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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/20/21 in Risposte
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Le mie Napoletane di oggi sono due Piastre del 1805, le sole che mi sono rimaste in Collezione. Una "capelli lisci" e una "capelli ricci". A voi il giudizio su quale dei due busti di Ferdinando IV preferite.4 punti
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REGNO D'ITALIA - UMBERTO I° - LIRE 5 1879 Cari Amici, @villa66 ha spiegato ottimamente il contesto storico-economico che portò alla lunga sospensione della coniazione degli Scudi ed appunto per questa ragione, come il millesimo 1879 sia l'ultimo di Re Umberto I°. Tale Scudo presenta una curiosità, rilevata, penso per la prima volta, da @QuintoSertorio , che nella discussione che riporto, scrive: “Ho notato che in molti esemplari di questo tipo è presente una interruzione del riquadro (nella parte esterna) del secondo nodo dall'alto a destra del collare, mentre in altri esemplari è perfettamente coniato”. Si può notare bene in questa moneta in buone condizioni. Ho svolto una ricerca con i miei Scudi e su Internet ( circa 50 esemplari): l'interruzione appare progressiva. Poche sono le monete che non la presentano ( 4 esemplari ) poi si passa ad un assottigliamento appena evidente fino ad arrivare ad un vera e propria interruzione. Ad essere pignoli, si possono evidenziare altre due piccole anomalie: 1- Il pallino contrassegnato sembra diventare più evanescente fino a scomparire del tutto nella Fig. 4 ( quella con interruzione completa ) 2- La distanza del “ 5 “ dal Collare dell'Annunziata sembra maggiore nelle monete che presentano l'anomalia. In merito alle cause l' ipotesi avanzata nella Discussione citata all'inizio, è quella del conio “sporco” e/o usurato nel tempo, pertanto gli Scudi con riquadro completo dovrebbero essere i primi coniati. A mio modesto parere potrebbe essere valida anche l'ipotesi opposta: un conio nato imperfetto, con delle debolezze in questo settore, che con il susseguirsi delle coniazione causò una “mancanza di conio” rilevata solo dopo che erano state coniate numerose monete. Quindi la necessità di un ritocco del conio per correggere tale anomalia con la conseguenza che le ultime dovrebbero essere quelle complete in questo settore. Mi scuso se vi ho annoiato e per la lunghezza del post. Cari Saluti a Tutti, Beppe4 punti
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Perché Valente? Come ricorderete, poco tempo fa ho pubblicato una discussione su un frammento di siliqua attribuita a Valente e che, molto probabilmente, era una imitativa (Detriti sulla "baia" - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo). Nel preparare quel lavoro, mi è venuta voglia di approfondire la figura di questo imperatore che, diciamolo, è sempre stato accompagnato da una accezione negativa (e ne comprendiamo anche il perché, ne parleremo). Da ciò, ho iniziato ad interessarmi anche alle sue monete; in particolare mi hanno colpito quelle in oro. Come forse saprete, a me piacciono molto i bronzi del IV secolo e, onestamente, non mi sono mai soffermato molto sulla monetazione aurea di questo periodo, se non in occasione di qualche discussione sul nostro forum (forse anche in maniera inconscia l' ho sempre vista piuttosto lontana, non potendomene permettere l’acquisto). Ho scoperto però che le monete auree hanno un grande fascino, non solo dovuto al fatto che l’oro e’ un metallo incorruttibile, ma anche perché sono davvero di grande qualità stilistica ed artistica, veri piccoli capolavori molto curati, anche nelle tecniche di coniazione. Ma chi era Valente? Valente era il fratello minore di Valentiniano I il quale, giunto al potere nel 364 con l’appoggio dei militari della guardia imperiale, lo aveva associato al trono comprendendo la difficoltà di gestire da solo un regno tanto vasto. Su questa decisione aveva però anche pesato l’opinione degli stessi soldati che si rendevano conto delle difficoltà nella gestione di un impero così ampio e che avevano caldeggiato un co-reggente, anche se avrebbero forse preferito un estraneo anziché’ Valente (forse perché meglio controllabile? O forse perché intuivano le scarse attitudini al comando di Valente? Non e’ escluso che lo stesso Valentiniano I abbia fatto lo stesso ragionamento....). Quindi Valentiniano I tenne per sé l’occidente e affidò l’oriente a Valente, iniziando di fatto quella divisione dell’impero che poi sarebbe in fondo perdurata fino alla sua fine avvenuta circa un secolo dopo. In realtà, sebbene gli fosse stato conferito sin quasi da subito il titolo di Augusto, Valente fu subordinato di fatto al fratello. Non ci sono, infatti, dubbi sul fatto che Valentiniano I, nel dividere il potere con Valente, intendesse comunque tenere nelle sue mani le redini dello stato. Era il più anziano, il più esperto ed era il solo sul quale erano caduti i voti del corpo elettorale. La sua parte dell’impero comprendeva tre delle quattro prefetture e l’intero Illirico, da sempre terra di reclutamento dei soldati. E poi (cosa forse ancora più importante in chiave di supremazia), possedeva Roma, la capitale reale e morale dell’intero impero. Come dice lo storico Schiller (Geschichte der römischen Kaiserzeit, ii, pag 350), nella sua divisione Valentiniano I mostrò che intendeva che la subordinazione dell’Oriente all’Occidente fosse permanente. Non da ultimo, da notare l’elevazione al rango di augusto di suo figlio Graziano nel 367. E Valentiniano si adoperava per rendere chiaro che, sebbene avesse condiviso con Valente i pieni poteri, non si trattava affatto di parità di poteri. La documentazione disponibile mostra però come Valente non si preoccupasse affatto di questa posizione di inferiorità e anzi pare che abbia accettato di prendere ordini da suo fratello e che abbia preso decisioni e messo in atto iniziative per suo volere Non poteva mancare, in tal senso, la “voce” delle monete, da sempre forte strumento di propaganda. Ne e’ la prova una coppia di solidi con la legenda VOTA PVBLICA emessi per la prima volta nel 368 e che mostra i due imperatori nimbati con indosso l’abito consolare e seduti su un trono uno accanto all’altro in segno di unità e comunione di intenti. Ora, sui solidi VOTA PVBLICA coniati nelle zecche orientali sotto il controllo di Valente, entrambi gli imperatori sollevano una mappa (la bandiera da corsa) nella loro mano destra, come segno di potere. Ecco Valentiniano, RIC IX Costantinopoli 29 A: Ed ecco Valente, RIC IX Costantinopoli 29B: Se invece ci spostiamo ad Occidente (qui zecca di Mediolanum) vediamo che solo l’imperatore di sinistra, il senior Valentiniano I, solleva la mappa: Questa e’ la RIC IX Mediolanum 3 A per Valentiniano I: E questa e’ di Valente, la RIC IX Mediolanum 3B: Ci sono tuttavia solidi dove invece i due sovrani sono, per così dire, paritari; come in questi solidi di Treveri per Valente e Valentiniano I: Ho provato a dare una mia interpretazione. In questi ultimi due solidi la legenda e’ VICTORIA AVGG e con ogni probabilità si riferisce alla vittoria nelle guerre contro i germani, alamanni, franchi e goti (che si combatterono dal 364 al 369) e che valsero contemporaneamente ad entrambi i titoli di Germanicus, Alamannicus, Francicus e Gothicus Maximus come era prassi, anche se il grosso dello sforzo fu magari compiuto da uno solo dei due in base alle rispettive sfere di influenza. Particolare e’ qui la comparsa in esergo delle lettere OB che sarebbero le iniziali della parola obryzum, o obryziacum ovvero oro purissimo, raffinato. Queste lettere compaiono sulle monete auree emesse dalle zecche di Treveri, Tessalonica, Costantinopoli ed Antiochia a partire dal 368. Questa marca indica e garantisce dunque la purezza del metallo utilizzato, purezza che e’ stata confermata da indagini compiute in epoca moderna , secondo le quali i solidi coniati dopo il 368 d.C, mostrano una percentuale di oro nel metallo utilizzato superiore al 99%, diversamente da quelli prodotti in precedenza che invece contenevano fino anche a oltre il 6% di argento e rame. Ma chi fu in realmente Valente? Valente fu un grande sfigato: fu coinvolto nella disfatta di Adrianopoli, che inevitabilmente ne pregiudicò il giudizio dei contemporanei e dei posteri. In questa battaglia l’esercito romano venne quasi completamente distrutto dai Goti e lo stesso Valente vi trovò la morte. Questa sconfitta inevitabilmente fece etichettare Valente come sovrano incompetente, inadeguato, ignorante, in particolare al confronto con la dinastia di Costantino e con lo stesso fratello Valentiniano che lo aveva voluto come collega sfidando il consiglio dei soldati. Adrianopoli, dicevamo.....9 agosto 378....il giorno dei barbari..... (855) La battaglia di Adrianopoli - 378 d.C - Il collasso di Roma - YouTube Ammiano Marcellino dice che Valente era un uomo “inter probra medium et praecipua”, ovvero “che aveva qualità straordinarie e orribili in egual misura”. Quando suo fratello lo nominò imperatore aveva trentasei anni. Sulle monete e’ rappresentato quasi sempre come tendente a ingrassare, con il collo robusto e già un accenno al doppio mento. Sempre Ammiano dice che aveva le gambe incurvate e la pancetta e che vedeva male da un occhio. Inoltre, non era istruito, non era di illustri natali, non era carismatico, coraggioso ne’ particolarmente intelligente. Tuttavia, era un bravo agricoltore e un buon soldato (doti queste che gli venivano dalle origini pannoniche), e si conquistò (almeno inizialmente) la fiducia dei sudditi combattendo la corruzione, riducendo le tasse e costruendo opere pubbliche come l’acquedotto di Costantinopoli, ancora i nparte visibile a Istanbul. Tuttavia, fu un fanatico religioso di fede ariana che anziché placare, inasprì i conflitti religiosi. Questa fu forse una delle cause principali della sua crescente impopolarità. Infine, un aspetto positivo per un imperatore romano: era fermamente convinto della supremazia di Roma che riteneva andasse difesa e affermata e della importanza della integrità dello stato romano. Convinzioni queste che contribuirono, nel bene e nel male, alla disfatta sua e del suo esercito. Insomma, Valente era semplicemente un uomo comune con tutte le sue contraddizioni che fu posto di fronte ad una impresa sovrumana e straordinaria, la sfida del potere imperiale, da cui alla fine venne travolto. Tuttavia, ancora oggi non gode di buona fama. In questi giorni sto leggendo un libro di Noel Lensky: Il fallimento dell’impero. Valente e lo stato romano nel quarto secolo d.C.. Nella seconda di copertina Giusto Traina scrive: “Perché occuparsi di un imperatore mediocre, nonché principale responsabile del fallimento dell’impero? Perché è proprio dal bilancio fallimentare del regno di Valente che si possono comprendere le ulteriori vicende dell’impero, in particolare la caduta senza rumore dell’Impero d’Occidente avvenuta poco meno di un secolo dopo Adrianopoli”. Ecco, Adrianopoli….ci risiamo. Ma lo stesso Lensky dice: “Il mio obiettivo non e’ denigrare Valente. Le fonti antiche si sono spinte abbastanza in là nel macchiare la reputazione dell'uomo per tutti gli anni avvenire. Ma non cerco nemmeno di riabilitarlo. Tentativi del genere sono invariabilmente riduttivi e imprevedibili. Al momento non disprezzo Valente né lo ammiro particolarmente. Ha fatto il meglio che poteva per sopravvivere a quello che indubbiamente era il più grande lavoro del mondo dei suoi tempi e la sua caduta finale rappresenta in egual misura una testimonianza delle difficoltà di governare l'impero e degli errori dell'imperatore”. Devo dire che Valente non fu neppure fortunato. Adrianopoli fu solo il culmine, ma egli dovette affrontare incursioni di barbari (Persiani, Goti…) , usurpazioni (Procopio), violazione dei trattati, crisi economiche, lotte religiose intestine e anche catastrofi naturali (le fonti descrivono almeno sette grandi terremoti, un devastante maremoto, una grandinata prodigiosa a Costantinopoli e due carestie, una in Anatolia ed una in Siria). Insomma, un po’ sfigato era. Pero’, che belle monete fece coniare! Ecco una carrellata di altri solidi: Questo e’ un RESTITVTOR REIPUBLICAE di Nicomedia Qui siamo a Siscia, SALVS REIP Credo che queste due emissioni si riferiscano anche esse alla restaurazione ed alla salvezza dell’impero in occasione delle guerre contro i barbari che minacciavano l’integrità del regno. A conferma di ciò, sul solido di Siscia, la presenza di un barbaro prigioniero. Trovo bellissimo questo 1 e ½ solido, con una GLORIA ROMANORVM davvero inusuale: Ricordiamo l’importanza che aveva per Valente proprio la gloria di Roma, del suo potere universale, del suo dominio sul mondo. Fa il paio con questa, con le personificazioni di Roma e Costantinopoli: Molto particolare questo solido: Si vede, tra i due imperatori, una piccola figura togata che dovrebbe essere il piccolo Graziano. Un omaggio dello zio al nipote, associato al trono da Valentiniano I ad occidente. Qui sotto, invece, vediamo un omaggio non solo al nipote, ma anche a fratello: le due figure del rovescio sono infatti Valentiniano I e Graziano: Ovviamente commenti, interventi, correzioni e osservazioni sono bene accetti. Fonti e letture consigliate: - N. Lensky: Il fallimento dell’impero. Valente e lo stato romano nel quarto secolo d.C.; 21 editore - RIC volume IX - Adriano Savio: Monete romane; Jouvence - Alessandro Barbero: 9 agosto 378, il giorno dei barbari; Laterza Ciao da Stilicho3 punti
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Buona giornata a tuti gli amici di lamoneta, oggi tanto per cambiare ancora Murat, un 3 grana del tipo comune con punti in legenda, non comune invece la conservazione in cui l'ho reperita. Interessante anche quel punto che compare dopo l'1 nella data 181.0 non mi era ancora capitato di vederlo. A voi i commenti...io la giudicherei QSPL per il tipo siete d'accordo?? In attesa dei vostri pareri cito qualche appassionato e vi saluto @Rocco68 @gennydbmoney @borbonik @demonetis @Raff82 @caravelle82 @odjob @santone @rhoss e mi fermo. Grazie.3 punti
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Una piastra del 1817 Reimpressa su un 12 Carlini della repubblica Napolitana.3 punti
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Faccio finalmente seguito al precedente messaggio, caro @Litra68. Però, invece di caricare la foto del mio banale marengo acquistato come da propositi per il 2021, carico qui una panoramica, banale anche questa, assolutamente niente di che, però sapete che soddisfazione è poter osservare tutte insieme queste monete?! I due ramini dal nominale più piccolo vengono da un acquisto Bolaffi del 1995 all'incirca, forse il 20 centesimi l'ho acquistato anche prima, e ora, siamo nel 2021, ho aggiunto l'ultimo pezzo mancante (20 lire) per avere la tipologica così come la immaginavo diversi lustri fa. C'ho messo più di 25 anni per metterla insieme (d'altronde se ogni anno comincio una nuova collezione, a parità di disponibilità economiche, non può che diminuire la velocità di raccolta delle mie singole collezioni ?). Come ho scritto altrove, le nostre collezioni crescono con noi, i nostri propositi crescono con noi, e cambiano. Nel corso degli anni ho sostituito delle monete per bilanciare la presenza delle varie zecche, inserendo per esempio il tondello di Bologna per il pezzo da 5 centesimi. E ora sono qua, pago della mia tipologica di Vittorio Emanuele II. Mancheranno per sempre ahimé il 20 centesimi stemma e gli altri valori in oro. Continuerò a sognarli. Però magari tra qualche anno, se riuscirò a mettere da parte qualcosa, se troverò magari la giusta congiuntura di mercato, se in giro si vedrà qualcosa in MB o anche meno, metterò nei propositi anche il 5 lire del 17/3/1861. Ma questa... è un'altra storia! Scusate se modifico, ma non potevo non mettere il tema principale. ...tanto più che di si parla di sogni, di desideri (quali sono i nostri propositi).3 punti
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Ciao a tutti! volevo condividere con voi la gioia della mia prima moneta repubblicana Si tratta di un'oncia in bronzo con la testa di Roma sul dritto, e con la prora sul retro (Crawford 56/7) ; allego qualche foto Siccome ho ancora molto da imparare, volevo chiedervi cosa fosse esattamente quella "patina" sul bordo. Come potete vedere è come una "crosta", ma non saprei definirla in modo tecnico. Qualcuno ha qualche idea? Sapete perchè si forma? Grazie mille per l'attenzione! Daniele2 punti
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Ciao, Il busto al D/ mi sembra quello di papa Innocenzo XI. Ciò che si intravede al rovescio assomiglia al disegno presente su questa medaglia del 1680: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-D154/5 Anche il diametro dovrebbe essere più o meno corretto (33-34 mm) a giudicare dalla foto in mano. Spero di essere stato d'aiuto. Saluti Magus2 punti
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hai avuto anche una risposta a bruciapelo, ora aspettiamo che i peli ricrescano!2 punti
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Se fossi depositario della certezza mi metterei in bermuda e andrei a vedere se Milano è da vendere...? Naturalmente si fa per discorrere di numismatica e ogni ipotesi ha dignità e va soppesata.2 punti
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Esaurito é il venditore, non il catalogo.2 punti
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1979 Tonga - 10 seniti (100 Seniti = 1 Pa'anga) emissione FAO2 punti
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@Adelchi66 se hai ragione sei come il primo amichetto che ti dice che Babbo Natale non esiste ?2 punti
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Ti rispondo volentieri : tu stesso ammetti di non conoscere questa monetazione, però ti lanci in commenti abbastanza fuori luogo,non bisogna leggere tutti i libri di monetazione imperiale romana o possedere tutti i cataloghi di aste per conoscere la patina malachite che è probabilmente la patina più ricercata e apprezzata dai collezionisti ed il fatto che tu non l'abbia mai vista non è dirimente ai fini della discussione , è solo una tua lacuna e nient'altro ,io non ho mai visto tante cose ma non per questo esse non dovrebbero esistere e soprattutto non commento monetazione che non conosco ,leggo , guardo e cerco di imparare. La mia non vuole essere una critica personale rivolta a te ma troppo spesso capita che utenti che scrivono poco ma a ragion veduta o che magari peccano di laconicita' vengano ,per così dire ,presi sottogamba da altri utenti che per loro stessa ammissione sono a digiuno dell'argomento trattato. Tornando alla moneta ricordo a tutti che stiamo giudicando da una foto e che tutto può essere . Il mio parere l'ho già espresso ,si tratta con buone probabilità di una moneta genuina ,con una patina convincente con tutto il suo carico di piccoli difetti , colpi,usura e distacchi. Consiglio ai neofiti che abbiano voglia e curiosità di vedere altri esempi di tale patina il libro : le preziose patine dei sesterzi di Roma imperiale. Poi fate vobis ,io non devo convincere nessuno. Saluti Adelchi.2 punti
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Al netto della differenza quantitativa (la maggior parte degli esemplari riporta I), le due curve sembrano potersi sovrapporre facilmente sempre attorno al peso medio di circa 4.5 grammi. Resto a vostra disposizione per ogni tipo di suggerimenti e nuovi dati (immagini, pesi ecc.). Grazie, questo ormai è il mio compito. Scherzi a parte, ormai sono più di cinque anni da quando ho iniziato questa avventura, che è ovviamente di nicchia ma che grazie a voi e a molti altri mi sta dando grandi soddisfazioni. Prima o poi dovrò affrontare, lo so, lo studio della successione dei conii, che già normalmente è difficile per monete "normali", figuriamoci per queste. Ma il bello della numismatica di oggi è anche questo. Spulciare non solo più nei Libri, ma anche nelle comunità come il nostro bellissimo Forum!1 punto
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2) ANALISI DELLE VARIANTI EPIGRAFICHE Le percentuali rimangono sostanzialmente immutate: E l’associazione tra i due gruppi anche: Infine, su suggerimento del prof. Michael Metcalf, ho voluto associare pesi e legende, per vedere se l’ipotesi di una diminuzione progressiva del peso da I a IF (che sappiamo ormai con certezza essersi avvicendate da Nicosia a Famagosta) potesse reggere. In effetti pare che invece non sia così:1 punto
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Nuovo entrato nella collezione di Scudi Collo Lungo : Vittorio Emanuele II (Regno di Sardegna) 5 Lire 1858 Torino . Mir Savoia 1057q1 punto
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Bentornato dopo una lunga assenza, Francesco! Complimenti per i mezzi Tornesi1 punto
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Vi mostro anche i miei piccoli pezzi di ferdinando1 punto
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Sono 50 Dirhams 1979 della Libia. https://it.ucoin.net/coin/libya-50-dirham-1979/?tid=343321 punto
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Buonasera! Anche secondo me è autentica. Peccato per la spatinatura direi più che aggressiva, quasi criminale. Peccato.... Le macchie verdi sono i residui dell'ossidazione che non sono stati tolti con la spatinatura. Saluti.1 punto
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Buon pomeriggio Filippo Di questa moneta, che a me pare assolutamente originale, ci sono più varianti; le discriminanti sono principalmente 2: - aspetto iconografico; - dati ponderali .... che non ci sono. Dalla sola iconografia ritengo si tratti del tipo più piccolo con la scritta ARMATA per esteso. Il Montenegro la classifica come R2; più che spatinato è stato raschiato alla grande .... peccato. Per quanto riguarda le incrostazioni di verderame sono proprio minime .... considera le dimensioni reali e non l'ingrandimento. Complimenti e saluti luciano1 punto
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Veramente un'analisi completa e sistematica! Molto interessante. Tra l'altro mi sembra anche abbastanza statisticamente rilevante, portando alla conclusione a cui ero giunto io facendo però un'analisi più grossolana: gli esemplari senza interruzione sono ben più rari (tanto che all'inizio avevo addirittura dubitato della loro autenticità ). Saluti!1 punto
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Sempre premesso che sono opinioni personali guardando una foto, a me la A e la X non sembrano interessate da residui di conio ma incise. La P mi viene il dubbio che possa essere in parte formata da un saggio a mezzaluna, ma questo potrebbe anche essere stato intenzionale (trovo un segno e lo proseguo con un’incisione).1 punto
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Buon giorno. Le vendite in rete di queste monete, si aggirano su un prezzo di 5/6 euro, per i tre pezzi complessivamente. Per specificare meglio 3 euro per le 500 lire 2 euro per le 200 lire e 1 euro per le 20 lire. Trattandosi poi di monete di vari anni, assemblate da privati, (quindi non cartoncini di emissioni ufficiali) forse neanche in fdc credo non si possa essere più precisi. Cordiali saluti. Gabriella1 punto
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Al contrario di questo che ci prova.... però la spedizione è gratuita!1 punto
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Sinceramente il 2 Lire quadriga briosa lo acquisterei solo in alta conservazione. È una moneta bellissima, oltretutto abbastanza comune, quindi abbordabile a cifre ragionevoli anche prossima al FDC. È la sorellina del 5 Lire del '14, vedere dal vivo quei rilievi così belli, se pur più piccoli, è suggestivo. Non acquisterei al di sotto del SPL solo per tappare il buco, attenderei quella più bella al prezzo giusto. La numismatica è come la pesca, ci vuole una grande pazienza! Ma una volta trovata la preda giusta la soddisfazione è grande!1 punto
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Anche se ho ripreso da poco questa passione, do il mio parere da novellino... Preciso che tengo d'occhio monetazione del regno, più che altro. Le monete più richieste, siano esse per rarità o bellezza, in alta conservazione, vengono proposte a prezzi alti e stabili, se non addirittura in aumento (poi bisogna vedere quante, sono realmente vendute, e a che prezzo). Quelle in media e bassa conservazione, quelle diciamo "per riempire il buco" nelle collezioni, mi sembra che non se li fili più nessuno... Credo che, coloro che hanno iniziato decenni fa e che hanno disponibilità economica adeguata, continuino a collezionare e mantenere vivo il mercato delle alte conservazioni. Credo inoltre che questa passione, raccolga meno consensi di un tempo, tra i giovani e giovanissimi, che, con le tasche vuote e vite da costruire, potevano permettersi solo medie e basse conservazioni, mentre adesso, vista la situazione economica (che era già tragica ben prima del covid), credo abbiano altre priorità, che non andare a riempire una casella in un album... Per fare un parallelo, io colleziono anche radio d'epoca, di vario tipo; anche li, il mercato, è cambiato. Il numero dei collezionisti disposti a spendere bei soldoni per un pezzo raro e ben restaurato, si è ridotto drasticamente (l'anagrafe purtroppo non perdona). I pochi che comprano, non hanno i soldi per pezzi "importanti"; e i pochi soldi che hanno, non vanno certo a metterli in pezzi mal messi e comuni... Ovviamente il tutto al netto della necessità o meno di vendere; per qualsiasi oggetto, se uno ha fretta/necessità e svende, qualcuno che compra, lo trova sempre...1 punto
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Quando uno pensa di averle viste tutte... Quello che mi lascia perplesso sono i 160 venduti, forse grazie alla spedizione “economica”.1 punto
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Verso il 1320 compaiono nell'area monetaria del Nord-est i grossi aquilini, imitazioni di quello meranese. Vengono battuti nelle zecche di Padova, Treviso e Vicenza e in molti casi servivano per pagare le truppe germaniche. Tutt'e tre portano il nome della città e l'autorità emittente è rappresentata nello scudetto presente su uno dei lati della moneta. I grossi aquilini scacciano dal mercato monetario della marca i grossi veneziani e costringono Venezia a reagire coniando nuove tipologie che vedremo in seguito (MEC 12, pag. 560). Grosso aquilino di Vicenza Grosso aquilino di Padova Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buongiorno a tutti, Auguri a tutti i Giuseppe e buona festa del Papà. Segnalo (già presente in bibliografia numismatica meridionale) questo interessante quaderni di Studi del Circolo Numismatico Mario Rasile di Formia, e riporto una rappresentazione in esso contenuta. Saluti Alberto1 punto
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Ad ora ci sono: Portogallo "presidenza UE" (rotolino, FDC, FS) Italia "Roma capitale" (rotolino per collezionisti, FDC, FS...non ancora rotolino normale) Germania "Duomo magdeburgo" (i rotolini arriveranno tra qualche mese) Lettonia "Lettonia 100 de iure" (ad ora solo FDC, i rotolini arriveranno tra qualche mese) San Marino "Caravaggio" (come di consueto solo FDC) Spagna "Toledo" (rotolino, divisionale FDC, FDC, FS) Se c'è qualche errore o mancanza per favore correggetemi1 punto
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Quindi Lei circoscrive l'ambito di applicazione dell'art. 63 del Codice del Consumo alle sole vendite per corrispondenza; mi permetta di dissentire sulla base del combinato disposto degli artt. 60 e 63 del Codice del Consumo. L'art. 60 prevede che il disposto dell'art. 63 si applichi a tutti i contratti di vendita e non limita affatto l'operatività di tale norma ai casi di vendita per corrispondenza. Per cui, anche nei casi diversi dalla vendita per corrispondenza, se il venditore ha l'obbligo di provvedere alla spedizione dei beni, il passaggio del rischio della perdita o del danneggiamento della merce e qualora l'acquirente sia un consumatore avverrà al momento della consegna, salvo il caso in cui sia stato il consumatore a scegliere il vettore; solo in questo preciso caso il venditore è liberato con la semplice consegna al vettore. Ma non basta: occorre che il venditore non abbia proposto tale scelta (art. 63 comma 2) Se lo ha fatto, non è liberato. Attenzione: se l'acquirente non è un consumatore ma un numismatico professionista, non si applicheranno tali norme del Codice del Consumo; quindi il venditore risponderà della perdita o del danneggiamento del bene solo fino al momento della consegna al vettore. Nelle vendite all'asta in cui l'aggiudicatario è un consumatore il punto cruciale è stabilire se la casa d'aste si è assunta l'obbligo di provvedere alla spedizione del bene. Per stabilirlo ritengo importante, come correttamente ha suggerito allek nel post 10, guardare alle condizioni generali di vendita relative alla specifica asta. Io, nel post 114, ho riportato che vi sono condizioni di vendita che prevedono che l'invio avviene in plico postale assicurato a spese e rischio del destinatario. Si legga ad esempio il punto 11 dell'estratto delle condizioni di NAC:1 punto
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Non mi pare che Allek abbia risposto solo per quanto riguarda la "vendita per corrispondenza. Allek ha citato l'art. 63 del Codice del consumo relativo ai "contratti che pongono a carico del professionista l'obbligo di provvedere alla spedizione dei beni". Allek ha poi specificato che se un professionista, come lo è una casa d'aste, offre il servizio di spedizione è ravvisabile proprio l'obbligo di provvedere alla spedizione , con conseguente applicabilità del citato art. 63. In altri termini, se una casa d'aste non vuole alcuna responsabilità in merito al trasporto della merce, dica all'acquirente che venga a ritirarsela di persona oppure che mandi un terzo (trasportatore) da lui scelto a ritirarla.1 punto
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Buonasera a tutti gli appassionati di Cavallucci. Mi è piaciuto per i troppi particolari "fuori norma". Cosa ne pensate della criniera del Cavallo e dell'aquila grande? Ha pure RENGI1 punto
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Spero vi faccia piacere ri-ri-ri-rivederla di nuovo. Piastra 1834 con contromarca BOMBA sul collo di Ferdinando II. D/ FERDINANDVS II. - DEI GRATIA REX R/ REGNI VTR. SIC ET HIER Taglio inciso al rovescio Riferimenti : D'Incerti 173/L Pagani 193/B Magliocca 539/1 R3 Collezione Rocco68 N° 394 Provenienza: InAsta N°9 del 7 Novembre 2004 - lotto 877 Peso grammi 27,461 punto
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La discussione è interessante e non merita la chiusura, la riapro dopo aver oscurato i messaggi di richiesta scambio, augurandomi che si sia ben compreso che c'è una sezione apposita. petronius :)1 punto
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