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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/09/21 in Risposte

  1. Una bella carrellata di monete. Complimenti! Un nominale che inizialmente non subì modifiche rimanendo simile a quello fatto coniare dal padre Alfonso e, se si considera la travagliata legittimazione al trono, concordando con il parere del Sambon, più che mai aveva ragione Ferdinando I a continuare ad usare il motto già presente sulle monete del padre. VI posto quelli che una volta facevano parte della mia collezione. Chiedo scusa per le pessime foto. L'ultimo esemplare lo presi per curiosità. La sigla M che appare come una A; il metallo un po' "spento"; il peso leggermente calante (3.3 grammi) ed un vistoso foro che, dalla forma quadrata mi hanno fatto supporre fosse d'epoca. Insomma ho ritenuto di essere in presenza di un falso o di un cosiddetto "malo carlino" che però fu scoperto ed inchiodato sul banco di una qualche attività commerciale o cambiavalute... (fantasie di un giovane collezionista).
    5 punti
  2. Buon pomeriggio. Proseguo la carrellata sui 3 grana di secondo tipo con questo con asterischi a sette punte a racchiudere la data *1810*. In questi esemplari solitamente troviamo lettere grandi al dritto e al rovescio e un rombo dopo "GRANA". Moneta più rara di quanto riportato nei manuali a mio parere. Eccovi le foto dell'esemplare proveniente dalla mia raccolta. Saluti Cristiano.
    5 punti
  3. Marco Aurelio Probo Marco Aurelio Probo conosciuto anche come Probo (in latino Marcus Aurelius Probus, nato a Sirmio il 19 agosto 232 e morto a Sirmio nel 282) è stato un imperatore romano dal 276 fino alla sua morte. Divenuto tribuno militare all'età di 20 anni, si racconta che durante l'impero di Valeriano (tra il 254 ed il 258) combatté una guerra contro i Sarmati Iazigi che si trovavano di fronte ai confini della Pannonia inferiore, e spintosi oltre il Danubio, aveva compiuto molti atti di valore. "Dinanzi all'esercito adunato, gli furono donate quattro aste senza cuspide pubblicamente, due corone vallari, una corona civica, quattro vessilli senza fregi, due braccialetti d'oro, una collana d'oro ed una coppa sacrificale di cinque libbre. In questo stesso periodo liberò dalle mani dei Quadi [ndr. che si trovavano di fronte alla fortezza legionaria di Brigetio] il giovane nobile Valerio Flaccino, imparentato con Valeriano. Per questo motivo lo stesso Valeriano gli conferì la corona civica." (Historia Augusta, Probo, 5.1-2) Al momento dell'acclamazione imperiale, dopo aver avuto una gloriosa carriera, ricopriva un alto incarico in Oriente (forse come praefectus legionis). Probo è uno dei cosiddetti "imperatori illirici" (spesso di origine plebea e nativa, che in virtù della riforma di Gallieno, la quale abolì le cariche senatoriali, assursero ai gradi più alti dell'esercito e dell'impero) espressi direttamente dal consenso delle legioni. Egli cercò con tutte le sue forze di sanare la situazione di decadenza dei suoi tempi e difese l'impero dalle sempre più frequenti invasioni d'oltre confine. Regnò poco, come quasi tutti gli imperatori di questo periodo, dal 276 al 282. Pur rimanendo un tipico esempio dell'assolutismo imperiale dell'epoca, cercò di mitigare i rapporti con il Senato, lasciando a quest'assemblea una qualche parvenza decisionale. Quando nel 276 fu proclamato dalle sue legioni imperatore contro Floriano (che fu sconfitto, a detta di Zosimo, per il diffondersi della pestilenza nel suo esercito), ricopriva un incarico in Oriente. Dopo aver vendicato la morte dei predecessori Aureliano e Tacito, intraprese nel 277 una campagna in Asia Minore contro i goti, assumendo il titolo di Gothicus maximus. Dopodiché, spostandosi in Gallia con l'esercito, sconfisse i germani ivi penetrati, respingendoli oltre il fiume Neckar e mettendo in sicurezza il settore renano, dove strinse un foedus con le popolazioni stanziate negli Agri decumates. Respinse anche i burgundi e i vandali che avevano invaso la Rezia (molti di questi, fatti prigionieri, li trasferì in Britannia), mettendo in sicurezza il limes danubiano e assegnandosi nel 278 il titolo di Germanicus maximus. Probo avviò un processo di più fitto inserimento dei peregrini nell'esercito, consentendo arruolamenti in massa di truppe tra i barbari e autorizzando il loro accesso agli incarichi civili. A conferma, se non di una accentuazione del ruolo dei barbari, almeno di un'altra considerazione del loro apporto, una lettera spedita dall'imperatore al Senato così precisava la questione: "Ormai tutti i barbari arano per voi, sono al servizio e combattono contro le tribù dell'interno [...]. Le terre di Gallia sono arate dai buoi dei barbari, i gioghi catturati offrono il collo ai nostri agricoltori; le greggi di diversi popoli pascolano per nutrire noi, i cavalli si incrociano con i nostri, i granai sono pieni di frumento barbarico." (Historia Augusta, Probus, 15) Oltre che ad arginare le sempre più frequenti scorrerie ed invasioni di popoli e tribù, Probo dovette occuparsi anche di coloro che, a vario titolo, vollero contendergli il titolo imperiale. L'imperatore infatti non volle mai nominare un co-reggente, a costo di intraprendere lunghi e dispendiosi viaggi in lungo e in largo per l'impero. Nel 280 Giulio Saturnino, governatore della Syria, fu proclamato imperatore dai soldati. Morì assediato dai fedeli di Probo, ad Apamea. Nello stesso anno Proculo, un militare di nobili origini, nominato imperatore dai suoi uomini fu eliminato da Probo. Sempre nel 280 un altro militare, Bonoso, si proclamò imperatore a Colonia, fu combattuto e ucciso da Probo. Ristabilita una certa tranquillità nell'impero, Probo si accinse a risolvere il problema del peso economico dell'esercito sulle sfinite casse imperiali e si dedicò alle questioni interne. Perseguendo una politica di accomodamento col ceto aristocratico di Roma (della quale portò a termine la cinta muraria iniziata da Aureliano), tentò dapprima di aumentare la presenza umana in alcuni territori che si erano spopolati in conseguenza dei continui conflitti, stanziando coloni barbari (bastarni, gepidi, grautungi e vandali) con lo scopo di farne, in futuro, nuovi contribuenti per il fisco. Poi, ordinò che alle legioni fossero imposte corvée al di fuori dell'impegno bellico (soprattutto in agricoltura e nell'edificazione di opere pubbliche). Fu Probo a rilanciare la coltivazione della vite, specialmente in Gallia e Pannonia, dopo che era stata proibita sotto Domiziano per evitare carestie. L'aver gravato di eccessive incombenze le legioni incentivò forse le truppe alla ribellione. Le milizie di stanza a Sirmio infatti, che erano impegnate in un'opera di prosciugamento delle circostanti paludi, si unirono ad una rivolta militare delle truppe della Rezia capitanate da Marco Aurelio Caro (prefetto del pretorio che aveva ottenuto un comando speciale sulla porzione occidentale pochi mesi prima) ed eliminarono Probo che, in quel momento, si trovava proprio a Sirmio. Pare che stesse apprestando i preparativi di una spedizione contro la Persia sasanide. (Liberamente tratto da Wikipedia) Valore nominale: Antoniniano Zecca: Cyzicus Officina: Anno: 280 Diritto: . IMP C M AVR PROBVS P F AVG (Imperator Caesar Marcus Aurelius Probus Pius Felix Augustus) . Busto consolare, radiato a sinistra visto di 3/4 di fronte, tiene nella mano destra lo scipio (scettro) sormontato da un'aquila. Rovescio: . SOLI INVICTO (Soli Invicto) . Il Sol radiato in piedi di faccia in su in una quadriga aperta, alza la mano destra e tieneo una frusta nella mano sinistra Campo: CM Esergo: XXI delta Conservazione: Rarita': Comune Metallo: Billone Peso: 3.14 gr Diametro: 23.00 mm Riferimenti/Link: RIC V-2 Cyzicus 911, Sear 12041 Note: Per par condicio un altro tipo di antoniniano di Probo, sempre Sol Invictus ma cn la quadriga vista di fronte. Ennesima bellissima moneta anche se comune. Ave! Quintus
    4 punti
  4. A titolo informativo oggi a Bologna sono incominciate 3 fiere internazionali in contemporanea con 1150 espositori totali. Chi racconta che veronafil non si può fare mente sapendo di mentire, meglio dire che non si vuole fare e basta, si fa più bella figura.
    4 punti
  5. EccoVi, come promesso, la prima parte dell'indice (a breve la seconda parte):
    4 punti
  6. Eccolo fresco fresco di stampa ...sta arrivando il nuovo e ottavo Gazzettino di Quelli del Cordusio cartaceo a colori con ben 18 articoli... Ecco intanto la copertina ...
    3 punti
  7. Conservazione abbastanza povera, ma è sempre un bel pezzo di storia. Questa è anche la varietà meno comune, caratterizzata dalla legenda A PV, sciolta in (EX) ARGENTO PVBLICO. L. Titurio Sabino, monetario nell'89-88, operò durante la Guerra Sociale prelevando il metallo dal pubblico tesoro in virtù della Lex Plautia-Papiria, come prova la legenda della variante 2c. Nel 79 divenne legato del proconsole Q. Caecilius Metellus Pius, partecipando alla guerra contro Sertorio. Si vantava, dal nome, di discendere dai Sabini, onde il riferimento al re Tito Tazio, re dei Sabini, che mosse contro Roma per vendicare il ratto delle Sabine. Il rovescio richiama il mito di Tarpeia, vergine vestale figlia di Spurio Tarpeio, comandante della cittadella sul Campidoglio, invaghitasi di Tito Tazio nell'assedio di Roma. I guerrieri Sabini avevano l’abitudine di indossare pesanti bracciali d’oro (armille) sul braccio sinistro e anelli riccamente ornati di gioielli, e che la ragazza fece loro promettere di darle “quello che avevano sul braccio sinistro” se li avesse fatti entrare; così, i Sabini ammucchiarono i loro scudi su di lei schiacciandola, invece dei preziosi monili d’oro. Nella raffigurazione della vicenda di Tarpeia, il crescente rinvia ai versi di Properzio (Elegie, IV, 4): "saepe illa immeritae causata est omina lunae / et sibi tingendas dixit in amne comas" (Spesso addusse a pretesto i presagi dell'innocente luna e disse di dover immergere nel fiume le sue chiome). Il riferimento all'argento publico compare solo sui denarî RRC 322/1b (EX. A. PV), RRC 324/1 (PV), RRC 325/1 (ARG. PVB), RRC 328/1 (P), RRC 344/1c e RRC 344/2c (A. PV), RRC 351/1 (P.A., che però il Mattingly scioglie in Pecunia Assignata o Attibuta), 352/1b (EX. A. P) e RRC 353/2 (EX. A. P.); inoltre, un monogramma di dubbia interpretazione (sciolto anche in Apollo o Roma) è presente sui denarî RRC 298/1 e RRC 353/1. Secondo Crawford, la sigla sulle prime quattro emissioni argentee attesta che la moneta fu prodotta con metallo pubblico in un momento di grave scontro socio-politico (gli ultimi anni del II sec.), mentre sulle ultime tre indica la monetazione dell'eredità tolemaica. Tolomeo Alessandro, sovrano d'Egitto che - come riferito da Cicerone - lasciò il suo regno al popolo romano. Secondo il Badian tale eredità fu lasciata dal primo Tolomeo Alessandro, morto nel settembre od ottobre dell'anno 88. A seguito del suo lascito un cospicuo quantitativo di metallo prezioso giunse nelle mani dei Romani e fu in parte utilizzato per coniare monete, dando modo al console dell'86, Valerius Flaccus, di ridurre i debiti di tre quarti. Secondo Cr., che accoglie la proposta cronologica del Badian, la pecunia deposita sarebbe stata monetata tra gli anni 86 ed 85 ed i relativi denarî emessi, con legenda AP (Argentum Publicum), sarebbero appunto i denarî 352/1 e 353/1. La presenza della sigla sulle serie 344, databile alla Guerra Sociale, non trova però motivazioni. Secondo Barlow, la sigla sugli argenti indica la provenienza del metallo dall'Aerarium Sanctius, in momenti di grave difficoltà finanziaria. Secondo altri studiosi, la sigla sugli argenti va sciolta in aeris pondere e fa coppia appunto con L.P.D.A.P.; entrambe andrebbero riferite alle Leges Papiriae de aere publico e de argento publico (promulgate nell'89 dal tribuno C. Papirius Carbo, proveniente da una nobile gens consolare divisa in ramo patrizio e ramo plebeo) e rinvierebbero a un prelievo dal tesoro pubblico, connesso con la difficile situazione finanziaria conseguente alla Guerra Sociale (attestata anche dai bronzi anonimi RRC 339, ritenuti una serie d'emergenza). Secondo Pedroni (Interrogativi sulla magistratura monetaria in età post-annibalica, 2000), il riferimento all'argento pubblico sarebbe una delle prove del fatto che, ordinariamente), l'argento non veniva prelevato dal tesoro dell'erario, bensì era fornito da privati che avevano preso il relativo servizio in appalto e, per questo, potevano apporre (essi, e non i monetarî) il proprio nome sui conî. Questa pratica sarebbe nata dopo la Seconda Guerra Punica dall'abitudine, maturata già in epoca molto risalente, di apporre sulla monetazione itinerante simboli (e tipi) che testimoniassero la provenienza del metallo da un determinato bottino bellico, poi anche (a partire dalla guerra annibalica) sigle (CROT, L/T, KOP, etc.) che indicassero la piazza militare dove era avvenuta la coniazione (forse per indicare che si era attinto alle risorse locali) e, infine, il nome del condottiero che aveva distribuito il bottino.
    3 punti
  8. Aggiungo un bell'esemplare con la sigla B che venne esitato nell'asta Varesi 74. Purtroppo non mio.
    2 punti
  9. 15 anni fa mi è capitato di organizzare due convegni numismatici. Avevamo trovato un bel posto, una ex fornace, con luce adeguata, possibilità di parcheggio nelle vicinanze, ampio spazio per gli espositori, due autobus da prendere per chi arrivava in treno. Il primo andò così così... Vabbè è la prima volta, ci siamo detti. il successivo andrà meglio. Invece no. Il secondo fu un disastro. Non venne praticamente nessuno. Fummo ''traditi'' proprio dai collezionisti. E ci siamo presi tante parole dai commercianti, ma così tante che mi sembra di sentirle ancora... Quindi, per quanto mi riguarda, tanto di cappello a chi organizza convegni e tanta comprensione a chi rinuncia a farli. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  10. Bravo, ho notato anch'io quella differenza lì solo che mi vergognavo a scriverlo ? Di solito gli attributi maschili sono be in evidenza mi risulta, circolazione permettendo... Qui sembra che gli abbiano applicato una mutanda post concilio di Trento ?
    2 punti
  11. Leggo con piacere dei grandi nomi come sempre✌️?
    2 punti
  12. Grandi proclami per un articolo a scopo propagandistico (del tipo "quanto è figa Eni!") ma che non spiega perché questo (potenzialmente rivoluzionario) sistema dovrebbe essere sicuro e inesauribile. Va bene che sarà una questione complicata e ultratecnica, ma almeno provarci.. Speriamo in bene, x ora stiamo a vedere.
    2 punti
  13. La discussione riguarda il convegno di Verona e non ha a che fare con la numismatica in generale,che tra l'altro gode di buona salute... Si discute dell'ennesimo convegno veronese annullato in modo "arbitrario"...
    2 punti
  14. Oltre a questo a me piacerebbe conoscere quanta parte di numismatica ci sia ancora nel convegno, oltre alla filatelia ed al grande bazar di tutto un po', e quanto questo 'altro' impatta su tutto il convegno. Da anni non ho piu' comprato praticamente nulla di numismatico a Verona, soprattutto per il semplice fatto delle postazioni, ben poco funzionali ad acquisti di livello, del contenuto presente che dovrebbe essere disposto e visibile in modo ottimale, se rivolto alla vendita, e non solo al ritrovarsi, e questo per i ben noti motivi di disposizioni, luci, ecc.
    2 punti
  15. Ciao a tutti, sappiamo bene che la monetazione di Pio IV, al secolo Giovan Angelo de' Medici (1559-1565), non brilla certo per originalità e varietà, risultando pertanto piuttosto monotona. Ciò vale in assoluto per i testoni coniati da questo pontefice, che ad eccezione del Munt 16 che presenta al R/ Cristo in atto di disputare con i dottori e la legenda TV AVDEM IPSE ES, si presentano con la classica tipologia stereotipata con al D/ lo stemma Medici e la legenda PIVS IIII PONT MAX e al R/ San Pietro seduto di fronte con la legenda S PETRVS APOSTOLVS, iconografia questa che si presenta assolutamente analoga per le zecche di Roma, Ancona e Macerata. Il testone che vi propongo stasera invece è una deroga completa a quanto sopra detto, è si presenta come un unicum non solo nella monetazione di questo pontefice ma anche in quella papale in genere (o quasi). Pio IV (1559-1565), AVIGNONE, Testone (Munt 62). [foto 1] D/ Stemma ovale con cornice ad intagli e volute, sormontato da chiavi decussate e doppio cordone e tiara. ° PIVS ° PAPA ° - IIII - AVENI In basso: stemma di Mons. Lorenzo Lenzi (bucranio entro piccolo scudo), vicelegato. A sinistra nel giro: stemma del Card. Alessandro Farnese, legato. R/ Busto del pontefice a destra con piviale adorno di greca e fibbia ovale. GLORIA ° IN ° EXCELSIS ° DEO T/: liscio. Peso 9.36 g. Partiamo col dire che non è esattamente una moneta che si vede tutti i giorni . Manca in tutte le principali collezioni di monete papali, e non ho registrato nessun passaggio in asta. Quella che vedete sotto è probabilmente la prima e unica foto a colori per questa moneta. Testone noto alla bibliografia, sono andato a ricercarlo nei testi che lo riportano partendo dall'opera di riferimento che è il Poey d'Avant che lo classifica al n. 4297 della sua opera "Monnaies Féodales de France" (1858-1862). [Foto 2] In nota alla classificazione, il Poey d'Avant riporta "(Revue, 1839, pag 273, n° 44)". Grazie a Google Books sono riuscito a trovare la "Revue Numismatique" del 1839 [foto 3] e a pag 273 al n° 44, ecco riportato il testone in oggetto [foto 4]! Da lì un altro riferimento bibliografico che porta addirittura all'opera di Saverio Scilla "Breve notizia delle monete ponteficie..." del 1715, dove a pag. 51 ritroviamo classificato il nostro testone [foto 5]. Consultando questo testo, ho trovato interessante ciò che questo autore riporta per questo testone, che viene definito "rarissimo" [foto 6]. L'altra opera bibliografica che riposta questo testone è il Serafini (grazie a @miroita sempre disponibilissimo ad aiutarmi con questo testo che purtroppo ancora non ho in biblioteca) che non solo lo classifica al n. 244 [foto 7], ma è anche la prima opera a riprodurlo in foto [foto 8]. Altra foto, sempre in b/n è quella del Muntoni [foto 9], riportata poi anche nel MIR, con un esemplare diverso rispetto a quello del Serafini. Entrando nel merito stilistico/iconografico questo testone presenta alcune particolarità: è infatti l'unica moneta di tutta la monetazione di Pio IV, assieme al Bianco coniato a Bologna, a rappresentare il ritratto di questo pontefice. La particolarità è che il ritratto è al R/ della moneta e non al D/ come abitualmente accade. La legenda GLORIA IN EXCELSIS DEO "Gloria a Dio nell'alto dei cieli" (Luca II, 14), è un esclamazione che deriva dal coro degli angeli che nel Vangelo esultano per la nascita del Redentore. Pur essendo questa una delle frasi più famose dei testi sacri e molto diffusa nella liturgia, oltre che su questo testone, la ritroviamo in tutta la monetazione pontifica solo su un'altra moneta e precisamente il triplice grosso, coniato sempre ad Avignone da Innocenzo VIII (1484-1492) [foto 10], moneta di enorme fascino ed estremamente rara che può essere considerata il primo testone dell'intera serie papale. Michele
    1 punto
  16. L'argomento è affascinante e intrigante non ci sono dubbi, ma ci furono veramente nell'Italia medievale coniazioni per dispetto ? La risposta è si, in alcuni casi ci furono e poi vedremo anche chi furono quelli che utilizzarono questa coniazione singolare, ma facciamo un passo alla volta,l'argomento è complesso e i casi non sono poi isolati e unici. In Numismatic Circular D.R. Walker nel fascicolo di ottobre 1978 ne parla, o meglio racconta una storia interessante di una piccola spedizione condotta da veneziani che dopo aver fatto incursione sulla costa ligure nel 1299 sbarcarono nel porto di Genova. Alzarono il vessillo di San Marco, coniarono ducati veneziani, poi si impadroniro di un mercantile e con questo tornarono; Walker si interroga sulla possibilità partendo da questo episodio se gli eserciti medievali portassero con sè l'attrezzatura necessaria per battere moneta volutamente, se questo fosse voluto. Philip Grierson esamina queste coniazioni e non lo ritiene possibile, almeno di norma; ne parla in " Numismatica e Antichità classiche ", 1979, Quaderni Ticinesi . Grierson non vede criteri di utilità specifica in tutto questo, piuttosto lo vede come una splendida occasione, tra eserciti nemici in guerra, per dimostrare da parte del vincitore soddisfazione per la vittoria e disprezzo per il nemico sconfitto e probabilmente il caso dei veneziani sopra citati rientra in questa casistica. Ritengo che quello che dice Grierson sia plausibile e possibile, d'altronde diversi erano i modi per irridere nel medioevo gli avversari sconfitti : saccheggiare monumenti pubblici, opere d'arte, organizzare gare e giochi pubblici sotto gli occhi degli occupati, scritte ingiuriose sulle porte della città, esecuzioni di poveri animali,tra questi ovviamente rientrano anche le coniazioni per dispetto come quella dei veneziani a Genova. Sono noti alcuni casi, che se vorrete, potremo vedere insieme prossimamente, in alcuni casi furono usati tipi monetari particolari, di certo la città era in grado di produrre monete sue proprie per dimostrare la potenza e la forza sul nemico vinto. Nel caso dei genovesi e veneziani questi dovettero portare dei coni per sè, per le città toscane sempre in lotta tra loro, tornare a prendere le attrezzature era un problema relativo, le distanze minime e quindi era più facile e possibile per loro. E come vedremo il fenomeno delle coniazioni per dispetto fu una usanza utilizzata in particolare dalle città toscane. Se vorrete, nei prossimi post potremo vedere e valutare insieme dei casi specifici, buona serata, Mario
    1 punto
  17. Passaggio da vassoio in floccato a vassoio in velluto, la differenza la si apprezza con il passare del tempo. Osservare i piccoli nominali in argento con patine differenti fra loro: Cariche, leggere, dorate e dai riflessi iridescenti, a chiazze.... Ecco e un esempio
    1 punto
  18. Per mia curiosità sono andato a cercare di capire il significato delle lettere C M presenti sul rovescio e ho visto che sono le iniziali di Cyzici Moneta. Non ci avevo pensato. COINS OF PROBUS (probvs.net) City mintmarks on coins of Probus as listed in RIC City Symbol for city Example on a coin Antioch Aurei only: ANT A and A dot Cyzicus CMXXI and MCXXI CM XXI (Cyzici Moneta, Moneta Cyzici) BMC CXXI CXXIM XXIMC XXICM Lugdunum Lugdunum did not use a city mark, but most of the issues of this mint are instantly recognizable by the use of numerals I, II, III, and IIII in the exergue. In last emission A,B,C,D were usedin the fields. N/A Rome From second emission onwards: R Siscia SIS Chiefly on aurei. Antoniniani marked SIS are offstrikes (abschlag) from aureus dies. Serdica Very rarely: SERD On coins of fourth emission only: MS (Moneta Serdicae) On coins of 6th emission only: XXIMS Ticinum In first emission TI in form: officina mark + TI e.g. PTI Until the sixth emission T in form: officina mark + XX + T e.g. PXXT From 6th emission onward city mark no longer used Tripolis Tripolis did not use a city mark during this reign. N/A Ne ho ancora da studiare! Ciao da Stilicho
    1 punto
  19. DE GREGE EPICURI M.Aurelio, probabilmente un dupondio; al rovescio, forse Giove seduto in trono.
    1 punto
  20. Bene, d'ora in poi le monete trovate finiranno direttamente in un crogiolo e fuse per venderne i lingotti? Davide
    1 punto
  21. Ciao,meno male che dopo tutti questi mesi sott'olio non ti sia venuta voglia di mangiarlo. Scherzo ovviamente?.Non si tratta di un dupondio ma molto probabilmente di un asse di Marco Aurelio perché la testa dell'imperatore mi sembra che non è radiata. Questo quanto si riesce a vedere dalle foto. Alla prossima ANTONIO
    1 punto
  22. Buonasera ad occhio sembra il ritratto di Commodo o Marco Aurelio, propenderei per il primo,ma non prenderlo come oro colato, saluti
    1 punto
  23. Ciao, eccone qui un esemplare: http://wildwinds.com/coins/ric/maximianus/_ticinum_RIC_038b.jpg Zecca Ticinum, numero 38b. E' una tipologia comune.
    1 punto
  24. Se lo dimostrano quelle di 500 o 1000 anni prima, anche in contesto analogo, perché quelle no?
    1 punto
  25. Anche a me sembra un "avvallamento", visto che dopo il cosidetto riflesso che dovrebbe essere dato dalla luce riflessa, ci sta ombra. In bianco e nero si nota ancor di più:
    1 punto
  26. Ti è parso subito lunedì, martedì, mercoledì, oppure oggi?
    1 punto
  27. E' una questione lunga e su cui si è dibattuto molto anche qui sul forum... La numismatica media forse è in crisi proprio per la morte dei Convegni, in primis Verona... Chiaro che i grandi collezionisti non comprano ai convegni come succedeva 20 anni fa... Verona poteva essere occasione per rilanciare la numismatica fra i giovani e magari quella media... Poi succede che anche i giovani che iniziano sono spinti e forzati al FDC sempre (sono complici anche i giovani stessi)... Problema ormai atavico da qualche anno a questa parte... E il piatto della numismatica in crisi nella sua base è servito... A Verona a parte qualche banco non ho mai avuto la percezione della grande numismatica o quella di Elite... Anzi era andata sempre più in calando come qualità media: dai prodotti più disparati venduti... Io rimango allibito quando leggo anche sulla pagina facebook del Comitato organizzativo Veronafil, tanta gente che approva la scelta e dice bravi?! Non uno che dice qualcosa "contro"! Sembra una barzelletta, post uguali con bravi ci vediamo a maggio 2020, poi novembre, poi 2021, poi novembre, poi adesso di sicuro, Maggio 2022 presenti !Ahahhaha che risate... quanti sogni... Ci vogliono alternative e anche velocemente... Poi vedi questi con che velocità riaprono i battenti. Con la massima di fondo che se non si migliora il servizio in nulla, meglio che scompaiano a favore però di gente più volenterosa e competente...
    1 punto
  28. 1 punto
  29. Buon giorno. A me sembra che quello che ha fatto notare Pxacaesar sia solo un effetto fotografico di ombra e riflesso. Cordiali saluti Gabriella.
    1 punto
  30. Per inciso visto che parliamo di Gazzettini comunico che il precedente numero 7 sarà distribuito al prossimo Convegno di Castellammare di Stabia, un Gazzettino itinerante per chi gradisce !
    1 punto
  31. Io vedo che è l’Italia ad essere di nicchia ormai. E vista la situazione economica mi sembra il minimo che i nababbi/speculatori galoppino mentre i microportafogliati tirino la cinghia, il che si riflette sul mercato inevitabilmente. Ma non dovrebbero essere contenti i piccoli collezionisti? Potranno acquistare i pezzi che già erano alla loro portata risparmiando qualcosa. Qualcosa di nuovo sotto il cielo?
    1 punto
  32. La pataca è la valuta di Macao e di parecchi altri posti, ma è solo in quel paese che è stata istituzionalizzata. Come forma di pagamento era accettata già in tempi antichissimi, con una sola pataca si potevano avere bistecche di mammut tutti i giorni, una caverna spaziosa dove abitare e una guardia del corpo armata di lancia al proprio servizio h24. https://nonciclopedia.org/wiki/Pataca_di_Macao
    1 punto
  33. Grazie ancora Borgho
    1 punto
  34. opera che in originale (non ristampa forni) raggoinge dei bei realizzi, anche 3/4000 euro (forse alla Nac, ex ratto sopra ai 5000) non c'è da stupirsi... mi sono stupito della base ridicola che aveva (ma ormai la tendenza è partire con sti prezzi..)... prezzo della ristampa.. Io ho la ristampa, e va bene cosi. Quelle cifre le spenderei per ben altri libri, di qualche secolo prima ?
    1 punto
  35. Ricevuto una email. Nel frattempo ho ricevuto anche le monete, come ho avuto modo di segnalare.
    1 punto
  36. Ciao,si è un grano del 37 di Filippo IV di Spagna,con al rovescio lo stemma con cartella curvilinea, effettivamente più raro del tipo con stemma in cartella semiovale... È classificato al numero 74,pagina 228 e con grado di rarità R3 de: "La moneta napoletana dei Re di Spagna nel periodo 1503-1680" di Pietro Magliocca...
    1 punto
  37. Buonasera.... La mia '34? Saluti
    1 punto
  38. Ciao Colle, concordo con te, ma l'unico punto in cui la pensiamo diversamente è contenuta nella tua frase che ho citato. Un conto è la patina che si forma nel tempo, sulla una superficie della moneta che "fisiologicamente" non è mai pulita, un conto è lo sporco vero, l'unto, l'appiccicoso, l'incrostazione. Questo non mi piace, sia perchè esteticamente non è bello, sia per una questione di igiene. In questo caso un bagnetto in acqua demineralizzata e sapone neutro, a mio parere è doveroso. Però è un'idea del tutto personale che può prestarsi a molte critiche. Un Caro Saluto, Beppe
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  39. Gibilterra, 2 pence 2004 Commemorativa del 300° anniversario della presa di Gibilterra, 3 agosto 1704 Nella notte fra il 3 e il 4 agosto fanti di marina olandesi, al comando del principe Giorgio di Assia-Darmstadt cominciarono l'assedio terrestre mentre la flotta inglese cannoneggiava le difese della città. Il 4 agosto il governatore spagnolo si arrese al principe di Assia-Darmstadt. Incominciò così, anche se al momento solo de facto, l'occupazione britannica di Gibilterra.
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  40. Complimenti @dabbene a te e a tutti i tuoi redattori, con in testa @El Chupacabra, per il nuovo sforzo editoriale divulgativo, di tipo puramente volontaristico. Bravi!
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  41. Sardo Punica, servirebbe il peso per distinguere se IA Forteleoni (A-B Piras) o IB Forteleoni (C Piras) . Dallo stile direi IA 300-264 AC con testa di Core a sinistra al dritto non riesco a distinguere se collo concavo o convesso. Al rovescio protome equina con davanti sembrerebbe un simbolo, ma la foto è sfuocata e non riesco a distinguere forse un globetto?, tieni conto che ci sono oltre 100 varianti con simboli e lettere in varie posizioni del flan. Il peso dovrebbe essere attorno ai 5 grammi con un diametro di circa 19 mm. L'asse di conio è vario. L'emissione è attribuita alla Sardegna, ma oggi considerati i rinvenimenti si tende a pensare che sia stata coniata anche in altri stabilimenti dello stato cartaginese. E' plausibile che le prime emissioni (più curate) siano di produzione siciliana (Suzanne Frey-Kupper ritiene quello con collo convesso e la collana con pendenti) e poi la produzione si proseguita in Sardegna degradando sempre di più, probabilmente le maestranze locali coniavano imitando copie di copie perdendo un po' il curato stile originario, cosa peraltro avvenuta anche per la produzione nell'isola delle maschere puniche. Giusto per informazione monete con Core e protome sono state coniate anche in Spagna in epoca barcide e in Italia (Bruttium?) durante l'occupazione cartaginese, ma hanno uno stile diverso e facilmente riconoscibile da quelle sarde.
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  42. Partecipo alla discussione, non tanto per mostrare il mio modesto esemplare( in tanti anni di collezione non son riuscito a trovare di meglio), ma per ribadire che questa è una moneta veramente rara. Nonostante io abbia "sguinzagliato" professionisti numismatici per anni,il risultato è stato zero.Questo testone si trova,al 99 per cento,in grosse,importanti collezioni disperse in altrettante grosse aste oppure,ci vuole il colpo di sedere, che viene una- due volte nella vita, di trovare un asta derelitta o una vendita on line.E',veramente, un pezzo che si rischia di non poter mai mettere in collezione .
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  43. Buongiorno....e vabbè dato che ci sono continuo con Carlo III, un Sebeto 1749, rara e bella. Moneta ex collezione Mirabella. Del tipo con corona piccola, esiste anche il tipo con corona grande (moneta inedita scovata di recente e già postata) Un ottimo acquisto questo, per i miei gusti. A voi le foto. Saluti. Cristiano.
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  44. Buona sera, qualche anno fa postai un mio grosso pisano con un nodino nell'asticella obliqua di congiunzione tra i 2 montanti della lettera "N" di INPERATOR che, assieme ad altri particolari, Monica Baldassarri @monbalda definì "piccole anomalie" da lei ritenute comunque interessanti e probabilmente degne di essere approfondite, vorrei mostrarvi quest'altro esemplare scovato in rete dove il nodino è ancora più netto e visibile per di più accompagnato dall'assenza di interpunzione nel rovescio (credo inedita) che lo rendono molto interessante, l'ho messo a coffrono con il mio (quello di sinistra) per cercare di capire se appartengono allo stesso sottogruppo e mi piacerebbe anche sapere quali sono le altre piccole anomalie nel mio e se sono presenti anche sull'altro.Grazie a chi vorrà commentare, buona notte.
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  45. Austria 10 euro Palazzo di Schönbrunn a Vienna (per la cronaca a Varese i giardini Estesi ne sono una copia in piccolo)
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  46. Ciao,io non vedo quale sia il problema! Trova un bravo incisore è fagli ridisegnare l'1 cosi diventa 1621. Ovviamente sto scherzando,lo dico per chi non mi conosce. ?Le monete sono sempre belle(questa postata è anche rara) anche quando portano su di esse i segni della circolazione e del tempo. Alla prossima ANTONIO
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  47. nuovo denaro entrato in collezione che classificherei come Baldassarri VI.a (Variante): presenta infatti il crescente nel I quarto ma la seconda interpunzione del rovescio è posizionata fra la lettera E e la X. Peso: 0,72 grammi Diametro: 16 mm
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  48. Per caso sono finito su questa discussione di molto tempo fa questa è una bellissima foto del museo della zecca Almeno sappiamo che una esiste un saluto a tutti
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