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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/19/21 in Risposte
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Perché Valente? Come ricorderete, poco tempo fa ho pubblicato una discussione su un frammento di siliqua attribuita a Valente e che, molto probabilmente, era una imitativa (Detriti sulla "baia" - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo). Nel preparare quel lavoro, mi è venuta voglia di approfondire la figura di questo imperatore che, diciamolo, è sempre stato accompagnato da una accezione negativa (e ne comprendiamo anche il perché, ne parleremo). Da ciò, ho iniziato ad interessarmi anche alle sue monete; in particolare mi hanno colpito quelle in oro. Come forse saprete, a me piacciono molto i bronzi del IV secolo e, onestamente, non mi sono mai soffermato molto sulla monetazione aurea di questo periodo, se non in occasione di qualche discussione sul nostro forum (forse anche in maniera inconscia l' ho sempre vista piuttosto lontana, non potendomene permettere l’acquisto). Ho scoperto però che le monete auree hanno un grande fascino, non solo dovuto al fatto che l’oro e’ un metallo incorruttibile, ma anche perché sono davvero di grande qualità stilistica ed artistica, veri piccoli capolavori molto curati, anche nelle tecniche di coniazione. Ma chi era Valente? Valente era il fratello minore di Valentiniano I il quale, giunto al potere nel 364 con l’appoggio dei militari della guardia imperiale, lo aveva associato al trono comprendendo la difficoltà di gestire da solo un regno tanto vasto. Su questa decisione aveva però anche pesato l’opinione degli stessi soldati che si rendevano conto delle difficoltà nella gestione di un impero così ampio e che avevano caldeggiato un co-reggente, anche se avrebbero forse preferito un estraneo anziché’ Valente (forse perché meglio controllabile? O forse perché intuivano le scarse attitudini al comando di Valente? Non e’ escluso che lo stesso Valentiniano I abbia fatto lo stesso ragionamento....). Quindi Valentiniano I tenne per sé l’occidente e affidò l’oriente a Valente, iniziando di fatto quella divisione dell’impero che poi sarebbe in fondo perdurata fino alla sua fine avvenuta circa un secolo dopo. In realtà, sebbene gli fosse stato conferito sin quasi da subito il titolo di Augusto, Valente fu subordinato di fatto al fratello. Non ci sono, infatti, dubbi sul fatto che Valentiniano I, nel dividere il potere con Valente, intendesse comunque tenere nelle sue mani le redini dello stato. Era il più anziano, il più esperto ed era il solo sul quale erano caduti i voti del corpo elettorale. La sua parte dell’impero comprendeva tre delle quattro prefetture e l’intero Illirico, da sempre terra di reclutamento dei soldati. E poi (cosa forse ancora più importante in chiave di supremazia), possedeva Roma, la capitale reale e morale dell’intero impero. Come dice lo storico Schiller (Geschichte der römischen Kaiserzeit, ii, pag 350), nella sua divisione Valentiniano I mostrò che intendeva che la subordinazione dell’Oriente all’Occidente fosse permanente. Non da ultimo, da notare l’elevazione al rango di augusto di suo figlio Graziano nel 367. E Valentiniano si adoperava per rendere chiaro che, sebbene avesse condiviso con Valente i pieni poteri, non si trattava affatto di parità di poteri. La documentazione disponibile mostra però come Valente non si preoccupasse affatto di questa posizione di inferiorità e anzi pare che abbia accettato di prendere ordini da suo fratello e che abbia preso decisioni e messo in atto iniziative per suo volere Non poteva mancare, in tal senso, la “voce” delle monete, da sempre forte strumento di propaganda. Ne e’ la prova una coppia di solidi con la legenda VOTA PVBLICA emessi per la prima volta nel 368 e che mostra i due imperatori nimbati con indosso l’abito consolare e seduti su un trono uno accanto all’altro in segno di unità e comunione di intenti. Ora, sui solidi VOTA PVBLICA coniati nelle zecche orientali sotto il controllo di Valente, entrambi gli imperatori sollevano una mappa (la bandiera da corsa) nella loro mano destra, come segno di potere. Ecco Valentiniano, RIC IX Costantinopoli 29 A: Ed ecco Valente, RIC IX Costantinopoli 29B: Se invece ci spostiamo ad Occidente (qui zecca di Mediolanum) vediamo che solo l’imperatore di sinistra, il senior Valentiniano I, solleva la mappa: Questa e’ la RIC IX Mediolanum 3 A per Valentiniano I: E questa e’ di Valente, la RIC IX Mediolanum 3B: Ci sono tuttavia solidi dove invece i due sovrani sono, per così dire, paritari; come in questi solidi di Treveri per Valente e Valentiniano I: Ho provato a dare una mia interpretazione. In questi ultimi due solidi la legenda e’ VICTORIA AVGG e con ogni probabilità si riferisce alla vittoria nelle guerre contro i germani, alamanni, franchi e goti (che si combatterono dal 364 al 369) e che valsero contemporaneamente ad entrambi i titoli di Germanicus, Alamannicus, Francicus e Gothicus Maximus come era prassi, anche se il grosso dello sforzo fu magari compiuto da uno solo dei due in base alle rispettive sfere di influenza. Particolare e’ qui la comparsa in esergo delle lettere OB che sarebbero le iniziali della parola obryzum, o obryziacum ovvero oro purissimo, raffinato. Queste lettere compaiono sulle monete auree emesse dalle zecche di Treveri, Tessalonica, Costantinopoli ed Antiochia a partire dal 368. Questa marca indica e garantisce dunque la purezza del metallo utilizzato, purezza che e’ stata confermata da indagini compiute in epoca moderna , secondo le quali i solidi coniati dopo il 368 d.C, mostrano una percentuale di oro nel metallo utilizzato superiore al 99%, diversamente da quelli prodotti in precedenza che invece contenevano fino anche a oltre il 6% di argento e rame. Ma chi fu in realmente Valente? Valente fu un grande sfigato: fu coinvolto nella disfatta di Adrianopoli, che inevitabilmente ne pregiudicò il giudizio dei contemporanei e dei posteri. In questa battaglia l’esercito romano venne quasi completamente distrutto dai Goti e lo stesso Valente vi trovò la morte. Questa sconfitta inevitabilmente fece etichettare Valente come sovrano incompetente, inadeguato, ignorante, in particolare al confronto con la dinastia di Costantino e con lo stesso fratello Valentiniano che lo aveva voluto come collega sfidando il consiglio dei soldati. Adrianopoli, dicevamo.....9 agosto 378....il giorno dei barbari..... (855) La battaglia di Adrianopoli - 378 d.C - Il collasso di Roma - YouTube Ammiano Marcellino dice che Valente era un uomo “inter probra medium et praecipua”, ovvero “che aveva qualità straordinarie e orribili in egual misura”. Quando suo fratello lo nominò imperatore aveva trentasei anni. Sulle monete e’ rappresentato quasi sempre come tendente a ingrassare, con il collo robusto e già un accenno al doppio mento. Sempre Ammiano dice che aveva le gambe incurvate e la pancetta e che vedeva male da un occhio. Inoltre, non era istruito, non era di illustri natali, non era carismatico, coraggioso ne’ particolarmente intelligente. Tuttavia, era un bravo agricoltore e un buon soldato (doti queste che gli venivano dalle origini pannoniche), e si conquistò (almeno inizialmente) la fiducia dei sudditi combattendo la corruzione, riducendo le tasse e costruendo opere pubbliche come l’acquedotto di Costantinopoli, ancora i nparte visibile a Istanbul. Tuttavia, fu un fanatico religioso di fede ariana che anziché placare, inasprì i conflitti religiosi. Questa fu forse una delle cause principali della sua crescente impopolarità. Infine, un aspetto positivo per un imperatore romano: era fermamente convinto della supremazia di Roma che riteneva andasse difesa e affermata e della importanza della integrità dello stato romano. Convinzioni queste che contribuirono, nel bene e nel male, alla disfatta sua e del suo esercito. Insomma, Valente era semplicemente un uomo comune con tutte le sue contraddizioni che fu posto di fronte ad una impresa sovrumana e straordinaria, la sfida del potere imperiale, da cui alla fine venne travolto. Tuttavia, ancora oggi non gode di buona fama. In questi giorni sto leggendo un libro di Noel Lensky: Il fallimento dell’impero. Valente e lo stato romano nel quarto secolo d.C.. Nella seconda di copertina Giusto Traina scrive: “Perché occuparsi di un imperatore mediocre, nonché principale responsabile del fallimento dell’impero? Perché è proprio dal bilancio fallimentare del regno di Valente che si possono comprendere le ulteriori vicende dell’impero, in particolare la caduta senza rumore dell’Impero d’Occidente avvenuta poco meno di un secolo dopo Adrianopoli”. Ecco, Adrianopoli….ci risiamo. Ma lo stesso Lensky dice: “Il mio obiettivo non e’ denigrare Valente. Le fonti antiche si sono spinte abbastanza in là nel macchiare la reputazione dell'uomo per tutti gli anni avvenire. Ma non cerco nemmeno di riabilitarlo. Tentativi del genere sono invariabilmente riduttivi e imprevedibili. Al momento non disprezzo Valente né lo ammiro particolarmente. Ha fatto il meglio che poteva per sopravvivere a quello che indubbiamente era il più grande lavoro del mondo dei suoi tempi e la sua caduta finale rappresenta in egual misura una testimonianza delle difficoltà di governare l'impero e degli errori dell'imperatore”. Devo dire che Valente non fu neppure fortunato. Adrianopoli fu solo il culmine, ma egli dovette affrontare incursioni di barbari (Persiani, Goti…) , usurpazioni (Procopio), violazione dei trattati, crisi economiche, lotte religiose intestine e anche catastrofi naturali (le fonti descrivono almeno sette grandi terremoti, un devastante maremoto, una grandinata prodigiosa a Costantinopoli e due carestie, una in Anatolia ed una in Siria). Insomma, un po’ sfigato era. Pero’, che belle monete fece coniare! Ecco una carrellata di altri solidi: Questo e’ un RESTITVTOR REIPUBLICAE di Nicomedia Qui siamo a Siscia, SALVS REIP Credo che queste due emissioni si riferiscano anche esse alla restaurazione ed alla salvezza dell’impero in occasione delle guerre contro i barbari che minacciavano l’integrità del regno. A conferma di ciò, sul solido di Siscia, la presenza di un barbaro prigioniero. Trovo bellissimo questo 1 e ½ solido, con una GLORIA ROMANORVM davvero inusuale: Ricordiamo l’importanza che aveva per Valente proprio la gloria di Roma, del suo potere universale, del suo dominio sul mondo. Fa il paio con questa, con le personificazioni di Roma e Costantinopoli: Molto particolare questo solido: Si vede, tra i due imperatori, una piccola figura togata che dovrebbe essere il piccolo Graziano. Un omaggio dello zio al nipote, associato al trono da Valentiniano I ad occidente. Qui sotto, invece, vediamo un omaggio non solo al nipote, ma anche a fratello: le due figure del rovescio sono infatti Valentiniano I e Graziano: Ovviamente commenti, interventi, correzioni e osservazioni sono bene accetti. Fonti e letture consigliate: - N. Lensky: Il fallimento dell’impero. Valente e lo stato romano nel quarto secolo d.C.; 21 editore - RIC volume IX - Adriano Savio: Monete romane; Jouvence - Alessandro Barbero: 9 agosto 378, il giorno dei barbari; Laterza Ciao da Stilicho9 punti
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Buongiorno amici, leggo ora questa discussione. Sul discorso 6 carlini concordo che nel 6 manca sempre la cuspide posteriore nell'ascia come manca sempre nei pezzi in rame e a tal proposito contribuisco con un 4 tornesi, un 6 tornesi e un 6 tornesi REPUBBLCA. Saluti.5 punti
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WStefano, la banconota e caduta in mano del sottoscritto per la semplice ragione (e chi riconosce il mio Nick anche da altri forum come Numista e CoinCommunity lo sa già) che sono Italo-Canadese, e in Ontario ci abito! Riguardo al vicino, la ragione è abbastanza semplice, la famiglia del soldato sapeva che il vicino collezionava monete, e dunque glie le ha affidate per la vendita! Andato dunque a vendere le monete al negozio di numismatica qui in città, e visto che il negoziante, di cose del genere non ne sapeva niente e che io invece, avendoci lavorato un paio di estati ne sapevo un pò di più, sono stato chiamato per fare un offerta. Il vicino, per una ragione inscrutabile, mi immagino avendo fatto una ricerca piuttosto incompleta, e non convinto della possibilità di monetizzare una cosa del genere, ma tuttavia capendo che aveva tra le mani un pezzo raro, chiese 500$. Accontentai immediatamente, ma non prima di essermi fatto raccontare come gli era arrivata!4 punti
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No, non è passata all'asta! Viene invece dalla piccola collezione personale di un soldato Canadese, che durante gli ultimi atti della seconda guerra mondiale, si trovò nell'est del mediterraneo, e che, ritornato in patria, mise a dormire i suoi ricordi per un lungo sonno in un cassetto di un comò, nascosto in una casa vittoriana del sud dell'Ontario. E stata dispersa questi giorni da un suo vicino di casa, e un pezzo, un pezzo solo, e toccato a me. Ci si figuri, una scatoletta di latta, una qualsiasi scatoletta da biscotti anni 50', con dentro una cinquantina di monete, tutte d'epoca, svariatamente Egiziane, Italiane, Libiche, Palestinesi, qualche argento di poca importanza, un lotto di spiccioli, un lotto di memorie. Il tutto, coperto da una decina di biglietti, shilling, piastre, lire, e, sperduta in mezzo tra tutte:3 punti
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Buonasera il volume dopo pranzo era a casa giá! ordinato martedí sera,meno di 2 gg.! Che dire,un lavorone del Sig.Mario,stupendo,descrizioni ,particolari,foto,valori e chiarezza del tutto... Un elogio anche per la velocitá mai vista della spedizione con Poste e alla casa D'Amico,che mi ha omaggiato anche di due ulteriori volumetti piccoli e graditissimi. Insomma,quando le cose sono belle,vanno dette e mi premeveva dire tutto. un salutone Riccardo?3 punti
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1799, quanta storia in soli 6 mesi. Non è solo la storia del Generale Championnet che entra in città lasciando a terra tremila "lazzari", imponendo oneri per pagare le truppe, condizionando le decisioni pubbliche e dando il via alle spoliazioni napoleoniche. È la storia degli intellettuali napoletani, forse i soli che a Napoli anelavano alla Libertà. La storia dei Pagano e dei Cirillo. Di Caracciolo, che passa da ufficiale della marina borbonica a ricacciare gli inglesi per mare, di Eleonora Pimentel Fonseca che passa dagli ambienti di corte alle stampe del Monitore, Signora Dianora accompagnata al patibolo. È la storia di Maria Carolina, la regina mai amata che dopo la caduta dal trono e l'esecuzione della sorella in Francia, è terrorizzata. Da Palermo invia lettere in cui traspaiono i sentimenti più antichi che culmineranno nella vendetta. È la storia di un Cardinale mandato in Calabria per riconquistare il Regno con la sua armata brancaleone e che risale le Puglie e la Basilicata per ritrovarsi, alle porte di Napoli, con un esercito imponente e così variegato da ritrovarsi nelle sue file briganti, Russi e Turchi di ben altra fede. Gli sarà contestata la clemenza della capitolazione, e non otterrà mai davvero quella riconoscenza sempre promessa. È la storia della martire involontaria, la Sanfelice, che pur di salvarsi la vita si finge incinta con i medici compassionevoli. Ma nemmeno la grazia chiesta da Maria Clementina, nuora e contemporaneamente nipote della Regina, potrà salvarla. È la storia di quella capitolazione di sant'Elmo, quando già i Francesi si erano dileguati, firmata da tutti ma che il Re e la Regina disconoscono. È la storia di Nelson, interessato protettore dei regnanti, infatuato della sua Emma Lyonna, che riversa sui ribelli le ire della corona, contravvenendo a tutto quanto pattuito nella resa dei patriotti e spodestando di fatto Ruffo. È la storia di un boia che all'inizio viene pagato 6 ducati a testa mozzata, ma che viene poi stipendiato mensilmente considerando quante teste si progettava di far cadere. Tutto ciò che fu prima non sarà dopo. Quanta storia in soli 6 mesi. Un caro saluto a tutti!!2 punti
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Le informazioni che hai trovato non sono corrette. Infatti le oselle di Murano venivano battute in un numero limitato di pezzi, ma non pochissimi. Infatti la tiratura era di 200-300 pezzi all'anno, di cui 50 venivano consegnate in dono alla comunità di Murano. Quattro andavano al Podestà, due ad ognuno dei Deputati, dei Giudici, dei Giustizieri, al Camerlengo e al Cancelliere, una al Comandante. Infine 25 venivano date al Consiglio. Le restanti 150-250 oselle, sia in argento che in oro e multipli, venivano acquistate da privati cittadini. Fonte: Raffaele Paolucci, La zecca di Venezia, Padova 1991 . Arka Diligite iustitiam2 punti
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Auguri anche da parte mia. La Chiesa festeggia solennemente questo Santo che fece da padre al Figlio di Dio Gesù Cristo, ma la figura di san Giuseppe è legata anche a quella di protettore degli orfani, delle giovani nubili e dei più sfortunati. Ho letto che la ricorrenza di san Giuseppe è legata anche alla festa di fine inverno in cui, in alcune città, si brucia tutto l'incolto dei campi e si accendono falò nelle piazze. apollonia2 punti
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https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-AC/1 Strano che non ci siano risposte in questo topic, intanto io posto il link della moneta suggerita...2 punti
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Buongiorno a tutti, Auguri a tutti i Giuseppe e buona festa del Papà. Segnalo (già presente in bibliografia numismatica meridionale) questo interessante quaderni di Studi del Circolo Numismatico Mario Rasile di Formia, e riporto una rappresentazione in esso contenuta. Saluti Alberto2 punti
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Beh! Io mi ritengo un 'appassionato di monete napoletane del periodo vicereale ma questo non significa che le altre monete non le guardo, anzi... Tra l'altro in questo periodo di pandemia mi sono anche rotto un menisco e quindi non posso fare altro che stare a casa a leggere i post nella sezione identificazione che mi stimolano un po' a guardare oltre il mio campo d'interesse, non ci trovo nulla di male... Ma ritornando al post in questione, ho precisato che non mi intendo di monetazione romana, anche se mi piacciono le sue monete, ma ciò non vuol dire che non posso esternare il mio parere, anche se superficiale, per paura di sbagliare, ogni tanto leggo qualcosa inerente a monetazioni non di mio interesse ma di certo non potrei avere la preparazione di chi invece le colleziona e studia in modo più approfondito... Detto ciò mi sono ricordato di possedere il bellissimo volume citato da Adelchi66 e quindi sono andato a vedere se era presente qualche sesterzio con una patina simile a quella postata in apertura di questo topic, ne ho estrapolate 6, ma sinceramente continuo ad essere dubbioso sul colore di questo sesterzio postato, e comunque, a parte la patina, ho anche evidenziato che i campi sono ricoperti di piccoli forellini come quelli che si trovano sui falsi realizzati per fusione e che sono il risultato della fuoriuscita dei gas generati dalla fusione stessa, in più ho notato che la legenda si presenta più usurata rispetto alla testa dell'imperatore che dovrebbe essere il punto più alto del conio e di conseguenza dovrebbe mostrare per prima gli effetti da usura da circolazione, ho esposto il mio pensiero, giusto o sbagliato che sia, e ho chiesto l'intervento di un esperto proprio per capire se sbaglio e dove sbaglio, va bene leggere i libri ma anche un confronto diciamo "diretto" potrebbe insegnare qualcosa, tanto vedere e toccare è al momento impossibile quindi bisogna fare diversamente... Scusate per la qualità delle immagini ma le ho fatte "al volo"... ...2 punti
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Buonasera, pensavo di postare questa new entry nel fine settimana ma, data la "tregua" domestica, approfitto per farlo ora. 120 grana 1840 - Magiocca 5472 punti
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Ti rispondo volentieri : tu stesso ammetti di non conoscere questa monetazione, però ti lanci in commenti abbastanza fuori luogo,non bisogna leggere tutti i libri di monetazione imperiale romana o possedere tutti i cataloghi di aste per conoscere la patina malachite che è probabilmente la patina più ricercata e apprezzata dai collezionisti ed il fatto che tu non l'abbia mai vista non è dirimente ai fini della discussione , è solo una tua lacuna e nient'altro ,io non ho mai visto tante cose ma non per questo esse non dovrebbero esistere e soprattutto non commento monetazione che non conosco ,leggo , guardo e cerco di imparare. La mia non vuole essere una critica personale rivolta a te ma troppo spesso capita che utenti che scrivono poco ma a ragion veduta o che magari peccano di laconicita' vengano ,per così dire ,presi sottogamba da altri utenti che per loro stessa ammissione sono a digiuno dell'argomento trattato. Tornando alla moneta ricordo a tutti che stiamo giudicando da una foto e che tutto può essere . Il mio parere l'ho già espresso ,si tratta con buone probabilità di una moneta genuina ,con una patina convincente con tutto il suo carico di piccoli difetti , colpi,usura e distacchi. Consiglio ai neofiti che abbiano voglia e curiosità di vedere altri esempi di tale patina il libro : le preziose patine dei sesterzi di Roma imperiale. Poi fate vobis ,io non devo convincere nessuno. Saluti Adelchi.2 punti
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Ti dirò, dopo aver compiuto i 18 non li ho più contati e così ho risolto il problema dell'eterna giovinezza...2 punti
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Quando uno pensa di averle viste tutte... Quello che mi lascia perplesso sono i 160 venduti, forse grazie alla spedizione “economica”.1 punto
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Salve, io l'ho trovata qui : https://it.ucoin.net/coin/liechtenstein-10-francs-2019/?tid=87992 e qua https://en.numista.com/catalogue/pieces159900.html1 punto
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si effettivamente ci sono delle coincidenze... la mia intenzione era quella di evidenziare dei punti che mi lasciavano perplesso... non tanto la spalla.. perché come sottolinea giustamente @ilnumismatico la luce può ingannare... erano soprattutto le bolle a lasciarmi perplesso.. tuttavia se ci sono degli esempi analoghi in giro.. allora è tutto ok1 punto
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Quelle 2 sopra la L di Emanuele al dritto e quelle 2 sotto lo scudo non le definirei bolle ma micro-esuberi di metallo cosa che, anche se rara, capita di vedersi in questa tipologia. Di seguito mostro una foto di una moneta periziata e battuta in asta che presenta un micro-esubero sotto la L di Emanuele. Le altre, invece, le vedo più come bolle e, onestamente, non saprei giustificarle. In realtà, non lo considererei come elemento. Potrebbe derivare da un effetto fotografico. Anche nella moneta di seguito sembra mancare lo stesso pezzo di spalla... Comunque, resto del parere che sia troppo ben fatta per essere una riproduzione.1 punto
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Buon pomeriggio Dall'unica foto che hai postato direi proprio che lo "sperimentatore" ha usato una normale moneta da 10 Lire e ne ha fatto un calco, probabilmente usando stagno o piombo (questo è quello che immagino dal colore), ma su questo aspetto ne sai più tu che ce l'hai in mano1 punto
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Prova a vedere qui per un confronto https://numismatica-italiana.lamoneta.it/cat/W-CAGSF3 apollonia1 punto
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Come dicevo poc'anzi, queste son monete da acquistare da venditori professionali. Se la vendita non è fatta su questa base, il consiglio da seguire è di lasciar perdere (tanto più se non sai nemmeno se sia primo o secondo tipo... cosa non proprio ininfluente!) Altro punto su cui ci si ripete in continuazione: foto poco chiare su monete molto falsificate lasciano il tempo che trovano. Che senso ha cercare di capire i dettagli quando questi risultano poco chiari, sottoesposti, e per di più sono falsati da una prospettiva e da ombre che sembrano solo complicare ulteriormente la cosa? Da "quello che si vede", il bordo, la coda del cavallo, la faccia dell'Italia e altri dettagli lascerebbero pensare... a male! Ripeto: su foto di questo genere non serve disquisire, perchè l'impressione potrebbe rivelarsi anche errata con foto migliori. In buona sostanza: moneta molto falsificata --> venditore non professionale --> prezzo affare --> foto scadenti: lasciar perdere1 punto
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Ecco, perfetto! Allora, il grado di conservazione attribuito da questo fantomatico studio numismatico vale né più né meno di quello che potrei dire o io o tu. Tra l'altro, noto che la spedizione (il cui costo è di soli 3 euro), non è ovviamente tracciata. E, quindi, in caso di problemi cosa succede? Riporto quanto scritto nella descrizione del venditore: ATTENZIONE!!!!! LA MERCE CHE VIAGGIA CON POSTA ITALIANE NON E? TRACCIABILE NON SI RISPONDE DI OGGETTI SMARRITI DA POSTE ITALIANE NON SI ACCETTANO CONTESTAZIONI IN TAL SENSO CHI ACQUISTA DICHIARA DI AVER LETTO E ADERITO A TUTTI I PUNTI DELLE CONDIZIONI DI VENDITA. Fidati. Lascia perdere...1 punto
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Dovrei avere risolto il problema. Ora dovreste vedere tutti una sola volta il messaggio. Ho, inoltre, unito insieme le tre discussioni aperte da @Costantino2, anche perché non mi sembra molto sensato aprire più discussioni per una stessa moneta (troppo dispersivo). Molto meglio proseguire direttamente qui, considerando anche l'interesse che ha suscitato l'identificazione dell'esemplare in questione.1 punto
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Confermo, ottimo volume, estremamente interessante. Un giorno racconterò un aneddoto collegato alla mia copia (autografata e con dedica), che vi farà capire (per chi già non lo sapesse) che grande Signore sia Mario Pin. Buono studio a te!1 punto
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infatti avevo postato quella che citavi tu anche perchè la sua ho cercato ma non la trovo da nessuna parte1 punto
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approfitto di questo post per segnalare il mio sdegno/incacchiatura! Raccomandata spedita dalla Germania in data 11/03, in gestione alle poste italiane il giorno stesso, la situazione di oggi è : in data 11/03 "La verifica per lo svincolo della spedizione è conclusa" in data 13/03 "E' in corso la verifica per lo svincolo della spedizione"1 punto
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Oman, 50 baisa 1979 - 1400 Oman, 25 baisa 1979 - 14001 punto
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Tra l’altro un biglietto r4 con tiratura di sole 80 mila unità. Una chimera per la maggior parte dei collezionisti. Complimenti ?1 punto
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1979 Unione Sovietica - 2 esemplari da 1 rublo Coniate in occasione de XXII° Giochi olimpici estivi - Mosca 1980 Università di Mosca Michail Lomonosov (1711-1765 scienziato) Monumento dedicato alla conquista dello spazio (Mosca 1964), al dritto la stazione spaziale Saljut e lo Sputnik.1 punto
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Classical Numismatic Group > Triton XXIV Auction date: 19 January 2021 Lot number: 640 Price realized: 9,500 USD (Approx. 7,833 EUR) Note: Prices do not include buyer's fees. Lot description: MYSIA, Kyzikos. Circa 450-330 BC. EL Stater (16mm, 16.02 g). Apollo seated half-left, wearing laurel wreath and chiton draped from waist, holding branch in right hand, on griffin springing right; below, tunny right / Quadripartite incuse square. Von Fritze I 151; Greenwell 20; Boston MFA 1545 = Warren 1438; SNG BN –; BMC –; FSD –; Gillet –; Gulbenkian –; Jameson –. Toned. VF. Very rare, one of only three in CoinArchives. From the Jonathan P. Rosen Collection. Ex LVL Collection (Classical Numismatic Group 102, 18 May 2016), lot 383. This, one of the more intricate scenes on the Kyzikene electrum, probably depicts Hyperborean Apollo en-route to the land where griffins controlled gold, a myth mentioned by Herodotos (3.116). Estimate: 7500 USD ILLUSTRAZIONE: Wine Cup with Apollo Riding a Griffin Greek, made in Athens, about 380 BC Terracotta, Red-figured kylix attributed to the Meleager Painter, Getty Villa, Los Angeles In Greek myth, griffins represented the power of the sun and were sacred to Apollo (god of prophecy and music). They also served Nemesis (goddess of retribution), drawing her chariot and helping her turn the wheel of fortune. The griffin in the center of this vessel rears up, perhaps to take flight, with Apollo riding on its back.1 punto
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Certamente, io da piccolo andavo a casa del Petrarca (Francesco, quello del Canzoniere) e lo aiutavo a mettere in ordine nella sua collezione di monete...1 punto
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La T di TORNESI è più alta delle altre lettere.1 punto
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Buongiorno, chiedo agli amici del forum un chiarimento su questa moneta, in particolare come mai sia datata 1654, quando il papato di Alessandro VII é iniziato nel 1655. Grazie in anticipo, F.f.1 punto
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A me sembra che abbia la patina delle mentine che, anni che furono, vendevano tanto all'etto. Mai vista prima. E non mi sembra una meraviglia come patina. Giustamente poi, de gustibus...1 punto
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I Baiocchi dell'anno XXIII di pontificato di Pio VI, rispetto a quelli coniati fra l'anno XI e l'anno XXI, si distinguono prettamente solo per la riduzione del peso rispetto a quelli coniati precedentemente. Ossia, se per quelli battuti dal 1785 al 1795 i pesi variano dai 18 ai 28 grammi, per questi ultimi il peso varia dai 16 ai 19 grammi circa per i pezzi più abbondanti diciamo. Inoltre, abbiamo per così dire anche un decadimento nello stile incisorio, reso stilisticamente più semplice rispetto ai Tondelli battuti precedentemente. Ciò accadde molto probabilmente, per quel che riguarda la riduzione di peso, a causa della forte inflazione dovuta allo stato di belligeranza con la Francia napoleonica. Infatti nel maggio 1797, fu emanato un editto di riduzione dei pesi di alcune monete di Pio Sesto che portarono al dimezzamento del peso con cui venivano battuti ad esempio i sampietrini da due Baiocchi e mezzo e che porteranno alla nascita dei grossi da 5 Baiocchi soprannominati madonnine che avranno il peso che precedentemente avevano i mezzi grossi da due Baiocchi e mezzo. Nello specifico, i sanpietrini passeranno dai 17 grammi circa previsti ad 8,5 e le madonnine da 5 baiocchi acquisiranno il peso dei sanpietrini.1 punto
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Arrivato oggi, ad un rapido sguardo è esso stesso una novità, non mi risultano studi precedenti così approfonditi. Si tratta di una vera e propria enciclopedia della Piastra da 120 grana di Ferdinando II.1 punto
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