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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/08/20 in Risposte
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@Antfolle86 ti auguro di completare le tipologie dei 10 Tornesi, sono molto belli da vedere tutti insieme.4 punti
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Buongiorno a tutti amici, Oggi per una napoletana al giorno voglio condividere con voi la mia 54. Un saluto a tutti. Raffaele.4 punti
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Devo ammettere che questa sezione "Monete e Medaglie Pontificie" è stata strangolata dai "monologhi" sulle "medaglie del giorno". Riconosco all'autore competenza e dovizia di particolari per questi argomenti ma, come avevo avuto modo di scrivere anche in passato, sarebbe stata più utile un'unica discussione arricchita di contributi quotidiani piuttosto che oltre 140 discussioni (... destinate a crescere ...) in media di un unico post che, come l'edera, soffocano l'interesse dei papalini ... Provo a gettare un seme, consapevole che verrà in breve dimenticato... L'occasione è quella di una monetina da 5 bolognini (peso 1.69 g) transitata per l'asta Nomisma 62 dello scorso settembre. Forse dai più ignorata, è tuttavia un gioiellino, sia per finezza di incisione (viste le minute dimensioni) che per la conservazione (FDC, anche se la Casa d'aste stranamente riduce il grading a SPL-FDC). Il peso di questa tipologia, relativamente recente per la zecca Bolognese, avrebbe dovuto essere 1.40 g ma, date le piccole dimensioni dei tondelli, i singoli esemplari se ne discostano sovente verso l'alto o il basso , e il peso medio è un po' come il pollo di Trilussa (ed in questo caso estremante in su). La moneta in questione presenta lustro di conio su entrambe le facce ed è integra, senza debolezze o consunzioni; il tondello presenta, come sovente, una piccola tranciatura in basso da fustellatrice. Questa la storia della moneta (che anticipo da un prossimo volume del Bollettino di Numismatica su Bologna): A partire dal 1736, sotto Clemente XII, vi fu a Bologna una buona ripresa delle coniazioni delle monete di lega d’argento a titolo elevato, che era stata scarsa sin dall’inizio del secolo. Essa fu resa possibile dalla decisione di effettuare l'emissione di un nuovo nominale da 5 bolognini (chiamato mezzo paolo) alla vecchia lega bolognese del 833‰ in luogo di quella romana del 916‰ (imposta a Bologna dall’inizio del ‘600); in questo modo le spese di raffinazione risultavano minori e vi era un maggior margine di guadagno sia per i privati, che portavano il loro argento in zecca, sia per il governo bolognese. Solo in seguito i mezzi paoli da cinque bolognini furono chiamati anche carlini, visto che allora questo era il nome delle madonnine da sei bolognini alla lega romana. Dopo l’emissione dei mezzi paoli le madonnine non furono più coniate, in quanto occupavano la stessa nicchia di circolazione. Il valore relativamente esiguo di questo nominale, di poco superiore alla muraiola di mistura da 4 bolognini (tuttavia con titolo 312‰), non lo rendeva pericoloso per la stabilità monetaria nonostante la lega ridotta, quasi fosse anch’esso una moneta plateale (mentre si trattava di "moneta reale"). Questa tipologia ebbe una notevole diffusione nel corso del XVIII secolo e fu battuta sino all’epoca di Pio VI (cui appunto si riferisce l'esemplare sottostante).3 punti
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Sempre dalla Acm, il 2 Cavalli di Filippo II di cui ho rifatto le foto. Appartenuto alla Collezione del Conte Catemario, parte della quale acquistata dalla ditta De Falco, e di cui alcuni pezzi acquisiti dal Collezionista che ha dato mandato ad ACM di vendere.3 punti
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Buonasera. Terza asta, in ordine di tempo, in questo periodo con varie monete Napoletane e Vicerali; segno del crescente interesse per questo periodo da parte del mercato. Ho volutamente “plagiato” il titolo della discussione per dare continuità e spero che @Rex Neap non ce l’abbia con me. Le basi d’asta erano invitanti e le monete hanno realizzato bene, con pochi invenduti. Ho seguito con interesse varie monete, senza riuscire ad aggiudicarmi alcun lotto e, tra queste, vorrei segnalare la rara Pubblica del 1622 “ PUBL/ICA “, lotto 1304, che partendo da una base di 35,00€ ha realizzato 290,00 + diritti.2 punti
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Ciao a tutti, sono soddisfatto, in 2 settimane di permanenza a Parma ho aggiunto vari tasselli alla mia collezione. Ero fermo da febbraio con gli acquisti!2 punti
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Buonasera, la moneta è autentica, ultimamente c'è la tendenza a spacciare per falso d'epoca una moneta in bassa/pessima conservazione giusto per aumentarne l'appeal e facilitarne la vendita... Personalmente ti sconsiglio l'acquisto, per quanto possa essere irrisoria la cifra di 18 euro ben presto non ti piacerà più e vorrai un'esemplare in migliore conservazione... Non è una moneta rara, quindi con un po' di pazienza e fortuna potrai trovarne un'altra migliore senza spendere un capitale... Ovviamente se vai dallo SPL in sù la spesa diventa più impegnativa... Ti posto il mio "vero" falso d'epoca giusto per farti notare la differenza...2 punti
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Sono arrivati i cinesi..... Speriamo che si appassionino alla medaglistica papale! Aggiungo che questa medaglia fu all'epoca molto richiesta. Oltre all'originale (il diritto indica l'anno XII, che corrisponde all'anno dell'evento), sono note una emissione anacronistica con diritto anno I e tre tipologie con diritto senza data. Da una di queste ultime derivano i riconi ottocenteschi del Mazio. Non sono noti per fortuna riconi moderni .2 punti
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Presento altre tre piastre del 1804. Asta Ratto del 21-22-23 marzo 1968, lotto 633: Asta Ratto del 24 novembre 1972, collezione Curatolo, parte III:2 punti
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Oggi la mia Napoletana è il 6 Ducati 1768 di Ferdinando IV Variante nel rovescio HISPAIAR2 punti
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Ma dal mio punto di vista che mastico abbastanza di informatica reputo abbastanza difficile che sia stato consapevole e voluto su alcuni account l'impossibilità di aggiungere al carrello. Mettere controlli in quel senso è stupido oltre che complicato. Sull'ip impossibile anche perchè i più tanti a casa hanno ip dinamico, spegni e accendi il router e cambia.. Si uno poteva mettere filtri al carrello sull'account ma come? Un tizio mtm si metteva li e andava sul db a mettere condizioni? Più account con stesso nome e indirizzo?ok..forse unica cosa.. Stesso indirizzo?Se nello stesso palazzo 2 collezionisti?Se padre e figlio sono collezionisti?E poi figuriamoci se si fanno sto sbattone...trovare criteri è impossibile se nn puntualmente cercare a mano tra migliaia di account e bloccarli puntualmente..bannarli insomma.. E cmq più senso se proprio si voleva era bloccare l'account, ma in autenticazione non dopo con sta fesseria del carrello e cmq sempre in base a che criteri?!? Io reputo più un mal funzionamento generale del sito dovuto alle troppe connessioni in contemporanea nonostante le code. Uno dopo entrato stava anche un'ora. Evidente anche il bug che se uno creava nuovo account e poi selezionava la moneta bypassava tutto e acquistava.. Poi perchè era solo presente quella moneta? Tutto il resto? Io vedo solo tanti, tantissimi bug software. L'unica cosa che nn posso escludere ma nn ho abbastanza conoscenze è un attacco hacker che in qualche modo ha bloccato account già presenti per avere priorità...ma è fantascienza... Ciao1 punto
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Sudafrica - 10 rand 1966 Al retro tre velieri del XVII° secolo, dello stesso periodo storico di Bartholomeus Vermuyden (1616-1650), ritratto al dritto della banconota, un capitano della fanteria olandese che nulla ebbe a che vedere con il Sudafrica. (dipinto con Bartholomeus Vermuyden) Per tantissimo tempo fu erroneamente identificato come Jan van Riebeeck (1619-1677), l'esploratore olandese fondatore di Città del Capo. Solo nel 1985 l'autentico Jan van Riebeeck fu definitivamente ed ufficialmente identificato in un diverso dipinto. (dipinto con Jan van Riebeeck) Nel frattempo il dipinto sbagliato con Bartholomeus Vermuyden era diventato il tipo standard per le raffigurazioni di Jan van Riebeeck su banconote, monete, francobolli e persino statue ufficiali del Sud Africa.1 punto
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Ciao. No, credo sia finito in mani esperte, vista la estrema rarità.1 punto
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DE GREGE EPICURI Credo anch'io che vada guardata così; però non è facile venirne a capo. Penso che la ricerca vada fatta in Campania; ma per ora con la stella non l'ho trovata.1 punto
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Finalmente qualche contenuto monetale. Grazie all'autore del post e approfitto per condividere anche il mio carlino. Un saluto a tutti Marco1 punto
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Grazie anzitutto per aver risposto e per il consiglio. Come accennavo sono all’inizio della mia collezione e, almeno in questa fase (poi si vedrà) preferisco acquistare monete a pochi soldi anche per cominciare a “fare numero” (lo so, è una eresia, ma mi piace sapere che la moneta che tengo in mano è circolata molto). Grazie ancora per il consiglio, lo terrò sicuramente a mente per i miei prossimi acquisti1 punto
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legger O, in CON v'è niente LEGGERO INCONVENIENTE Buona serata da Stilicho1 punto
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Non so dirti come vengano imballate, ma la Münze Österreich è una delle zecche più serie e attente che esistano al mondo, quindi puoi stare tranquillo che le monete arriveranno senza un graffio1 punto
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Salve, credo piuttosto di vedere un bronzo fuso. Circa la identificazione In auto non ho possibilità di ricerca, mi ricorda però la dramma di Siracusa (Dionisio I) dove al diritto c'è Athena con elmo corinzio a sn. e al rovescio la stella marina, o sole, a 8 raggi tra due delfini. Più probabilmente però si tratta di un hemilitron della II Democrazia siracusana, con Arethusa al diritto e al rovescio stella a 8 raggi in quadrato incuso.1 punto
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Ragazzi è appena successo l'incredibile!!! Mi stavo apprestando a fare altre foto quando ho notato che il bordo esterno della moneta aveva un colore molto più chiaro, tipo argento, rispetto al resto. Ho quindi deciso di darle una pulita molto più energica delle altre, a costo di rimuovere la patina. Ed infatti si è rivelata tale, ora la moneta ha un aspetto decisamente argenteo e si leggono parecchie lettere. Posto subito altre foto!!1 punto
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Potrebbe andare ancora un po' meglio? Non è la mia materia, ma ancora la vedo ardua1 punto
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Io ho trovato questa: Scusate, chiedo venia, ma non ho resistito...1 punto
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dal ricevimento della fattura all'effettiva consegna del corriere GLS devono passare due/tre giorni stai tranquillo che domani ti arriverà!1 punto
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Buongiorno, non devi assolutamente scusarti, e poi l'importante è che ti abbiano già risposto- Un saluto1 punto
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Vai tranquillo...non sei l'unico... Cerco di vederla "positiva": 100 euro risparmiati ? (e un mattinata buttata via)1 punto
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Buongiorno, perdonami ma forse sei stato un po' frettoloso nell'aprire questa discussione. Prima di tutto un paio di fotografie nitide, specie del rovescio, non sarebbero state male. Come non sarebbe stata una cattiva idea sistemare la moneta nell'angolo giusto della carta millimetrata (l'ho segnato in rosso). Infine una domanda: dici che la moneta "è classificabile" (il che farebbe pensare che la casa d'asta molto stranamente l'abbia venduta priva di classificazione quindi l'avresti classificata tu), o avresti voluto dire "è classificata"? HIRPINI1 punto
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Buongiorno grazie per la qualifica di "esperto" ma io sono un semplice appassionato che quando ha tempo va ha vistare i piccoli e grandi musei della mia Umbria e legge le pubblicazioni e le cronache di scavo. Posso dire che per me tale oggetto è un chiodo decorativo, anche se tutto è possibile, mi è capitato di vedere riutilizzo strani per esempio una piccola tesitna votiva trasformata in un dente a colpi di lima saluti1 punto
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Ciao Giovanni, grazie per questa tua doverosa premessa che condivido in pieno e che non avrei saputo esprimere in maniera più chiara... In merito alla moneta da te postata, direi senz'altro un esemplare eccellente, come tutti quelli che ci presenti! Mi permetto di segnalare un'analogia tra questo carlino e il testone di Pio VI sempre coniato a Bologna, ovvero sia la consunzione/schiacciamento di conio della testa leonina sullo stemma di Bologna al D/ presente nel tuo esemplare FDC e anche nei testoni bolognesi di ottima conservazione (assai rari!) di questo pontefice! Ottime le note storico-numismatiche, frutto della tua continua ricerca e grande capacità di analisi. A presto Michele1 punto
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1956 Repubblica de Honduras - 5 y 10 Centavos1 punto
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120 grana 1818 Ferdinando IV (Ferdinando Antonio Pasquale Giovanni Nepomuceno Serafino Gennaro Benedetto; Napoli, 12 gennaio 1751 – Napoli, 4 gennaio 1825) . Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia in seguito Ferdinando I di Borbone re delle due Sicilie. Chiamato re Lazzarone, ma tutti lo conoscono come re nasone. Un re che amava stare tra le persone, ma non quelle di corte ma tra le persone semplici, si dilettava in scappatelle con le popolane, amava parlare in napoletano, amava la caccia e la pesca e si racconta che vendeva nel mercato i frutti delle sue battute di caccia. Ahimè quando doveva essere li seduto per decidere su cose burocratiche etc lui non ne voleva sapere e fece fare un timbro con la sua firma del quale il Tanucci se ne serviva decidendo per lui. Mi immagino la scena: Tanucci: Maestà c'è la riunione del consiglio oggi e non potete mancare. Si tratta di questione assai importante. Ferdinando: uuuuuuuuuh Bernà si nu trumbon dint à capa. Oggi non posso! Tanucci: Maestà devo ricordarle che lei è il Re di Napoli e Sicilia e non può mancare ai suoi doveri. Ferdinando: Tanù famme o piacer ije tengo la levata delle beccaccie e sul tardi tengo n'appuntamento cu Na bella cinghialotta (con voce scherzosa e occhio ammiccante). Tanù miett o timbro e nun ce scuccià.1 punto
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Mi scuso per aver riaperto la discussione, ma ho ingrandito il rovescio della moneta/tessera, e così guardandolo cresce il dubbio sul caduceo, mentre andrebbe archiviata l'idea delle cornucopie.1 punto
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Salve, ringrazio @Ares III per avermi immeritatamente inserito tra gli "esperti". Dunque: sul diritto, e sempre che si tratti di emissione romana come sembra, concordo con @gpittini circa la probabilità che vi sia ritratto uno degli antonini e in particolare ribadisco Marco Aurelio; credo meno in Lucio Vero, quasi per nulla in Commodo. Sul rovescio, non giurerei che in verticale si veda un caduceo (non vedo le ali sul bastone né l'ovale del secondo incrocio dei serpenti (anzi forse qualcos'altro). Né mi sembra che quelle che si incrociano siano due cornucopie (oltre tutto quella destra appare molto diversa dalla sinistra). In ogni caso caduceo e cornucopie incrociate e simili figurazioni mi risultano estremamente rare se non del tutto mancanti nelle emissioni di Marco Aurelio e di Lucio Vero, sia imperiali che provinciali per cui mi sento di escludere le une e le altre. Ovviamente per quello che so. Neppure nella imitativa credo molto perché non immagino come sia stato scelto di riprodurre fra tanti un taglio di cosi basso valore. Tra parentesi non ricordo di avere mai visto imitative così minute. Il secondo interrogativo sta nella mancanza di legende. In proposito devo dire che di primo acchito mi è venuto da pensare che questo bronzetto non ebbe una funzione e una utilizzazione prettamente monetaria. In pratica ancora non escluderei che possa trattarsi non di una moneta ma di una tessera. Non certo una spintria - ed è noto che addirittura su quelle non era raro trovare in combinazione con la scena erotica un ritratto imperiale - ma un gettone. Qui si aprirebbe un discorso a parte sulla funzione che ebbero le tessere nel mondo romano, da gettoni da utilizzare in giochi da tavolo, a strumenti di fidelizzazione ante litteram, a semplici attestazioni della appartenenza ad un gruppo (tessera dei nostri giorni) e altro. Le dimensioni ridotte farebbero escludere questa idea, ma non è detto. Anche lo stato di conservazione sarebbe coerente con un simile tipo di utilizzazione non monetaria: il metallo per come si presenta, è stato sicuramente logorato dal tempo e dalle condizioni in cui si è tramandato a noi e non dall'uso, visto che i rilievi sono al contrario pressoché integri. Proprio questo aspetto al di là di ogni altra considerazione deve far pensare ad una ridotta circolazione, come quella che può avere interessato proprio una tessera. E' una ipotesi che ho voluto sommare alle altre. HIRPINI1 punto
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Ciao Adelchi66, in effetti si nota uno stile più occidentale. La stampa in questione sembra molto moderna, ma è stata fatta dal famoso artista Tsukiyoka Yoshitoshi nel 1883. Ciao VALTERI, veramente sono molto contento del gradimento generale per questi miei post sul mondo antico giapponese. Sicuramente farò altri post in futuro, e vi anticipo che ne ho già in mente uno. Piccolo suggerimento? I futuri protagonisti sono dei personaggi già accennati nella discussione principale. Fine suggerimento. Le due immagini che hai postato raccontano tante cose interessanti. Nella prima viene raffigurato un samurai completo di armatura e spada, ma se notiamo bene porta anche una faretra piena di frecce. I samurai erano abilissimi nell'utilizzo dell'arco, tanto che gli antichi storici cinesi chiamavano i giapponesi "il popolo del lungo arco". Sembrerà strano, ma nel periodo feudale l'arte dell'arco era considerata superiore rispetto a quella della spada. Inoltre, i primi racconti elogiano i samurai come ottimi arcieri a cavallo e non menzionano altre armi. Nella seconda immagine siamo in pieno periodo Edo e viene rappresentato un giovane samurai che porta una spada. Durante il periodo Edo la società giapponese era divisa principalmente in 4 classi, secondo un ordine gerarchico e di importanza: samurai, contadini, artigiani e mercanti. I samurai erano in cima a questa piramide per la loro autorità morale, ma a causa del lungo periodo di pace erano più funzionari, burocrati e amministratori piuttosto che guerrieri. Per distinguersi dalla altre classi sociali, i samurai erano gli unici che potevano portare delle armi. Di solito portavano appresso due armi: una spada lunga (tachi o katana) e una spada corta (wakizashi). Guai per quelli che disonoravano un samurai! Se una persona di classe inferiore mancava di rispetto a un samurai, questo poteva applicare la regola Kiri sute gomen, letteralmente "autorizzazione a tagliare e abbandonare". In poche parole il povero malcapitato veniva ucciso sul posto. Questa regola poteva essere applicata a chiunque li disonorasse, ma solo se di classe inferiore. Se un samurai applicava questo diritto doveva poi mostrare di essere nel giusto, altrimenti sarebbe stato severamente punito per il suo gesto. Di solito la pena era la decapitazione senza il diritto di applicare il suicidio rituale (seppuku), e in più i suoi figli non potevano ereditare il casato. Tra samurai e samurai? Solo quelli di rango superiore potevano colpire quelli di rango inferiore, ma per questi era lecita la difesa. Infine un'altra caratteristica comune dei samurai del periodo Edo era il codino, che solo loro potevano portare.1 punto
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Medaglia devozionale lauretana, ovale, bronzo/ottone della seconda metà del XVII - inizio XVIII sec.- D/ La Madonna con Gesù Bambino sopra la Santa Casa, anepigrafe.- R/ Giaculatoria o preghiera su sei righe: IESV//E MARIA// VI DONO// IL CVORE//E L'ANIMA// MIA. Non comune. Ciao Borgho1 punto
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1956 Africa occidentale francese & Togo - 50 franchi1 punto
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taglio 1 euro paese sanmarino anno 2015 tiratura 1.675.600 condizioni bb+ città trieste taglio 1 euro paese sanmarino anno 2017 tiratura 500.000 condizioni bb+ città trieste àtaglio 1 euro paese sanmarino anno 2018 tiratura 1.100.000 condizioni bb+ città trieste1 punto
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taglio 2 euro cc paese spagna anno 2005 tiratura 8.000.000 condizioni bb città trieste taglio 2 euro cc paese estonia anno 2017 tiratura 1.500.000 condizioni spl città trieste1 punto
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Tutti ben sanno quanto diventano insopportabili le donne quando si mettono in testa delle cose e vogliono avere sempre ragione e non smettono fino a quando esausti, gli interpellati, fanno il segno di approvazione con uno sconsolato movimento della testa. Prokyrator_83 sul messaggio pagina 19 scrive di essere certo che il peso delle monete da 10 e 20 centesimi sia uguale a quelle emesse nello stesso periodo. La classica risposta di chi crede che non sia nessassario completare quello che va fatto e se proprio lo vuoi sapere prendi una tua moneta e pesatela. Se non corrisponde, anche di poco, va bene lo stesso. FFF nel messaggio pagina 16 scrive che le presentazioni gli sembrano ben fatte dimenticando che delle monete citate sono state presentate solo una faccia (che l’altro lato sia liscio?) rimarcando che manca il peso, segnalando che Prokyrator_83 la bilancia per pesare le monete ce l’ha. In natura, quando leggo e ascolto, nella mia testolina scatta un qualcosa che risolve l’interrogazione con rapidità. È la seconda parola che tutti i bambini dicono dopo la canonica “mamma”: perchè, perchè, perchè... ottenendo sempre la risposta. Signori, qui non stiamo parlando di identificazione ma di cosa dobbiamo identificare non avendo ricevuto neppure il minimo richiesto. Oltre alla foto, sulla prima pagina di ogni richiesta di identificazione sta scritto (e da compilare) peso, diametro, materiale presunto. È una richiesta ovvia e doverosa da fare. Chi non è in grado rinunci alla identificazione. Sicuramente ho peggiorato l’opinione che i lamonetiani hanno verso di me. Vi assicuro che non tutte le donne non sono così. Siate clementi. Purtoppo, per natura e preparazione alla vita, lavoro e affronto il tutto con le regole della Analisi e Sintesi. E le cose incomplete o imperfette vengono cestinate al volo, senza esitazione. Non so se nella numismatica funziona, nella vita sì.1 punto
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Ciao, i tre marchietti rettangolari sembrano indicare che si tratta di un oggetto d'argento, e quello di destra pare contenere scritte in arabo: ma su queste cose ci occorre il parere di qualcuno che sia esperto di oreficerie. Le figure del "corpo" dell'anello, quelle delle prime due foto, sono invece tipiche dell'iconografia dell'Antico Egitto: rispettivamente l'occhio di Ra, e il fiore di loto. Quindi è un anello moderno, o comunque recente, di produzione forse egiziana e quasi certamente di nessun valore storico.1 punto
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https://latpc.altervista.org/i-carabinieri-del-tpc-sequestrano-400-medaglie-antiche-rubate-e-reperti-archeologici/1 punto
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Denario della famiglia Naevia denario serrato Roma 79 a. C crawford 382 D/testa di Venere volta a dx dietro la testa SC (senatus consult) R/Vittoria in triga a ds cavalli impennati in Esergo C. Nae. Balb (caius naevius balbus) L'auriga in triga è raramente rappresentato nella numismatica repubblicana appare nelle monete della gens Mallia/Claudia del 111/110 a. C Si dice che sia una valuta coniata per finanziare le campagne militari di Silla. Questa gens ha origini plebee, ha cariche secondarie durante la repubblica. Il suo primo personaggio importante accede al consolato solo durate l impero nel 30 d. C. Durante la repubblica conia solo questo denario ed alcune monete in bronzo. Per quanto riguarda la valutazione non sono all'altezza Ma posso dire che è una moneta comune L "alfa (2009)'la considera in base alla conservazione da MB 50€ fino ai 250 in conservazione Spl. ?1 punto
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Ripensando a questa ipotesi di Agricola mi è venuto in mente un passo di Livio su un'usanza etrusca di fissare un chiodo molto sui templi: Ab urbe condita (VII, 3, 7) “Cincio, accurato ricercatore di queste tradizioni storiche, ricorda come anche a Volsinii nel tempio della dea etrusca Nortia si vedano infissi dei chiodi che servivano a tenere il computo degli anni. Su questo se ne era parlato in post n #105 Ed anche Legio o @Agricola non mi ricordo chi dei due , ha scritto proprio su questo ma non riesco a ritrovare la discussione esatta. Quindi riporto un articolo su questo argomento: Northia era la dea che fissava il tempo e probabilmente anche il destino, nella città di Velzna le era dedicato un tempio dove ogni anno veniva ritualmente piantato un chiodo. Il pantheon etrusco era popolato da molte divinità tra cui Northia, nominata da alcuni autori latini e il cui nome compare in talune epigrafi. L’accezione Northia è la trasposizione latina di un nome etrusco originario, forse derivante dalla radice *nurti. Tuttavia è certo che fosse una dea prettamente etrusca, poichè non aveva un esatto corrispondente in nessuna divinità né greca né romana. In un passo della sua opera “Ab urbe condita” (VII, 3, 7) lo storico romano Tito Livio scrisse che “Cincio, accurato ricercatore di queste tradizioni storiche, ricorda come anche a Volsinii nel tempio della dea etrusca Nortia si vedano infissi dei chiodi che servivano a tenere il computo degli anni”. Si tratta di Lucius Cincius Alimentus pretore nel 210 a.C., annalista e autore di studi antiquari, il quale scrisse in greco una storia di Roma dalle origini fino alla sua epoca, opera a noi pervenuta solo in scarsi frammenti, ma integra e molto conosciuta al tempo di Livio, dalla quale egli attinse varie notizie. Livio stesso attesta che in tempi molto antichi il rito del clavum pangere (“infissione del chiodo”) era officiato sul Capitolium (Campidoglio) nel tempio dedicato alla Triade Capitolina, dove al sommo dio Giove Ottimo Massimo erano associate Giunone e Minerva. Un’antica legge aveva stabilito che ogni anno alle idi di Settembre (il giorno 13) nella parete destra della cella riservata a Minerva fosse piantato un chiodo, rito officiato dal praetor maximus (pretore massimo), più tardi dai dictatores (dittatori). A causa di una epidemia che infestava Roma il rito fu rivivificato nel III a.C., poiché considerato particolarmente efficace nel vincere ed allontanare la malattia, e per l’occasione il Senato nominò Lucius Manlius Imperiosus “dictator clavi figendi causa” (“dittatore addetto all’infissione del chiodo”). Livio riportò anche il significato che la tradizione religiosa attribuiva al rito: “….in tempi a cui a pochi era nota la scrittura, era un modo per tenere il conto degli anni”, cioè fissare in modo stabile il volgere del tempo. L’infissione del clavum avveniva nella cella riservata a Minerva “…perché la dea sarebbe l’inventrice dei numeri”. Altre testimonianze al riguardo si trovano in un “Carmen” di Quintus Horatius Flaccus (Libro I, 35, 17), e nella satira 10 di Decimus Iunius Iuvenalis. Nel passo di Orazio Northia è assimilata alla dea romana Fortuna, che presiedeva alla buona e alla cattiva sorte, venerata in un santuario di Antium (Anzio) nel quale veniva officiato anche il rito dell’infissione del chiodo. Sua paredra era la Necessitas (l’Anànke greca), allegoria del concetto di “inevitabilità” riferito al destino, tanto che proprio lei, come scrisse il poeta, “sempre inflessibile” con la “bronzea mano” portava “chiodi travàli e cunei (…) insieme a piombo fuso e al duro arpione”. Queste notizie aiutano a comprendere il significato religioso originario di Northia ed il tipo di culto ad essa riservato, poi trapiantato a Roma assimilandola sia a Fortuna, divinità della sorte, sia a Minerva nella sua accezione di “dea addetta al computo” (in quanto inventrice dei numeri). Penso sia lecito dedurne che la Northia etrusca fosse la personificazione di vari concetti e riassumesse in sé diversi aspetti complementari. Forse ad una più antica funzione apotropaica magico-religiosa di allontanamento del male e dei malefici, cui di rimando poteva essere associata anche la funzione di dea garante del benessere e della fertilità, furono poi unite l’azione di “fissazione del destino”, nonché quella di stabilire e computare il tempo, anche per la stretta correlazione tra il concetto di destino e quello di volgere del tempo. Similmente il significato originario del rito annuale dell’infissione del chiodo nel suo tempio a Volsinii (Velzna in etrusco), quale atto di allontanamento del male e dei malanni, potrebbe essersi ampliato fino a comprendere il senso di fissazione del destino e del computo generale del tempo. Tuttavia non è neppure impossibile che già in origine Northia riunisse in sé tutte queste prerogative. Singolare è il fatto che su uno specchio etrusco di bronzo la Moira greca Atropos, chiamata Atharpa in lingua etrusca, sia raffigurata con le ali spiegate e in procinto di piantare un chiodo con un grosso martello nella testa di Meliacr (Meleagro). Si tratta della evidente assimilazione di una delle funzioni di Northia, la capacità di fissare il destino piantando un chiodo rituale, alla medesima funzione di una delle Moire greche che decideva il destino finale dell’individuo, cioè la morte, ma con una sostituzione del filo vitale reciso da Atropos con l’elemento tipicamente etrusco del chiodo. Il significato magico-religioso in senso apotropaico del “piantare un chiodo”, trova confronti anche in osservazioni compiute dagli antropologi culturali in alcuni gruppi umani extraeuropei. Per esempio in Africa centrale alcune tribù celebrano riti durante i quali viene piantato un chiodo su feticci di legno a forma umana, per invocare e ottenere la protezione dallo spirito divino raffigurato attraverso la scultura. In ambito europeo, in antichi e moderni manuali di magia nera sono descritti riti noti con il nome di “fatture”, nei quali il chiodo è utilizzato come simbolico agente di maleficio per colpire e annientare un avversario. Credo che un confronto ancora più stringente e pertinente sia quello con antichi riti romani di maleficio, attestati dalle c.d. “Tabellae defixionum”. Si tratta di tavolette di piombo contenenti maledizioni rivolte ad avversari e invocazioni a dèmoni capaci di nuocere, che venivano poi arrotolate, fermate con l’infissione di un chiodo e poste di nascosto in luoghi sinistri, come ad esempio le tombe. Molto dibattuta è invece la questione della identificazione di Volsinii, città nella quale si trovava il tempio di Northia, con Orvieto o con Bolsena. Già nel XVII secolo l’abate Andrea Adami (1663-1742) nell’opera “Storia di Volseno antica metropoli della Toscana descritta in quattro libri” (1734-1737) identificò Volsinii con Bolsena, e il tempio di Northia con le rovine presso le terme romane poste a ridosso della piccola chiesa del SS. Crocifisso. Nel XIX secolo gli studiosi si divisero tra fautori dell’identificazione di Volsinii con Orvieto, (ad es. Gian Francesco Gamurrini), e fautori della identificazione con Bolsena (Luigi Canina), da cui derivava la diversa localizzazione nell’una o nell’altra città del tempio di Northia. Nel 1904 a Bolsena in località Pozzarello durante scavi archeologici condotti da Ettore Gabrici furono rinvenuti i resti di un santuario costituito da un tèmenos (recinto), una edicola, un’ara ed un pozzo sacrale dal quale vennero alla luce alcune offerte votive databili al III-II secolo a.C. Alcune statuette femminili furono considerate la rappresentazione di Northia, perciò, anche per la presenza di altri reperti significativi, fu proposto di identificare questi resti murari con il santuario della dea. Tuttavia fin verso la metà del XX secolo è prevalsa la tesi dell’identificazione di Volsinii con Orvieto, mentre nei decenni successivi grazie agli scavi condotti a Bolsena da archeologi francesi tornò in auge la tesi di Volsinii-Bolsena. Nel 1927 l’archeologa Lucia Morpurgo in un articolo che prendeva in esame un’ascia-martello rinvenuta a Bolsena, ipotizzò la presenza in questa città del culto alla triade divina etrusca Northia, Voltumna e Vertumnus. A Bolsena è documentato un cippo in basalto, di cui però si ignora l’esatto luogo di rinvenimento, che reca inscritto il nome di un certo Avle Nurtines, il cui gentilizio Nurtines deriva dal teonimo della dea Northia, a dimostrazione della presenza nella città del tempio a lei dedicato. Inoltre sempre a Bolsena sono attestate iscrizioni latine con dedica a Northia, le quali dimostrano la continuità del suo culto in età romana. Per contro i sostenitori della tesi di Volsinii-Orvieto fanno notare, tra l’altro, che mai nelle fonti romane menzionanti Volsinii si fa accenno al Lacus Volsiniensis (detto anche Tarquiniensis), cioè all’attuale lago di Bolsena, proprio perché Volsinii va identificata con Orvieto, e dunque qui sarebbe esistito il tempio di Northia. Anche se attualmente i dati archeologici sembrano avallare maggiormente l’ipotesi della localizzazione del tempio della dea a Bolsena, la definitiva soluzione della vexata quaestio è rimandata ad un futuro si spera foriero di scoperte archeologiche in grado di fugare ogni residuo dubbio. http://www.lacitta.eu/storia/32525-northia-la-dea-etrusca-con-il-chiodo-fisso.html PS: allego foto di offerte votive in lamina aurea provenienti da Bolsena loc.Pozzarello.1 punto
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