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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/30/20 in Risposte
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Scusate l' --------- ma penso che sia lei il mio migliore acquisto per il 20207 punti
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Grano Cavalli 1790 A P Moneta che già avevo, ma ho deciso di riportarla a casa da Tenerife.6 punti
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Con Giovanna II, comincia la decadenza degli Angioini; la Regina, pur avendo avuto una vita licenziosa, non aveva avuto figli, per cui in un primo tempo adottò Alfonso V d'Aragona, per poi pentirsi. Ma, ormai, il guasto era stato fatto, il Regno di Napoli, divenne nuovamente teatro di una guerra civile tra la fazione angioina e quella aragonese che, alla fine, uscì vincitrice: Per le vicende storiche, rimando a quest'ottimo articolo pubblicato sul Portale del Sud http://www.ilportaledelsud.org/alfonsoI.htm Con Alfonso d'Aragona Napoli visse un periodo di rinascita Ad Alfonso successe il figlio illegittimo Ferdinando che trovò la fiera opposizione papale e della fazione angioina da sempre presente nel Regno: https://cosedinapoli.com/curiosita/la-congiura-dei-baroni/ Tra gli elementi di spicco della fazione angioina vi fu Cola Monforte, conte di Campobasso https://www.treccani.it/enciclopedia/cola-di-monforte_(Dizionario-Biografico)/ che coniò, come già detto da @fedafa, un denaro tornese ad imitazione di quello della Grecia Franca Tempo fa @odjob fece a Campobasso una bellissima mostra su tale monetazione.5 punti
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Riuscii a fare la mostra appena in tempo,prima che vi fu il lockdown per covid(dal 15 gennaio al 5 febbraio vi fu la mostra ed il lockdown iniziò appena un mese dopo la conclusione della mostra).Ad aprile- maggio di quest'anno sarebbe dovuta partire un'altra mostra insieme all'Archivio di Stato ma è tutto fermo per COVID:aspettiamo tempi migliori. Bella giornata fu quella,bella anche perchè senza mascherine. Approfitto per pubblicizzare il mio BLOG che ho dato vita da pochissimi giorni:intendo inserirvici contenuti spessissimo. https://numismaticameridionale.altervista.org Salutoni odjob4 punti
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Buonasera! Questo è forse il miglior acquisto del 2020. Quarto di scudo della croce coniato a Venezia sotto il dogado di Marco Foscarini. Q fdc. E con pedegree importante. Ex collezione Zoppola e ex collezione Gnecchi, asta Hamburger 1903. Patina di medagliere su fondi lucenti. Non particolarmente raro, (R2) ma moneta molto intrigante. Non se ne vedono molte di questa conservazione. Saluti.4 punti
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Personalmente, dei tre pezzi aggiunti quest'anno in collezione, reputo questo come il migliore per rarità e stato di conservazione. Trattasi della medaglia premio alle alunne dell'Istituto Salesiano in argento, un esemplare che cercavo già da tempo e che nel 2019 mi sfuggì di mano nella celebre asta NAC Varesi.4 punti
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salve a tutti, quest'anno ho fatto pochissimi (4 monete....) acquisti ma tutti di grande rarità.....sono indeciso perchè mi piacciono tutte in quanto acquisizioni "fuori dalle aspettative"...... quindi posto quella con la più alta conservazione di cui non ho alcun passaggio in asta o listini di vendita (se qualcuno l'avesse prego segnalarmelo...) : Lira di Bologna da 20 Bolognini, Sede Vacante 1730. Auguri a Tutti Daniele4 punti
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Il denaro tornese... una moneta particolare e con caratteristiche iconografiche invariate nel tempo nonostante fosse coniata in diverse zecche e per molto tempo (considerando anche le numerose contraffazioni). Forse proprio questo immobilismo iconografico ha fatto sì che il più delle volte essa venga "snobbata" dai collezionisti... ed in parte anche dagli studiosi. Eppure si tratta di un nominale molto importante per il nostro Meridione dove ha circolato tranquillamente e per molto tempo. I motivi della sua presenza sono molteplici ma sicuramente il motivo principale va ricercato nel fatto che, trattandosi di emissioni anche a nome dei sovrani angioini, sicuramente otteneva quel grado di "ufficialità" che ne permetteva lo scambio sul suolo italico. Un motivo ulteriore e non secondario fu certamente anche il fatto, concordando con quanto scritto dalla Travaini (Denari "tornesi" nella circolazione monetaria dell'Italia meridionale tra XIII e XV secolo), che questa moneta andò a trovare posto tra il carlino d'argento ed il denaro gherardino facilitando di molto gli scambi commerciali. Sotto Carlo I d'Angiò, infatti, i denari tornesi venivano scambiati al numero di 20 per tarì (Soluta est pecuniain tournensis parvulis ad rationem tornnensium 20 pro tareno) quindi con un controvalore per denaro tornese pari ad un grano. Appare quindi evidente la comodità di avere in tasca una moneta che, pari al valore del grano, poteva essere scambiata al numero di 10 pezzi per un carlino mentre per lo stesso carlino, a partire da Carlo II, necessitavano almeno 60 denari gherardini. Un nominale tra l'altro che proprio sotto Carlo II si cercò di battere anche a Napoli, assieme alla sua metà ed al suo quarto... coniazione che però pare sia rimasta sulla carta. Tra alti e bassi nei cambi comunque la presenza di questo nominale nella circolazione monetaria del Regno è sempre documentata durante il periodo angioino ed il fatto che durante la congiura dei baroni (quindi periodo aragonese) uno dei ribelli al sovrano (Cola di Monforte conte di Campobasso) sceglie di battere questo nominale fa supporre che questa moneta circolasse ancora nei territori regnicoli. Una moneta forse immeritatamente poco considerata ma che ha tutto il diritto di essere annoverata fra quelle presenti e circolanti nel Regno di Napoli. Complimenti ad Eliodoro per il pezzo che si presenta con una conservazione di molto superiore alla media. Perfettamente leggibile ed integra.4 punti
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REGNO D'ITALIA - VITTORIO EMANUELE II° - 20 LIRE 1868 TO3 punti
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Secondo Pedroni (Ricerche sulla prima monetazione di Roma, 1993), queste monete rispondono invece all’esigenza di emettere nominali che, alla data a cui vengonpo emessi, siano compatibili per peso sia con la metrologia romana che con le coeve emissioni magno-greche o siceliote. Ad esempio, TORO/ROMANO era una litra da 8,9 scrupoli, ma corrispondeva anche all’incirca a 1/32 dell’asse coevo, che pesava 288 scrupoli. TORO/PΩMAIΩN si daterebbe al 339/338, sulla base di un confronto ponderale con emissioni neapolitane, e costituirebbe un’emissione isolata, per i commerci dei cittadini di Capua (forse appena fatti civites sine suffragio) con il capoluogo partenopeo; ne deriverebbe "l’ipotesi senza dubbio affascinante che vedrebbe nella presenza romana in Campania, attestata formalmente da quel momento, l’impulso all’emissione da parte di Neapolis di monete bronzee”. Successivamente, le emissioni sono espresse in litre e si susseguono una all’anno, ciascuna associata a una didracma (bronzo e argento sono coniati nella medesima zecca). L’ordine è: - 275 a.C. PROTOME (mezza litra di 4,5 scrupoli) con la didracma Marte/protome equina (RRC 13/1), entrambe coniate a Metaponto. Contemporaneamente veniva emesso l’asse fuso di 288 scrupoli, Giano e Mercurio (RRC 14/1), per cui la mezza litra valeva 1/64 dell’asse; - 274 a.C. TORO/ROMANO (litra di 8,9 scrupoli) con la didracma Apollo/cavallo con stella (RRC 15/1), entrambe coniate ad Arpi; - 273 a.C. LEONE (litra di 8,9 scrupoli) con la didracma Ercole/lupa (RRC 20/1), entrambe coniate a Eraclea; - 272 a.C. AQUILA (doppia litra di 16,8 scrupoli) con la didracma Roma/Vittoria (RRC 22/1), entrambe coniate ad Alessandria d’Egitto. Dovrebbe essere contemporaneo l’asse fuso Roma/Roma, che presenta un peso medio di 240 scrupoli; tuttavia l’autore ritiene che si trattasse di un peso ribassato rispetto allo standard allora in vigore, pari a 252 scrupoli per asse, talché la doppia litra verrebbe a valere 1/15 di asse. Nel 269 le emissioni si spostano alla neoistituita zecca di Roma. La legenda cambia allora dal genitivo plurale al nominativo e i nominali non sono più attagliati sulla litra, ma su frazioni dell’oncia. PROTOME/FALCETTO è una mezza quartoncia (1/96 di asse di 252 scrupoli) ed è stata emessa con la didracma Marte / cavallo con falcetto (RRC 25/1). Si data, appunto, al 269 a.C. Il simbolo caratterizzante di questa serie, il falcetto, allude forse a Reggio (per il fatto che era stata fondata da coloni provenienti da Messana-Zancle), il cui bottino potrebbe essere stato monetato per ottenere questa emissione. Anche CAVALLO è una mezza quartoncia (1/96 di asse di 252 scrupoli) ed è stata emessa con la didracma Apollo / cavallo (RRC 26/1) e l’asse fuso Apollo / Apollo con ghianda (RRC 26/5). È forse databile al 264-263 a.C., in concomitanza con la liberazione di Messana dai Mamertini (la ghianda era simbolo di marte, quindi dei Mamertini). CAVALLO/CLAVA presenta un peso standard di 2,6 scrupoli; si tratta quindi di una mezza quartoncia (1/96 di asse di 240 scrupoli - teorico 2,5 scrupoli) e appartiene alla celeberrima serie della proro, il cui asse fuso reca per la prima volta il tipo di Giano (RRC 35/1), datata al 258 a.C. Alla stessa serie appartengono due nominali anonimi, PEGASO/CLAVA che presentando uno standard ponderale di 6 scrupoli corrisponde a 1/40 di asse e PEGASO/ARCO di 3 scrupoli, quindi 1/80 di asse. L’anomalia consiste nel fatto che i sottomultipli dell’asse si calcolavano su base duodecimale, non decimale; probabilmente queste monete furono emesse per adeguarsi alla metrologia di un’area recentemente conquistata, forse i territorî punici in Sicilia occidentale. CANE presenta un peso medio di 1,5 scrupoli che potrebbe rappresentare, per arrotondamento, un quarto di quartoncia (1/192 di asse di 240 scrupoli - teorico 1,25 scrupoli) o più probabilmente un terzo di quartoncia (1/144 di asse di 240 scrupoli - teorico 1,66 scrupoli). Si colloca probabilmente in serie con l’asse fuso Roma/ruota (RRC 24/3) datato al 252 a.C. Il cane in particolare potrebbe richiamare le origini puniche di una città conquistata, forse Panormo, o rinviare alla sconfitta di Segesta (sulle cui emissioni esso rappresentava il simbolo cittadino), conquistata nel 260 dalle truppe di C. Duilio. La SERIE COLLATERALE costituisce infine un’emissione a sé stante del 217 a.C., in occasione dei Ludi Maximi.3 punti
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Quindi quella moneta non è una prova scientificamente accettabile. È rimarchevole il fatto che in una ventina di anni, in epoca moderna, si sono accumulate, per distrazione, sciatteria se non malafede, una serie di conclusioni che hanno portato a considerare per acquisita una evidenza che non lo era. Pensiamo cosa può essere successo in duemila anni alla definizione della data da parte di Plinio.3 punti
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Senza avere la pretesa di essere il solo possessore della Verità, vi dico il mio punto di vista sulla terminologia relativa al conio ed alla moneta. Per il conio secondo me (con riferimento alla moneta postata da un Carlino 1834) il termine più corretto è quello usato da @Rocco68 , cioè conio lesionato. Una piccola lesione sul conio madre ha causato il difetto sulla moneta in questione. Il conio fratturato dovrebbe comportare, in teoria, difetti più macroscopici (sempre che sia ancora adatto alla coniazione). Con il conio rotto, invece, a rigor di logica, non si può produrre nessuna moneta, quindi mi sembra il termine meno corretto. Con riferimento alle monete in generale ii termine taglio e contorno sono equivalenti ed entrambi corretti e si riferiscono (cito Gigante) "alla parte esterna circolare, compresa tra le due facce, che costituisce lo spessore della moneta". Il termine bordo, che pure è usato per indicare la stessa parte della moneta, dovrebbe indicare più genericamente il margine esterno della moneta.3 punti
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Le prove, o diciamo solo gli elementi, che collocano l'eruzione al 24 ottobre del 79, piuttosto che al 24 agosto sono molteplici. Dal famoso graffito a carboncino alla presenza di frutti autunnali, di frutti estivi secchi, del mosto già preparato, ai braceri accesi... Il denario di Tito sembra invece essere stato classificato in maniera errata, come dimostra l'ottimo articolo, che riporto sotto, di Umberto Moruzzi: https://www.cronacanumismatica.com/verita-numismatica-e-fake-news-esiste-la-moneta-che-riscrive-la-data-delleruzione-del-vesuvio/3 punti
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Complimenti a voi tutti per le splendide monete. Mi permetto di partecipare a questa discussione anche se mi sto appassionando alla numismatica da due mesi o poco più e, al momento, sto imparando come distinguere il falso dal vero ? So che ha tante ferite e difetti ma, ciononostante, vi mostro la mia Civetta:3 punti
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E' dagli anni Settanta che è ampiamente dimostrato che la datazione tradizionale pliniana è sbagliata, e tra i documenti inconfutabili c'è il ritrovamento numismatico del denario di Tito. Se trovi una moneta emessa a settembre, è semplicemente impossibile che il sito sia stato sigillato ad agosto, non si scappa. E i paleografi hanno dimostrato come l'errore non sia stato di Plinio - che ovviamente sapeva benissimo che l'eruzione era avvenuta a ottobre - ma con tutta probabilità sia dovuto a un copista che ha trasmesso il testo nel medioevo.3 punti
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La moneta di @Rocco68 sembra avere la cifra 3 della data un po' più grande o comunque diversa. Posto il mio 5 Tornesi 18433 punti
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Io quest’anno sono riuscito a prendere questo triente della serie semilibrale anomala Crawford 39/1: in asta passa di rado e quasi mai in conservazione accettabile e prezzo accessibile. La trovo una moneta affascinante come del resto tutta la serie. Mi manca ancora il quadrante.3 punti
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Buonasera a tutti, anche se di scarsa conservazione posto anche il mio esemplare se può essere utile. ? Saluti Alberto3 punti
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Bella moneta @Rocco68 per confronto posto la mia, molto più modesta. Buona Serata3 punti
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Buongiorno, condivido una moneta di Carlo di Borbone: Piastra da 120 Grana "Sebeto" 17343 punti
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Esistono differenti teorie sull’interpretazione della cosiddetta monetazione romano-campana in bronzo, un insieme di monete (la maggior parte, monetine) che costituiscono il primo bronzo coniato di Roma. Per discutere di queste monete tralasciando la classificazione di Crawford, che a causa della sequenza numerica potrebbe a volte disorientare, vorrei assegnare loro dei nomi convenzionali basati sul tipo del rovescio. Propongo allora di elencare così le monete: Con legenda al genitivo plurale (PΩMAIΩN o ROMANO) TORO/PΩMAIΩN apollo / toro androposopo (RRC 1/1, 17-18 mm, 2,22-4,85 g, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/1) TORO/ROMANO Minerva / toro androposopo (RRC 2/1, 19 mm, 6,14 g, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/2) LEONE testa femminile / leone (RRC 16/1, 17-26 mm, 5,39-13,73 g, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/6) PROTOME Minerva / protome equina (RRC 17/1, 16-18 mm, 2,64-8,57 g, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/7) Esiste una variante con Marte non censita in RRC (18 mm, 8,4 g; vd. Pietro Luigi Garavelli e Alessandro Vanni, Una inedita litra romano-campana, “Panorama Numismatico” 2013) AQUILA Minerva / aquila (RRC 23/1, 25-29 mm, 12,8-19 g, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/10) Con legenda al nominativo singolare (ROMA) PROTOME/FALCETTO Marte / protome equina e falcetto (RRC 25/3, 15-16 mm, 2,34-4,22 g, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/13) CAVALLO Apollo / cavallo (RRC 26/3, 15-16 mm, 2,4-4,14 g, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/16) CANE Roma / cane (RRC 26/4, 11-12 mm, 1,07-2,35 g, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/17) CAVALLO/CLAVA Marte / cavallo e clava (RRC 27/2, 15-18 mm, 2,44-4,05 g, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/19) PEGASO/CLAVA Ercole / Pegaso e clava (RRC 27/3, 18-20 mm, 4,2-8,3 g, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/20) PEGASO/ARCO Ercole / Pegaso e arco oppure sigma (RRC 27/4, 16 mm, 3,27-3,63 g, https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/21) SERIE COLLATERALE (RRC 39, http://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB12) Preciso, per chi è meno tecnico, che nel prosieguo parlerò di: - “scrupoli”, misura peso romana. Equivaleva a 1/288 di libbra “classica”; essendoci incertezza su quest’ultima, si discute se pesasse 1,125 g oppure, come i pi a.C. ritengono, 1,137 g; - “litre”, nominale siceliota (in Magna Grecia si usava dividere lo statere in 12 oboli, in Sicilia in 10 litre). Sappiamo che durante la guerra pirrica l’obolo magno-greco pesava 7,33 scrupoli, per cui nella medesima data la litra doveva pesare 8,9 scrupoli.2 punti
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Ciao a tutti. L'acquisto (in senso lato, essendo un regalo) migliore del 2020 per me è questo!2 punti
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Ho seguito con attenzione il documentario, trovandolo un esempio lodevole (e per me davvero appassionante) di divulgazione scientifica in merito a ricerche tuttora in corso: un documentario non scolastico, che a mio giudizio aiuta un pubblico medio colto a farsi un'idea del lavoro dell'archeologo. Peraltro i reperti artistici (mosaici e dipinti) portati alla luce sono davvero eccezionali. Complimenti al dott. Osanna e agli archeologi della sua équipe.2 punti
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Ormai sapete come prendermi per la gola... Appena citato il denaro tornese di Cola Monforte ecco che eliodoro ce ne propone uno. Una moneta "ribelle" coniata in gran quantità per poter affrontare le spese di guerra ma in pratica a corso forzoso essendo coniata con una lega a bassissimo contenuto di fino e sbiancata per ingannare chi la usava. Lo dimostrano gli esemplari giunti fino a noi che spesso ancora portano i segni della sbiancatura ma che, a causa della cattiva lega, si mostrano con tutti i segni dell'età. Ma la prova che anche all'epoca queste monete venissero poco apprezzate lo troviamo in una lettera di Antonio da Trezzo, ambasciatore a Napoli per gli Sforza, che scrive a Francesco Sforza nell'ottobre del 1461, in piena congiura: "Lo conte de Campobasso già ha facto instantia de andarsene et così Jacomo Galiota et Jacopuzo da Montagano, perché non hanno portato altra moneta che tornesi novi, li quali esso Conte per forza faceva spendere in le terre sue et qua non ne possono alcuno, per il che già se è fuggito una grande parte della fanteria che menò con sé esso conte". Avendo questi condottieri ai loro ordini truppe mercenarie è facile immaginare come questi soldati, essendo pagati con moneta che non potevano utilizzare, preferissero abbandonare il campo di battaglia. Discorso diverso invece per i territori sotto il dominio del Monforte dove questi denari venivano fatti circolare per forza... Magari sarà stato proprio quest'obbligo di circolazione forzosa imposto dal conte Cola a favorire poi il perdono concesso da Ferdinando I d'Aragona: " ...in tempo et sub dominio de lo excellente signor Conte Cola de Campobasso sono stati soi officiali presertim tempore presentis guerre, tenore presentis capituli concedere venia indulgentia ita quod presens capitulum sit eis et uniquique ipsorum plenissimum et autenticum indultum et plenissima remissio de omni et singulo delicto malefitio crimine et omicidio etiam de crimine lese maiestatis in primo secundo sive tertio capite per ipsi o alcuno de ipsi commissi consentuti et partecipati et similiter de le false monete et denari quovismodo per ipsi prenominati facti, cugnati et expesi, non obstante quod de torniensibus alias factis penes aliquos adhuc quantitas aliqua reperiatur et forte in futurum reperiretur..." (da G. Scaramella, Un privilegio Aragonese a favore di Campobasso, Maddaloni 1902). Non fu solo Campobasso a battere denari tornesi ma la loro produzione nell'area molisana pare si sia divisa in diverse zecche (qualcuna itinerante?) e recenti scoperte proprio su questi nominali non mettono ancora la parola fine al loro studio. Un ultimo pensiero alla già citata mostra realizzata a Campobasso da @odjob. Un progetto realizzato da chi ama il proprio territorio ed ha cercato di divulgarne la storia attraverso le monete. Io ed Eliodoro fummo suoi ospiti e ci fece anche da guida nel visitare la città, castello compreso. Ovviamente con l'immancabile pranzo a base di prodotti locali... la buona tavola è una caratteristica che accomuna tutti i Numismatici.2 punti
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Come ho già detto moltissime volte, l’impressione fotografica lascia sempre molti dubbi (specie su monete di un certo peso). Io vedo hairlines da pulitura nei campi, avvalorato da un netto cambio di colore tra la zona della legenda e il campo aperto. Francamente non mi fa una bella impressione, e credo che ci sia stata, più che poca oculatezza nella scelta, solo tanta fretta di acquistare: questa serie è sempre afflitta da molti segni di contatto, e visti gli importanti acquisti già fatti, al tuo posto avrei selezionato questo pezzo con maggiore attenzione. Anzi, a dirla tutta, al tuo posto invece di mettere mano agli acquisti avrei speso un po più di tempo nel capire alcuni concetti valutativi che mi sembra ancora non siano stati recepiti.2 punti
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_________________________________________________________________________________________________ Secondo voi posso lavarla e stirarla? _________________________________________________________________________________________________ Le banconote non si lavano e non si stirano mai! _________________________________________________________________________________________________ @nikita_ ...in questo specifico caso però poi puzzano…! _________________________________________________________________________________________________2 punti
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Grazie mille @mariov60, speravo proprio in un tuo intervento, che come sempre si è rivelato molto interessante! In effetti con così poche informazioni e senza poter avere nemmeno una foto di altri esemplari simili, considerare la mia moneta un'inedito solo per la legenda potrebbe essere esagerato, tenendo conto in particolare di quanti errori venivano commessi all'epoca nella zecca modenese. Grazie anche per i complimenti, ho avuto la fortuna di scovare questa monetina in un lotto di monete tutte in bassa conservazione... a breve aprirò una nuova discussione per chiedere informazioni su un sesino di Francesco I particolare... spero potrai intervenire anche lì! Intanto grazie e buon anno!2 punti
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Mai sentito "rottura di conio" in 30 anni sempre "frattura di conio". Comunque il senso è quello. https://www.erroridiconiazione.com/c-1-frattura-del-conio/2 punti
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Basta postare delle foto decenti e ben a fuoco. Ma della moneta, non dell'asse. Per identificare l'asse c'è il falegname.2 punti
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Buona sera Collezionisti, studiosi o semplici visitatori. Napoletana di oggi è questo 5 Tornesi 1843 di Ferdinando II. Che io sappia questi conii del 43 non dovrebbero avere varianti. Un caro saluto a tutti voi, Rocco.2 punti
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Buonasera a tutti Viennese de Filiberto II C373 Ma crocette nel 2° e 3° cantone (e non nel 1° e 4° ) Le due lettere di fine de legenda sono mal leggibili ma sembrano diverse dal PC..... variante o falso d'epoca ?1 punto
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Buonasera a tutti, oggi voglio mostrarvi uno dei miei ultimi acquisti. Si tratta dI un Quattrino un po’ mal concio coniato da Ercole II d’Este nella zecca di Modena. Di questa tipologia esistono 3 varianti: la mir 652 che è la più comune, la mir 653 e la mir 654 che sono invece entrambe segnalate come R2. La particolarità del mio esemplare è che presenta il dritto del mir 653 ed il rovescio del mir 654, potrebbe anche quindi trattarsi di un esemplare inedito. Il condizionale è ovviamente d’obbligo, in quanto non sono riuscito a trovare foto di nessun esemplare nè per il mir 653 ne per il 654. Qualcun altro su questo forum possiede o ha foto Di esemplari simili? Sarebbe interessante un confronto. grazie a tutti per l’attenzione! Cioso. Dritto: COMVNITATIS MVTINE Rovescio: S.GEMINANVS MVTIN1 punto
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Giancarlo Alteri (Rei Publicae Romanae moneta 1998) accorpa queste monete in 5 gruppi e ritiene che i nominali siano espressi dapprima in litre (unità di misura siceliota), poi in libelle (unità di misura romana). Le libelle sarebbero “monete di bronzo di valore nominale”, il cui valore corrisponderebbe appunto a una “libella” d’argento, laddove la libella corrisponderebbe, come peso, a 1/10 di scrupolo, ovvero 0,1135 g. Giova precisare che il termine “libella” è effettivamente tradito dalle fonti letterarie ma non si sa esattamente a cosa corrispondesse, questa è l’interpretazione di Alteri. Il primo gruppo è composto da bronzi di valore incerto, ovvero TORO/PΩMAIΩN e TORO/ROMANO, coniati a Napoli poco dopo la stipula del foedus del 326 a.C. Il secondo gruppo è composto da multipli della litra: AQUILA, nominale da 4 litre con peso medio 17-15 g, LEONE, nominale da 2 litre con peso medio 8,3 g e PROTOME, nominale da mezza litra con peso medio 5,03 g; salta subito all’occhio l’incongruenza di non aver considerato quest’ultima una litra, visto il rapporto di peso con le precedenti. Queste emissioni sarebbero in serie con la didracma Marte / protome equina (RRC 13/1). Il terzo gruppo è composto da multipli della libella: PROTOME/FALCETTO e CAVALLO, libelle con peso medio 3,08-3 g e CANE, sembella (ovvero, mezza libella) con peso medio 1,7-1,65 g. Queste emissioni andrebbero associate con le didracme Roma / Vittoria (RRC 22/1), Marte / cavallo con clava (RRC 27/1), Marte / protome equina con falce (RRC 25/1), Apollo / cavallo (RRC 26/1). L’autore non si esprime su CAVALLO/CLAVA, ma probabilmente nella sua sistematica va collocato in questo gruppo e costituisce una libella. Il quarto gruppo è composto dalla SERIE COLLATERALE, i cui segni di valori rappresenterebbero tuttavia non once, bensì libelle; si tratterebe quindi di una serie che va dal nominale da 4 libelle alla sembella. Questi bronzi si collocano in serie con la didracma denominata quadrigato, di cui pertanto rappresentano “monete spicciole e di conto”. Infine, un gruppo a sé stante, di dubbio valore nominale, è costituito dai bronzi PEGASO/CLAVA di 6,25 g e PEGASO/ARCO di 3,28 g.1 punto
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Ti ringrazio! Volendo ci sarebbero molte cose da dire su questa medaglia. Siccome non vorrei monopolizzare la discussione, il cui bello credo sia proprio il carattere eterogeneo degli acquisti mostrati, invito chiunque avesse interesse ad approfondire a dare un'occhiata alla seguente discussione: In effetti. A dispetto di come viene rappresentata nella medaglia, non credo che la vita di queste alunne fosse tutta rose e fiori. Immagino, anzi, che ci fossero delle regole estremamente rigorose da seguire e che le punizioni, in caso d'infrazione, fossero molto severe. Le alunne premiate (soprattutto con i premi in argento ed oro) dovevano essere particolarmente obbedienti e ligie al dovere.1 punto
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Mi pare che nell'ultimo documentario su Pompei della moneta non si sia parlato. Posso sbagliare, magari. Se ne è parlato diffusamente qualche tempo fa, quasi certamente a sproposito, come ha ben evidenziato l'amico Umberto Moruzzi nel suo articolo. Gli altri elementi, che fanno pensare invece all'autunno permangono e mi sembrano sufficienti per mettere in dubbio la tradizione degli scritti di Plinio il giovane. Sulla persona ritrovata sopra lo strato di pomice, premettendo che non sono archeologo ma solo un modesto appassionato di storia, le ipotesi possono essere varie. Anche secondo me potrebbe essere un disperso che si aggirava spaesato e disorientato. Ho provato idealmente a mettermi, immodestamente, nei panni dei poveri pompeiani. Una montagna "tranquilla", almeno per le loro conoscenze, esplode e comincia a piovere di tutto, lapilli, cenere e pomici. Che fare? Che avrei fatto al loro posto? Avrei forse pensato ad un fenomeno soprannaturale, una manifestazione divina? Sarei fuggito subito con poche cose, quelle di maggior valore e di facile trasportabilità, oltre ai miei cari, forse trovando il tempo per salvarmi, oppure mi sarei chiuso in casa spaventato? Mi sarei perso in quel marasma di botti, pioggia di oggetti e scarsa visibilità? La risposta non è così scontata.1 punto
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Secondo Crawford (Roman Republican Coins, 1974), queste monete rispondono a una metrologia siceliota, incentrata sulla litra. TORO/PΩMAIΩN è genericamente classificato come “bronzo” (ma corrisponde, sul piano metrologico a un semiobolo neapolitano, HN Italy 568-570) e costituisce un'emissione a sé stante. Ha carattere meramente commemorativo del foedus aequum, stipulato fra Roma e Neapolis nel 326 a.C., ed è immediatamente successivo a tale evento. Anche TORO/ROMANO è classificato come “bronzo” e costituisce un'emissione a sé stante, datata la 300 a.C. circa. LEONE è una doppia litra (di 9 scrupoli), coeva e abbinata alla didracma Apollo/cavallo con stella (RRC 15/1), all’asse fuso Apollo/Apollo (RRC 18/1) e all’asse fuso Disocuro/Apollo (RRC 19/1), tutti datati al 275-270 a.C.. PROTOME è una litra (di 4,5 scrupoli), di poco successiva, poco prima del 269 a.C., ma comunque riconducibile alla stessa emissione. La metrologia di AQUILA (di 16,8 scrupoli) non è chiaramente definita, talché viene genericamente definito “bronzo”. Esso dovrebbe essere collegato alla didracma Roma/Vittoria, datata al 265-242 a.C., ma di poco successivo a essa, per cui si daterebbe al 264 a.C.. In quegli stessi anni fu introdotto l’asse fuso Roma/ruota (RRC 24/3) PROTOME/FALCETTO è una litra, inserita nella medesima serie della didracma che presenta i medesimi tipi Marte/protome equina (RRC 25/1) e con l’asse fuso Testa gianiforme/Mercurio (RRC 25/4). Tutte queste monete, infatti presentano lo stesso simbolo caratterizzante, il falcetto, al retro. Sono tutte datate al 241-235 a.C. CAVALLO (litra) e CANE (mezza litra) appartengono invece alla serie delle didracma Apollo/cavallo (RRC 26/1), serie datata al 234-231 a.C.. Anche PEGASO/CLAVA (doppia litra), CAVALLO/CLAVA (litra) e PEGASO/ARCO (litra) appartengono alla serie della didracma Marte/cavallo con clava (RRC 27/1) e Roma/Roma con clava (RRC 27/5), datate al 230-226 a.C., nell’ambito di un’emissione caratterizzata, appunto, dal simbolo della clava. La SERIE COLLATERALE, infine, è espressa secondo metrologia romana di standard semilibrale (dal triente alla semioncia) ed è coeva nel 217-215 a.C. di una serie "normale", in parte fusa e in parte coniata, con il tipo della prora navis al rovescio (RRC 38)1 punto
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La contromarca sembra più una figura stilizzata, leggevo della difficoltà di attribuire queste monete al periodo pre e post riforma, non potrebbe essere uno degli elementi distintivi? Ovviamente è solo un mio parere personale, prima ho usato una parola grossa dicendo che sto studiando questa monetazione, sarebbe più esatto dire che mi sta incuriosendo, scusatemi se quindi dico cose inesatte ? Saluti Alberto1 punto
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Il bolognino, un nominale che farà da apripista al forse più noto e sicuramente più recente baiocco. Nato a Bologna viene accolto favorevolmente dalla popolazione. Una moneta "piccola" ma in buon argento. Dallo Stato Pontificio viene "adottata" dai territori confinanti quali l'Abruzzo per facilitare i commerci con le aree laziali e marchigiane. Una moneta che all'epoca era ben accetta dalla popolazione al punto che, osservando gli esemplari giunti a noi, non esitava a trattenerne parte prima di separarsene ?, ma altrettanto apprezzata oggi dai collezionisti per via delle sue numerose varianti e simbologie presenti su di essa. Il primo bolognino postato da Elio è caratterizzato oltre che dall'acronimo ovidiano SMPE (Sulmo mihi patria est) che ne determina la zecca di provenienza, anche dal simbolo della corona posto proprio al centro del motto. Un simbolo rimasto ignoto ma che probabilmente andava ad identificare il mastro di zecca ma che di certo rende particolarmente rara questa moneta. Altrettanto particolare il bolognino per Guardiagrele che sottolinea una prima concessione feudale di una zecca ad un nobile (Napoleone Orsini) ma solo per il periodo di guerra. Concessione che è giunta superstite fino a noi: "Ladislaus Dei gratia rex etc. (…) Pro parte viri magnifici Neapoleonis de Ursinis comitis Manuppelli et Sancti Valentini, logothete et prothonotarii Regni nostri Sicilie, collateralis, consiliarii et fidelis nostri dilecti, fuit maiestati nostre noviter supplicatum humiliter, ut cum ipse cupiat in terra sua Guardie de provincia Aprucii Citra flumen Piscarie, quam comes idem immediate et in capite a nostra Curia tenet et posidet, confici et cudi facere bolonginos, presenti utique guerra durante (…) considerantes nostris inter alia comoda expedire fidelibus ut ubique in portibus, terris et locis dicti Regni nostri Sicilie bonarum habeatur copia monetarum (…) confici et cudi facere, per magistros et alios in his expertos et providos, bolonginos eosdem qui sint boni argenti rectque lige et iusti ponderis, expendendos in partibus dicti Regni, prou et quemadmodum expenduntur alii bolongini qui intra et extra dictum Regnum conficiuntur et cuduntur (…) Itaque presens nostra licencia et gratia confectionis et cusionis dictorum bolonginorum, predicta tamen presenti guerra durante et non ulterius". E qui entra in gioco anche l'ottimo intervento di @santone che immediatamente ha notato la rosa gentilizia, simbolo di famiglia, che gli Orsini hanno apposto sulla moneta a riprova della loro concessione. Ma su quest'ultimo bolognino vi è anche una novità che corregge la letteratura numismatica di settore. Da sempre il papa rappresentato sulla moneta è stato identificato per papa Leone I Magno ma a Guardiagrele si festeggiava, il 28 giugno, papa Leone II a cui Napoleone Orsini era molto devoto. La domanda che ci si è posta è il motivo per il quale l'Orsini dovesse essere devoto ad un papa semisconosciuto di origine siciliana... Ma il mistero è stato risolto scoprendo le vere origini di papa Leone II. Non era di origine siciliana ma della Valle Siciliana che si trova in Abruzzo, ai piedi del Gran Sasso (Leo II Junior dictus, ex Cedella Vallis Sicilianae in territorio Ulterioris Aprutii). Un papa nativo del territorio feudo degli Orsini. Quale migliore occasione per Napoleone Orsini per rappresentarlo sui bolognini (fece anche erigere una cappella a suo nome). (per quanto riguarda l'attribuzione a papa Leone II si veda L. Taraborrelli, In terra nostra Guardiagrelis, Pescara 2015, pp. 275-282.) Chiudo con un bolognino (ex Hatria Numismatica) non prettamente angioino essendo stato battuto in epoca aragonese ma chi lo fece coniare all'epoca parteggiava per il ritorno del giglio nel meridione...1 punto
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