Vai al contenuto

Classifica

  1. gionnysicily

    gionnysicily

    Utente Storico


    • Punti

      30

    • Numero contenuti

      1461


  2. dracma

    dracma

    Utente Storico


    • Punti

      20

    • Numero contenuti

      1304


  3. eliodoro

    eliodoro

    Utente Storico


    • Punti

      13

    • Numero contenuti

      7007


  4. numa numa

    numa numa

    Utente Storico


    • Punti

      8

    • Numero contenuti

      14946


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/19/20 in Risposte

  1. La notifica, probabilmente è sopraggiunta alla pubblicazione del tetradramma di Gela, nell'asta Bolaffi del 05/dicembre/ 2013, la stessa giornata dell'asta. La Soprintendenza, con firme determina "interesse Archeologico particolarmente importante, ai sensi del.................."
    9 punti
  2. Ho ritrovato in un vecchio computer quel file che ci divertimmo a compilare molti di noi utenti, ripeto ( oltre ad essere molto artigianale, però se c'è qualche utente bravo gli posso girare in word),come dissi all'epoca, non ha pretese scientifiche e risente, ovviamente, del fatto che siano passati credo 5 anni. Lo preparai soprattutto come riassunto di questa discussione, anche se fu abbastanza scaricato. SalutI Eliodoro imperatori rari.pdf
    8 punti
  3. Certo che sarebbe "ECLATANTE " una notifica per un Bene Culturale FALSO ................ Stando ad una attenta osservazione, (purtroppo da me), Mia opinione, che si tratta di un FALSO, riprodotto tramite il galvano elettrotipo. I dettagli, sono perfetti come la copia galvanica, stessa usura, stesso etnico, ruota quadriga ed esergo ecc. ecc.
    7 punti
  4. Nell’arco di circa un secolo il rinvenimento è stato oggetto di accesi dibattiti tra gli studiosi sia per l’anomala composizione sia per l’inusuale assenza della zecca locale (Taranto). Dalle rocambolesche avventure di una nave da carico che, partita da Focea, avrebbe toccato le coste traco-macedoni, l’Africa, la Grecia, la Sicilia e la Magna Grecia, riportandone le diverse valute (Babelon) alla provenienza delle monete “non da un unico ripostiglio ma la frazione di diversi, gabellati agli acquirenti francesi come una sola unità” accertata da una “rigorosa inchiesta” della Soprintendenza di Taranto (P. ORSI, in AMIlN, 3, 1, 1927, 29) fino alla negazione dell’attendibilità stessa del rinvenimento, inteso come complesso “creato in sede antiquaria con nuclei di materiale di differente provenienza” (L. BREGLIA, I rinvenimenti di monete ateniesi in Sicilia e in Magna Grecia, in La Circolazione della Moneta ateniese in Sicilia e in Magna Grecia, Atti del I Convegno deI Centro Internazionale di Studi Numismatici di Napoli – 1967 (suppl. AIIN, 12-14), Roma 1969, 3-32. Sulla stessa linea: A. STAZIO, Considerazioni sulle prime forme di tesaurizzazione monetaria nell'ltalia meridionale, in Proceedings of the 9th ING, Luxembourg - Louvain-la-Neuve, 1982, 53-70; ID., Monetazione greca e indigena nella Magna Grecia, in Forme di contatto e processi di trasformazione in Magna Grecia, Roma 1983, 963-978). Alla svalutazione dell’unitarietà del complesso, anche attraverso l’osservazione della marcata l’estraneità dei pezzi rinvenuti – ad eccezione del numerario di Atene e di Corinto – alla circolazione monetale in Occidente, è seguita, più di recente (e convincentemente) l’interpretazione dell’accumulo come contesto chiuso pertinente alle attività di un “sanctuary or bankers' hoard” (R.R. HOLLOWAY, Remarks on the Taranto hoard of 1911, “Revue belge de Numismatique”, CXLVI, 2000, 1-8 con bibl. prec.). Tornando al pezzo in esame, si osserva la corrispondenza con uno degli appena due esemplari di Crotone (su più degli 80 stimati) descritti ed illustrati da Babelon (p. 28 e pl. V, 5). Da Taranto il pezzo (insieme ad altri 28) migrò a Parigi (coll. Robert Jameson, n. 1879) ed anche alla svelta visto che già Babelon (p. 28) ne annota la provenienza dalla collezione Jameson. Successivamente la moneta confluì nella splendida raccolta che il Dr. Mirsky (1900-1974) aveva realizzato in progresso di tempo – a partire dal secondo dopoguerra fino al 1959 - attraverso acquisti effettuati presso numerosi collezionisti, tra i quali De Falco e Santamaria. Con lascito testamentario la collezione fu poi donata all’Università di Rockefeller, presso la quale Mirsky era stato docente dal 1927 svolgendo un’intensa e proficua attività scientifica nel campo della ricerca biochimica. Dopo oltre trent’anni dalla sua scomparsa la collezione venne venduta nell’asta Gemini (VII, 2011, 65). L’esemplare di Crotone appartiene alla prima fase della coniazione incusa, a tondello largo e sottile, priva di simboli aggiuntivi al tipo principale. Il peso (gr. 8,86), sebbene alquanto elevato per lo standard acheo-corinzio, ben riflette l’oscillazione ponderale che si riscontra nello stadio iniziale della monetazione, risultando pienamente coerente con l’ottimale preservazione del pezzo.
    6 punti
  5. Regno d'Italia - 10 Centesimi 1862 Re Vittorio Emanuele II° in un ritratto fotografico di André Disdéri risalente al 1861
    4 punti
  6. Scusatemi, se sono un po' tranchant, ma se per gli archeologi della soprintendenza la moneta è ok, tanto da essere notificata e definita bene culturale, la si venda allo stato ed il problema è risolto.
    4 punti
  7. Preso all'ultima Asta Artemide, Federico con capelli lunghi e sigla T, molto raro
    4 punti
  8. Caro Giovanni @gionnysicily , Vorrei poterti abbracciare, ma gli oltre mille km ed il virus non lo permettono, perciò ti ringrazio con un abbraccio virtuale di gratitudine per i tuoi post generosi di informazioni. Nella speranza di alimentare la discussione, qualunque sarà l’esito, ecco la meraviglia, una superba opera numismatica che “purtroppo” (ma neanche troppo) è custodita nel monetiere di Londra dal lontano 1859, acquisita dal secondo Barone di Northwick, John Rushout (1770-1859), da Sotheby’s. Notiamo che, oltre la Nike, al dritto è presente un elemento di notevole interesse, ed unico a quanto ricordo nella monetazione geloa, posta tra gli artigli dell’aquila vediamo una serpe.
    3 punti
  9. Selezione di materiali dal ripostiglio di Taranto 1911 (fonte: https://www.ancient.eu/image/5945/the-taranto-hoard/)
    3 punti
  10. Dopo oltre un secolo dalla scoperta torna in asta un incuso di Crotone proveniente da uno dei più discussi rinvenimenti monetali dell’antichità: il “rispostiglio” di Taranto 1911 (IGCH 1874). Nomos AG, Auction 21, 21/11/2020, 53 BRUTTIUM. Kroton. Circa 530-500 BC. Stater (Silver, 28 mm, 8.86 g, 12 h). ϘΡΟ Tripod, with legs ending in lion's paws, and with three handles and snakes rising from the bowl, on dotted exergual line; cable border. Rev. Same type, but incuse; rayed border. HN III 2075. Jameson 1879 (this coin). SNG ANS 234. A very attractive, nicely toned example of great beauty. Minor die fault in the reverse field to right, otherwise, extremely fine. From the collection of the Rockefeller University and that of Dr. Alfred E. Mirsky (originally acquired prior to the 1950s), Gemini VII, 6 January 2011, 65 (but there misidentified as being HN III 2085 with both a crab and the ethnic on the reverse, neither of which, quite clearly, can be seen on this coin!), from the Jameson Collection and from the Tarentum find of 1911. Il tesoro venne alla luce il 22 giugno 1911 in località Borgo Nuovo, area in cui si tende a collocare l’acropoli della città. Ne facevano parte circa 600 esemplari d’argento contenuti in un vaso - tra cui monete della Grecia, della Magna Grecia e siceliote oltre a circa 6 kg d’argento non monetato – distribuiti entro margini cronologici alquanto ristretti, dalla metà del VI agli inizi del V secolo a.C. Di seguito la descrizione del rinvenimento fornita dal Kraay (IGCH, n. 1874):
    2 punti
  11. Ciao a tutti! Oggi continuo la mia carrellata di medaglie catastrofiche dedicate all'iperinflazione tedesca del '23 con tre sorelline, che fanno il punto della situazione in un arco temporale di soli 30 giorni. Non le ho prese "sciolte", ho preferito spendere qualche euro in più e prenderle con il cofanetto originale: Le medaglie sono in ottone (10,4 g / 32 mm) e con l'iscrizione sul D "Des Deutschen Volkes Leidensweg" (La passione del popolo tedesco - [ndr. vedi: "Passione di Cristo"]) e con una famiglia affranta: la madre prostrata dal dolore, un bambino denutrito a fianco di un uomo inerme. Sullo sfondo un roveto. Si possono riconoscere due sigle: MM per Mittweidaer Metallwarenfabrik (Fabbrica di articoli in metallo di Mittweid, città della Sassonia) e ESTL, che purtroppo non so bene associare a qualcosa o qualcuno se non all'incisore Emil Mitlehner il retro di delle prime due (Primo ed 15 di Novembre 1923) ha i prezzi per una libbra di pane, una di carne ed un bicchiere di birra: il retro dell'ultima (Primo Dicembre) ha i prezzi per una libbra di pane, di carne e di un Goldmark, la futura "valuta forte" che farà finire una tragedia per crearne un'altra, ben peggiore. Bellissima la figura allegorica in esergo: la barca sta affondando! Alla prossima, Njk PS: Attenzione: nel testo sono presenti inserimenti di prodotti a fini non commerciali ma didattici! Un saluto a @simone
    2 punti
  12. Bel nominale e soprattutto raro a trovarsi in buona conservazione. Io dopo anni sono riuscito a mettere in Collezione la "sorellina" più piccola del 1784.
    2 punti
  13. E qui, casca l'asino........nessuno potrà mai ritoccare un conio creato da un ARTISTA di 2.500 anni fa. Meno male per noi.........
    2 punti
  14. Ciao @rufis, se avessi avuto un pò di pazienza.....Il BRAVO @Archestrato, mi ha preceduto alla ricerca del tetradramma del BM. Come potrai osservare ( con pazienza....cosi impari meglio) il tetradramma di Gela.... ESISTE ed è perfettamente quello del galvano che ha girato ( come Elettrotipo da studio) in due aste, Roma Numismatica e Savoca di Munchen. Tetradramma raro, sicuramente da un artista incisore anonimo della zecca di Gela. @Archestrato nel suo ultimo post, ha esaltato l'arte incisoria del bel tetradramma, attenzionando l'aquila frontale, con un serpente appena catturato tra gli artigli. Noterai che la raffinatezza del BM, non ha paragoni con il falso Bolaffi, mentre il galvano è una copia galvanoplast, molto simile, ma con dettagli percepibili, se si conoscono le monete Classiche.
    2 punti
  15. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ROVGS/7 è questa
    2 punti
  16. CGB.fr, Live Auction September 2020, 8/9/2020, 588543 CORINTHIA - CORINTH. Catalogue references : Delepierre1849 - Dewing1697 - BMC.- - Cop.- - R.71 pl. V (A/ 55 - R/ 52) - GC.1860 - Asyut560 - RQEMAC.196. Predigree : Exemplaire provenant du trésor de Taranto (1911). NAC AG, 120, 6/10/2020, 383 The Cyclades. Naxos. Stater circa 520-515-490, AR 12.00 g. Cantharus with ivy leaf finial on lid; grape bunches hanging from handles. Rev. Quadripartite incuse square. Traitè 1950, pl. LXII, 5. de Luynes 2376. Nicolet-Pierre 34a (this coin). Rosen 239. Babelon, Trouvaille de Tarente 1911, RN 1912, 38, pl. III, 5 (this coin illustrated). Sheedy 27a (this coin). Ex Sothebys 4 June 1983, Brand, 83; M&M 72, 1987, Rosen, 412; Lanz 92, 1999, 242 and Busso Peus 407, 2012, 400 sales.
    2 punti
  17. Alcuni esemplari dal ripostiglio: NAC 114, 6-7/5/2019, 24 Sybaris. Nomos circa 550-510, AR 8.35 g. Bull standing l. on dotted exergual line, looking backward; in exergue, VM. Rev. The same type incuse. SNG Copenhagen 1388. SNG ANS 834 (this reverse die). Dewing 406. Jameson 1873 (this coin). Historia Numorum Italy 1729. A magnificent specimen perfectly struck and centred on a full flan. Old cabinet tone and good extremely fine Ex Sotheby's sale 7 March 1996, 38 and previously purchased privately from Pierre Strauss in February 1950. From the Jameson collection and the Taranto hoard of 1911. NAC AG, 82, 20.05.2015, 25 Velia. Drachm circa 535-465, AR 3.86 g. Forepart of lion r., tearing stag’s leg. Rev. Irregular incuse square. Babelon, RN 1912, pl. V, 11 (this coin). Mangieri 1 (these dies). Williams 19a (this coin). Historia Numorum Italy 1259. Ex Ars Classica XIII, 1928, Allatini, 119 and Leu 42, 1987, 60 sales. LHS Numismatik AG, 100, 23/4/2007, 269 Kythnos, Cyclades. Third-Stater (Silver, 4.01 g), c. 475-460. Boar’s head to right. Rev. Quadripartite incuse square. Jameson 2315 (this coin, attributed to Lycia). A. K. Kyrou, D. N. Artemis, The Silver Coinage of Kythnos in the Early Fifth Century BC, Studies Price, pl. 51, 20 var. Sheedy 30a (this coin). Very rare. Nicely toned. Minor die break on the obverse, otherwise, about extremely fine. From the collection of R. Maly, acquired from Sternberg in June 1971, ex Hess-Leu 24, 16 April 1964, 209 (uncertain Ionia), from the collection of R. Jameson and, supposedly, from the Taranto Hoard of 1911 (IGCH 1874).
    2 punti
  18. Smembrato subito dopo la scoperta in 4 lotti, uno di essi (168 pezzi) fu acquistato dal collezionista francese Vlasto, che attraverso un prolungato carteggio informerà del rinvenimento E. Babelon, allora direttore del Cabinet des Médailles di Parigi, che redigerà un primo (ma parziale) catalogo del ripostiglio (E. BABELON, Trouvaille de Tarente, “Mélanges numismatiques”, 4, 1912, 304-343 = “Revue Numismatique”, s. 4, 16, 1912, 1-40). Vlasto acquistò successivamente un ulteriore lotto di 100 monete tra Roma e Taranto ma rinunciò ad una cospicua sezione del tesoro (lotto di 318 pezzi), probabilmente per l’esosità della spesa. Nel corso degli anni vari nuclei del ripostiglio entrarono a far parte di collezioni pubbliche e private a Parigi (Jameson), Londra (British Museum), Oxford, New Jork (ANS) e/o si finirono sul mercato antiquario (Spink). Nel 1921 il British Museum acquistò da Spink un cospicuo nucleo del ripostiglio comprendente metallo non monetato + 47 esemplari (incusi di Sibari, Crotone e Metaponto), la maggior parte dei quali in stato di conservazione non integro. Una accurata selezione di questi materiali, curata da Kroll ed Heath (in attesa della pubblicazione) è presente sul web: The British Museum, Lot of Silver from the Taranto 1911 Hoard (Inventory of Greek Coin Hoards [1973], no. 1874: http://numismatics.org/digitallibrary/ark:/53695/taranto1911 Numerosi e apprezzabili sono stati negli anni gli sforzi messi in atto per la ricomposizione del tesoro (Noe, Kraay, Johnston, Price, Fischer-Bossert, ecc.) - attraverso una ingente attività di spoglio bibliografico di cataloghi di vendita (molti esemplari di Metaponto sono stati rintracciati in Spink & S.) e di collezioni museali - e varie le cronologie proposte per l’occultamento. Da ultima quella della Johnston – sostanzialmente coincidente a quella del Kraay (NC 1956, 49) - che in base all’individuazione di esemplari di Metaponto a tondello medio (fino alla classe X), ha fissato la chiusura del tesoro nell’arco del secondo decennio del V secolo a.C. rialzando la tradizionale cronologia alla fine del VI secolo (508 a.C.) proposta da Babelon, seguito da Noe, e sostanzialmente riproposta da Arnold-Biucchi-Beer Tobey e Waggoner nell’edizione del ripostiglio di Selinunte.
    2 punti
  19. L'esperienza e lo studio. Gli amici prima di me ti hanno elencato alcuni dettagli, ma ce ne sono altri. Come te, altri utenti hanno già chiesto le stesse domande in merito, e puoi trovare una ricchezza di informazioni usando il tasto ricerca. Come elchupacabra prima di me, ti allego una foto a risoluzione più alta e meglio definita di un esemplare autentico. Studiale, e creati un tuo personale database con foto chiare e in alta risoluzione. Solo così potrai capire i dettagli che caratterizzano le monete autentiche
    2 punti
  20. Beh intanto occorrerebbe far fare una perizia ( o controperizia nel caso quella dichiarazione fungesse come tale?) porti l’evidenza di quanto suggerito da gionnysicily. Se si deve contestare una dichiarazione occorre farlo con dei documenti, non basta ( purtroppo / anche se fosse perfettamente evidente / non basta una discussione del Forum ) - stiamo trattando con dei funzionari pubblici non con una casa d’aste o un commerciante. coinvolgerei comunque la Bolaffi che sarebbe sicuramente interessata allo sviluppo della cosa e anche perche la moneta proviene da loro. inoltre se l’acquirente riesce a farsi riconoscere la falsità dovrebbero ritirarla dalla vendita e procedere ad un rimborso. Stupisce comunque la stima attribuita al pezzo ( non conosco il realizzo) che appare molto modesta per una moneta cosi rara. Forse avrebbe potuto essere un segnale che magari qualcosa doveva essere approfondita meglio.
    2 punti
  21. Probabilmente alcuni esponenti dei Beni Culturali, c'è l'hanno con Bolaffi..........
    2 punti
  22. Buonasera a tutti, la mia Napoletana di oggi.. Un Grano Cavalli 12 1790 Ferdinando IV Anno travagliato nella Zecca Napoletana Saluti Alberto
    2 punti
  23. Peus 427, 04.11.2020, 83 GRIECHISCHE MÜNZEN Bruttium Kroton Diobol 367/324 v. Chr. Dreifuß, links PENT / Adler mit rückwärts gewandtem Kopf vor Olivenzweig. Rutter, HN -; HGC 1487 corr.. 0.79 g.; Feine Tönung Sehr selten Sehr schön - vorzüglich Ex Slg. Graeculus. Die Legende PEN neben dem Dreifuß, die an Stelle des Ethnikons erscheint, bezieht sich wohl kaum auf die Wertstufe dieses so seltenen wie bedeutenden Stückes. Die Zahl 5 lässt sich nicht sinnvoll anwenden auf ein Silbernominal von einem Mittelgewicht von ca. 0,86 g. Indes weist die prominente Platzierung dieser Legende darauf hin, dass hier ein Bezug auf den Prägeherrn unternommen wird. Vermutlich gibt dieser sich als Pentápolis zu erkennen, als ein Verband von fünf Städten, wie wir ihn aus Hdt. 1,144 und Strab. 6,2,4 kennen. Kroton beherrschte bereits im 6. Jh. v. Chr. ein weites Territorium, auf dem sich weitere Städte befanden: Sybaris, Temisa, Pandosia und Laos. Im frühen 4. Jh. setzte es sich an die Spitze der Italischen Liga (Polyb. 2,39,6), die sich fortan gegen das aggressive Syrakus und (später) gegen die Brettier zu bewähren hatte. Das vorliegende Geldstück scheint ein Zeugnis einer kurzen Phase zwischen 367 und 324 zu sein, in der Kroton Diobole für eine Pentapolis aus fünf achaischen Städten prägte. Di questa moneta e della sua attribuzione si era già parlato: https://www.lamoneta.it/topic/182983-kroton-con-pen/. Viene ora riproposta (coll. Graeculus) ma con legenda errata ( al posto di ). Altri esemplari simili battuti probabilmente dagli stessi coni erano già apparsi sul mercato antiquario: Auktionen Münzhandlung Sonntag, 20, 2014, 17 (ex Peus 401, 2010, 29) Rauch 86, 2010, 142 (ex Hirsch 269, 2010, 2260) Attianese (Kroton. Ex nummis historia, Settingiano 1992, p. 163, n. 171) illustra con pessima riproduzione fotografica un diobolo simile (gr. 1,35) riportando un’erronea lettura della legenda (KPO invece di ). Ne indica la provenienza da Capo Rizzuto in epoca ignota (notizia non verificabile). Nel catalogo di vendita più recente Peus evidenzia come l’iscrizione , se letta come abbreviazione del numerale pente (5), non sembrerebbe riferirsi alle iniziali del nominale (che il peso di gr. 0,79 riconduce ad un diobolo) in quanto nel sistema acheo-corinzio adottato da Crotone la scala dei nominali non contempla una suddivisione su base 5. Ne consegue che la peculiare sigla debba necessariamente interpretarsi come allusiva al nome dell’autorità emittente (come peraltro avevo proposto nella discussione citata) Tale “autorità” viene identificata dai compilatori con una presunta Pentápolis, una confederazione di cinque città esemplata sul modello tradito dalle fonti (Hdt. I,144 e Strab. VI,2,4). Osservazione alla quale è possibile muovere più di un rilievo. Il contesto della pentapoli dorica oggetto della narrazione di Erodoto è di VI-V secolo a.C. e riguarda alcuni centri dell’Asia Minore. Lo storico narra che Agasicle di Alicarnasso commise un atto di empietà sottraendo illecitamente il tripode dopo aver vinto una gara. Per questo motivo le altre città che fino ad allora avevano fatto parte dell’Esapoli (Lindo, Ialiso, Camiro, Coo, e Cnido) esclusero Alicarnasso dalla confederazione, che da allora prese il nome di "Pentapoli dorica”. Rapido è anche l’accenno di Strabone (storico e geografo di età augustea) che nel definire il nuovo assetto urbano assunto da Siracusa all’epoca di Augusto ricorda che anticamente la polis comprendeva cinque città (o meglio quartieri: l'isola di Ortigia; l'Akradina; la Tiche; la Neapolis; l'Epipoli). Sulla scia della pentapoli dorica e di quella siracusana, a giudizio dei compilatori della scheda Peus, anche Crotone avrebbe dato vita ad una sorta di confederazione di 5 città. E per ben due volte: dapprima negli anni finali del VI secolo a.C., periodo in cui, grazie alla disfatta di Sibari (510), esercitò la sua epicrazia su un vasto territorio che comprendeva Sibari, Temesa, Pandosia e Laos; successivamente all'inizio del IV secolo, quando aderì (e fu per un periodo a capo) alla Lega Italiota insieme a Thurii, Caulonia, Metaponto ed Heraklea (Polib. II,39,6). Se ne conclude (per Peus) che la moneta in questione potrebbe interpretarsi come la testimonianza di una breve fase, tra il 367 e il 324, in cui Crotone emise dioboli per una confederazione (pentapoli) formata da cinque città achee. Queste osservazioni inducono alla riflessione e soprattutto alla cautela, onde evitare di accostare acriticamente la documentazione numismatica alle fonti storiche, ipotizzando che tipi monetali e/o legende rappresentino una sorta di trasposizione “materiale” ed immediata di precipui eventi storici. In primis bisognerebbe accertare che la moneta sia stata emessa da Crotone, ipotesi che in Peus diviene un assunto veicolato, evidentemente, dal tipo del tripode - emblema civico riprodotto senza soluzione di continuità sulle emissioni argentee della città - e soprattutto dall’abbinamento tripode/aquila, che pure è parte integrante del repertorio tipologico della polis. In realtà gli unici dioboli crotoniati noti con questa tipologia (del tipo ANS 417) risultano sempre contrassegnati dall’etnico, seppur in forma abbreviata (KP). Hirsch 255, 2008, 1339 Appare inoltre anomalo che una città a capo della lega italiota abbia voluto celebrare un tale momento storico non con nominali di taglio elevato (stateri) bensì con divisionali stilisticamente assai modesti e preferendo al nome della (presunta) polis egemone quello di una non meglio specificata pentapoli. Le emissioni ascrivibili al periodo della lega italiota sono, in realtà, di ben altro tenore. Esse esibiscono stateri con la legenda di Crotone e i tipi di Hera Lacinia/Herakles libante, immagini che attraverso la vivificazione di antichi culti veicolano un chiaro messaggio politico, in uno scenario storico – quale probabilmente quello della lotta contro Dionigi – denso di eventi traumatici e destabilizzanti per la città. Sarebbe pertanto auspicabile chiedersi se la peculiare sigla sia davvero riferibile a Crotone o se, piuttosto, il centro di emissione non vada ricercato altrove. A tal proposito mi sembra interessante accostare agli esemplari con legenda un inedito diobolo apparso di recente sul mercato antiquario che associa al tipo del tripode sul D/ una testa d’aquila accompagnata dalla lettera al R/. Attribuito dubitativamente a Crotone, l’esemplare risulta un unicum e pertanto la cautela e d’obbligo, tuttavia la corrispondenza dei tipi (benché parziale al R/) e la presenza della stessa iniziale () potrebbero costituire elementi non casuali, suggerendo un’emissione certamente limitata sia nel tempo che a livello di nominali coniati (solo dioboli). L’identificazione di tuttavia, resta a mio parere ancora da indagare. Roma Numismatics Limited, E-Sale 55, 2019, 94 Greek Bruttium, Kroton(?) AR Diobol. Circa 400-350 BC. Tripod / Head of eagle right; Π below. SNG ANS -; HN Italy -; SNG Copenhagen -; BMC -; SNG Lockett -; apparently unpublished in the standard references.0.72g, 10mm, 9h. Very Fine. Possibly Unique; unpublished in the standard references, no other examples on CoinArchives. From the inventory of a European dealer.
    2 punti
  24. Buongiorno, buonasera, buon pomeriggio, ciao mi chiamo Lino Topo e colleziono tappi di birra, ma solo bionda. ho bisogno di aiuto perché non so se questo tappo è di una Peroni o di una Nastro Azzurro grazie, prego, non c'è di che Perdonate il sarcasmo... ma lo preferisco alle male parole. Entrare e sparare a zero così senza nemmeno un saluto mi pare un po' fuori luogo (al di là del contenuto del messaggio su cui ci sarebbe da dire). Ma forse anche no, sbaglio io e tutto è perfettamente in linea con la maleducazione che ultimamente sembra essere aver colpito un buon 80% del genere umano...
    2 punti
  25. Ottimo! è proprio lei l'intruso tutte le altre, o in sovrastampa o con la stampa modificata, sono state svalutate. ps: Se l'avessi scoperto prima che l'escudos era convertibile sino al 28-2-2022, anche dopo aver proposto il gioco, il quiz poteva funzionare così: l'intruso è il 2.000 pts spagnolo, l'unica banconota che non varrà nulla al cambio dal 1 gennaio 2021 al prossimo intruso
    1 punto
  26. 2000 Escudos Portogallo, sono le uniche fuori corso non più convertibili.
    1 punto
  27. Grazie a tutti per queste preziose informazioni. Se ho capito bene quindi l'esemplare del BM resta a tutt'oggi l'unico pezzo autentico della coppia di coni n. 487 Jenkins.
    1 punto
  28. Dal galvano /elettrotipo sono stati usati in passato, per riprodurre conii moderni, non avendo la moneta originale a disposizione, con il galvano e (quasi) come avere la moneta originale. Ottenuta l'impronta siliconica sul galvano, si può ottenere una copia in cera, che con il procedimento della cera persa ( gli orefici lo fanno, per riprodurre anelli, orecchini in serie) si possono creare matrici , che incaspulate come quelle che ha postate @Brennos2, sulla discussione NAXOS al messaggio #8. sono pronte per coniare.
    1 punto
  29. Buonasera a tutti, @Rocco68, potrebbe, ma più di quanto vediamo non vedo, posto che fosse così , sarebbe classificabile : MIR 190/1 P/R 59 Ma mi accontento dei dati base che abbiamo rilevato. ? Saluti Alberto
    1 punto
  30. Ciao, utilizzo da principiante una Nikon D300, le monete le fotografo su un foglio di carta messo sul pavimento davanti ad una porta finestra per utilizzare la luce naturale. Per le foto delle monete della collezione invece le fa il mio amico giancarlone. Saluti
    1 punto
  31. Buongiorno a tutti amici del Forum, è con grande soddisfazione che vi comunico che è uscito il mio nuovo libro STORIE DI MONETE - EURO (2002-2020) Storie di Monete - Euro (2002-2020) nasce con l’intento di raccontare la storia del nostro Paese attraverso le monete in Euro. Partendo dalle origini della Comunità Europea, andremo a scoprire l’evoluzione dei Trattati europei dagli anni ’50 ai giorni nostri, con un occhio di riguardo per la creazione della moneta unica. Alle analisi economiche e storiche si intrecceranno curiosità numismatiche e approfondimenti in diversi ambiti, creando così un percorso multidisciplinare. Lo studio dell’Euro e degli accordi che lo governano porteranno il lettore a porsi domande e a trovare le relative risposte, sia per quanto riguarda il funzionamento della moneta unica sia per tutto ciò che concerne l’iconografia e l’evoluzione delle monete stesse. Sono proprio queste, infatti, le vere protagoniste dell’opera: ognuna di essa racconta una storia, un personaggio, un anniversario. Attraverso l’iconografia delle euromonete emesse dalla Repubblica Italiana, prenderà forma un viaggio che ci porterà nell’antica Roma, durante la costruzione del Colosseo, nel Rinascimento, davanti alle pennellate di Botticelli, e nel neonato Regno d’Italia, dinanzi all’imponente progetto della Mole Antonelliana. Incontreremo personaggi illustri, dal genio di Leonardo da Vinci al rivoluzionario Galileo Galilei, dallo storico romano Tito Livio al sommo poeta Dante Alighieri. L’approfondimento dei soggetti e delle immagini rappresentate ci permetterà di viaggiare lungo tutta la penisola, dalla Puglia del medioevale Castel del Monte alla romantica Venezia della maestosa Basilica di San Marco. Ed infine, per non dimenticare il passato, le monete ci ricorderanno le più importanti tappe della storia d’Italia, dall’Unificazione all’Expo, passando per la firma della Costituzione italiana e per la ratifica dei Trattati di Roma. Tutto questo accompagnato da fotografie di monete, banconote, francobolli, personaggi e luoghi che hanno fatto la storia d’Italia: 200 immagini per ricordarci chi siamo. Il libro è disponibile su Amazon oppure contattandomi direttamente via MP (contattandomi direttamente il prezzo sarà inferiore ma per adesso ho disponibile un numero limitato di copie da poter inviare). Sperando che possa essere di vostro interesse, resto a disposizione per qualsiasi richiesta di informazioni Marco
    1 punto
  32. Ciao @sandokan , deteriorate di proposito a quanto ne so no, stai a vedere poi che tipo di operazione è stata effettuata sulla banconota, l'asportazione dell'ologramma per esempio non è ammessa, in quest'ultimo caso la ritirano comunque rilasciando una ricevuta, poi sarà la cassa centrale a dire se ammissibile al cambio o meno. Banconote ridotte a straccetto e rese quasi irriconoscibili dalla vernice, le ho viste cambiare, difficile poi dire se è stato fatto volutamente, sarà considerato quasi tutto accidentale. Come quelle ridotte a brandelli morsicate da animali domestici (o topi), in quest'ultimo caso è chiesto allo sportello della BI un certificato di disinfezione appositamente rilasciato dall'asl locale, in ogni caso cercano sempre di operare il cambio quanto è possibile. Se un bimbo ad insaputa dei genitori con delle banconote ne fa fatto un areoplanino colorato, e successivamente i genitori ne portano i pezzetti in BI per il cambio, non credo che possono dirgli che sono state danneggiate di proposito per giocarci e che quindi non sono ammissibili al cambio, più che altro vedranno quanti pezzi si sono salvati per ricostruire qualche banconota per renderla idonea al cambio. Questa operazione di inclusione è stata comunque voluta dalla banca centrale olandese, una istituzione, non ci dovrebbero essere problemi, ma in ogni caso nel post #8 avevo comunque scritto di andare in Banca d'Italia e chiedere lumi, daranno loro delle indicazioni e/o una soluzione per risolvere il problema.
    1 punto
  33. Eccole , non sono un granché di foto .. fatte di fretta un giorno che sono andato in cassetta.
    1 punto
  34. Ciao Nikita ! Sei certo che l'Istituto di Emissione abbia l'obbligo di cambiare banconote e monete snaturate (danneggiate) di proposito ? Un tempo era vietato per Legge deteriorare volontariamente la moneta : può darsi che io non sia più aggiornato in materia, ma la cosa appare quasi ovvia : ragionando per assurdo, si tutti ci mettessimo a includere le banconote che troviamo in queste resine che ne precluderebbero l'uso per cui vengono emesse dallo Stato, la Zecca dovrebbe istituire immediatamente una sorta di Petrolchimico per tentare di recuperare le banconote, non so con quale risultato, oppure stamparne altrettante di nuove, apponendovi la scritta "Vietato usare per altri scopi" ? Al riguardo, ricordo una discussione qui nel sito a proposito di quelle macchine automatica poste in località turistiche che "Stiravano" con una pressa monete di piccolo taglio, tramutandole in souvenir. A differenza di quanto ha detto Art, personalmente preferirei di gran lunga un cesto con "panettone, olio, formaggio e cioccolatini" : "Pochi, maledetti e subito !". Purtroppo non ho mai avuto di questi problemi : per Natale a me consegnavano una Agenda, poi smisero anche quella.... Buona giornata.
    1 punto
  35. Concordo con mi ha preceduto nel giudicarle entrambe false. La prima, specie al dritto, ha un bordo che non lascia il minimo dubbio. La seconda, invece, presenta un alternarsi di rilievi troppo grossolani (come le criniere dei cavalli) e altri pastosi/evanescenti. @TIBERIVS ha giustamente citato la A finale di ITALIA ma potremmo aggiungere anche l'1 del 1936 o la X dell'anno XIV. Poi il bordo "sdoppiato" al dritto, anche in questo caso, non lascia spazio a molti dubbi. @Taller ormai dovresti aver capito dai numerosi falsi che ci hai mostrato come la prima cosa da valutare sia il bordo. In effetti, sarebbe bastato solo questo elemento per decretare facilmente la non genuinità di entrambi gli esemplari. Non vorrei che, guardando troppo i dettagli al microscopio, perdessi la visione complessiva del pezzo; quel primo impatto ad occhio nudo che, spesso, è più utile (e veritiero) di tante indagini minuziose e dettagliate. In altre parole, non perderti in un bicchiere d'acqua, specialmente quando la soluzione è relativamente semplice come in questo caso.
    1 punto
  36. @rada ti faccio i miei complimenti per l'iniziativa, e vorrei porti 2 quesiti, il primo: mi piacerebbe avere una copia autografata. Il secondo: perchè non hai anche aperto una discussione nella sezione euro? Tanti utenti sicuramente in questa sezione non ci passano neanche per sbaglio, e qualcuno interessato all'acquisto lo troveresti sicuramente.
    1 punto
  37. 1 punto
  38. Probabilmente si, ma, per quanto mi riguarda, la certezza assoluta non c’è.
    1 punto
  39. Grazie Eliodoro! Interessante! Le ho tutte! Eheheh magari!!! ???
    1 punto
  40. No. L’evidenza è che la citazione era del post di Carletto @cristianaprilia: adesso chi glielo dice alla Soprintendenza ??
    1 punto
  41. Veramente ho citato un post di Carletto se non vado errato. @aemilianus253La situazione dei musei e’ molto variegata. Ho citato tre esempi maggiori ma potrebbero essercene moltissimi piu’ piccoli e meno famosi che sono gestiti bene nonche’ luoghi dove incontrarsi circondati da meraviglie ( palazzo Altemps a Roma oppure la Crypta Balbi ma anche l’Archeologico di Chieti dove sono esposte monete e reperti bellissimi in un contesto moderno e funzionale). Il nostro patrimonio merita di essere conosciuto. riguardo la moneta in questione ottimo l’intervento di gionnysicily che aiuta a inquadrare meglio la questione cosi Cristianaprilia si puo’ fare un’idea piu’ adeguata.
    1 punto
  42. Le monete di Aureolo: Approfittando del recente acquisto di questo antoniniano di Aureolo, ringraziando infinitamente @grigioviola per avermi inondato di materiale da leggere e su cui riflettere, e invitando chiunque a correggermi in caso abbia scritto delle imprecisazioni, vorrei provare, da semplice appassionato, a ripercorrere con voi un pezzetto di storia imperiale che è intrinsicamente legato a una zecca: quella di Mediolanum. Ho notato che la quasi totalità dei testi sono in lingua straniera, e ciò potrebbe scoraggiare, dunque, magari anche per provare ad invogliare qualcuno allo studio del terzo secolo, ho deciso di fare un post con tutte le nozioni apprese, chiedendo scusa (e permesso) a chi, sulla materia, ne sa una marea più di me, come @Agricola, o il già citato @grigioviola o ancora @Illyricum65 e tanti altri. Dunque scusate per questo "blitz" storico. Spero, ad ogni modo, che possa essere utile a qualcuno. La vicenda è succolenta poichè, in questa occasione, la numismatica si immerge, fino a scomparire, nei meandri della storia. Partiamo da quest’ultima. Contesto storico: L’Impero sta attraversando un momento di crisi che sembra pericolosamente irreversibile, siamo verso il culmine dell’Anarchia militare, periodo che ha portato alle sue estreme conseguenze il dominato, ponendo la classe militare al centro dell’organismo romano, a scapito del vetusto Senato, ormai ridotto ad aggeggio QUASI del tutto inerte. Siamo nel 267 d.C. Gallieno è rimasto solo a governare: suo padre, Valeriano, è stato catturato durante la guerra con i Sasanidi. Postumo, homo novus, che dal nulla era riuscito a diventare governatore della Germania, acclamato dalle sue truppe imperatore, ha da poco messo in atto una secessione, dando, così, alla luce il così detto “Impero gallico”, formato da Britannia, Spagna e Gallia. A Sud dell’Impero, invece, Settimio Odenato, ha attuato un’ulteriore secessione formando il Regno di Palmira. Dunque l’impero è diviso, sostanzialmente, in tre parti: Impero gallico, Impero centrale, Regno di Palmira. Gallieno, benchè la Historia Augusta, essendo filosenatoria, lo definisse come un ozioso pervertito dedito solo alle orge, era probabilmente molto astuto, tanto da capire perfettamente il ruolo predominante della classe militare in quel difficile periodo, tanto da attuare una riforma militare, che verticalizzò l’esercito, puntando soprattutto sulla cavalleria, al vertice della quale vi era il magister equitum. Aureolo: Aureolo, nativo della Dacia, emerse per aver combattuto con valore in Pannonia, e per essersi distinto per aver sconfitto diversi nemici di Roma come magister equitum sotto il comando di Gallieno, eventi su cui non ci dilungheremo. È importante ricordare che nella guerra contro il secessionista Postumo, Aureolo fu mandato, con la sua cavalleria, a Mediolanum, posto a guardia e difesa dell’Impero centrale contro un possibile attacco gallico. Aureolo stesso, però, una volta raggiunta Mediolanum, si fece proclamare imperatore, facendo fare marcia indietro a Gallieno, che era partito per l’Illiria, pensando di avere le spalle coperte. Un vero e proprio tradimento insomma. Mediolanum fu assediata, ma Gallieno morì, ucciso da un ennesimo traditore. Gli succedette Claudio, il suo magister militum, il quale riuscì a portare Aureolo allo stremo. Aureolo dall’inizio della rivolta, avevo più volte invocato l’aiuto di Postumo a gran voce, non ricevendo mai alcuna risposta. I motivi per cui Postumo non si interessò ad attaccare l’Impero centrale possono essere stati molteplici, alcune tesi virano verso il fantastico, altre tesi appaiono come più probabili, come quella che evidenzia il fatto che Postumo, in quel momento, fosse particolarmente impegnato a fronteggiare Leliano, usurpatore gallico, o quella secondo la quale non avesse interesse ad espandersi, volendo avere per sé solo una fetta ricca e gestibile, come effettivamente era quella già in possesso. Una sorta di tranquilla oasi vicino al manicomio centrale. Abbiamo due versioni della morte di Aureolo: una vuole che morì nel conflitto con Claudio, presso il Pons Aureoli (per l’appunto, Ponte di Aureolo), dove sarebbe stato anche fatto seppellire dall’imperatore stesso con un certa clementia, mentre l’altra versione vede Aureliano come uccisore di Aureolo. Le monete di Aureolo: Il vocabolario online Treccani, parlando di Aureolo dice: “false sono le monete a lui attribuite”. Ciò non è del tutto vero, nel senso che è ormai pacifico fra gli studiosi di numismatica, fra cui ricordiamo Jean-Marc Doyen e Jerome Mairat, che vi siano dei particolari antoniniani emessi dalla zecca di Mediolanum, per l’appunto, da Aureolo, ma in nome di Postumo, e questa è l’aspetto più intrigante di tutta la faccenda, il punto che lega saldamente numismatica e storia: Aureolo, una volta rivoltatosi ed aver, dunque, preso il controllo di Mediolanum e della sua zecca, avrebbe fatto coniare monete con al dritto il busto di Postumo e al rovescio messaggi di omaggio nei confronti della cavalleria di cui era il comandante. In totale quattro sono le emissioni di antoniniani attribuite ad Aureolo. Prima emissione: D/ IMP POSTVMVS AVG R/ FIDES AEQVIT Rovescio della Prima officina R/ CONCORD AEQVIT Rovescio Seconda officina R/ VIRTVS AEQVIT Rovescio Terza officina ------------------------------------------------------------ Seconda emissione: D/ IMP POSTVMVS AVG R/ FIDES EQVIT (P in esergo) R/ CONCORD EQVIT (S in esergo) R/ VIRTVS EQVIT (T in esergo) ------------------------------------------------------------ Terza emissione: D/ IMP C POSTVMVS P F AVG R/ FIDES EQVIT (P in esergo) R/ CONCORD EQVIT (S in esergo) R/ VIRTVS EQVIT (T in esergo) ------------------------------------------------------------ Quarta emissione: D/ IMP C POSTVMVS P F AVG R/ SALVS AVG (P in esergo) R/ VIRTVS EQVITVM (S in esergo) R/ PAX EQVITVM (T in esergo) Iniziamo, ora, ad analizzarne le peculiarità senz’altro: Possiamo dividere le emissioni in due gruppi: Il primo gruppo, quello recante al dritto “IMP POSTVMVS AVG”, e il secondo quello recante “IMP C POSTVMVS P F AVG”. L’antoniniano coniato nella quarta emissione con al rovescio “SALVS AVG” è un unicum, in quanto è l’unica tipologia a non avere un riferimento alla cavalleria. Potremmo ricondurre l’utilizzo della SALVS a uno stato di salute non ottimale di Postumo, o come semplice augurio. esempio di antoniniano di Aureolo con al R/ SALVS AVG Non c’è bisogno di spiegare l’importanza, poi, della cavalleria in tutta questa vicenda, motivo per il quale è così diffusa nelle quattro emissioni. Attribuzione: Veniamo a un aspetto. L'attribuzione. Le monete attribuite ad Aureolo, per la maggior parte, sono state rinvenute in suolo non italico. Dunque sorge un primo dubbio che ora andremo a sciogliere: come si sono attribuite tanto certamente queste quattro coniazioni ad Aureolo? Vi sono più premesse, che, seppur probabili e non assolutamente certe, portano a una determinata conclusione: Queste quattro emissioni furono coniate a Mediolanum, da Aureolo in nome di Postumo. Vediamo le premesse che portano a tale conclusione. 1) Confrontando un antoniniano attribuito ad Aureolo in nome di Postumo, e un altro di Postumo di qualsiasi altra zecca gallica, salterà all’occhio la differenza nello stile del ritratto, cosa che denota, in primo luogo, il fatto che Postumo non poteva avere il controllo diretto su quelle particolari emissioni, e che, in aggiunta, non vi era un raffronto diretto con le altre zecche galliche. Neanche si può ipotizzare la via imitativa data la fattura e i numeri di officina. Questo sta a significare che quegli antoniniani sono stati coniati in una zecca fuori dalla Gallia, ma pur sempre da zecche ufficiali. esempio di antoniniano coniato in una zecca gallica (RIC Vii 303 - Colonia) esempio di antoniniano coniato a Mediolanum (CONCORD [A]EQVIT; S in esergo) 2) Nei rovesci degli antoniniani con questo stile particolare vi è un riferimento alla cavalleria (AEQVITUM/EQVITUM), cosa che coincide, ricordiamolo, col fatto che Aureolo fosse magister equitum. 4) L’utilizzo di “AEQVITVM” invece del semplice “EQVITVM” risulta una forma di correzione già presente nella monetazione precedente di Gallieno. 3) Queste monete, in aggiunta, presentano un anomalo contenuto di stagno. Vi era un’unica zecca che, da Gallieno, coniava monete con così alto contenuto di stagno (e questo lo sappiamo grazie allo studio delle tracce di oligoelementi): la zecca di Mediolanum. Incrociando i dati storici con quelli numismatici, vediamo che, da una parte la Historia Augusta ci racconta di un magister equitum di nome Aureolo, mandato a Mediolanum per sorvegliare il confine, che, ad un certo punto, si rivoltò contro Gallieno, invocando l’aiuto di Postumo; da un’altra parte vediamo queste strane monete di Postumo, coniate a Mediolanum celebranti la cavalleria, che nello stile ricalcano alcune emissioni di Gallieno. La connessione è presto fatta: quelle monete furono coniate da Aureolo in nome di Postumo. Vi ringrazio per l'eventuale lettura.
    1 punto
  43. Eccoli! Entrambi ex Heritage.
    1 punto
  44. Salve a Tutti, Premetto che non sono un esperto della monetazione in oggetto della discussione e scrivo solo in quanto autore del testo citato da @demonetis Volevo darvi ulteriori informazioni riguardo la moneta postata, i seguenti dati sono stati presi dal catalogo della collezione Sambon - Giliberti. peso: gr. 6.185 Diam mm 27 In allegato la descrizione della moneta con la nota manoscritta coeva che indica che il lotto fu acquistato dal Cagiati per conto del Re. Inoltre le tavole sono state create utilizzando i calchi in gesso. E' normale che dettagli o difetti si possano essersi persi. "...I calchi in gesso, utilizzati per le tavole fotografiche del catalogo, furono donati dagli Antiquari al Circolo Numismatico Napoletano. Purtroppo, la gipsoteca, custodita in una sala della Società di Storia Patria, andò distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale..." Canessa una famiglia di antiquari, p.
    1 punto
  45. Confermo Sandokan. Sono esattamente quei polimeri che inglobano la sostanza e in teoria non c’è modo di eliminarli. In pratica da chimico ho passato la scorsa mezz’ora a cercare la combinazione di solventi giusta. ? Sembra che non sia impossibile scioglierlo. Probabilmente intaccheranno anche i colori delle banconote. Ma come diceva Nikita si potrebbero portare in banca a cambiare... Che faccio, ve la dico una combinazione che dovrebbe funzionare? ?
    1 punto
  46. ...si anche, ma a volte sembra più piccola e di fattura diversa..... potrebbe si.
    1 punto
  47. Lavoro molto simpatico ed interessante, bravi. Sul discorso delle rarità penso sia difficile trovare la "quadratura del cerchio". Rarità riferita ai pezzi noti o ai pezzi disponibili sul mercato ? Ad esempio, due tipologie conosciute in 11 esemplari ciascuna ma in un caso 8 sono in collezioni pubbliche, quindi indisponibili, e solo 3 sul mercato e nel secondo caso l'esatto contrario, che grado di rarità indichereste ? Tutte due R3 ? Ma una sarebbe reperibile con maggiore facilità rispetto all'altra..... Mi sembra comunque che, vista la tipologia di monete, la scala delle rarità sia un poco troppo "stretta": dubito che qualsiasi commerciante attribuirebbe un "riduttivo" R2 ad una moneta conosciuta (o disponibile) in soli 21 esemplari
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.