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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/08/21 in Risposte
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DIECI ANNI!! Correva l’anno 2011! Complice un denaro di Federico II, entravo nell’universo della Numismatica, inconsapevole di ciò che significasse. Iscritto a Lamoneta, ben presto mi resi conto che per continuare un cammino in questo affascinante universo, dovevo ricominciare a studiare la storia. Grazie a @carlino mi ritrovai a contribuire all’ampliamento sul Forum di alcuni settori delle medioevali dell’Italia Meridionale, e di lì passare alle preunitarie, fu un attimo e poi alle decimali, capire che ogni passaggio dovevo ricominciare ad approfondire. Ma a questo punto ho dovuto imparare a “guardare” con occhio attento le monete per il loro stato di conservazione, mi sono addentrato in studi e ricerche personali per farmi una mia forma mentis sul grading, ho creato un sistema di grading che ho anche pubblicizzato in un Convegno, ma caduto nel vuoto, anni molto intensi, con possibilità di conoscere molti appassionati, partecipare a convegni, toccare con mano monete, anche importanti, scambiare pareri, cercando di assorbire più nozioni possibili riapplicandole su campo per una verifica delle mie capacità. E qui un sentito, GRAZIE, va a @ilnumismatico, che nei nostri frequenti incontri, mi ha insegnato come e cosa osservare in una moneta, oltre ai contributi che mi ha dato nella fotografia numismatica e all’utilizzo di Photoshop, grazie Fabrizio. Un altro grazie va a Pino @Monetaio, che durante i convegni in cui ci siamo incontrati mi ha permesso di esaminare le sue monete, affinando così le mie capacità di grading, che hanno contribuito, 5 anni fa, a diventare Perito Numismatico della CCIAA di Roma, cosa che ritenevo una chimera, anche se come Perito sono praticamente passato quasi inosservato non commerciando monete (il mio principio è, “chi perizia non deve vendere, chi vende non deve periziare”!), ma in Italia funziona il contrario, purtroppo. Non pago degli studi sulla monetazione nostrana, ho iniziato a studiare la monetazione USA, un altro mondo affascinate, ricominciare tutto da capo, in particolare nel settore del grading, con il sistema Sheldon. Purtroppo mi sono anche reso conto che il mondo numismatico italiano oltre a Collezionisti e Professionisti seri è preparati, è ricco anche di personaggi “strani”, invidiosi, maldicenti e, sì, impreparati o pseudo preparati, che non faranno il bene di questa affascinante Scienza, ma sono sicuro che verranno accantonati e superati dalla parte sana degli appassionati. Due anni fa, non avendo seguaci familiari nel mio hobby, ho iniziato a pensare al futuro della collezione, e così decisi di iniziarne la dismissione, evento che agli occhi di molti può sembrare doloroso, ma che, purtroppo, ci si arriva naturalmente. 29 Ottobre 2021, ore 11 Dieci anni dopo, si è attuato l’ultimo atto di questo percorso così entusiasmante, il blocco delle medioevali è passato di mano ed il monetiere oramai è vuoto! Un'altra delle mie tante passioni collezionistiche entra in archivio. Mi fa piacere che coprotagonista di questo momento, così significativo per me, sia stato un giovane numismatico che ho ammirato per la sua serietà e professionalità fin dal primo momento in cui decise di fare di questo mondo il suo futuro, grazie Valerio Angiolillo di ANTIVM NUMISMATICA! Risalito in macchina con la valigetta vuota, non mi sono neanche reso conto che ero già davanti al box di casa! Nel percorso e nel traffico mi sono scorsi questi dieci anni come un film, un bellissimo film! Tutto ciò non vuol dire che abbandono il mondo numismatico, lo studio continua sui libri, per un po’ continuerò con alcune tipologie di medaglie, quando possibile parteciperò ai Convegni e cercherò di essere presente con post che interessino voi tutti. Un ringraziamento anche a tutti quelli di voi, che comunque in 10 anni direttamente o indirettamente hanno contribuito all’ampliamento della mia cultura numismatica. Buona serata “Lamonetani”!13 punti
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Buongiorno a tutti e buona Festa dell'Immacolata. Il cassetto di mio Nonno non l'ho mai aperto, stavo tutto il giorno a giocare nella "ruga" con i miei amici. La sera però quando ritornava dalla campagna ( un fazzoletto di terra in cui seminava di tutto ) andavo sempre ad accoglierlo, abitavamo vicini , alcune volte metteva la mano in tasca e tirava fuori mostrandomi un dischetto di rame sporco di terra. Fu allora che , ancora ragazzino con i pantaloni corti e le bretelle (ero talmente stecchino che nessuna cintura si adattava alla mia vita), vidi per la prima volta un 10 Tornesi di Francesco II ! Abituato com'ero a maneggiare le 20, 10 e 5 lire, era enorme e mi riempiva da solo la mia piccola mano, era bellissimo! Ricordo pure un Grano da 12 Cavalli del 1792 di Ferdinando IV, quante domande gli feci sul perché di quelle parole. Forse la mia passione per le monete Napoletane ebbe inizio da quel giorno. Il Nonno non c'è più, e neppure il cassetto in cui cercare. Mi piace pensare di essere io ora il Nonno per i miei nipoti, e che un giorno (spero) trovino il famoso cassetto pieno di sorprese numismatiche e che le sappiano apprezzare ed amare come le ho amate io per tanti anni. Un caro saluto, Rocco.10 punti
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Recentemente, approfittando della possibilità di ammortizzare le spese di spedizione dell' un acquisto di una moneta, per poco più di 5 euro ne ho presa anche un'altra. Ecco le foto del venditore: Ed ecco le mie foto. Mi scuserete per la qualità: sono negato! In più, i miei mezzi tecnologici sono quelli che sono e io, in generale, non amo fotografare. Si tratta di una moneta di 2.96 grammi per 21.94 mm. Questo e’ quanto mi pare di vedere (le lettere in corsivo sono una mia interpretazione). D/ IMP CONSTANTINVS P F AVG: Busto di Costantino I , laureato, drappeggiato e corazzato, a destra. R/ SOLI INV-I-CTO COMITI; R/F nei campi; Il Sole stante a sinistra, radiato, con la mano destra alzata, un globo nella mano sinistra, una clamide attorno alla spalla sinistra che cade in giù lungo il corpo. ESERGO: RS; zecca di Roma, 2^ officina (mi sembra di vedere così; o e’ solo pareidolia?) In buona sostanza, si tratta di una classica tipologia SOLI INVICTO COMITI di Costantino I Type 125 (tesorillo.com) A conferma della ipotesi della zecca di Roma vi sarebbero poi le lettere R ed F nei campi del rovescio (sempre da Tesorillo.com): Giusto per dire, potrebbe trattarsi di una moneta tipo questa, la RIC VII Roma 2: Per quello che può valere, il RIC la da’ come “scarce” per la seconda officina. A questo punto mi si potrebbe chiedere: cosa ti ha spinto ad acquistare questa moneta? Certo, il pezzo non e’ un granché, me ne rendo conto. Purtroppo, la conservazione e’ piuttosto bassa. Tuttavia, la reputo nel complesso ancora godibile. Del resto…chi colleziona monete lo sa bene: e’ la moneta che ti chiama… E lei …brutta, storta e malfatta, a modo suo, mi ha chiamato. Comunque, a parte tutte le considerazioni “romantiche”, Il prezzo basso sicuramente ha inciso: si tratta effettivamente di pochi euro, il costo di una birretta. Quanto alla rarità (ammesso e non concesso che si tratti della RIC VII 2), devo dire che al momento dell’acquisto non avevo neppure identificato la moneta. E poi la rarità del RIC, onestamente, la guardo poco, al massimo come riferimento. La cosa che mi ha spinto all’acquisto e’ stata in realtà una semplice particolarità: una doppia battitura sul dritto. Non avevo mai avuto in mano una moneta con doppia battitura e così ho pensato di prenderne una per studiarmela da vicino e con questa scusa andare un po’ a rivedere le tecniche di coniazione che, devo ammetterlo, conosco piuttosto poco. Male! direte voi. E avete ragione. Mi sono quindi messo a leggere, ma devo però dire che, leggendo, i miei dubbi sono aumentati. Ho provato quindi a riassumere brevemente e per sommi capi come credo dovesse avvenire all’epoca la coniazione di una moneta, giusto per cercare di fare un po’ di chiarezza nella mia mente. Le monete romane erano il risultato di un tondello metallico battuto tra due conii, quello di martello e quello di incudine. La forza generata dal colpo del martello spingeva il metallo dalle superfici del tondello vergine fino alle parti incise dei conii producendo quindi le effigi in rilievo sulla moneta. I conii erano incisi a mano da veri artigiani specializzati chiamati signatores o scalptores. L'analisi della struttura interna dei bronzi del tardo impero rivela come le monete venissero lavorate a caldo; ovvero, il tondello, prima di essere coniato, veniva scaldato per renderlo più malleabile. Uno dei due conii veniva fissato sull’incudine con un supporto fisso (conio di incudine). Quindi il suppostor, mediante una tenaglia, vi posizionava sopra il tondello sul quale poi appoggiava l’altro conio che veniva infine battuto da un grosso martello (malleus, da cui il nostro “maglio”) brandito da un malleator. Spesso erano necessarie più di un colpo di martello per poter imprimere le tracce sul tondello (in particolare con i bronzi, meno malleabili dei metalli nobili) e questo spiega alcuni errori di conio quali appunto le doppie battiture. Le doppie battiture creano veri e propri sdoppiamenti di immagine. Se il difetto si presenta su entrambe le facce della moneta vi e’ stato uno spostamento del tondello. Se e’ presente solo su una faccia lo spostamento ha riguardato il solo conio di martello. Ecco alcuni esempi: In questo caso che segue la moneta si e’ anche capovolta per cui sono rimaste impresse due effigi uguali (di dritto e di rovescio su ambo le facce): Una prima domanda che vi pongo è: come si decideva quanti colpi dare? Si effettuava un primo colpo e poi si controllava? Si effettuavano subito (se necessario) due colpi in base (per esempio)al metallo? E come avveniva il controllo? Questa che ho provato a descrivere e’ la tecnica più comune, ma non e’ escluso che per coniare le monete di bronzo più grandi (tipo i sesterzii) si ricorresse ad altre tecniche: Come scrive Caza nel suo “A Handbook of late roman bronze coin types, 324-395” a proposito del periodo indicato, e’ probabile che un semplice martello brandito non potesse generare la forza richiesta per coniare bene le monete di diametro più grande. Ipotizza, quindi, l’utilizzo di quello che lui chiama “drop-hammer”, termine che potremmo tradurre con “martello a caduta”. In breve, il conio di martello veniva inserito nella parte inferiore di un grosso peso che, sollevato in alto grazie a corde e carrucole attaccate ad un telaio, veniva poi fatto cadere giù (di peso, appunto) sul tondello vergine appoggiato sul conio di incudine. Sempre secondi Caza, probabilmente questa tecnica era molto usata per coniare i bronzi in generale. Torniamo alla mia monetina. La doppia battitura si nota solo sul dritto: doppio contorno presente dietro la testa di Costantino I e legende doppie visibili sul lato destro della moneta Cosa le e’ successo? Ipotizzo che la moneta abbia avuto due colpi di martello, E penso voluti (ta-ta), piuttosto che accidentali (ta-tan, ovvero il primo diretto, il secondo di rimbalzo). Durante il primo colpo, il conio di martello si deve essere spostato per cui, quando e’ arrivato il secondo colpo, la nuova effigie di Costantino I si e’ venuta a trovare spostata verso destra rispetto alla prima e lo stesso e’ avvenuto per la legenda. In realtà il conio di martello deve avere avuto uno spostamento più complesso di un semplice movimento di lateralità, come si può ben notare dai due profili della nuca di Costantino I e dalle legende. Tutto qui? Non proprio. Molto particolare (almeno per le mie poche conoscenze) e’ il fatto che la parte visibile della prima battitura posta dietro all’effigie di Costantino I (dietro la nuca) sia praticamente liscia. Quale può essere la spiegazione? Forse il primo era un colpo “stanco”? Ma perché allora il profilo e’ completamente piatto, liscio e senza alcun segno? Oppure: Forse e’ così perché appiattita dal profilo del conio di martello durante il secondo colpo? Provo a spiegare meglio il mio pensiero: Ho provato a cercare come fosse fatto un conio. Guardando nelle pagine del nostro forum ho trovato questo: Da come ho letto, mi sembra che permangano molti dubbi sulla autenticità dei conii ritrovati (peraltro assai pochi), anche perchè, essendo soggetti a forte usura, venivano poi distrutti e rimpiazzati da nuovi. Per di più, questi illustrati mi sembrano tutti conii di incudine. Comunque, ammettendo che un conio fosse grosso modo così, cosa potrebbe essere successo? Proviamo a schematizzare il mio pensiero con un disegno Il malleatore batte una prima volta sul conio di martello e genera la prima incisione (disegno A) Durante questa prima martellata il conio di martello si deve essere spostato per cui, quando e’ arrivato il secondo colpo, il bordo liscio del conio di martello si e’ mangiato parte della prima effigie creando una sorta di scalino rispetto al fondo piatto della moneta. Tuttavia, perché questo fenomeno non si rileva sulle legende? Perché anche parte di esse non e’ mangiato dal bordo del conio? Ecco un altro esempio simile al mio: Guardate il profilo della fronte di Filippo l’Arabo: e’ anche qui liscia. E voi, come la spiegate questa cosa? Sono curioso di sentire la vostra opinione. Mi rimane ancora un grosso dubbio. Io sapevo che il conio di incudine veniva abitualmente destinato al dritto, quindi all’effigie dell’imperatore. Cio’ in quanto il conio di incudine e’ più fermo e quindi l’immagine verrebbe impressa più centrata. Inoltre, ciò consentirebbe di abbinare più facilmente un particolare dritto con l’immagine dell’imperatore a diversi rovesci. Poi, il conio di incudine si usura meno perché riceve il colpo in maniera indiretta. Infine, i pochi conii ritrovati (veri o falsi che siano) sono probabilmente conii di incudine, visto che sono piuttosto grossi ed hanno l’effigie dell’imperatore. Però, se guardo la mia moneta, la doppia battitura sul solo dritto si spiega solo ammettendo che l’effigie dell’imperatore sia stata impressa dal conio di martello…. Insomma, non mi ci raccapezzo. Qualcuno vuole aggiungere qualcosa in proposito? Una cosa ho capito: ho ancora tanto da studiare! Spero proprio che il vostro aiuto chiarisca i mei tanti punti oscuri. Un ringraziamento particolare va all'amico e collega Curatore @Illyricum65 per i suggerimenti e i disegni esplicativi Ora vi lascio. Devo andare a pranzo da mia suocera e poi a spalare la neve. Si preannuncia una giornata pesante....? Buona festa a tutti da Stilicho Fonti: - Savio. Monete romane Hoepli - Caza. “A Handbook of late roman bronze coin types, 324-395”. Spink - Il nostro forum: Tecniche di Coniazione (lamoneta.it)7 punti
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Il mio primo esemplare della Zecca di Trieste entrato in collezione. Trattasi di un esemplare da riferirsi al Vescovo Givardo (1199-1212): denaro con il nome GIVARDVS e tempietto, di cui posto due foto fatte da me (scusate il risultato!). Acquisito per le analogie con alcuni esemplari della Zecca di Aquileia in punto di tempietto e presenti in collezione. Saluti. Domenico4 punti
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Buonasera a tutti, si inizia a respirare aria di festa, ma non una festa normale, la festa delle feste , il Santo Natale. Inevitabilmente vengono in mente i regali da fare, quelli che si piacerebbe ricevere. I ricordi dei Natali passati di quanto si era bambini. Ecco proprio ispirato da questo clima festoso, nonostante la pandemia, ho deciso di dare seguito a ciò che pensavo da tempo. Una nuova discussione, non troppo impegnativa, alla portata di tutti, senza distinzione di età e di gusti collezionistici. Leggo spesso discussioni dove esordiamo dicendo di avere trovato la tale moneta nel cassetto del nonno.? Allora mi sono chiesto...cosa mi sarebbe piaciuto trovare nel cassetto del Nonno. Io sarei stato felicissimo di trovare un bel Fiorino d'oro. Ne ho preso uno in prestito dal Web , da una vecchia asta Pandolfini del maggio 2019. FIRENZE COSIMO III DE’ MEDICI (1670-1723) FIORINO D’ORO 1719 Au gr. 3,48 Giglio e San Giovanni CNI 87 Gal. VI, 6 MIR 325/5 Pucci 118 Se vi fa piacere , scrivete cosa vi piacerebbe trovare nel Cassetto del Nonno. Saluti Alberto3 punti
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Per i sesterzi un colpo sicuramente non bastava. Posso fare il confronto con gli scudi di Venezia, monete di 40 mm di diametro e 32 gr di peso. Ricevevano più colpi e alcuni anche leggermente di lato. Lo si può vedere su alcuni esemplari che hanno il campo diviso in più piani. Questo per coniare completamente la moneta. Immagino che per i sesterzi funzionasse in maniera simile. Arka Diligite iustitiam3 punti
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La Francia era tenacemente attaccata al suo storico bimetallismo e tentò in tutti i modi di farlo sopravvivere nonostante ormai la tendenza di quel periodo spingeva sempre di più verso un sistema a standard aureo vista la discesa inesorabile del prezzo dell'argento, nella storia monetaria accanto a problematiche strettamente economiche e funzionali non bisogna mai sottovalutare gli aspetti simbolici, propagandistici e psicologici della moneta che possono variare e avere diversa incidenza e priorità da un paese all'altro... la Germania come stato unitario era appena nata in quegli anni, in periodi di turbolenza monetaria aveva deciso di passare dal sistema a standard argenteo a quello aureo, non era stata una scelta scontata, per secoli i paesi germanici erano stati legati alla moneta argentea che aveva nel tallero il suo simbolo di valore e prestigio per eccellenza, ora si passava ad un'unità standard diversa, il marco d'oro, che era una novità assoluta come del resto lo era anche uno stato tedesco unitario, uno stato che non aveva la mentalità mercantile degli inglesi e dei francesi, che si fondava invece su una mentalità militarista, essenziale, pratica e sobria, gli aspetti del paese leader del risorgimento germanico, la Prussia... in poche parole questi badavano al sodo e la propaganda la fondavano più sulle vittorie militari, il numero di fabbriche, le scoperte scientifiche e le invenzioni tecnologiche che sui moduli delle loro monete auree, per altro appena nate e prive di una tradizione consolidata sui mercati...3 punti
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Discussione molto interessante, a cui vorrei provare ad aggiungere un paio di brevi considerazioni. L'aspetto più importante da tenere a mente è che in teoria si sta parlando "del'800" in maniera cronologicamente compatta mentre invece il secolo è costituito da diverse fasi, in particolare estremamente diverse per quanto riguarda proprio la Germania. Provo a spiegarmi meglio. I quantitativi notevoli, in tonnellate, riportati all'inizio di questa discussione si riferiscono chiaramente alla prima metà dell'800. Nella seconda metà, guardando ad esempio gli ultimi 50 anni del Regno D'Italia le monete da 100 lire coniate si contano, complessivamente, nell'ordine di pochissime migliaia (addirittura per una ventina d'anni dopo la formazione del regno parliamo di pochissime centinaia). Questa netta differenza sembra dovuta all'introduzione dell'Unione Monetaria Latina che prevedeva come taglio massimo delle monete in oro quella da 20 lire (il motivo essendo, secondo me, quello di impedire o quantomeno non facilitare la tesaurizzazione di monete d'oro che veniva drenate in paesi esterei in cambio di "misero" argento ). Contestualizzando questi due periodi dell'800, la Germania di fatto non esisteva nella prima metà del secolo: era costituita da numerosi piccolissimi stati con un difetto fondamentale, ovvero l'assenza di colonie da cui approvvigionarsi a basso costo di materie prime, tra cui l'oro (fattore che invece accomuna gli altri paesi dell'elenco, se vogliamo far passare la Sardegna come colonia del regno sabaudo ). Nella seconda metà del secolo, quando avrebbe avuto potere economico e colonie per coniare monete in oro di grosso modulo, queste non "andavano più di moda". Saluti!3 punti
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Buongiorno amici...oggi tutti (o quasi) a casa in relax immagino. Visto che si è parlato di 8 tornesi ecco il mio SICIL e il cugino SICL Da notare il bel taglio del primo esemplare. Ora che li posto vicini noto anche che le due date hanno una spaziatura differente: 17 97 più spaziata per il tipo normale 1797 meno spaziata per il tipo SICL Un caro saluto. Cristiano.3 punti
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L'effige di Ferdinando dal 1831 sembra sempre essere la stessa tranne che per una piccola liberata dove sembra abbiano cambiato il punzone dell'effige... Per meglio spiegare quello che intendo dire posto un foto...3 punti
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Foto, foto, foto. No foto,no party. È bello leggere ciò che si scrive, ancor più bello vedere belle foto di belle monete. Per mia fortuna il cassetto del nonno conteneva monete autentiche: qualche sovrana, qualche 10 e 20 lire. Nonno non collezionava; metteva oro da parte per figli e nipoti. Suo nonno aveva fatto lo stesso e quelle monetine avevano fatto la differenza nella vita di suo padre ed anche nella sua. Ultime risorse per sfamare la famiglia in tempi di magra. Inizialmente una moneta valeva l'altra per me; l'importante era il fino contenuto. In seguito venne il capriccio e la curiosità delle varie tipologie. Infine il gusto, con le difficoltà del reperimento e dell'esborso. Quindi nel cassetto, oggi, vorrei trovare questa. Chiuderei la tipologica. Ha impronta, conservazione e perfino il colore giusto. La stavo seguendo ma già nel pre-asta è andata fuori budget....purtroppo. Buona festa agli amici del forum.3 punti
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Buonasera @Litra68. Come spesso accade in questi periodi di feste, dai sfoggio alla tua fantasia creando discussioni che riescono a coniugare abilmente leggerezza, interesse e curiosità per monetazioni lontane da quelle che solitamente trattiamo. Questo ha sicuramente il grande merito di ampliare i nostri orizzonti conoscitivi al resto della numismatica. Prima che altri partecipino alla discussione, vorrei però proporre una regola aggiuntiva al “gioco”. Siccome, per certi versi, esistono già discussioni simili, in cui si chiede quale moneta vorremmo, qual è il nostro desiderio numismatico, cosa compreremmo se vincessimo il Superenalotto, ecc., mi piacerebbe che questa volta i partecipanti pensassero ad una moneta “verosimile”. Mi spiego meglio: è ovvio che ponendo la questione del ritrovamento fortuito, molto siano spinti automaticamente a scegliere esemplari estremamente rari e/o dal valore economico esorbitante. Tuttavia, così finiremmo veramente nell’universo dei sogni. E ciò, come detto, è già stato trattato in passato… Prendo a titolo di esempio questa bella discussione di @Cinna74 che è la prima che mi è venuta in mente. Perciò, a mio modesto avviso, sarebbe bello se per una volta pensassimo ad una moneta che i nostri nonni avrebbero potuto realmente comprare o mettere da parte (se da circolazione), in relazione alle loro effettive condizioni economiche. Faccio un esempio per cercare di chiarire il concetto. Mio nonno era un impiegato delle poste (ora in pensione) e suo padre lavorava come addetto ad un passaggio a livello. Al tempo, infatti, l’alzamento ed abbassamento della barriera veniva eseguito manualmente e lui si occupava proprio di questo compito. Alla luce di ciò, sarebbe assurdo se dicessi che mi piacerebbe trovare nel cassetto di mio nonno un 5 lire 1901 autentico o un 20 lire “Dei Marescialli”, non trovate? Chiusa questa lunga premessa, veniamo ora alla moneta da me selezionata. Un esemplare che mi sarebbe piaciuto trovare nel cassetto dei nonni è un 5 lire tallero Eritrea del 1891 in buona conservazione e, ovviamente, autentico. La scelta di questa moneta non è affatto casuale. Difatti, una volta che il mio bis-nonno passò a miglior vita, i nonni trovarono tra le sue cose proprio un tallero Eritrea del 1891 che conservarono gelosamente in cassaforte fino a qualche anno fa. Purtroppo, come iniziai ad avvicinarmi al mondo della numismatica, feci un'amara scoperta: si trattava di una banalissima patacca... Riporto qui di seguito un paio di foto del falso da bancarella lasciatomi in eredità dal bis-nonno e un'esemplare autentico ed in alta conservazione passato qualche tempo fa in asta Varesi.3 punti
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Autentica di inizio VI secolo ma non ufficiale... Quindi una moneta imitativa o di necessità... Non coniata da autorità imperiale per capirci2 punti
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Decadramma babilonese di Alessandro Magno a ricordo della battaglia dell’Idaspe (327 a. C.) contro il re indiano Poro, quando i Macedoni incontrarono per la prima volta gli elefanti in battaglia. Alessandro su Bucefalo rivolto a destra, che lancia contro un mahout e il suo padrone seduti su un elefante indiano in ritirata a destra; il mahout e il padrone guardano indietro verso Alessandro, il secondo afferra l'estremità della sarissa di Alessandro con la mano destra, il primo brandisce una lancia nella mano destra sopra la sua testa mentre tiene altre due lance nella mano sinistra; sopra, [Ξ]. Rev. Alessandro in piedi a s. in abbigliamento militare, indossando piumato frigio (?) elmo e tenendo un fulmine nella mano destra e una sarissa nella sinistra; sopra, Nike vola a destra per incoronarlo. In basso a sinistra campo AB ligate.2 punti
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Non sono arrivato subito a darti risposta, sono già stato preceduto da @lorluke e @fapetri2001, anche se è semplicemente una moneta di borsa, eppure venne falsificata negli anni '60 circa. Ecco le cosette che secondo me non depongono a favore: al D/ perlinatura evanescente soprattutto ad ore 11/12; bordo stretto rispetto l'originale; aspetto in generale "granuloso" e poco definito. Al R/ bordo molto diverso dall'originale mentre nell'originale è largo e piatto, in questa è arrotondato da ore 12 a ore 7 da ore 8 a ore 11 oltre che piatto pare che rientri, con bordo interno che negli originali non c'è, l'immagine della donna è scarsa, poco incisa e definita, così come lo sono le stelle alpine sul colletto, le montagne sullo sfondo, e perlinatura. Unica lato positivo della vicenda è che è con molte probabilità un falso made Italy, o paesi mediorientali, anni 60, e non è una moneta numismatica, probabilmente in lega più bassa di 900/1000, ma a volte in questi falsi la lega è anche esatta, in quanto allora ( anni 60) si lucrava il differenziale che i marenghi svizzeri avevano in più rispetto gli altri marenghi. Spero di esserti stato chiaro. Saluti TIBERIVS2 punti
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Mi auto rispondo. Il conio di incudine è quello del ritratto e di degrada di meno in quanto assorbe una dose di energia minore perché quella iniziale diretta (trasmessa dal martello) viene trasmessa al conio di martello, parzialmente assorbita dal tondello (che assorbe parte dell'energia) e quindi al conio di incudine appoggiato talvolta su un ceppo (?). Chiedo venia Illyricum2 punti
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Effettivamente il conio di incudine era quello destinato al ritratto dell'imperatore. La risposta all'ultima domanda è il fatto che a volte il tondello, dopo il primo colpo, restava attaccato al martello. Questo provocava due effetti. Lo spostamento del conio di incudine, perché difficilmente il secondo colpo cadeva esattamente dove il primo e, se non si accorgevano della cosa e mettevano un altro tondello sull'incudine, un doppio ritratto sulla moneta di cui uno in incuso. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Il cetriolone continua a girare! Premesso che sottoscrivo i dubbi sollevati da chi ha partecipato a questa vecchia discussione... anche guadagnassi 5000 euro al giorno non comprerei questa cosa che chiamano banconota. Ho sfogliato due catologhi abbastanza recenti che sull'argomento si esprimono così: - Gigante 2022: classificato come R5 sia la banconota "normale" che quella sostitutiva; "Dei valori 500 e 1000 lire, prodotti presso l'Officina Carte Valori Staderini in Roma, furono trafugati alcuni cliches, rendendo possibile la perfetta falsificazione dei due tagli. Fu , pertanto, deciso di distruggere tutta l'emissione dei due valori ma, durante questa operazione, uno degli addetti, elusa la sorveglianza, riuscì ad impadronirsi di alcuni pezzi." Per la serie sostitutiva viene citata l'asta Bolaffi del 11/12/2020 nel quale la banconota FDS veniva proposta a 4000 euro senza aver ricevuto offerte. - Cartamoneta Italiana (Crapanzano, Giulianini, Vendemia), Vol I (2019-2020): Classificata come R5 sia la serie "normale" che quella sostitutiva, "...solo pochissimi esemplari furono illecitamente sottratti alla distruzione... Qualche anno fa è apparso sul mercato un numero di biglietti limitato a poche decine." Vengono citate anche delle "banconote" stampate dall' Istituto Italiano Arti grafiche di Bergamo per conto dell'I.P.S. considerate come rarità "NR" (grado più elevato di rarità ) =Non Riscontrato, solo notizie bibliografiche2 punti
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Buongiorno cari amici!! Vi presento 5 Rupie della Repubblica delle Seychelles dell'anno 1997 in cupro nichel acquistate a 50 centesimi al mercatino....bello lo stemma al rovescio.2 punti
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Buongiorno a tutti e Buona Festa dell'Immacolata. Inizio la mia giornata Numismatica. Si continua per un attimo con gli 8 Tornesi di Ferdinando IV. 8 Tornesi 1786 Sigle RC grandi @Asclepia Cristiano complimenti per i tuoi Ramini? Saluti Alberto2 punti
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Buongiorno a tutti, Posto una 55 che sembra avere la corona più piccola. Un saluto a tutti.2 punti
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Napoletana del giorno , Festa dell'Immacolata Concezione patrona del Regno delle Due Sicilie. Ferdinando II Piastra 1855, la seconda moneta che ancora tengo chiusa nella perizia.2 punti
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Buona giornata Discussione interessante; bravi. Leggendovi sembra quasi che nell'800 sia avvenuta una regressione rispetto al 600/700; in questi ultimi secoli, (ma anche prima negli stati più economicamente evoluti), si fece di tutto per eliminare nelle grandi transazioni o nei regolamenti internazionali, l'uso di monete metalliche (le banconote non esistevano ancora). A Venezia, ad esempio, per evitare l'uso di tante e/o grandi monete in argento e oro, vennero create le "scritture da banco" e poi il "Banco Giro", che consentivano di trasferire grossi importi mediante i canali creati dai cambiavalute e dai banchieri. Se il trasferimento doveva essere fatto in luoghi non particolarmente evoluti (Nord Africa) si continuò a mandare sacchi di monete o lingotti, non vennero creati ad hoc dei numerali esagerati. Quei grossi multipli di Scudi e Zecchini che ritroviamo nella monetazione veneziana sono da annoverarsi, a mio parere, ad emissioni estemporanee di ostentazione o per un uso specifico e non quotidiano. Multiplo da 10 Zecchini a nome del Doge Ludovico Manin Stando a quanto scrivete, ho l'impressione che nell'800, persone dell'alta borghesia, andassero abitualmente in giro con monetone da 40/80 Lire d'oro (poi 50/100 Lire d'oro) nel taschino del panciotto! Dal numero di pezzi coniati sembra proprio che le monete d'oro corressero abitualmente in alcuni strati della popolazione .... e allora mi immagino l'imprenditore tessile che paga in oro le forniture di materia prima, il commerciante alimentare che paga i fornitori di olio e vino, ecc. ecc. saluti luciano2 punti
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Del Regno d'Italia, a parte la serie "Cinquantenario" e la Quadriga Briosa, ho un'attrazione irrefrenabile per questa moneta e mi piacerebbe tanto che fosse in quel fantomatico "cassetto del nonno"...2 punti
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@ginodino Figurati, il confronto è il sale di ogni dialogo e quindi anche di questo forum, siamo qui per capire e imparare sempre di più... In Italia nel secondo ottocento vi era sicuramente un ritardo nell'uso di mezzi di pagamento cartacei rispetto ai paesi economicamente più avanzati, specialmente nel meridione e nelle province si preferiva ancora l'uso della moneta metallica nei pagamenti ordinari e quotidiani, ma attenzione, come ho detto nel post precedente, le grandi transazioni anche nel nostro Paese erano in gran parte svolte tramite operazioni bancarie, proprio in questo periodo mi sto occupando di un archivio di una famiglia avellinese con documenti del settecento e ottocento, praticamente tutti gli acquisti di immobili, abitazioni e terre, sono effettuati mediante fedi di credito del Banco delle due Sicilie e mai direttamente in moneta metallica, all'opposto per le transazioni ordinarie sia i ceti più elevati che quelli di minor calibro usavano solo moneta metallica, nel Regno delle Due Sicilie non esisteva cartamoneta, ma solo le fedi di credito usate però da una minoranza della popolazione. Totalmente diversa era la situazione nei paesi più avanzati dove l'uso di cartamoneta e moneta scritturale era estremamente diffuso a diversi livelli della scala sociale, nelle grandi transazioni le monete d'oro e d'argento rimanevano nelle banche e si muoveva la carta, a livello internazionale si muovevano anche le monete e i lingotti, ma non tramite semplice circolazione, bensì con trasporti speciali in treno o in nave da un deposito bancario ad un altro, parliamo ovviamente di scambi assai cospicui... in questo tipo di scambi si è inoltre sempre usato il metodo della compensazione, cioè in parole povere una forma di baratto tra merci acquisite e vendute con la liquidazione in moneta delle differenze, non è un fenomeno da limitare al medioevo, al contrario in certe forme dura ancora oggi...diverso il discorso nel caso dei privati tra cui negli acquisti importanti si usava preferibilmente la cartamoneta, in Inghilterra già nel primo ottocento la popolazione si era assuefatta a questo mezzo di pagamento grazie anche alle ristrettezze vissute in epoca napoleonica quando il contante metallico scarseggiava e lo stato fu costretto a sospendere la convertibilità aurea con il Bank Restriction Act del 1797. Riguardo i grossi moduli, non ho certezze ovviamente, però sono del parere che quella consuetudine diffusa anche nei secoli precedenti di coniare grandi monete auree per ragioni di prestigio non sia da sottovalutare, è una consuetudine che ha avuto valore fin dai tempi dei romani con i multipli di solido ed è rimasta in auge per tantissimo tempo, l'unica differenza è che nel tardo ottocento la materia prima per la coniazione aurea si era resa meno rara grazie alla scoperta di nuove miniere e i multipli aurei, in alcuni casi, sono stati coniati in numeri impensabili fino a qualche decade precedente, ma non è da vedere in questo fenomeno necessariamente un approccio di perfezionamento funzionale dei mezzi di pagamento, sicuramente con la loro maggior diffusione i grandi moduli aurei potevano essere usati di più in circolazione, ma soprattutto conferivano prestigio ai ceti che se li potevano permettere e ai paesi che sceglievano di coniarli, mai dimenticare che la moneta, oltre ad un ruolo funzionale di mezzo di scambio, reca con sè sempre un aspetto formale e simbolico...2 punti
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Buonasera a tutti, mi piacciono molto gli 8 Tornesi di Ferdinando IV. Ne posto ripropongo uno che sta lentamente patinando....spero Sigle R.C. piccole se non sbaglio. Saluti Alberto2 punti
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Certo che nel 1628 Carlo Emanuele I compie una vera manovra truffaldina sulla coniazione delle monete... Fa coniare dei mezzi soldi dopo circa 20 anni dagli ultimi ... Dei soldi dopo circa 40 anni da quelli coniati con quella impronta... Dei cavallotti con l'impronta di 12 anni prima... E i 6 soldi riconiando i 2 fiorini modificando quindi il valore della moneta ... Una svalutazione con l'inganno verso chi pensava di avere per le mani una moneta più buona...2 punti
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@Ross14 la tua domanda mi ha spinto a rileggere tutto quello che ho sul periodo, visto che giustamente Marco Terenzio Varrone non poteva fare il proquestore al seguito delle armate di Pompeo, trovandosi da tutt’altra parte. Crawford glissa, preferendo concentrarsi sull’iconografia. Riporto invece il passaggio di D. Sear, dal ricco volume sulla monetazione imperatoriale, che attribuisce l’emissione ad un non meglio identificato figlio di Varrone medesimo, sul quale nulla ho trovato.2 punti
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Buongiorno ragazzi! La mia napoletana di oggi… ultima arrivata ? Comune, comunissima… Ma mi piace comunque tanto!2 punti
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Per le grandi transazioni sia in ambito internazionale che nazionale si usava ovunque ormai la carta, non solo banconote ma anche obbligazioni e buoni del tesoro, tuttavia l'uso di strumenti indiretti per il trasferimento di crediti risale già al medioevo, alle fiere di Champagne e allo sviluppo dei primi banchi in Italia e in Europa, trasportare grossi quantitativi di monete era problematico economicamente, pericoloso oltre che scomodo, ragion per cui si cercavano mezzi alternativi fin da quei secoli: compensazione dei debiti attraverso l'acquisto di merci e pagamento in moneta solo delle differenze, uso delle lettere di cambio con possibilità di girata e diffusione dei banchi con le loro filiali...ovviamente nel secondo ottocento con l'enorme sviluppo dell'economia e degli scambi tutto ciò raggiunse un progresso senza precedenti, enormi somme venivano scambiate in tempi molto rapidi da un capo all'altro del mondo, le monete auree e d'argento di maggior valore riposavano spesso nei caveau delle banche e la carta si muoveva al loro posto, naturalmente vi era anche circolazione effettiva delle monete per gli scambi più ridotti, quotidiani, l'uso della moneta d'oro e d'argento di grosso modulo divenne più consueto negli scambi grazie alla maggior produzione di questi metalli nel corso dell'ottocento, soprattutto l'oro, sempre piuttosto raro nei secoli passati, divenne molto più disponibile grazie alle scoperte di miniere in Siberia, Australia, California, Alaska e Sud Africa, questo permise la coniazione di un numero impressionante rispetto al passato di monete auree, anche di moduli prima assai inconsueti, però a circolare in maniera effettiva erano i pezzi intermedi, le sterline, i marenghi da 20 franchi e 20 lire, i pezzi da 10 e 20 marchi e da 20 e 10 corone... i massimi moduli erano molto più rari in circolazione, e non escluderei che anche nel loro caso vi fossero motivi di prestigio internazionale alla base della loro coniazione, evidentemente i tedeschi si accontentarono di un prestigio fatto di cose più concrete e meno appariscenti...2 punti
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In futuro cercherò di accontentarti per il 1000 ma per adesso penso che sarà di tuo gradimento questa ?:1 punto
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I tondelli, per lo meno nell'alto impero, venivano scaldati. Per denari e aurei era presumibilmente sufficiente un colpo mentre per i sesterzi forse di più. Tuttavia per saperlo con certezza bisognava essere là.1 punto
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Ciò che intendeva @b8b8 è che non si può ridurre la storia millenaria di Roma ad un semplice sterminio di barbari. Non certo che bisogna sottovalutare massacri, distruzioni, ecc. Allo stesso modo, non possiamo sempre ridurre Napoleone ad una sorta di macchietta col cappello buffo che è venuto in Italia, si è "arrubbato" le opere d'arte ed è stato sconfitto a Waterloo. Basta, finito qui Napoleone... Purtroppo, la stragrande maggioranza degli italiani ha questa visione molto semplicistica delle cose perché non ha una buona conoscenza della Storia (e non solo, purtroppo). E, dunque, non sa cosa ha portato Napoleone in Europa (oltre alla guerra); quanto ha modernizzato il Vecchio Continente sotto molti aspetti (militare, civile, economico, scientifico, ecc.); cosa ha rappresentato per artisti, filosofi, musicisti, scrittori; cosa ha significato per il processo di unificazione di Italia e Germania... Potrei andare anche avanti ma dato che la Storia (quella vera) interessa a pochi, preferisco fermarmi qui. Poi, come detto e ripetuto almeno 3 volte in questa discussione, Napoleone non era un santo e non va venerato. Ha fatto i suoi errori, è stato sconfitto in battaglia ed è stato mandato in esilio su uno sputo di isola piantata in mezzo all'oceano Atlantico, dove il 5 maggio del 1821 (oltre 200 anni fa) è morto... Tuttavia, ancora oggi si continua (giustamente) a ricordarlo perché, nel bene e nel male, è stato uno dei Grandi della Storia, come lo furono prima di lui Alessandro Magno, Annibale, Giulio Cesare, Carlo Magno, ecc. Comunque, torniamo a parlare di euro bizzarri e strambi, ve ne prego! Non ho proprio voglia di veder trasformata questa discussione in una sorta di ring in cui si scontrano sostenitori e oppositori di Bonaparte. Io la mia opinione credo di averla espressa più che chiaramente. Spero solo che ciò che ho scritto spinga qualcuno ad approfondire seriamente la Storia di questo importante e controverso personaggio, così da avere una visione migliore delle cose e non sempre solo in bianco o in nero...1 punto
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Buonasera, forse è una questione di alta risoluzione , ma la moneta sembra quasi porosa e il lato del viso sembra bombata e poco delineata nei rilievi, ma ripeto potrebbe essere effetto ingrandimento alta risoluzione1 punto
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Ciao Claudio, La cosa davvero bella della Numismatica (a differenza del collezionismo) è che può essere vissuta anche indipendentemente dal mero possesso della moneta. Grazie per il tuo apprezzamento, che contraccambio. Ma la parte più importante l’hai fatta (e la stai facendo) tu stesso con l’umiltà nello studio e l’impegno costanti, qualità che, insieme alla sensibilità, permettono (a chiunque) di poter crescere nelle molteplici sfaccettature di questa Scienza, affascinante e misteriosa. Anche se la collezione non c’è più (anche la mia, piano piano, si assottiglia), la fiamma della passione (che arde in te più che mai), ti darà modo di continuare ad avere parte attiva in questo mondo. Un abbraccio, Fabrizio1 punto
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Anche io penso che fosse così. Interessante, in quanto se guardiamo le monete, come detto, mi aspetterei più errori; ma e' probabile che ci fosse quello che oggi chiameremmo "controllo di qualità". Chiaramente se parliamo di zecche ufficiali.1 punto
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buongiorno ho una domanda da porre che, pur riguardando la monetazione europea dell'800, e pertanto attinente alle discussioni "monete contemporanee estere", ricopre un aspetto più economico che numismatico, e quindi ritengo possa essere più generalista, e per questo ho scelto la sezione "piazzetta". Avessi sbagliato chiedo venia e non mi risentirò se verrà spostata. La questione riguarda le coniazioni europee auree dell'800: premetto che il mio interesse numismatico è incentrato solo su questo periodo (in particolare sul centenario che va dal congresso di Vienna alla fine della prima guerra mondiale). Questo per svariati motivi: finalmente la tecnologia permise la coniazione di monete ben fatte, il secolo in questione è stato ricchissimo di fermenti sociali, artistici e tecnologici (ormai tutti concordano sulla nascita nell'800 della cosiddetta seconda rivoluzione industriale), culturalmente mi sento ancora in grado di immedesimarmi in quel secolo, mentre fatico a farlo per periodi anteriori ed ho un certo fastidio per il secolo in cui sono nato, quando penso ai tanti errori che l'umanità ha commesso in quegli anni (ma questa non è più una questione numismatica, per cui sorvolo). Vengo al sodo: essendo l'800 il secolo per eccellenza del bimetallismo, pressochè ogni stato coniò grandi monete d'oro: i 100 franchi francesi, le 100 lire italiane. le 5 sterline inglesi e così via. Mi sono dilettato a conteggiare i quantitativi coniati dai vari paesi, e riporto qui i dati da me desunti: Francia 28,471 tonnellate d'oro in monete da 100 franchi Italia 9,923 tonnellate in monete da 80/100 lire Regno Unito 4,869 tonnellate in monete da 5 sterline Austria 1,929 tonnellate in monete da 100 corone non ho avuto il coraggio di fare gli stessi conteggi relativamente alle coniazioni USA di monete da 20 dollari: tale quantità essendo stata di gran lunga troppo superiore all'intera produzione europea, e allora mi sono fermato. Mi pare ragionevole pensare che la notevole produzione di tali monete fosse spiegata dall'esigenza di far fronte all'incrementato scambio di beni internazionale, non penso proprio che tale quantità venisse prodotta solo per questioni di immagine e di prestigio nazionale: ne sarebbero bastate molte meno (penso alle coniazioni post guerra mondiale di VEIII). E la Germania? La Germania, dopo la proclamazione dell'impero, visse uno sviluppo economico ed industriale senza pari: il reddito nazionale raddoppiava ogni 15 anni, la popolazione aveva smesso di emigrare alla ricerca di maggior benessere ed anzi la nazione soffriva la carenza di mano d'opera; "in pochi decenni la Germania avrebbe conquistato la superiorità in Europa" (da: Mario Silvestri "la decadenza dell'Europa occidentale"). Dirò di più, riportando uno scritto del maresciallo Foch (che non fu certo un estimatore della Germania): Dopo tanta prolusione la domanda numismatica la Germania quindi era ricca, se non ancora la più ricca d'Europa, era destinata ad esserlo a breve: perchè allora non coniò mai grosse monete auree? La sua moneta di maggiori dimensioni, il 20 marchi, era poco più grande del marengo (7,965 grammi contro 6,45) e con un marengo non si acquistavano certo grandi cose: secondo i coefficenti Istat 1 marengo dell'800 corrisponderebbe a circa 96 Euro attuali; mi rendo conto che questa conversione lascia il tempo che trova, diverse essendo le esigenze e i tenori di vita di allora confrontati con quelli di oggi, ma risulta comunque pacifico che acquistare una casa nell'800 tramite piccole monete non era agevole, bisognava mettersi a contarne centinaia! Direte che la spiegazione si trova nell'uso di banconote? Ma se si usavano banconote in Germania si sarebbero dovute usare anche altrove, no? E allora perchè coniare? E comunque la banconota dell'800 garantiva la conversione in oro, per cui siamo al punto di prima, l'oro serviva ancora e, se in quantità ragguardevoli, necessitava di monete di grosso taglio. Un'altra spiegazione potrebbe trovarsi nell'azione bismarckiana, che abbandonò la politica del libero scambio, barricandosi dietro una trincea protezionistica. "Se non abbiamo bisogno di inertfacciarci economicamente con l'estero, nemmeno abbiamo bisogno di grandi monete; per i consumi interni bastano le piccole." Non so, di politica economica ne so ben poco per darmi una risposta, ed è per questo che pubblico la mia curiosità, sperando di sentire opinioni più illuminate dei miei flebili tentativi di comprensione del fenomeno. Grazie1 punto
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Ma il ditale non si traforma, a meno che non lo prendi a martellate1 punto
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Leggendo questo suggerimento e quelli successivi, secondo me è il gomitolo.1 punto
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Chi si ricorda del brand GURU? So com'è andata a finire... ma come era riuscito a creare quel brand da zero e essere seguito da una mare di pecoroni? A sto punto, perchè non creare un brand e chiamarlo direttamente Pekòro. Dov'è @nikita_ quando serve? ? Una pecora con manto giallo oro (per far contento anche il dio denaro di ART), sarebbe un inizio. Però invece di farle saltare una staccionata, porla seduta in cima a monete sonanti di ogni risma. Oppure, visto che adesso vanno di moda le striscie catarifrangenti, porla al di sopra una di esse. Striscia rosa per donne, azzurra per maschi, arcobaleno per i fluid. Ecco creato il logo ? Ora basta depositarlo e via andare. Qualcuno vuol fare un pre ordine? ?1 punto
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Buongiorno a tutti, Volevo avere un vostro parere riguardo un particolare che ho notato sulle mie 34... Su 10 piastre del 1834 che ho in collezione 9 presentano il taglio del collo normale e una sola un taglio più "dolce"...guardando in rete ho notato che quest'ultimo non si vede spesso.... Voi cosa ne pensate? Questo è il taglio normale Questo il taglio che ho definito più dolce1 punto
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Non ti scoraggiare Antonio, molte mie monete in rame hanno subito lo stesso trattamento (non da me ), ma questo non vuol dire che non le ami allo stesso modo delle altre! Anzi, è un piacere vedere che con il tempo quel rame lucido inizia a scurire dandogli un aspetto più gradevole. Un caro saluto, Rocco.1 punto
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Buona giornata E' apparentemente inspiegabile la presenza di monetazione veneziana di "doppio peso" (o quasi) e non credo che questi pezzi siano usciti dalla zecca per sbaglio; lo sbaglio dovrebbe riguardare un esemplare o due, ma se pensiamo che queste monete derivavano ad una intera lastra, la cosa cambia. Se penso che anche il Soldo da 12 bagattini aveva una piccola percentuale d'argento, non credo proprio che la zecca "regalasse" valore, quindi relego queste presenze alla estemporaneità voluta. Forse servivano a regolare il peso; sappiamo che la zecca spesso ragionava sui pesi/quantità delle monete da approntare e immettere in circolazione; ad esempio, il Consiglio dei X delibera che per Cipro, nel febbraio del 1555, si debbano approntare duemila ducati con 92 carati di fino, e a 454 pezzi per marca. Può essere che queste monete "fuori taglia" potessero servire per far quadrare i conti tra numero dei pezzi e peso? E' una mia ipotesi chiaramente e non so nemmeno quanto valga come esempio, perché mi sembra difficilmente applicabile nei casi di Ducati e/o Scudi di doppio peso .... saluti luciano1 punto
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Ci sono molti casi di monete di doppio peso nella zecca di Venezia. Se la lastra non veniva adeguatamente appiattita il risultato era il doppio peso o quanto meno cosa similare. Ti posto il mio Domenico Contarini proveniente sempre da NAC 108 con egual diametro con peso di gr. 4,39. E come si può vedere entrambe hanno circolato in maniera importante. Buona serata1 punto
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Ciao, io mi accontenterei di trovare un denario di Plotina, moglie dell'imperatore Traiano in questo stato di conservazione o anche più vissuto ma rigorosamente autentico e non manomesso?. ANTONIO1 punto
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Non sono d'accordo. Anche se questa discussione andasse avanti per altri vent'anni sarebbe in ogni caso foriera di interessanti apporti conoscitivi. Tanto per fare un esempio sulla data di avvio della monetazione in Magna Grecia si discute da oltre mezzo secolo e non mi pare che le posizioni siano concordi (tutt'altro) né che si sia pervenuti a soluzioni certe. Punto secondo. Nessuno cerca di capovolgere in modo coatto l'attribuzione a Siracusa. Nel corso dei vari interventi sono emersi semplicemente alcuni elementi (tecnici, tipologici, ecc.) che appaiono piuttosto "atipici" nella produzione monetale siracusana e si è cercato di analizzarli ed eventualmente ricercare in via ipotetica familiarità con le emissioni di altri centri. Punto terzo. Anche se la moneta fosse stata emessa da Siracusa ad opera di maestranze non locali, la questione meriterebbe di essere approfondita più che essere liquidata sic et simpliciter perché "più logica". In particolare, se questa è la tua ipotesi (del tutto rispettabile), ti inviterei a collocare l'esemplare in esame all'interno della sequenza monetale siracusana proponendo un argomentato inquadramento cronologico ed un altrettanto commento esplicativo dei tipi visto che di siracusano hanno ben poco, tanto che non verranno più ripresi per motivi ignoti (e non necessariamente "politici" come tu affermi). Bisognerebbe infatti spiegare la valenza politica della personificazione di un fiume (presunto Alpheios) e dei due chicchi d'orzo e il motivo (sempre politico) per il quale restarono isolati nella coniazione della città. Punto quarto. La colonizzazione greca ha riguardato sia la Sicilia che la Magna Grecia ma non dimentichiamo che la maggiorparte delle colonie comincia ad emettere moneta in un periodo alquanto distante dalla data di fondazione. Siracusa ad esempio, tanto per restare in tema, viene fondata come Crotone alla fine dell'VIII secolo a.C. ma la monetazione prende avvio due secoli dopo quando ormai alcune tradizioni coloniali delle origini erano state ampiamente sedimentate ed autonomamente rielaborate. Per la moneta di Sibari ad esempio, che è ritenuta la più antica della Magna Grecia, pur essendo stati rilevati dei punti di contatto sia con l'elettro di Mileto sia con le più antiche serie di Corinto, essa resta comunque per caratteristiche tecniche e tipologiche il prodotto di maestranze greche locali che avevano raggiunto un altissimo livello nella lavorazione del metallo. Punto quinto. La moneta di Gela non costituisce un esempio calzante in quanto il toro andrprosopo, anche se di stile differente, è comunque tipo costante delle emissioni. Per Camarina è vero che l'esemplare postato resta un unicum però almeno un confronto lo trova con la moneta di Temesa con elmo/tripode tra due schinieri e leg. TEM, come fu peraltro ben evidenziato quasi quarant'anni fa dalla Caccamo Caltabiano che di recente ha attualizzato le considerazioni dell'epoca. Queste considerazioni, lungi dall'alimentare un "negazionismo", vogliono solo invitare ad una più attenta riflessione. E' probabile che il tetra con l'Alpheios (?) sia destinato a rimanere ancora per lungo tempo oggetto di ipotesi diverse ma ognuna di queste ipotesi deve essere argomentata in modo ampio e convincente.1 punto
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Ma nella vita non si può avere tutto...le delusioni fanno crescere. Per farmi perdonare ti posso postare questo biglietto che purtroppo non potrà reggere il confronto con le tue preferite ma meglio di nulla: C'È BARBETTI PER TE1 punto
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