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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/01/21 in Risposte
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Seconda Guerra Mondiale Occupazione Giapponese della Cina 5 Yen La seconda guerra sino-giapponese (7 luglio 1937 - 2 settembre 1945) fu il maggiore conflitto mai avvenuto tra la Repubblica di Cina e l'Impero giapponese, e il più grande conflitto asiatico del XX secolo. Combattuta prima e durante la seconda guerra mondiale terminò con la resa incondizionata del Giappone il 2 settembre 1945, che mise fine alla seconda guerra mondiale. L'invasione della Cina costituiva parte del progetto strategico complessivo giapponese per assumere il controllo dell'Asia. L'Incidente del ponte di Marco Polo segnò l'inizio dello scontro totale tra i due stati. La Cina non dichiarò ufficialmente guerra al Giappone fino al dicembre 1941, per timore di alienarsi gli aiuti delle potenze occidentali; una volta che il Giappone fu entrato in guerra contro gli Alleati, la Cina fu sciolta da questo vincolo e poté dichiarare apertamente guerra alle Potenze dell'Asse. Dal 1937 al 1941 la Cina combatté da sola, mentre dopo l'attacco di Pearl Harbor a fianco dei cinesi si schierarono anche le forze alleate, sia statunitensi che sovietiche, che fornirono materiali, uomini e servizi addestrativi. Durante il periodo dell'occupazione, tutte le attività commerciali erano severamente sorvegliate e la maggior parte delle fabbriche furono rilevate dai giapponesi imperiali. Avendo privato i venditori e le banche dei loro beni, le forze di occupazione avevano messo fuori legge il dollaro di Hong Kong e lo avevano sostituito con lo yen militare giapponese. Il tasso di cambio fu fissato a 2 dollari di Hong Kong a uno yen militare nel gennaio 1942. Successivamente, lo yen fu rivalutato a 4 dollari di Hong Kong a uno yen nel luglio 1942, il che significava che la popolazione locale poteva scambiare meno banconote militari di prima. Mentre i cittadini di Hong Kong erano diventati poveri negli scambi forzati, il governo imperiale giapponese aveva venduto il dollaro di Hong Kong per contribuire a finanziare la sua economia in tempo di guerra. Successivamente, lo yen era stato reso l'unico corso legale a fini ufficiali nel giugno 1943. I prezzi dei prodotti in vendita dovevano essere contrassegnati in yen. L'iperinflazione aveva quindi sconvolto l'economia, colpendo direttamente i cittadini di Hong Kong. L'enorme svalutazione dello Yen militare giapponese imperiale dopo la guerra lo rese quasi senza valore.3 punti
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Ebbene si, tra le ultime vicereali messe in collezione. ? La sto studiando per il discorso mancanza sigle se effettivamente mancano o esistevano in origine. Inoltre ha un bel pedigree. Saluti Alberto3 punti
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Questo è un punto molto delicato. il commercio numismatico ( di monete da collezione - distinto dal mercato ‘bullion’ ovvero monete in oro da investimento) al pari dell’antiquariato, del commercio di libri antichi, dipinti etc etc non sono mercati regolamentati sotto l’aspetto economico ( lo sono sotto l’aspetto normativo ai fini dell’esportazione e della eventuale prelazione che lo Stato puo’ esercitare nello scambio che avviene in asta pubblica di questi beni - tra l’altro non nello scambio tra privati). Ma il meccanismo della formazione dei prezzi - che avviene con lo strumento della vendita all’asta - e’ un meccanismo di mercato dove l’autorità di controllo non esiste, o meglio dove lo Stato/autorità pubblica, si astiene dall’intervenire ( eccetto nei paesi a regime autarchico per le sole transazioni nazionali). un’autorita’ di controllo esiste per i Mercati finanziari ad esempio che - non a caso - si chiamano mercati regolamentati, che provvede a normare l’attività di questi mercati e degli strumenti utilizzati come l’emissione di azioni ed obbligazioni che sono strumenti finanziari ( Consob in Italia, SEC in USA, AMF in francia etc). pero’ e’ importante notare che anche queste autorità dei mercati non intervengono MAI nel meccanismo di formazione dei prezzi che e’ lasciato libero, liberissimo, di incrociare domanda e offerta al livello che ritiene piu’ opportuno. Non esiste quindi un tetto alla quotazione di un’azione ( prendere l’esempio di Tesla o anche del Bitcoin) ma si sorveglia invece che gli scambi e soprattutto le informazioni che portano alla quotazione avvengano secondo la normativa del mercato regolamentato e quindi ad esempio che l’azienda quotata comunichi in modo trasparente fatti o dati che possono influire sul prezzo del suo titolo. Sul meccanismo di formazione del prezzo non si interviene mai. Cosi nel 1600 alla borsa merci di Amsterdam i bulbi dei tulipani avevano potuto raggiungere quotazioni completamente folli senza che nessuna autorità - nemmeno quella regale - potesse fermarne lo scambio. Idem funziona con le monete. ammesso che tutti i realizzi cui assistiamo siano autentici ( e non lo do’ per scontato nella totalità dei casi ma nella grande maggioranza si) è il mercato stesso che - nel corso del tempo - si riequilibra da solo assorbendo gli eccessi, con naturalmente vincitori e vinti a seconda se quanto si e’ comprato si riesca poi a rivendere ( con profitto o meno). I realizzi attuali di alcune monete sono la conseguenza di eccessi competitivi. Si paga oggi un prezzo che potrebbe essere definito un prezzo di scambio che la moneta avra’ tra 3-4 anni. Per monete di particolare qualità e rarità ci puo’ stare tranquillamente. per monete invece meno ‘dotate’ essendo il mercato di scambio altamente imperfetto ( in un’asta successiva uno degli acquirenti piu’ agguerriti puo’ magari astenersi o essere impossibilitato a partecipare facendo mancare un elemento fondamentale per il rialzo del prezzo ) il rischio di pagare ‘troppo’ e che la moneta resti ‘al palo’ purtroppo esiste anche se nel tempo le quotazioni tendono - in media - comunque a salire. Il mercato delle opere d’arte contemporanee esprime follie ancora piu’ estreme. Un quadro che si e’ parzialmente autodistrutto ( Banksy) e’ stato venduto ad 1 milione di sterline nel 2018 ( subito prima che si autodistruggesse) acquisendo una popolarità planetaria per essere rivenduto a 16milioni quest’anno ( e non si fermera’ li). follie? Si puo’ intervenire/ interviene un’autorita’ di mercato a fermare tale follia? No chi ha comprato il quadro a 1 milione puo’ definirsi folle ma e’ corretto definirlo fesso ( lo ha rivenduto a 5 e quest’ultimo acquirente a 16) ? Giudicate voi. Questa storia ci insegna qualcosa? A me sfugge cosa ( meglio farci una battuta sopra - si rischiano di dire banalità). Ma tornando all’affermazione di OppianO. Chi e come potrebbe regolamentare il mercato numismatico? E con quale autorità ( essendo tra l’altro buona parte delle transazioni trasnazionali). E su quali principi potrebbe essere regolamentato: impedendo a qualche collezionista fesso di fare delle follie? magari ‘fessi’ ( io lo sono spesso ?) lo siamo stati un po’ tutti una volta o l’altra nelle nostrr battaglie per aggiudicarci una moneta. a volte quella moneta si e’ poi apprezzata di valore oltre quanto l’abbiamo pagata. Altre invece la nostra ‘follia’ e’ rimasta tale. non credo vi possano essere molti rimedi per l’attuale situazione se non cercare di comprare con intelligenza - opportunità se ne trovano se uno sa sfruttarle. per chi non riesce piu’ a comprare suggerirei di vedere comunque l’altro lato positivo - ribaltando la situazione: le sue monete si trovano ad essere rivalutate, e probabilmente piu’ di quanto sarebbe stato lecito attendersi il che porta opportunità di tipo diverso delle quali si puo’ comunque approfittare ?3 punti
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Al di là di quello che si trova su eBay, subito.it ecc, qui siamo in un forum di numismatica ed è lecito che uno cerchi e chieda qui. È altresì più che comprensibile che talvolta le richieste possano apparire a noi maggiormente avezzi sia ingenue che bizzarre se vogliamo... Ma, ricordiamoci tutti una cosa: nessuno di noi è nato "imparato". Non io almeno! E di sicuro, all'inizio, credo che la mia ingenuità ed inesperienza abbia fatto sorridere più di qualcuno... Ma se poi mi sono appassionato alla numismatica, è anche grazie a chi non ha riso della mia ingenuità e mi ha guidato con calma e pazienza in questo mondo che non finisce mai di stupirmi. Quindi @Maria Sara Pappalardo non esitare a chiedere se hai dubbi, curiosità o perplessità. purtroppo eBay è un gran calderone che raccoglie personaggi loschi e poco raccomandabili a professionisti di grande rilievo... Con tutte le sfumature possibili tra i due estremi. diciamo che non è il posto migliore per imparare, ma può essere molto interessante una volta appresi almeno i rudimenti! quindi ben vengano strumenti come i forum o anche alcuni social per chiedere informazioni e approfondimenti.2 punti
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Seconda Guerra Mondiale Allied Military Currency - Valuta militare alleata 1944 Per l'utilizzo nei territori occupati durante e dopo la fine della guerra. (cliccare sopra i biglietti per ingrandire l'immagine) Occupazione americana della Francia - 2 franchi (emissione 2) serie DE 1944 Occupazione della Germania - 1 marco serie 1944 (F) Occupazione del Giappone - 50 sen serie 100 B (1945)2 punti
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Halloween è una festa italiana, lo dice l’antropologia Secondo alcuni studi antropologici, Halloween è una festa italiana che deriva dalla tradizione del “Coccalu di muortu” a Serra San Bruno, in Calabria. Le popolazioni meridionali italiane, emigrando negli Stati Uniti, avrebbero dato origine alla festa di Halloween come la conosciamo oggi Halloween è una tradizione italiana. Non è una presa in giro, ma la tesi che Luigi Maria Lombardi Satriani, antropologo calabrese e professore all’università Sapienza di Roma, sostiene nel suo libro “Il Ponte di San Gacomo”, in cui analizza i luoghi del mondo contadino dove si rifugia e si affronta la morte. In un capitolo del libro Lombardi Satriani, infatti, ipotizza che la popolare festa degli orrori statunitense non sia altro che la contaminazione di una tradizione popolare tutta italiana ed in particolare calabrese. A Serra San Bruno, paese in provincia di Vibo Valentia, in Calabria, da secoli per la ricorrenza dei morti i bambini svuotano grosse zucche gialle, danno loro l’aspetto macabro e spaventoso di un teschio e vanno in giro per il paese chiedendo un’offerta. Halloween e la tradizione del “Coccalu di muortu” È la tradizione – spiega Maria Luigi Lombardi Satriani nel libro – del ”Coccalu di muortu”, teschio di morto in dialetto serrese, di cui l’antropologo ha trovato traccia in Calabria molto prima che negli Stati Uniti iniziasse la tetra messa in scena di Halloween. L’usanza di svuotare una zucca, ricavarne tratti di un viso umano e porvi dentro una candela risalirebbe quindi alla migrazione delle popolazioni meridionali in America che avrebbero portato con loro e continuato a praticare una tradizione dal significato antropologico ben preciso, ovvero stabilire un contatto con i propri cari defunti. In Italia e in Calabria Halloween sarebbe, dunque, una “festa di ritorno”. Una tradizione esportata e rientrata nel Bel Paese con nuove usanze e nuovi riti. I gruppi di bambini che fanno il giro del paese con la zucca chiedendo un’offerta sarebbero la versione più antica e popolare del “dolcetto o scherzetto”. Proprio come i loro coetanei americani, i bambini di Serra, infatti, bussano alle porte o più semplicemente fermano la gente per strada chiedendo: “Mi lu pagati lu coccalu?” (Mi pagate il teschio di morto?), un modo diretto per dire “guardate che bel lavoro che ho fatto per i nostri defunti, volete darmi un premio”. E il premio è quasi sempre una piccola somma di denaro che alla fine del giro i bambini dividono tra di loro per andare a comprare qualche leccornia. Nonostante negli utlimi anni le celebrazioni di Halloween siano entrate nel giro della globalizzazione, la tradizione del “coccalu di muortu” a Serra San Bruno ha conservato il sapore antico della tradizione. Lo conferma il sindaco, Bruno Rosi, che al telefono spiega ad Italyamonews come i bambini di oggi seguano esattamente la tradizione tramandata dai loro avi. “La tradizione è ancora molto viva in paese. Tutti i bambini a partire dal 31 ottobre cominciano a svuotare la zucca gialla – precisa il primo cittadino – vi intagliano, occhi, naso e bocca per dare le sembianze di un teschio e cominciano a fare il giro del paese chiedendo un’offerta. Si è sempre fatto. Anche io da bambino l’ho fatto e si continuerà a farlo. Fa parte della nostra tradizione” che, per fortuna non è stata intaccata dalla globalizzazione di Halloween. I bambini serresi non vanno in giro mascherati, non indossano maschere spaventose. Si divertono e fanno rivivere una tradizione dal forte significato antropologico. Una tradizione che è, quindi, lontana dai riti pagani di Halloween e che da secoli viene celebrata in uno dei luoghi più mistici della Calabria. Serra San Bruno Serra San Bruno, che sorge sull’altopiano delle Serre, deve infatti, la sua origine alla venuta in questi luoghi del monaco Bruno di Colonia, fondatore dell’ordine dei Certosini, che qui costruì un eremo, la Certosa di Santo Stefano del Bosco, primo monastero in Italia e secondo in Europa dopo quello di Grenoble in Francia. Serra San Bruno Il paese è formato dal centro storico, chiamato Terra Vecchia, e da Spinetto, quartiere più nuovo del primo perché ricostruito dopo il terremoto del 1783 che distrusse anche alcuni edifici del monastero, tra cui la Chiesa conventuale certosina di cui oggi rimane solo la cinquecentesca facciata in granito. Camminando a Serra San Bruno e negli splendidiboschi in cui è immersa si è lontani dal mondo di streghe e fattucchiere di Halloween. Qui le numerose chiese conservano preziose testimonianze del glorioso passato artistico e mistico di questo bellissimo paese, da cui già sul finire dell’ottocento in tanti partirono alla ricerca di fortuna. È quindi verosimile pensare che gli emigrati arrivati negli Stati Uniti abbiano continuato a praticare gli usi e i costumi della terra d’origine e che le tradizioni italiane (tradizioni similari a quella di Serra San Bruno sono state riscontrate in Friuli, Sardegna, Puglia, Sicilia, anche queste terre di forte emigrazione) abbiano incrociato quelle celtiche ed irlandesi della festa di Samhain (fine dell’estate inizio del nuovo anno), a cui si fa risalire la festa di Halloween (All – hallows eve). https://www.roma-artigiana.it/halloween-una-festa-italiana/2 punti
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Seconda guerra mondiale Occupazione giapponese delle indie orientali olandesi 100 rupie 1944 L'Olanda dichiara guerra al Giappone dopo l' attacco del 7 dicembre 1941 a Pearl Harbor, pochi mesi dopo l'Impero giapponese occupò le Indie orientali olandesi (ora Indonesia), precisamente dal marzo 1942 fino alla fine della guerra nel settembre 1945. Avverso i colonizzatori olandesi in quel lasso di tempo fu creato per volere dei giapponesi un comitato indonesiano per l'indipendenza. A guerra terminata i Paesi Bassi danno vita ad un'aspra lotta diplomatica per rivendicare i territori dell'ex possedimento olandese, ma invano, nel dicembre 1949 fu costretta a riconoscere l'indipendenza e la sovranità indonesiana.2 punti
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Seconda Guerra Mondiale Occupazione Italiana della Grecia 100 Dracme L’occupazione della Grecia fu il risultato della scelta italiana di attaccare il paese mediterraneo il 28 ottobre 1940 per rompere quello che Mussolini definiva l'accerchiamento dell’Italia da parte delle potenze plutocratiche. Questa scelta era legata ad una strategia mirante a scalzare l’egemonia francese e britannica nei Balcani e nel Mediterraneo e costruire un’area di influenza italiana. L'attacco alla Grecia si rivelò una catastrofe per l’Italia. I greci, inferiori per numero e equipaggiamento ma motivati dall’idea di combattere una guerra nazionale costrinsero gli italiani a ritirarsi e condurre una lunga guerra di logoramento. Fu solo grazie all’intervento tedesco in supporto che nell’aprile del 1941 si giunse ad un armistizio. Il gabinetto greco in carica fuggì e si formò un governo collaborazionista ad Atene capeggiato dal generale greco Georgios Tsolakoglu. Il paese fu sottoposto ad un regime di occupazione militare: sebbene mantenesse istituzioni formalmente indipendenti, l’esecutivo greco fu di fatto sottoposto alle direttive degli occupanti. Il Governo greco aveva predisposto, in previsione dell'invasione, l'annullamento di tutte le giacenze delle banconote. I comandi militari furono costretti ad emettere moneta d'occupazione. L'Italia aveva già predisposto la produzione di buoni di occupazione stampati dall'I.P.S. di Roma da 5 a 5000 dracme e aggiunti successivamente il 10.000 e il 20.000. Nel Giugno del 1941 vennero messi in circolazione i biglietti di occupazione della Cassa Mediterranea di Credito per Grecia al cambio di 8 Dracme per una Lira. La circolazione dei buoni venne sospesa dal 22 Aprile 1942 ma non fu soggetta ad una specifica norma di demonetizzazione, sino a che, dopo l'Armistizio del 1943 le banche greche cominciarono a rifiutarne il cambio.2 punti
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Leggiamo dalla Majer Le medaglie di benemerenza del Senato veneziano (RIN 1927): (per completezza, la medaglia fa riferimento al periodo storico del dogato di Pietro Grimani 1741-1752)2 punti
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Aimone (1329-1343) Doppio Nero ( o Redottese )del Giglio Questo tipo da 2 Denari Parisi viene considerato fra le contraffazioni francesi di Aimone. Sono noti solo 2 esemplari fotografati nel nuovo Cudazzo piu' uno apparso nell' Asta Gadoury, 22 e 23 Ottobre 2021 . Tutti quanti battuti dalla zecca di Pont d'Ain. Questo quarto esemplare inedito presenta due crocette in palo attribuibile quindi ad Alessandro Dardano per la zecca di Bourg.2 punti
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Seconda guerra mondiale Occupazione inglese in Italia British Military Authority - 1 pound 1943 Come per i dollari bollino giallo queste banconote entrarono in circolazione nel territorio italiano dopo lo sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943, il governo Badoglio nè decretò il corso legale obbligatorio dal 24 settembre dello stesso anno, erano già comunque state usate in precedenti occupazioni su altri territori europei ed in Africa. Servivano per il pagamento delle truppe inglesi impegnate nell'invasione e per tutte le altre necessità di spesa sul territorio occupato, ma non furono ben accette dalla popolazione per la loro impostazione dei valori secondo il sistema monetario inglese. Il cambio imposto fu di 400 lire per sterlina (pound) Le banconote emesse dall'Autorità militare britannica con il relativo cambio: 6 pence = 10 lire 1 shilling = 20 lire 2 shillings e 6 pence = 50 lire 5 shillngs = 100 lire 10 shillings = 200 lire 1 pound = 400 lire La corrispondenza con la valuta USA d'occupazione era di 1 pound = 4 dollari. Circolarono fino al 31 luglio 1945 con la possibilità del cambio presso le filiali della Banca d'Italia entro il primo di settembre del 1945 (vedi G.U. post #49)2 punti
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Ciao Ric, non credo che sia falsa, d'altra parte con 5 centesimi nel 43 che ci facevi ? ma penso che sia proprio un problema di coniazione. Poi ci sta da dire che gli esemplari coniati, a mio parere, sono molti di più di quelli ufficiali di questa moneta (372.000) dato che non è poi così difficle trovarla ; per questo penso che in quel tragico anno non si badò tanto alla perfezione dei tondelli e del conio. Anche io possiedo esemplari come il tuo, con la leggenda impastata e poco chiara, come questo qua sotto, anzi, trovare esemplari perfetti non è facilissimo....2 punti
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Essendo questa una sezione di approfondimento sulla monetazione romana imperiale, vorrei dire qualcosa sul rovescio di questa moneta. La legenda recita IOVI PROPVGNATORI, che potremmo tradurre in "A Giove difensore" . E' chiaro il riferimento alla battaglia come si nota dalla parola PVGNA contenuta nell'appellativo. Giove e' rappresentato nudo, in un movimento plastico, nell'atto di lanciare con la mano destra un fulmine, uno dei suoi simboli insieme all'aquila sorretta dalla mano sinistra. Il fulmine e' chiaramente la forza, l'impeto, ma anche la rapidità che sorprende il nemico. L'aquila e' la potenza, quella delle armi, ma anche del dio che protegge e difende. Questo rovescio e' stato usato molto da Alessandro Severo, non solo sui denarii, ma anche sui bronzi (ed anche su un aureo) e poi verrà ripreso più avanti anche da Gallieno, dalla prima tetrarchia e da Postumo. Interessante che l'aggettivo PROPVGNATOR si abbina spesso anche a Marte (ovviamente non e' casuale). Da come si legge sul sito del British Museum (allegato in un post precedente), la moneta fu coniata nel 232 d. C., quindi in occasione delle guerre contro i Sasanidi: altro che Giove ci voleva! Per una interessante riassunto sulla vita di Alessandro Severo ( e con tante monete): Buona giornata a tutti da Stilicho2 punti
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Nomisma, asta n. 63. Luglio 2021 LOTTO 796 - ASTA 63 NAPOLI Carlo V (1516-1554) Carlino con sigla G dietro il busto - Magliocca 51 (indicato R/4) AG (g 3,58) RRRR Ribattuto, emissione individuata dal Magliocca come di grande rarità. Il suo periodo di emissione va dal 1516 al 1527. Grading/Stato: qSPL Aggiudicata per 1100 euro + dir2 punti
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Il patriarca è imberbe. Le legenda sono : Trifoglio trifoglio AQVI LEGIA trifoglio trifoglio Trifoglio PAGANV trifoglio PATKA trifoglio Puoi quindi classificarlo come Bernardi 36 cd E' come questo mio esemplare :2 punti
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Aggiusterei il tiro su alcune affermazioni del punto 3: nel 1961, anno dell'articolo, la lira non era assolutamente inflazionata per una stampa senza criterio, per assistere a questo scenario si dovrà attendere quasi vent'anni ( fine anni 70 ma soprattutto anni '80) quindi per il 1961 non era certo il motivo flazionistico che spingeva questo tipo di acquisti. La BCE è vero sta stampando ( mai come la FED) è ininfluente al problema se tutta questa carta viene prodotta da stamperie nazionali o private, comunque stampano ciò che la BCE decide. Questa massa monetaria non è usata dalle banche per i loro "giochetti" speculativi in borsa, ma, in larga misura, viene "prestata" alle banche che sono "invogliate" ad acquistare le emissioni del nostro debito pubblico, che con i tassi attuali più nessun privato acquista. Saluti TIBERIVS2 punti
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Buongiorno a tutti i lamonetiani...oggi vi propongo 4 monetine genovesi del 1814... Cominciamo con un po' di storia... 20 Aprile 1814 Genova viene occupata dagli inglesi, più precisamente dalla marina inglese comandata dall'Ammiraglio Bentinck che con l'aiuto degli stessi genovesi caccia le forze filo-francesi comandate dal Barone Fresia...lo stesso Bentinck il 26 Aprile, contravvenendo alle istruzioni avute dal ministro della guerra inglese, firmò ed emanò un proclama con cui si ripristinavano le leggi in vigore nel 1797. Il proclama inizia cosi: "Avendo l'armata di S. M. Britannica sotto il mio comando scacciati i Francesi dal territorio di Genova, e divenuto necessario il provvedere al mantenimento del loro buon ordine e governo di questo Stato. Considerando che il desiderio generale della Nazione genovese pare essere di ritornare a quell'antico Governo, sotto il quale godeva libertà, prosperità ed indipendenza; e considerando altresì che questo desiderio sembra essere conforme ai principi riconosciuti dalle altre Potenze alleate, di restituire a tutti i loro antichi diritti e privilegi, si dichiara:... articolo 1 "Che la costituzione quale esisteva nell'anno 1797, con quelle modificazioni che il voto generale, il pubblico bene e lo spirito dell'originale Costituzione del 1576 sembrano richiedere, è ristabilita"; all'articolo 3 "Che un Governo provvisorio consistente in tredici individui, e formato in due Collegi come prima, sarà immediatamente nominato, e durerà in carica sino al 1° Gennaio 1815, quando i due Collegi verranno compiuti nel numero prescritto dalla Costituzione"; ....il presidente del Governo Provvisorio fu nominato Gerolamo Serra... inizia così la breve Repubblica Genovese del 1814... 3 Novembre 1814 inizia il Congresso di Vienna che dovrà decidere il nuovo assetto del europa. Durante il congresso falliscono tutti i tentativi di ripristinare la vecchia repubblica genovese. 26 dicembre 1814 il Governo Provvisorio abbandona per protesta il potere, i genovesi infatti erano contrari (a dir poco) all'annessione al regno di Sardegna, cosa che però diviene realtà il 4 Gennaio 1815, quando gli inglesi consegnano la città al nuovo Governatore Sabaudo Maresciallo Ignazio Thaon di Ravel... Durante questa breve Repubblica, quasi un dejavù, furono battute 4 monetine, è proprio il caso di dirlo, che però sono una splendida testimonianza di quell'anno di cambiamenti... Ecco il 10 soldi 1814 18 mm 2,1 grammi di argento 888% contorno liscio D/ RESPUBLICA GEUENSIS stemma di Genova con grifoni e sotto SOL.10 R/ NON.SURREXIT.MAJOR.1814. con San Giovanni Battista1 punto
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Buonasera a tutti, vi propongo la mia prima moneta Toscana Come prima cosa vorrei chiedere un vostro parere sulla conservazione della moneta. Poi avrei un paio di curiosità. La prima riguarda la variante con punto e senza punto per questo millesimo. Immagino che il 1847 sia semplicemente l'anno di passaggio tra il conio con punto degli anni precedenti e quello senza punto degli anni successivi. Tuttavia mi piacerebbe sapere se qualcuno ha qualche informazioni in più, includendo anche una indicazione sull'occorrenza delle due versioni. Poi, più in generale, su quasi tutti i Fiorini di Leopoldo II noto una caratteristica comune data dalla conformazione "radiale" (con il metallo allineato dal centro verso l'esterno) che tipicamente è ben visibile nelle patine nella parte tra legenda e bordo. C'è qualche motivo nel processo di coniazione per cui questo avveniva (tipo assenza o poca efficacia della ghiera..?) ? Saluti!1 punto
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Buon pomeriggio, posto l’interessante medaglia esitata in asta Numismatica Ranieri n. 16 di ieri, e di cui riporto sia le foto sia la descrizione del relativo lotto (406). VENEZIA - STATO PONTIFICIO. Pietro Grimani Doge CXV, 1741-1752. Medaglia 1749 per la regolazione dei confini fra lo Repubblica di Venezia e lo Stato Pontificio opus Giovanni Trentin. Æ gr. 266,07 mm. 114 Dr. Leone di San Marco con aureola verso s., tiene la zampa d. sul Vangelo che riporta: PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEVS, l’altra in terra, mentre le due posteriori sul mare; a s., una fortezza; sul mare, tre velieri; in esergo, S(ENATVS) C(ONSVLTO). Rv. FINIBUS - POSITIS. Colonna mozza alla quale sono appoggiati due stemmi ovali, uno del Papa Benedetto XIV e l’altro di Venezia; a s., il Po sostiene due urne dalle quali sgorga l’acqua; a d., un argine di fiume con piante e staccionate; in esergo, XVII KAL(ENDAS) MAII / MDCCXLIX. Voltolina 1492; Majer, 1927, 33; Papadopoli Aldobrandini pp. 1182-1183, tav. 1-2. Estremamente Rara. Bellissima fusione originale. Più che SPL La medaglia suggella l’avvenuto accordo tra Venezia e lo Stato della Chiesa per i nuovi confini e diritti sugli stessi. La stipula chiudeva una diatriba che durava fin dal 1604, quando con il consenso di entrambi fu deciso di effettuare una deviazione di parte delle acque del corso del Po a Portoviro. Qualche informazione sulla “linea dei pilastri” che era una serie di 50 cippi confinari. https://it.wikipedia.org/wiki/Linea_dei_pilastri Riferimento catalogo Lamoneta: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MX495A/66 https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-D299/41 punto
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Buonasera lorsignori! Vorrei stasera presentarvi l'ultima entrata in collezione. Un 2 tari del 1539, Regno di Sicilia sotto Carlo V (Mir 291/2, Spahr 189/A) Opinioni e pareri sono sempre ben accetti, grazie!1 punto
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Dopo questo minuscolo horror (la banconota ha le dimensione di un piccolo francobollo), giusto per non far diventare la discussione un assolo, per il successivo aspetterò che vengano postati altri orrori. Dal 1917, durante la guerra civile russa, la Repubblica Popolare di Crimea fu una roccaforte dell'Armata Bianca anti-bolscevica, l'Armata Rossa ne ebbe ragione nel 1920. Crimea 50 kopeki 19181 punto
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Seconda Guerra Mondiale Occupazione Tedesca della Polonia 50 Złotych Non riporto alcuna informazione ma vi invito a leggere questa discussione di @petronius arbiter e di tutti coloro che hanno contribuito a percorrere un viaggio storico-documentale dell'invasione tedesca della Polonia che diede inizio al conflitto mondiale. Un diario che per alcuni tratti mi ha ricordato "Se fossi un uomo" di P.Levi ed il post#29 e #35 "per non dimenticare la follia nazista", tenendo sempre vivo il ricordo della Shoah per evitare offese alla Memoria come quelle viste in questi giorni. Mi scuso in anticipo per OT ma su questa tematica .....1 punto
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In base a legende e fattura io penso che sicuramente non possa essere attribuita ad Ivrea. La fattura e lo stile farebbero propendere per una produzione artigianale e probabilmente fraudolenta. I fondi molto piatti, le lettere realizzate "a mano libera" o, per lo meno, con punzoni veramente rudimentali, tanto da rendere tutte le lettere in legenda fra di loro diverse (confrontare le E e le R) sono elementi non trascurabili. In definitiva, a mio parere, ha tutta l'aria di essere l'esercizio di un aspirante moderno e maldestro falsario. E', ovviamente, solo la mia opinione. ciao Mario1 punto
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Di nulla, vai pure qui se non l'hai ancora fatto, c'è una raccolta delle discussioni create in questa sezione da @petronius arbiter , tante riguardano proprio le occupazioni1 punto
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Buonasera a tutti. Anche io in passato ho postato la foto di un mio 2 lire 1958. Anche io avevo dubbi sull' autenticità.Questo esemplare(per me è autentico) non è sicuramente Fdc.Ma anche SPL secondo me non arriva. La moneta è in buona conservazione generale. Non vanno a suo favore il brutto segno sulla schiena dell'ape,il colpo sul campo tra la zampa sinistra e la schiena,il colpo sul bordo(piccolo) vicino alla N di ITALIANA e qualche piccolo segno di contatto nei campi.La moneta è sporca,ha circolato,non moltissimo ma ha circolato. Al rovescio lo sporco è più evidente e c'è un segno di contatto evidente sotto la R,mentre sotto al 2 vi sono graffi da contatto. Poco il lustro.Io le darei un BB/SPL o QSPL. Un ottimo esemplare comunque. Complimenti!1 punto
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Buonasera Trovarla cosí non è mica uno scherzetto,è bellissima,complimenti. Saluti1 punto
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Allora... Non ho trovato nulla di specifico, ma certo la mia bibliografia su questo non è completa. Ti consiglio quindi di vedere il sito Sibrium di Luca Gianazza. Cercando Romano I tra i ritrovamenti ne vedrai diversi dalla Campania. Aprili tutti. Nelle varie pubblicazioni potresti trovare riferimenti a una pubblicazione specifica. Al momento non saprei darti un consiglio migliore. Saluti. Alain1 punto
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Nuovo arrivo : Reale 1799 zecca di Cagliari Carlo Emanuele IV - Cudazzo 1128c1 punto
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Confermo quanto scritto dal buon Saturno. Problema riconducibile a conii decisamente logorati1 punto
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Buongiorno, ringrazio @numa numa per le sue oggettive e condivisibili osservazioni, anche perché ha fatto esplicito riferimento allo storico caso dei tulipani. A quest’ultimo proposito, il tulipano merita un approfondimento conoscitivo che metto a fattor comune. Da: https://www.consob.it/web/investor-education/la-bolla-dei-tulipani1 La bolla dei tulipani nel 1637 fu la prima grande crisi finanziaria innescata dall'utilizzo di strumenti finanziari con finalità speculative. Nella seconda metà del 1500 i bulbi di tulipano iniziarono ad essere esportati dalla Turchia in Europa e l'Olanda fu il paese che si fece promotore della loro diffusione. Negli ultimi anni del 1500 la coltivazione del tulipano fu avviata nei Paesi Bassi. Le varietà meno comuni di questo fiore vennero rapidamente considerate come merce di lusso, altamente desiderate presso la borghesia e i ricchi mercanti (si parlò di "mania dei tulipani). La domanda di nuovi fiori superò ben presto la loro offerta, a causa del lento ciclo riproduttivo, cosicché i prezzi delle specie più ricercate di tulipani subirono delle continue spinte al rialzo. All'epoca si arrivò a considerare il bulbo del tulipano come un solido investimento, in quanto rappresentava un "concentrato di fiori futuri"; venne quindi utilizzato come un'embrionale forma di "future" sul tulipano. Le contrattazioni avvenivano in aste tenute in luoghi pubblici o in privato (in collegi di coltivatori e commercianti riuniti nelle locande) delle varie città olandesi, tra cui Haarlem, L'Aia ecc.http://www.consob.it/documents/11981/0/tulipani/b5960a16-f4f9-44bb-a1f7-a89d5be6f81c?t=1430321633292 L'espansione commerciale dell'Olanda (grazie al suo dominio delle vie marittime verso le Indie orientali), con l'ampliamento dell'economia e l'accrescimento della ricchezza finanziaria privata, favorì lo sviluppo di questa bolla: non solo gli intenditori e appassionati di fiori ("per hobby") appartenenti alle classi più agiate, ma anche fioristi-commercianti delle classi meno abbienti iniziarono a partecipare, a partire dal 1635, in modo sistematico e organizzato alle transazioni su bulbi di tulipano anche di specie più comuni. L'interesse generato dal commercio di tulipani fu tale che si radicò la consuetudine di prenotare in anticipo presso i contadini-coltivatori i bulbi ancora "in terra" attraverso l'utilizzo di contratti con prezzi fissati ex-ante da onorare a scadenza; ciò consentiva l'estensione del periodo di compravendite da pochi mesi estivi (ossia, solo dopo che i bulbi venivano dissotterrati) a tutto l'anno. In altre parole, si negoziavano i "diritti sul bulbo", cioè i futures di tulipani, pagando subito solo un acconto del prezzo finale e corrispondendo il saldo alla consegna del bulbo fiorito, dando luogo a quel fenomeno che venne chiamato "il commercio al vento" perché lo scambio reale era di fatto differito ad una data futura identificata nel contratto. In realtà, dato che la consegna materiale avveniva a distanza di mesi, furono oggetto di negoziazione tra i fioristi-commercianti gli stessi contratti a termine già stipulati. Si creava così una lunga catena d'impegni che legava insieme tutti i partecipanti, con il rischio che l'inadempimento dell'ultimo acquirente avrebbe creato un effetto-domino sui precedenti acquirenti-debitori. I collegi di commercianti – che gestivano le contrattazioni locali - infatti non controllavano né che gli acquirenti disponessero di denaro sufficiente a saldare i debiti contratti né che i venditori possedessero i bulbi di tulipano che s'impegnavano a cedere. Gli acquisti con consegna futura del bulbo erano effettuati solo allo scopo di partecipare al "gioco al rialzo" dei prezzi, così da potere lucrare, attraverso la vendita, sull'incremento indotto dei prezzi medesimi. In tal modo, le aspettative di facile guadagno nonché l'avidità e la cecità collettiva che ne costituivano le fondamenta alimentarono di continuo la crescita dei prezzi. I prezzi ben presto ebbero un andamento del tutto slegato dalla realtà dando luogo ad una vera e propria "bolla" (termine che ben riflette la <<psicosi>> diffusa tra i commercianti di tulipani). Si arrivò addirittura a vendere immobili per poter acquistare i diritti sui bulbi più grandi e pregiati. Per fornire una vivida illustrazione di questo smisurato scollamento tra valore di scambio di un bulbo di tulipano pregiato ed economia reale è sufficiente menzionare quanto riportato da un cronista dell'epoca: un fiore di tulipano del valore di 3000 fiorini avrebbe potuto essere scambiato nel gennaio 1637 (nel cuore della bolla) con un enorme quantità di merci come "8 maiali grassi, 4 buoi grassi, 12 pecore grasse, 24 tonnellate di grano, 48 tonnellate di segale, 2 botti di vino…" e altro ancora1. La bolla dei tulipani culminò nella famosa asta di Alkmaar del 5 febbraio 1637, in cui centinaia di lotti di bulbi furono venduti per un ammontare monetario di 90.000 fiorini (l'equivalente di circa 5 milioni di euro), ossia ciascun bulbo venduto al prezzo medio pari al reddito di oltre un anno e mezzo di un muratore dell'epoca. Nei giorni immediatamente successivi, la febbre dei tulipani si tramutò all'improvviso in panico: fu sufficiente che ad Haarlem un'asta di bulbi andasse deserta per provocare il c.d. panic selling incontrollato e far precipitare i prezzi di mercato in tutto il paese. Nonostante gli sforzi degli operatori, la domanda per le varietà considerate prima nuove e attraenti divenne rarefatta e largamente insufficiente a sostenere le forti richieste di vendite: il mercato dei tulipani crollò del tutto e le negoziazioni s'interruppero. In una tale situazione, chi aveva acquistato attraverso i contratti (futures) i bulbi (i fioristi) si ritrovò vincolato contrattualmente a pagarli una cifra notevolmente più elevata rispetto ai prezzi reali del momento, a vantaggio dei contadini (possessori dei bulbi) che essendo parte-venditrice nei contratti futures avevano il diritto di percepire prezzi elevatissimi per dei bulbi che ormai non valevano quasi più nulla. Indice dei prezzi standard per i contratti dei bulbi, con il brusco crollo in febbraio. http://www.consob.it/documents/11981/0/grafico+tulipani/ee8d77cf-51db-49df-a67e-71ebd5164308?t=1430322524960 NB: Mancando i dati tra il 9 febbraio e il 1º maggio, la forma esatta del grafico del ribasso non è nota. Il mercato di negoziazione di contratti su tulipani smise semplicemente di esistere. La diffusione dell'informazione circa il crollo dei prezzi e l'impossibilità di trovare acquirenti innescò una corsa dei fioristi a vendere a qualsiasi prezzo. Il panico si diffuse in tutti i centri urbani delle Provincie Unite dei Paesi Bassi La lobby dei fioristi, gravemente colpita, in questo periodo indusse la giustizia delle Provincie unite olandesi a decretare la trasformazione dei contratti a termine (i futures) in contratti di opzione. In questo modo il detentore del contratto (in questo caso il fiorista o il commerciante) fu autorizzato a non onorare l'impegno (nei confronti dei contadini o coltivatori) pagando solo una penalità pari al 3,5% del prezzo pattuito, anziché essere obbligato a comprare a prezzi elevatissimi un bulbo che in quel momento aveva un valore di mercato largamente inferiore a quanto previsto nel contratto originario. Questa bolla può essere assolutamente considerata il primo grande crack finanziario della storia originato da un comportamento di massa guidato dalla diffusa credenza del facile arricchimento.1 punto
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Di Carlo Emanuele IV il reale messo meglio della mia collezione e' questo1 punto
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Sicuramente il più raro dei tre millesimi coniati. Purtroppo non mi pare si conosca il numero di unità coniate. Sono i soliti Reali di emergenza della zecca di Cagliari già coniati dal '93 con il precedente sovrano di fattura piuttosto scadente e con una miriade di debolezze ed imperfezioni. L'esemplare postato già si discosta decisamente dalla media come qualità. Una buona acquisizione direi, anche come data.1 punto
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Russia, 10 rubli 2011, moneta dedicata all' Oblast di Voronez1 punto
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Terzo esemplare del bronzo precedente (CNG Electronic Auction 206) CILICIA, Anazarbus. Julia Mamaea. Augusta, AD 222-235. Æ 25mm (13.01 g, 1h). Dated CY 249 (AD 230/1). Diademed and draped bust right / Octastyle temple; wreath on pediment. Zeigler 552.1 (Vs1/Rs2) = SNG Levante 1478 (this coin); SNG France -. Near VF, dark green patina, light deposits. From the Mark Staal Collection. Ex Eduardo Levante Collection, 1478. CNG 206, Lot: 298. Estimate $150. Sold for $2401 punto
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Buongiorno a tutti, la mia Napoletana di oggi, non una ma un bello e assortito (per conservazione ?) gruppetto di 6 Tornesi di Ferdinando IV, pensavo che con il 1803 avrei chiuso la serie, ma mi sbagliavo di grosso. Spero di non avervi rovinato l'appetito. Saluti Alberto1 punto
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Questo piccolo buono non è proprio un horror (a parte l'angolino mancante e i segni del tempo), ma di ORRORI ne avrà visti parecchi.... quindi credo che meriti un posticino in questa bella discussione. Ho pure il valore da 10 ma questo da 5 reichsmark è più rovinato. Venivano usati nei campi di prigionia (non campi di stermino) dai prigionieri di guerra. Emessi dalla Wehrmacht erano appositamente concepiti al posto delle banconote normali per non avere alcun valore fuori dai campi, giusto per assicurare che in caso di fuga i prigionieri non avessero contanti a disposizione. Vale pochissimo in questo stato, ma se potesse raccontare la sua storia.... Kriegsgefangene Lagergeld 1-4366,884 Gutschein über 5 Reichsmark Dieser Gutschein gilt nur als Zahlungsmittel für Kriegsgefangene und darf von ihnen nur innerhalb der Kriegsgefangenenlager oder bei Arbeitskommandos in den ausdrücklich hierfür bezeichneten Verkaufsstellen verausgabt und entgegengenommen werden. Der Umtausch dieses Gutscheines in gesetzliche Zahlungsmittel darf nur bei der zuständigen Kasse der Lagerverwaltung erfolgen. Zuwiderbehandlungen, Nachahmungen und Fälschungen werden bestraft. Der Chef des Oberkommandos der Wehrmacht - Im Auftrage: Reinhardt La traduzione dal tedesco di quanto riportato sul biglietto: Denaro per prigionieri di guerra 1-4366,884 Buono da 5 Marchi tedeschi Questo buono è valido solo come mezzo di pagamento per i prigionieri di guerra e può essere emesso e accettato solo da loro all'interno del campo di prigionia o delle commissioni di lavoro nei punti di vendita espressamente designati per questo scopo. Lo scambio di questo buono in mezzi di pagamento legali può avvenire solo presso il cassiere responsabile dell'amministrazione del magazzino. Le violazioni, la contraffazione e le imitazioni saranno punite. Il capo dell'Alto Comando della Wehrmacht - Commissionato da Reinhardt ps: "lager" tradotto = magazzino1 punto
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E' la domanda cardine, quella che dimostra la mala fede di tutta la struttura investigativa. Andare allo scontro con le case d'asta (soprattutto straniere) richiede un grosso rischio con scarse probabilità di successo; viceversa risulterà agevole colpire individualmente ogni singolo collezionista (presentandolo come un predatore di beni statali) ben sapendo che la maggior parte anche se onesta e in regola, non reggerà all'iter burocratico giudiziario assurdo ed infinito della giustizia penale e civile italiana. Non essendo previste sanzioni per chi sbaglia da parte della polizia giudiziaria e da parte della magistratura inquirente, sanno che converrà cedere per non scendere in un girone infernale.1 punto
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E' un errore di coniazione denominato "battitura ampia" o "battitura centrata fuori virola". Può capitare su qualsiasi taglio. In questa tipologia di monete, la rarità non è tanto data dalla numerosità degli esemplari, ma in maggior misura dalla frequenza di accadimento di questo errore. In altre parole, una battitura ampia su una lira 1939 XVIII o 2 lire XVIII cambia relativamente, quello che conta è l'errore che è raro a verificarsi. Questa tipologia di errore sulle monete del Regno personalmente le perizio R3. Nella Repubblica dipende da vari fattori. Il valore su queste monete è molto variabile. A mio giudizio personale, anche in base a quelle che ho trattato, è di circa 300/400 euro (per il FDC).1 punto
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Buonasera a tutti. Un uccellino mi ha avvisato di questa discussione. Sono marchet77, pluribannato dal forum per divergenze con curatori, moderatori, amministratori e chi piu' ne ha piu' ne metta. diciamo che per poter scrivere, prendo "in prestito" ogni tanto qualche utente qua e la, ma scrivo solo se chiamato direttamente in causa come stavolta. Allora, a me sarebbe piaciuto intavolare una discussione sul millesimo 1845 Torino ancora in MIO possesso (pronome possessivo MIO), ma non ci sono le condizioni per una discussione costruttiva. Spiego il perche: E chi lo dice? e' in mano sua la moneta? Visto che no, non e' in mano sua, decido IO se merita uno studio o qualche articolo specifico la moneta in questione. Non lo merita, perche' ci sarebbero come al solito contestazioni e rotture di palle e non ho la pazienza necessaria per confutare e stare a rispondere a gente che non distinguerebbe una rondella di una porta da una ruota di Tir. Ci sono i colpetti e c'e' una tacca che e' solo sul bordo del R/, ora mi deve spiegare il perche' non puo' essere solo su un lato ma deve lasciare il segno su entrambi i lati. "nice try" dicono nella perfida Albione.... Le piacerebbe eh, invece e' proprio un 45 Torino, autentico, NON lavorato, NON data modificata, NON àncora modificata in aquila; nulla di nulla Ovviamente non deve interessare come l'ho avuta e quanto e' stata pagata, diciamo solo che e' stata trovata nell'unico posto dove si potevano trovare i millesimi rarissimi di Torino di Carlo Alberto (tutti i torino catalogati R5) ma per sapere questo, bisogna essere "Qodesh ha-Qodashim" . Tanto dovevo per chiarezza... ah dimenticavo, e' in mano mia anche un esemplare del 38 Torino. SempreVostro Eros Marchetti1 punto
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E ancora un'altra bellissima monetina sia per conservazione che per iconografia il 2 soldi del 1814 sempre in mistura 125% mm 18 2,19 grammi C liscio D/ RESPUBLICA GENUENSIS in basso 1814 al centro stemma di genova tra cornucopie R/ SUB TUUM PRAESIDIUM S.2. al centro la Santa Vergine Immacolata la monetina ha ancora un bel sberluccichio...che dite?1 punto
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La successiva per taglio è anche quella che più mi piace come iconografia...il buon vecchio SAN GIORGIO che trafigge il Drago... 4 soldi in mistura 125% 21 mm 4,39 grammi C: stellette in incuso D/ RESPUBLICA GENUENSIS S.4. in basso 1814 con al centro lo stemma di Genova tra 2 cornucopie R/ EX PRO BITATE ROBUR al centro il già citato San Giorgio a cavallo che infilza il drago1 punto
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