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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/09/22 in Risposte
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Cari amici, in questa trattazione certamente “a puntate” ho deciso di raccontare la monetazione romana in bronzo post 395. Il senso di questo racconto nasce da quella che probabilmente diventerà una pubblicazione, ma che al momento è un semplice work in progress, una sistematizzazione delle informazioni e del materiale da me raccolto negli anni. Ho pensato che riassumere qua, e raccontare questa “fetta di impero” potesse essere di qualche interesse per qualcuno, e magari mi aiuterà anche a raccogliere le idee… Ma partiamo dall’inizio… Il RIC X (Roman Imperial Coinage volume 10) scritto da Kent e uscito nel 1994 è un’opera imponente e un caposaldo della numismatica del tardoantico, ma vedere quanto sia cambiato nella monetazione in bronzo e quante novità siano intercorse in soli 27/28 anni può lasciare stupefatti. Poiché gran parte del mio studiare e del mio scrivere negli anni è stato pertinente proprio al RIC X, e poiché come dicevo le novità sono davvero molte, ho pensato che fosse il momento di “riallineare” se non “rivedere” la moneta in bronzo nel RIC X, riportandola al 2022, quantomeno per tentare di ricollocare una serie di monete e dubbi presenti nel mio database. Il mio lavoro ha come obiettivo, tra le altre cose, di presentare un’immagine per ogni tipologia/officina nota, quindi come ben potrete immaginare allo stato attuale della ricerca….: - ho un quadro delle singole emissioni e varianti che direi chiaro al 90% - ho spulciato le 10.000 e più monete pertinenti e presenti nel mio archivio - ho spulciato il web (certamente non ancora al 100% - dovrò verificare le pubblicazioni di almeno 350 contesti di scavo e tesoretti - dovrò contattare tutti i musei che hanno monete uniche…. Sono già molti…. - etc etc etc insomma, il lavoro non manca…. Ma c’è tanto da poter già raccontare per accompagnare il lettore e magari regalare una piacevole lettura…. Alain Gennari9 punti
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Il lago di Ledro è un piccolo bacino in una valle prossima all'estremo nord del lago di Garda . Nel 1929 un abbassamento, programmato per vicine opere idroelettriche, del livello dell'acqua, ha portato alla luce i resti di un insediamento palafitticolo risalente all'età del bronzo . L'importante scoperta di questo sito, ha restituito, oltre a numerosissime palificazioni, numerosi oggetti del villaggio scomparso ed anche una canoa scavata nel legno I ritrovamenti sono conservati in loco in un museo dedicato .5 punti
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Ricondivido il 3 Cavalli 1790 SICIL con busto diverso di Ferdinando IV e C. 3. fuori i bracci della Croce. Sembra più giovanile . @Asclepia4 punti
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IL RIC X Il volume, per chi non lo sapesse copre il periodo dalla morte di Teodosio I alla fine dell’impero romano. Con una intuizione importante per metà anni ’90, Kent incluse nel volume molte monete imitative, e non solo, emesse dai cosiddetti popoli romano barbarici (Vandali, visigoti, Odoacre, Ostrogoti, etc….). La struttura del volume è per sommi capi la seguente: 1. le monete sono numerate da 1 a 3819, quindi la numerazione non cambia per imperatore né per zecca. Nonostante le critiche che furono mosse da Hahn nel 1996, credo che la numerazione progressiva sia interessante e non allarghi la possibilità di errore nel riportare le attribuzioni come disse Hahn stesso. Quindi pur lavorando solo sulla moneta in bronzo di questo periodo, credo che seguire una numerazione progressiva possa rappresentare un buon modello. 2. nella prima parte si trattano in ordine cronologico gli imperatori orientali da Arcadio a Zenone 3. nella seconda parte si inizia da Onorio e si arriva alla fine dell’impero, con l’aggiunta delle monete di Odoacre & Co. 4. le zecche sono organizzate in riferimento all’imperatore sotto il quale erano ubicate…. Quindi se cerco una moneta di Arcadio emessa dalla zecca di Roma, la troverò nella sezione di Onorio, che era imperatore nella metà di impero che include la zecca di Roma. Su questo modello di organizzazione del volume spendo subito due parole. Questa divisione appare strana, perché ti trovi ad avere le monete a nome di uno stesso imperatore, “sparse” in più luoghi del volume, MA a tutti gli effetti, quando si impara a gestire meglio il volume, la cosa permette di avere una migliore visione della monetazione di una parte dell’impero…un esempio…. Le cosiddette “crocette” ovvero le piccole monete in bronzo monete che presentano al rovescio una croce come tema principale, sono tipiche emissioni orientali. Una “crocetta” a nome di Onorio è di fatto una emissione fatta da Arcadio e spostarla tra le monete di Onorio crea solo confusione… anche perché la complessità sta certamente nel presentare un impero diviso in due, con tipologie monetate differenti, a volte “misure” differenti, dovendo combinare coerenza per imperatore, per zecca, e sincronia tra le emissioni delle due parti dell’impero… Grierson seguì altrove la logica “per imperatore” e quindi tutte le emissioni ad esempio di Arcadio, sono nella sezione di Arcadio. Questo a mio avviso dà una visione d’insieme che aiuta il collezionista/ricercatore nella ricerca, ma diminuisce al contempo la possibilità che il lettore veda alcune interconnessioni o coerenze interne. Partiamo dal periodo da coprire. L’avvio è dato certamente dalla Morte di Teodosio I che lascia l’impero diviso tra i due figli Arcadio e Onorio, anno 395. Il 395 è certamente un punto di partenza da conservare, consapevoli però di tre aspetti fondamentali: 1 – la morte di Teodosio I non è una barriera insormontabile, quindi molte delle monete che erano coniate prima, furono certamente coniate ancora per un periodo più o meno lungo, dovuto anche solo banalmente ai tempi necessari perché la notizia arrivasse, e le zecche si adeguassero 2 – come sappiamo la distinzione tra legenda continua D N HONORIVS P F AVG e spezzata D N HONORI-VS P F AVG permette di distinguere i ruoli, o meglio le posizioni subordinate, ma ci sono dei “ma” … ovviamente la legenda di Onorio non diventa “spezzata” esattamente il giorno dopo la morte del padre (o non dappertutto, e lo vedremo), poi ci sono delle apparenti eccezioni…e poi presto questa “regola” andrà comunque perdendosi nel nulla. Il termine del periodo da considerare è invece un tema più complesso. La separazione tra monetazione romana (fino a Zenone) e monetazione bizantina (da Anastasio), è una semplificazione moderna, e nemmeno numismaticamente corretta (per non parlare dell’aspetto storico) Come dicevo, Kent decise di chiudere con Zenone 474-491, ma la cosa in sé non ha reali motivazioni, tant’è che come scrissi recentemente in un articolo, il primo periodo di Anastasio è pienamente “romano” e ogni sua emissione è esattamente in linea con le emissioni precedenti, almeno fino al 498. Sarà a mio avviso quindi il 498 la data da considerare per chiudere questo periodo, perché nel 498 Anastasio con la sua riforma introduce dei multipli in bronzo con l’indicazione del valore in numeri greci M=40 K=20 I=10 etc…. questa riforma crea una spaccatura, si badi bene, solo per il bronzo, tale da poter dire che “chiude un capitolo”. Si badi bene…. I piccoli AE4 con monogramma di Anastasio furono coniati prima del 498 e dopo il 498 e ad oggi non è possibile distinguerli…. Quindi, io li citerò consapevole che furono probabilmente coniati fino al 512….D’altronde le linee nette che possono semplificare per chi legge, non esistono nella vita reale, e si tenta quindi di sottolineare una sfumatura più che di creare cesure inesistenti. La monetazione “altra”, Odoacre, Ostrogoti, Visigoti, Vandali etc etc etc, non ha motivo di essere qua trattata, perché solo guardando ai bronzi emessi da Odoacre con suo proprio monogramma, è evidente che oggi le varianti note sono talmente tante che non è più possibile tenerle “mischiate” nella monetazione romana. Dal 1994 sono usciti importantissimi lavori monografici e se allora il riferimento era il MEC I in via quasi esclusiva (e certo dopo quasi 40 anni ancora lo è…), oggi ci sono volumi dedicati alle singole popolazioni la cui sintesi all’interno di una trattazione sulla monetazione romana non ha più molto significato. Va poi segnalato che il RIC IX contiene diverso materiale pertinente al post 395, quindi alcuni numeri del RIC X sono di fatto dei doppioni del RIC IX e quando si cerca materiale di questo tipo è spesso difficilissimo tracciare delle righe di separazione Nei prossimi interventi presenterò alcuni “casi” legati ai vari imperatori. Devo subito dire che la struttura del mio lavoro non è definitiva, e se per la questione delle zecche ho seguito l’impostazione di Kent, al momento la progressione degli imperatori non è spezzata tra occidente e oriente, ma segue un ordine un po’ più “cronologico” La scelta non è definitiva, ma il lungo periodo 395-498 può a mio avviso essere suddiviso in sottoperiodi aventi una loro coerenza intrinseca, e forse questo potrà permettere una narrazione ulteriore, nella speranza che non crei solo confusione…. In effetti forse nel macro periodo 395-498 si possono trovare dei sotto-periodi con una loro propria coerenza…. 395-423 – dalla morte di Teodosio I alla morte di Onorio – benché questo sembri spezzare il regno di Teodosio II, a livello numismatico è evidente una piccola frattura o meglio un tendenziale cambiamento. Includere o meno del primo periodo i due anni del regno di Giovanni è una questione di lana caprina. 423-457 – da Giovanni (423-425)/Valentiniano III (425-455) alla morte di Marciano. Ovvero il periodo che presenta per la prima volta in modo indiscutibile la frattura e la distanza “numismatica” tra i due regni 457-474 – il periodo che coincide con il regno di Leone I, l’occidente appare privo di qualsiasi potere 474-498 – il periodo che coincide con il regno di Zenone e chiude con la riforma di Anastasio. In occidente si vede il passaggio sotto Odoacre prima e Teodorico poi.4 punti
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mi avete fatto venir voglia di postare una delle mie. quella del 1609, come ritratto di S. Paolo è la migliore che conosca.3 punti
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Ho tanto l'impressione che in giro ce ne siano molte di più. Se ad esempio analizziamo la serie K17 , quella sopra riportata, mi viene da pensare che in questo caso sia stata trafugata un'intera mazzetta da 100 pezzi - dal 600 al 700 - infatti, ogni nuovo biglietto rinvenuto con questa serie va proprio ad incastrarsi in questa sequenza. L'ultima banconota segnalata da @jaconico 680, ne è ulteriore conferma. Ho la sensazione che lo stesso possa essere successo per la serie W19, in questo caso si potrebbe andare nell'ordine dei 200 pezzi. - Da 800 a 1000 - Vediamo cosa esce in futuro...3 punti
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Certamente i sistemi "tecnici" e pratici di contrasto alle mafie devono necessariamente esistere, ma è illusorio pensare possano contrastare quel fenomeno al punto da risolverlo, nel migliore dei casi possono arginarlo per un po'... Lei è scettico sui cosiddetti sociologi, io invece lo sono sul cosiddetto libero arbitrio, ritengo sia un concetto assai sopravvalutato, la maggior parte degli individui umani obbedisce a tutta una serie di condizionamenti e schemi di comportamento basati su diversi tipi di bisogni fisici e psichici, cose molto ben note ai teorici della politica e del potere, ragion per cui se i principi su cui si basa un sistema comunitario si imperniano su determinati "valori" (avidità, competizione, materialismo) ne discende un contesto estremamente favorevole allo sviluppo di certi fenomeni sociali come le organizzazioni criminali, non è questione di "colpe" sociali, ma semplicemente di contesto, se si vuole uccidere un agente patogeno più efficacemente bisogna alterare il contesto in cui si trova e renderlo per lui inospitale, certo è più difficile che accontentarsi di colpire i singoli individui, ma quest'ultima soluzione non risolverà mai il problema... Sul problema dell'accentramento di nuovo abbiamo diversi scetticismi e punti di vista, nel mio modo di vedere non c'è mafia peggiore di una burocrazia e di una classe politica con pieni poteri, soprattutto in Italia come ben dimostra la nostra storia, tra regimi autoritari, servizi segreti deviati e accordi stato-mafia...3 punti
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Buongiorno a tutta la sezione. Complimenti Cristiano bel pezzo e ottima conservazione. È il conio con il valore dentro i bracci della Croce e senza punti, Controllando il mio esemplare ho notato che provengono dalla stessa liberata ed hanno in comune anche gli esuberi di metallo sia al dritto che al rovescio. Questa variante è riportata solo nel Corpus al numero 193, diametro 18 mm e con un peso di 1,62 grammi . (Collezione Reale). Il Bovi ne riporta 4 di esemplari del 1790 con dati riguardanti il solo peso e non viene fatta distinzione fra conii del dritto con SICI o SICIL. IL MIR riporta al numero 409/3 un solo 1790 con riferimento al Pannuti & Riccio 147 Comune. In nota riporta: Per la data 1790, conosciuta variante con SICIL. IL Magliocca ( Manuale delle monete di Napoli 1674-1860) al numero 347 il SICI e al numero 348 il SICIL , non riporta le mancanze di punteggiatura. Il mio esemplare pesa grammi 1,50 Un caro saluto a tutti, Rocco.3 punti
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L utente Poemenius attualmente è il membro del forum più specializzato con le tardo imperiali, ma oltre che per competenza e professionalità si distingue per gentilezza e disponibilità, se ho cominciato ad approfondire le mie conoscenze su questo settore è anche grazie a lui, mi capita spesso di scrivergli e trova sempre il tempo per rispondere..3 punti
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Buongiorno, errore inedito. Si nonoscono vari esemplari di 5 lire UVA coniati sul tondello delle 2 lire spiga, ma questo è il primo esemplare conosciuto (almeno a me) di 5 lire UVA sul tondello della lira arancia. Peso 1,27 grammi. Si riconosce che non è una normale 5 lire Uva lavorata al tornio da vari elementi. In prima battuta dall'effetto deformazione delle impronte che si verifica quando il metallo è libero di fluire in assenza dell'effetto costrittivo della virola. Si può notare questo effetto al rovescio sul numero "5" (valore) e sui chicchi d'uva inferiori. L'assenza di una sufficiente pressione di battitura e la mancanza della virola in quel punto ha fatto si che il metallo non riempisse interamente le cavità sul conio dei chicchi inferiori e quindi gli stessi risultano come "appiattiti". Secondo elemento è il contorno, Il tondello (della lira) si è posizionato nella camera di coniazione a contatto con la virola ad ore 3:00 ca. e quindi solo in quel punto presenta la zigrinatura, per il resto il contorno è liscio ed evidenzia una superficie "grezza" con una sorta di "sbavatura" che è tipica dei tondelli in Italma non orlettati.2 punti
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Si, è davvero un piacere vedere un disegno datato ed una foto recente della stessa moneta potendoli identificare senza dubbi o quasi, vedere insomma l’evoluzione della scienza numismatica. E dato che abbiamo parlato di Antonino Salinas mi pare opportuno (anche se off topic) allegare i link a tre PDF che ci raccontano del celebre Numismatico siciliano, il secondo è l’elogio funebre che ne fece un altro importante numismatico, Memmo Cagiati. https://www.inc-cin.org/assets/pdf/articles/collectors-salinas.pdf http://www.socnumit.org/doc/Numismatici/SALINAS_Antonino.pdf https://www.academia.edu/39547515/Sulle_tracce_del_Salinas_Testimonianze_inedite_dal_suo_Museo2 punti
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Ti posso assicurare che bastano anche pochi minuti per danneggiare una monetina medievale. Tutto dipende dalla percentuale di rame presente nella stessa. È anche vero che se la moneta è di ottimo fino, difficilmente si rovina con il limone per qualche ora a bagno. Io eviterei a prescindere. Naturalmente questo è il mio pensiero, poi ognuno è libero di fare ciò che vuole. Ci mancherebbe.2 punti
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Ciao prova a confrontarla con questa. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-IGLC/32 punti
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Il tuo consiglio vale forse per le monete d'argento moderne, ma per quelle medievali in mistura, il limone le danneggia irrimediabilmente.2 punti
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Nel mio piccolo studio sui 3 Cavalli , ad oggi ho potuto elencare per il solo 1790 ben 6 monete differenti: 1790 SICI 1790 SICIL senza punti dopo C3 e punto dopo il numerale IV. 1790 SICIL punti dopo C. 3. ma senza punto dopo il numerale IV 1790 come sopra , ma variante al dritto . 1790 Busto diverso e C. 3. fuori i bracci della Croce e senza punto dopo il numerale IV 1790 Busto diverso e C. 3. dentro i bracci della Croce e senza punto dopo il numerale IV Alcuni esemplari del 3 Cavalli 1790 per debolezze di quel conio di rovescio sembrano non riportare il punto dopo C , ma osservando attentamente si nota, quindi secondo la mia esperienza la variante C 3. (senza punto) non esiste. Variante riportata nel Corpus al numero 194 (Collezione Reale).2 punti
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@Poemenius Innanzi tutto i miei complimenti per la chiarezza espositiva su un argomento così complesso e (per me) assai ostico. Devo dire che, in effetti, quelle volte che ho provato ad usare il RIC X ho avuto problemi, non solo per la mia ignoranza in materia, ma anche perchè probabilmente non capivo la logica che ci sta dietro e che ora mi appare già un po' più chiara. Trovo interessante l'idea di porre una maggiore attenzione ad una visione che renda meglio le interconnessioni tra le due metà dell'impero che per semplificazione/facilitazione spesso si tengono a vedere come due entità separate. Trovo infine interessante l'individuazione di alcuni momenti storici cruciali che hanno avuto significative ricadute numismatiche e il considerare la riforma di Anastasio come data di chiusura. Personalmente, sempre più spesso mi piace fare una capatina nel periodo interessato dal RIC IX e lo trovo, nel mio piccolo, assai affascinante. Che dire di più? Che aspetto con piacere i tuoi scritti. Come ho già avuto modo di dire (e mi piace ribadirlo) e' un onore ed un piacere avere nel nostro forum uno studioso come te, tra l'altro anche sempre disponibile con tutti gli utenti, anche con i semplici appassionati. Buona domenica da Stilicho2 punti
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La banconota presenta delle pieghe, come evidenziato da @nikita_ e @wstefano, oltre ad avere delle leggere ondulazioni sul bordo laterale destro e alto dovuta al maneggio per cui non la considero fds (mia opinione). Se fosse possibile avere anche una foto in controluce e con luce radente della banconota si potrebbero evidenziare ulteriori dettagli, comunque è sempre un parere espresso su delle foto. Solo come termine di paragone voglio postare un esempio di banconota fds dove si notano gli elementi architettonici del fronte ma non tali da creare delle pieghe: Volevo far notare che le pieghe sono presenti anche al di fuori del disegno del portale e qualche dubbio rimane. Probabilmente qualcuno esperto in euro potrebbe aiutarci e darci lumi su questo tipo di anomalia.2 punti
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Sarà, verso fine mese, in vendita Xavier Wattebled al lotto 23 un rarissimo esemplare dei primi arcaici dodecadrammi attribuiti ai Derrones di Macedonia . Di stile ed epoca più recente ( 480a.C. invece che 520 a.C. ) unisco un esemplare di simile tipologia passato alcuni anni or sono in Nomos 7 al n. 34 : quest'ultimo ugualmente classificato dodecadrammo, ma con peso calante ( 31,19 g invece che 40,04 g ) .1 punto
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Mi sa che il concetto di base è proprio quello, nel senso che gli annunci così assurdi sono diretti ai multimilionari: si tenta di fare il colpaccio della vita ingannando quelli per cui 400.000 € non sono niente. Tanto mal che vada la rarissima patacca rimane invenduta. Le maiuscole, caravelle82, le maiuscole! ? ?1 punto
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Rocco68,sono contentissimo dell’acquisto,sono queste le monete che mi intrigano e il tarí resterà nella mia collezione a tempo indeterminato. È vero che i falsari erano quelli che”producevano monete con una quantità di oro,di argento…minore di quella prestabilita”. È,però,altrettanto vero che i curatori del “Gigante”,catalogo di riferimento,dovrebbero spiegarci,se operano in questo forum,il motivo per cui,in questa circostanza,i falsari si sarebbero anche impegnati ,in modo scriteriato e fantasioso,a modificare la legenda. Era indispensabile? Era opportuno? Vedevano facilitato e accreditato il loro lavoro? No,si sarebbero solo comportati da sciocchi e avrebbero potuto fare qualsiasi mestiere fuorché quello del falsario. Tutto ciò mi preme ribadirlo:non capisco proprio come si possa andare contro la logica!!!1 punto
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Sono daccordo Alain Anche se vediamo delle cose simili catalogate quasi come varianti... Monete con AVG PRETORIE oppure PRETORIE AVG, ad esempio, penso che siano causa di una svista, non volute... Il Traina ha fatto un intero volume, molto bello ed interessante, catalogando i punti nelle legende... Un preparatore di coni può inserire o no un punto fra una lettera ed un altra e dimenticandoselo nel conio successivo? Sono comunque particolarità che risultano interessanti.. un simile errore facilmente rilevabile e mai visto vuol dire che era probabilmente su un solo conio ed il fatto di non averne visti altri significa che sono stati utilizzati un mucchio di coni per queste monete!1 punto
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Nel 2019 è uscita una versione aggiornata ed ampliata del RIC 2 per la parte relativa ad Adriano (RIC 2.3 Hadrian). Ciò ha comportato la totale rinumerazione delle monete, il che spiega il motivo per cui al numero 316 corrisponde ora una moneta diversa. Pertanto, qualora sia stata confermata l'esistenza di una variante di legenda AFRICA su un esemplare ufficiale (i suberati comunque non sono ritenuti tali) essa avrà un numero diverso. Non so però dirti quale, non possedendo questo volume del RIC. Una tale variante era peraltro presente sul Roman Silver Coins Vol II con N. 9b, ma con diritto di tipo diverso dal tuo (busto drappeggiato).1 punto
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Si figuri, nessuna polemica, stiamo solo confrontando diversi punti di vista. Sul merito colpe, sicuramente i reati devono avere nomi e cognomi, ma i fenomeni sociali, e le organizzazioni criminali lo sono, hanno basi di sviluppo che vanno ben oltre i singoli individui, non si tratta di cercare salvacondotti ma semplicemente di capire le cause più profonde di un fenomeno, gli esempi storici esemplificano bene il problema, combattere le mafie con semplici mezzi repressivi o "tecnici" può colpire alcuni individui ma non il fenomeno, gli individui vengono sostituiti, persino quelli in carcere in molti casi trovano ancora il modo di incidere, quelli uccisi sanno che i loro parenti e sodali riceveranno "indennizzi ", molto spesso gli individui colpiti sono bassa manovalanza o capi del " reparto militare" dell'organizzazione, raramente vengono presi gli esponenti al più alto livello, gli "imprenditori"e i "politici", ben mimetizzati all'interno delle strutture economiche e di potere legali, ergo è come combattere un'idra, non importa quante teste si taglino, saranno sostituite... E questo accade persino quando intere organizzazioni vanno in rovina, il cartello di Medellin cadde e al suo posto ascese quello di Cali... La stessa Colombia decadde da centro dominante del traffico di coca, ma il traffico è più prospero che mai in Messico... E gli esempi che si potrebbero fare sono infiniti...1 punto
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La tua moneta è già stata ampiamente devastata nel tentativo di rimuovere quelle concrezioni nere in maniera meccanica. Si notano infatti i segni di energiche spazzolature che hanno rovinato la sottostante porzione in mistura. Anche nel centro del verso si nota la completa delaminazione dello strato superficiale a seguito della rimozione meccanica dell'incrostazione. Il problema è che l'incrostazione è un tutt'uno con la lamina superficiale della moneta (probabilmente si tratta di solfuro d'argento) e se elimini fisicamente o chimicamente l'uno, lesioni l'altra, restando con una superficie informe e porosa. Contrariamente a quanto sostiene @coinscollector000 io sostengo che piuttosto che fare pasticci con prodotti di fortuna (prodotti reperibili negli spazi compresi fra cucina , bagno e garage) è meglio affidarsi a materiali specifici, o almeno puri (per capirci, acido citrico piuttosto che succo di limone). I complessanti che meglio funzionano nella pulizia dell'argento e delle misture sono sicuramente l'EDTA e/o l'ammoniaca in percentuale fra il 20% e il 40%. Purtroppo anche questi prodotti sono poco o nulla efficaci nei confronti del solfuro d'argento. Se proprio senti la necessità d'intervenire puoi provare con l'immersione in soluzione di cianuro di sodio o cianuro di potassio (metodo decisamente sconsigliato e che è già costato la vita a qualche distratto numismatico, vedi John Sanford Saltus). Più facile, sicuro e pratico è il sistema con bicarbonato, alluminio e acqua distillata calda... il procedimento lo trovi nel collegamento: http://notedichimica.altervista.org/pulire-l-argento.html Ma considera come importante e non trascurabile anche l'opzione dell'astenersi da ulteriori tentativi... quelli già provati hanno già provocato abbastanza danni. Meglio una moneta "intatta" anche se ancora anonima (per la classificazione corretta c'è sempre tempo) che una moneta totalmente rovinata e probabilmente anonima per sempre... ciao Mario1 punto
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Pìù che altro per un portachiavi, da quanto ne so questa pratica era in uso in Venezuela negli anni '50 '70. Di queste monete ce ne erano in grande abbondanza e le persone le tesaurizzavano come argento a peso, va da se che conveniva mettergli un cerchietto dello stesso materiale (25 gr per la moneta + 2/3 grammi per l'argento) per non cambiare nel totale la natura stessa del metallo.1 punto
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CONSUNTA CERATA Pensa, guardando dal telefonino, non vedevo la N sulla bocca della donna. Buon pomeriggio da Stilicho1 punto
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Proprio in quanto non professionisti e in fondo poco esperti ,tutti, perché invece di cercare cordoli, segnali di vita e altre cose varie non si prova a confrontare l'esemplare in discussione con esemplari posti in vendita in posti seri , credo basti il rovescio...il peso....poi se sia pressata, coniata conta poco...1 punto
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Infine, per quanto riguarda questo particolare, ci sono altri esempi con "bocca aperta", come questo proveniente da Artemide Aste..1 punto
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Il tipo più vicino al tuo, classificato dall’Attianese, si trova al n. 168 (pag. 120), che poi sarebbe anche l’unico con testa a Sx e Biga a Dx, ma cambia il simbolo sotto la Biga, diverso dal tuo.1 punto
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Buongiorno, come sottolineato da @lipari potrebbe non essere un’emissione Brettia, d’altronde lo stesso Attianese, nel testo che hai citato (La monetazione dei Brettii), sottolinea la "somiglianza con le monete di Gerone ll di Siracusa" oltre alla estrema rarità. Allego la pagina in questione con i particolari dei due esemplari catalogati da Attianese .1 punto
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Illuminante amico:) . Cercherò queste varianti...quella con il busto diverso la cerco da un pò. Poi mi pare di capire che per il tipo SICI, varianti al momento non ce ne siano...giusto?1 punto
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Ciao, non è una medaglia. È un token, un gettone da gioco. Valore trascurabile, di solito sono scambiati per meno di 10 euro. https://www.ebay.it/itm/Gettone-Jeton-Token-con-contromarca-Contremarque-RF-Victoria-Regina-/254364187692?mkcid=16&mkevt=1&_trksid=p2349624.m46890.l6249&mkrid=724-127637-2357-0 Buona domenica1 punto
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Spesso capitavano errori nella preparazione del conio1 punto
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Continuo nella ricerca bibliografica ed e’ chiaro che non posso non citare il Papadopoli, Le monete anonime di Venezia dal 1472 al 1605 (Milano 1906). Il Papadopoli descrive l’esemplare del Bagattino di Sebenico e le sue 24 varianti, di cui agli allegati.1 punto
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Tenuto conto che la testa di Ottaviano è nuda e i denti della mascella superiore sono rivolti verso l'alto, penso che la moneta sia riconducibile alla seconda tipologia. AB1 punto
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Inauguriamo il 2022 con una nuova piccola monetina ...di quelle che sono la mia passione!!!!!! Con questa esco dal mio solito standard di monetine rasenti la perfezione o quasi (purtroppo ho il difetto che mi piacciono cosi), ma per questa tipologia non sono riuscito a fare di meglio!!!!!? Purtroppo la moneta presenta una marcata schiacciatura di conio in corrispondenza della faccia e della spalla di San Paolo, ma devo dire che il dritto mi soddisfa veramente molto...non presenta debolezze ,con un usura minima, e i rilievi ben delineati. Il giulio in questione viene classificato come Muntoni 57 e la rarita' e' veramente di tutto rispetto....sul Mir viene riportato come RRR, poi magari qualcuno potrebbe avere qualche dubbio cercando i passaggi?. Personalmente, nonostante venga riportato della stessa rarita' di quello classificato come Muntoni 60, ritengo che il Muntoni 57 sia, tra quelli con il busto al dritto, parecchio piu' difficile da reperire . Purtroppo le foto sono come al solito una tristezza ?.......dimenticavo , peso pieno 3,24 grammi1 punto
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Buon pomeriggio Assolutamente d'accordo riguardo la tessera/gettone che imita grossolanamente il Bezzo da 6 Bagattini. Non solo ricalca l'immagine della Madonna con Gesù in braccio, ma anche le iniziali R C L A, nonché la presenza dell'esergo dove si intravede appena qualche cosa .... saluti luciano1 punto
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Buongiorno, procedendo nel nostro excursus dorato attraverso i pontificati, giungiamo a Clemente IX, al secolo Giulio Rospigliosi, che nonostante il breve pontificato di soli due anni (1667-1669), coniò una bellissima e rarissima quadrupla, con un rovescio inedito nella composizione e nella legenda, pur non originale nella tematica. Si tratta della quadrupla "CANDOR LVCIS AETERNAE" (Splendore della luce eterna), legenda questa inedita e mai più utilizzata (ne prima ne dopo) tratta dall'opera del vescovo Ildeberto (XI-XII secolo) "Sul mistero della messa" e chiaramente riferita all'Immacolata, ritratta con la usuale iconografia. Questa quadrupla fa riferimento ad una delle decisioni in materia liturgica che venne introdotta da Clemente IX durante il suo pontificato: Clemente IX infatti diede sviluppo alla liturgia dell'Immacolata stabilendo nel 1667 che la festa dovesse essere celebrata per gli otto giorni seguenti l'8 dicembre (ottava). Piccola curiosità extra numismatica: tra il 1667 e il 1669 fece collocare dieci angeli in marmo sul ponte che conduce a Castel Sant'Angelo. Da allora anche il ponte viene chiamato Sant'Angelo. Ex VL Nummus1 punto
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Buongiorno gente e buona epifania...tiro su questa discussione condividendo un recente acquisto, 3 cavalli 1790 SICIL, è il mio quinto mezzo tornese...che vi pare? Qui mancano i punti dopo C e dopo 3. Saluti!1 punto
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Proprio per iniziare a mostrare qualche moneta, ecco l'alfa e l'omega della produzione di quadruple papali: la prima e l'ultima quadrupla cronologicamente coniate nello Stato Pontificio: Gregorio XIII coniò la prima quadrupla papale in assoluto, battuta proprio a Bologna, la città che diede i natali a papa Boncompagni. Come già detto, si tratta di una moneta di esimia rarità, che forse fu coniata a Bologna da Gregorio XIII come nuovo massimo nominale aureo in onore della sua città! La foto è quella del MIR. Al R/ la legenda HINC FIDES ET FORTITUDO: "Da qui fede e fortezza". Allude alla fama di dottrina e di pietà religiosa di cui godeva Bologna. Bologna è infatti la sede della prima università italiana, fondata nel 1088, fatto che determina che su moltissime monete la legenda che identifica la città sia "BONONIA DOCET". Il nome "Felsina" è il nome antico di origine etrusca della città di Bologna. Il nome "Felsina" (pronuncia: Fèlsina) è menzionato da Plinio il Vecchio (Naturalis historia, III, 115): «Intus coloniae Bononia, Felsina vocitata tum cum princeps Etruriae esset...» «Dentro [c'è] la colonia di Bologna, chiamata Felsina quando era la principale dell'Etruria...» (Plinio il Vecchio, Nat. Hist., III, 115)1 punto
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Litra68,concordo con la tua chiara e lucida analisi. Puntualizzo che,secondo me,bisogna separare la FINALITÀ dal RISULTATO. La “finalità “ accomuna tutti i falsari e consiste nell’obbiettivo di riprodurre,”il più fedelmente possibile” un’opera originale. Il “risultato”è strettamente legato alla maestria,all’abilità ,così come ai materiali o ai mezzi di cui si dispone. Per quanto riguarda il tarí 1798 “s” rovesciate viene a mancare proprio la “finalità “,cioè la base di tutto. Si può puntare a copiare il più fedelmente possibile una moneta se,poi,volutamente e inspiegabilmente,si introducono nella leggenda sostanziali variazioni del tutto fantasiose e prive di qualsiasi giustificazione plausibile? Variazioni,oltretutto,ripetute su più conii! Sono d’accordo che i fruitori dell’epoca non erano nelle condizioni di sottilizzare,ma quale era la finalità del falsario? O forse non sapeva incidere le “S” o altri segni in modo corretto? Secondo me,chi ha coniato quelle monete puntava più a lanciare dei segnali,con i mezzi che aveva a disposizione,che a falsificare! Ed è in base a queste considerazioni che mi chiedo come il catalogo “Gigante” possa parlare,senza mezzi termini,in maniera perentoria, di “falsi d’epoca dal conio grossolano e dal peso calante”. Il peso calante,da solo,non certifica nulla se poi tutto il resto depone chiaramente contro la logica di una possibile falsificazione. Visto che viene pesantemente penalizzata una moneta interessante e da interpretare,i curatori del “Gigante” potrebbero anche finalmente spiegarci su cosa basano le loro certezze ! Se sussistono dubbi,meglio non pronunciarsi!1 punto
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Buonasera e auguroni di buone feste a tutti i papalisti!!!!! Per gli amanti dei giuli come il sottoscritto ?, posto al volo una monetina fresca fresca appena arrivata.......monetina di non difficile reperibilita', ma che ho faticato non poco a trovare cosi!!!!!? Roma - Alessandro VII - Giulio - gr.3,20 - Munt.14 p.s. le foto sono pessime, quindi preciso direttamente che tutte le "striature" visibili nei campi, sia al dritto che al rovescio , sono in rilievo?1 punto
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Buonasera a tutti, è proprio grazie a Rocco, @Rocco68, che ho iniziato a collezionare e ad amare questi piccolissimi gioielli. Sono come le ciliegie uno tira l'altro, secondo il mio progetto mancherebbe 1788 e 1804 Saluti Alberto1 punto
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Anche a me piacciono moltissimo! Nessuno che dica che gli piacciono le monete lussemburghesi o olandesi, chissà perchè. Le mie preferite comunque, qualità di conio a parte, sono proprio le italiane.1 punto
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