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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/03/21 in Risposte

  1. Tancredi, Vichingo di Normandia, verso il 1000 diventa signore del villaggio di Hauteville : i figli Roberto il Guiscardo e Ruggero, venuti in Italia, in breve ne conquistano importanti aree nelle regioni meridionali e dal 1061 iniziano anche la conquista della Sicilia allora araba, completandola nel 1091 con la caduta in mani normanne di Noto . Nel 1130, Ruggero II di Altavilla eleva a regno la Sicilia, unitamente ai possedimenti di Calabria e Puglia : nel 1161 il nipote di Ruggero, Guglielmo II il buono, è re di Sicilia, regno che tiene fino alla fine della sua vita nel 1189 . Incoronato alla sua maggiore età nel 1171, Guglielmo, spesso impegnato in importanti guerre verso oriente, nella sua Sicilia ottiene un lungo periodo di pacificazione pressochè senza contese, durante il quale dedica buona cura al progresso anche culturale ed artistico : avvia dal 1174 la costruzione del duomo di Monreale, mentre completa la costruzione dello splendido castello della Zisa e realizza importanti opere nel duomo di Palermo . Dalla monetazione siciliana di Guglielmo II, battuta nelle zecche di Messina e Palermo, si nota, tra le monete in rame, il triplo follaro di grande modulo a lui attribuito e probabilmente battuto in Messina, che, anepigrafe, propone una particolare tipologia 'africaneggiante' con al diritto una testa frontale di leone ed al rovescio una palma con datteri che potrebbe anche ricordare il rilievo con palme nel duomo di Monreale .
    4 punti
  2. Il mio primo Sebeto. Anno comune in conservazione per me accettabile. Particolare il contorno con cerchi e quadrati.
    4 punti
  3. Salve, ecco il mio denaro regale di Carlo II d’Angio’. Saluti, Domenico
    4 punti
  4. Prima di segnalarVi alcuni siti e testi nel caso foste interessati ad approfondire i temi proposti nelle due discussioni (si tratta di scritti repribili su internet), volevo segnalarVi come lo studio di un esemplare in condizioni non eccezionali di conservazione ma comunque pienamente leggibile, pur con un po' di attenzione, ha permesso di proporre una discussione che ritengo posso affermare ha riscosso una buona attenzione. Così come ringrazio i vari contributi (che spero ci saranno anche nella presente discussione) e la manifestazione d'interesse dimostrato da un nuovo frequentatore del Forum ( @Enomis00 ) che gratifica sempre e fa capire che il tempo dedicato non è stato infruttuoso. Non servono monete carissime in condizioni di conservazione stratosferiche... valutiamole e apprezziamole non tanto come freddi "dischetti metallici" conservati più o meno bene quanto come testimonianze di frammenti di Storia... una sorta di "capsule del tempo" che dobbiamo avere la pazienza di aprire e comprenderne a pieno il significato. SITOGRAFIA https://www.cointalk.com/threads/faustina-friday-the-empress-as-mater-castrorum.375198/ https://www.e-periodica.ch/cntmng?pid=smb-001:1963:13::1120 https://www.researchgate.net/figure/Aureus-of-Marcus-Aurelius-for-Faustina-the-Younger-Cabinet-des-Medailles-Brussels_fig3_343479517 http://augustuscoins.com/ed/MATRI/ https://www.vcoins.com/it/stores/praefectus_coins/130/product/diva_faustina_junior_died_1756_ad__sestertius_matri_castrorum_rare/976251/Default.aspx https://tyche-journal.at/tyche/index.php/tyche/article/download/42/html_24?inline=1 BIBLIOGRAFIA: Oltre ai già citato lavoro di Alessio Busseni https://www.lamoneta.it/topic/181037-la-monetazione-imperiale-di-faustina-ii-libro/ segnalo i seguenti testi: Boatwright, Mary T. "Faustina the Younger, 'Mater Castrorum'" in Les Femmes Antiques Entre sphère privée Et sphère Publique: Actes Du Diplôme D'Etudes Avancées, Universités De Lausanne Et Neuchâtel, 2000-2002, Bielman, Anne, et al., eds. Peter Lang, 2003, pp. 249-268. Laura Marzo “Mater et Augusta: la ‘maternità istituzionale’ di Giulia Domna tra evidenze storiche e finzioni letterarie”, in “Classica et Christiana”, 13, 2018, pp.266-272. Francesca Cenerini “Faustina Minore, Avidio Cassio, Marco Aurelio” in La storiografia tardoantica. Bilanci e prospettive. pp. 101-118. Francesca Cenerini “Il ruolo di Faustina Minore nel Principato di Marco Aurelio” Montesquieu.It, 7(1), 2015. A cura di F. Cenerini e Francesca Rohr Vio “Matronae indomo et in pre publica agentes – Spazi e occasioni dell’azione femminile nel mondo romano tra tarda repubblica e primo impero.” Atti del convegno di Venezia 16-17 ottobre 2014. EUT Edizioni Università di Trieste, 2016. Pedro David Conesa Navarro “Faustina la Menor y Julia Domna como matres castrorum. Dos mujeres al servicio de la propaganda imperial de las dinastias antonina y severa”. Lucentum, XXXVIII, 2019. Pp. 281-299. Un caro saluto Illyricum
    3 punti
  5. Ciao, per le monete svizzere non utilizzo ne numista e ne ucoin, da sempre mi affido a questo sito che inserisco di seguito, vedi se ti può essere utile: https://www.schweizer-geld.ch/federal-coins/en/2 per il 5 franchi https://www.schweizer-geld.ch/federal-coins-5-francs/en/14-1
    3 punti
  6. Data la conformazione non particolarmente complessa del simbolo grafico "1", se posiziono l'apice a destra del vertice dell'asta anziché a sinistra, a mio parere è sensato definirlo "1 speculare". Lo potrei anche definire "1 mancante della parte superiore e con eccesso di metallo sul lato destro": sarebbe la medesima cosa, ma più lungo da scrivere e non ci starebbe nella colonna del catalogo Al di là di ciò, queste dinamiche di "numeri speculari" sono comuni - anche in monetazioni con minor numero di varianti di conio rispetto a quella napoletana - e non mi sembra così significativo enfatizzarne a livello di catalogo la distinzione (men che meno diversificarne il valore dalla versione standard). Francamente non condivido questa tendenza alla dispersione tra mille microvarianti di conio che si sta diffondendo nella monetazione borbonica: conosciamo tutti benissimo l'adagio secondo cui è più facile trovare una variante che una moneta "normale" quando ci occupiamo dei due Ferdinandi.
    3 punti
  7. Buongiorno e Buona domenica a tutti. La mia Napoletana di oggi, Collezione Litra68 Publica Commoditas 1790 Magliocca 304 Conservazione complessivamente al di sotto di un Mb ma vista la rarità mi va bene lo stesso ? Saluti Alberto
    3 punti
  8. Buongiorno, mi riallaccio e proseguo la discussione precedente https://www.lamoneta.it/topic/201615-sesterzio-da-studio-parte-1-biografia/?tab=comments#comment-2227496 mostrando il rovescio del sesterzio di cui avevo presentato il diritto in apertura. Si scorge una figura femminile seduta e rivolta verso sinistra che sembra reggere un… tucano? Senza divagare troppo, l’esemplare presentato trova un preciso confronto con questa moneta: Diva Faustina Junior AD 176-180. Rome Sestertius Æ 31mm., 26,57g. DIVA FAVSTINAE PIAE, draped and veiled bust right / MATRI CASTRORVM, Faustina seated left, holding sceptre and globe surmounted by phoenix; before three standards, S-C across fields. very fine RIC 1711. 1st Blue Auction Lot 1117, 23.09.2017 https://www.acsearch.info/search.html?id=4412866
    2 punti
  9. In questo periodo di realizzi pazzi per le alte conservazioni... chi si accontenta, gode Moneta comune, passata recentemente in un'asta estera minore Bellissimi fondi e leggera usura, secondo me non è male... e soprattutto, presa bene Come la giudicate?
    2 punti
  10. il quattrino di milano infatti trova un riscontro visto che dal sito numista è data per rame 1,67 gr e 18 mm
    2 punti
  11. Quella R è un compendio per troncamento, che qui sta a indicare R(ex); non possiamo leggervi una x. È ricorrente nelle scritture antiche, pensiamo a parole come SICILIAR(um), ROMANOR(um) eccetera, che anche nelle monete medievali e della prima età moderna hanno spesso la R barrata.
    2 punti
  12. Mah, non ne sono convinto, e non mi sembra chiarissima la tua distinzione tra errore e variante: è legata all'intenzionalità o al mero interesse da parte del collezionista (parametro non oggettivo)?. Penso al celebre 5 lire Delfino "con 1 rovesciato": è un semplice esubero di metallo casualmente collocato in quel punto (anche perché nelle monete da 5 lire l'1 non ha apici), eppure è presente in tutti i cataloghi. Che quello della nostra mezza piastra sia stato un errore nella collocazione del punzone o un esubero di metallo, sempre di errore si tratta: le autentiche varianti sono un'altra cosa e perché vengano considerate tali debbono essere intenzionali (esempio: testa piccola e testa grande).
    2 punti
  13. Ecco il mio biglietto: CARTAMONETA - STATO PONTIFICIO - Banca Romana - Secondo periodo (1870-1893) - 50 Lire 22/12/1892 Gav. 117 RRR Tanlongo/Torlonia/Lazzaroni
    2 punti
  14. Carissimo @numa numa. Sono rimasto fulminato sulla via di Damasco da questi affascinanti quanto misteriosi oggetti monetali ed ho iniziato a raccogliere un po' di dati per vedere se potevo fornire un piccolo contributo pur nella mia ignoranza e nella momentanea impossibilità a consultare alcuni repertori (mi devo reiscrivere alla consultazione in istituto all'università). Al momento sto cercando di raccogliere dati quantitativi (peso e misure) ed immagini per vedere di integrare (con tutta la modestia del caso) il lavoro fondamentale della Laura Ambrosini che data ormai a più di 20 anni fa e che, mi sono accorto, era già lacunoso di alcune informazioni istituzionali. Solo per es. mi sono imbattuto del tutto casualmente nell'esemplare più particolare finora individuato che è presente al museo archeologico di Torino. Pesa ben 48 gr e presenta un vistoso lacerto di fusione non tranciato. Il che mi fa sorgere tanti dubbi sulla questione puramente ponderale. Da dove viene? Perché non è stato "finito"? E' stato abbandonato al suo destino dopo la sua produzione o ha circolato? Sto setacciando le principali aste attuali ed ho visionato molti cataloghi dagli anni '80. Mi mancano completamente le aste fine 800 fino al 1960 ca. (ho trovato qualcosa digitalizzato on line ante 1923 ma poca roba. Così facendo sono riuscito a ricostruire i passaggi di alcuni esemplari ed a specificare che alcuni oggetti sono in realtà la stessa moneta (sperando che sia la stessa moneta e non tre copie identiche, ovviamente). Mi sono fatto delle ipotesi di lavoro, alcune le ho già cassate, altre le ho modificate, poche altre ancora reggono e ci sto lavorando. Per me importante è avere anche l'immagine per portare avanti anche dei raffronti tipologici pur nella estrema semplicità dei tipi. Chiaramente si lavora principalmente sul sestante che parrebbe essere il numerale meno "timido", apparendo come una star pressoché ovunque nelle aste contemporanee. Mi piacerebbe anche capire da dove arrivi questo aumento di presenze di sestanti nel mercato antiquario. Se ti interessa appena questa mia "res" passa dal vagito ad una formulazione un po' intelligibile posso farti sapere cosa sto combinando: sono sempre per la condivisione del sapere e non sulla gelosia delle informazioni che, purtroppo, ho sperimentato ai tempi dell'università. Grazie per il tuo supporto ed interessamento.
    2 punti
  15. Ciao a tutti. Ho questa moneta da un'asta italiana. Penso che sia qSPL. Potrei sapere l'anno di questo tipo? Grazie.
    1 punto
  16. Salve amici del forum, mi date una mano con l'identificazione di questa moneta di cui non ho le misurazioni ma solo queste immagini ed un parere sulla sua conservazione anche se difficile farla con una foto. Vi ringrazio saliti Sam...
    1 punto
  17. Posterò qua la serie dei Bundesländer tedeschi. Le foto che posto sono parte della mia collezione personale. Foto fatte da me e non prese dalla rete. Posterò una moneta alla volta, con storia di ciò che rappresenta la moneta. SCHLESWIG – HOLSTEIN - TAGLIO : 2 Euro Commemorativo - STATO : Germania - ANNO : 2006 - DATA DI EMISSIONE : 3 febbraio 2006 - ARTISTI: Heinz Hoyer - TEMA : Serie degli Stati Federali Tedeschi ( Bundesländer ) - TIRATURA : 31.380.000 ( Divisionale FDC 83.000 x 5 / Divisionale FS 75.000 x 5 / Folder FDC 60.000 / Folder FS 58.000 ) - DIAMETRO: 25,75 mm - PESO: 8,50 gr - SPESSORE: 2,20 mm -ICONOGRAFIA: La Porta della zona ovest di Lubecca, la Holstentor (1469 - 1478) - ZECCA: Monaco ( D ) LA REGIONE: SCHLESWIG – HOLSTEIN La regione è situata nella Germania del nord, nella Penisola dello Jutland, con il solo confine estero con la Danimarca. Questa terra si presenta pianeggiante, difatti la sua maggiore altitudine è il Bungsberg, di 168 metri. Nel meridione di questa regione sono presenti diversi laghi, come il Ratzeburger, che prende il nome della città omonima. In passato questa terra era prevalentemente dedita all’agricoltura, alla pesca ed ovviamente dal commercio navale, forte della Lega Anseatica. Oggi, pur conservando le sue tradizioni, anche lavorative, la regione è forte da un punto di vista turistico; con le sue lunghe spiagge, i laghi, l’affaccio su due mari ma anche i suoi cinque parchi naturali, come il Wattenmeer, che è il Parco Naturale più grande della Germania, estendendosi dalla Danimarca sino alle foci del fiume Elba (Elbe in tedesco). In passato questa terra apparteneva alla Danimarca che, con la Seconda Guerra dello Schleswig, combattendo contro la Confederazione tedesca, l’Impero Austriaco ed il Regno di Prussia, conclusasi con una sconfitta danese, la perse. Era il 1864. La vicinanza però con la Danimarca ha fatto sì, come in molte nazioni del Mondo, che forte sia la minoranza danese in questa regione (20.000 danesi). HOLSTENTOR Holtein-Tor, ovvero “Porta dello Holstein”, nacque come un sistema di fortificazioni per il lato ovest della città di Lubecca. Venne costruita avanti alle mura cittadine fra il 1469 ed il 1478 da Hinrich Helmstede, che era un mastro carpentiere presente nel consiglio di Lubecca. A quel tempo era forte l’espansione del potere danese e Lubecca si operò per il rafforzamento lungo il fiume Trave. Possiamo quindi notare come la parte della porta che guarda l’esterno è fortificata; al contrario della sua parte che guarda l’interno, ornata da tre ordini di arcate con dei fregi ornamentali in ceramica. Inoltre verso l’interno si nota come la porta presenti delle finestre, laddove in uscita della città invece presenta delle feritoie con delle postazioni di artiglieria. E’ l’unica delle porte tardo medievali ad essersi conservata così bene; difatti essa viene considerata, oltre che una fortificazione, anche un’opera di elevato prestigio di Lubecca, la “Regina della Lega Anseatica”. LA STRUTTURA: La porta è formata da un corpo centrale con quattro piani (anche se lo stesso non ha il pian terreno) , con due grandi torri ai lati, larghe 3,50 m fatte in laterizio fra le quali svetta un timpano. Presenta due lati, uno rivolto la città, detto “Stadtseite” e l’altro verso la campagna detto “Feldseite” . La “Stadtseite” porta una iscrizione: “S.P.Q.L.” . Ciò trae una ovvia ispirazione al più noto S.P.Q.R. della Roma Antica. Al posto di “Romanus” qua troviamo “Lubecensis” . Dall’altra parte, nel “Feldseite” si trova l’iscrizione: “Concordia domi foris pax” che nella sua traduzione vuol dire “concordia all’interno, pace all’esterno”. Se si nota la torre sud, si vede come essa risulti inclinata, seppur non di molto, verso l’interno. Questo avvenne giacché la torre venne realizzata usando una costruzione di travi a griglia, che forse potevano poggiare su delle palafitte. Con il peso crescente, il terreno cedette inclinando la torre verso l’interno. L’edificio è circondato da due fasce di terracotta decorate con tre diverse fantasie ricorrenti: quattro gigli, una figura geometrica e quattro foglie di cardo. Però queste decorazioni vennero ristrutturate nel 1865, per finire nel 1870. La Holstentor nel 1855 rischiò di essere demolita per lasciar posto alla stazione ferroviaria; ma per fortuna questo non avvenne. Dal 1931 al 1937 ci furono invece, per mantenerla, diversi interventi per non farla cedere; come ancore in acciaio e cemento; anelli di ferro attorno alle torri e sistemi di ancoraggio ai muri.
    1 punto
  18. Questa discussione mi ha fatto tornare indietro di almeno 10 anni, ai tempi del vecchio spirito del forum.. bei tempi..
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  19. Una vittoria è pur sempre una vittoria ?!!! Sono convinto che alla fine ci sarà sempre qualcuno che pubblica qualche pezzo che fa più invidia e finisce la favola....?!!! A presto con altri capolavori....
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  20. Altro orrore... Qui in queste 200 lire,un verso è buono,l' altro è out. Saluti
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  21. Beh, quel che posso fare io è prepararmi a dire bravo a chi riuscirà a capire di che moneta si tratta!
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  22. Non tutti sanno che nel 1011 un nobile longobardo di nome Alferio, imparentato col principe di Salerno Guaifero III, fondò il primo nucleo dell'abbazia benedettina di Cava dei Tirreni, seconda nel tempo per importanza solo all'abbazia di Montecassino. In pochi anni a causa della santità di Alferio (fatto santo in seguito), la badia acquisì territori, chiese e monasteri in tutta l'Italia meridionale, soprattutto sotto il terzo abate di nome Pietro I nipote si Alferio. Undici abati della badia di Cava saranno fatti santi. Non solo i principi longobardi di Salerno concederanno privilegi ai monaci, ma anche i successori normanni. Quando fu pronta la Basilica di Monreale, il re Guglielmo si trovò la chiesa priva degli officianti e chiese aiuto all'abate di Cava, il quale fece giungere in Sicilia 100 monaci per popolare il tempio appena edificato.
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  23. Pienamente d'accordo. Infatti io ho riportato l'interpretazione dell'autore che per primo ha segnalato la peculiarità. Nel catalogo sulla monetazione angioina scritto assieme ad Achille Giuliani riportiamo infatti correttamente la R come segno di abbreviazione. Di seguito, testualmente, la nota. LOTETA 2014, pp. 23-24, ha interpretato il segno obliquo di abbreviazione come una lettera X, in nesso alla R; l’autore, poi, ha rilevato che questa caratteristica nell’incisione diventa elemento di unicità per la serie monetale, che SPAHR 1976-1982, vol. II, pp. 10 e 47, a causa di un apparato iconografico simile, aveva attribuito a sovrani della Casa d’Aragona.
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  24. o forse questo quattrino di Milano, Carlo II 1665-1675 che assomiglia molto all'ultima foto postata. grazie ancora
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  25. questa è molto più comune - Le foto purtroppo non sono grandi a sufficienza per dare un giudizio appropriato. Sono comunque monete importanti e penso valga al pena spendere qualcosa e richiedere il parere di un professionista del settore.
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  26. Sperando di fare cosa gradita, desidero segnalare questo convegno, piccolo ma interessante e ben organizzato e frequentato.
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  27. Sono molto felice di vedervi discutere tutti di questa domanda. Mi aiuta molto e mi fa conoscere più chiaramente qualcosa sulle monete napoletane.
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  28. Ciao, mi dispiace contraddirti ma c'è una sottile differenza tra le due affermazioni,in una si parla di variante conclamata intenzionale o meno ma che potrebbe portare il collezionista a mostrare un certo interesse e di conseguenza investire una cifra che può essere anche importante,nella seconda ci sarebbe la consapevolezza di un errore di conio verificatosi in fase di coniazione,di conseguenza troverebbe poco interesse da parte dei collezionisti che non penso proprio siano disposti a investire determinate cifre per entrarne in possesso...
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  29. Ciao è un bel cavallo di Ferdinando I Brindisino, vedi la presenza della colonna davanti all'equino. Secondo altri autori è di Tagliacozzo. Una bella moneta da conservare con cura Saluti Eliodoro
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  30. È stata esclusa dal manuale proprio perché ritenuta non una variante dall'autore (insieme anche ad altri collezionisti)quindi non si tratta di aggiornamenti o meno,la presunta "variante"non e stata ritenuta tale, quindi non verrà aggiunta ne nel prossimo aggiornamento ne in quelli futuri, inoltre potete leggere qualcosa a riguardo a pagina 323 del manuale...
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  31. Buongiorno, potresti essere più preciso sul nesso tra "anno e nominale" in quanto, perdonami, ma non riesco a coglierne le connessioni.
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  32. Esatto, solo "fanta"?.. Saluti.
    1 punto
  33. Buongiorno. O positivo o negativo una cifra rimane tale e non cambia struttura e le Aquile sono capovolte, non decapitate o senza coda, giusto?
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  34. A me sembra che effettivamente la moneta presenti un "1" specchiato. D'altronde mi sembra che ci siano numerose prove che ci fossero oggettive difficoltà nell'assemblare punzoni in quel periodo del Regno Borbonico, con particolari problematiche nel capire come sarebbe stato poi impresso "in positivo" ciascun elemento. Oltre alle classiche aquile rovesciate (sopra/sotto), avevo fatto notare di recente che anche l'emblema del Lèon (il leone rampante) è tecnicamente specchiato in moltissime monete specialmente di Ferdinando I Quindi, visti i precedenti, l' "1" non mi stupisce insieme a aquile e leoni Si potrebbe obiettare che sarebbero solo 3 gli elementi dell'intera moneta che presentano queste problematiche.. ma faccio notare che quasi tutti gli altri elementi hanno qualche forma di simmetria che li potrebbe aver salvati da figuracce Saluti!
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  35. Ciao a tutti. Questa moneta è senza marchio di zecca. Penso che sia SPL+/FDC.
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  36. Quando vedo queste banconote in questo stato mi chiedo sempre le tasche che hanno cambiato,il modo in cui sono state maneggiate,dove sono state custodite e in che situazione.?
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  37. Ciao, ti consiglio di mettere le monete in una scatola di plastica inerte.Sebbene questo sacrifichi il piacere di toccare con le mani, può mantenere le tue monete al sicuro per molto tempo. https://www.lighthouse.us/square-coin-capsules-quadrum-intercept.html La seguente casella può scrivere sull'etichetta: https://www.lighthouse.us/rectangular-coin-capsules-everslab.html
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  38. Questa è veramente una rarità. Oltre alla difficoltà di reperimento di questa moneta, il problema è trovarla in condizioni che ne facciano apprezzare l'iconografia e che la rendano pienamente leggibile. Questo nominale di Carlo I d'Angiò pur se noto da tempo è stato in passato oggetto di errata classificazione a dimostrazione della difficoltà nel reperire esemplari perfettamente leggibili. Lo Spahr, che lo classifica due volte, lo attribuisce alla zecca di Messina come una emissione di Giacomo d'Aragona (nr. 21) e di Federico il Semplice (nr. 222). La corretta attribuzione a Carlo I d'Angiò la si deve a Maurizio Bonanno che nel suo articolo Un inedito denaro siciliano di Carlo I d’Angiò, ovvero riclassificazione di una moneta erroneamente attribuita, in «Sicilia Archeologica», XVI, 51, Trapani 1983, identifica questo denaro come una emissione angioina. Successivamente Antonio Loteta ( @carlino che approfitto per salutare) ha evidenziato una peculiarità tipica di questa emissione nel suo Un inedito denaro siciliano di Carlo I d’Angiò, integrazione all’articolo di Maurizio Bonanno, in «Panorama Numismatico», XXXI, 295, Serravalle 2014. In questo studio l'amico Antonio ha messo in evidenza il carattere della R al rovescio interpretandola come Rx in nesso. Anche nella moneta qui postata da Eliodoro è bel visibile questa particolarità. Complimenti!
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  39. 1 punto
  40. Quello del Marocco è un caso particolare che vale la pena di approfondire un po'. Il dirham marocchino è ancorato per il 60% all'euro e per il 40% al dollaro USA. Le sue oscillazioni fino al 2018 erano limitate al ± 0,3% rispetto alle valute di riferimento mentre da quell'anno la banca centrale ha avviato una liberalizzazione graduale del dirham allargando la banda di oscillazione al ± 2.5%.
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  41. ...e poi chi dice il nostro sia stato organizzato dopo? Il Gazzettino #8 era pronto a fine aprile e si pensava di distribuirlo nel VeronaFil di maggio. Quando abbiamo saputo che era stato annullato, ci siamo presi la briga di riformularlo e dargli un'ultima correzione (la data ufficiale, si guardi la copertina, è luglio 2021) e per la prenotazione dell'albergo e la disponibilità dei NIP si è riusciti a trovare una data comune solo ad ottobre, il 16 appunto. Si tratta comunque di due cose ben diverse: uno è commerciale con agganciate delle conferenze di cui non mi sembra ci si sia presa la briga di presentarle, l'altro - il nostro - è puramente culturale e fatto a 270 chilometri di distanza. Certo che dispiace, e qualcuno presente a Milano, probabilmente un salto a Venezia l'avrebbe fatto, ma dire "ognun per sé" potrebbe valere anche per noi e non porta da nessuna parte. Teniamo anche presente, e non è poco, che la pandemia a costretto tanti a rinviare ed è stato inevitabile il sovrapporsi di cose al momento in cui le restrizioni si sono allentate...
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  42. taglio: 2 euro cc TYE paese: austria anno: 2012 tiratura: 11.000.000 condizioni: bb città: trieste note: 2 pz taglio: 2 euro cc TYE paese: slovacchia anno: 2012 tiratura: 1.000.000 condizioni: bb+ città: trieste
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  43. Ho avuto modo di visionare oggi con cura il Gigante 2022, confrontandolo con il mio 2018. Il catalogo è molto buono, ma facendogli le pulci permangono le già note criticità: anzitutto gli svarioni riguardanti indicazioni di rarità e valutazioni di diverse monete pontificie - possibile che non abbiano un esperto del settore da consultare? -, mentre su altre monetazioni prosegue l'altalena dei prezzi: gli scudi con croce stretta di Carlo Alberto per esempio hanno visto la volta scorsa triplicarsi il prezzo, che ora si è nuovamente dimezzato. Molto seguiti Napoli e Sicilia, anche se alcuni interventi sono discutibili (a che pro scambiare 17° e 18° tipo della piastra di Ferdinando?) e continua a esser dato troppo spazio a varianti abbastanza insignificanti. Il Gigante resta comunque ad oggi l'unico catalogo valido per la monetazione contemporanea, ma il mio interrogativo principale è il seguente: per quale motivo, a 22 anni dalla conclusione dell'ampliamento del catalogo per l'inserimento di nuove emissioni, non viene inserita qualche piccola aggiunta, anche di poco impegno, ma che invoglierebbe al rinnovo annuale del catalogo? Per esempio: l'inserimento di Giuseppe II nella monetazione di Milano - quattro monete in croce, io le ho aggiunte a penna - e magari poi della monetazione riformata di Maria Teresa, che con un impegno minimo consentirebbe di "chiudere" l'argomento... ma gli esempi potrebbero essere molti altri. Era una strategia già percorsa con successo da Alfa trent'anni fa, non riesco sinceramente a comprendere il motivo per cui non venga presa in considerazione da Gigante, che nella sua storia ha fatto un unico ampliamento mi pare intorno al 2010 - peraltro assai impegnativo - ossia l'aggiunta di Carlo di Borbone su Napoli, inizialmente non presente.
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  44. In "La monetazione della Daunia" (2011) di Vincenzo La Notte, l'autore facendo riferimento proprio alla moneta NAC 40 lotto 210 la pone, in attesa di ulteriori conferme, tra le dubbie "a parte la somiglianza del rovescio .... non vi sono elementi che inducano a reputare certa questa attribuzione". https://www.acsearch.info/search.html?id=371776
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  45. Alla fin fine chi organizza questi eventi, sono degli imprenditori e devono avere il loro margine di guadagno. Se le entrate sono meno o uguali alle uscite, il gioco non vale la candela. Purtroppo è la legge del mercato. Noi non sappiamo quanti espositori/commercianti hanno aderito e non sappiamo quanto sono i costi (almeno io ne sono all'oscuro) dell'ente fiera per questi eventi. Tot entrate - tot uscite = ? .... e qui si decide se fare o non fare.
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  46. Questo é un mio denario di Gordiano II acquistato per la particolarità della legenda al diritto. Mi ricordo che se ne era parlato anche qui ma non trovo la discussione. Il mio conoscente lo prese in asta su mio suggerimento trattandosi di una moneta molto particolare. c’è evidenza che alcune monete appartenenti alle primissime emissioni dei Gordiani presentino al diritto la legenda GORDIA AFR, questa legenda molto rara é conosciuta su questo denario di GORDIANO II e per un sesterzio di GORDIANO I. Una tesi, oltre quella di un errore da parte dell’incisore, é che si tratti di un primissimo conio preparato a Roma con legenda IMP CAES M ANT GORDIANVS AVG, poi modificato in IMP CAES M ANT GORDIA AFR una volta che arrivò a Roma l’appellativo AFRICANVS che fu conferito dalla popolazione dell’Africa. la moneta presenta segni di pulizia che comunque non la deturpano più di tanto e punti di malachite ma la rendono collezionabile per l’unicità del pezzo. Il conio di rovescio é condiviso da altri esemplari apparsi sul mercato. Questo pezzo é stato l’host di alcuni falsi grossolani ottenuto per fusione. non ho modo di postare il GORDIANO I né di fotografarlo al momento, ma tra le figure oggetto della discussione un pezzo degno di nota è questo bel denario di Massimino proveniente dal Nis hoard, un ripostiglio rinvenuto in Yugoslavia nel 1930, località in cui sono stati ritrovati nel corso degli anni diversi ripostigli sono venuti alla luce.
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  47. questo è il mio "catorcio" .... so che non è proprio bellino, ma a me piaceva, e fu un'occasione... spero vi piaccia Gordiano II RIC 5 24,06 g 30 mm saluti Alain
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  48. ma se la legenda inizia con LU vuol dire che è di Ludovico e non di Guglielmo. scusa, come non detto, ho letto adesso l'articolo di Luca Gianazza e come attribuisce.
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  49. Grazie per la divulgazione veramente molto interessante !
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