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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/18/21 in Risposte

  1. Impossibile non fare una citazione anche per il Prof. Helmut Rizzolli, grande divulgatore e studioso, che ci ha annunciato l’uscita imminente, pare ai primi di novembre, di un suo nuovo libro con la particolarità che avrà una dimensione tascabile !
    6 punti
  2. Da classicista, ho apprezzato molto l'intervento del Dott. Moruzzi il quale, pur all'interno del tempo esiguo concesso, è riuscito a trasmettere la complessità che comparta la valutazione della qualità di una moneta antica. L'esame dello stato di consunzione è solo uno dei molteplici aspetti da tenere in considerazione ed altre caratteristiche vanno quindi analizzate: Conservazione: valutazione dello stato di usura, ad esempio mediante l'usuale scala MB, BB, SPL... Qualità del metallo: stato della lega, presenza di corrosioni, pulizie più o meno aggressive Patina: origine naturale o artificiale, bellezza e completezza della stessa. Stile del conio: l'abilità dell'incisore fa la differenza ed è un parametro che, a parità di tutte le altre caratteristiche, può accrescere moltissimo l'appetibilità della moneta. Completezza della coniazione: le monete con tipi e legende completamente visibili sul tondello e sono maggiormente apprezzabili. Centratura. Rotture di conio: la loro assenza è un plus. Qualità della battitura: profili ben definiti e non sfocati, assenza di doppie battiture e uniformità della pressione di conio sono tutte qualità desiderabili. Nel caso avessi commesso degli errori nel redigere questo breve riassunto, mi scuso anticipatamente.
    4 punti
  3. Vi posto questo Carlino 1856 (6 piccolo) con il conio del dritto che solitamente troviamo nel 1855
    4 punti
  4. Gent.mo @gennydbmoney giustamente scrivi che è impossibile determinare la Rarità delle due versioni ( a 14 e 13 Torrette ) in quanto non contemplate dai Manuali più diffusi. Sicuramente è da considerare una Variante in quanto già il CNI descrive sia la 14 sia la 13 Torrette. Gentilmente poi mi dovresti spiegare in quali stampe il Tarì di Francesco II è raffigurato con 7 Torrette, in quanto non ho riscontri. Rispetto la tua idea della “casualità” ma non la condivido, in quanto non penso che gli allievi della Zecca riempissero gli spazi vuoti punzonando a caso, in preda ad una sorta di “horror vacui”. A mio modesto parere è più probabile che fossero dei “segni” o, ancor meglio, delle “firme” la finalità delle quali non è possibile conoscere per la mancanza di documenti. Queste monete che variano da uno specifico “standard” ( che in mancanza di scritti ufficiali può essere anche quantitativo, basato sui passaggi in Asta etc ) dovrebbero essere considerate vere e proprie Varianti. Sottolineo che queste mie affermazioni sono del tutto personali e ti ringrazio per l'eventuale risposta. Cari Saluti, Beppe
    4 punti
  5. Ho sempre apprezzato molto quando un utente condivide una moneta della propria collezione o, come nel mio caso, un nuovo acquisto che inaugura un nuova tematica di studio e collezionismo e, pertanto, mi fa piacere poter fare altrettanto! Da qualche mese ho intrapreso lo studio della monetazione imperiale e dando un'occhiata alle varie aste per "allenare" l'occhio, ho intravisto un sesterzio di Domiziano - catalogato RIC 751 - che mi è parso un buon inizio collezionistico. Ho confrontato la moneta con altre presenti in banche dati di precedenti vendite e non mi è sembrata una moneta avente ritocchi o problematiche. Naturalmente, apprezzerei tantissimo consigli e parere da utenti maggiormente esperti in tal campo di studio!
    3 punti
  6. D'incerti, nel stesso testo riportato sopra, propone la seguente spiegazione (immagino già nota a molti, ma la riporto per completezza )
    3 punti
  7. Complimenti a tutti indistintamente, un successo in tutto e per tutto, un parterre de rois, volti sorridenti e sereni, merito soprattutto al Top player Mario Limido @dabbene anima, identità, cuore e passione, ingredienti rari e unici, esempio da seguire e perseverare.
    3 punti
  8. Straordinaria scoperta archeologica nel Canale di Otranto: un relitto alto arcaico getta nuova luce sulla storia della Magna Grecia "La scoperta ci restituisce un dato storico che racconta le fasi più antiche del commercio mediterraneo agli albori della Magna Grecia" I recenti studi della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo sul relitto individuato nel 2019 a 780 metri di profondità nel Canale di Otranto gettano nuova luce sugli albori della Magna Grecia. Con l’ausilio di un mezzo sottomarino filoguidato (Remotely Operated Vehicle) e dotato di strumentazioni di alta tecnologia è stato possibile riportare alla luce una parte del carico del relitto: ventidue reperti di ceramiche fini e contenitori da trasporto provenienti dalla regione di Corinto che, grazie al recente studio condotto dagli archeologi del ministero della Cultura, sono stati datati intorno alla prima metà del VII secolo a.C.. I reperti – attualmente conservati nei laboratori di restauro della Soprintendenza istituita dal ministro Franceschini nel dicembre del 2019 nell’ambito della riorganizzazione del ministero – costituiscono un ritrovamento eccezionale e di grande importanza scientifica. “L’archeologia subacquea – ha dichiarato il ministro della Cultura, Dario Franceschini – è uno dei settori di ricerca più importanti del nostro Paese su cui è necessario tornare a investire. Siamo un paese circondato dal mare e abbiamo un ricco patrimonio culturale sommerso che va ancora studiato, salvaguardato e valorizzato. Le recenti indagini nel Canale di Otranto confermano che si tratta di un patrimonio ricchissimo in grado di restituirci non solo i tesori nascosti nei nostri mari, ma anche la nostra storia”. “Le tecnologie solitamente utilizzate nell’ambito dei lavori della pratica subacquea industriale del comparto “oil & gas”, utilizzate sotto il controllo attento degli archeologi della Soprintendenza, hanno permesso di portare in superficie parte del carico del primo relitto databile all’inizio del VII secolo a.C. ritrovato nel mar Adriatico – ha spiegato la Soprintendente, l’archeologa subacquea Barbara Davidde e ha aggiunto – si tratta di un evento di eccezionale importanza, anche per le tecnologie utilizzate per il recupero, realizzato nei mari italiani a quasi 800 metri di profondità“. “La scoperta ci restituisce un dato storico che racconta le fasi più antiche del commercio mediterraneo agli albori della Magna Grecia, meno documentate da rinvenimenti subacquei, e dei flussi di mobilità nel bacino del mediterraneo – ha spiegato il Direttore dei Musei, Massimo Osanna, che ha visitato il laboratorio di restauro della Soprintendenza nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo, in occasione del 60° Convegno Internazionale di Studi sulla Magna Grecia, e ha proseguito – è un carico intatto che getta luce sulla prima fasi della colonizzazione greca in Italia meridionale, grazie anche allo stato di conservazione significativo che ci permette di capire quello che trasportavano: non solo cibi come olive, ma anche coppe da vino considerate beni di prestigio e molto apprezzate anche dalle genti italiche”. “Si tratta in particolare di tre anfore della tipologia corinzia A, dieci skyphoi di produzione corinzia, quattro hydriai di produzione corinzia, tre oinochoai trilobate in ceramica comune e una brocca di impasto grossolano, di forma molto comune a Corinto. Molto interessante il pithos, recuperato frammentario”, spiega la Davidde, “con tutto il suo contenuto costituito da skyphoi impilati al suo interno in pile orizzontali ordinate. In questa fase, se ne contano almeno 25 integri, oltre a diversi frammenti pertinenti ad altre coppe. Il numero totale degli skyphoi ed eventuali altri elementi contenuti originariamente nel pithos saranno definiti attraverso uno scavo in laboratorio con la rimozione del sedimento marino”. In considerazione dell’importanza del relitto, il Ministero della Cultura ha in previsione di procedere al recupero dell’intero carico che risulta costituito da circa duecento reperti, ancora sparsi sul fondale, di cui si dispone già di una mappatura georiferita, al restauro dei reperti e alla realizzazione delle analisi archeometriche sui materiali e archeobotaniche su residui organici e vegetali che potrebbero essere ancora presenti nel sedimento che riempie molte delle ceramiche recuperate, come per esempio in una delle anfore corinzie che ha restituito i resti di noccioli di olive. https://www.meteoweb.eu/2021/10/straordinaria-scoperta-archeologica-nel-canale-di-otranto-video/1731082/#1
    3 punti
  9. Iscritta alla FSFI Federazione fra le Società Filateliche Italiane Email: [email protected] Telefono: (+39) 3498125912 (Attilio Maglio) Pagina Facebook Associazione Circolo Tempo Libero Siamo presenti sui maggiori social media marketing In memoria del fondatore e Presidente dell’Associazione Circolo “ Tempo Libero ” di Castellammare di Stabia Salvatore Correale, scomparso prematuramente il 28 marzo 2013, lasciando un vuoto incolmabile. Condividi Condividi Condividi Condividi Attenzione per essere sempre informati sui nostri eventi, inquadrare con lo Scanner dello smartphone o tablet il Qr Code sulla locandina in basso al centro o su questa immagine. Memorial Correale un passo avanti! Torna a Castellammare di Stabia in provincia di Napoli, con la 53° edizione, la manifestazione Memorial Correale, organizzata dall’Associazione Circolo "Tempo Libero" di Castellammare di Stabia, in memoria del defunto Presidente Salvatore Correale, attirando centinaia di visitatori e partecipanti provenienti da ogni regione d’Italia alla ricerca di oggetti da collezione da investimento. La mostra di numismatica, filatelia, cartamoneta, cartoline, libri e oggetti di vario genere, si terrà per la seconda volta presso lo spazio espositivo di piu' di 1000 mq dell'Hotel Queen Daisy, completamente videosorvegliato, che si trova in via Schito n°185, in una posizione strategica, in una zona industriale, a poche centinaia di metri dallo svincolo autostradale di Castellammare di Stabia/Pompei e vicino ai luoghi più belli della Campania come lo splendido sito di Marina di Stabia, la Penisola Sorrentina, la Costiera Amalfitana, gli scavi di Pompei, gli scavi di Ercolano, il Vesuvio, Napoli e Salerno, Paestum e Caserta, Capri e Ischia. Queen Daisy, una struttura quattro stelle, moderna ed elegante di nuova costruzione concepita secondo gli attuali standard alberghieri. La Campania, da 27 anni, grazie ai grandi sforzi e sacrifici dei soci dell’Associazione Circolo “Tempo Libero”, è diventata, nel tempo, nel panorama nazionale del collezionismo, punto di riferimento per esperti operatori del settore e studiosi, con serietà, professionalità e passione, in una realtà ostile, poco propensa ad ospitare iniziative di questa valenza storica e culturale, con carenze strutturali sia pubbliche che private. Il Memorial Correale è l'unico evento del Sud Italia, per anzianità, che ha sempre garantito massima accoglienza ai collezionisti, ambiente sicuro, totalmente familiare, presenza di materiale certificato e dichiarazione di autenticità, grazie a qualificati operatori del settore, periti iscritti all'albo del Tribunale, della Camera di Commercio, esperti numismatici iscritti alla N.I.P, N.I.A e filatelici alla FSFI - Federazione Fra le Società Filateliche Italiane. Orari Gli orari di sabato 13 novembre saranno dalle ore 9 alle 13, breve pausa, ripresa, a discrezionalità dell'organizzazione, intorno alle 16 fino alle 19, con la possibilità di trattenersi al ristorante dell’Hotel, con un pranzo completo con specialità locali a soli €15, per offrire massima ospitalità ai presenti. Domenica 14 novembre, invece, l’entrata sarà esclusivamente di mattina dalle ore 9 alle 13. L’ingresso è gratuito, all’entrata sarà richiesto il Certificato verde Covid-19, a disposizione parcheggio privato della struttura alberghiera, video sorvegliato e custodito. La nostra filosofia è il collezionismo di qualità, approfondendo la conoscenza attraverso lo studio, coinvolgendo e appassionando le nuove generazioni, stimolandoli con sani valori e principi etici. Saranno due giorni dedicati ad oggetti senza tempo che hanno segnato la nostra storia, un lungo viaggio tra monete rare, ammirando vere e proprie opere d’arte, ricordando una nobile tradizione italiana, la cartamoneta, per apprezzare la maestria e la creatività degli incisori di medaglie commemorative, militari e religiose, esplorando l’universo filatelico, tra francobolli che raccontano frammenti storici, unici ed irripetibili e cartoline che raffiguravano bellezze architettoniche e artistiche da tutto il mondo. Dove ci troviamo Come raggiungere il Memorial Correale Cliccare sull'immagine per indicazione stradale alternativa
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  10. Ciao @Archestrato Alla richiesta di un parere tecnico, io descrivo la mia. Escludendo l'ipotesi di una pulitura aggressiva, che si possa asportare parti cosi rilevate, come la clamide, rimane che la moneta è stata coniata cosi com'é, senza la clamide. Una dimenticanza dell'incisore ? probabile, e che in un secondo tempo, abbia inciso sul conio, la clamide. La prova della mia ipotesi, sta nel confronto con altre due monete DALLO STESSO CONIO, ANS 605 e Parigi. Dalla foto che allego, si evidenzia una iniziale rottura ( quadratino in nero ), tra il piano e la cornice ad ore 4. Segno inequivocabile questa rottura, che sulla moneta LEU è iniziale, pertanto è stata coniata prima delle altre due ANS e Parigi.
    2 punti
  11. Questa è una delle mie banconote appartenenti all'occupazione dell'Albania dove l'Italia ha replicato il suo modo di emettere cartamoneta. Il 20 Franchi replica la 100 lire aquila romana sia nel disegno che nei colori nonché nelle dimensioni:
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  12. Uno solo di questi potrebbe comprare TUTTE le monete da collezione del mondo e fonderle. Solo per divertimento. Teniamoci la nicchia con i quattro gatti che la frequentano va che e' meglio.
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  13. ricordo che anche nel Museo Diocesano di Salerno c'è una bella raccolta di monete, esposte in pannelli verticali, in modo da poter ammirare i due lati. e poi il Museo Filangieri di Napoli, in primavera del prossimo anno, esporrà in modo permanente la famosa collezione Bovi.
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  14. Bella moneta Michele, sicuramente migliore di quelle della Collezione Reale. Un Gabellone da 3 bianchi, nello specifico un testone (Bologna si muoveva sempre tra spinte autonomistiche anche tipologiche monetarie e "l'allineamento" richiesto da Roma). Scarsa la monetazione di quegli anni! Sotto il busto LS, Ludovico Selvatici, lo Zecchiere disonesto che fuggì da Modena a Bologna, dopo che si ritrovarono parte delle monete che là aveva coniato con i suoi fratelli, basse di titolo e di peso (fu condannato a rimborsare i danneggiati e gli furono sequestrati tutti i suoi beni). Tuttavia godeva di buona fama, come Zecchiere ed anche come incisore, e nel 1623 gli venne data in appalto la zecca Felsinea. Pare si fosse comportato in seguito bene e mantenne il ruolo per circa 10 anni. E' probabile che l'incisione della moneta sia opera sua, anche se il senato di Bologna si era rivolto a Firenze qualche anno prima (sotto Paolo V) per valersi dell'opera di Gaspare Mola, il famoso incisore che aveva girato parecchio prima di giungere alla zecca di Roma nel 1633, e che non può essere escluso del tutto come autore di questa bella moneta.
    2 punti
  15. La testa stilizzata potrebbe essere una di queste?
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  16. Ciao, che ve ne pare di questo asse di Traiano che ho acquistato d'istinto (cosa che di solito non faccio mai) di cui ora non vorrei pentirmi. Notate qualche particolare problema? Non so, mancata autenticità, ritocchi, corrosioni attive... Sull'ala in alto vedo del verde ma penso sia semplice malachite, nulla di preoccupante insomma, voi che ne dite? Grazie
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  17. Azz, i miei sospetti erano fondati sulla tua influenza sul metallo pesante?
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  18. Ecco un secondo esemplare recentemente acquisito in collezione.
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  19. Ecco tutti i numeri del Gazzettino. Ci sono anche il numero 4 e 5 nella versione a colori. Questo è quello che si può chiamare impegno per la divulgazione numismatica.
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  20. Buonasera, riapro la discussione e con riferimento al post #1, condivido l’esemplare di un 60 Tornesi per Candia, recentemente entrato in collezione. Spero che possa esser utile ai fini del proseguimento della discussione. Grazie. Domenico Salvo errori, l’esemplare è riconducibile alla varietà 131 del sessanta tornesi, o quattro soldi, per Candia, indicato nel lavoro del N. Papadopoli Aldobrandini, Le Monete di Venezia descritte ed illustrate con i disegni di C. Kunz. Volume III.
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  21. Hai non ragione,"ragionissima" ? È un mondo ,mi dispiace dirlo,a volte "celato",finto(rimarco quel a volte). Tipi come Mario @dabbene ,aventi qualitá e amore DISINTERESSATO,senza guardar i pro,anzi andando contro i pro,non fanno mai male,anzi☺️ Un caro saluto Riccardo
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  22. Aggiungiamo anche questa monetuzza di Piacenza. In molte di queste è presente San Antonino a cavallo.
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  23. Concordo.....e tanta bontá gratuita ☺️ Saluti?
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  24. Buongiorno a tutti , proprio oggi ricevuto come resto, moneta da un Euro Lituano. come la moneta da due Euro postato da Riccardo @caravelle82,viene raffigurato il cavaliere Vytis, un eroico cavaliere simbolo dello stato baltico, presente sullo stemma nazionale lituano. Lo stemma della Lituania, conosciuto anche come Vytis (“il Cavaliere bianco” in Lituano) rappresenta su sfondo rosso, un cavaliere d'argento con gli speroni d'oro, che cavalca un cavallo a sua volta d'argento, con la sella e le briglie azzurre decorate in oro, ed armato con una spada (d'argento) dall'impugnatura d'oro che alza con il braccio destro sopra la testa. Il cavaliere imbraccia, alla sua sinistra, uno scudo azzurro, ornato con una doppia croce (croce patriarcale) d'oro. Lo stemma è utilizzato sin dal 1366, anno nel quale fu sigillato un documento nel quale è rappresentato il principe Algirdas di Lituania. Lo stemma del "cavaliere bianco" ha rappresentato da allora, con poche variazioni, l'elemento araldico del granducato di Lituania. Lo stemma è altresì raffigurato sulle monete in euro coniate in Lituania. Fu utilizzato come simbolo nazionale per la Repubblica di Lituania del 1918 fino al 1940. Nel 1988 fu restaurato come simbolo nazionale e l'11 marzo del 1990 fu dichiarato simbolo statale, in sostituzione del precedente emblema sovietico. Il consiglio supremo della repubblica Lituana approvò una legge per l'uso ufficiale e la descrizione il 4 settembre del 1991 per la riabilitazione degli antichi colori del simbolo del “Vytis“. Fonte web Wikipedia Saluti Alberto
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  25. Bellissima! complimenti e tanta invidia come al solito.
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  26. Ciao Beppe. Intanto dalle tue foto la moneta sembra decisamente più bella, sul discorso foro o mancanza, a questo punto non ci sono dubbi si tratti di un foro. Sul discordo rombetto dopo GR ...non è facile dire, molto spesso i 3 grana hanno esuberi e simili lungo il contorno, c'è un "apostrofo" anche dopo l'1 della data, io onestamente ho sempre classificato questi "segni" come esuberi di metallo, non so se sono tracce di una ribattitura. Se guardi anche tra le due M di AMMI c'è un altro segnetto non saprei dirti di più. Bella moneta. Un caro saluto. Cristiano.
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  27. Salve @Brontolo Domanda più che legittima. Non mi sono spiegato eccessivamente per non annoiarla ma se ha questa curiosità provvedo a riassumerle brevemente la storia, a mio avviso affascinante, di questa moneta. Il Tallero di Maria Teresa 1780 è una moneta che nel tempo è divenuta una valuta franca, accettata e riconosciuta per scambi commerciali soprattutto in Levante Medio Oriente e Africa (ad esempio in Etiopia). Era una moneta molto apprezzata per varie ragioni tra cui ad esempio il fermaglio della veste che essendo molto in rilievo ne denotava facilmente l'usura (e quindi trattandosi di una moneta a valore intrinseco anche una perdita di peso e valore). Originariamente la moneta era coniata anche con millesimi precedenti al 1780 (con differenze nel ritratto e nell'aquila asburgica al rovescio molto sostanziali rispetto ai Talleri 1780). Alla morte di Maria Teresa nel 1780 il ritratto non venne modificato perchè ormai caratteristico della moneta e si iniziò a coniare il Tallero con millesimo 1780 postumo. Qui inizia la storia del Tallero di Maria Teresa sempre riconiato uguale con quel millesimo 1780 per mantenerne quell'aspetto, per motivi tecnici, più gradito e riconoscibile. I primissimi esemplari di Tallero 1780 furono coniati tra fine Settecento ed i primi anni dell'Ottocento nelle zecche austriache di Vienna, Guenzburg, Karlsburg, Kreminitz, Praga (è attestata anche l'attività della zecca di Milano a fine Settecento nella coniazione del tallero 1780 e si ritiene che i talleri settecenteschi milanesi siano gli H35 anche se è ancora dibattuta la questione). Successivamente con l'espansione Napoleonica alcune di queste cessarono le coniazioni perchè finirono sotto controllo più o meno diretto dei francesi. Questo primo blocco di coniazioni del tallero teresiano 1780 è il più datato. Successivamente dopo il Congresso di Vienna e con la nascita del Regno Lombardo Veneto le zecche di Milano e Venezia sotto controllo austriaco iniziarono un'intensa attività di coniazione di questi talleri nel periodo 1815-1840 circa (e forse anche successivamente) per Milano e 1817-1866 per Venezia. Queste coniazioni sono di facile identificazione in quanto presentano al rovescio la croce decussata tra due punti (.X.) invece che con uno soltanto come nel suo esemplare di tallero 1780. Altra caratteristica per riconoscere queste coniazioni è il bottone che (a parte per quelle più tarde di Venezia del 1840-1866 dove è ovale) risulta tondo. Nel 1866 Venezia viene annessa al Regno d'Italia in conseguenza della vittoria prussiana (di cui l'Italia era alleata) nella guerra austro-prussiana. Da questo anno in poi le coniazioni del tallero 1780 si spostano a Vienna e solo lì dal 1867 al 1935. Prima di spiegare cosa accadde nel 1935 bisogna fare un salto indietro e calarci nella politica coloniale del Regno d'Italia. L'Italia a fine Ottocento inizia una penetrazione coloniale in Eritrea culminata con la proclamazione ufficiale dell'Eritrea come colonia italiana nel 1890. L'Eritrea come l'Etiopia era una regione dove il tallero teresiano era una moneta fondamentale nell'economia locale. Pertanto l'Italia aveva bisogno di poterlo coniare tuttavia il tallero di Maria Teresa era una moneta austriaca e la sua coniazione era una prerogativa della sola Austria-Ungheria che ne deteneva i conii. L'Italia quindi cercò di coniare un proprio tallero sostituendo quello teresiano, il tallero di Umberto I. Al dritto invece di Maria Teresa troviamo quindi Umberto I mentre al rovescio una snella aquila sabauda: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ERU/3 Questa moneta però non riuscì a soppiantare l'uso secolare del tallero teresiano anche per l'assenza di quelle caratteristiche tecniche di cui ho fatto menzione all'inizio (ad esempio la spilla della veste). L'Italia riprovò a soppiantare il tallero di Maria Teresa in Eritrea anche nel 1918 creando il Tallero d'Italia e questa volta cercando volutamente di imitare quello teresiano. Al dritto figura una personificazione dell'Italia molto simile al ritratto di Maria Teresa, anche i caratteri della legenda sono simili, nei capelli c'è un fermaglio identico alla spilla della veste di Maria Teresa e al rovescio un'aquila sabauda molto simile a quella bicefala dei talleri 1780. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ERV/0 Tuttavia anche questa moneta molto più "studiata" fallì completamente nel suo scopo di soppiantare il tallero 1780. Nel 1935 l'Italia fascista conduce la guerra d'Etiopia. Con la nuova Africa Orientale Italiana che sta nascendo nel corno d' Africa si fa impellente la coniazione di talleri 1780 per l'Italia visto l'uso consolidato della moneta in questa regione. Mussolini stipulerà quindi un accordo con l'Austria, all'epoca sotto la guida politica fascista del "Fronte patriottico" e quindi politicamente vicina all'Italia, per la cessione dei conii del tallero 1780 a Roma per 25 anni. Negli anni '30 Vienna però stava fornendo sotto contratto all'Impero Britannico i talleri che necessitava per le sue colonie e tale contratto viene bruscamente reciso poco prima della sua scadenza a causa dell'accordo stipulato con l'Italia. Il Regno Unito decise quindi di risolvere la questione sostenendo che il tallero di Maria Teresa non fosse più una moneta a corso legale in Austria e che l'Austria avesse scelto di abdicare al suo monopolio cedendo i diritti di coniazione all'Italia. Con questa giustificazione diplomatica il Regno Unito iniziò la coniazione dei talleri nel 1936 a Londra imitando il tallero teresiano. Questo precedente aprì la strada anche alle coniazioni del tallero a Parigi nel 1937 e a Bruxelles. Il Regno Unito attivò per la coniazione dei talleri anche le zecche di Birminghan e Calcutta. Il precedente italiano del 1935 aprì la strada ad un vaso di pandora nella coniazione del tallero 1780 per conto delle potenze coloniali di Regno Unito e Francia. L'Italia coniò quasi 20 milioni di talleri a Roma fino a sicuramente il 1941 (quando a causa delle vicende belliche perse l'Africa Orientale Italiana). Dibattuta è invece la prosecuzione delle coniazioni nel dopoguerra fino al 1950. I conii del tallero 1780 furono restituiti a Vienna nel dopoguerra e Londra cessò l'attività di coniazione dei suoi talleri negli anni '60. Con il de-colonialismo del dopoguerra la necessità di coniare talleri divenuta così imponente pochi anni prima cadde del tutto, senza imperi coloniali coniare il tallero divenne inutile per Regno Unito, Francia (che cessò le coniazioni nel 1957) e Italia. Dal 1962 ad oggi il Tallero è coniato dalla sola zecca di Vienna per i collezionisti ormai più che per scopi coloniali. Questa grande varietà di zecche ed epoche che si videro protagoniste nella coniazione del tallero ha fatto si che questo abbia subito dei minimi cambiamenti e differenze di conio che ne permettono la datazione e assegnazione della zecca. Per i talleri più datati è più facile, quelli settecenteschi austriaci hanno addirittura indicata la zecca con una sigla al rovescio. Quelli lombardo veneti sono inconfondibili per il punto dopo la croce decussata al rovescio (.X.) e, a parte per le coniazioni veneziane più tarde, per alcune differenze anche nel disegno. A partire da metà Ottocento però i talleri assumono un aspetto ormai più consolidato. In quel lungo periodo di coniazione della zecca di Vienna tra il 1860 ed il 1930 le differenze sono minime ed è difficile fare ordine in una forbice cronologica così ampia. Le coniazioni di Roma si compongono di due conii e il più comune di essi è facilmente riconoscibile per la legenda radente il bordo o tagliata. Le conazioni inglesi presentano due piume anzichè tre nella coda centrale. Le coniazioni più recenti di Vienna hanno l'unghia dx completa mentre le pre-belliche l'hanno corta. Le differenze sono tutte così, assolutamente minime, il tallero 1780 per questo non è una moneta facile. Ci sono anche differenze sostanziali in rarità e valore date da questi minimi dettagli, i talleri settecenteschi e lombardo-veneti sono tra i più pregiati e anche tra loro ci sono varietà molto differenti, tipologie comuni ed altre molto rare. Come detto il mondo dei talleri è abbastanza complesso ma, a mio avviso, anche molto affascinante! Le fornisco di seguito qualche riferimento online e cartaceo per approfondire: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MTTL/1 http://manuali.lamoneta.it/ManualeTallero/Tallero.htm http://numismaticamente.it/collezionismo-numismatico/i-talleri-1780-coniati-in-italia http://www.theresia.name/cgi-bin/Token.cgi?Language=en http://www.numismatik-cafe.at/gallery/album.php?album_id=989&sid=8cc6c59705ba89d270dc0ff5dbe03e7c Adrian E. Tschoegl, Maria Theresa's Thaler: A Case of International Money, Eastern Economic Journal , Fall, 2001, Vol. 27, No. 4 (Fall, 2001), pp. 443-462 Andrea Maria Ponzi, Tallero di Maria Teresa 1780 Manuale per l'identificazione delle zecche con grado di rarità e quotazioni, D'Amico Editore, 2021.
    1 punto
  28. Personalmente amo tanto le Capranesi e Barbetti,i moduli grandi specialmente: spettacolo. Se parliamo di straniere,io vado sulle Vietnamiti,mi piacciono assai in quanto mettono in mostra la loro natura,paesaggi,edifici. Quelle del Regno le trovo affascinanti,ma le prime che ho citato sono di una bellezza che toglie il fiato a mio avviso? Saluti
    1 punto
  29. Innanzitutto esprimo la mia solidarietà a tuo figlio e a te! Ha fatto bene a dare il cell perché rischiava molto di più! Non vorrei mettere il dito nella piaga: ma questi stanno qua in modo regolare o sono qui a sbaffo? No perché di casi di irregolari con il foglio di via che restano e continuano a fare problemi c'è ne sono moltissimi, pure troppi. Sia ben chiaro potrebbero essere anche italiani, il fatto non cambia resta deplorevole comunque, ma se i tizi fossero irregolari e fossero stati rispediti qualche reato in meno ci sarebbe. Rinnovo tutta la mia solidarietà, e dì a tuo figlio che ha fatto benissimo a non fare l'eroe: i cimiteri ne sono purtroppo pieni!
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  30. “ Mastro Adamo fu tirato in Casentino nel castello di Romena al tempo che i conti di quello stavano male col comune di Fiorenza, e riduttosi con loro, costoro il misono in sul salto e feciongli battere fiorini sotto il conio del comune di Fiorenza, ch’eran si buoni di peso ma non di lega, però ch’egli erano di 21 carati, dov’elli debbon essere di 24, sì che tre carati v’avea dentro di rame o altro metallo. Di questi fiorini se ne spesono assai. Ora nel fine, venendo un dì Mastro Adamo a Firenze, spendendo di questi fiorini, furono conosciuti essere falsati. Fu preso e ivi fu arso.” Dante ( Inferno XXX , 73 e seg.) gli fa dire : “ Ivi è Romena, là dov’io falsai la lega suggellata dal Battista perch’io il corpo su arso lasciai” ma non per sua scelta, ma per ordine dei conti Guidi di Romena che…. “ m’indussero a batter li fiorini ch’avevan tre carati di mondiglia..”
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  31. Beh su questo non ci giurerei. Solo il porsi il dubbio di come sia uscita dalla zecca ha un valore storico. Ci potrebbe dare magari uno scorcio sul livello di corruzione delle istituzioni in Italia negli anni '70. O magari sull'utilizzo improprio delle macchine in zecca. Comunque grande o piccola che sia e' storia.
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  32. Buongiorno, interessante quesito, ho fatto una mini ricerca, al momento ti posto una vecchia discussione della sezione Romane. Ci sono dei passaggi che interessano il Regno delle Due Sicilie. Saluti Alberto
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  33. Gli altri oltre ai veneziani, erano i cambiavalute, e quelli li fregavi ancor meno Saluti TIBERIVS
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  34. Diciamo che ero ignorante nel campo della numismatica .Ai tempi del liceo non leggevo mai libri (tranne quelli di fisica o di matematica) figuriamoci un catalogo di numismatica ( prendevo il 6 politico giusto giusto per la promozione per le materie che non mi interessavano e tanti prof per questo mi odiavano.imparavo stando attento alle lezioni ma mai passavo le giornate a leggere libri).Mi piacciono le monete ma allora non capivo una mazza di conservazioni un po come adesso Lol I 26 euro erano solo per la moneta e non era inclusa la spedizione che pagai a parte
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  35. Beh se ti può consolare io ho ricevuto vari pacchi da un ex lamonetiano (cioè che non scrive più da tempo) anche autorevole con la quale mi vedevo spesso. Appena imparai un po a riconoscere i vari stati di conservazione e le quotazioni reali lo mollai definitivamente. Pensa che nella mia totale inesperienza mi rifilò un 2 Lire 1863 a stento mb a 40 teste
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  36. Veramente un bel sesterzio, complimenti! Ecco il link alla medesima tipologia nella collezione del British Museum con la classificazione in dettaglio. https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_R-11431 Sempre significativo il titolo di Censore Perpetuo che indica chiaramente il carattere tirannico e antisenatorio del principato di Domiziano
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  37. Ecco la mia 50 lire Barbetti matrice del '35, purtroppo bacata da un buco rugginoso...
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  38. Per come si presenta e per il tipo delle lettere è Enrico V. Arka Duligite iustitiam
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  39. Buona sera a tutti. Per me Moneta qSpl.
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  40. Questa sì che è una bella fregatura 26 € (spedizione compresa o...) per un comunissimo 50 Lire del 1966 sotto lo SPL. Sono stati anni bui, eh!? Ma era il millenio passato, ora credo che in questo tu stia riscuotendo il credito in fortuna accumulato, o sbaglio?
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  41. Da quanto ho capito le monete ai giovani sono state donate da Fabio Pirrone quindi è anche lui da ringraziare. Diversi persone nella numismatica sono favorevoli a questi progetti di divulgazione per il futuro.
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  42. Evento di qualità, in merito al quale penso che le foto postate da altri Utenti possano rendere bene l'idea. Ho passato quasi due ore e mezza senza un filo di noia, anche in relazione ad argomenti diversi rispetto a quello di mio interesse.... La parte relativa ai metodi di coniazione delle monete era da registrare. Considerando che non c'era nulla di commerciale e che la data del 16 ottobre era piena di eventi in altre città, il risultato è brillante. Sarebbe bello riunire Quelli del Cordusio + NIP + NIA a Milano... Il passato è passato ma ora che (forse) la pandemia è sotto controllo e c'è volontà di ripresa, sarebbe gran cosa.
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  43. Grazie a tutti veramente, grazie perché l’evento lo avete fatto voi tutti, partecipando, dando il vostro consenso, commnicandolo, facendo sentire anche da lontano la vostra vicinanza, grazie ai 18 che hanno scritto per il Gazzettino, grazie agli 8 presenti ieri che lo hanno esposto, grazie ai 10 giovani sul palco che hanno ricevuto la moneta del futuro, grazie a Umberto Moruzzi, a Marco Ottolini, a Fabio Grimoldi tutti della Nip, grazie ai tre relatori di novità bibliografiche da Andrea Boroni, a Matteo Anzilotti al Prof.Helmut Rizzolli che ci ha dato uno scoop su un imminente nuovo suo libro in uscita, grazie a quelli che hanno voluto poi condividere insieme a pranzo, grazie a chi mi è’ stato vicino in tanti modi per questa festa numismatica che e’ e rimarrà una bella storia culturale e numismatica da raccontare e ricordare, grazie e sempre buona numismatica a tutti !
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  44. Semplicemente la virola la mettevano senza troppa attenzione. Quindi il bordo rovesciato non è infrequente (anzi).
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  46. https://www.wallstreetitalia.com/brexit-ora-e-crisi-maiali-che-cosa-sta-succedendo-nel-regno-unito/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Newsletter: Wall Street Italia&utm_content=brexit-ora-e-crisi-maiali-che-cosa-sta-succedendo-nel-regno-unito&utm_expid=b6edf99387ed625850424f73eb3461f9ba919121ca62f78efde3d7a6766e9e78 Questi due o tre "problemini" penso facciano un baffo ai discendenti d'Albione, considerando le affermazioni sotto riportate (esternate qualche post più sopra)... Il Regno unito è una grande nazione che........... trarrà in un futuro non molto lontano grandi vantaggi dalla brexit. La Gran Bretagna, ha classi dirigenti capaci...... ...... gli inglesi hanno fatto la storia del mondo moderno, le loro decisioni hanno visioni che guardano lontano nel tempo e non vengono mai prese a svantaggio del popolo inglese..
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  47. Questa è mia, portata da mio padre, al tempo carabiniere a Roma, al ritorno dalla prigionia in varie parti della Germania. La conservo gelosamente.
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  48. ??? "qualche grammo" e' insuperabile.. ?? Mi hai raddrizzato la giornata !
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