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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/24/21 in Risposte
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Buongiorno amici . Riporto su la discussione postando l'ultima arrivata in collezione Asclepia. Un tombino di quasi 31 grammi. Difetti al bordo e qualche debolezza ma in conservazione di tutto rispetto per la monetazione. Ho altri due 10 grani del 15 in collezione, entrambi con il punto dopo 10, questo esemplare ne è privo ( variante indicata anche nel Gigante mi sembra). Inoltre sempre confrontando noto che la coda della cornucopia che sfiora la G di Grani è più corta rispetto agli altri esemplari che ho in collezione (vedi foto del particolare). Ecco la moneta. Spero gradiate. Trovo i 10 grani tra i nominali più belli del periodo, la loro imponenza, il ritratto con corona radiata, il loro richiamo al classicismo li trovo irresistibili!! Saluti. Cristiano.6 punti
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Buonasera a tutti! Mi sembrava d ' obbligo postar qui un nuovo arrivo,un' altra 34,questa volta , " torretta verticale". Saluti a tutti5 punti
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Bellissima monetina, con un livello di conservazione veramente difficile da trovare. Il difetto sul bordo è peraltro piuttosto comune nelle monete di questo periodo e, come scrivi, dovuto all'operazione di fustellatura eseguita dopo la coniatura e quindi legato allo stato di zecca. Va fatto notare che lo stato di conservazione va sempre valutato dal verso, proprio perché, come conseguenza dell'operazione di fustellatura, il dritto risulta essere sempre concavo e quindi più protetto dalle ingiurie della circolazione, mentre il verso, convesso, è sempre il più usurato. Io ho un paio di mezzi bolognini con il verso quasi completamente liscio e il dritto con caratteri, seppur usurati, ancora perfettamente definiti. Ora la caccia è aperta per il sesino con ritratto!... ovviamente quello con il ritratto vòlto a destra... che quello rivolto a sinistra, fino a prova contraria, resta il frutto di un errore tipografico... ciao Mario4 punti
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Un orrore serio, nel senso che la monetina non è stata deturpata per un motivo banale o per divertimento, ma per utilizzarla come pesetto da 1 grammo penso negli anni '10/'20, sono presenti vari punzoni di controllo.3 punti
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Segnalo l'uscita del n. 120 di Monete Antiche Questo l'indice: Un cavaliere campano-sannita su un didramma di Neapolis. (Antonio Morello) [3-25] Il denario di L. Staius Murcus (RRC 510/1): un esemplare con aquila estense e alcuni aggiornamenti. (Alberto Campana) [26-32] Vita, sorte e monete di Marco Antonio. (Luca Arnaudo) [33-43] ANASTATICA, inserto di letteratura numismatica. Giuseppe Ruotolo, Scritti scelti di Numismatica. (a cura di Luca Lombardi) Dionysos nella monetazione antica. (Giuseppe Ruotolo)2 punti
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Nel comune piemontese di Mergozzo, in località Montorfano si trova la piccola interessante chiesa romanica dedicata a S. Giovanni Battista, costruzione in blocchi di granito in unica navata con pianta a croce latina, realizzata verso il XI sec. Scavi archeologici nella ed attorno alla chiesa hanno portato alla luce resti di un preesistente complesso paleocristiano probabilmente del V-VI sec. e di una basilica a 3 absidi di epoca carolingia del VII-VIII sec. All' interno dell' attuale chiesa è conservata parte di un fonte battesimale del VI sec. ed all' esterno fondamenta del preesistente complesso basilicale, con sepolcreti di epoca romana ed altomedievale .2 punti
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@Litra68 mi hai fatto venire voglia di postare le mie... In attesa dell'elenco tuo ?2 punti
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Grazie @niko per i complimenti! @mariov60 quello che dici è assolutamente vero, infatti anche i dettagli del rovescio di questa moneta mi hanno sorpreso non poco! Per quanto riguarda il sesino con ritratto... è già in collezione!? Non ha la conservazione del Mezzo Bolognino, però è piacevole, sopratutto al rovescio mentre il dritto ha qualche difetto in più... e la foto non aiuta ad esaltarlo. Tra l'altro anche su questa monetina sembra presente traccia della fustellatura. Chissà che un giorno non salti veramente fuori anche quello con busto rivolto a sinistra... anche se anch'io sono propenso a credere che non esista. Cioso.2 punti
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Gettone della Wisconsin Brewery di Ch. Bast a Milwaukee, nel Wisconsin. Su una faccia è raffigurato un barile di birra e sull’altra la stella con un boccale di birra all’interno come nell’insegna della Zoigl in Baviera. Il 1863 è uno degli anni della guerra civile che avvenne nel periodo tra il 1861 e il 1864, quando i cosiddetti gettoni della guerra civile furono coniati e distribuiti privatamente negli Stati Uniti per sopperire alla scarsità di centesimi emessi dal governo.2 punti
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In 41 anni non mi è mai capitato. Tuttavia rimpiango i tempi, quando non c'era internet, che si andava al convegno e lì, sorpresa, trovavi un pezzo per la tua collezione. Emozione pura. Ora sfogli migliaia di pezzi, trovi quello che ti interessa, spesso devi attendere settimane per l'asta, poi, quando riesci a prenderlo, devi pagare, aspettare che te lo spediscano, aspettare ancora e quando ti arriva è ovvio che un po' di entusiasmo è sparito... Arka Diligite iustitiam2 punti
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Bene! Con ciò direi che abbiamo concluso tutta la parte relativa alla descrizione del quadro storico. Mi auguro di non avervi tediato troppo ma, personalmente, ritengo che la Storia sia un elemento fondamentale in numismatica. Senza conoscere la Storia, non credo si riesca ad apprezzare veramente le monete (o medaglie, come in questo caso) che collezioniamo. A me, comunque, ha fatto piacere scriverlo. Spero che a voi abbia fatto piacere leggerlo ? Veniamo ora, finalmente, alla tanto attesa medaglia. Al dritto troviamo la testa laureata di Napoleone rivolta verso destra. Alla base del collo notiamo la firma dell’incisore Andrieu. Al rovescio, invece, abbiamo un’elaborata rappresentazione in pieno stile neoclassico. Al centro della raffigurazione troviamo Ercole con pelle di leone e clava nella mano, colto nell’atto di sferrare il colpo fatale ad un gigante steso a terra che si ripara con uno scudo. A destra abbiamo la Vittoria alata con ramo di palma in mano e pronta ad incoronare con l’alloro il vincitore. In basso nell’esergo: Bataille de Wagram - VI Juillet MDCCCIX (6 luglio 1809), con firme di Galle e Denon. Si tratta di una medaglia discretamente rara, soprattutto in argento ed in alta conservazione. L’esemplare da me aggiudicato, che assicuro essere poco valorizzato dalle mie pessime qualità fotografiche, presenta al dritto una bella patina omogenea da vecchia collezione, mentre al rovescio ha mantenuto ancora una buona percentuale del lustro del metallo. Da apprezzare anche la quasi totale assenza di colpetti, segnetti sui campi e tacche, tutti elementi congeniti che purtroppo affliggono spesso le medaglie napoleoniche anche in alta conservazione. Credo di aver detto, bene o male, tutto quello che volevo scrivere su questa medaglia. Perciò, vi lascio ora alle foto, curioso di sentire qualche vostro commento (e sulla Storia di questo pezzo e sulla medaglia in sé). Grazie a tutti per l'attenzione.2 punti
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Prima mi "bacchetti" perché non seguo ( o non ho capito ) le regole e poi ? ? Ottimo.. ?1 punto
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L'effetto concavità/convessità determinato dall'operazione di fustellatura è importante ed era sicuramente influenzato dallo stato di affilatura della fustellatrice. Lo vediamo, ma ancor meglio lo si sente, con la moneta fra le dita. Questo effetto è particolarmente evidente anche nei sesini di Rinaldo e in alcune muraiole. Per oggettivare la cosa basta guardare le immagini che allego... Il dritto con una conservazione ancora dignitosa... Il verso... decisamente usurato Il profilo del dritto Il profilo del verso Penso che le mmagini non necessitino di ulteriori commenti... Sono invece a mio parere interessanti i vari difetti di coniazione che vengono qui mostrati... per il mezzo bolognino di Francesco una mancanza nel bordo del tondello detrminata in fase di fustellatura. Nel bel sesino con ritratto vediamo invece l'imperfetta sincronizzazione dei rulli che ha derminato una sfasatura delle due facce sulla lamina appena coniata. Quando questo succedeva ... in fase di fustellatura si centrava sempre (o quasi) il dritto... per cui dritto centrato, il verso con le tracce di due impronte... Ultima annotazione.. molto difficile trovare sesini con ritratto con rilievi ben definiti; probabilmente proprio la dimensione del tondello e la tenica di coniatura ne hanno sempre condizionato la resa finale tanto da portare al rapido cambio della rappresentazione del dritto. Ciao Mario1 punto
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Medaglia devozionale, bronzo/ottone, ovale orizzontale con piolini ad ore 3,6,9. - primo quarto del XVII sec.- D/ S. Agostino e S. Monica.- R/S. Nicola da Tolentino e S. Carlo Borromeo, in alto colomba (Spirito Santo), medaglietta rara.- Ciao Borgho1 punto
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Ritornando quasi seri Un assegno della Banca d'Italia (c/c senza interessi) in bianco, firmato ma non utilizzato, al verso non c'e' nulla di rilevante. Pur essendo quasi uguale all'assegno del post #41 vi è in aggiunta un timbro a stampa che fa parte dell'assegno stesso e non apposto successivamente, con questo elemento la tassa era assolta ed eventualmente non c'era bisogno di aggiungere delle marche al retro.1 punto
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Questa è la stadera bizantina più grande rivenuta in occidente ,serviva a pesare le merci sulle navi ,arrivava fino al quintale ,il suo "romano" ,così si chiamano i pesi cursori , pesa 10 kg e 500. N.b . Il tuo peso non è relativo a questa tipologia di pesa ma più probabilmente a una a doppio piatto.1 punto
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I presupposti per l'autenticità ci sono tutti. saluti TIBERIVS1 punto
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Avevamo fatto alcuni paragoni qui se ricordi: Diciamo che un operaio o un tirocinante odierno che guadagna 900 euro vuol dire che guadagna 30 Euro al giorno, magari però una volta al mese se appassionato potrebbe anche cedere alla tentazione di sacrificare i proventi di una giornata lavorativa per andare al teatro. Si vero, ma è oggi che la consideriamo una cosa normale, ma per i fabbisogni quotidiani di allora poteva essere considerato uno spreco enorme per un operaio.1 punto
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Un bell'assegno bancario (c/c ad interesse) della Banca d'Italia di Addis Abeba con beneficiario nientepopodimeno che la F.I.A.T. Tipologia di assegno standard utilizzato sin dagli inizi degli anni '20. Al retro due bolli per le colonie italiane.1 punto
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Quando si parla di potere di acquisto diventa difficile rapportarlo tra periodi così lontani. Post unificazione il salario di un operaio era dai 50 centesimi a poco di piú di una lira al giorno. Quindi, assumendo come corretta la rivalutazione, dai 2 ai 4 EUR al giorno. Oggi direi che saresti ampiamente sotto la soglia della povertà. Però immagino che il rapporto di costi tra i vari beni fosse molto diverso da oggi.1 punto
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Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno letto ed apprezzato questo mio piccolo contributo, lasciando un commento positivo e/o un “mi piace”. Fa sempre piacere veder apprezzato un proprio lavoro, soprattutto quando per realizzarlo è stato necessario impiegare diverse ore di tempo tra scrittura, raccolta del materiale, ricerca delle immagini, ecc. Ovviamente, tutto ciò l’ho fatto esclusivamente per amore per la Storia, la numismatica e la loro divulgazione.1 punto
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Concordo, ho fatto un confronto con un po' di originali e direi che la moneta postata è autentica. Tra l'altro, chissà che bella "in mano". Cordiali saluti a tutti e buon proseguimento.1 punto
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Splendia medaglia, inquadrata nel contesto storico del tempo : da me che sono un appassionato di Storia, complimenti e saluti cordiali !1 punto
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Beh, io manco lo stesso! ? Non so se mi ricorderò del termine dialettale, ma di certo non dimenticherò che il significato di cirri non è solo riferibile ad un genere di nuvole ?1 punto
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Buongiorno a tutti, rispetto la tua decisione di come intendi classificare, però ciò non toglie che si continui con l'analisi e le ricerche. Osservavo la scritta X P E in entrambi gli esemplari, quello che mi colpisce : Carattere X diverso da P ed E, osservate rilievi dorso. Si potrebbe pensare ad una schiacciatura ? Ma poi solo lei? Potremmo pensare che non sia una X di Xilofono ma una Croce? Oppure un valore X 10? Moneta di Fantasia ? Copia ? Tessera ? Oppure una moneta non ancora avvistata ? Abbiamo fatto tante supposizioni, a me personalmente stuzzica ancora alla ricerca. Saluti Alberto1 punto
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Mi permetto di segnalare il sito, con innumevoli chicche: https://www.complianceturin.it/ Buona serata piergi001 punto
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Bella discussione e bellissima medaglia. Sulla fine del Sacro Romano Impero ho sentito almeno due spiegazioni: (1) fu Napoleone ad imporre a Francesco d' Asburgo la dissoluzione del SRI, per motivi di prestigio e perche' comunque ormai il "re di Roma" era lui. (2) la dissoluzione fu decisa dagli austriaci, per il timore che, con l' aiuto degli stati tedeschi, Napoleone potesse essere eletto lui imperatore del SRI. Voi che notizie avete?1 punto
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E tanto per avere un'idea dell'entità del fenomeno, guarda quante riconiazioni registra Garraffo per la coppia Noe 234. E parliamo del lontano 1984.......1 punto
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Mollale, lasciale stare, falle sentire inutili....senza valore, disprezzale per il tempo ed i soldi che ti hanno "rubato", urlagli in faccia quello che pensi e quello che vuoi...poi chiudile con disprezzo dove non vorrebbero stare, con calma e delicatezza sussuragli " ci rivedremo.....a presto" sbattendogli il cassetto/porta in faccia.....e vattene. Prendi tempo sono periodi difficili, attendi tempi nuovi, il nuovo anno magari e poi...vedrai...strisceranno ai tuoi piedi ed alla fine le perdonerai e tornerai da loro. Prendi tempo, per te.1 punto
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Denaro scodellato di Milano per Ugo di Provenza e Lotario II. https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=3211&lot=824 In considerazione delle immagini, dell'attuale aspetto e in assenza di dati ponderali non mi pronuncio circa l'eventuale autenticità. Ciao Mario1 punto
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Buongiorno, si tratta di una tipologia che gli studi più recenti (a partire dallo studio del Vajna nel 1999, se la memoria non mi inganna) attribuiscono a Filippo IV. Si nota infatti sotto alla corona il classico ornamento floreale presente in questa serie di parpagliole. L'inusuale apparenza del diritto è dovuta con tutta probabilità ad una mossa di conio durante il procedimento di battitura. Segnalo la discussione all'amico Tiziano, @Parpajola Cordiali saluti, Antonio1 punto
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Buona sera, allego un foglietto trovato in un vecchio libro in discarica probabilmente appartenuto ad un appassionato di numismatica, peccato che non ci fosse la moneta, diametro circa 25 mm., secondo voi era un grosso? Grazie1 punto
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Buon pomeriggio a tutti, più osservo questa moneta , soprattutto il ritratto di Filippo III e più mi piace, ho provato a tracciarne un mio personalissimo profilo . Vedo un Uomo dallo sguardo fiero , gli occhi sembrano sprizzare energia, anche quello che a mio avviso è un baffo alzato alla moschettieria aggiunge carisma. Certamente il profilo Storico che traccia Wikipedia non è proprio rispondente alle mie riflessioni. Giudizio storico Il giudizio storico non fu lusinghiero: i contemporanei lo descrissero come uomo mediocre e insignificante, un monarca miserabile, la cui sola virtù sembra risiedere in una totale assenza di vizi.Più in generale, Filippo ha sostanzialmente mantenuto la reputazione di un debole, stupido monarca che ha preferito la caccia e i viaggi al governo e, a differenza del figlio ed, in una certa misura anche del nipote, le cui reputazioni sono migliorate, Filippo III, rimase trascurato probabilmente per via del ruolo di Lerma. Se, tradizionalmente, il declino della Spagna è posto a partire dal 1590, alcuni storici revisionisti sottolinearono che Filippo III mantenendo la pace con la Francia, era riuscito a consolidare e a rinforzare i domini nelle Fiandre e in Alsazia, iniziando la guerra con i Paesi Bassi in posizioni migliori rispetto al 1598. mentre alcuni studi recenti che analizzarono anche l'influenza delle donne alla sua corte pongono in una luce più sfumata il rapporto tra sovrano e valido, che, del resto, perdurò fino alla fine della casa d'Asburgo. Scusatemi per le mie riflessioni e soprattutto se dico qualche sciocchezza. Saluti Alberto1 punto
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L'epoca delle bellissime illustrazioni di edifici romani si chiuse con la mezza piastra di Benedetto XIV,in cui viene raffigurato l'ospedale S.Spirito in Sassia,nel Rione Borgo.Questo ospedale, ancora esistente e funzionante, fu costruito ,in queste forme,da Sisto IV ,verso la fine del Quattrocento, ma venne restaurato e potenziato proprio da Benedetto XIV. Successivamente a questa rarissima emissione,il compito di ricordare restauri o nuove edificazioni,passò all'arte della medaglia.1 punto
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Clemente XI (1700-1721), MEZZA PIASTRA (Munt 55), al R/ veduta del porto di Ripetta e del Tevere, con la via omonima e le chiese di S. Rocco e S. Girolamo degli Schiavoni: ai lati due figure sdraiate, figuranti il Tevere e l'Aniene Il porto di Ripetta (così chiamato per distinguerlo da quello di "Ripa Grande" accanto a Porta Portese, 1706), o Porto Clementino, era uno scalo fluviale di Roma situato lungo il Tevere. Nel XIV secolo, esisteva un piccolo porto rudimentale utilizzato per lo scarico di legname, carbone e vino. Solamente all'inizio del Settecento papa Clemente XI approvò il progetto per la realizzazione di un nuovo porto dall'aspetto monumentale, dotato di banchine, scalinate e piazzali. Il disegno fu affidato all'architetto Alessandro Specchi, che si avvalse della collaborazione di Carlo Fontana. L'opera, per la cui costruzione furono impiegati materiali di spoglio provenienti dal Colosseo, fu inaugurata il 16 agosto 1704. La costruzione, significativo esempio di architettura tardobarocca, era caratterizzata da due ampie scalinate curve, che collegavano le banchine al livello del piano stradale; al centro si apriva un emiciclo, dove era collocata una fontana per abbeverare gli animali da soma impiegati nel trasporto delle mercanzie. Ai lati dell'emiciclo si innalzavano due colonne, le quali furono utilizzate per indicare il livello raggiunto dalle alluvioni del Tevere. Un testo coevo così recitava: "Fatto costruire con saggia provvidenza da N.S. Clemente XI nel 1704 su le amene rive del Tevere per pubblico beneficio ed ornamento". Nel tempo il porto subì un rapido degrado, e fu infine demolito a seguito della costruzione dei "muraglioni" del Tevere, la cui necessità fu stabilita dopo la piena del 1870. La legenda LAETIFICAT CIVITATEM si traduce con "Rallegra la città". Ecco la moneta e a confronto due incisioni del 1754 e del 1760, ed infine una foto del 1865, pochi anni prima della sua scomparsa.1 punto
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Nell’esaminare una moneta gli appassionati ed i professionisti del settore hanno un grande alleato l’INGRANDITORE. L’idea di creare un post su questo argomento è nata ascoltando alcuni commenti di collezionisti, quasi tutti riguardanti il potere di ingrandimento della lente usata, del tipo “la mia ingrandisce 30 volte!”, dicitura che si trova spesso sulle confezioni di lenti di produzione cinese o sul supporto che contiene la lente stessa, con l’obbiettivo di chiarire le idee su tale argomento. Ho volutamente usato il termine generico INGRANDITORE per indicare uno strumento che permetta l’ingrandimento dell’immagine di una moneta, in quanto abbiamo a nostra disposizione diversi tipi di questo strumento dai più semplici a quelli complessi. Il post sarà articolato in più parti (per una questione di peso delle immagini) e nel seguente modo: 1. I tipi di lenti 2. Le aberrazioni 3. Lenti semplici e composte 4. Luminosità della lente - Trattamento antiriflesso 5. Il potere d’ingrandimento 6. Il microscopio 7. Quale tipo di ingranditore usare in numismatica? 8. Quale lente acquistare? 1- I tipi di lenti Le tipologie di lenti ottiche sono due: divergenti o negative convergenti o positive. Le lenti negative rimpiccoliscono l’immagine e quindi per le nostre finalità si utilizzano le lenti positive. Le tipologie di lenti positive sono tre (fig. 1): · piano convessa (presenta un lato piano ed uno convesso); · convessa (presenta i due lati convessi, con diverse curvature, detta “asferica”); · biconvessa (presenta i due lati convessi, con una stessa curvatura). 2- Le aberrazioni Tutte le immagini che passano da un mezzo ottico meno denso (aria) ad un mezzo ottico più denso (vetro ottico, policarbonato ottico) subiscono delle alterazioni sia per quanto concerne la planarità dell’immagine, sia per quanto riguarda i colori -frange di colore ai bordi- (aberrazioni cromatiche). Se utilizzate una lente piano convessa per osservare un foglio a quadretti, potrete notare che l’immagine si presenta con i lati dei quadretti concavi (aberrazione a cuscino), mentre se utilizzate una lente convessa, i lati si presentano concavi (aberrazione a barilotto) -fig. 2-. Per evitare, parzialmente, queste alterazioni di planarità dell’immagine si deve utilizzare una lente, biconvessa, che, come abbiamo visto, presenta due diverse curvature dei suoi lati, detta “asferica”. 3- Lenti semplici e lenti complesse Le aberrazioni prese in esame nel punto precedente riguardano le lenti semplici (lente singola) ed allora per eliminare completamente queste alterazioni dell’immagine vengono realizzate le così dette “lenti complesse”. Le lenti complesse sono realizzate tramite l’accoppiamento di due lenti positive, generalmente due lenti piano convesse o due lenti biconvesse. (fig.3) fig.3 Queste lenti, dette “doppiette”, risolvono il problema della planarità, e vengono definite “aplanatiche”, ma non risolvono le aberrazioni cromatiche. Per eliminare queste ultime, è necessario interporre tra due lenti positive, una lente negativa, costituendo una “tripletta”, definita “aplanatica e acromatica”. (fig. 4). fig. 4 In commercio si trovano svariati tipi di lenti complesse, anche alcune che permettono di ottenere diverse tipologie di ingrandimento (fig. 5-5a). 4- Luminosità di una lente complessa - Trattamento antiriflesso L’assemblaggio di più lenti migliora la qualità dell’immagine dal punto di vista di planarità e cromaticità, ma diminuisce più o meno sensibilmente la luminosità della lente. La luminosità della lente è determinata dalla quantità di raggi luminosi che attraversano il complesso ottico ed è un fattore da valutare in funzione del suo utilizzo. Per ovviare a questo inconveniente i costruttori di lenti complesse, per alcuni prodotti, utilizzano dei trattamenti antiriflesso che fanno sì che possano passare il maggior numero di raggi luminosi possibili (fig. 6). Questo trattamento, che può essere “mono strato” o “multi strato” si può riconoscere osservando le lenti che presentano una leggera tonalità violetta (figg. 7-7a). Ovviamente le lenti che presentano queste caratteristiche hanno un costo decisamente superiore a quelle non trattate.1 punto
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8- Quale lente acquistare? Spesso e volentieri quando è il momento di acquistare una lente di ingrandimento la soluzione più utilizzata è quella di andare sui vari siti web e acquistare quella più conveniente economicamente. Questa scelta porta ad avere, tranne alcune eccezioni, uno strumento che non risolve le problematiche, esposte in precedenza, con il rischio di crearci anche qualche problema alla viste se lo strumento è usato con frequenza. La nostra attività di analisti nel settore diamanti, prima di iniziare lo stesso percorso per le monete, ha sicuramente influito sulle scelte strumentali, ma sugli strumenti è sempre opportuno adottare il detto “chi più spende meglio spende”. Qui di seguito indico marche di lenti professionali, che come tali hanno costi abbastanza elevati, ma sia per la qualità ottica sia per quella costruttiva, sono strumenti che dureranno per tutta la vita, unitamente al alcune lenti più economiche che però hanno dimostrato di essere all’altezza della situazione. Intanto iniziamo a dire che le lenti possono essere costruite sia in cristallo ottico sia in policarbonato ottico. Ambedue i materiali possono essere trattati con i processi antiriflesso. Le lenti in cristallo ottico, generalmente subiscono anche un trattamento antigraffio, cosa che non accade per quelle in policarbonato. Questo fa sì che le prime hanno un costo decisamente più elevato rispetto alle seconde. Due parole sulle lenti di produzione cinese di basso prezzo. Sono realizzate con vetro non ottico, quindi presentano molti difetti, dalle piccole bolle alle tensioni interne, e quindi veramente di scarsa qualità e l’utilizzo a lungo andare può creare qualche problema alla vista. Detto questo diamo un elenco delle lenti di qualità ed i relativi prezzi di mercato: Zeiss D 36 (fig.11): 3X+6X per avere 9X, aplanatica e acromatica 120-150€ Eschenbach 3+6=9 (fig.12): 3X+6X aplanatica e acromatica 190-210€ Bausch & Lomb (fg.13) 5X asferica in policarbonato ottico 20-30€ Bausch & Lomb (fig.14) 4X in cristallo ottico 20-30€ Per le 10X: Bausch & Lomb (fig.15) 10X tripletta aplanatica e acromatica 50-60€ Belomo (fig.16) 10X aplanatica 50-60€ Nikon (fig.17)10X aplanatica 80-90€ Zeiss D40 (fig.18): 10X aplanatica e acromatica 90-120€ Schneider (fig.19): 10X aplanatica e acromatica 180€ Per le cinesi posso consigliare due lenti munite di illuminatore LED, molto comode nei convegni, dove l’illuminazione è sempre problematica; non conoscendo la marca alleghiamo solo le foto. La prima (fig.20-20a) è una 4X diametro 35 mm che permette l’osservazione dell’intera superficie di una moneta anche di grande modulo. L’altra (fig.21) è una 10X di buona qualità con lenti in vetro ottico ed un illuminatore circolare molto utile. Costi: 2-8€ la prima, 30€ la seconda. In questo panorama, non voglio trascurare le lenti di produzione russa degli anni ’70-‘80, che sono manufatti di alta qualità ottica e ancora si possono reperire a prezzi molto contenuti. Qui di seguito alcune foto di questi prodotti (fig.22>26). Conclusioni Credo di aver fornito un quadro abbastanza completo delle caratteristiche degli ingranditori, comunque rimaniamo a disposizione per chi volesse ulteriori approfondimenti sull’argomento, o chi avesse difficoltà di reperimento. Grazie per l’attenzione1 punto
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