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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/28/21 in Risposte
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asta Neacoins del 17/09/2016: Medaglie. Napoli. Medaglia 1707. Ae. Coniata con due lamine con lava in mezzo. Per il ringraziamento dei Napoletani dopo l'eruzione del Vesuvio ed il cambio di governo. Opus Hamerani. Siciliano 73. Peso gr. 19,98. FDC. Il più bell'esemplare conosciuto. RRR. ?4 punti
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BEEEEEEEEEEEEEEEEEPPPP!!!!!!! BEEEEEEEEEEEEEEEEEPPPPPPPPPPPPPPP!!!!!! 100€ la moneta, il resto è il costo orario per averla rovinata. ? Prima di acquistare qualcosa chiedi sempre qui, vedrai che a trovarne uno intonso o, per lo meno, pulito ma non rovinato, ce la facciamo. Ciao! TWF4 punti
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Nuovo esemplare in collezione : Testone Bonifacio II Paleologo (1518-1530) , Zecca di Casale4 punti
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Aggiudicata in asta Artemide maggio 2020 Lotto 845: Vittorio Emanuele III (1900-1943). Medaglia 1938 per la visita del Fuehrer Adolf Hitler a Napoli. D/ Veduta del golfo di Napoli durante le manovre navali; sotto l'elenco delle navi. R/ Le navi in formazione; sotto l'elenco delle due squadre navali. Casolari XVI/9. AE. mm. 112.00 Inc. G. Romagnoli. RRR. Insignificanti segnetti sul bordo ad ore sei del diritto. SPL+.3 punti
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Aggiudicata in asta Numismatica Picena del 13/04/2019: Venezia. Marino Zorzi (1311-1312). Grosso o matapan AG gr. 2,18. Paolucci 2. Molto raro. Esemplare di insolita conservazione, q.SPL ?3 punti
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Aggiudicata in asta Artemide 3-4/11/2018: Venezia. Francesco Morosini (1688-1694). Scudo della croce, Alvise Gritti massaro.CNI 9. Paol. 7. AG. g. 31.43 R. Conservazione eccezionale. SPL+. ?3 punti
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Da veneto a veneto, chiaro e schietto: Apri continue discussioni per monete, medaglie, statuine ed è tanto che tu riesca a inserire foto decenti... gli utenti che chi stanno dando una mano, non ti chiedono se provengono da scavi o meno... ma ti chiedono cortesemente di fare foto a fuoco, di mettere fronte/retro, peso e diametro. Cosa ti costa provvedere?!3 punti
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Era saldato su tubi di rame o di ottone dei rubinetti e scarichi... il piombo fa la biacca3 punti
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viviamo in un Paese dove le norme sembrano voler favorire i comportamenti illeciti e gli organi di controllo colpiscono unicamente il mercato ufficiale, ignorando il "sottobosco " ciascuno pensa unicamente al proprio orticello, alla propria carriera e noi non siam9 più cittadini, ma sudditi. mala tempora currunt3 punti
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Aggiudicata in asta Artemide giugno 2020 Lotto 1114: Marcantonio Giustinian (1684-1688). Medaglia 1685 per le vittorie in Morea. D/ LEONI ULTORI. Braccio che esce dalle nubi e pone corona e ramo di palma sul capo del Leone di San Marco, volto a sinistra, che tiene incatenati a sè cinque prigionieri turchi. R/ Rappresentazione cartografica del Peloponneso. Volt. 1044. Rizzini 954. AG. g. 20.20 mm. 36.60 Inc. G. Hautsch. RR. BB.2 punti
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Aggiudicata in asta Numismatica Picena del 13/04/2021: Venezia. Francesco Loredan (1752-1762). Osella anno IV/1755 (sigla A-D; Antonio Diedo massaro) AG gr. 9,89. Paolucci II, 238. Bellissima patina iridescente su fondi lucenti e conservazione eccezionale, FDC ?2 punti
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asta Varesi Numismatica n. 76 del 05/05/2020 - Lotto 233: VENEZIA - FRANCESCO LOREDAN (1752-1762) Scudo della croce, sigle GAC. D/ Croce fogliata R/ Leone di S. Marco in soldo. Paol. 11 Ag g 31,18 • Esemplare di grande bellezza per conservazione e patina q.FDC ?2 punti
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Il collezionismo di monete può avere alti e bassi come tutti i fenomeni umani, adesso siamo in una fase particolare che favorisce una sua espansione con conseguenti rialzi nei prezzi, magari tra qualche anno la situazione troverà un nuovo equilibrio, ma, a mio parere, questa specifica forma di collezionare, la raccolta di monete, difficilmente vivrà una crisi paragonabile al collezionismo filatelico... le monete esistono da secoli, così come sono secoli che sono collezionate, vi è una lunghissima tradizione di storia, studi, collezioni e collezionisti, non si tratta di un fenomeno effimero, inoltre vi è una considerazione che non sempre viene tenuta in conto nella sua giusta prospettiva, cioè l'altissima collezionabilità dell'oggetto moneta, quando ci si riflette un po' si scopre che non esiste nessun altro oggetto confrontabile con le monete che possieda in pari misura una vasta dimensione storica e spaziale, più di duemila anni, dai greci ai tempi attuali, diffusione in ogni paese e continente, e al contempo risulti abbordabile e comodo da raccogliere anche per persone comuni, tutt'altro che ricche, non mi risulta esistano altri oggetti risalenti all'antichità classica che possano essere collezionati con una spesa accessibile, un bronzo greco e un denaro romano si possono trovare in buona conservazione a qualche centinaio di euro, il tutto anche con risparmio di spazio, le monete anche in un numero cospicuo ne occupano poco... per fare un esempio alternativo, i libri, l'altra mia grande passione, quando si vuole andare più indietro nel tempo i limiti di accessibilità sono immediati, il libro antico a stampa anche non raro e in una buona conservazione ha prezzi mediamente superiori alla maggior parte delle monete, per non parlare poi degli incunaboli, i primi libri a stampa del quattrocento, o addirittura dei manoscritti medievali, oggetto di raccolte di esclusiva portata nababbica oppure pubbliche, il patrimonio librario antico poi è andato del tutto perduto a parte qualche frammento di papiro che ogni tanto si tira fuori dagli arcaici cumuli di immondizia egiziaca... ecco io credo che questa semplice considerazione sia un po' una "garanzia" sulle prospettive del collezionismo numismatico, anche senza tenere in conto degli effetti espansivi della globalizzazione, di internet e attualmente del covid...2 punti
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Potrebbero essere state coniate appositamente dagli incisori come archivio o per mostrarle ai committenti, come questo mio quadro molto più recente.2 punti
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Ho capito chi è. E' un buon venditore. Ma Nerone o lo paghi molto caro o trovi quel che c'è. Fai alcune considerazioni: Nero è l'imperatore più ricercato fin dal Rinascimento (specie il Decursio), quindi le sue monete le paghi molto più che un altro imperatore. Inoltre è molto molto difficile trovarlo senza puliture invasive, abbassamento dei piani, ripatinature, o addirittura bulinature se non falsi tout-court. Questi sono grossi handicap. Conclusione: o hai pazienza, buon occhio, e un discreto portafoglio. Oppure è meglio che ti dirigi su imperatori meno di moda, ma ugualmente affascinanti come Traiano, Antonino Pio etc., perché sicuramente avrai molta più scelta, di miglior qualità a una frazione del prezzo.2 punti
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Italia, 500 Lire 1985 Dedicata al 200° anniversario della nascita di Alessandro Manzoni Al rovescio : La sperada di Lucia, tipica acconciatura femminile in uso in Brianza fino ai primi anni del 20° secolo.2 punti
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Aggiudicata in asta Artemide del 31-08/01-09 2019: Venezia. Tessera alimentare per l'olio, XVI sec. Volt. 614. AE. g. 3.81 mm. 21.00 R.21x22 mm Bel BB.Come ogni ramo del commercio a Venezia, anche quello dell'olio era sottoposto alla diretta sorveglianza dello Stato. Fin dal XIII secolo una particolare magistratura, la Ternaria Vecchia, sovrintendeva all'imposizione ed esazione dei dazi; a comporla erano i Visdomini della Ternaria e, successivamente, dei provveditori speciali. Il loro compito era difficile e delicato: oltre a regolare l'introduzione dell'olio essi ne fissavano il prezzo e si preoccupavano che i poveri fossero messi in condizione di ottenere una quantità sufficiente a un prezzo particolarmente accessibile. A questo fine i commercianti presentavano ai Provveditori le tessere che i poveri avevano loro consegnato avendone in cambio dell'olio; tali contrassegni corrispondevano, alla fine , a vero e proprio denaro. I poveri li ricevevano da una commissione che veniva istituita dai Provveditori in ogni contrada della città, presso il parroco, e che era composta da un nobile, da un cittadino e da un artigiano con l'incarico di identificare i poveri e distribuire alle loro famiglie tessere necessarie alle loro necessità. ? Integro con il riferimento allo studio apparso su RIN 1921 (Le tessere veneziane dell'olio, di G. Majer) che, per pronto riscontro, metto a fattor comune (cfr. RIN1921.pdf (socnumit.org), nonché la descrizione del tipo di tessera in oggetto (cfr. allegati file 001.pdf e 002.pdf). ? 002.pdf 001.pdf2 punti
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Repubblica Democratica Tedesca, 10 mark 1985 Commemorativa del 40° anniversario della Liberazione Al rovescio : Memoriale dell'Armata Rossa, monumento al soldato sovietico liberatore, a Berlino; leggenda : 40. Anniversario della vittoria sul fascismo hitleriano e della liberazione del popolo tedesco dal fascismo2 punti
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Buona sera a tutti, il ritrovamento è molto interessante perché come già e stato fatto notare dall'amico @avgvstvs si tratta prevalentemente di denari di lucca o sua imitazione/contraffazione. Di castel Manfrino ne ho sentito parlare per la prima volta al Veronafill di novembre 2019 da un numismatico di quella zona che dava per certa la natura di zecca clandestina per la produzione di denari Lucchesi, rileggendo invece il capitolo dedicato alle zecche clandestine sopracitato da avgvstvs la Baldassarri non ne sembra poi così convinta. Solo guardando una foto non si possono fare troppe congetture ma questi non sembrano essere tondelli in rame suberato e presentano pure caratteristiche di coniazione conformi a alla zecca ufficiale martellate comprese, @monbalda che ha visionato i tondelli di Castel manfrino parla invece di tondelli in rame senza tracce di argento, doveva trattarsi quindi di falsificazione nella composizione metallica contrariamente a quanto avveniva al Castellaccio di Garfagnana dove si producevano monete con il giusto fino in argento, a mio parere è difficile mettere in relazione il ripostiglio con una eventuale zecca clandestina ma aspettiamo fiduciosi?.2 punti
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Potrebbe essere il 102 b dell'aggiornamento 2020 cui fa riferimento Grigioviola: https://www.academia.edu/42147655/Composite_list_Coinage_of_Carausius_and_his_Colleagues nel qual caso ha un confronto al BM. https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1995-0514-1 Ciao Illyricum2 punti
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Aggiudicata in asta Artemide 15-16/09/2018: Venezia. Sebastiano Ricci (1659-1734), pittore e incisore. Medaglia coniata. D/ SEBASTIANVS RICCIVS PICT. VENET. Busto a destra. V.F. R/ NATVS/ MDCLIX/ OBIIT/ MDCCXXXIIII/ I. V. entro corona d'alloro. Volt. 1577 (questo esemplare). AE.mm. 36.50 Inc. Giovanni Zanobio Weber. RR. FDC. ?1 punto
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Perché Valente? Come ricorderete, poco tempo fa ho pubblicato una discussione su un frammento di siliqua attribuita a Valente e che, molto probabilmente, era una imitativa (Detriti sulla "baia" - Monete Romane Imperiali - Lamoneta.it - Numismatica, monete, collezionismo). Nel preparare quel lavoro, mi è venuta voglia di approfondire la figura di questo imperatore che, diciamolo, è sempre stato accompagnato da una accezione negativa (e ne comprendiamo anche il perché, ne parleremo). Da ciò, ho iniziato ad interessarmi anche alle sue monete; in particolare mi hanno colpito quelle in oro. Come forse saprete, a me piacciono molto i bronzi del IV secolo e, onestamente, non mi sono mai soffermato molto sulla monetazione aurea di questo periodo, se non in occasione di qualche discussione sul nostro forum (forse anche in maniera inconscia l' ho sempre vista piuttosto lontana, non potendomene permettere l’acquisto). Ho scoperto però che le monete auree hanno un grande fascino, non solo dovuto al fatto che l’oro e’ un metallo incorruttibile, ma anche perché sono davvero di grande qualità stilistica ed artistica, veri piccoli capolavori molto curati, anche nelle tecniche di coniazione. Ma chi era Valente? Valente era il fratello minore di Valentiniano I il quale, giunto al potere nel 364 con l’appoggio dei militari della guardia imperiale, lo aveva associato al trono comprendendo la difficoltà di gestire da solo un regno tanto vasto. Su questa decisione aveva però anche pesato l’opinione degli stessi soldati che si rendevano conto delle difficoltà nella gestione di un impero così ampio e che avevano caldeggiato un co-reggente, anche se avrebbero forse preferito un estraneo anziché’ Valente (forse perché meglio controllabile? O forse perché intuivano le scarse attitudini al comando di Valente? Non e’ escluso che lo stesso Valentiniano I abbia fatto lo stesso ragionamento....). Quindi Valentiniano I tenne per sé l’occidente e affidò l’oriente a Valente, iniziando di fatto quella divisione dell’impero che poi sarebbe in fondo perdurata fino alla sua fine avvenuta circa un secolo dopo. In realtà, sebbene gli fosse stato conferito sin quasi da subito il titolo di Augusto, Valente fu subordinato di fatto al fratello. Non ci sono, infatti, dubbi sul fatto che Valentiniano I, nel dividere il potere con Valente, intendesse comunque tenere nelle sue mani le redini dello stato. Era il più anziano, il più esperto ed era il solo sul quale erano caduti i voti del corpo elettorale. La sua parte dell’impero comprendeva tre delle quattro prefetture e l’intero Illirico, da sempre terra di reclutamento dei soldati. E poi (cosa forse ancora più importante in chiave di supremazia), possedeva Roma, la capitale reale e morale dell’intero impero. Come dice lo storico Schiller (Geschichte der römischen Kaiserzeit, ii, pag 350), nella sua divisione Valentiniano I mostrò che intendeva che la subordinazione dell’Oriente all’Occidente fosse permanente. Non da ultimo, da notare l’elevazione al rango di augusto di suo figlio Graziano nel 367. E Valentiniano si adoperava per rendere chiaro che, sebbene avesse condiviso con Valente i pieni poteri, non si trattava affatto di parità di poteri. La documentazione disponibile mostra però come Valente non si preoccupasse affatto di questa posizione di inferiorità e anzi pare che abbia accettato di prendere ordini da suo fratello e che abbia preso decisioni e messo in atto iniziative per suo volere Non poteva mancare, in tal senso, la “voce” delle monete, da sempre forte strumento di propaganda. Ne e’ la prova una coppia di solidi con la legenda VOTA PVBLICA emessi per la prima volta nel 368 e che mostra i due imperatori nimbati con indosso l’abito consolare e seduti su un trono uno accanto all’altro in segno di unità e comunione di intenti. Ora, sui solidi VOTA PVBLICA coniati nelle zecche orientali sotto il controllo di Valente, entrambi gli imperatori sollevano una mappa (la bandiera da corsa) nella loro mano destra, come segno di potere. Ecco Valentiniano, RIC IX Costantinopoli 29 A: Ed ecco Valente, RIC IX Costantinopoli 29B: Se invece ci spostiamo ad Occidente (qui zecca di Mediolanum) vediamo che solo l’imperatore di sinistra, il senior Valentiniano I, solleva la mappa: Questa e’ la RIC IX Mediolanum 3 A per Valentiniano I: E questa e’ di Valente, la RIC IX Mediolanum 3B: Ci sono tuttavia solidi dove invece i due sovrani sono, per così dire, paritari; come in questi solidi di Treveri per Valente e Valentiniano I: Ho provato a dare una mia interpretazione. In questi ultimi due solidi la legenda e’ VICTORIA AVGG e con ogni probabilità si riferisce alla vittoria nelle guerre contro i germani, alamanni, franchi e goti (che si combatterono dal 364 al 369) e che valsero contemporaneamente ad entrambi i titoli di Germanicus, Alamannicus, Francicus e Gothicus Maximus come era prassi, anche se il grosso dello sforzo fu magari compiuto da uno solo dei due in base alle rispettive sfere di influenza. Particolare e’ qui la comparsa in esergo delle lettere OB che sarebbero le iniziali della parola obryzum, o obryziacum ovvero oro purissimo, raffinato. Queste lettere compaiono sulle monete auree emesse dalle zecche di Treveri, Tessalonica, Costantinopoli ed Antiochia a partire dal 368. Questa marca indica e garantisce dunque la purezza del metallo utilizzato, purezza che e’ stata confermata da indagini compiute in epoca moderna , secondo le quali i solidi coniati dopo il 368 d.C, mostrano una percentuale di oro nel metallo utilizzato superiore al 99%, diversamente da quelli prodotti in precedenza che invece contenevano fino anche a oltre il 6% di argento e rame. Ma chi fu in realmente Valente? Valente fu un grande sfigato: fu coinvolto nella disfatta di Adrianopoli, che inevitabilmente ne pregiudicò il giudizio dei contemporanei e dei posteri. In questa battaglia l’esercito romano venne quasi completamente distrutto dai Goti e lo stesso Valente vi trovò la morte. Questa sconfitta inevitabilmente fece etichettare Valente come sovrano incompetente, inadeguato, ignorante, in particolare al confronto con la dinastia di Costantino e con lo stesso fratello Valentiniano che lo aveva voluto come collega sfidando il consiglio dei soldati. Adrianopoli, dicevamo.....9 agosto 378....il giorno dei barbari..... (855) La battaglia di Adrianopoli - 378 d.C - Il collasso di Roma - YouTube Ammiano Marcellino dice che Valente era un uomo “inter probra medium et praecipua”, ovvero “che aveva qualità straordinarie e orribili in egual misura”. Quando suo fratello lo nominò imperatore aveva trentasei anni. Sulle monete e’ rappresentato quasi sempre come tendente a ingrassare, con il collo robusto e già un accenno al doppio mento. Sempre Ammiano dice che aveva le gambe incurvate e la pancetta e che vedeva male da un occhio. Inoltre, non era istruito, non era di illustri natali, non era carismatico, coraggioso ne’ particolarmente intelligente. Tuttavia, era un bravo agricoltore e un buon soldato (doti queste che gli venivano dalle origini pannoniche), e si conquistò (almeno inizialmente) la fiducia dei sudditi combattendo la corruzione, riducendo le tasse e costruendo opere pubbliche come l’acquedotto di Costantinopoli, ancora i nparte visibile a Istanbul. Tuttavia, fu un fanatico religioso di fede ariana che anziché placare, inasprì i conflitti religiosi. Questa fu forse una delle cause principali della sua crescente impopolarità. Infine, un aspetto positivo per un imperatore romano: era fermamente convinto della supremazia di Roma che riteneva andasse difesa e affermata e della importanza della integrità dello stato romano. Convinzioni queste che contribuirono, nel bene e nel male, alla disfatta sua e del suo esercito. Insomma, Valente era semplicemente un uomo comune con tutte le sue contraddizioni che fu posto di fronte ad una impresa sovrumana e straordinaria, la sfida del potere imperiale, da cui alla fine venne travolto. Tuttavia, ancora oggi non gode di buona fama. In questi giorni sto leggendo un libro di Noel Lensky: Il fallimento dell’impero. Valente e lo stato romano nel quarto secolo d.C.. Nella seconda di copertina Giusto Traina scrive: “Perché occuparsi di un imperatore mediocre, nonché principale responsabile del fallimento dell’impero? Perché è proprio dal bilancio fallimentare del regno di Valente che si possono comprendere le ulteriori vicende dell’impero, in particolare la caduta senza rumore dell’Impero d’Occidente avvenuta poco meno di un secolo dopo Adrianopoli”. Ecco, Adrianopoli….ci risiamo. Ma lo stesso Lensky dice: “Il mio obiettivo non e’ denigrare Valente. Le fonti antiche si sono spinte abbastanza in là nel macchiare la reputazione dell'uomo per tutti gli anni avvenire. Ma non cerco nemmeno di riabilitarlo. Tentativi del genere sono invariabilmente riduttivi e imprevedibili. Al momento non disprezzo Valente né lo ammiro particolarmente. Ha fatto il meglio che poteva per sopravvivere a quello che indubbiamente era il più grande lavoro del mondo dei suoi tempi e la sua caduta finale rappresenta in egual misura una testimonianza delle difficoltà di governare l'impero e degli errori dell'imperatore”. Devo dire che Valente non fu neppure fortunato. Adrianopoli fu solo il culmine, ma egli dovette affrontare incursioni di barbari (Persiani, Goti…) , usurpazioni (Procopio), violazione dei trattati, crisi economiche, lotte religiose intestine e anche catastrofi naturali (le fonti descrivono almeno sette grandi terremoti, un devastante maremoto, una grandinata prodigiosa a Costantinopoli e due carestie, una in Anatolia ed una in Siria). Insomma, un po’ sfigato era. Pero’, che belle monete fece coniare! Ecco una carrellata di altri solidi: Questo e’ un RESTITVTOR REIPUBLICAE di Nicomedia Qui siamo a Siscia, SALVS REIP Credo che queste due emissioni si riferiscano anche esse alla restaurazione ed alla salvezza dell’impero in occasione delle guerre contro i barbari che minacciavano l’integrità del regno. A conferma di ciò, sul solido di Siscia, la presenza di un barbaro prigioniero. Trovo bellissimo questo 1 e ½ solido, con una GLORIA ROMANORVM davvero inusuale: Ricordiamo l’importanza che aveva per Valente proprio la gloria di Roma, del suo potere universale, del suo dominio sul mondo. Fa il paio con questa, con le personificazioni di Roma e Costantinopoli: Molto particolare questo solido: Si vede, tra i due imperatori, una piccola figura togata che dovrebbe essere il piccolo Graziano. Un omaggio dello zio al nipote, associato al trono da Valentiniano I ad occidente. Qui sotto, invece, vediamo un omaggio non solo al nipote, ma anche a fratello: le due figure del rovescio sono infatti Valentiniano I e Graziano: Ovviamente commenti, interventi, correzioni e osservazioni sono bene accetti. Fonti e letture consigliate: - N. Lensky: Il fallimento dell’impero. Valente e lo stato romano nel quarto secolo d.C.; 21 editore - RIC volume IX - Adriano Savio: Monete romane; Jouvence - Alessandro Barbero: 9 agosto 378, il giorno dei barbari; Laterza Ciao da Stilicho1 punto
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Zecca di Aquileia Marquardo ( 1365 - 1381 ) denaro con croce tirolina cat. Bernardi 581 punto
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Teoria affascinante e nemmeno così improbabile. Se così fosse, si tratterebbe di una testimonianza storico-numismatica davvero molto importante, soprattutto per i collezionisti di medaglie italiane dei primi dell’800.1 punto
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Ciao @Asclepia posto il contorno di 4 monete mie dei 3 Grana di Murat. Dall'alto in basso il 1° ed il 2° sono di 1° Tipo, gli altri due di 2° Tipo. I primi 3 "a serpentina", l'ultimo "a treccia". Siccome è verosimile che tali monete siano state coniate sulle monete di Ferdinando IV, ed il 6 Tornesi dal 1799 al 1803 corrisponde sia come peso, sia come diametro, sarebbe interessante conoscere se esistano dei 6 Tornesi con contorni "a serpentina". Probabilmente la risposta e no, ma a questo punto è logico chiedersi su quale altra moneta ( anche straniera ) siano stati coniati i 3 Grana. Nella foto ho evidenziato con il circoletto rosso un particolare del contorno della prima moneta che assomiglia abbastanza al cosiddetto "occhio" della moneta di Cristiano. Lascio a Voi le conclusioni, Saluti a Tutti, Beppe1 punto
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Ecco il dritto La mia naturalmente è un'ipotesi che cercherò di chiarire brevemente Per contatti o scambi intendo questi forzati da uno stato di necessità, non certo contatti commerciali, quindi se consideriamo che la deportazione che i liguri hanno subito da Roma interessò decine di migliaia di individui e che una parte di loro fu costretta a separarsi dalle famiglie, dai clan di appartenenza e dai beni materiali che possedevano, possiamo immaginare quanto fosse forte in loro il bisogno di tornare alla loro terra. Potrei citare esempi di situazioni simili che ho conosciuto personalmente alla fine del 900 e che credo non avrebbero nulla di meno drammatico di quella dei liguri, e comunque le persone da me conosciute hanno sempre tentato di ricostruire i propri rapporti nel paese che avevano dovuto abbandonare, e che teoricamente non avrebbero potuto rivedere. spesso con successo. Tornando alla storia antica credo che sarebbe bastato che un centinaio di individui riuscisse a fare ritorno nelle zone di origine sulle migliaia interessati dalla deportazione perché vi fosse la contaminazione culturale di cui parlo. Infatti prima di fare ritorno avrebbero dovuto arganizzarsi a vari livelli, compreso quello economico portando quindi con sé della moneta. Credo poi che se i contatti tra sanniti e liguri fossero avvenuti prima del 180 ac gli oboli di Phistelia avrebbero influenzato emissioni più antiche, mentre se avvenuti dopo la deportazione che durò molti anni, e se comprendiamo anche il tempo trascorso dai deportati nel Sannio e quello per fare si che un numero di oboli, anche esiguo, arrivasse in Liguria dando luogo alla contaminazione credo che potremmo pensare ad una situazione plausibile.1 punto
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Buongiorno, ti dico il mio parere: non sono a conoscenza di 500 lire bimetalliche false e non credo che esistano...anche perchè nel 1987 con 500 lire ci facevi una partita flipper. Insomma non era conveniente falsificarle. Visto che il peso e il diametro corrispondono a quelle buone, direi che sono semplicemente circolate e maltrattate. Considera poi, che il conio di queste monete non è stato proprio preciso e ha lasciato alcune imperfezioni ( abbiamo una vasta casistica in materia), data l'altissima coniatura annuale, direi che la moneta è buona. saluti1 punto
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Che pot-pourri, che fricandò, che gnommero, che guazzabuglio questa discussione! Bene, mi ci tuffo e... dico la mia. Non conoscevo il termine "colombina" applicato alla numismatica. Bella scoperta! Non prendetevela però né con la vecchina della storia né con @FFF. Il fatto che la signora abbia utilizzato il termine "colombina", come riportato nel racconto, smette di essere questione numismatica e diventa questione socio-linguistica. Uno slittamento di significato dalla "colombina" delle signorie padane alle "Caravelle", passando per l'Aquilino fascista, è linguisticamente parlando assolutamente probabile. Il termine sovraregionale "franc" usato per "lira" lo si ritrova un po' in tutto il Nord Italia. Non saprei attestarne precisamente l'uso dialettale, però è chiaro che lo sfondo concettuale su cui si basa tale uso risale al prestigio del Franco in seno all'Unione monetaria Latina, risale alle importanti riforme Monetarie e metrologiche napoleoniche (post-rivoluzionarie), risale al fatto che secoli fa, in alcuni periodi, i significati dei termini francesi francs e livres tendessero a coincidere dal punto di vista ponderale.1 punto
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intanto ti ringraqzio per la risposta immediata...lo so che è rovinata ma è piacevole da guardare...anche se fosse CC non cambierebbe il piacere di guardamela e gustamela ( no non la lecco )1 punto
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asta Artemide 31/09-01/09 2019: Venezia. Tessera dell'olio, terzo quarto del XVI sec. Volt. 617. AE. g. 2.26 mm. 22.50 BB. ? Integro, mettendo a fattor comune, lo studio di G. Majer apparso su RNI 1921 (Le tessere veneziane dell'olio) RIN1921.pdf (socnumit.org). Allego la descrizione del tipo in oggetto. ? 001.pdf1 punto
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A chi interessasse (in particolare al grande @Guysimpsons che ha instancabilmente contribuito a questa discussione) ho aggiornato e corretto il mio articolo su https://www.orodicarta.it/curiosita/occhichiariescuri.html Un saluto a tutti e grazie1 punto
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Foto del vecchio (ex) ufficio postale dove probabilmente il francobollo è stato annullato nel 1916. Notare la vecchia buca della posta rossa georgiana.1 punto
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Buonasera a tutti, Cristiano non ne ho di degnamente conservati, ma partecipo volentieri, quello più sottile l'ho messo per compagnia, è un veterano, quasi liscio al rovescio ? Saluti Alberto1 punto
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Castel Manfrino viene citato anche nel volume Massa di Maremma e la Toscana nel basso Medioevo: zecche, monete ed economia curato da Monica Baldassarri @monbalda nel capitolo dedicato alle zecche clandestine: https://www.google.it/books/edition/Massa_di_Maremma_e_la_Toscana_nel_basso/FTKdDwAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&pg=PA71&printsec=frontcover1 punto
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Chiedo a @Reficul se può attribuire il titolo di NUMISMATICO PER SEMPRE al compianto Sergio, da lassù penso che gli farebbe piacere.1 punto
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Con Sergio ci eravamo conosciuti virtualmente alcuni mesi prima nel FAC, il Forum Ancient Coins americano, che aveva una sezione riservata agli utenti italiani, allora numerosi. Eravamo subito entrati in sintonia, e desiderosi di conoscerci abbiamo organizzato l'incontro in occasione del convegno di Riccione ai primi di settembre, incontro a cui parteciparono utenti arrivati dal FAC, da questo forum, e da un altro ora chiuso, cartamonetaitaliana.it. Io, che ero l'unico ad essere iscritto a tutti e tre, feci un po' da trait d'union, e con gli amici lamonetiani @rcamil e @Giango60 parlammo a Sergio di questo forum, che non conosceva, invitandolo a iscriversi. Come si può vedere dalla discussione di benvenuto linkata nel mio post precedente, ci mise quasi quattro mesi a decidersi ma alla fine arrivò, e di questo, del suo contributo e del suo attaccamento al forum, tutti dobbiamo essergli per sempre grati @miglio81 anche se l'occasione non potrebbe essere più triste, sono contento di risentirti, mi auguro tornerai con noi. Nel mio archivio ho trovato questa foto in cui tu e Sergio siete uno di fronte all'altro, in uno dei tanti nostri convivi a Bologna. petronius1 punto
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Primo mio post qui. Trasgredisco di mezz'ora. Sto cercando di non addormentarmi in attesa della chiamata del tecnico di laboratorio: qualcuno sta male e ha bisogno di sangue. Colgo l'occasione: donate sangue, plasma e piastrine, qualcuno ha bisogno di Voi.1 punto
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Ho sempre trovato estremamente affascinante cercare di capire e immaginare (o più spesso fantasticare) cosa si potesse fare all'epoca con le monete che ora sono parte delle nostre collezioni. Di fatto, è uno degli aspetti che mi incuriosisce di più delle monete e ovviamente più sono antiche meglio è. Tuttavia sono sempre stato convinto che il ragionamento "quanto costava, quanto costa" sia in realtà molto ingannevole. Bisognerebbe trovare una pietra di confronto che è rimasta invariata negli anni in termini di 1) domanda, 2) offerta, 3) capacità produttiva e realizzativa. A me di esempi di oggetti o servizi che soddisfano questi criteri non ne vengono in mente. Per Topolino, ad esempio, siamo sicuri che realizzare un topolino (disegni, stampa, distribuzione) ha lo stesso costo ora di 40 anni fa? L'esempio più evidente secondo me è il "sale": il sale è sempre stato in antichità un bene estremamente prezioso (complicato da reperire e molto richiesto prima dell'invenzione del frigorifero), adesso invece ogni volta che vado al supermercato mi chiedo "ma come è possibile che costi 60 centesimi, solo il cartone che lo contiene vale di più?!" Provate a pensare di attualizzare il valore di una moneta romana usando come termine di paragone il sale... verrebbero fuori dei risultati completamente assurdi. Saluti!1 punto
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Tornando sulla zecca di Padova, volevo fare notare le differenze nello stile, sui denaretti di Francesco I da Carrara. Zecca di Padova Francesco I da Carrara ( 1355 - 1388 ) Denaro cat. Perini 14 Zecca di Padova - come precedente, ma in lettere gotiche ( periodo piu' tardo ) mist. gr. 0,181 punto
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