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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/20/21 in Risposte
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Ciao amici da tempo cercavo un esemplare di questa tipologia in soddisfacente qualità. il mese scorso mi è capitata davvero una occasione d’oro, pur trattandosi del pezzo in argento ? Non è il top quality che cercavo ma al prezzo al quale sono riuscito a portarla a casa, a meno della metà del valore di mercato corrente di uno SPL come questo, non poteva lasciarmi esitazioni di sorta. Peraltro non ha colpi al bordo o graffi e il modulo è ampio e regolare. La pezza della rosa è secondo me una delle più belle monete toscane. Qui il millesimo è comune, e il FDC certo non c’è, ma il fascino di questa emissione non credo possa essere mai messo in discussione anche osservando un esemplare non eccezionale. Buona serata10 punti
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La moneta è genuina ed è stata fatta in Zecca. La dinamica dell'errore è stata la seguente: c'è stata una prima battitura regolare in virola (infatti immagino che la moneta presenterà il contorno zigrinato), dopodiche' è entrato il successivo tondello dentro la virola e la moneta in questione si è posizionata sopra ricevendo una seconda battitura con interposizione di un altro tondello al rovescio. Al dritto si vede il tipico effetto "scivolamento" dovuto all'interposizione di un altro tondello sotto. Rispondo alle tue domande: 1) nel 1978 le monete uscivano dalla Zecca in sacchi e non in rotolini. Le monete non venivano controllate una ad una, ma a campione. Gli errori di battitura sono episodici e non ripetitivi, quindi ad un controllo a campione possono sfuggire. Con questo non voglio dire che l'errore sia uscito sicuramente in modo naturale dalla Zecca, ma non è da escludere questa ipotesi come non si può escludere l'ipotesi che qualcuno l'ha presa dagli scarti e portata fuori in modo illegale dalla Zecca per rivenderla. Ciò oggi è del tutto irrelevante essendo ormai passato un tempo sufficiente per prescrivere qualsiasi reato. La moneta può essere tranquillamente commercializzata; 2) Il rovescio presenta una cavità senza le impronte della seconda battitura perchè in quel punto la moneta era a contatto con un tondello privo di impronte, quindi la seconda battitura ha appiattito le impronte primarie senza trasferire al rovescio delle (seconde) impronte; 3) la seconda battitura è avvenuta fuori virola e una battitura fuori virola determina un effetto noto come "distorsione delle impronte". In particolare il metallo del tondello senza l'effetto contenitivo della virola è libero di fluire e questo comporta un effetto "trascinamento" delle impronte e un effetto di non "riepimento totale delle cavità del conio" soprattutto nella zona periferica vicino al bordo. Si vede bene questo effetto nella lettera "E" di REPVBBLICA. E' un chiaro segno di genuinità dell'errore. La moneta presenta un errore genuino fatto in Zecca, non c'è alcun dubbio al riguardo. Nel mercato di nicchia degli errori ha anche un discreto valore ed è molto ricercata come tipologia di errore. Visto lo scetticismo generale consiglio una perizia da parte di un perito esperto di errori di coniazione.5 punti
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L’Accademia Italiana di Studi Numismatici ha istituito un bando per 6 borse di 500 euro l’una per la partecipazione al Congresso Internazionale di Numismatica di Varsavia che si terrà dall’11 al 16 settembre 2022, segue il bando con le istruzioni relative https://drive.google.com/file/d/1AVwT8nD8uW_X1vcJhdgIAg90opou703c/view?usp=drivesdk4 punti
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Certo che sì, un vero e proprio cambio della moneta, di cui pure si discusse a lungo, non ci fu. Sicuramente circolavano le emissioni della Banca d'Italia fino a quando un biglietto non si riduceva in condizioni tali da non poter più essere utilizzabile. A quel punto, come avviene ancora oggi con gli euro, veniva comunque portato per il cambio in una banca, che lo ritirava dalla circolazione. Naturalmente si sarà trattato in larghissima misura di biglietti emessi tra la fine degli anni '30 e la prima metà dei '40, ma non si può escludere che qualcuno, magari dopo averli ritrovati in un vecchio libro, mettesse in circolazione un 500 lire matrice o un 50 lire buoi: il collezionismo di cartamoneta all'epoca era pressoché inesistente in Italia (a differenza, ovviamente, di quello delle monete metalliche), e vista anche la situazione economica generale, erano pochi quelli a cui poteva venire in mente di conservare un biglietto a scopo collezionistico. E a maggior ragione circolavano i biglietti della serie luogotenenziale. Perché, sebbene datati tutti 1944, in realtà furono immessi nella circolazione a partire dal luglio 1946, i biglietti di stato da 1 a 10 lire, e addirittura nell'agosto 1949 le banconote da 50 e 100 lire. Un ritardo dovuto al famoso furto presso la tipografia Staderini di Roma, incaricata della stampa, delle matrici dei biglietti da 500 e 1000 lire, che non furono più emessi. E le ultime serie dei biglietti di stato, furono immesse nella circolazione nel 1952. Infine, per quanto riguarda la cartamoneta d'occupazione, le emissioni della British Military Authority furono ritirate dalla circolazione il 31 luglio 1945. Alla stessa data cessarono di avere corso legale in Italia i dollari con il sigillo giallo. Che però, come tutta la cartamoneta emessa a partire dal 1871, hanno ancora valore legale negli Stati Uniti. Le am-lire, invece, circolarono fino al 30 giugno 1950, ma non più come moneta d'occupazione. Infatti, a partire dal 12 dicembre 1946, la Banca d'Italia fu costretta dagli accordi tra i governi italiano e americano, a riconoscerle come emissioni proprie, e a rimborsarle come tali fino alla data suddetta. petronius3 punti
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E' un errore di coniazione denominato "battitura ampia" o "battitura centrata fuori virola". Può capitare su qualsiasi taglio. In questa tipologia di monete, la rarità non è tanto data dalla numerosità degli esemplari, ma in maggior misura dalla frequenza di accadimento di questo errore. In altre parole, una battitura ampia su una lira 1939 XVIII o 2 lire XVIII cambia relativamente, quello che conta è l'errore che è raro a verificarsi. Questa tipologia di errore sulle monete del Regno personalmente le perizio R3. Nella Repubblica dipende da vari fattori. Il valore su queste monete è molto variabile. A mio giudizio personale, anche in base a quelle che ho trattato, è di circa 300/400 euro (per il FDC).3 punti
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DE GREGE EPICURI Vi faccio pure io un riassuntino di quel che ho capito. In sostanza, le ipotesi scientifiche sono almeno 3: 1. Il tesoretto è autentico, ed è un miscuglio di monete, monete tagliate e argento non monetato,raccolto da un orefice per poi fonderlo ed usarlo per le sue attività. Questa è l'ipotesi originaria di Vlastos. In effetti, fino agli anni '50 del 900, tutti i tesoretti misti di monete e argento non monetato sono stati considerati "tesori di un orefice". Poi però si obiettò che fin dalla più remota antichità i metalli preziosi (in polvere o frammenti o lingotti) erano accumulati diffusamente come "riserva di valore", e che ad essi si aggiunse la moneta, dopo la sua comparsa. Questi tesori misti si ritrovano fino alla monetazione di Alessandro Magno, quando scompaiono, a causa del forte aumento di valore della moneta rispetto al semplice metallo nobile. Un'altra obiezione si aggiunge nel caso del tesoretto di Taranto: perchè pensare di fondere ad es. le monete di Velia (circa 80) che potevano essere spese agevolmente? E inoltre, come faceva l'orefice ad avere monete che quasi mai uscivano dal loro territorio (le siciliane) o che, se uscivano, finivano solo in certi posti (le traco-macedoni, che finivano in Egitto)? 2.Il tesoretto è autentico, e rappresenta il ricavato dei commerci di un mercante, che ha raccolto le diverse monete nei loro luoghi di origine, durante un lunghissimo viaggio che è tracciato dalla linea rossa nella carta del mediterraneo (qui sopra): Focea, Tracia, Attica, Isole, Corinto, Libia, Sicilia, Calabria e Taranto. L'obiezione principale è che le nostre notizie sul commercio marittimo antico non testimoniano viaggi così lunghi e tortuosi, quasi impossibili da intraprendere sia per la loro difficoltà e pericolosità, sia per la incongruità delle attività commerciali (quel che si vendeva in Tracia tendenzialmente non si vendeva in Attica o in Libia, e il mercante non guidava un transatlantico con enormi magazzini).3 punti
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3 punti
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Sicuramente monete belle e di aree geografiche diverse. Il Prof Cavagna ha narrato un giallo con protagoniste monete autentiche (mi pare 600) e barre d'argento (mi pare 3kg) contenute in una giara a tre metri di profondità. Molti studiosi lo considera un tesoretto unico. Altri, essendo che è stato venduto in tre lotti, ciascuno in un momento diverso, con monete di aree geografiche diverse, tre tesoretti. Non si sa neppure come siano finite a Taranto. Si ipotizza portate da un mercante che avesse fatto commercio in Turchia, Grecia, Sicilia, Libia.3 punti
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A seguito della recente discussione sul denario di Furius Purpureo mi erano tornate in mente alcune letture di qualche tempo fa, ma mi ci è voluto un attimo per inquadrare nuovamente la questione. Il punto di partenza è un bellissimo articolo di Pedroni del 2009 (Roma, Luna e i Liguri, in "Analecta Romana Instituti Danici", pp.7-18) ove si analizzano le 12 tipologie denariali ove al rovescio è presente la dea con lunga veste, a volte con busto scoperto, alla guida di una biga e con l'inequivocabile crescente sul capo. Di queste, una decina presentano un coerente quadro cronologico di emissione compreso tra il 190 e circa il 170 a.C., parrebbero emessi su piede ridotto 3,7-3,8 g ed hanno segno di valore X e quindi precedenti alla ritariffazione della metà del II secolo. In taluni casi poi le emissioni in bronzo associate sono su standard sestantale ridotto, i denari tipo Cr. 161/1 e Cr. 207/1 presentano in legenda una lettera L ad angolo acuto (forma paleograficamente inquadrabile in un periodo antecedente al 170 a.C.) e tre emissioni risultano affiancate a nominali minori quali il quinario o il vittoriato, il cui ciclo produttivo parrebbe interrompersi intorno al 170 a.C. (l'emissione di quinari riprenderà tempo dopo). Delle 12 ben 9 vengono poste dal Crawford tra il 194 ed il 170 (133/3, 136/1, 140/1, 141/1, 156/1, 158/1, 159/2, 161/1, 163/1) ed una, la 187/1, in un periodo compreso tra il 169 ed il 158, dunque con limite cronologico prossimo. Delle due restanti, il già citato tipo a legenda FLAVS è datato al 150 ma con grafia della lettera L che potrebbe far supporre ad una datazione differente, mentre l'ultimo tipo, a legenda A. SPVRI (Cr. 230/1) è datato al 139 a.C. Il tipo monetale con Luna rappresentò uno dei primi modelli iconografici "di rottura" rispetto al precedente tipo fisso anche se riscosse un successo piuttosto limitato. Analizzando il pantheon romano del periodo Luna non è certo da considerare una tra le principali figure divine ed è quindi lecito domandarsi il motivo che portò all'adozione di tale particolare soggetto che, agli inizi del II secolo, andò ad affiancare il tipo dei Dioscuri. Ben vangano pareri ed osservazioni in merito a questa introduzione riguardante un tema che a mio parere porterà ad ipotesi estremamente interessanti. Ecco un indizio, decisamente famoso:2 punti
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Ciao, non è proprio una banconota della Croazia, ma dello 'Stato indipendente della Croazia', uno stato fantoccio italo-tedesco esistito dall'aprile 1941 al maggio del 1945. La banconota è comunissima, non si legge bene ma è del 1942, estremamente logorata dalla sua storia e dal tempo... ha avuto una vita breve, ma dalla conservazione si evince che è stata pienamente vissuta.2 punti
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S.G.A.N. (sanctus Google adiuva nos) Crucifix XVIIe / XVIIIe siècle : Crucifix de Sampieru A/ INRI R/ S.F.S.F.M. (horizontalement) ? / S.D.M.NOBIS (verticalement) Dimensions : H. 2,8 cm Provenance : Haute Corse (20) https://medailles-religieuses.blog4ever.com/photo/4673943 S(ANCTUS) D(EUS) S(ANCTUS) F(ORTIS) S(ANCTUS) IM(MORTALIS) M(ISERERE) NOBIS (S)aint (F)ranciscus (S)eraficum (F)rateris (M)inorum Fate poi voi... ? Servus, Njk2 punti
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io non commento nulla, perché altrimenti come sempre c'è una persona che mi lancia solo insulti....quindi : 1 le monete con la S esistono in tutte le zecche dell'impero, sia S per la seconda officina di Roma, S per la terminante del nome etc . la S per Sardegna non appare fino alle emissioni bizantine più tarde v. Piras & C. 2 questi oggetti uniface, probabilmente castoni di anello, o altri oggetti di vario tipo (bolle, impressioni per sigilli etc etc etc, ) sono a una sola faccia, e hanno ampia diffusione in tutto il mediterraneo , riportando i monogrammi di una moltitudine di soggetti differenti dell'ampia amministrazione statale o locale, fino a grandi produttori locali etc una foto del rovescio potrebbe essere certamente utile 3 pensare che un monogramma vada ricondotto per forza a un regnante è certamente fuorviante 4 moneta di necessità, certamente no. che poi possa essere finita nel mezzo di altri ammassi è possibile, ci finivano anche piccole pietruzze con forma simile a una moneta, ci sono diversi esempi da tesoretti .... ma che possa essere una "moneta" di necessità, appositamente prodotta come circolante suppletivo, lo escludo senza dubbio. 5 - per la datazione si dovrà ragionare sulla durata di questa tipologia di monogrammi, quindi probabilmente difficilmente prima della fine del V sec e fino al VIII secolo al massimo - alcuni di questi oggetti hanno chiari rimandi religiosi - ne conosco di area Pugliese con monogrammi che possono rimandare all'Arcangelo Michele saluti Alain2 punti
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3. La terza e (secondo il prof. Cavagna) più verosimile ipotesi è quella avanzata già decenni fa da diversi studiosi italiani, compresa la Breglia, se ben ricordo. Il tesoretto cioè è un finto tesoretto, o probabilmente la somma di numerosi tesoretti rinvenuti altrove (forse uno a Taranto, gli altri in altre zone, anche fuori dall'Italia). I gruppi di monete al loro interno "congrui" sono almeno 4: quelle traco-macedoni, assieme all'argento non monetato, potrebbero provenire dall'Egitto; vi è poi un gruppo consistente di monete greche, che comprendono però sia zecche accettate ovunque (Egina, Atene, Corinto), che zecche piccole e rare; ci sono le monete di Velia e di qualche altra polis magno-greca; e infine le (non molte) monete siciliane, oltre ad esemplari sparsi (1 solo di Cirene). Certo, l'insieme dal punto di vista cronologico è relativamente accettabile, trattandosi di monetazione del periodo arcaico o tardo-arcaico. Ma vien da pensare che i venditori abbiano prima saggiato il terreno, vendendo a Vlastos il primo bloccco (mi pare sulle 100-150 monete), poi gli abbiano rivelato che "c'erano anche altre monete" ottenendo l'acquisto anche del 2° blocco. Alla fine gli proposero un 3° blocco, ma ad un prezzo talmente alto che Vlastos rinunziò. Le voci sostengono che il tesoretto fosse complessivamente di circa 600 monete, ma queste voci (incontrollabili) sono state diffuse probabilmente dai venditori. Indagini da parte della Sovrintendenza di Taranto furono tardive, e tendenzialmente esclusero l'esistenza del maxi-tesoretto: ma gli atti di queste indagini non si trovano, o non sono disponibili. Si può anche pensare che poche o tante monete "sparse" siano state aggiunte a più tesoretti effettivi. L'attuale stato dell'arte comunque vede la maggioranza degli studiosi (specie esteri) credere all'autenticità del tesoretto. Ma forse è solo perchè ormai il tesoretto, anche se falso, è un dato "storico" ed è stato studiato come tale. O forse è ...per non dare un dispiacere (postumo) a Vlastos, grande studioso e collezionista.2 punti
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Se le concrezioni sono effettivamente di malachite questa sarebbe la migliore prova dell'autenticità, perchè ci mettono secoli a formarsi; del resto potrebbe anche non trattarsi di suberato ma di moneta in argento che ha giaciuto a lungo a contatto con rame/bronzo con deposito di concrezioni anche su di essa.2 punti
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Tornese con Ara di Filippo III, l'ultima cifra della data è illegibile. Questo esemplare pesa ben 5,90 grammi, è normale?2 punti
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Buongiorno. Quella che hai per le mani è una moneta con una bellissima patina "da collezione". Purtroppo se ne vedono sempre meno di monete con questa caratteristica così marcata, dal momento che vengono spesso lavate con appositi liquidi. La differenza di tonalità che riscontri esaminando la moneta sotto una buona luce prima, e con luce ambientale poi altro non è che l'effetto che ha la luce sulla superficie del metallo. Le patine infatti (specie quelle "spesse" di vecchia raccolta formatesi in ambienti adatti, come monetieri di legno e velluto, oppure anche semplicemente non essendo mai state lavate e tenute lontano da luoghi umidi), esaminate sotto una buona luce, rendono al meglio lo spettacolo delle loro molteplici iridescenze. Le tonalità bluette / violacee, sono quelle che si formano dopo un lungo "riposo" della moneta. A mero titolo esemplificativo, ti allego una foto delle stessa moneta, scattata prima sotto una luce diretta, e poi sotto una luce diffusa. Come vedi, la luce "accende" i vari riflessi e tonalità delle patine. un'ultima cosa: prima parlavo di patina "spessa", intendendo dire che le patine "crescono" nel corso del tempo. Oggi come oggi è più facile vedere buone patine da collezione ma "relativamente giovani" (quindi, "sottili" per così dire) proprio perchè hanno avuto relativamente poco tempo per formarsi. Ovviamente, oggi ci sono diversi metodi per accelerarne la formazione, per cui dietro la "questione patina" c'è un vero e proprio mondo a parte... Puoi vedere a titolo di esempio a tal riguardo, una mia discussione relativa a una tra le più belle monete del Regno d'Italia, facilmente reperibile come tipologia, ma decisamente rara con una patina di un certo tipo. Spero di averti appassionato nel ricercare monete non solo patinate, ma che lo siano in maniera gradevole. Una patina gradevole infatti, aumenta esponenzialmente la gradevolezza dell'esemplare (e anche il suo valore economico).2 punti
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Buona giornata Non è difficile trovare in commercio qualcuna di queste tessere; solitamente si trova la tessera più comune, quella rotonda, valida per il ritiro di una libbra di olio (quella evidenziata al nr. 6 del testo postato da Domenico); talvolta si riescono a trovare anche quelle quadrate e triangolari, sebbene sia più difficile. A me piace molto quella evidenziata al nr. 10 del suddetto testo, quella del 1587; la foto a corredo del testo non gli rende giustizia e ve la ripropongo. La legenda riportata riporta pedestremente quanto si legge nelle 6 righe; ovviamente la dizione corretta è: PROVISORI S(opra) OLEI CEDOLA NOVA saluti luciano2 punti
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Complimenti, anche a me piace molto. Anche se le foto non perfettamente perpendicolari possono ingannare, direi che la base è spessa. Tuttavia, personalmente non trovo molto convincente che alcune varianti di questa moneta arrivino fino ad R2 come gradi di rarità: a me sembra di incontrarne indifferentemente di tutte le tipologie più o meno con la stessa frequenza. Saluti!2 punti
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Questo è il concetto di diversitá che intendo,in tutto e per tutto, ciò che è e ciò che rappresenta la banconota e il Paese in oggetto.2 punti
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Non esiste nessuna regola o regolamento che richiede un cert. Di autenticità di un bene acquistato al’estero per poter applicare un’aliquota IVA piu’ bassa . E’ probabilmente un’interpretazione - errata - di qualche norma piu’ generale che il funzionario ha travisato. in tutte le vendite all’asta, o almeno cosi dovrebbe essere, e’ riportato - nelle condizioni generali - che « il materiale offerto in vendita e’ garantito autentico ( salvo espressa menzione contraria) ». Quindi al funzionario zelante si potrebbe opporre tale dettato. la casa d’aste onestamente non puo’ conoscere le esigenze documentali irrazionali dei funzionari doganali ma puo’ sicuramente corrispondere a richiesta l’inutile documento. Quanto alla razionalità della richiesta in un Paese dove lo Stato esige per talune pratiche il ‘certificato di esistenza in vita » ( non bastando la persona con il proprio doc di Identità)? perche’ meravigliarsi ???2 punti
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Stimolato dal post ho provato a cercare esemplari provenienti dal mercato, non coniati nella zecca di Taranto e provenienti o attribuiti al ripostiglio del 1911. Un modo per esserci col pensiero ? Ne ho trovati già 4 al momento, due esemplari magnogreci dei decenni conclusivi del VI secolo a.C. e due esemplari provenienti dalle isole Cicladi dello stesso periodo o più recenti di pochi decenni, secondo le datazioni attribuite. Tre stateri ed un terzo di statere. Un esemplare ex NAC 120/383, statere di Naxos nelle Cicladi: https://www.numisbids.com/n.php?lot=383+&p=lot&sid=4100 Un terzo di statere di Kythnos nelle Cicladi, ex LHS 100/269: https://www.acsearch.info/search.html?term=Kythnos+third+stater+475+&category=1-2&lot=&thesaurus=1&images=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1¤cy=usd&order=0 Uno statere incuso di Sibari, ex NAC 114/24: https://www.numisbids.com/n.php?lot=24+&p=lot&sid=3140 Ex Nomos 21/53, uno statere incuso crotoniate: https://nomosag.com/default.aspx?page=ucAuctionDetails&auctionid=21&id=53&p=1&s=&ca=0&co=0&type=auction2 punti
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Ciao @Archestrato Alla richiesta di un parere tecnico, io descrivo la mia. Escludendo l'ipotesi di una pulitura aggressiva, che si possa asportare parti cosi rilevate, come la clamide, rimane che la moneta è stata coniata cosi com'é, senza la clamide. Una dimenticanza dell'incisore ? probabile, e che in un secondo tempo, abbia inciso sul conio, la clamide. La prova della mia ipotesi, sta nel confronto con altre due monete DALLO STESSO CONIO, ANS 605 e Parigi. Dalla foto che allego, si evidenzia una iniziale rottura ( quadratino in nero ), tra il piano e la cornice ad ore 4. Segno inequivocabile questa rottura, che sulla moneta LEU è iniziale, pertanto è stata coniata prima delle altre due ANS e Parigi.2 punti
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Ecco la mia sigh. Peso 9,25 g, na tosatina l'ha presa ma poca roba.2 punti
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Buonasera, riapro la discussione e con riferimento al post #1, condivido l’esemplare di un 60 Tornesi per Candia, recentemente entrato in collezione. Spero che possa esser utile ai fini del proseguimento della discussione. Grazie. Domenico Salvo errori, l’esemplare è riconducibile alla varietà 131 del sessanta tornesi, o quattro soldi, per Candia, indicato nel lavoro del N. Papadopoli Aldobrandini, Le Monete di Venezia descritte ed illustrate con i disegni di C. Kunz. Volume III.2 punti
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Iscritta alla FSFI Federazione fra le Società Filateliche Italiane Email: [email protected] Telefono: (+39) 3498125912 (Attilio Maglio) Pagina Facebook Associazione Circolo Tempo Libero Siamo presenti sui maggiori social media marketing In memoria del fondatore e Presidente dell’Associazione Circolo “ Tempo Libero ” di Castellammare di Stabia Salvatore Correale, scomparso prematuramente il 28 marzo 2013, lasciando un vuoto incolmabile. Condividi Condividi Condividi Condividi Attenzione per essere sempre informati sui nostri eventi, inquadrare con lo Scanner dello smartphone o tablet il Qr Code sulla locandina in basso al centro o su questa immagine. Memorial Correale un passo avanti! Torna a Castellammare di Stabia in provincia di Napoli, con la 53° edizione, la manifestazione Memorial Correale, organizzata dall’Associazione Circolo "Tempo Libero" di Castellammare di Stabia, in memoria del defunto Presidente Salvatore Correale, attirando centinaia di visitatori e partecipanti provenienti da ogni regione d’Italia alla ricerca di oggetti da collezione da investimento. La mostra di numismatica, filatelia, cartamoneta, cartoline, libri e oggetti di vario genere, si terrà per la seconda volta presso lo spazio espositivo di piu' di 1000 mq dell'Hotel Queen Daisy, completamente videosorvegliato, che si trova in via Schito n°185, in una posizione strategica, in una zona industriale, a poche centinaia di metri dallo svincolo autostradale di Castellammare di Stabia/Pompei e vicino ai luoghi più belli della Campania come lo splendido sito di Marina di Stabia, la Penisola Sorrentina, la Costiera Amalfitana, gli scavi di Pompei, gli scavi di Ercolano, il Vesuvio, Napoli e Salerno, Paestum e Caserta, Capri e Ischia. Queen Daisy, una struttura quattro stelle, moderna ed elegante di nuova costruzione concepita secondo gli attuali standard alberghieri. La Campania, da 27 anni, grazie ai grandi sforzi e sacrifici dei soci dell’Associazione Circolo “Tempo Libero”, è diventata, nel tempo, nel panorama nazionale del collezionismo, punto di riferimento per esperti operatori del settore e studiosi, con serietà, professionalità e passione, in una realtà ostile, poco propensa ad ospitare iniziative di questa valenza storica e culturale, con carenze strutturali sia pubbliche che private. Il Memorial Correale è l'unico evento del Sud Italia, per anzianità, che ha sempre garantito massima accoglienza ai collezionisti, ambiente sicuro, totalmente familiare, presenza di materiale certificato e dichiarazione di autenticità, grazie a qualificati operatori del settore, periti iscritti all'albo del Tribunale, della Camera di Commercio, esperti numismatici iscritti alla N.I.P, N.I.A e filatelici alla FSFI - Federazione Fra le Società Filateliche Italiane. Orari Gli orari di sabato 13 novembre saranno dalle ore 9 alle 13, breve pausa, ripresa, a discrezionalità dell'organizzazione, intorno alle 16 fino alle 19, con la possibilità di trattenersi al ristorante dell’Hotel, con un pranzo completo con specialità locali a soli €15, per offrire massima ospitalità ai presenti. Domenica 14 novembre, invece, l’entrata sarà esclusivamente di mattina dalle ore 9 alle 13. L’ingresso è gratuito, all’entrata sarà richiesto il Certificato verde Covid-19, a disposizione parcheggio privato della struttura alberghiera, video sorvegliato e custodito. La nostra filosofia è il collezionismo di qualità, approfondendo la conoscenza attraverso lo studio, coinvolgendo e appassionando le nuove generazioni, stimolandoli con sani valori e principi etici. Saranno due giorni dedicati ad oggetti senza tempo che hanno segnato la nostra storia, un lungo viaggio tra monete rare, ammirando vere e proprie opere d’arte, ricordando una nobile tradizione italiana, la cartamoneta, per apprezzare la maestria e la creatività degli incisori di medaglie commemorative, militari e religiose, esplorando l’universo filatelico, tra francobolli che raccontano frammenti storici, unici ed irripetibili e cartoline che raffiguravano bellezze architettoniche e artistiche da tutto il mondo. Dove ci troviamo Come raggiungere il Memorial Correale Cliccare sull'immagine per indicazione stradale alternativa1 punto
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Segnalo Uscita Panorama Numismatico - NR.376 OTTOBRE 2021 Gli articoli in questo numero: Curiosità numismatiche: Gianni Graziosi, “Maladetto fiore”: usurai e falsificatori dell’Inferno Dantesco – Pag. 3 Roberto Diegi, La dracma di Alessandria d’Egitto – Pag. 10 Michelangelo Bonì e Silvio Sannino, Il ricordo di Salvatore D’Auria, Maestro di numismatica e medaglistica Meridionale – Pag. 13 Realino Santone, Monete medievali del Regno di Napoli. Cavalli aragonesi aquilani, una “strana” T di Gian Carlo Tramontano – Pag. 17 Helmut Rizzolli, Lo stemmino sull’aquilino di Treviso – Pag. 19 Giovanni B. Vigna, Michele Chimienti, Guglielmo Cassanelli, Gregorio XVI. Un monaco tra crisi economica e sfida liberale, seconda parte – Pag. 23 Riccardo Martina, Le emissioni commemorative del Re Sole per la conquista di Piombino e Portolongone – Pag. 49 Notizie dal mondo numismatico – Pag. 57 Mostre e Convegni – Pag. 62 Aste in agenda – Pag. 63 In copertina: Priamo della Quercia, Dante e Virgilio, miniatura, Manoscritto Yates Thompson, originariamente realizzato per Alfonso V di Napoli, 1444-1450. Italia, 5 euro 2021 in argento (18 g), 700° anniversario della morte di Dante Alighieri.1 punto
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Ho sempre apprezzato molto quando un utente condivide una moneta della propria collezione o, come nel mio caso, un nuovo acquisto che inaugura un nuova tematica di studio e collezionismo e, pertanto, mi fa piacere poter fare altrettanto! Da qualche mese ho intrapreso lo studio della monetazione imperiale e dando un'occhiata alle varie aste per "allenare" l'occhio, ho intravisto un sesterzio di Domiziano - catalogato RIC 751 - che mi è parso un buon inizio collezionistico. Ho confrontato la moneta con altre presenti in banche dati di precedenti vendite e non mi è sembrata una moneta avente ritocchi o problematiche. Naturalmente, apprezzerei tantissimo consigli e parere da utenti maggiormente esperti in tal campo di studio!1 punto
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Ciao a tutti, la moneta di questa sera non è mai stata presentata sul nostro forum, per cui ho pensato di provvedere . URBANO VIII (1623-1644), Bologna - Gabellone (Munt 235, CNI 1). D/: Busto a destra, barbuto e a testa nuda, con piviale ornato di ape entro fregio e fibbia ovale con testa del Redentore. VRBANVS . VIII . PONT . MAX sotto L. S. iniziali di Ludovico Selvatici, zecchiere. R/: stemma semiovale della città, inquartato e gigliato, adorno di due figure sedute superiormente all'infuori e di due rosoni pendenti lungo i lati. BONONIA - DOCET sotto 16 - 24 T/: liscio peso 9.48 g I documenti di zecca definiscono "gabellone" questa moneta, che è talvolta chiamata testone. Si tratta del nominale da 30 bolognini, equivalente al testone romano da 30 baiocchi. Infatti sotto Urbano VIII la zecca di Bologna, come già all'epoca di Paolo V, aveva adottato la lega di Roma. In conseguenza di questo cambiamento il gabellone di Bologna è perfettamente assimilabile al testone di Roma, pesando essi rispettivamente g 9.649 e g 9.596. Di questa moneta, ritenuta molto rara, sono in effetti pochi i passaggi che ho registrato. Io personalmente, per l'anno 1624 (esiste anche quella analoga con data 1625) ne ho contati negli ultimi 40 anni solo quattro (compreso questo), considerando gli esemplari che sono stati più volte riproposti sul mercato. Si tratta di uno dei migliori esemplari per conservazione, arricchito da una gradevole patina di medagliere. Proviene in effetti da due importanti vendite del passato: ex Leu 68 n. 98 ed ex NAC 81 n. 476 (collezione De Falco). È inoltre l'esemplare illustrato sul MIR. Buona serata Michele1 punto
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Buonasera a tutti cari amici, ho acquistato questo pezzo da 5 Lire del Governo Provvisorio di Lombardia coniato a Milano nel 1848 che dovrebbe essere una variante con la stella vicina e la base sottile (o almeno credo). Cosa ne pensate dello stato di conservazione e più in particolare della moneta? Grazie mille a tutti!! Buona serata!! Auriate1 punto
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Ciao! Grazie dell'apprezzamento, intendi questo? Fatta la foto nel 2011con lo scanner della stampante1 punto
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Concordo, come al solito, con l’amico @El Chupacabra1 punto
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@andrea78ts Grazie mille Andrea per il tuo prezioso intervento. Il forum trarrà sicuramente profitto dalla tua professionalità specialistica nell’ambito degli errori di coniazione1 punto
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Stiamo osservando da prospettive diverse, con la moneta in mano la situazione è di certo più chiara. Dalle foto non vedo uno strato sottostante arancione, le macchie più evidenti sono al dritto e mi sembrano superficiali quindi, come detto da @Scipio , parrebbe un deposito di concrezioni da contatto (le concrezioni di un'altra moneta si sono depositate sulla tua). Ma se dici che lo strato sottostante, che io vedo principlamente bruno/nero, presenta evidenti toni arancioni/rossastri siamo di fronte all'anima di un suberato. Tagliamo la testa la toro... al dritto, ad ore 2 e proprio in linea con la visiera di Roma, quella macchia verde è "un buco"? Discorso analogo ad ore 4 sempre del dritto. Sono in profondità o superficiali / in rilievo?1 punto
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Buonasera,in base al diametro potrebbe essere un tornese coniato a Napoli durante il regno di Filippo IV di Spagna (1621-1665)... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIV/111 punto
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è perchè c'è chi lo allega alla moneta acquistata senza ulteriori costi (considerando magari che già con i diritti d'asta, se di aste parliamo, in costante crescita, il margine di guadagno è già ampio..)?? Questi commercianti, fanno beneficienza??1 punto
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Ok, bene, ti ringrazio per il chiarimento. Per me "lezione appresa". Grazie Andrea e un saluto a tutti.1 punto
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Avrei voluto dirlo io....mi hai preceduto....e mi fa molto piacere! Mi fa strano però che in una comunità così estesa come quella del forum ci siano così pochi musicisti e tra questi gli strumenti a fiato sono quasi inesistenti....forza fate coming out, non vergognatevi nessuno vi giudicherà (a parte i suonatori di theremin .... sono inquietanti....)1 punto
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complimenti, lodevolissima iniziativa da parte dell'Accademia1 punto
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Sì, hai praticamente dato tu la soluzione: 40000 litri d'acqua.1 punto
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Anche secondo me nonostante il leggero colpetto al bordo1 punto
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Bella moneta, come conservazione siamo intorno allo SPL.1 punto
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La perfezione incisoria eseguita sui conii dei Tari' di Francesco II è superiore a tutta la precedente produzione di FerdinandoII, ( sempre nei Tari' ). La torretta in meno la considero "un segno " per distinguere una liberata da un'altra. Mio parere personale.1 punto
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Buongiorno, il Museo Scientifico Speleologico di Borgo Grotta Gigante/Brisciki presso Sgonico/Zgonik (TS) https://www.grottagigante.it/museo/ da ieri ospita la mostra “Oltre Aquileia”. Nonostante il titolo si riferisca a ad Aquileia la mostra indica l’avanzata dell’Impero Romano verso est e quindi la prima romanizzazione di una macroarea che comprende la Venezia Giulia e il Carso inteso come territorio nella sua integrità, quindi anche extrafrontaliero. Sappiamo dalle fonti storiche latine che una tribù locale non meglio specificata (Taurisci? Scordisci? Norici?) nel 186 a.C. creò un oppidum nell’area friulana (dodicimila Galli Transalpini transgressi in Venetiam) scatenando la reazione del Senato romano che considerava l’area friulana fino alle Alpi Giulie formalmente sotto il proprio controllo, seppure non facente parte del territorio romano vero e proprio fino a quel momento. Nel 181 in conseguenza di tale azione e dopo l’abbandono dell’oppidum vi fu la fondazione della colonia di Aquileia a controllo dell’area e tre anni dopo vi fu la prima campagna militare per la conquista della Venezia Giulia e dell’Histria, non senza il contributo da parte di tribù indigene che appoggiarono, in qualità di truppe ausiliarie guidate da Catmelus (Ab eadem regione mille ferme passuum castra erant Gallorum; Catmelus pro regulo praeerat tribus haud amplius milibus armatorum. Livio, 41.1.8), le due Legioni inviate. Successivamente l’area fu conquistata e la conquista territoriale di rivolse verso i territori interni, fino a raggiungere, per passi successivi, il limite naturale costituito dal Danubio ma ebbe funzione di frontiera e fu oggetto di eventi bellici fino alle guerre illiriche di Ottaviano (35 a.C. circa). La mostra presenta materiali rinvenuti in questi ultimi anni durante le ricerche cui ho contribuito (sia sul campo che nell’esecuzione dei disegni dei materiali) che hanno permesso di fare un po’ di luce su queste lontane vicende (pur permanendo molti punti poco chiari). Altri manufatti provengono da siti sloveni come quello di Grad presso Smihel, ai piedi del passo alla base del Monte Nanos/Okra, insediamento indigeno fortificato d’altura che fu oggetto di un attacco romano con conseguente sua distruzione ed abbandono in loco di numerosi pila (alcuni dei quali esposti) utilizzati durante l’assalto (tra i quali alcuni di tipo incendiario). ( http://av.zrc-sazu.si/pdf/53/av_53_horvat.pdf ) Sono presenti alcune monete trovate nei siti triestini oggetto di recenti indagini (Monte San Rocco/Koromacno, Grociana Piccola/Mala Grocijanica e strada romana tra Basovizza e Pese) e una bacheca presenta una raccolta dei tipi più comuni nel periodo 200-0 a.C. sia in bronzo che in argento; tra questi ultimi il “famoso” denario EID MAR che celebra Brutus e i cesaricidi e presenta a rovescio il tipico pugio, il pugnale che campeggia a sua volta in un’altra teca, proveniente da Sevegliano (UD) e nel manifesto della mostra stessa. La ricerca ha avuto un respiro transfrontaliero con contributi da parte di studiosi, strutture istituzionali di ricerca/studio, sponsor e appassionati italiani e sloveni. Il catalogo della mostra è già consultabile sul sito https://oltreaquileia.it/ e successivamente, per agevolare la diffusione dei contenuti, sarà anche scaricabile on line free tra una quindicina di giorni (in quanto non ancora completo come contributi). La mostra sarà visitabile fino al 28 febbraio 2022. Buona giornata Illyricum1 punto
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Avrei potuto postare nella bibliografia, dove si trova già il Volume III delle bizantine coniate nell'Est potevo inserire questo post tra la monetazione bizantina.... ma poi il tema è forse più utile qua questo è il mio articolo "Imitation and revival of the Byzantine coinage: The Byzantines and “the others” - I Bizantini e “gli altri”" all'interno di questo bellissimo volume, in questa collana a mio avviso pionieristica in Italia. Ringrazio pubblicamente Alberto D'Andrea che a distanza di soli 6 mesi dall'uscita del volume, mi ha permesso di mettere integralmente il mio contributo su academia https://www.academia.edu/49360489/Imitation_and_revival_of_the_Byzantine_coinage_The_Byzantines_and_the_others_I_Bizantini_e_gli_altri_ spero possa essere per voi una bella e piacevole lettura Alain PS - in italiano da Pg 46 numerata 4171 punto
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Sempre sulla questione della posizione dei Dioscuri reggenti i cavalli all'interno come nella moneta di Massenzio riportata da @Agricola e nel medaglione di @apollonia voglio condividere con voi queste referenze iconografiche che riportano ad un contesto di media età imperiale: 1) lastra marmorea al Metropolitan (ma di proprietà privata battuta ad un'asta di Christie's nel 2019) datata al periodo di Adriano II sec. d.C. che al centro presenta un'ara circolare decorata con un festone, con fuoco acceso ed animali sacrificali toro, gallo e maiale chiaramente richiamante un sacrificio alla presenza di Castore e Polluce divinizzati (la presenza della stella). Esegeti hanno postulato che la scena "dipingesse" un'area cultuale comprendente le due statue e l'ara in questione e non una scena soltanto simbolica con la presenza dei due fratelli divini che giganteggia ed incombe su un'ara su cui si sta efettuando un sacrificio ad essi rivolto. 2) Il motivo della lastra imperiale è presente anche il rilievo iscritto rinvenuto ad Amphipolis in Macedonia sempre di II d. C. e 3) in un rilievo votivo datato a ca. 250 d.C. proveniente da uno scavo sull'Aventino del '35 dal santuario di Giove Dolichenus conservato al Museo Capitolino Quindi si può concordare con quanto ipotizzato da @Agricola che l'inversione dei personaggi sia avvenuta in un momento successivo.1 punto
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