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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/05/20 in Risposte
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Vi presento il nuovo arrivo, ex NAC 122 di qualche settimana fa https://www.sixbid.com/en/numismatica-ars-classica-milano/7885/monete-e-medaglie-di-zecche/6447096/lot?term=1801&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&auctionSessions=&sidebarIsSticky=false Non è esattamente il periodo storico che colleziono, ma è il primo scudo coniato in Italia col sistema decimale Giudicata qFDC da NAC, quello che non si percepisce dalle foto sono i fondi speculari che questa moneta ha. Inizialmente avevo puntato sul An9 nella stessa asta (leggermente inferiore come conservazione, ma più rara), ma visto dove è volata ho ripiegato su questa... e avendola in mano non me ne pento Difficile trovarne di così belle... il particolare da guardare in questa moneta è... il capezzolo turgido8 punti
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Ciao a tutti, Questo è un post senza foto, un post senza monete. È trascorso un anno esatto da quando ho avuto tra le mani la prima napoletana. Un anno in cui le emozioni e gli stati d'animo si sono susseguiti vorticosamente. È trascorso un anno di ricerche, di letture. Gioia per l'arrivo, delusione per quella sfuggita. Un anno di indecisioni, di incertezze, di ammirazione e di condivisioni, di studio della storia e dei tondelli. Mi hanno detto, a ragione, che la dote principale è la pazienza e sto cercando di coltivarla. Ma non sono un buon allievo, come spesso capita a chi si avvicina ad un mondo in larghissima parte sconosciuto e pensa di poter imparare alla svelta. Ma questo è un mondo in cui non si smette mai di imparare. Mi ritengo un apprendista: ho potuto avvicinarmi a questa avventura così particolare solo grazie a tutte queste pagine e alla passione di tutti voi, alcuni particolarmente. Gibran raccontava: "Una volta un uomo trovò nel suo campo una statua di marmo di estrema bellezza.La portò da un collezionista che amava tutte le cose belle, gliela offrì e questi la comprò a un prezzo molto alto. Poi si salutarono. Mentre tornava a casa con i soldi, l’uomo pensò tra sé: «Quanto vale questo denaro! Come si può dare così tanto per un pezzo di pietra scolpita, sepolta e dimenticata sotto terra per un migliaio d’anni?». Il collezionista osservava invece la statua pensando: «Che meraviglia, che vita! Che sogno! È ancora fresca, dopo un dolce sonno di mille anni. Come si può rinunciare a tutto questo per del denaro, arido e inanimato?». A quasi quarant'anni, l'età in cui gli psicologi asseriscono che torni l'instinto collezionistico dei bambini, credo di aver scelto da che parte stare. Questo è un post senza monete perchè, in fondo, la più bella delle nostre collezioni è sempre la prossima. Grazie a tutti. Un caro saluto.8 punti
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Buon 5 Dicembre a tutto il Forum. Vorrei trasmettervi la stessa emozione che ho provato io nel confrontare gli ultimi pezzi da 2 Tornesi di un Grande Regno! Un caro saluto a tutti, Rocco.8 punti
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“A quelli che amo e che mi amano. Quando non sarò più qui, lasciatemi, lasciatemi partire. Ho talmente tante cose da fare e da vedere. Non piangete pensando a me. Siate riconoscenti per gli anni belli. Vi ho dato la mia amicizia, potete solo immaginare la felicità che mi avete dato. Vi ringrazio per l’amore che mi avete dimostrato. Adesso è tempo per me di viaggiare solo, per un piccolo istante potete stare nella pena. La fiducia vi porterà conforto e consolazione. Saremo separati per qualche tempo. Lasciate i vostri ricordi calmare il vostro dolore, non sono lontano, e la vita continua… Se avete bisogno, chiamatemi e verrò. Anche se non potrete vedermi e toccarmi, sarò lì. E se sentite il vostro cuore, proverete chiaramente la dolcezza dell’amore che porterò. E quando sarà venuto per voi il momento di partire, sarò lì per accogliervi. Assente dal mio cuore, presente con Dio. Non andate a piangere sulla mia tomba: non sono lì, non sto dormendo. Sono il vento che soffia, sono lo scintillio dei cristalli di neve, sono la luce che attraversa i campi, sono la dolce pioggia d’autunno, sono il risveglio degli uccelli nella tranquillità del mattino, sono la stella che brilla nella notte. Non andate a piangere sulla mia tomba: non sono lì, non sono morto.” (Preghiera Indiana)4 punti
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Premesso che le foto non sono didatticamente idonee per via della scarsa risoluzione e messa a fuoco (oltre che per la calibrazione del bianco... il dritto sembra essere dorata!), si può comunque disquisire sulle motivazioni che non rendono tale moneta FdC e sui danni che arreca una pulizia. Allego una foto che è un montaggio delle foto proposte in questo topic. In alto troviamo l'esemplare di tonycamp. Le sue foto permettono di vedere lo stato dei campi e dei rilievi. Osserva le asperità della superficie della moneta nelle parti che ho evidenziato: i rilievi (ad esempio nel collo nel ritratto o della croce nello stemma) e i campi, denotano una "irregolarità superficiale" che altri non è che il risultato dello "stampo" lasciato dal conio. Tutte le monete in alta conservazione presentano questa caratteristica. Veniamo alla tua prima coppia di foto. I rilievi sembrano molto belli, ma vengono evidenziati molto bene anche degli hairlines (cioè rigature molto sottili come un capello, tipiche di una pulizia), che non vanno d'accordo con la qualità di FdC. L'ultima coppia di foto, nonostante sia peggiorativa dal punto di vista fotografico, mette in risalto molto bene quello che i campi hanno subito. Se per il FdC le "asperità" superficiali sono sinonimo di metallo vergine, la lucidatura di una moneta è sempre sinonimo di "appiattimento, lisciatura", che ben si evidenziano nell'ultima coppia di foto (cerchi blu). Inoltre, la lucidatura causa anche un cambiamento nella tonalità del metallo, che se per un profano rimane sempre brillante, per un occhio attento e navigato sarà una brillantezza innaturale, più spenta di quella tipica di zecca. Altro discorso è la patina. Nella foto viene catturato molto bene come questa costeggi in maniera molto regolare i rilievi. Anche questo va a discapito della conservazione, e quindi del valore della moneta: ne risente in maniera particolare l'appeal generale della moneta. Ti allego un esemplare della stessa tipologia che ho ancora in collezione. La foto è molto vecchia, scattata con una vecchia compatta digitale, ma si apprezza particolarmente la conformazione irregolare della patina e in generale la particolare tonalità della moneta che le dona un eye appeal decisamente inusuale nonostante la facile reperibilità di questo millesimo3 punti
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Ciao a tutti, questa sera vi presento questo testone della mia collezione: Innocenzo XII (1691-1700), Roma, Testone (Munt 49, CNI 70). D/: stemma trilobato in cornice a forma di vaso con piede, testina muliebre in cimasa, chiavi sciolte con impugnatura ad intagli. INNOCEN ._ XII . P . M . A . V R/: il papa con tiara e piviale seduto a destra tra due cardinali; davanti un prelato in pulpito che legge l'esortatoria per la pace, e due figure che suonano una lunga tromba. ROGATE QVAE AD PACEM SVNT. Es.: 16 - 95 ai lati dello stemma di Mons. Maffeo Farsetti, presidente di zecca. R/: liscio Peso 9.18 g. La legenda al R/ si traduce con "Chiedete ciò che porta alla pace" (Salmo CXXI, 6) e fa riferimento all'esortativa alla pace pubblicata dal papa nel 1695 per porre fine al conflitto che opponeva tra loro la Francia, la Spagna, l'Impero, l'Olanda e l'Inghilterra. La situazione europea dell'epoca era infatti molto intricata e lo sfondo era rappresentato da quella che passò alla storia come guerra della Grande Alleanza, detta anche guerra dei Nove Anni o guerra della Lega d'Augusta o guerra di successione del Palatinato, che fu un vasto conflitto svoltosi tra il 1688 e il 1697 prevalentemente nell'Europa continentale, ma che coinvolse anche come teatri secondari l'Irlanda ed il Nord America. Essa si colloca nel contesto della grande sfida fra la casata dei Borbone e quella degli Asburgo, nonché del lungo duello personale tra Guglielmo III e Luigi XIV. In breve (fonte Wikipedia), con la ratifica del Trattato di Nimega, che pose fine alla guerra franco-olandese (1672-1678), Luigi XIV minacciò di assicurarsi una stabile egemonia sull'Europa. Tuttavia, dal 1680 il Sacro Romano Impero, sotto la guida dell'imperatore Leopoldo I, aveva iniziato a riguadagnare prestigio ed autorità, in particolare grazie alla vittoriosa campagna militare condotta nei Balcani contro l'Impero ottomano. Questo successo spinse Leopoldo ed i suoi alleati - vari principati tedeschi, la Spagna e la Svezia - a formare il 9 giugno 1686 un'alleanza difensiva, detta Lega di Augusta, in opposizione alla Francia. Il 5 novembre del 1688, in risposta al pressante invito di sette uomini politici inglesi, l'olandese Guglielmo d'Orange attraversò la Manica con una potente flotta ed invase l'Inghilterra dando inizio alla Gloriosa rivoluzione e alla conseguente deposizione di Giacomo II. Divenuto ora re d'Inghilterra, oltre che Statolder (letteralmente "reggitore dello Stato") delle Province Unite, Guglielmo fu in grado così di formare quella coalizione anti-francese che da lungo tempo aveva ponderato. Il 12 maggio 1689 Guglielmo III e Leopoldo I inaugurarono la Grande Alleanza con l'intento di riportare la Francia ai precedenti confini designati dalla pace di Vestfalia. All'indomani dell'attacco francese al Palatinato, regione europea situata a cavallo tra Francia e Germania, anche il Ducato di Savoia (che sarà costretto a firmare un trattato separato con la Francia prima della fine della guerra) si unì alla Grande Alleanza. Le battaglie si protrassero per nove anni in diverse regioni europee, generalmente a favore degli eserciti francesi, per sfociare nel Trattato di Rijswijk del 1697. La pace fu siglata da Luigi XIV perché la Francia non riusciva più a sostenere le enormi spese belliche. Con la pace di Rijswijk il re perse tutte le terre conquistate, tranne l'Alsazia e Strasburgo e qualche città in Catalogna, ma recuperò Pondichéry in India dagli Olandesi. Da un punto di vista numismatico, il conio di questo testone è ad opera di Pietro Paolo Borner, svizzero, che con Chirografo del 15 novembre 1692, fu nominato incisore dei ferri e delle stampe della zecca di Roma (E. Martinori "Annali della zecca di Roma). Le figure tuttavia appaiono piuttosto goffe e caricaturali e nel complesso possiamo definirlo non una delle migliori realizzazioni del periodo. Questo testone si trova senza grandissima difficoltà in buona conservazione, mentre molto più difficile è reperirlo nella massima conservazione, come quello presentato. Si associa una gradevole e delicata patina e un bordo ancora "tagliente". Vostri commenti e integrazioni sono come sempre graditi. Michele3 punti
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Ho finalmente trovato il tempo di scaricare le foto dalla scheda di memoria. A mio parere siamo sullo SPL/FDC (D/) e qFDC (R) Ecco, dalle mie foto si dovrebbero percepire3 punti
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Grazie a te Alberto e Grazie di cuore a tutti gli utenti che condividono le loro amate monete.3 punti
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C'era un tempo quando grasso era sinonimo di bellezza e salute: questo è rappresentato egregiamente dalla testimonianza di statuette paleolitiche che raffigurano delle signorine molto curvilinee. Queste veneri sono piccole statue preistoriche raffiguranti donne con gli attributi sessuali molto pronunciati e ritratti con certo realismo (laddove il resto del corpo, a partire dal viso, è raffigurato in modo assai approssimativo). Vengono dette anche "veneri steatopigie" (dalle parole greche στέαρ, στέατος, "grasso", "adipe", e πυγή, "natiche", quindi "dalle grosse natiche") o callipigie (sempre dal greco καλλιπύγος, composto di κάλλος, "bellezza", e πυγή, quindi "dalle belle natiche"). Le veneri rappresentano le prime raffigurazioni del corpo umano. Sono di dimensioni minute (alcune intorno ai 20 cm, altre di soli 4 cm). I materiali più utilizzati sono steatite, calcite, calcare marnoso. Tali "veneri" sono state rinvenute in diverse località europee, tra cui Brassempouy, Lespugue, Willendorf, Malta, Savignano sul Panaro e Balzi Rossi, ma sono di fatto diffuse dall'Atlantico alla Siberia. Mentre la tradizione vuole che esse appartengano alla facies aurignaziana, esse per lo più sono in realtà gravettiane e solutreane: la datazione resta comunque controversa, dato che i ritrovamenti sono avvenuti spesso in condizioni che non assicurano una corretta ricostruzione scientifica. Oltre alla produzione gravetto-solutreana, esistono veneri risalenti alla più recente cultura magdaleniana, come la Venere di Monruz di 11.000 anni fa. Ad oggi si conosce un solo esemplare della più antica cultura aurignaziana, la Venere di Hohle Fels, ritrovata nel 2008 in Germania e datata intorno ai 35.000 anni fa. Il motivo di tali rappresentazioni resta del tutto ipotetico: mentre alcuni ritengono che queste statuine vadano interpretate come raffigurazioni realistiche della femminilità dell'epoca (così la steatopigia resta una caratteristica di Ottentotti e Boscimani), secondo altri tali raffigurazioni corrispondono alle prime speculazioni dell'uomo neolitico intorno al rapporto tra natura e vita: l'osservazione del ciclo delle stagioni suggerì che la vita stessa era legata ad un ciclo. Essendo la donna origine della vita del figlio, si sarebbe sviluppato un culto della Dea Madre. https://it.m.wikipedia.org/wiki/Veneri_paleolitiche2 punti
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Non molto tempo fa iniziai a collezionare monetazione dello Stato Pontificio trovando appagante ed interessante la numerosa tipologia degli scudi papali. Sicuramente la vecchia monetazione aveva un maggior fascino e senso estetico rispetto all'ultimo periodo, dove gradevolezza, complessità ed importanza iconografica erano piuttosto rilevanti. Va da se che la monetazione più moderna, anche la pre decimale, minimamente, ma con qualche eccezione, riesce a toccare i livelli precedenti. Ma anche questi scudi, più facili da reperire e sicuramente meno costosi, saranno sempre un buon punto di partenza ed un buon metro di giudizio per tutti i precedenti. Una delle prime monete Pontificie entrate è questo scudo del secondo tipo di Gregorio XVI del 1845 anno XV di pontificato. Iconografia semplice da Stati pre unitari e monetazione decimale, ma il livello artistico dell'incisore Cerbara ne esalta la qualità ed il senso estetico pur semplice. Cosa ne pensate?2 punti
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Il secondo esemplare di Carlino 1788 presente nella mia Collezione : Croce con aste sottili. I due rovesci a confronto.2 punti
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In un articolo recentissimo : C'È UNA NUOVA TEORIA SULLA FIGURA DELLA VENERE DI WILLENDORF Tutti l'avranno vista almeno una volta nella vita sui libri di storia: la Venere di Willendorf, o donna di Willendorf, una delle più famose statuette paleolitiche e uno dei primi esempi di arte al mondo (risale al 23.000-19.000 avanti Cristo). In un nuovo studio, un ricercatore afferma di aver scoperto il significato di questa statuina. Da sempre simbolo di abbondanza e prosperità, secondo Richard Johnson, autore principale dello studio, la chiave per comprendere le statue risiede nel cambiamento climatico e nell'alimentazione. "Abbiamo dimostrato che queste figurine sono correlate a periodi di estremo stress nutrizionale", afferma Johnson, sulla rivista Obesity. I primi esseri umani moderni entrarono in Europa circa 48.000 anni fa. Erano conosciuti come Aurignaziani e cacciavano renne, cavalli e mammut; in estate, invece, mangiavano frutti di bosco, pesce, noci e piante. Tuttavia allora, come adesso, il clima non è rimasto statico. Quando le temperature si abbassarono, scendendo fino a 10-15 gradi Celsius, diversi gruppi si estinsero, altri si trasferirono a sud e altri cercarono rifugio nelle foreste. Fu durante questo periodo che apparvero le statuette della Venere di Willendorf. Diversi ricercatori che hanno lavorato allo studio hanno scoperto che l'abbondanza descritta da queste statue rappresentava un tipo di corpo idealizzato per queste difficili condizioni di vita. Le statue ritrovate vicine ai ghiacciai, infatti, erano più abbondanti di quelle trovate nelle zone più temperate. Ai tempi, una donna con queste caratteristiche avrebbe potuto portare in grembo un bambino durante la gravidanza meglio di una che soffriva di malnutrizione. Le statuette, quindi, potrebbero essere state impregnate di un significato spirituale, in grado di "proteggere" le donne durante le loro gravidanze. Tali oggetti, infatti, erano cimeli tramandati di madre in figlia di generazione in generazione. "Le statuette sono emerse come uno strumento ideologico per aiutare a migliorare la fertilità e la sopravvivenza della madre e dei neonati", continua Johnson. "L'estetica dell'arte aveva quindi una funzione significativa nell'enfatizzare la salute e la sopravvivenza per adattarsi a condizioni climatiche sempre più austere". Una definizione che non si scosta troppo dalle interpretazioni originali, ma che cerca di dare - attraverso la scienza medica, dati archeologici e modelli comportamentali dell'antropologia - anche un contesto storico. https://tech.everyeye.it/amp/notizie/e-nuova-teoria-figura-venere-willendorf-484936.html2 punti
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Scarrafone Vicereale : Filippo IV Grano 1646, simbolo B sotto il mento.2 punti
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Ciao, eccoti accontentato, una bella carellata di patacche..... https://www.forumancientcoins.com/monetaromana/falsi/Monete Pubblicitarie.html saluti TIBERIVS2 punti
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Luigi, Anche tu te ne vai, mio nobile Orfeo, che hai dato più luce di monete antiche. Rimani ancora col tuo canto a mitigar l'orrore del momento, a rallegrare chi speranza ha perso nella bontà dell'uomo ridotto a un passo dall'abisso a essere negletto di magnanime donne. Che un' alba nuova ti sia propizia di speranza. Eppure canta Nell'impero del caos Il pettirosso2 punti
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nel link che segue uno studio molto interessante sulla moneta medievale https://www.academia.edu/30890160/Il_denaro_nel_Medioevo?email_work_card=view-paper2 punti
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DISCHI E SFERE Ahinoi ahinoi che ci tocca di sentir dei funesti tempi a venir C'è il gran globo nostro piatto e il vaccin cattivo fatto e il governo quatto quatto ti comanda con l'antenna Ma il gran globo nostro tondo non aspetta il gioco nostro lui si scalda e non tentenna di noi vuole la cotenna2 punti
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Ciao Dani! Beh diciamo che non a tutti i miei testoni ho fatto un cappello introduttivo così, perché altrimenti avresti ragione tu!!? Però ci sono monete che più di altre si prestano ad essere davvero mezzi di collegamento con la storia proprio perché testimonianze tangibili e concrete di quello che è stato il nostro passato! E questo testone credo possa inserirsi in questo contesto! Ma siccome le monete sono come le ciliege, una tira l'altra, vi allego un altro mio testone che presenta la stessa legenda posta tuttavia in cartella. Di questi testoni con legenda in cartella ne esistono diverse tipologie. Questo è il Munt 47. Ringrazio tutti intanto per i vostri interventi! Michele2 punti
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Buonasera...ho aggiunto anche questa alla mia collezione...un doppione ma quando vedo un bel quattrino non resisto. Il dritto mi pare di tutto rispetto che dite? Appena arriverà farò foto mie, intanto ho queste. Buona serata.2 punti
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Ciao e buonaserata a tutti, Era da molto tempo che non mettevo in collezione una bella moneta di Toscana, ormai difficili da trovare visti anche i tempi cupi che stiamo vivendo. Per questo ho deciso di condividerla con voi. Si tratta della varietà più comune, tra le 3 varianti più significative del francescone 1799, quella indicata dal Gigante come secondo tipo. Le mie foto come sempre non sono al top ma spero si percepisca l alta qualità Ciao a tutti1 punto
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CARATTERISTICHE PRINCIPALI Peso: 2 gr Diametro: 18 mm circa Metallo Presunto: mistura Buonasera. Chiedo ancora la vostra disponibilità per identificare la moneta (?) qui in allegato. Ringrazio e un cordiale saluto Max1 punto
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Vista la presenza di Daniele, il forumista più competente del forum, riguardo le monete di Sede Vacante, vi mostro un altro raro giulio del seicento,quello del 1676,tra i pontificati di Clemente X e Innocenzo XI. La fattura della moneta è molto,molto superiore a quella del 1655,siamo nel periodo migliore della monetazione pontificia.La foto non rende bene,i fondi e la patina sono veramente belli.1 punto
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quoto @talpa grazie mille @santone per la segnalazione, sembra davvero interessante come topic ne approfitto per chiedere, qualcuno conosce un'opera dal taglio similare ma che consideri la monetazione medievale?1 punto
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@Conservator Sei stato di fatto l'unico concorrente, ma sei stato veloce e hai offerto interessanti spunti di discussione. Ciao da Stilicho1 punto
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Magnifica moneta. Molto rara in questa conservazione, intorno al BB se ne trovano parecchie, spl se ci si impegna saltano fuori, vicine al fdc sono poche...complimenti a te e a quel capezzolo che dice chiaro e forte che in quel periodo era freddino per stare con i seni al vento..scherzi a parte in collezione ho anch'io un 5 francs ma an9, non è ai livelli della tua, ma decente tra il bb e lo spl presa da Ranieri qualche anno fa, magari più tardi la posto, intanto godiamoci la tua moneta. Saluti.1 punto
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Non colleziono questo periodo storico ma .. devo ammettere che questa moneta è un piccolo capolavoro. Congratulazioni!1 punto
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Ciao Stilicho, è un intruso perché rispetto a Crispo, Costantino junior, Costanzo II e Costante, tutti e quattro presenti nei dritti delle monete da te postate, Costanzo Gallo non fu figlio di Costantino bensì il suo nipote. C'è da dire che l'assenza del diadema per Costanzo Gallo come Cesare (che si riscontra anche per i dritti di Giuliano quando ricoprì la stessa dignità) è una peculiarità specifica del regno di Costanzo II, che così volle marcare l'estrema inferiorità del rango di Cesare rispetto a quello di Augusto. Questo processo di "distacco" tra le due dignità ebbe inizio sotto Costantino che, a differenza del periodo tetrarchico, nel quale gli Augusti e i Casari erano da considerarsi veri e propri coreggenti (sia pure con i secondi formalmente subordinati ai primi) volle accentuare il carattere assolutistico del suo impero. Per questo quando Crispo, Costantino junior, Costanzo II e Costante divennero Cesari, benché venne concesso loro di raffigurarsi con il diadema, non ebbero le prerogative degli omologhi tetrarchici. Infatti a differenza di questi non gli vennero demandate funzioni amministrative ma solo militari, non ottennero un'investitura carismatica (solo Costantino si considerava il tramite prescelto tra la volontà del dio cristiano e gli uomini) e non gli fu permesso di condividere i cognomina ex virtute conseguiti dall'Augusto, come invece avvenne tra i tetrarchi.1 punto
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Buongiorno a tutti, Rocco l'emozione di cui parli è un qualcosa che traspare e riesco a sentirla attraverso le tue parole e le monete che proponi. ? Grazie per il tuo condividere. Saluti Alberto1 punto
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Io per il 2020 ho trovato: 1 cent Austria (quantità industriali, almeno 10 al mese da aprile) 2 cent Austria (solo 2/3 in estate, sempre nello stesso centro commerciale) 5 cent Italia (da luglio circa 10) 50 cent Italia (2/3 da ottobre)1 punto
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... e poi ci facevano la carbonara... ma con bacon o guanciale? Le ipotesi più fantasiose sono certamente suggestive ma non sono suffragate da prove e/o documenti; si tratta di racconti, poco di più, poco di meno. Le pratiche messe in atto in zecca per riportare il peso dei tondelli al peso nominale sono invece documentate e diffuse in puù zecche e in più stati.... perchè affannarsi a cercare spiegazioni "fantastiche" quando ne esistono di più logiche? ciao Mario1 punto
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Sembra quasi una imitativa..parpagliola tipo Milano anonime dei Radicati Passerano?vediamo che dicono gli esperti..1 punto
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1964 Il nomignolo di "felice giochi" è particolarmente piacevole dato il tortuoso sentiero per le Olimpiadi estive del ‘64. Tokyo era stato assegnato le Olimpiadi di estate 1940 ma ha dovuto rinunciare l'opportunità di ospitare i giochi a causa dell'invasione giapponese della Cina. Il 1940 Olimpiadi estive sono stati quindi assegnate a Finlandia, ma poi sono state annullate del tutto a causa di un'altra invasione. Il mondo va avanti, tuttavia, a volte in una direzione felice—e nel 1964 il Giappone era un posto diverso quello che era stato nel 1930s. Così qui con questo pezzo di 1000-yen abbiamo quasi perfetto Mt. Fuji e suoi supervisore fiori di ciliegio in argento sterling, gli anelli olimpici, e il ricordo di Tokyo e dei suoi 1964 Giochi Felice. v. ----------------------------------------------------- Japan’s 1964 1000-yen struck in .925 silver, 35mm in diameter and weighing 20g. A commemorative coin issued to celebrate the “happy games,” as the 1964 Tokyo Summer Olympics were sometimes called. The sobriquet “happy games” is an especially pleasing one given the tortuous path leading to the ’64 Summer Olympics. Tokyo had been awarded the 1940 Summer Olympics but had to forfeit the opportunity to host the games because of the Japanese invasion of China. The 1940 Summer Olympics were then awarded to Finland, but then were cancelled altogether because of another invasion. The world moves on, however—sometimes in a happy direction—and by 1964 Japan was a different place than it had been in the 1930s. So here with this 1000-yen piece we have the near-perfect Mt. Fuji and its attendant cherry blossoms in sterling silver, the Olympic rings, and the remembrance of Tokyo and its 1964 Happy Games.1 punto
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Isole Bermuda - One Crown 1964 Stemma Nazionale Isole Bermuda Adottato il 4 Ottobre 1910 lo Stemma Nazionale è composto da un leone rosso, eletto a simbolo del Regno Unito ed allusivo al rapporto tra le due Nazioni, che tiene uno scudo raffigurante una nave incagliata fra le rocce. La nave in questione è la Sea Venture, partita il 2 Giugno 1609 da Plymouth come nave ammiraglia di una flotta di sette navi più due destinate alla colonia di Jamestown. Il convoglio era il terzo rifornimento destinato alla Virginia e portava tra 500 e 600 coloni. Il 24 luglio, la flotta incappò in una tempesta tropicale, simile ad un uragano, e le navi si dispersero. La Sea Venture lottò nella tempesta per tre giorni. Navi della sua stazza avevano resistito a tempeste del genere ma la Sea Venture aveva evidentemente dei problemi non avendo potuto subire un collaudo preventivo. Il calafataggio non era stato evidentemente eseguito a regola d'arte e l'imbarcazione incominciò ad imbarcare acqua. I passeggeri tentarono di turare le falle con le loro mani ma l'acqua continuava ad entrare nella stiva. I cannoni vennero gettati in mare per alleggerire la nave ma ciò non fu sufficiente. L'ammiraglio Sir George Somers, che aveva condotto personalmente la nave, quando la mattina del 25 luglio intravide all'orizzonte una lingua di terra, vi si diresse deliberatamente per far incagliare la nave. Ciò consentì a tutti i 150 passeggeri di mettersi in salvo ma la nave andò distrutta. La nave era giunta sull'isola Saint George dell'arcipelago delle Bermuda. L'arcipelago venne denominato "The Somers Isles" dal nome dell'ammiraglio Somers, ed oggi è conosciuto come Bermuda. Utilizzando materiale della Sea Venture, i sopravvissuti costruirono due navi più piccole, Deliverance e Patience. Dieci mesi più tardi continuarono il loro viaggio verso Jamestown, lasciando diversi uomini sull'arcipelago per prenderne possesso. Arrivati a Jamestown il 23 maggio 1610, trovarono che l'80% dei 600 coloni erano morti di stenti e di malaria che infestava le zone acquitrinose dell'insediamento. I superstiti delle Bermuda erano riusciti a trovare una colonia prospera a Jamestown ed avevano portato una piccola quantità di cibo con loro. I coloni di Jamestown si salvarono soltanto con l'arrivo di una missione di rifornimenti capeggiata da Thomas West, il barone De La Warr, meglio noto come "Lord Delaware", meno di tre settimane dopo. Nella parte inferiore, il nastro con il motto dell'arcipelago: " Quo Fata Ferunt " - " Dove il destino ci porterà "1 punto
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Dopo un lungo silenzio, forse anche grazie al blocco forzato a casa, ho deciso di scrivere di nuovo. E’ una storia che parte da un vero ritrovamento, ma che poi si dipana tra racconto, ricordo e fantasia. Buona lettura (spero). 10 LIRE Era marzo e si era nel pieno del blocco dovuto a questa maledetta epidemia. Piuttosto stanco dopo una lunga giornata di lavoro, dopo aver parcheggiato l’auto nel viale sotto casa, in un silenzio surreale mi avviai verso il mio portone. All’improvviso, mentre infilavo le chiavi nella toppa, la mia attenzione fu attirata da un piccolo oggetto tondo e chiaro posto proprio davanti alla soglia. Con movimento un po' impacciato a causa della grossa borsa da lavoro che portavo a tracolla, mi chinai e lo raccolsi. Quale stupore! Si trattava di un 10 lire spiga del 1984. Ma cosa ci faceva là, davanti a casa mia, una moneta da 10 lire? Chi poteva averla persa? In quei giorni vuoti, poi? Magari un vecchio nostalgico che l’ aveva nel borsellino. O magari qualcuno che la teneva in tasca come porta-fortuna. O forse qualche bambino che la usava come gioco…..Certo la cosa era strana, considerato che in quei giorni tutte le attività erano chiuse e la gente in giro pochissima. E se fosse stato un segno del destino? Chiunque l’avesse persa, l’aveva lasciata lì in bella vista per me. Possibile? Dopo uno sguardo sommario e se vogliamo anche un po' distratto (10 lire……erano sempre e solo 10 lire….ci ero passato…) misi la moneta nella tasca dei pantaloni con un movimento rapido e distratto e salii le scale. Entrato in casa, come d’abitudine, mi fermai salutare mia moglie; le chiesi come era andata la giornata, come stavano le ragazze. La solita routine, pensai. La routine…la rovina delle nostre vite…. Avevo sempre cercato di evitarla, ma inevitabilmente ci cadevo dentro….Come e’ difficile vivere, pensai. Come sono difficili e impegnative le relazioni umane….ci voleva anche questo maledetto virus….. Quindi mi recai in camera per mettermi comodo; una bella doccia, tuta, divanone e via! Ma ecco che, nello sfilare i pantaloni, sentiii un tintinnio ovattato sul pavimento; mi girai e vidi lei, bella , adamantina, che spiccava argentea sul legno nodoso. La 10 lire! L’avevo proprio dimenticata! La ripresi in mano e la guardai con attenzione, ora. Era ancora in buono stato, qualche riga e qualche macchia, ma nessuna ammaccatura. Tenerla in mano mi diede una bella sensazione di leggerezza, di freschezza, forse anche di spensieratezza. Era da tantissimo tempo che non toccavo una vecchia 10 lire. Gli anni passano e dimentichiamo facilmente, purtroppo….. Ma poi, del resto, già molto tempo prima di passare all’euro, le 10 lire erano state snobbate (proprio come i centesimini di oggi), nessuno le voleva. Ricordo bene quegli anni: quando me le trovavo tra le mani, arrivato a casa, me ne liberavo velocemente mettendole in una piccola ciotola che tenevo vicino al telefono fisso che ancora campeggiava su una mensola della sala da pranzo. Dunque, per la prima volta (credo) mi soffermai a guardarne le fattezze. La moneta mi colpì per la sua semplicità. Sul dritto due belle spighe rigogliose, sul rovescio un aratro. Immagini georgiche che mi portarono alla mente ampie distese di campi gialli sotto il sole azzurro, ondeggianti su un terreno ricoperto di terra grassa e fertile che non poneva alcun ostacolo al lavoro dell’uomo. Ricordai quando ero piccolo, la terra dei nonni, le tante corse nei campi, i giochi spensierati, le lunghe giornate che non finivano mai, il pane e salame all’ombra degli alberi e qualche timido assaggio di vino, di quello buono della vigna…. Girai e rigirai la moneta. Poi la mia attenzione cadde sulla data. 1984….. Avevo 17 anni. Ero uno studente del liceo classico, allora…Mentre pensavo, all’improvviso sentii un tuffo al cuore, una sorta di ansia che non era ansia, una sorta di fremito che non era un fremito. Era una sensazione che conoscevo bene. Il ricordo corse alla mia compagna di classe di allora, Emma. Il mio primo vero amore. Lei mi piaceva: era semplice, molto intelligente, una delle migliori della classe, sobria nel vestire, da portamento elegante e pulito. Io, invece… ero io: non certo un adone, non particolarmente appariscente, studioso, dal buon rendimento scolastico, ma piuttosto anonimo, oltre che molto timido. Con le donne ero sempre stato imbranato. Non sapevo mai come muovermi e questo non giocava mai a mio favore, come e’ facilmente intuibile. E anche con lei fu così. Un lungo approccio impacciato che durò tutta la primavera e l’inizio dell’estate. Ad un certo momento mi sembrò che anche lei fosse interessata a me, e non poco. Ma poi la scuola finì e per me fu il dramma. Non ci saremmo rivisti per mesi. Lei mi scrisse. Mi fece capire molto. Io risposi, ma stupidamente non colsi che fosse arrivato il momento giusto. Non so perché accadde, ancora me lo domando. Poi la lontananza fece il resto. Al rientro a scuola niente fu più come prima. Dopo poco, lei si mise con un altro. Era finito tutto. Da allora, nonostante gli anni, sento ancora quell’ansia che non e’ ansia, quel fremito che non e’ un fremito, ogni volta che il ricordo di lei solo mi sfiori la mente. Proprio come ora con quel 1984 impresso su una stupida moneta da 10 lire. Ah, se almeno l'avessi baciata! Ecco la 10 lire. Scusate le foto, sono negato. Buona serata da Stilicho1 punto
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Cari Lamonetiani, oggi vi presento un Mezzo Penny della Regina Vittoria, un tondello del popolo minuto. In genere si tratta di monete che hanno circolato parecchio, oltre il regnante rappresentato e che a fatica si riesce a distinguere qualche dettaglio. Questo esemplare non sarà in ottima conservazione, ma trovo che si presenti d'aspetto sopra la media. Voi che ne dite?1 punto
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