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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/22/21 in Risposte
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Amici, dopo aver visto questa carrellata di delizie numismatiche, dovrei ritirarmi in eremitaggio...Ma mi faccio coraggio e condivido con voi il mio 12 Carlini 1809. Come dice l'amico @Litra68, quando una moneta è vissuta e circolata parecchio si definisce "scarrafunciella". La mia è una "scarrafunciella" eppure mi trasmette tante emozioni. Ciao a Tutti, Beppe7 punti
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Buongiorno "il mattino ha il rame in bocca"....foto di gruppo anche forse un pò di ostentazione ma vabbè...belle le ammucchiate di monete, tra tutte una delle mie preferite è la più bruttina...il 3 grana in alto a sinistra, "numeri arabi e stella" unico esemplare che conosco, scovato qualche tempo fa sulla baia americana, slabbato e tutto quanto...brutto ma molto raro...poi vabbè sono affezionato a tutte e quando le ho sotto mano qualche foto nuova scappa sempre aggiungendo le ultime arrivate...buona mattinata a tutti...6 punti
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10 Tornesi 1854 D'Incerti 315 Pagani 348 Peso grammi 29,91 Listino Baranowsky del 1° semestre 2001. Lotto n° 396 Un caro saluto a tutti, Rocco.5 punti
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E di qua posto sto tris... 6 tornesi REPUBBLICA NAPOLITANA 6 tornesi REPUBBLCA NAPOLITANA 4 tornesi REPUBBLICA NAPOLITANA manca ancora il 6 tornesi ZN per avere tutte le principali varianti e poi volendo ci si può dilettare con i 4 tornesi, con le lunghezze delle legende al rovescio rispetto agli steli. Intanto ecco questi tre...4 punti
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LAOS: 8.000 KIP 1971 in oro 900/1000 Commemorazione dell'incoronazione. Al D/: Il re Savang o Sisavang Vatthana, nome per esteso Samdach Brhat Chao Mavattaha Sri Vitha Lan Xang Hom Khao Phra Rajanachakra Lao Parama Sidha Khattiya Suriya Varman Brhat Maha Sri Savangsa Vadhana (Luang Prabang 13-11-1907 - Provincia di Houaphan 1978 o 1984), è stato il secondo ed ultimo sovrano del Regno del Laos. Regnò dal 1959, dopo la morte del padre e predecessore Sisavang Vong, fino a quando fu costretto ad abdicare nel 1975 dai comunisti del Pathet Lao, che presero il potere ed istituirono la Repubblica Popolare Democratica del Laos. In seguito fu accusato di collaborare con la resistenza anti-comunista e nel 1977 fu internato assieme a gran parte della famiglia reale in un campo di rieducazione nella remota Provincia di Houaphan, dove morì in data imprecisata. (da Wikipedia) Al R/: l'emblema del Regno del Laos con l'elefante bianco a tre teste, rappresentante il dio Erawan. L'elefante bianco è un simbolo reale comune anche ad altri Paesi del sud-est asiatico; le tre teste fanno riferimento ai tre regni di Vientiane, Luang Prabang e Champasak che formarono la nazione, sopra di esse il Sole radioso fiancheggiato da due lampade a 7 livelli il tutto all'interno di un cerchio.3 punti
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Penso anch’io che la moneta sia autentica. Riguardo allo stato disastrato, un’ipotesi è che sia stata coinvolta in un incendio o qualcosa del genere e che le fiamme abbiano fuso l’argento in superficie, lasciando allo scoperto il rame che ha un punto di fusione più alto dell’argento. Non dimentichiamo che il titolo dell’argento della moneta è 835‰ e quindi, su 10 g, 1,65 g sono di rame. Il rame in superficie avrà poi subito la sua ossidazione a cuprite, particolarmente evidente sul rovescio dove si notano anche zone di verde malachite e azzurrite.3 punti
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Buon pomeriggio a tutti! L'idea per questa discussione è nata qualche settimana fa, quando mi sono imbattuto nella serie russa dei 5 rubli commemorativi dedicati alle capitali liberate dalle truppe sovietiche. Guardando quelle monete che celebrano battaglie per la liberazione di città, mi sono chiesto: "Esistono altre monete che raccontano grandi battaglie?". Naturalmente la discussione è aperta a monete di qualsiasi epoca. Mi piacerebbe poterle raccogliere tutte qui. Se vi va, insieme alle monete, sarebbe bello raccontare anche qualcosa della battaglia (o della guerra), per poterne capire il valore storico e celebrativo. Non ho idea di quante monete esistano di questo genere, ma spero venga fuori qualcosa di interessante. Anzi, ne sono sicuro. Com'è consuetudine, inizio io con una moneta da 50p del 2016 che celebra i 950 anni dalla battaglia di Hastings. Casus belli Dal 1042 regnava in Inghilterra l'anglosassone Edoardo il confessore, che però non aveva eredi. Di madre normanna, era stato educato in Normandia e aveva mantenuto ottimi rapporti con la famiglia ducale, tanto da promettere a Guglielmo il Bastardo la successione al trono inglese. Per rinnovare la sua promessa Edoardo mandò in Normandia nel 1064 il più potente tra i nobili anglosassoni, Aroldo figlio di Godwin, che nutriva delle aspirazioni al trono. Guglielmo il conquistatore venne a conoscenza delle intenzioni del suo rivale sassone e, con grande opportunismo, lo nominò immediatamente suo cavaliere così da potersi assicurare la sua "legale" sottomissione in quanto era diventato un suo vassallo. Alla morte del re Edoardo, avvenuta il 5 gennaio 1066, Aroldo venne eletto suo successore dall'assemblea dei nobili sassoni. All'arrivo di questa notizia Guglielmo decise di far valere i suoi diritti, riconosciutigli anche dall'imperatore Enrico IV e dal papa Alessandro II, che gli inviò in dono, prima della sua partenza per l'isola britannica, uno stendardo consacrato. La battaglia La battaglia avvenne il 14 ottobre 1066 tra le truppe di Aroldo II e Guglielmo Il Conquistatore, per il controllo dell'Inghilterra. Lo scontro durò dalle 9 del mattino fino al tramonto. I primi sforzi dei normanni per rompere le linee di Aroldo II ebbero scarso effetto; quindi, fingendo una ritirata, riuscirono a sorprendere la fanteria anglosassone. Aroldo II morì in battaglia e questo portò alla sconfitta e alla ritirata del suo esercito. Guglielmo fu incoronato re il giorno di Natale del 1066. Con la battaglia di Hastings Guglielmo il Conquistatore invase con successo l'Inghilterra, ma da quel giorno in poi l'isola non conobbe più, per il resto della storia, alcun tipo di invasione, nonostante i tentativi spagnoli, napoleonici e tedeschi. Una preziosa testimonianza di questa battaglia è l'arazzo di Bayeux, un ricamo ad ago tracciato con fili di lana di colori diversi. Vi sono rappresentati ben 626 personaggi: 250 tra cavalli e muli, 550 animali di ogni genere, oltre a castelli, chiese e navi, per un totale di 1500 figure. L'opera fu compiuta probabilmente tra il 1070 e 1077, forse su ordinazione di Oddone vescovo di Bayeux e fratellastro dello stesso Guglielmo il Conquistatore, per narrare la conquista dell'Inghilterra. L'arazzo infatti descrive con grande accuratezza tutte le fasi dello scontro, fino alla morte di Aroldo, dandoci soprattutto le raffigurazioni dettagliate delle attrezzature usate e delle tattiche seguite in quella storica battaglia. Nel dettaglio dell'arazzo che allego qui sotto è rappresentata la morte di Aroldo II.2 punti
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Chiaramente la qualità di questo poker non si discute. Però devo essere sincero che sono quanto mai perplesso dai realizzi di questi esemplari che sembrano "drogati" da un mercato che personalmente mi lascia piuttosto indifferente; mi limito a prenderne atto, e in tutta onestà sicuramente non osservando come la volpe guardava l'uva nella famosa favola di Esopo... Michele2 punti
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Nel 1495, Carlo VIII re di Francia ritorna in Italia per riacquisire il Regno di Napoli. Egli introduce la guerra moderna con l'uso di artiglieria; il partito filo Angioino è pronto a seguirlo, dalle città abruzzesi a Sora. Riesce a riconquistare Napoli ma il suo è un regno effimero. Allego un cavallo napoletano2 punti
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L'interesse può durare anche nel tempo, anche se il pezzo in questione mi sembra sin troppo giovane, un cambio di umore collezionistico verso le curiosità estreme e ciao ciao, mentre le banconote che avevo citato risultano apprezzatissime sin dagli anni '40 e non tramonteranno mai. E' una specie di scontro tra un'americanata con qualcosa di solido, ma possibilmente per l'acquirente del bollino quell'enorme cifra sono solo spiccioli.2 punti
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La data in greco del tuo bronzo ha fatto tribolare anche me. ЄT PЧB Le prime due lettere sono le iniziali di Έτος = anno, e le tre lettere successive sono Rho, Coppa, Beta nel significato numerale di 100, 90, 2 = 192. Quindi Anno civico 192 (255-256 AD). Ero arrivato ad altre monete di Valeriano I e poi a questo esemplare molto simile al tuo come conservazione e soprattutto come composizione e peso essendo in bronzo (quello di Claudio il Gotico è in oricalco). 652b PONTUS, Neocaesarea. Valerian I. AD 253-260. Æ (26mm, 9.14 g, 6h). Dated CY 192 (AD 255/6). AV K ΠO ΛIK OVAΛЄPIANOC, radiate, draped, and cuirassed bust right / NЄOKAICAP, ЄT PЧB (date) in exergue , lion walking left. RG 68. VF, brown surfaces, roughness. Very rare. Ex I. Vecchi 7 (6 October 1997), lot 1596.2 punti
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1971 Città del Vaticano - Paolo VI anno IX MCMLXXI - 5 lire2 punti
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È arrivata la monetina, ecco alcune immagini al volo fatte con il telefono... La qualità è quel che è, ma in mano il pezzo appare autentico a mio avviso corroso, pulito malamente, ma guardandolo da vicino vedo in alcune lettere le linee tipiche di una moneta coniata e non fusa. Inoltre mi sento di confermare l'identità di conio individuata in precedenza.2 punti
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Un padre che usava far massacrare i suoi "figli" meridionali, che con la propaganda risorgimentale ha contribuito alla nascita del pregiudizio antimeridionale, che trova ancora pubblica espressione nel "museo" lombroso di Torino. ...che ha depredato il Banco di Sicilia e spostato qualsiasi attività produttiva degna di nota dalla sue parti, dove altri figli (prediletti?) potessero vivere e arrichirsi, a scapito di altri ai quali si poteva semplicemente sparare (vedi Pietrarsa). Un padre la cui stirpe ci ha trascinato in due guerre, con la macchia indelebile delle leggi razziali e dello sterminio degli ebrei italiani, anche quelli altri figli, non prediletti evidentemente, massacrati... In fondo Caino, voleva davvero bene ad Abele. Si, dedichiamogli monete ma anche altre strade e piazze ...?2 punti
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Nel mio piccolo, da storico del tardo-antico e del medioevo, non posso che confermare quanto scritto sopra: le grandi epidemie del passato - la peste di Tucidide, la peste Antonina e tante altre - non erano causate dallo yersinia pestis, ma da tifo, vaiolo, antrace, morbillo. Lo stesso etimo, il latino pestis, significa letteralmente "malattia", "morbo"... un termine molto generico. La peste di Giustiniano è in effetti la prima vera pandemia di peste così propriamente detta, dello stesso agente patogeno, causata probabilmente da un ceppo Etiope o del basso Egitto ora estinto. È affascinante comunque pensare come siano state proprio questa epidemia, di concerto con la guerra gotica del 535-553, la piccola era glaciale del tardo-antico e la successiva gravissima carestia diffusa ad innescare il crollo della civiltà urbana e l'inizio di quello che convenzionalmente chiamiamo medioevo.2 punti
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Attenzione. Nessuno pretende l’impeccabilità e la perfezione assoluta da parte dei periti. Siamo tutti esseri umani e soggetti ad errori. Però, a mio avviso, c’è una sostanziale differenza tra periti e medici (ad esempio): quando una persona si rivolge ad un medico per un problema che non è di sua competenza, il medico (solitamente) consiglia al paziente di recarsi da uno specialista o di fare visite ed analisi specifiche per avere un quadro clinico più chiaro. Avete per caso mai visto il vostro medico di famiglia operare un aneurisma dell’aorta? Ovviamente no. Per quello esiste una figura professionale che è sempre medico ma cardiochirurgo. Allo stesso modo il cardiochirurgo non avrà le competenze di un ortopedico o di un oculista nei loro rispettivi ambiti, pur avendo tutti e tre un percorso formativo simile nei primi 6 anni (quelli pre-specializzazione). In ambito numismatico, invece, capita di vedere periti che si occupano tanto di monete greco-romane quanto di lire della Repubblica, passando magari per gli stati pre-unitari e monete estere. Ovviamente, nessuno glielo impedisce ma forse anche questo è un problema. Il fatto che, in molte occasioni, non vi sia l’umiltà di dire al collezionista: “Guardi, onestamente non sono monete che tratto. Per una corretta valutazione le consiglio di recarsi da questo mio collega”. Se, invece, un perito si dichiara preparato e canna completamente la perizia, secondo me, è giusto criticarlo. Così com’è giusto criticare un medico che sbaglia la terapia o la diagnosi, dopo essersi professato esperto in quel campo. In altre parole, a mio avviso, la “cialtronaggine” andrebbe condannata sempre e comunque.2 punti
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IOSVPANTIO = Giovanni Soranzo... un secolo più giovane... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GSO/2 ciao Mario1 punto
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La zona del campo che ho cerchiato è sintomatica di un range qualitativo che rimane nella scala dello Spl. Lasciamo stare quella di @renato. Diamo a Cesare quel che spetta a Cesare... quell'esemplare ha una patina intatta e "spessa" tale da conferire un fascino unico al metallo grazie anche al gioco di lustro graffiante. Monete di quel genere sono per pochi eletti, che oltre alla pecunia, hanno fortuna di vederli in mano e capire il potenziale della moneta. Comunque, andando a concludere, ho trovato un passaggio d'asta proprio della moneta oggetto di tante osservazioni (vedi i segni sul tondello negli stessi punti) Dalla medesima asta sopra citata (imbullettata Spl/FdC "lievissimo colpetto" (quindi, oltre a trovare conferma che la moneta non può scendere sotto lo Spl e che quelle sono debolezze e non usura) https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=1036&lot=674 Meno male che l'hai presa come uno Spl... Un'ulteriore dimostrazione che va vista la moneta e non le bullette di contorno...1 punto
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Zecca di Torino, mezzo soldo (III tipo), battuto sotto il duca Carlo Emanuele II (1648-1675), Cudazzo,828. Ciao Borgho1 punto
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Mahhhh.......se ti sembra normale il mercato USA!!!!!!!! ....e ancora deve scadere? Mi piacerebbe proprio vedere chi in Italia pagherebbe questa cifra (cui vanno aggiunti 20% diritti, + 10% dogana se comprata da italiano, + 60$) spedizione .......per favore , lasciamo perdere mercato americano, in Italia non collezionerebbe piu' nessuno monete in alta conservazione se si adattassero stessi parametri di prezzo1 punto
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Nel 2012 fu emessa anche la terza moneta della serie "Animals of Irish Coinage". Dopo il cavallo e il salmone, è il turno del cane lupo irlandese. Come le altre monete di questa serie, è presente anche un "cucciolo" dell'animale, sul fianco. Sempre in quell'anno fu coniata una moneta da 20€ in oro dedicata al Book of Kells, di cui abbiamo già parlato. Sul dritto è raffigurata l'arpa irlandese a 14 corde. Sul rovescio il disegno (opera di Thomas Ryan) rappresenta un monaco intento a scrivere e questo sta a celebrare anche l'arte monastica in sé, oltre che il manoscritto. Già nel V secolo, i monasteri irlandesi erano centri di apprendimento che attiravano studenti da tutta l'Inghilterra e l'Europa. Conducendo una vita di preghiera, povertà e obbedienza, i monaci dedicavano la loro vita alla santificazione di Dio. Alcuni dei migliori esempi di questa profonda venerazione si possono trovare nei loro manoscritti miniati, tra cui il Libro di Kells risalente all'800 d.C. Caratteristiche del libro sono le decorazioni, applicate su pergamena in pelle di vitello. L'opera, suddivisa in quattro volumi, è sopravvissuta praticamente intatta ed è esposta al Trinity College di Dublino, nella Old Library. Come molte delle opere artistiche prodotte dai monaci, i manoscritti miniati erano intesi come sacramentali, piuttosto che educativi. Personalmente la trovo una moneta molto evocativa. Ma non è ancora finita qui... il 2012 riserva ancora una sorpresa, da raccontare nel prossimo post!1 punto
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Serie del 2016 composta da 14 monete. Qui i dettagli: https://numistoria.altervista.org/blog/?p=213871 punto
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Se pensi di fare la Colonia Eritrea, questa è una moneta che finirebbe subito sostituita perché in condizioni miserevoli (guarda l'eccesiva differenza con una in buona conservazione): aspetta un'occasione migliore.1 punto
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Non saprei. Falsa dai Fert sul bordo non sembrerebbe. Ho visto di recente un video dove era mostrata una moneta proveniente probabilmente da un incendio ed era conciata similmente però era in nickel non d'argento. Aspettiamo altri pareri ma a prima vista non mi sembra un falso. Sulle possibili cause di quelle incrostazioni forse ci può dire qualcosa di più @apollonia1 punto
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Ciao @Daniele Elias...peso e diametro sono ok, rosette, nodi e i fert anche, è buona, ma "ossidata"...il metallo ha reagito, io non mi intendo di ste cose, qualche esperto magari ti saprà dire di più sulle possibili cause...Saluti1 punto
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i rilievi deboli sono una cosa quando sono usurati un'altra! qua sono un po consumati come anche le testine dei mori. credimi @Scudo1901 non è questione di invidia, le monete di questo re le conosco bene avendo avuto in collezione questa, la doppia spl. il 5 lire 1821 fdc. saluti1 punto
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Sovrano Militare Ordine di Malta, 10 grani 1971 L'ordine, che ora ha la propria sede a Roma adotta ufficialmente lo scudo come moneta che viene prodotta solo come ricordo per i turisti; ugualmente accade per i tarì e i grani.1 punto
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Ragazzi mi fate veramente sudare anche d'inverno con il termometro sottozero! Una mitragliata di Gioacchini che esistono solo nei miei sogni. I "Ramini " mancano nella mia collezione e penso che ( viste le quotazioni ) mancheranno ancora per un pò ? Certo che il ritratto di queste monete è veramente un capolavoro! Complimenti @Asclepia veramente una visione! ?1 punto
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Buongiorno, se non erro la dinastia di Sassonia si esaurì con la morte di Enrico II e quella di Franconia iniziò con il suo successore Corrado II il Salico1 punto
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Buon giorno. La valutazione della conservazione mi sembra un po' generosa . Si tratta , almeno per la tiratura , della moneta più comune per l'Eritrea di Umberto primo. Personalmente cercherei una conservazione migliore , comunque se le piace, ed avesse deciso di comperarla , non andrei oltre i 40 - 45 euro. Cordialità Gabriella Ps. avevo erroneamente letto nel suo intervento che la moneta fosse classificata bb . Personalmente non credo che arrivi comunque al qbb e sia un poco sotto.1 punto
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Il Mibact non ha avuto alcun ruolo nella digitalizzazione della collezione. Per il numero delle monete, il testo è aggiornato al 2018: in realtà sono quasi 3400.1 punto
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Buonasera @MARCELLOG, leggendo il suo post mi pare di intuire che lei prima ha acquistato e poi ha approfondito. Non è per infierire, ma probabilmente sarebbe stato più corretto prima approfondire e studiare questo tipo di (complessa) monetazione e poi VALUTARE se acquistare o meno, senza fidarsi ciecamente del fatto che il venditore la pubblicizzasse come autentica. Poi mi permetto di farle presente che buona norma vuole che la moneta venga consegnata già munita dell’attestato di autenticità e provenienza (se acquistata da venditore professionale italiano). È anomalo che un professionista serio si riservi di inviarglielo separatamente, in un secondo momento. Questi accorgimenti minimi sono d’obbligo quando si spendono cifre come quella che lei ha speso (sarebbe bene, in verità, adottarli a prescindere dall’importo in gioco). Il mio, naturalmente, è solo lo spassionato consiglio di un eterno neofita che, proprio perché non richiesto, è libero di ignorare. Saluti1 punto
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Un antiquario che certifica una moneta? Ma perché ognuno non da il suo mestiere e cerca di farlo bene ?1 punto
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Stralcio della biografia di Eugenio Scacchi tratta dal Dizionario Biografico degli Italiani:1 punto
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Finalmente sono riuscito dopo tanti anni a mettere in collezione questo famoso biglietto. il mio sta in condizione fds-/fds. quindi presumo che non sia uno di quelli lanciati dagli aerei ma è uno delle poche decine di biglietti salvati dalla distruzione da quel generale americano una volta entrato nella base di Verona.1 punto
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La mia fidanzata raccoglieva cartoline. Così andammo a un mercatino dell'antiquariato. All'epoca non erano tanti e si fece un bel po' di strada per arrivare. Mentre lei guardava le cartoline, io curiosavo tra i banchi. In uno di questi c'era una ciotolina con poche monete. Una di queste era scura, piuttosto rovinata. La presi in mano. Era un 10 centesimi di Umberto I del 1893. 1893, pensai, quasi 100 anni fa... E' antichissima... Chiesi al commrciante quanto volesse per la moneta. 1000 lire disse lui. Era più di un pacchetto di sigarette. Ma per una cosa così antica magari ne vale la pena, pensai. Così la presi. Tornato a casa cominciai a guardare la moneta. Il ritratto era quasi invisibile e anche le scritte si leggevano a fatica. Ma tenevo in mano un pezzo di storia e questo mi affascinava. Due giorni dopo mi recai in un negozio di numismatica e comprai il catalogo Alfa delle monete italiane. Il giorno dopo tornai nel negozio per comprare la seconda moneta. Da quel giorno non smisi più di guardare, studiare e comprare monete. E sono passati più di quaranta anni. Arka Diligite iustitiam P.S. Il 10 centesimi di Umberto lo conservo ancora. Credo che nessuno mi darebbe i 50 centesimi di euro che ho speso. Ma è grazie a questa moneta che ho potuto divertirmi per 40 anni e spero di poterlo fare per altri 40.1 punto
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Ecco la terza serie, la più lunga e a mio avviso la più intrigante per l'arrivo del...? non spoilero ? Ci ho messo un po' per tradurla, a causa di alcune incomprensioni su dei termini e su dei modi di dire, inoltre mi sono permesso di sottolineare degli aspetti che secondo me sono rilevanti in questa serie, ma tutto sommato mi sembra sia uscita una buona traduzione (per quanto posticcia), fatemi sapere. SERIE 3. A. STRUTTURA 1. Definizione La terza serie incisa a nome di Postumo si apre con un nuovo donativo, il terzo e ultimo del suo regno italico (almeno allo stato attuale della nostra documentazione). Comprende aurei radiati (gruppo A) e antoniniani con busti e titoli eccezionali (gruppi D ed E). Tra questi ultimi abbiamo classificato il n° 1059 che presenta caratteristiche stilistiche inconfondibili che lo legano alla III serie piuttosto che alla IV (dove questa tipologia è comunque frequente). Gli attuali antoniniani si dividono in due serie, una non marcata (B), che corrisponde al 2° numero di G. ELMER, l'altra recante i segni d’officina “P”, “S” e “T”, che lo studioso viennese aveva classificato nel suo semi-emissione, contemporaneamente agli aurei del nostro gruppo A. Poiché abbiamo mostrato l'esistenza di una breve serie con la legenda AEQVIT associata a marchi di officina, è improbabile che la coniazione del 111/B abbia preceduto quella di altri gruppi. Piuttosto, crediamo che le monete non contrassegnate dovrebbero essere ricondotte alla monetazione destinata al donativo. Possiamo, dunque, ricostruire questa serie come segue: La metrologia mostra che le quattro fasi degli antoniniani probabilmente non sono contemporanee. 2. Distribuzione della monetazione È possibile lo studio della distribuzione della monetazione solo per i gruppi C, D ed E: L'equilibrio tra le tre unità produttive è piuttosto approssimativo. La distribuzione è estremamente vicina a quella della serie 14 di Gallieno (ossia F: 32,40%; S: 30,41%; T: 37,12%). 3. Le titolature Contrariamente all'abitudine della progressiva riduzione dei titoli, la forma più sviluppata del nome di Postumo compare a metà della sua monetazione. Si può escludere il riutilizzo di conio in quanto lo stile è senza dubbio quello dell'incisore trasferitosi a Milano nell'estate o nell'autunno del 267. Il titolo che termina con P FEL AVG sarà ripreso da Claudio II nella sua prima emissione milanese. 4. Le denominazioni La serie n. 3 comprende un gruppo di aurei radiati di cui si conservano due copie. Non c'è dubbio che siano state prodotte con gli stessi conii usati per gli antoniniani, poiché abbiamo scoperto un legame a cuneo tra la moneta d'oro BN (n'1042 / Rl) e un esemplare di biglione proveniente dal tesoro di Roui 11y-Sacey (n "1058/106). Tutti gli altri esemplari sono antoniniani. B. DATAZIONE Non abbiamo alcun modo per determinare la data di coniazione della serie n.3. Notiamo solo: 1. Che il gruppo B comprende antoniniani senza marchio di officina, coniati secondo gli stessi standard di peso della seconda serie; 2. Che i seguenti gruppi mostrano una notevole riduzione del peso medio degli antoniniani, probabilmente a testimonianza delle difficoltà finanziarie di Aureolo; 3. Che Postumo ha reagito inviando a Milano un incisore da un team che lavorava in una delle sue due zecche principali; 4. Che la Serie n.3 è circa dieci volte più grande della precedente basandoci sulla quantità di conii utilizzati. In modo tutt’altro che sicuro, proponiamo come possibile datazione di questa terza serie, un periodo che va dalla primavera alla metà dell'autunno del 267. C. METROLOGIA E VOLUME DELLA SERIE 1. Metrologia I due aurei radiati pesano uno 3,56 g, l'altro 3,25 g (forato), con una media minima di 3,405 g. È inutile discutere di dati così tenui. Ci limiteremo a notare che la moneta d'oro sembra aver perso un quarto del suo peso (1 g) rispetto al precedente donativum. Abbiamo precedentemente detto che il gruppo B è indiscutibilmente legato alla serie II: le medie sono infatti vicine, oscillando tra 3.225 g (II/B) e 3.115 g (III/B). Aureolo, invece, è costretto ad alleggerire notevolmente il suo antoniniano da III/C: la perdita è di 0,247 g, pari al 7,93%. I valori osservati in III/E sono troppo pochi per essere affidabili. Annunciano già la successiva riduzione di peso. 2. Volume dell’emissione (Il rapporto tra dritti e rovesci)? è del 44,26 / 55,74%. Questi valori sono più o meno quelli osservati nella serie precedente (42,54 / 57,46%). D. TECNICHE MONETARIE 1. La coniazione I rovesci che presentano un'immagine incusa sono 73 (su 442), pari al 18,52%. Il calo rispetto alla serie 2 è minimo (-2,71%). Diversi angoli mostrano tracce di ritocco o anche parziale reincisione, ad esempio 1050B / R34 e 1055A / R5. Abbiamo anche individuato una possibile ribattitura (n "1054 A / i), purtroppo poco leggibile. Infine, segnaliamo un angolo inverso che appare indebitamente in questa serie; questo è SALVS AVG (n ° 1052), tipico della serie successiva, accidentalmente accoppiato con un dritto di 111. 2. La punzonatura delle legenda Accanto ai quattro firmatari/incisori elencati in precedenza, compare un quinto personaggio la cui origine gallica è fuori di ogni dubbio: porta con sé, infatti, uno stile particolare, un'epigrafia molto diversa da quella allora in uso nel Nord Italia, una nuova forma titolare, IMP C POSTVMVS PF AVG, l'unica in uso sugli antoniniani di Postumo emessi tra il 261 e l'inizio dell'anno 268, e una tecnica di incisione del tutto diversa dalla precedente per quanto riguarda il rilievo delle effigi. Su questo torneremo più tardi. Questo quinto incisore aggiunto realizza titolature estremamente nette, con lettere all'inizio molto grandi e spigolose, talvolta leggermente appallottolate alle estremità, ben disegnate, con un dotto di una regolarità mai vista nella moneta di Mediolanum. L’uso della punteggiatura fra le lettere è ancora molto comune. La troviamo principalmente al rovescio, ma un dritto presenta questa particolarità: IMP POSTVMVS.P.AVG. 3. Errori di legenda Sono stati trovati alcuni rari errori di punzonatura: CONCOHD per CONCORD (n. '1043) e un POSTVNVS (n. 1051) probabilmente recuperato dalla serie precedente. 4. I diametri di bordatura Il diametro è stato ridotto in modo abbastanza significativo, da 21,02 / 20,74 mm a 20,47 / 20,56 mm (per 15 esemplari misurabili). La riduzione del peso è stata quindi accompagnata da un'equivalente riduzione del diametro delle monete. 5. Gli incisori È apparso un nuovo incisore (M), come abbiamo già visto. Crea effigi straordinariamente belle, usando un minimo rilievo. I tratti del viso sono realistici o, per lo meno, riproducono fedelmente i ritratti che ci sono arrivati grazie alla monetazione coniata in Gallia: capelli ricci, barba folta, baffi ben marcati che mettono in risalto le labbra carnose, naso leggermente rialzato e zigomi alti. Il confronto con la produzione gallica è essenziale: E.BESLY e R.BLAND hanno semplicemente notato che "in questo periodo sono apparsi nuovi stampi sul dritto con un ritratto più naturalistico". La differenza tra la produzione di questo incisore, al suo arrivo in zecca, e quella degli altri quattro incisori è tale che è difficile non vedere in ciò la prova di un trasferimento di personale. Se nella Serie III la sua produzione è ancora quantitativamente limitata, si svilupperà notevolmente in seguito e l'ipotesi di un semplice invio di conio non può essere accettata. E. PROGRAMMA ICONOGRAFICO 1. I dritti a. Caratteristiche generali e struttura: b. I tipi: Accanto al busto corazzato e drappeggiato, visto da tre quarti prima, troviamo due forme già attestate sotto Gallieno: l'effige corazzata a destra, riccamente decorata, e una specie di busto nudo terminante con una piccola egida (L5), eccezionalmente incontrata in 6/1, gruppo 6. 2. I rovesci a. Caratteristiche generali e struttura: La struttura della serie 111 segue indubbiamente quella della precedente: La Virtus diminuisce notevolmente, in modo da ottenere un equilibrio tra ogni tipologia. In questo quadro ternario, è certo che la Salus (non è al suo posto)?: l'ibridazione è dunque assicurata.1 punto
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Devi andare su monete della repubblica italiana che comprendono anche san marino e vaticano.1 punto
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Peccato che questo post venga alimentato poco, speravo ci fossero più collezionisti di schede telefoniche ?. Io ne ho un po'. Vi lascio con questa classica da 3000 lire!1 punto
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Ma figurati, anzi mi hai dato lo spunto per precisare che come associazione cerchiamo di fare qualcosa, ma è una giungla e il collezionista mette tutti nello stesso calderone nonostante i tentativi di mettere un po' di ordine.1 punto
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Per tornare alla moneta da cui è partito il topic, la stessa aveva realizzato, nel gennaio 2014, sempre da Heritage, 4.582.500 dollari (comprensivi di diritti). Questa cifra la pone al quarto posto tra le monete più costose di sempre, quella attualmente terza ha realizzato 4.993.750 dollari, vediamo se il Brasher riuscirà a scalzarla dal podio. Le prime due di questa classifica, rispettivamente con oltre 10 milioni e 7 milioni e mezzo di dollari, mi sembrano abbastanza fuori portata. Pur senza arrivare a tanto sono d'accordo sul fatto che questa, come del resto tutte le monete americane dei primi anni, non sia assolutamente competitiva dal punto di vista estetico con le contemporanee monete europee (ma anche con quelle di molti secoli prima). La zecca americana, rispetto alle principali zecche europee, poteva senz'altro definirsi arretrata, sia come attrezzature che come qualità del personale. Consapevoli di questo, gli americani cercarono fin dai primi dell'Ottocento di "importare" incisori dall'Europa, che avrebbero potuto non solo realizzare direttamente le monete, ma anche insegnare agli incisori autoctoni i "trucchi del mestiere" degli europei, ma ci vorrà qualche decennio prima di incominciare a vederne i risultati. petronius1 punto
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Facciamo un salto indietro nel tempo di 10 anni per vedere il più bello spicciolo d'argento mai coniato da Ferdinando IV, il Carlino. Non è il raro 1815, ma il 1816 .1 punto
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Ricordo l'emozione ogni volta che passavo davanti a una cabina telefonica... io bambino, talmente basso che chiedevo a mio padre o a mio nonno di guardare se c'era qualcosa sopra il telefono (dove usava abbandonare le schede esaurite). Un po' di nostalgia, fine anni '90, o forse solo perché ero piccolo... ma non mi separerei mai dalle mie schede! E chissà che la passione non torni un giorno... ?1 punto
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