai, costituito un esercito con 50 carri, 200 cavalli, tremila fanti. E ho reso il popolo felice, fiducioso in se stesso”. La mappa del sito archeologico di Karkemish studiato dalla missione archeologica italo-turca guidata dall’università di Bologna Spesso paragonata a città gloriose come Troia, Ur, Gerusalemme, Petra e Babilonia, Karkemish è stato un centro di straordinaria importanza. Abitato almeno dal VI millennio a.C., a partire dal 2300 acquista un ruolo centrale nella regione e diviene contesa da ittiti, assiri e babilonesi. Solo con l’impero romano inizia il suo declino, che termina nell’Alto Medioevo, attorno al X secolo, quando la città viene definitivamente abbandonata e dimenticata. Ricompare solo alla fine dell’800. Fu allora che una serie di campagne esplorative promosse dal British Museum (ci lavorò anche Lawrence d’Arabia) riportarono per la prima volta alla luce le tracce del suo grande passato. Un’opera di riscoperta che oggi è passata nelle mani dell’Alma Mater, con un progetto di scavo guidato dal prof. Nicolò Marchetti che, al suo quinto anno di attività, è finito – letteralmente – in fondo a un pozzo. Per riemergere con le parole ritrovate del re Sargon II. L’archeologo Nicolò Marchetti, direttore della missione a Karkemish Tre frammenti di tavolette d’argilla”, ricorda Marchetti, “che riportano incisi in caratteri cuneiformi gli scritti del sovrano assiro. Frasi autocelebrative, che esaltano le vittorie militari e le misure a favore della popolazione. Frasi che, proprio per il loro carattere propagandistico, furono fatte sparire, gettate in fondo a un pozzo su ordine di Nabucodonosor II, il re babilonese che nel 605, dopo un lungo assedio, strappò Karkemish al controllo assiro. Cancellare le tracce e i simboli del nemico sconfitto è una pratica che attraversa tutta la storia dell’umanità e che ancora oggi, purtroppo, viene praticata”. Il pozzo di Karkemish in fondo al quale sono stati trovati i frammenti di tre tavolette con testi celebrativi di Sargon Il pozzo è stato rinvenuto dalla missione italo-turca nell’area dove un tempo sorgeva il palazzo di re Katuwa, costruito attorno al 900 a.C. e ampliato e modificato da Sargon II. Gli archeologi dell’Alma Mater si sono calati nella stretta imboccatura, scendendo fino a 14 metri sotto al livello del suolo. Lì, sul fondo, è stata trovata una fitta serie di oggetti e utensili di ambito amministrativo, letterario e decorativo: gettoni d’argilla (tokens) per la contabilità, recipienti di bronzo e di pietra, un’armatura di ferro e i tre frammenti di tavolette d’argilla con le parole di Sargon II. Oltre al pozzo, i lavori della missione archeologica dell’Alma Mater hanno portato alla luce anche tre ortostati, lastre di pietra con funzioni sia di sostegno che decorative, in ottime condizioni. In uno è rappresentato un leone in marcia, mentre nelle altre due sono incisi un toro alato e un dio-ibex alato, con un volto umano. Quest’ultimo, in particolare, rappresenta un caso unico nel campo dell’arte neo-ittita. Puliti e restaurati, gli ortostati sono stati lasciati nell’area del palazzo di re Katuwa, ed è stato inoltre completata la rilevazione digitale ad alta precisione della mappa dell’antica città. Tutti interventi che puntano a far nascere un parco archeologico che possa attirare turisti e visitatori a Karkemish, coinvolgendoli in un’esperienza immersiva tra storia e attualità. https://archeologiavocidalpassato.com/2016/11/13/a-karkemish-citta-stato-ittita-al-confine-tra-turchia-e-siria-torna-a-risuonare-al-voce-di-sargon-ii-zittita-da-nabucodonosor-ii-la-missione-italo-turca-guidata-da-nicolo-marchetti-delluniversita/amp/1 punto
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Partendo da questo ritrovamento a Karkemish parliamo un po' di questa città-stato ittita al confine tra Turchia e Siria, il cui nome è stato interpretato come "kar kamish", cioè "argine di Kamish", antica divinità semitica più nota col nome biblico di Chemosh (Nelle tavolette di Ebla è nominato come Kamish. Chemosh compare come una divinità minore anche in un testo ugaritico e in una lista accadica di divinità, nella quale viene equiparato a Nergal) https://it.m.wikipedia.org/wiki/Chemosh Il sito è stato inizialmente indagato dal British Museum in fasi diverse: nella seconda metà del XIX secolo (tra 1878 e 1881) ad opera del console Patrick Henderson, nel 1911-14 quando, sotto la direzione di D. G. Hogarth, si trovavano sul posto anche R. C. Thompson, T. E. Lawrence e C. L. Woolley, e infine nel 1920 nuovamente da C. L. Woolley con P. L. O. Guy. Il lavoro archeologico è adesso ripreso a partire dal 2011, ad opera di una missione archeologica congiunta italo-turca delle Università di Bologna, Gaziantep e Istanbul sotto la direzione di Nicolò Marchetti. Nella campagna del 2019 è stato aperto al pubblico il parco archeologico sul sito. Il sito è stato abitato sin dal Neolitico. La città è menzionata in documenti ritrovati negli archivi di Ebla del III millennio a.C. Da alcune tavolette trovate negli archivi di Mari ed Alalakh, risalenti circa al 1800 a.C., sappiamo che Karkemiš era governata da un re di nome Aplahanda ed era un importante centro per il commercio del legname. A partire dagli anni della seconda campagna mitannica, l'imperatore ittita Šuppiluliuma I la conquistò e vi intronizzò il figlio Piyassili (nome dinastico Sharri-Kushuh). Il momento di splendore che la città dovette conoscere nei due secoli finali dell'impero ittita (Bronzo Tardo) non ha lasciato tracce sino a noi: gli spettacolari ritrovamenti archeologici sono infatti esclusivamente relativi all'età del ferro, quando Karkemiš divenne un importantissimo stato neo-hittita. Nel corso del I millennio a.C. il sito conobbe infatti una grandissima fioritura: abbiamo moltissime iscrizioni geroglifiche su stele o su ortostato, nonché una sorprendente serie di rilievi, in prevalenza risalenti agli anni della dinastia dei Suhidi (X secolo a.C.) e a quelli della casata di Astiru (fine IX-VIII secolo a.C.). Karkemiš divenne una provincia assira, dopo la conquista da parte di Sargon II nell'anno 717 a.C. In seguito divenne parte dell'impero neobabilonese e poi di quello persiano, prima di ricevere il nuovo nome di Europos in epoca ellenistica, restando continuativamente occupata fino al primo periodo islamico. https://it.m.wikipedia.org/wiki/Karkemiš1 punto
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REGNO DI SARDEGNA - VITTORIO EMANUELE II° - 20 LIRE 1852 GE ( cosiddetto MARENGO )1 punto
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Ciao Arka. Le banconote che devi sanificare portale pure a me. Passo anche a ritirarle se vuoi. Poi le incenerisco io non ti preoccupare. ?1 punto
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Gettone di Iohann Iacob Lauer (Master nel 1806), uno della coppia Schwarzenberg intitolata al nome del comandante delle milizie austriache che rappresentava la nazione tra le quattro alleate che hanno costretto Napoleone ad abdicare nel 1814.1 punto
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TAGLIO: 2 euro CC NAZIONE: Irlanda ANNO: 2016 TIRATURA: 4.500.000 CONDIZIONI: BB LOCALITÀ: Muggiò1 punto
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Cassio:"La colpa, caro Bruto, non è delle nostre stelle, ma di noi stessi, che siamo degli schiavi..." Shakespeare: atto 1, scena 2 ,Giulio Cesare 'E' giusto che i vili sian governati dai malvagi' Plotino1 punto
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