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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/12/21 in Risposte
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I giovani ci sono, credetemi, li vedo ai convegni - poco - e sui social - tanto - e non hanno meno passione dei loro predecessori. Ma è cambiato l'approccio alla numismatica. in passato non c'era lo stesso occhio di riguardo verso l'aspetto economico e verso l'alta conservazione (e spesso questi due fattori sono fra loro correlati) Non si comprava già in vista della futura dismissione del pezzo o della intera raccolta, o con l'intento di guadagnarci. Se il pezzo si presentava, nel suo complesso, piacevole e con un prezzo adeguato alle proprie possibilità lo si prendeva. punto. E non si escludevano a priori gli esemplari che non rientravano in un determinato standard qualitativo (a volte più ipotetico che reale). Ora ti senti rifiutare uno Spl perché in collezione ci vanno solo Fdc o quasi, e questo senza nemmeno dare un'occhiata alla moneta, che magari non è da meno di altre già acquistate.... Non credo che l'innalzamento dell'età media del collezionista possa determinare la fine della numismatica, ma la sparizione del contante, quello sì mi fa paura. La filatelia sta vivendo una crisi grave e profonda data, a mio avviso, dal fatto che i francobolli non si usano più. E come puoi interessarti ad una cosa se non la usi, non la vedi, non la conosci; insomma, se non la tocchi con mano ? Per quello credo sia importante, quasi fondamentale, l'apporto dei convegni affinché la numismatica viva.7 punti
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Salve, contribuisco al censimento con la mia piastra con 9 torri. peso 27,55 gr diametro 40,27. Posseggo anche una piastra 1798 dieci torri con "arco continuo" Sul Gigante la variante con la corona rigata è indicata come R2, ma non trovo la variante con nove torri e il suo grado di rarità. Manca anche sul MIR. Sono inesperto per cui chiedo a Voi.5 punti
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Lo si può dire tranquillamente che la nuova American Eagle è una bella sventola ... Henry Peters Gray ( 1874 ) The Birth of Our Flag New York - National Academy of Design3 punti
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In quel preciso istante, un brigadiere dell’Arma lo scosse da quel suo sogno ad occhi aperti e lo invitò a seguirlo nella stanza attigua ove avrebbe dovuto rendere una deposizione in presenza dell’avvocato d’ufficio. Molte ore erano trascorse da quando, quella mattina, era stato prelevato con la forza per essere interrogato. Aveva reso fin da subito una deposizione spontanea in riferimento a quanto accorso. Perchè dunque un nuovo interrogatorio?! Lungo il corridoio, si trovò dinanzi altri 2 carabinieri e dei giornalisti che lo squadrarono dalla testa ai piedi per poi confabulare tra di loro. Appena passato oltre, li senti ridere senza ritegno alcuno. Comprese che si dileggiavano di lui, ma per qualche motivo che gli era oscuro. Entrato nella stanza, fu fatto sedere dinanzi ad una scrivania e da li a poco arrivò il Comandante che non riusciva a togliersi dal viso un sorriso irriverente. - Che mattinata! Esordì il comandante. Poi aggiunse curiso: - Mi dica signor ART, cos’è questo suo vaneggiare che quanto successo non è colpa sua, ma del dio denaro?! Perchè ha lanciato la sua vettura contro le forze dell’ordine che precedevano il passaggio della vettura papale?! Lei continua a dire che la vettura si è mossa da sola causa sua dimenticanza di tirare il freno a mano... Ma è stato visto correre via veloce come un fulmine in direzione opposta. Ed è stato rintracciato e arrestato all'interno della sua abitazione nel mentre saltellava contento con 2 monetine da 2 euro in mano! Sappiamo che lei idolatra il denaro. La Polizia Postale ha scandagliato il web in cerca di quanto da lei scritto in rete. Molteplici sono i suoi interventi in cui fa riferimento al dio denaro. Perciò ha cercato di colpire il Pontefice?! E’ dunque ragionevole credere che il suo sia un atto terroristico con una valenza religiosa. Ci dica come ha organizzato il tutto e chi sono i suoi complici! E questa volta non inizi nuovamente a fornirci nominativi strampalati come quelli messi a verbale nel primo interrogatorio, tipo: Leonid, fagiolino, ARES III, avgvstvs, numis, erdruckt, b8b8, allek, TIBERIVS. E ancor meno acronimi, o michiate simili a FFF !3 punti
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Allora doveva andare a parcheggiare altrove o tornare a casa a prendere altre monete / cambiare banconote in monete. Ma mi sa che il nostro Ugo non avrebbe potuto farlo perchè aveva un appuntamento improrogabile, questione di vita o di morte, magari un colloquio per il lavoro della sua vita con buone probabilità di assunzione con ottimo livello, fatto da una responsabile del personale giovane, libera e pure gnocca. Allora avrebbe dovuto prendere coraggio e fare l'impensabile: lasciare la macchina in divieto di sosta, fregandosene delle proteste per il passo carrabile occupato e dei vigili. Avrebbe avuto una multa da euro 42 a euro 173 e il rischio di rimozione ma non sarebbe stato un alto prezzo da pagare per un buon lavoro, una fidanzata gnocca e le monete rare. Anni dopo le avrebbe fatte vedere ai suoi figli dicendo: "Queste sono capitate a un punto di svolta della mia vita che richiedeva decisioni importanti, ma io non ho ceduto al destino apparentemente avverso e ho osato. E Dio Denaro, nella sua immensa bontà e giustizia, ha apprezzato il mio coraggio e mi ha premiato. Figliuoli, dice il proverbio: la fortuna aiuta gli audaci".3 punti
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Ciao,la tua moneta è semplicemente afflitta da piccoli esuberi che ti hanno tratta in inganno...3 punti
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Io sono dell’idea che le monete a differenza dei francobolli o delle tessere telefoniche, tanto per fare due esempi, non saranno mai destinati a “passare di moda”. Nemmeno nel momento in cui il denaro sarà in Toto digitale. E lo credo non solo perché comunque anche se digitale sarà pur sempre denaro, quindi un qualcosa di familiare seppur non più materiale. Sopratutto perché la numismatica è probabilmente una delle poche Linee di contatto col passato. Chi è un numismatico? Un amante della storia . Tutti gli amanti della storia vorrebbero poter possedere un “pezzetto” di storia. Le monete sono il modo più facile per possedere questa storia e sopratutto le monete hanno fatto in prima persona la storia. Quindi secondo me eserciteranno sempre un certo fascino. Io sono uno studente di Storia all’università. Ogni volta che studio un determinato periodo storico nasce in me la voglia di possedere qualche moneta appartenete a quel determinato periodo storico. Tanti colleghi che non sono collezionisti e quindi non sono numismatici spesso comprano in negozi monetine dei periodi storici che andiamo studiando perché seguono il ragionamento fatto prima. Insomma, sono fiducioso per il futuro ☺️2 punti
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Mi piace postare, anche con un certo orgoglio, quanto fatto dal Gruppo in 4 anni e mezzo a livello di pubblicazioni cartacee riassunto con questa immagine degli 8 Gazzettini e dei 2 Speciali.2 punti
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Perché in inglese grafia e pronuncia sono così irregolari Se lo “spelling” è così imprevedibile dipende soprattutto da come si diffuse la stampa a caratteri mobili in Gran Bretagna Nel 1920 venne pubblicato per la prima volta un breve componimento dello scrittore olandese Gerard Nolst Trenité intitolato The Chaos, che aveva un solo scopo: riunire e mostrare alcune delle irregolarità più incomprensibili della pronuncia in inglese, accostando per esempio parole come heart, hear e heard, che si scrivono in modo quasi identico ma si pronunciano in modo molto diverso. Il componimento si concludeva con un invito ad arrendersi (“Hiccough has the sound of cup, my advice is to give up!”, che sottolinea come la parola per “singhiozzo” abbia un suono simile a quello per “tazza”) e in effetti l’ortografia inglese può sembrare priva di logica a chi non l’ha mai studiata a fondo, e più ostica rispetto a quella della gran parte delle altre lingue. Questo nonostante l’inglese sia quella più parlata al mondo. I motivi di questa caratteristica sono principalmente storici, legati alle numerose influenze che l’inglese ha subìto e all’invenzione della stampa. Il magazine Aeon in un saggio scritto dalla linguista Arika Okrent ha ricostruito i passaggi salienti che hanno portato l’inglese a essere così difforme nella pronuncia rispetto alla lingua scritta. «In un pomeriggio ci si può approcciare alle regole di pronuncia dell’italiano, dello spagnolo, del tedesco, dello svedese, dell’ungherese, del lituano, del polacco e di molte altre, e verosimilmente arrivare a leggere un testo in una di queste lingue, anche senza capirlo» scrive Okrent, mentre «la complessità dell’inglese gioca in un altro campionato». Uno dei motivi per cui il sistema inglese che norma la pronuncia e l’ortografia è così incoerente ha a che fare con le sue origini: l’inglese moderno è un discendente diretto della lingua germanica parlata dalle tribù anglosassoni, che abitavano la Gran Bretagna nel V secolo dopo Cristo. Dopo circa tre secoli arrivarono i Vichinghi che ibridarono la lingua con il loro norreno, cioè l’antico norvegese. Dopo ancora – nel 1066 – vennero i Normanni dalla Francia, che aggiunsero il francese all’equazione. Nei secoli successivi l’inglese continuò a mescolarsi con elementi di altre culture, da quelle continentali europee a quella celtica e latina, in un mix del tutto casuale e dettato dalle abitudini dei parlanti. Tuttavia, non è questo l’unico aspetto che distingue la storia dell’inglese. Anche nel resto dell’Europa – fino a pochi secoli prima controllato dall’impero romano – c’erano popoli con lingue proprie che subìvano costanti contaminazioni, e che peraltro erano dominati da altri popoli con altre lingue. Si pensi per esempio agli spagnoli, che furono dominati dagli arabi per gran parte del Medioevo e che comunque, oggi, parlano una lingua con un sistema fonetico coerente e di comprensione relativamente facile. La lingua spagnola ha accolto una gran quantità di vocaboli arabi, ma non per questo ha regole ortografiche incoerenti. A contribuire di più all’inglese attuale fu l’invenzione e la diffusione della stampa a caratteri mobili in Europa, che coincise con una fase particolare dell’evoluzione della lingua inglese. «L’ascesa della stampa catturò l’inglese in un momento in cui c’era un vuoto normativo tra la lingua parlata e quella scritta» scrive Okrent. «Se fosse avvenuta prima, o dopo, magari quando alcuni dei processi in corso si fossero consolidati, le cose sarebbero potute andare in modo diverso». Durante i primi periodi in cui l’inglese cominciò ad adottare l’alfabeto latino (cioè dal VII secolo in poi, circa) la pronuncia delle parole non era così diversa dal modo in cui venivano scritte. All’epoca erano soprattutto i monaci e i missionari a scrivere, traducendo i testi sacri in latino per declamarli durante le celebrazioni: data la loro funzione, la trascrizione dei testi dei monaci era quanto più possibile simile al parlato. Nonostante i vari dialetti e le varie trascrizioni fossero in parte diversi tra loro, con il passare del tempo emerse comunque qualcosa di simile a uno standard, una letteratura tutto sommato omogenea. Tutto ciò subì un’improvvisa interruzione con la conquista normanna del 1066. Nei tre secoli successivi, scrive Okrent, tutto il sistema dell’inglese scritto che si stava formando scomparì. Dato che i normanni parlavano francese, stabilirono quella come lingua ufficiale dello stato e di tutte le sue attività, mentre quella della Chiesa era rimasta naturalmente il latino. L’inglese quindi rimase vivo solamente tra le persone comuni, era in sostanza il linguaggio della quotidianità, e quando cominciò a riemergere come lingua scritta – solamente tre secoli dopo – l’uso lo aveva modificato profondamente. A quel tempo uno standard per la trascrizione delle parole inglesi non esisteva, e la stessa parola poteva essere scritta in molti modi differenti a seconda dello scrivente: Okrent fa l’esempio della parola people che poteva essere scritta peple, pepill, poeple ma anche poepul. Poco più di un secolo dopo il tedesco Johannes Gutenberg inventò la stampa a caratteri mobili, che ebbe conseguenze enormi sul lungo periodo. Tra le conseguenze minori ci fu che un mercante di nome William Caxton aprì un’officina tipografica nel 1476, la prima in Inghilterra, e si cominciò a pensare a come stampare libri in inglese, che potenzialmente avevano un pubblico più vasto rispetto a quelli in latino, compreso solo da una ristretta minoranza di intellettuali e religiosi. Non c’era nessuno standard scritto a cui rifarsi, né dizionari, e perciò le prime stampe furono fatte rispondendo soprattutto alle esigenze dei tipografi: produrre un libro vendibile e farlo nel modo più veloce possibile. La professione tipografica ebbe quindi un ruolo importante nel fissare lo standard dell’inglese scritto che emerse in quegli anni: alcune parole vennero accorciate o cambiate per il semplice fatto che una trascrizione era più facile da comporre e riprodurre rispetto a un’altra, senza badare troppo a rappresentare fedelmente il modo in cui la parola era pronunciata. Parallelamente, cominciò a formarsi un pubblico sempre più ampio di lettori e lettrici che si abituarono a certe forme piuttosto che ad altre, un altro fattore che contribuì a fissare lo standard di scrittura, indipendente dalla corrispondenza tra pronuncia e trascrizione. Il risultato di tutto ciò è che la trascrizione di certe parole si affermò per motivi più o meno casuali, come è il caso della parola ghost, la quale venne trascritta con l’acca semplicemente per via dell’influenza fiamminga che avevano subìto i primi operai tipografici, addestrati nelle Fiandre. Nell’inglese antico infatti la parola era pronunciata gast, per cui l’acca che è sopravvissuta oggi non ha una vera funzione fonetica. A complicare ulteriormente la situazione c’è un fenomeno chiamato “grande spostamento vocalico”, che consiste in un lento cambiamento del modo in cui certe vocali venivano pronunciate. Anticamente, per esempio, le “a” di make e di name non erano pronunciate come oggi, ma in maniera più simile a quella di father. Poi con il tempo quella “a” è diventata una “e” nella pronuncia e dopo ancora si è allungata in “ei”, ma questa lenta trasformazione non influenzò il modo in cui quelle parole venivano trascritte. In sostanza, spiega Okrent, prima della diffusione della stampa uno scrivente inglese aveva una sua ortografia che poteva variare a seconda del dialetto locale. Con la diffusione dei primi testi stampati, si diffuse in varie città una trascrizione più omogenea, ma il modo in cui veniva percepita e letta poteva essere radicalmente diverso a seconda della zona, e tale situazione portò, alla fine, a un insieme di regole e abitudini di pronuncia profondamente irregolari. «Se l’inglese fosse stato posteriore alla stampa a caratteri mobili, se l’alfabetizzazione fosse stata meno diffusa, la lingua avrebbe potuto sviluppare un proprio sistema di trascrizione da zero e con un’idea più organica di quali suoni rappresentare e come. Ma quando un nuovo strumento esce fuori, non si aspetta di capire qual è il modo migliore di usarlo e non ci si preoccupa delle conseguenze che può avere. Si parte e basta». https://www.ilpost.it/2021/09/09/inglese-pronuncia-trascrizione/2 punti
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Ieri a Torino Colleziona era presente il Circolo Numismatico Torinese con un suo banchetto2 punti
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Complimento per la nuova pubblicazione e per la varietà dei contenuti.2 punti
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@Illyricum65 Credo che tu conosca il motivo del doppio nome che ha il termine "maiale": pig quando è vivo e pork una volta cotto. La motivazione risale all'epoca normanna quando i servi sassoni accudivano i maiali ( e dunque li chiamavano usando la propria lingua) mentre una volta cucinato veniva usato il francese dei Normanni , che erano i signori feudali ed erano coloro che poi li mangiavano.2 punti
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Un plauso per chi si impegna nella realizzazione della rivista.2 punti
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I giovani ci sono, lo affermo con assoluta certezza. Da giovane posso riportare la mia esperienza. Esistono gruppi numismatici SOLO di giovani/giovanissimi praticamente su ogni piattaforma social (facebook, whatsapp, telegram solo per citarne alcuni). Io ne faccio parte e devo dire che siamo una bella comunità con elementi validissimi. Sicuramente ormai esistono altri canali informativi e altre modalità d’acquisto. Esempio lampante, di tutti questi giovani sono davvero pochissimi quelli iscritti su questo forum e i pochi iscritti nemmeno lo usano più di tanto . Gli acquisti li fanno solo su aste e devo riportare anche aste interne tra di loro. Non sto parlando di roba di pochi euro. Come già stato detto in precedenza in un altro post, in ogni epoca c’è stato un timore verso una “probabile fine della numismatica in Italia”. Io credo che così come non è finita all’epoca, non finirà nemmeno ora. Semplicemente stanno cambiando i tempi e anche i canali d’apprendimento e di acquisto.2 punti
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Secondo me la numismatica è cambiata da negli ultimi 20 anni. I collezionisti "puri" cioè che comprano solo per collezionare sono molto pochi, ormai la maggioranza compra perchè poi rivendendo deve esserci un margine, quindi come se fosse un investimento. E ci sta che si guardi anche al lato economico, ma purtroppo è diventato il primo parametro per molti. Altro aspetto da non sottovalutare è quello culturale: una volta le materie umanistiche era quelle principalmente studiate e quindi collezionare monete classiche per esempio ne era una logica conseguenza. Adesso a scuola il latino ed il greco sono quasi scomparsi, purtroppo dico io, e quindi anche la collezione di quel tipo di monete, assieme ad altre problematiche non secondarie, sta scemando. Non credo che la numismatica sia destinata all'estinzione, mentre qualche dubbio in questo senso dovrebbe averlo la filatelia visto che ormai i francobolli non si usano più.2 punti
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Buonasera, Non preoccupatevi, niente che non vada! Domani va in asta oltreoceano un interessante nomos dì Kaulonia (475-425 a.C.) ribattuto su un didracma di Akragas. L’asta è la CNG 118, il lotto il numero 33. I dati fisici della moneta: diametro 22 mm, peso 8.10 g con asse di conio ad ore 5. La buona conservazione dell’esemplare e del sottotipo, legati ad una coniazione non perfettamente riuscita, hanno dato come risultato una ottimale leggibilità delle caratteristiche della moneta akragantina, tali al punto da consentire la sua classificazione secondo la catalogazione che ci offre il lavoro della professoressa Westermark sulle emissioni greche di Agrigento. Curioso che Classical Numismatic Group non abbia avuto interesse ad approfondire la catalogazione, dato che menziona una generica ribattitura su un didracma di Akragas. La classificazione del sottotipo è da individuarsi nell’accoppiamento di conii Westermark 203 (488/485-480/478 a.C.), sotto al granchio sono ancora visibili le tracce dell’elmo corinzio. Posizione forma e dimensioni delle chele e delle zampe del granchio, di quel che ne resta, ci fanno identificare il conio di martello R137, la sagoma dell’aquila il conio di incudine O74. Di seguito le immagini della moneta in asta e di due esemplari corrispondenti per accoppiamento di conii al nomos di Kaulonia ed al sottotipo akragantino. CNG 118/33, ex CNG 72/137 del 14-06-2006: https://auctions.cngcoins.com/lots/view/4-3958EG/bruttium-kaulonia-circa-475-425-bc-ar-nomos-22mm-810-g-5h L’esemplare pubblicato in The Coinage of Akragas Westermark 203.5, a New York dal 1944 grazie al lascito Newell, SNG ANS 947, ex Jacob Hirsch 8/565 del 1903: Noe Caulonia 98, ex Nomos 18/23 del 26-10-2018, ex Roma Numismatics 7/49 del 22-03-2014: https://nomosag.com/default.aspx?page=ucAuctionDetails&auctionid=17&id=23&p=1&s=&ca=0&co=0&type=auction L’individuazione del sottotipo potrebbe essere di aiuto per una più precisa datazione delle emissioni di Kaulonia, visto l’ampissimo (50 anni) lasso di tempo che corre nello studio del Noe (475-425 a.C.)? Che ne pensate? Non conosco, se non basilarmente, la monetazione della zecca del Bruzio ma mi piacerebbe avere qualche ragguaglio o approfondimento sulla datazione di queste emissioni a doppio rilievo, per meglio comprendere la circolazione della valuta akragantina nella Magna Grecia. In particolare mi farebbe piacere sentire l’opinione di @dracma dato che ricordo che si interessa all’argomento delle emissioni greche ribattute del sud Italia. Buonanotte1 punto
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Lucius Artorius Castus, le vere origini di Re Artù? Immagine dal film King Arthur (2004), regia di Antoine Fuqua. Lucio Artorio Casto (in latino Lucius Artorius Castus, luogo/data di nascita sconosciuti e morto a Pituntium, nei pressi di Salonae Palatium nel II secolo) è stato un militare romano e successivamente procurator centenarius della Liburnia. Tutto ciò che sappiamo su Lucio Artorio Casto proviene essenzialmente da un'epigrafe, alquanto lacunosa, trovata in due frammenti a Podstrana, sulla costa della Dalmazia. Si tratta certamente di una lastra del sarcofago di Lucio Artorio Casto. Una seconda iscrizione, più breve, probabilmente una targa commemorativa ritrovata nella stessa località dalmata, riporta solo pochi dati simili a quelli del sarcofago. Una terza iscrizione, recante il solo nome di Lucio Artorio Casto, riferibile allo stesso personaggio o a un suo omonimo, fu ritrovata a Roma e attualmente è esposta al Louvre. Dalle iscrizioni conservate, tuttavia, non è consentito ricavare dati cronologici certi relativi al personaggio, che dubitativamente viene collocato verso la fine del II secolo. Membro della gens Artoria, ci sono varie teorie sulla sua origine. La prima a essere avanzata è che fosse di origine etrusco-retica, ma la latinizzazione in Artor è alquanto forzata. Un'altra teoria è che fosse originario dell'odierna Valle d'Aosta (dal nome nobile gallo-romano "Artois"). Un'ulteriore teoria, la più accreditata, è che fosse probabilmente originario della Campania visto che, da numerose altre epigrafi e reperti archeologici, si evince che Lucio Artorio Casto apparteneva a una famiglia campana, ben attestata a Capua, Nola, Pompei e Pozzuoli. Discendente del medico di Augusto, Artorio Asclepiade. Un Artorio aveva anche partecipato alla repressione della prima guerra romano-giudaica (66-73/74), quando fu distrutto il tempio di Gerusalemme. Secondo il lungo testo dell'iscrizione del sarcofago, Lucio Artorio Casto aveva servito Roma prima come centurione della “Legio III Gallica”, poi passato alla “Legio VI Ferrata” e ancora alla “Legio II Adiutrix” e alla “Legio V Macedonica” sul Danubio, della quale fu anche nominato primo pilo. Divenne poi preposito della flotta di Miseno (cioè la forza navale di stanza nella Baia di Napoli) e infine fu prefetto della “Legio VI Victrix”. Nel periodo compreso tra il 183 e il 185, i caledoni oltrepassarono il vallo di Adriano, ragion per cui l'imperatore Commodo avrebbe inviato Lucio Artorio Casto in Britannia al comando della cavalleria della “Legio VI Victrix” e altre truppe, comandate da Ulpio Marcello (probabilmente suo parente, dati gli stretti legami fra la famiglia Artoria e quella Ulpia) con il compito di presidiare il Vallo mediante la legione ai suoi ordini, rinforzata da un contingente di 5.500 cavalieri pesanti sarmati. I Sarmati avevano come stendardo un drago, che fu poi adottato dalla cavalleria romana, i "draconari", dando origine, alcuni secoli più tardi, anche al termine dragone per indicare un tipo di truppe a cavallo. Dopo che i caledoni irruppero oltre il Vallo di Adriano, uccidendo anche il comandante romano a Eboracum (York) Lucio Artorio Casto guidò le sue truppe a cavallo a nord, sconfiggendo i caledoni. Come ricorda Cassio Dione, ottenendo la vittoria contro i Caledoni, l'imperatore Commodo poté avvalersi l'appellativo di Britannicus. Dopo essere stato alto ufficiale nella “Legio VI Victrix”, ebbe il titolo di "dux", riservato a chi si era distinto per imprese eccezionali, la definizione di Lucio Artorio Casto nel testo dell’epigrafe come "dux leggionum .. Britaniciniarum" indica che successivamente ottenne un ampio comando in Britannia o fu a capo delle legioni stanziate in Britannia. Le parole "adversus Arm...", ricostruite come "Adversus Armoricos", suggeriscono che Lucio Artorio Casto sia stato anche a capo di una spedizione militare in Armorica (corrispondente alle odierne Bretagna e Normandia) al comando di più coorti di cavalleria per sedare una ribellione. Lucio Artorio Casto si ritirò dall'esercito e divenne procurator centenarius (cioè governatore, con una provvigione di centomila sesterzi annui) della Liburnia (la parte settentrionale della Dalmazia), dove certamente concluse la sua vita, erigendo un mausoleo funebre a Pituntium, nei pressi di Salonae Palatium. Non si conosce altro su di lui. Secondo alcuni studiosi questa interpretazione porterebbe all'identificazione del personaggio con il "Re Artù" storico: l'ipotesi di identificare Lucio Artorio Casto con Artù fu avanzata per la prima volta da Kemp Malone nel 1924. Sebbene infatti Lucio Artorio Casto non visse al tempo delle invasioni sassoni in Britannia (V secolo), si potrebbe pensare che il ricordo delle gesta di Casto, tramandate nelle tradizioni locali, andarono crescendo col tempo fino a formare le prime tradizioni arturiane. Tale ipotesi è stata rafforzata dal parallelismo tra i racconti mitologici degli Osseti del Caucaso, ultimi discendenti dei Sarmati (un cui consistente nucleo fu trasferito dai Romani in Britannia), e i racconti arturiani. La prima apparizione del personaggio "Arthur", qualificato "dux" così come il Lucio Artorio Casto nell'epigrafe, nella Historia Brittonum del IX secolo, secondo lo storico Leslie Alcock era tratta da un poema gallese, originariamente privo di un riferimento cronologico preciso, come pure di una indicazione degli avversari contro cui combatté le sue dodici vittoriose battaglie. Alcuni studi (Xavier Loriot e altri) tendono tuttavia a leggere nell'epigrafe "Armenios" in luogo di "Armoricos", modificando il quadro spaziale (spedizione in Armenia e non in Armorica) e temporale (III secolo secondo Loriot, anteriore al 170 secondo altri) della vita e delle gesta di Lucio Artorio Casto, tentando di slegare le sue gesta dal rapporto con i Sarmati stanziati in Britannia. Guido Migliorati ha successivamente confutato questa interpretazione, ritenendo poco probabile che la spedizione sia avvenuta in Armenia anziché nell'Europa occidentale e riportando la carriera del personaggio al periodo commodiano. (Varie fonti su Internet) Ave! Quintus1 punto
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Originata, pare nel ( VI sec. a,C, ) , forse da un emporio dei Focesi fondatori di Massalia, Arelate entra nei domini di Roma con la costituzione della provincia Narbonese attorno al 118 a.C. . Diventa colonia romana a partire dal 46 a.C. e pressochè a quel periodo può risalire la costruzione del foro, del quale sono conservati scarsi resti architettonici . Indagati dal 1950, sotto quanto rimane della piazza del foro è stato riscoperto, molto ben conservato, un notevole ed esteso complesso sotterraneo di criptoportici, di non chiara funzione se non anche quella di sottostruttura di livellamento della stessa piazza del foro, costruita su terreno in pendenza . Arelate è tra le residenze importanti di Costantino I che vi celebra nel 314 il primo concilio : nel 313 vi è trasferita, da Ostia, la sede di quella zecca, che sarà poi operativa fino al 475 . Vale ricordare che una più modesta ma simile struttura di criptoportici, è anche presente al di sotto del foro romano di Aosta .1 punto
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@Zanzaretta007 Sul dritto leggo ANTONINVS AVG PIV... Quindi Antonino Pio Guarda questo link per un raffronto con la tua moneta: Online Coins of the Roman Empire: Browse Collection (numismatics.org) Buona serata da Stilicho1 punto
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Salve a tutti,premetto che ho letto con molta attenzione gli interventi di quelli che hanno partecipato a questa interessantissima discussione sulla salute della numismatica in generale e sul futuro di essa e devo dire che sono stati molto interessanti. Permettetemi a questo punto anche la mia opinione da neo appassionato (circa 2 anni) che segue la monetazione imperiale romana. Io sinceramente non sono tanto pessimista per quel che concerne il declino della numismatica,anzi io penso proprio che sia il contrario. Semplicemente sono cambiati gli approcci di avvicinamento a tale passione negli ultimi 20 anni grazie all'uso di internet,e sinceramente non poteva essere altrimenti. Nonostante la mia giovane età anche io sono d'accordo che ci verrebbero piu convegni e piu circoli di numismatica che permetterebbero di confrontasi dal vivo con gli altri,cosa a mio avviso fondamentale per acquisire esperienza e crescere ma purtroppo la realtà è molto diversa. Io ad esempio abito in una città abbastanza grande dove non esiste nessuna associazione o circolo dove potersi incontrare ma per fortuna c'è un negozio di numismatica dove mi reco quando posso e che sopperisce in parte a tale mancanza(potendo li incontrare altri collezionisti esperti dove cerco quando è possibile di carpire loro cose che mi fanno crescere dal punto di vista numismatico). Forse la diminuzione di questi è dovuta secondo me proprio ad internet,molto più veloce e più pratico che permette come stiamo facendo noi senza spostarci e molto velocemente di confrontarci con decine di altri appassionati praticamente a costo zero. E sono anche d'accordo con chi ha fatto osservare che ci sono numerosi gruppi di giovani collezionisti su varie piattaforme che nel bene o nel male(qui dipende dai punti di vista di ognuno di noi e che sinceramente non si possono sindacare) che comunque si interessano e contribuiscono affinche tutto il movimento numismatico ne tragga giovamento. In pratica e con questo concludo il mio intervento i giovani che oggi si interessano di numismatica ci sono e sono anche molti, la mia speranza è che lo facciano con passione e con voglia di apprendere e di acquisire sempre più esperienza(attraverso internet,partecipando a convegni,con lo studio di libri e confrontandosi con gli altri) cosa che sto cercando di fare anche io. Io ci credo, poi il tempo ci dirà ma secondo me le cose andranno sempre meglio. Alla prossima ed a tutti noi AD MAIORA SEMPER ANTONIO1 punto
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Dico la mia: Il collezionismo numismatico è qualcosa di molto più fluido di quanto possa apparire a prima vista. Può capitare che zecche o periodi storici che raccoglievano, fino a 10/20 anni fa, fior di interessanti, ne attirino ora molti meno. Al contrario capita anche che periodi storici o zecche trascurate dai collezionisti fino a pochi anni fa attirino ora centinaia e centinaia di collezionisti. Chi colleziona monete di zecche che ultimamente raccolgono meno interesse, avrà l'impressione (errata) di un indebolimento del movimento numismatico nel suo complesso. Viceversa per chi colleziona monete caratterizzate negli ultimi anni da vasto consenso di pubblico. A titolo di esempio, nell'ambito delle zecche meridionali, negli ultimi 10 anni è crollato l'interesse verso le monete del periodo normanno/svevo, a favore del periodo vicereale. Un mezzo denaro svevo che oggi ha pochissimo mercato e giace tristemente nei vassoi dei commercianti, solo 10 anni sarebbe andato rapidamente a ruba a prezzi doppi o tripli rispetto a quelli con cui si vende (quando si vende) oggi. Al contrario, 10 anni fa i commercianti ti tiravano letteralmente dietro i pezzi del vicereame (mi ricordo i 4 Tarì belli a 40/50 Euro). Oggi i prezzi di questa monetazione sono quasi triplicati. Già questo fenomeno aiuta a spiegare perchè alcuni possano avere l'impressione di una rarefazione del mercato. Se si colleziona Aquileia, Napoleoniche o altre zecche di nicchia è facile avere questa impressione. Tuttavia i collezionisti sono più di prima, solo che spesso comprano altro. Vi è poi un ulteriore fenomeno, Internet, che complica e non poco l'analisi di cui sopra. Internet ha fatto esplodere l'offerta di monete comuni con conseguente crollo dei prezzi di tutto quello che non è raro. La platea di acquirenti, per alcune monetazioni, è purtroppo aumentata meno di quanto sia aumentata l'offerta di materiale. Generalmente solo le monete rare per qualità o reperibilità generalmente non hanno mai perso mercato, chiaramente a meno dei cali di interesse discussi sopra (vedi lira repubblicana con crollo dei prezzi anche in FdC). Io guarderei il tutto da un altro punto di vista. Collezionare monete non è mai stato tanto semplice e per certe monetazioni economico (per altre molto meno) come in questo momento.1 punto
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E' un semplice file excel che mi sono creato.1 punto
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Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung > Auction 280 Auction date: 11 October 2021 Lot number: 338 Price realized: This lot is for sale in an upcoming auction - Lot description: KILIKIEN. SELEUKIA AM KALYKADNOS. AE ø 23mm (7,11g). 2. - 1. Jh. v. Chr. Vs.: Kopf der Athena mit attischem Helm n. r., dahinter ΣΑ, davor Palmzweig. Rs.: ΣΕΛΕΥΚΕΩΝ ΤΩΝ ΠΡΟΣ ΤΩΙ ΚΑΛΥΚΑΔΝΩΙ, Nike mit Kranz n. l., l. im Feld ΝΚΙ / ΚΑΛ. SNG BN 904; SNG Levante . R! Dunkelgrüne Patina, vz Aus der Paulo Leitão Collection. Estimate: 350 EUR ILLUSTRAZIOINE: ANFORA ETRUSCA A FIGURE NERE DEL PITTORE DI MICALI1 punto
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Ho in collezione il tipo con punto e quello senza , la loro reperibilita' e ' piu' o meno simile come pure le quotazioni1 punto
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Si avvicina ...Convegno che consiglio sempre per organizzazione e ospitalità e per l’aria amichevole che si respira, incoraggiamo e sosteniamo in questo periodo chi fa e propone eventi Numismatici nonostante tutto ...!1 punto
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Ti consiglio innanzitutto di studiare l’evoluzione storica della monetazione romana; l’asse librale è una moneta diversa da quelle leggere cui fai riferimento. Come ti ha evidenziato Richard Schaefer (uno dei più grandi esperti di monetazione repubblicana) dal IV al I secolo aC dall’asse librale fuso, man mano che il contenuto intrinseco perdeva di rilevanza, si è passati a monete coniate di peso sempre meno significativo e di valore esclusivamente fiduciario. Quindi il peso della moneta che troverai sarà legato al periodo della sua emissione.1 punto
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Spesso il gatto convive in famiglia con il cane, e per mia esperienza, in ottimo rapporto (v. post # 51). Mi piacerebbe entrare nella loro testa per sapere cosa pensano uno dell’altro. Forse questa striscia della famiglia Belbelli tratta dalla Settimana Enigmistica ce ne dà un esempio. apollonia1 punto
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Secondo me eri tu un giovane atipico. Io da adolescente (ma anche dopo) pensavo più ai videogiochi che alla numismatica! Certo, un fascino di fondo l'hanno sempre avuto per me le monete. Ma niente più del fascino. Mai mi sarei sognato di andare ad un mercatino. Quelli che vedevi tu magari erano "obbligati" dai genitori alla visita del tal mercatino o tal convegno, in quanto non potevano ancora stare a casa da soli. Probabilmente quando gli adolescenti di oggi si accorgeranno del tempo che stanno buttando sui social, diventeranno adulti più appassionati ai libri e allo studio, magari proprio nel ramo della numismatica. Esprimo un mio parere, ma le passioni è difficile che nascano da piccoli, specialmente per una materia difficile da trovare in giro come la numismatica. Io ero appassionato ad auto, moto, trattori e mezzi movimento terra (passioni che porto avanti anche oggi, l'ultima delle quali è diventata il mio lavoro); col tempo ho iniziato a coltivare passioni più "adulte" come la numismatica o la storia, le quali sono iniziate pochissimi anni fa.1 punto
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Quindi tutti i discorsi da ultradecennale numismatico che ho letto fino ad ora da te, con sentenza in mano come che parlassi delle tue esperienze vissute chissa' da quanti anni e del fatto che fossi "la Bibbia" della numismatica, sentenziandone la fine come fossi "Nostradamus", arrivano da un "vecchio trentenne" ?????? Ecco cio' che veramente fa male alla numismatica e a chi si affida ai forum per iniziare e partire........io ne ho 45 e di monete ti assicuro ne ho viste parecchie, ma mai , e dico mai, mi permetterei di dichiararmi come "vecchio numismatico" nei confronti dei veri "vecchi numismatici" ......primo non mi permetterei mai , secondo mi riderebbero in faccia!!!!! Non sto' dicendo assolutamente che un trentenne non ha conoscenze, ho un socio 27enne che puo' insegnare tanto a numismatici ben piu' navigati a livello di eta' anagrafica, ma sono ben consapevole che, anche alla mia veneranda eta', sarei un grosso presuntuoso a ritenermi un "vecchio numismatico"!! Ti dico infatti che ad ogni occasione (facendolo di mestiere ne ho fortunatamente parecchie), chiedo e cerco di apprendere da chi ne sa piu' di me , poiche' in numismatica NESSUNO puo' aver conoscenza di tutto e non finira' mai di apprendere Mi son dilungato pure troppo, ma a trent'anni (dopo che a piu' riprese ti e' stato dimostrato che la tua idea era sbagliata), dare la sentenza "suprema" sulla numismatica, scusami, ma mi fa veramente ridere? Ti consiglio di vivertela piu' serena la numismatica, e' una passione bellissima e che deve dare gioia, se vedi il suo futuro in questo modo, sinceramente penso che smetta di avere tutto il suo fascino1 punto
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La Legion d’onore, di per sé, è una parte già debole di questa tipologia. Può essere che sia conio stanco, come può essere anche un effetto fotografico. Comunque, lasciando stare questo punto da me evidenziato, resta complessivamente una bella moneta.1 punto
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Ciao, nel nuovo MIR al nr 510 ve ne è una molto simile alla tua , inedita , con la legenda d\ CHAROLUS DUX r\ MARCHIO IN ITA PP, attendi qualche esperto per una classificazione certa.1 punto
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L'età anagrafica, è ovvio, non è indice di sapere. La numismatica pretende un continuo studio di aggiornamento, per molte monetazioni teorie di 25 anni fa sono più che superate. L'esperienza di aver visto molte monete? Sicuramente può contare per riconoscere un falso ma non è l' ancora di salvezza e non significa "sapere". D'altro canto, in generale, si scrive molto, su tutto e spesso inutilmente, ribadendo concetti più che assodati o addirittura (appunto) superati. Ma forse meglio cosi che il vuoto. Come detto sopra l'importante è avere la capacità di discernere la paglia dal fieno. Quanto detto dal giovane più sopra dovrebbe essere sprono per incontrare questo differente modo di vedere la numismatica che noi "vecchi" non vediamo o capiamo, ma l'errore è solo nostro.1 punto
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Hai ragione che bisogna avere pazienza con i giovani, in tutti i campi. Limitandoci alla numismatica per imparare le monete devono essere viste dal vivo, internet può dare un valido aiuto ma solo l'esperienza diretta permette di crescere, numismaticamente parlando. Io è 30 anni che frequento convegni, aste e negozi e la passione è diventata il mio lavoro. Se ad un convegno o in negozio viene un collezionista, giovane o meno poco importa, gli faccio vedere tutte le monete che vuole se si comporta educatamente e tratta le monete con rispetto. Negli ultimi mesi ho conosciuto 2 collezionisti di 10 e 13 anni. Ogni tanto passano, chiedono, guardano, si informano e quasi mai comprano. Mi danno fastidio? Mi fa solo piacere che abbiano trovato in me e mia moglie un punto di riferimento per la loro passione. Ad entrambi ho regalato un manuale per spiegargli che prima vengono i libri e poi le monete. Non so se la loro passione continuerà, ma il nostro negozio sarà sempre aperto agli appassionati a prescindere da quanto spendono, sempre nel rispetto delle monete.1 punto
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Oooooh finalmente un bel discorso da anziano! Lo aspettavo! Sai perché i giovani non chiedono aiuto a voi "vecchietti"? Perché siete spocchiosi e ci fate pesare ogni informazione che ci date, come se state rivelando il segreto di Fatima anziché insegnare qualcosa di bello ad un ragazzo. Devo ringraziare che non sono tutti così gli "anziani" del forum. Per fortuna che altri sono disponibili a diffondere la loro cultura con piacere e abbondanza. Non sapevo dell'esistenza di gruppi di soli giovani dediti alla numismatica, ma capisco perché lo fanno.1 punto
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Forse in parte è anche x questo atteggiamento di superiorità, x "esperienza anagrafica", che i giovani preferiscono dialogare tra loro.. Del resto, chi glielo fa fare di arrivare su un forum dove vengono trattati come "pischelli"? A volte una pacca sulla spalla motiva molto di più di un consiglio elargito dall'alto. ( @ARES III, non mi fraintendere, non ce l'ho con te, mi riferisco principalmente ai molti post chiusi d'ufficio x ragioni discutibili, o risposte secche e sgarbate se le foto non sono in HD ecc.., e mi ci metto pure io che spesso sul forum tendo a usare un registro non colloquiale..)1 punto
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È un raro ducato ossidionale della guerra dei trecento secoli fra gli esuli di Nettuno e gli Akkroniani. Da tenere stretto e non vendere assolutamente.1 punto
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Buongiorno e buon fine settimana a tutti. Napoletana di oggi è un Tornese da 6 Cavalli 1804 di Ferdinando IV. Dopo tanto tempo sono riuscito a trovarne un esemplare con dei rilievi un po più alti al dritto rispetto al mio esemplare. Le foto sono quelle del venditore del lotto di cui il pezzo faceva parte. Come lo giudichereste in conservazione? Grazie a chi vorrà rispondere.1 punto
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Se ne parla( in parte ) in questa discussione.1 punto
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Il "ci" non ce lo devi mettere. Puoi scrivere "mi" e va bene. Può esserci chi non è seccato e chi è indifferente e perfino chi è d'accordo.1 punto
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Giustamente mi è stato chiesto di unificare le due parti dell'indice per una migliore lettura:1 punto
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Io ho effettuato il pagamento Epay in data 09/08/2021. A tutt'oggi nulla.1 punto
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Io vedo che è l’Italia ad essere di nicchia ormai. E vista la situazione economica mi sembra il minimo che i nababbi/speculatori galoppino mentre i microportafogliati tirino la cinghia, il che si riflette sul mercato inevitabilmente. Ma non dovrebbero essere contenti i piccoli collezionisti? Potranno acquistare i pezzi che già erano alla loro portata risparmiando qualcosa. Qualcosa di nuovo sotto il cielo?1 punto
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Dritto senza punto dopo il numerale IV Rovescio con arco continuo nello Stemma e rigature ///////// Questa chiusura continua la si trova anche su rari esemplari del 1798 con 10 torrette ma senza rigature.1 punto
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