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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/06/22 in Risposte
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Buonasera Condivido questa ultima new entry in collezione. È una piccolo taglio in rame di Ercole III d'Este...un sesino,l'equivalente di 4 denari appunto. Monetina assai comune ma un po più complicata da trovare bellina. Questa ha una nitidezza nei dettagli soprattutto nel giglio che mi ha colpito davvero ed una colorazione davvero bella. Cosa ne pensate? Grazie a tutti e un saluto Marco7 punti
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Eh! il quattro denari per Ercole III è una monetina complicata. Passa inosservata, si trova spesso in condizioni precarie, riporta un valore ma costringe a farne subito l'equivalenza (1 sesino), è apparentemente anonima ma a ben guardarle sembrano tutte diverse. La bellezza di questo esemplare permette di metterne subito in evidenza le particolarità; varianti che da sole permetterebbero di avviarne una collezione. Il dritto presenta infatti il giglio che porta in petto 3 punti, sormontato da corona a 6 fioroni a sua volta sormontata da un globetto. Il verso presenta la classica scritta ma sormontata da 3 stelle a 6 punte (quella centrale di dimensioni maggiori); sotto alla scritta un ornato.... una delle 19 (?!!) varianti conosciute (a cui vanno aggiunte le impronte di 5 conii conservati presso le collezioni estensi e ad oggi conosciute non riscontrate in monete censite). Le varianti riguardano la foggia del giglio, l'estensione della scritta, gli elementi grafici sopra e sotto le scritte... un vero catalogo... e del resto con un numero indicativo di 1.200.000 esemplari coniati... (o meglio previsti dagli ordini di battitura... il numero realmente realizzato non è conosciuto) il numero di conii utilizzati deve essere stato decisamente alto. Il tuo esemplare corrisponde all'esemplare presentato al n°1365 del catalogo Alfa (2009); altri due esemplari in perfette condizioni sono conservati presso la collezione dell'accademia di Modena (ex collezione Rangoni, se non sbaglio)... ne conosco diversi esemplari presenti in collezioni private... Una moneta e una variante reperibile quindi, ma la tua è sicuramente una delle migliori per leggibilità e definizione... complimenti! ciao Mario6 punti
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Questa bella moneta di @fapetri2001 (a proposito: e' tua?) e la annotazione del nostro @Poemenius mi hanno spinto a rivedere alcuni miei appunti su questo periodo travagliato della storia romana. Mi e' stato utile per comprendere perchè sarebbe stata coniata a Roma una moneta con discreta probabilità a nome di Teodosio II da Giovanni Primicerio (o Johannes). In Occidente il generale di Onorio Flavio Costanzo iniziò ad esercitare sempre più influenza sul debole imperatore arrivando a sposarne la sorella Galla Placidia. Flavio Costanzo era un uomo brutto, pragmatico, rozzo e calcolatore, ma capace di organizzare efficientemente le poche risorse dell’impero d’Occidente. Dall’unione nacquero due figli, Giusta Grata Onoria e Valentiniano che poi diventerà imperatore come Valentiniano III. Nel 421 Flavio Costanzo fu associato da Onorio al trono d’Occidente con il nome di Costanzo III e Galla Placidia divenne augusta dell’impero e cioè imperatrice. Fu un periodo breve e relativamente tranquillo per Galla Placidia, che preferì dedicarsi a sviluppare la sua profonda religiosità lasciando le decisioni amministrative al marito che , però morì improvvisamente pochi anni dopo. Galla Placidia, nuovamente vedova, si trovò in una situazione assai difficile. Infatti, dovette difendersi dai tentativi incestuosi del suo fratellastro Onorio e lottò duramente per cercare di impedire che uno tra i generali dell’esercito d’occidente potesse divenire tanto potente da prendere il potere effettivo al punto di occupare il trono a scapito del figlio Valentiniano. Uno di questi generali era Castino. Alla morte di Costanzo III, Castino era stato elevato al rango di magister militum con l'incarico di condurre una campagna militare contro i Vandali in Spagna; gli fu affiancato come secondo in comando il generale Bonifacio che era a capo di un grosso contingente di Goti. Il motivi della designazione di Bonifacio non sono noti. Tuttavia, questi, nella sua successiva carriera, fu un fedelissimo di Galla Placidia ed è probabile pertanto che fosse stato nominato secondo in comando proprio su suo consiglio, affinché agisse da contrappeso a Castino. Purtroppo, disporre di due comandanti carismatici e antagonisti non è mai stata una strategia vincente e le cose infatti non andarono secondo i piani. La campagna iniziò male, con Bonifacio che abbandonò Castino dopo una una serie di divergenze fuggendo in Africa. Castino ottenne alcuni successi temporanei ma, dopo aver improvvidamente scelto di affrontare i Vandali in una battaglia campale, fu abbandonato anche dai contingenti dei Goti non soddisfatti del suo comando e fu sconfitto fino alla ritirata. Questa del 422 fu la prima grande vittoria vandala sui Romani. La responsabilità della sconfitta dovrebbe essere attribuita alla condotta sconsiderata di Castino, ma ci sono dubbi in proposito. Se infatti fosse vero, ci si sarebbe aspettati una punizione del generale romano al suo ritorno in patria di cui però non abbiamo notizia e anzi Castino appare come uno dei protagonisti della politica romana anche in seguito. Castino sostenne che la sua disfatta era il risultato di un complotto ordito contro di lui da Galla Placidia, dai Goti e ovviamente dallo stesso Bonifacio. Del resto, è legittimo sospettare che Galla Placidia abbia operato attivamente per provocare il fallimento dell’operazione spagnola, poiché intendeva evitare che Castino raggiungesse un potere tale da insidiare le legittime aspettative del figlio Valentiniano. Certo, però, non è facile immaginare che abbia deliberatamente causato una sconfitta così grave per l’impero; è più probabile, invece, che volesse solo mettere in difficoltà Castino. In questa occasione anche i rapporti tra Galla Placidia ed Onorio si inasprirono, probabilmente perché l’imperatore si era schierato dalla parte di chi sosteneva l’opinione del complotto. Onorio credette addirittura che la sorella stesse tramando contro di lui quindi arrivò a firmare un bando contro Galla Placidia che decise pertanto di fuggire insieme con il figlioletto Valentiniano a Costantinopoli presso la corte di Teodosio II che nel frattempo era succeduto ad Arcadio. Lì però l’accoglienza fu tiepida: in molti non le perdonavano il matrimonio con il barbaro Ataulfo che aveva rischiato di inquinare il sangue romano. Ma la sua personalità forte e determinata la fece tornare presto nelle grazie della corte imperiale fino al momento in cui fu raggiunta dalla notizia della morte di Onorio che non aveva lasciato eredi al trono d’occidente dando così il via alla lotta per la sua successione. Il magister militum Castino avrebbe voluto che l'imperatore d'Oriente Teodosio II accettasse il ruolo di imperatore unico. Questa sarebbe stata per lui la situazione ideale che gli avrebbe consentito di divenire di fatto la vera eminenza grigia dell’Occidente. Invece Galla Placidia stava facendo pressione su Teodosio II affinché riconoscesse il diritto al trono di suo figlio Valentiniano (che aveva allora solo quattro anni). Se Valentiniano fosse diventato imperatore, Galla Placidia sarebbe diventata padrona dell’Occidente e per Castino il futuro sarebbe diventato fosco. Allora Castino, in combutta con il Senato di Roma, elevò al trono d’Occidente un certo Giovanni Primicerio. (423), Il primo atto di Giovanni Primicerio fu l’invio di una ambasceria a Costantinopoli per ricevere il riconoscimento ufficiale da Teodosio II, ma senza esito. Castino, nominato fin da subito primo ministro, rimase in cauta attesa, ma sapeva che se l’Oriente non avesse accettato l’investitura di Giovanni ci sarebbe stata quasi di certo una guerra civile. Purtroppo per Giovanni, anche la profonda animosità tra Castino e Bonifacio ebbe ripercussioni negative. Non fu una sorpresa che Bonifacio si rifiutasse di accettare la proclamazione di Giovanni a imperatore, dichiarando la sua lealtà a Teodosio II, a Galla Placidia ed a Valentiniano. Bonifacio passò subito ai fatti e, in qualità di comes Africae, decise di tagliare i rifornimenti di grano dall’Africa all’Italia. Teodosio II, nominato Cesare Valentiniano, mandò un corpo di spedizione a Ravenna per difendere il principio dinastico e i diritti del giovane sovrano. Giovanni Primicerio inviò allora un suo generale, Ezio, presso gli unni per chiedere il loro aiuto nella contesa, ovviamente dietro pagamento di un ingente compenso. Ezio, ottimo ufficiale e con un’ottima tradizione di servizio amministrativo e militare alle spalle, intavolò proficue trattative con gli unni che conosceva bene per essere stato in gioventù loro ostaggio e per i quali provava rispetto e fiducia. Gli Unni infatti fornirono ad Ezio un grosso contingente da spedire in difesa di Giovanni Primicerio. Tuttavia, i rinforzi arrivarono troppo tardi. I soldati dell’esercito d’oriente, raggiunta l’Italia, vinsero Giovanni Primicerio che fu catturato quindi ucciso (425). Ezio, persa la causa di Giovanni, perseguì la propria. Galla Placidia, con gli Unni alle spalle, poteva solo negoziare: accettò infatti con riluttanza di pagare la loro ritirata e di affidare ad Ezio un comando militare di alto grado (magister militum per Gallias) per consentirgli di combattere vittoriosamente contro i barbari presenti in Gallia al fine di ottenere un rapido ripristino della autorità romana. Tuttavia, nonostante le vittorie e il guadagno di credito ai suoi occhi, Galla Placidia non dimenticò mai che Ezio che aveva sostenuto Giovanni contro suo figlio: i due sarebbero rimasti avversari politici e lei non avrebbe esitato a manipolarlo tentando di intralciare le ambizioni non solo di Ezio, ma di qualunque generale che avesse mostrato segnali di diventare troppo potente ai suoi occhi. Galla Placidia e Valentiniano partirono quindi per Roma dove il 23 ottobre 425 il ragazzo fu proclamato Augusto d’Occidente con il nome di Valentiniano III sotto la tutela della Augusta madre. Sebbene quello di Augusta non fosse un titolo di reggenza ufficiale, in pratica fu lei a governare. Ma questa e' una altra storia. Spero di non avervi annoiato e di aver fatto cosa utile. Buona festa a tutti da Stilicho4 punti
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Credo che non ci sia nulla di male se un profano in materia si stupisce per delle piccole differenze che riscontra osservando le monete che possiede, e sempre come profano in materia utilizza le parole che più gli sembrano calzanti, giuste o sbagliate che siano per chi invece la materia la conosce bene. Possibilmente "strano e/o diverso" dal normale lo associano a "raro".4 punti
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Ciao a tutti e buon anno! Per iniziare al meglio questo 2022, vi propongo una chiacchierata su un argomento che sul nostro forum non è mai stato trattato: la quadrupla papale. Pur essendo stato il più importante e prestigioso nominale aureo coniato anche dallo Stato Pontificio per più di un secolo, di questa moneta si sente sempre parlare molto poco, vuoi per la grande rarità che caratterizza praticamente tutti i tipi, vuoi per il costo molto elevato di queste stupende monete che fa si che pochi collezionisti possano annoverare questo nominale nella propria collezione, sicuramente l’argomento lo si può anche ritenere “di nicchia”, ma a mio modesto avviso meritevole di un minino di inqudramento storico e di presentazione. Il proposito non è certo quello di fare una trattazione sistematica del tema, ma di presentare, previa introduzione storico-numismatica, una carrellata di immagini di quadruple papali, cercando di presentarle e contestualizzarle, con due principali obiettivi: in primis, rifarsi gli occhi e poi magari imparare qualcosa di nuovo! La quadrupla è la denominazione della moneta da 4 scudi d’oro o “doblone”, così come lo si trova chiamato in molti documenti. Lo stesso termine si applicava genericamente ad ogni grosso nominale d’oro. L’inizio della produzione delle quadruple nello Stato Pontificio è sostanzialmente contemporaneo a quello della coniazione di questo nominale negli altri regni, principati e signorie italiani e coincide con la fine del XVI e tutto il XVII secolo. In effetti, con l’aumentato arrivo di oro proveniente dalle Americhe, tutti gli stati italiani (e non solo), iniziarono a produrre grossi multipli d’oro, che vennero appunto chiamate quadruple (o due doppie). In questo periodo, in quasi tutta Italia vengono coniate quadruple del peso di circa 13 grammi: oltre allo Stato Pontificio infatti, le quadruple sono battute dai Savoia a Torino, dai Farnese a Parma e Piacenza, dagli Este a Modena, dai Dogi Biennali e dalla Repubblica a Genova, dai re della dominazione spagnola a Milano, da Carlo V a Napoli, dai Gonzaga a Mantova, dai Medici a Pisa e Firenze, dai Della Rovere ad Urbino, dai Malaspina a Massa, dagli Spinola a Tassarolo, dai Landi a Compiano ect.3 punti
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In alcuni casi in effetti i conii sono differenti per alcuni dettagli tra le quadruple ed i testoni, magari per accoppiamenti del medesimo conio di rovescio con differenti, seppure simili, conii di diritto. Si tratta in genere di differenze poco significative, ad esempio il Muntoni rimanda quasi sempre alla quadrupla nella classificazione di questi testoni (e ci sono casi simili anche per l'accoppiata doppia-giulio). Probabilmente, mutuando la situazione dalla coniazione delle medaglie annuali, il conio veniva utilizzato inizialmente per l'oro, e solo in seguito destinato all'argento, magari "rigenerato" apportando piccole modifiche. Il caso del testone con i buoi di Alessandro VIII, da cui sono state ricavate quadruple false, è molto dibattuto, tanto che per alcuni la quadrupla "originale" non esisterebbe... io credo esistano e sono ben differenti dai falsi che si sono visti negli ultimi anni. Ciao, RCAMIL.3 punti
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Procedendo per comodità sostanzialmente in ordine cronologico (con alcune piccole deroghe funzionali alla resa più organica della nostra esposizione), con Clemente VIII (1592-1605), la produzione di quadruple diviene più sistematica. Quella che qui presentiamo costituisce senza dubbio un esempio di moneta commemorativa, in quanto ricorda un rilevante fatto storico del quale papa Clemente fu mediatore ed artefice. Si tratta della quadrupla "DEOSCVLATAE SUNT" (Si sono baciate, Salmi 84,11), in cui al R/ la Giustizia con bilancia e spada stringe la mano alla Pace con l'ulivo. Questa moneta ricorda la pace di Vervins che fu siglata il 2 maggio 1598 fra il sovrano spagnolo Filippo II ed il nuovo re di Francia, Enrico IV, a Vervins in Piccardia, con la mediazione del Papa ed in presenza del nunzio papale. Con questo trattato di pace Filippo II riconobbe l'ex protestante Enrico III di Navarra quale re di Francia e ritirò le sue truppe dal suolo francese, privando così la Lega Cattolica del suo appoggio. Dopo la morte di Filippo II, avvenuta il 13 settembre, il suo successore Filippo III confermò la sua accettazione dei termini del trattato. Come riporta Traina in "Il linguaggio delle monete", da notare la contraddizione tra il significato della legenda "si sono baciate" e la descrizione della raffigurazione riportate dal CNI "si stringono la mano" e da Muntoni "si sono abbracciate". In realtà le due figure si stringono la destra nell'atto di baciarsi. Questa quadrupla ci consente di introdurre un altro argomento, cioè il fatto che molto frequentemente l'iconografia delle quadruple viene riproposta anche per i testoni, con i quali condividono il modulo ma non il metallo! Questa caratteristica, assai frequente, avremo modo di vederla anche più avanti. Ecco a confronto l'analogo testone, anch'esso estremamente raro! Quadrupla (ex CNG 271) e testone (ex NAC 81).3 punti
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Secondo me il prezzo non è esagerato per la moneta che hai scelto, certo si può trovare in conservazione migliore, ma poi inevitabilmente si dvrà essere disponibili a pagarla qualcosa in più. Il bello di questo asse di Nerone è che non è stato maneggiato, ma conserva il suo stato originario arricchito da una gradevole patina verde. Ho notato comunque che per Nerone e alcuni altri nominativi, c'è sempre maggiore interesse ed è sempre più difficile trovare cose discrete a prezzi di una volta... Saluti3 punti
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Proseguo con un altro tipo di 5 tornesi, più raro... millesimo 1817 sempre ostico per conservazione, qui gradevole il rovescio. Buona serata.3 punti
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Proprio per iniziare a mostrare qualche moneta, ecco l'alfa e l'omega della produzione di quadruple papali: la prima e l'ultima quadrupla cronologicamente coniate nello Stato Pontificio: Gregorio XIII coniò la prima quadrupla papale in assoluto, battuta proprio a Bologna, la città che diede i natali a papa Boncompagni. Come già detto, si tratta di una moneta di esimia rarità, che forse fu coniata a Bologna da Gregorio XIII come nuovo massimo nominale aureo in onore della sua città! La foto è quella del MIR. Al R/ la legenda HINC FIDES ET FORTITUDO: "Da qui fede e fortezza". Allude alla fama di dottrina e di pietà religiosa di cui godeva Bologna. Bologna è infatti la sede della prima università italiana, fondata nel 1088, fatto che determina che su moltissime monete la legenda che identifica la città sia "BONONIA DOCET". Il nome "Felsina" è il nome antico di origine etrusca della città di Bologna. Il nome "Felsina" (pronuncia: Fèlsina) è menzionato da Plinio il Vecchio (Naturalis historia, III, 115): «Intus coloniae Bononia, Felsina vocitata tum cum princeps Etruriae esset...» «Dentro [c'è] la colonia di Bologna, chiamata Felsina quando era la principale dell'Etruria...» (Plinio il Vecchio, Nat. Hist., III, 115)3 punti
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Nello Stato Pontificio, l’inizio della coniazione della quadrupla avviene durante il pontificato di Gregorio XIII (1572-1585), e diversamente da come si potrebbe pensare non a Roma, ma in una delle legazioni e più precisamente a Bologna; questa produzione fu tuttavia assolutamente esigua e l’analoga caratteristica di coniazione eccezionale e sporadica si mantenne anche nel periodo successivo fino alla S.V. del 1591-1592. Con Clemente VIII (1592-1605), comincia invece una produzione più sistematica e organica, seppur nel contesto di coniazioni comunque assai limitate. L’ultimo pontefice a coniare questo nominale fu Clemente XI (1700-1721); la quadrupla venne quindi eliminata dalla riforma monetaria che investì lo Stato Pontificio negli anni ‘30 del XVIII secolo. Questa la tabella riassuntiva relativa alla produzione della quadrupla nello Stato Pontificio: Gregorio XIII (1572-1585): Bologna S.V. 1585: - Sisto V (1585-1590): Ancona S.V. 1590 I-II: Roma Urbano VII (1590): - Gregorio XIV (1590-1591): - S.V. 1591-1592 I-II: Roma Innocenzo IX (1591): - Clemente VIII (1592-1605): Roma, Avignone S.V: 1605 I-II: - Paolo V (1605-1621): Roma, Avignone, Ferrara (queste quadruple ferraresi vennero ritirate dalla circolazione in quanto di titolo inferiore al legale. Lo zecchiere Agostino Rivarola venne condannato alla pena capitale per la frode compiuta. Il Muntoni ne riporta la conoscenza di due esemplari). S.V. 1621: - Gregorio XV (1621-1623): Roma S.V. 1623: Roma Urbano VIII (1623-1644): Roma, Avignone S.V. 1644: - Innocenzo X (1644-1655): Roma, Avignone, Bologna S.V. 1655: Roma Alessandro VII (1655-1667): Roma, Avignone, Bologna S.V. 1667: - Clemente IX (1667-1669): Roma, Bologna S.V. 1669-1670: Roma Clemente X (1670-1676): Roma S.V. 1676: - Innocenzo XI (1676-1689): Roma S.V. 1689: Roma Alessandro VIII (1689-1691): Roma S.V. 1691: - Innocenzo XII (1691-1700): Roma S.V. 1700: - Clemente XI (1700-1721): Roma3 punti
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Buon pomeriggio e Buona Befana!! Si tratta di uno scudo della croce da 124 soldi coniato sotto il dogado di Marino Grimani. A distanza di qualche tempo, con il proposito (sic!) di (ri)catalogare il parco monete, imbattendomi con altro esemplare in collezione del Grimani della medesima tipologia (ma con caratteristiche diverse), mi sono maggiormente soffermato sull’esemplare per il quale coinvolgo il Forum. Le caratteristiche di questo esemplare sono: a) che presenta al D/ una legenda (quantomeno per le lettere) diversa nel finale rispetto agli esemplari similari: MARINVS GRIMANO DVX VE quando dalla bibliografia da me consultata (in primis, Papadopoli e CNI) il finale di tale legenda è VENET o VENETV o VENE o VEN. b) che presenta una sigla del Massaro: FI che non corrisponde ad alcuna delle conosciute iniziali di massari che, sempre sulla base di quanto consultato, avrebbero coniato esemplari dello scudo. Queste sigle sono indicate nel Papadoli, quale: AM (ma senza il trattino orizzontale della A), AR (ma senza il trattino orizzontale della A), AT (ma senza il trattino orizzontale della A), FG, GV, MD, MV, SC, SM, ZE, ZFL. Pare poi che non esiste un Massaro all’argento (o all’oro) che abbia una simile sigla. Quindi: di cosa si tratta? di una variante inedita sfuggita? di una contraffazione, imitazione o simile? Ho pensato quindi di mettere in campo questa discussione, senza però non evidenziare la caratteristica di questo Dogado propio in rapporto al numero di massari che, a quanto sembra, si sono succeduti nel coniare gli scudi da 140. Grazie in anticipo. Domenico2 punti
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Ciao @salvo1973, in passato ne avevo ben tre esemplari in Collezione di Carlino 1788, nel tempo ho ceduto un esemplare ad un Amico e per me ho tenuto i due conii differenti di SICI Ricondivido il pezzo con più rilievi. Un caro saluto, Rocco.2 punti
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@fapetri2001. Ma di nulla! Il vero ringraziamento (tuo e mio) va a @Poemenius, una vera punta di diamante del nostro forum e non solo. Stilicho2 punti
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Ciao! la cautela è l'approccio corretto negli acquisti, specie su tipologie costose e molto falsificate come questa. Per tutelare i propri acquisti, cerca di acquistare da venditori professionali, che rilascino tutta la documentazione necessaria (oltre alla consueta prova d'acquisto, anche il certificato di autenticità) e, soprattutto, che rispondano del materiale venduto. Facci sapere se hai ricevuto nuove foto, il bordo mi sembrerebbe del I tipo ma in merito a questo è sempre meglio accertarsene e avere conferme dal venditore. Moneta autentica e (bordo a parte) per me ha rilievi gradevoli. Anche per me siamo nel range del Bb. Con questa foto non capisco se la moneta abbia subito una pulitura (che incide molto sul prezzo). Nel caso richiedi foto in alta definizione e a luce naturale; è pieno diritto dell'acquirente cercare di capire al meglio ciò che sta comprando, quindi non sentirti (nel caso) in difetto di chiedere, tanto più che, ripeto, si tratta di una moneta costosa quindi è giusto che davanti a un acquisto a distanza il venditore si operi a rispondere a tutte le tue perplessità. Tieni aggiornati2 punti
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Lituania - 2 Euro Commemorativo 2021 Riserva Naturale della Biosfera del Lago di Zuvintas2 punti
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Buongiorno gente e buona epifania...tiro su questa discussione condividendo un recente acquisto, 3 cavalli 1790 SICIL, è il mio quinto mezzo tornese...che vi pare? Qui mancano i punti dopo C e dopo 3. Saluti!2 punti
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Sono stati oscurati alcuni messaggi fuori tema. Nel caso in cui si reputi un messaggio altrui non consono, invito ad utilizzare il tasto "segnala", evitando di fare degenerate la discussione.2 punti
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Discussione molto interessante Michele. Immagino che nasca anche da ponderata riflessione su una prossima asta che, mai come prima, esiterà quadruple papali di particolare pregio per rarità e conservazione. Non posso pertanto non postare in alta definizione quella che secondo me è la più bella moneta papale di sempre: la quadrupla di Innocenzo XI con al rovescio la Madonna in trono con il Bambino e i Santi. Cito dal catalogo: "Prima della sua elezione a Papa, Innocenzo XI era stato protettore della chiesa romana di Santa Maria dei Monti e dell’Ospizio dei Catecumeni e Neofiti, ospitato nel Palazzo costruito nel 1635 accanto alla chiesa stessa. La scena raffigurata al rovescio di questa rarissima quadrupla, opera di Giovanni Hamerani, fa riferimento all’affresco conservato in tale chiesa e che la tradizione popolare riteneva miracoloso. Il luogo infatti ove ancora oggi sorge nell’omonimo quartiere la chiesa di S. Maria dei Monti era stato in precedenza occupato da un convento di suore clarisse, poi negli anni abbandonato e trasformato in abitazioni e stalle. Nel 1579 alcuni operai, mentre stavano abbattendo un muro di un fienile lì annesso, sentirono provenire dal suo interno una voce che li pregava di non fare del male al bambino: tolti delicatamente alcuni mattoni, trovarono l’affresco raffigurante la Vergine col Bambino, seduta in trono e circondata dai Santi Lorenzo e Stefano in piedi, Agostino e Francesco inginocchiati. Non appena la notizia del ritrovamento della sacra immagine si sparse in città, attirò al fienile molti fedeli tra i quali iniziarono anche a manifestarsi alcuni miracoli. La profonda venerazione che ne seguì spinse nel 1580 papa Gregorio XIII ad ordinare che al posto del fienile venisse costruita una chiesa su progetto di Giacomo della Porta e sul cui altare fu posto l’affresco."2 punti
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è una Salus e per stile certamente della zecca di Roma. c'è una discreta probabilità che sia Teodosio II coniato da Giovanni , RIC 1912 o simili.... legenda al dritto con a destra -VS saluti Alain2 punti
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Questa invece l'ultima quadrupla papale, coniata nell'anno VII del pontificato di Clemente XI. Al R/ la legenda "A DEO ET PRO DEO", Da Dio e per Dio, ovvero la ricchezza viene da Dio e sia quindi per Dio. Viene raffigurata una donna con in braccio un bimbo, tra due bambini che versano monete da due cornucopie (allegoria della Carità). Ex Nomisma 58:2 punti
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Buongiorno oggi un tornesi 5 millesimo 1819, in conservazione più che degna, anche se queste foto non mi piacciono la moneta ha dei bei fondi e buoni rilievi. Un saluto.2 punti
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PARTE PRIMA - IL BALUARDO DELLA ROMANITA' <<Muovetevi scansafatiche! Voglio quelle baliste in posizione entro oggi!>> <<Lì, quelle munizioni! Avanti!>> <<Cosa succede, signore? Mi avete mandato a chiamare?>> L'optio si irrigidì appena arrivò alla postazione, salutando il superiore. <<Sì, Plauto.>> rispose il centurione, smettendo per un attimo di sbraitare ordini alla massa di armati che manovrava intorno alle macchine << Il legato ha stanato l'ultimo gruppo di quei selvaggi. Ha ordinato un attacco decisivo e il nostro compito è quello di coprire l'avanzata della fanteria>>. spiegò Rutilio con la solita calma che lo prendeva sempre prima di una battaglia. <<Finiamo di mettere a punto un altro paio di particolari e procediamo>> concluse. Anche se il sole si iniziava a salire in un freddo cielo plumbeo, l'aria non accennava minimamente a divenire più mite: l'alito degli uomini si condensava in piccole nuvolette di vapore che uscivano dalle bocche e dai nasi quando si effettuavano sforzi o si respirava semplicemente. Il tintinnio delle armi ricopriva ogni altro rumore e nella postazione dell'artiglieria sotto il comando del centurione Quinto Rutilio ferveva un'incredibile attività. <<Bene, signore.>> L'optio si congedò sapendo cosa doveva fare. L'ufficiale era felice di avere un sottoposto così abile nonostante la sua giovane età. Sarebbe diventato un ottimo elemento, quel Plauto, un giorno. "Forse sarà capace addirittura di prendere il mio posto" pensò tra sè il centurione. Sorrise senza darlo a vedere, soffiò un po' nelle mani chiuse a pugno nel vano tentativo di scaldarsi:<<A destra quei bracci! Servono per quelle macchine!>> Imbracciò il bastone di vitigno e scese lungo una breve collinetta da cui si dominava tutta l'ampia vallata verdeggiante sottostante. Nonostante fosse ricoperta di nebbia, Rutilio sapeva che il legato aveva scelto bene: quello era il posto migliore per affrontare l'ultimo gruppo di barbari. Ciò che rimaneva di una potente e pericolsa orda di Rezi e Vindelici. La loro fama di guerrieri impavidi e coraggiosi sarebbe caduta una volta per tutte all'ombra di quegli alti monti severi che incorniciavano la Provincia. Un ghigno di soddisfazione si dipinse sul volto rigoso del centurione che si infilò i pollici nel centurione. "Gliela faremo vedere a questi selvaggi, gliela faremo vedere". Nè la nebbia nè il freddo accennavano a scomparire. Fortunatamente qualche raggio di sole aveva penetrato le nubi nel cielo terso riscaldando almeno l'animo teso degli addetti alle baliste. <<Tutte le macchine sono montate, gli artiglieri in posizione e le munizioni sono state ripartite, signore>> L'optio era ritornato al fianco del centurione ammirando con occhio esperto i macchinari e gli uomini immobili sotto di lui. Appena sarebbero entrati in azione avrebbero dovuto fare più vittime possibili anche perchè il nemico non si aspettava una copertura così ben congeniata. <<A che distanza sono le coorti di fanteria?>> chiese all'improvviso Rutilio. <<Arriveranno tra qualche ora, signore. I legionari del legato Claudio Druso hanno ricevuto rinforzi da parte dei reparti di suo fratello, Tiberio>>. L'optio sembrava rassicurato da quella notizia. La maggior parte degli uomini era sempre poco sicura prima di una battaglia: questa volta non facevano eccezione neanche i suoi uomini, notò Rutilio vedendo alcuni legionari spostare il peso del corpo da un piede all'altro a causa del nervosismo. <<Benissimo, Plauto. Intanto prendi un paio di uomini con l'ordine di avvisarci quando dovremo iniziare. Capito?>> <<Sì, signore>> <<Io mi occuperò degli artiglieri>> <<Bene, signore. E' tutto?>> <<Sì, vai ora>> Plauto scattò sull'attenti, rigido come sempre e poi trotterellò via per eseguire gli ordini. Rutilio si avvicinò ai responsabili dei gruppi di legionari radunati intorno ad ogni balista: parlava con loro, gli dava le ultime istruzioni, chimanadoli per nome e battendo loro un'amichevole pacca sulla spalla provocando il consueto rumore di ferraglia quando il palmo della mano impattava con la cotta di maglia. Continuava promettendo onori e promozioni ai vincitori dello scontro imminente e facendo pregustare ai sottoposti le decorazioni che tanto bramavano di stringere al petto con orgoglio. Passò in rassegna quasi tutte le postazioni quando, improvvisamente, vide venire verso di lui un legionario disarmato a passo svelto che gli si fermò a pochi palmi dal naso salutando militarmente con gran fracasso. <<Allora?>> Rutilio ignorò quasi il segno di rispetto che gli veniva presentato di consueto. <<Signore, l'optio mi ha incaricato di avvisarvi che i legionari sono arrivati: il legato Claudio Druso e suo fratello sono giunti al campo e stanno finendo di schierare le coorti nella vallata. Mi ha anche incaricato di dirvi che al suono della prima buccina che udirete dovrete far partire il tiro di copertura>>. <<C'è altro?>> <<No, signore>> <<Congedato!>> Il centurione lo allontanò con un cenno della mano. La nebbia si era vistosamente diradata ma persisteva nello spazio sottostante. Sarebbe stato difficile distinguere e centrare i nemici tra quei banchi. Ma la sua unità era stata scelta appositamente per quell'incarico: aveva in dotazione le migliori baliste della legione con il personale meglio addestrato ed equipaggiato. "E' tutto nelle nostre mani: Roma ci guarda!" Rutilio raddrizzò la schiena incrociando le mani dientro di essa, si posizionò in un punto dove potesse tenere tutto sotto controllo e poi aspettò il segnale. Sarebbe arrivato da un momento all'altro e questo significava che i Rezi e i Vindelici erano già stati avvistati. Rutilio non sentiva ancora niente. Ora si era alzato anche un vento fastidioso che non avrebbe giovato minimamente alla comunicazione acustica tra i reparti. Nonostante ciò, continuava a tenersi in allerta per cogliere anche il più piccolo sibilo. Quando arrivò fu improvviso e deciso: il suono, composto da due sole note, secche e prolungate, si diffuse per tutta la vallata infrangendosi, poi, dritto sulle pareti rocciose delle montagne. Non vi erano dubbi: i barbari stavano avanzando e i legionari del legato erano pronti. Ora toccava a lui. <<Uomini, caricate!>> L'ordine fu ripetuto più volte, iniziando dal suo optio Plauto. Decine di assi di legno si mossero quasi all'unisono provocando un assordante rumore mentre le matasse si attorcigliavano facendo tendere i bracci di carico delle macchine. Ogni legionario aveva già preso un dardo pesante colla punta acuminata che brillò severa al leggero sole. Mentre veniva posizionata lungo la rampa di lancio un altro addetto si occupava di fissare il meccanismo di lancio ad una corda. I responsabili delle baliste supervisionavano le azioni pronti a ripetere i comandi gridati dai superiori. Rutilio attese per un attimo, il tempo necessario che tutti gli artiglieri avessero caricato le loro batterie. <<Tirate!>> Con un tonfo deciso il meccanismo di lancio fu sbloccato e i bracci furono sbalzati indietro con violenza, fermandosi negli appositi spazi per contenerne l'impeto. Le matasse si allentarono e i dardi partirono con incredibile velocità piantandosi nel terreno verde della valle. I legionari ancora non avanzavano, ma ora sia Rutilio che Plauzio poterono sentire le urla di sfida che i Rezi e i Vindelici lanciavano agli avversari. <<Quanti saranno, signore?>> Plauto sembrava davvero interessato. <<Spero abbastanza per i nostri dardi>> Rutilio non distolse lo sguardo concentrato dall'orizzonte incerto. Gli artiglieri presero nota del lancio appena effettuato per regolare la distanza e la gittata di ogni macchina. Regolarono quelle che ne avevano bisogno, abbassando o alzando i supporti delle baliste. <<Più precisi sulla sinistra, Cassio!>> Il centurione urlò impietosamente al reponsabile dell'ala sinistra. Grida. Fracasso di armi. Canti lugubri e incomprensibili per i Romani. Si levarono all'improvviso facendo gelare il sangue nelle giovani vene di Plauto: migliaia di barbari spuntarono dalla nebbia sparpagliati su tutto il pianoro lanciando insulti alle schiere avversarie. Alcuni provocavano i Romani avanzando fino a rientrare nel tiro dei pila dei legionari, mostrando i petti protetti da corte cotte e piastre metalliche. Rutilio vide che nessuno dei soldati di Druso si mosse e tutti rispettarono la propria posizione. <<Sono sotto tiro, signore>> Lo informò Plauto. <<Vedo.>> Poi rivolto agli artiglieri:<<Avanti! Tirate senza pietà e abbattete quei cani!>> L'ordine fu appena diffuso che subito i bracci si ritesero, furono caricati e scattarono feroci contro i nemici. I dardi si alzarono in aria raggiungendo il punto più alto della parabola che disegnavano nel cielo. Sembrò che rallentassero per un attimo per poi riprendere ancor più veloci la loro corsa fendendo la nebbia e schiantandosi tra le schiere dei barbari. Alcuni colpi andarono a vuoto e si conficcarono nel terreno o si spezzatono sulle rocce, ma molti altri andarono a segno: alcuni Rezi, che occupavano la parte destra dello schieramento nemico, furono infilzati a due a due, altri furono sbalzati addosso a coloro che li seguivano. Grandi voragini si aprirono anche dalla parte dei Vindelici, ma i barbari sembravano non curarsene e avanzarono correndo verso i ranghi immobili di Druso e Tiberio. Questi, appena visti i nemici urlanti costituire la vera minaccia, ordinarono di serrare i ranghi e prepararsi per subire la carica. <<Continuate, dannazione! Non è abbastanza: voglio vedere più morti impalati su quei dardi!>> Rutilio era deciso a non sminuire la fama di cui godevano i suoi uomini: li aveva addestrati quasi tutti personalmente, quando era responsabile delle nuove reclute, e si era affezionato ai sopravvissuti che ora si trovavano per l'ennesima volta uniti a fronteggiare la morte assieme. Nuovo carico, nuovo tonfo, nuove urla di dolore che si andarono a mischiare con quelle di battaglia. Questa volta i vuoti tra i nemici furono maggiori, ma ancora insufficienti: quattro uomini inciamparono su un solo dardo conficcato al suolo e caddero a terra calpestati dai compagni che correvano come furie con gli occhi rabbiosi iniettati di sangue. Lo stesso sangue che iniziava a bagnare l'erba del pianoro rendendola viscida e pericolosa addirittura per i calzari chiodati dei legionari. Centinaia di elmi brillarono sotto un pallido sole e altrettanti pila si alzarono in volo conficcandosi nelle parti scoperte dei corpi dei Rezi e dei Vindelici, spesso rendendo inutilizzabili piccoli scudi e perforando piastre e armature. Le baliste di Rutilio lanciavano dardi senza sosta. Abbattevano quanti più nemici potevano ma questi non si arrestavano. Sembravano diavoli inarrestabili che non avevano nulla da perdere: sarebbero morti comunque, lì o a Roma come prigionieri; tanto valeva cadere con onore impugnando la propria arma nel tentativo, vano peraltro, di opporsi alla più grande superpotenza del mondo. L'ultimo tiro fu quello più micidiale: un'intera linea di barbari fu colpita interamente lasciando sul campo una scia di cadaveri ridotti ad una irriconoscibile poltiglia sanguinolenta. <<Fermi!>> Rutilio osservò ancora per qualche istante i Rezi e i Vindelici avanzare fino a cozzare contro la linea formata dalle coorti romane. A quel punto la sua squadra poteva fare ben poco: altri tiri di balista sarebbero stati inutili, giacchè avrebbero messo a repentaglio anche la vita dei suoi stessi commilitoni a valle che stavano fronteggiando in uno spietato corpo a corpo quei feroci ed implacabili selvaggi. Gli artiglieri si immobilizzarono accanto alle macchine mentre Plauto si asciugava alcune goccioline di sudore freddo che gli imperlavano la fronte. Rutilio se ne accorse: tutti gli uomini avevano fino all'ultimo muscolo teso fino all'inimmaginabile. La tensione aleggiava nell'aria e vi si poteva respirare assieme, ancora più fredda e palpabile. L'ultima immagine che Rutilio conservò di quella giornata fu il movimento rotatorio della lama di un gladio che cadeva sulla testa di un Vindelico protetta da un elmo di bronzo conico: la protezione andò in frantumi, ma la lama non si arresto e fracassò il cranio dell'uomo. Schizzi di sangue e di materia cerebrale circondarono il tutto in un alone viscido e appiccicoso.1 punto
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Buonasera Stilico e grazie per il link di approfondimento. Posto foto migliori della mia moneta . Al di la del significato letterale della sigla in contromarca, ho notato che le (poche) monete che ho visto sono tutte molto usurate. Questo potrebbe avere una qualche importanza ? Questa la contromarca1 punto
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Cari amici e amiche, Premettendo che stanno scrivendo qui utenti che hanno esperienza da vendere, mi chiedo: non stiamo un pochino precorrendo i tempi? Vero è che l'occhio allenato ed esperto sa ben valutare questa tipologia, vero è che non stiamo parlando di un decadramma vecchio di 2000 e più anni, tuttavia io sarei un po' più cauto nell'esprimere pareri di autenticità. Abbiamo un bordo che si nota a malapena dalle foto, nessun dato metrico-ponderale, tipologia falsificata, spesa di alcune centinaia di euro, nessuna indicazione sulla provenienza... Nell'interesse del nostro @ilchi23 sarei un po' meno frettoloso ad esprimermi sulla sola base di 2 foto. Sbaglio? Felice serata!1 punto
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@Flavio_bo: mi spiace non ci siano risposte a questo quesito interessante, ma mi pare davvero una materia difficile. Personalmente, negli anni ho visto molte monete puniche, ma nessuna contromarcata; mentre ne ho viste spesso di riconiate, con altre puniche o con romane repubblicane.1 punto
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Bella conservazione Cristiano, il millesimo 4 su 3 non è raro da trovare, per quanto riguarda la presunta contromarca non mi fa venire in mente nulla, unica cosa mi pare che sia stata impressa con un movimento rotatorio, le righe al suo interno me lo fanno pensare.1 punto
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Ennesima discussione surreale, non tanto per il tema proposto, ma per quanto avvenuto dopo, e ne fanno fede i numerosi post che siamo stati costretti a oscurare Il CdC te ne sarà grato, e nel fare un favore a noi lo farai a te stesso... a buon intenditor Con questo credo sia stato detto tutto, si può anche chiudere.1 punto
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Ciao Salvo 1973, personalmente, non so se mi è sfuggito qualcosa , ma non ho notato nessun carlino 1788 in vendita nelle ultime aste che ho visionato. per gli amanti di questa tipologia negli invenduti (quindi ancora disponibile al primo offerente) dea moneta asta ACM 22 vi è un carlino 1798 con variante SICIL .. (punto punto) rif. Magliocca 366 raro con perizia dello stimato F. Cavaliere. Saluti Michele1 punto
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Un punto di riflessione interessante che appoggia la tesi della presenza di Massari ad oggi non ancora classificati. Durante la vendita all’asta Baranowski di Milano dell’11/12/1929 e giorni successivi, relativa alla collezione numismatica dell’Ing. Arturo Cuzzi di Trieste e di altri amatori, fu presentato a nome del Doge Marino Grimani, sotto il Lotto n. 762, due esemplari di scudo della croce di cui uno con sigla GE, sigla non presente nel Corpus e nel Papadopoli. Questa sigla GE non comparirebbe nell’elenco dei Massari all’argento per il periodo del dogado Grimani. Si potrebbe pertanto sostenere l’ipotesi che l’esemplare di cui alla presente discussione possa essere effettivamente ricondotto ad un Massaro FI “inedito” il quale abbia portato il proprio estro forse pure con la variante finale diversa. Salvo poi non escludere l’ipotesi, non del tutto remota ma da suffragare con documenti, che alcuni Massari in quel particolare frangente storico non utilizzassero degli alias non individuati, facendo credere che il manufatto fosse da ascriversi ad altro Massaro. Un piccolo passo in avanti…1 punto
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La festività della Befana o dell’Epifania viene festeggiata oltre che in Italia, anche in Spagna, in Francia, in Germania, in Russia, in Islanda, in Ungheria etc., e da paese in paese essa assume connotazioni differenti. In Italia i bambini sono soliti mettere delle calze vuote fuori dalla porta della propria camera o vicino alle finestre in attesa che la Befana arrivi e le riempia di dolciumi e frutta. In Spagna si aspetta l’arrivo dei Re Magi con i doni, infatti la sera prima del 6 gennaio è tradizione mettere fuori dalla porta un bicchiere d’acqua per i cammelli assetati e anche qualcosa da mangiare. In Francia nei giorni antecedenti e seguenti la domenica stabilita, si cucina un dolce all’interno del quale inseriscono una fava e chi la troverà nella sua porzione avrà fortuna tutto l’anno e verrà eletto re o regina della casa per quel giorno. In Germania le persone si recano in chiesa per la messa, inoltre i preti vanno di casa in casa per chiedere delle donazioni destinati ai bisognosi. In Russia i bambini attendono di ricevere i loro regali, portati da Babbo Natale, chiamato Padre Gelo, accompagnato da Babuschka, una simpatica vecchietta. In Islanda il 6 gennaio è il tredicesimo giorno perché da Natale a questa data passano esattamente 13 giorni, la festa della Befana si celebra con una fiaccolata, a cui partecipano oltre al tredicesimo Babbo Natale anche il Re e la Regina degli elfi. In Ungheria i bambini si travestono da Re Magi e vanno di casa in casa portandosi dietro un presepe, ricevendo in cambio qualche moneta. https://newsicilia.it/mondo/rubriche/epifania-come-si-celebra-la-festa-nel-resto-del-mondo-dallitalia-allungheria-ecco-le-diverse-tradizioni/741995/amp1 punto
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Buona sera, ho notato che ultimamente c'è un crescente interesse per il bisante ossidionale. Personalmente, sono fermo a due esemplari. Il motivo è che praticamente, salvo eccezioni, non se ne trovano due uguali. Quindi la collezione sarebbe infinita......1 punto
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Ciao! Ecco a te: Si tratta di un denaro in mistura di Enrico VI e di Costanza, qui hai la completa catalogazione: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-DEC/2 E' del tipo più comune in quanto ha le stelle nel 1o e nel 4o campo della croce. Buona giornata! cc000 Buona Epifania anche a te!1 punto
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Un'imitazione barbarica di Tetrico. Sicuramente @grigioviola potrà essere più preciso. Arka Diligite iustitiam1 punto
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E anche questa me l'hai anticipata!!! Me la ricordo bene questa quadrupla... e anche il suo realizzo! Rimango allora in tema di Sedi Vacanti e propongo queste altre due meraviglie. S.V. 1655 (ex NAC 104) e 1669 (ex NAC 107). Se durante i vari pontificati le quadruple sono rarissime, con il periodo di Sede Vacante siamo al massimo della rarità, considerato il brevissimo lasso temporale e conseguentemente l'esiguo numero di esemplari coniati...1 punto
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Assolutamente d'accordo con te! Le quadruple con i buoi originali ci sono eccome! Ti propongo un confronto tra il testone (anche in questo caso esemplare della mia collezione), una quadrupla autentica (ex NAC 107) e due esemplari che diciamo non convincono affatto!1 punto
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Per la monetazione di Ercole III d'Este è in corso uno studio molto approfondito e sistematico vòlto a classificare i conii dei diversi nominali, le varianti collegate e a collocare il tutto nella corretta cronologia. Al momento sul n°346 di Panorama Numismatico (gennaio 2019) è stato pubblicato lo studio sulle muraiole (alias "Da Due Bolognini) a firma di Alberto Muscio, Claudio e Guglielmo Cassanelli. Spero che a breve si possa vedere la pubblicazione del seguito ciao Mario1 punto
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Se non ricordo male, senza dedica (e senza confezione) è venduta a 80 euro. Di solito, l'aggiunta di una dedica e una data precisa, non da un surplus di valore. Solo nel caso in cui sia verso una persona famosa, il discorso cambia. "Dr G Dissera Brigadin", dovrebbe essere il dottor Giorgio Dissera Brigadin (Cavaliere di Gran Croce). Hai qualche conferma o smentita in merito? In ogni caso, a mio giudizio, non rientra nella categoria di persone famose che possono influire sul valore della medaglia.1 punto
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Nel settembre 2020 in asta Nomisma 62 è stata esitata una quadrupla molto particolare e affascinante: la prima battuta a Roma e relativa alla sede vacante 1590. Posto l'immagine e, anche in tal caso, i commenti del catalogo: "Nel 1590 ci furono due periodi di sede Vacante. Il primo dopo la morte di Sisto V dal 27 agosto al 15 settembre e il secondo dopo la morte di Urbano VII dal 27 settembre al 5 dicembre. Probabilmente l'emissione di questa quadrupla appartiene al secondo periodo, decisamente più lungo di cui in modo emblematico l'immagine del rovescio vuole ricordare la liberazione della Chiesa dalla peste che infieriva nella capitale portando alla tomba anche i papi in carica."1 punto
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Posto le foto della moneta, che @Ivan Giuseppe mi ha inviato per email. A mio avviso si tratta di un normale grosso di primo tipo con i cunei, in cui però le N sono speculari. Attendiamo pareri più autorevoli1 punto
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Mi stupisco onestamente che Rai News perda tempo dietro a simili sciocchezze spacciandole per "notizie" e dedicandogli addirittura attenzione e, di conseguenza, visibilità. Si vede che devono essere a corto di notizie migliori per aggrapparsi a cose del genere... In realtà, per trovare simili inserzioni "folli" non serve nemmeno andare fino in Russia. Anche in Italia abbiamo i classici inserzionisti mattacchioni (per usare un eufemismo) che sparano cifre senza alcun senso logico. Tra l'altro, proprio in ambito numismatico è un fenomeno particolarmente diffuso, tra presunti errori di conio millantati come pezzi rarissimi e monete pseudo-introvabili. Quindi non capisco proprio il senso di questo articolo. Avrebbero potuto, invece, dedicare un bell'articolo di denuncia nei confronti delle inserzioni senza senso, magari di carattere numismatico, che intasano il Web, dimostrando che i prezzi richiesti non corrispondono assolutamente al reale valore di mercato. Ma certamente sarebbe stato più complesso e meno clickbait di un vecchio barattolo di cetrioli messo in vendita ad oltre un milione di euro...1 punto
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Ringrazio tutti gli intervenuti in questa discussione per aver condiviso tante belle monete/banconote/altro nonchè tutti i visitatori. Continueremo in questa discussione dedicata all'amico Mark - villa66 - dove sono state già postate alcune monete del 2021 e dove si potranno ancora postare da domani lunedì 3 gennaio e sino al 9 gennaio domenica. Successivamente, dal 10 gennaio in poi, si proseguirà con il solo 2022 sino al 31 dicembre del corrente anno. Grazie a tutti1 punto
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Sono passati oltre 2 anni dall'apertura di questa discussione, non mi par vero che il tempo sia trascorso così velocemente, in un battibaleno si è arrivati alla conclusione di questa carrellata di tondelli, e non solo, provenienti da ogni dove e sono davvero soddisfatto di essermi divertito con così tanta spensieratezza. Un bravo ed un grazie all'autore, che a mio modesto parere meriterebbe l'appellativo di "lamonetiano per sempre" per la sua costante presenza all'interno di questa comunità, unita da una fervida simpatia, sicuramente figlia anche di questa passione ci accomuna. Il bravo ed il grazie va naturalmente esteso a tutti quelli che hanno partecipato, che con altrettanta passione si è potuto, volendo parafrasare il testo della canzone "Luna" di Gianni Togni, guardare il mondo da un oblò e di sicuro non ci siamo annoiati nemmeno un po ?. Alla prossima ... Grecia - 2 Euro Commemorativo 2020 2500° Anniversario della Battaglia delle Termopili Il monumento a Re Leonida alle Termopili, opera del 1950 dello scultore Vàssos Faliréas1 punto
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Lo studio di Perfetto può interessare gli appassionati di denari lucchesi, ma anche gli appassionati di monete medievali dalle Alpi all’Etna, oltre al fatto che in esso figura un’ulteriore sede di zecca all’interno di Napoli.1 punto
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Ucraina, 10 griven 2020 Moneta dedicata all'Aeronautica delle Forze Armate dell'Ucraina1 punto
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Buongiorno, Con il permesso del possessore, inserisco in discussione un altro rarissimo Grano Cavalli variante SICILAR.1 punto
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