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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/10/22 in Risposte
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Noto nell'ultimo periodo un vero tripudio di presunti errori di conio sulle monete euro. Per carità, è bello che la gente presti attenzione a ciò che gli capita tra le mani anche perché credo possa essere il primo seme per poi far nascere un interesse più ampio nei confronti della numismatica. Tuttavia, cerchiamo di essere realisti: anche in monete coniate con metodi ultra-standardizzati come gli euro, possono verificarsi piccolissimi errori. Perciò, a fronte di miliardi di monete coniate, è "fisiologico" che qualche decina di migliaia (o forse anche di più) presenterà almeno un micro-difetto. Poi, a meno che non si tratti di errori che balzano immediatamente all'occhio per quanto eclatanti (come ad esempio una forte decentratura), difficilmente ci sarà un vero interesse collezionistico per queste monete. Infine, piccola cortesia che chiedo a @luigibarile (ma non solo lui): cerchiamo di essere il più completi possibile quando apriamo una discussione o scriviamo un intervento. Spesso mi capita di leggere: "Ho trovato questa moneta con un errore di conio" e di seguito foto microscopica o poco definita. Poi vedo utenti volenterosi che si scervellano per interpretare questo ipotetico errore, scandagliando da cima a fondo le foto, mentre magari l'utente in questione sparisce dal forum (non è il suo caso sig. Luigi ma spesso capitano queste cose). Non sarebbe più semplice chiarire immediatamente in cosa si sostanzia tale errore e risparmiarci almeno un po' di fatica? Cerchiamo di aiutarci a vicenda, per favore...5 punti
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Buongiorno...oggi condivido una mezza piastra forse la più comune, 60 grana 1798, questa porta degli evidenti difetti di conio che ho già riscontrato su altre mezze piastre del tipo. Buoni e freschi i rilievi nel resto della moneta e bella la patina. Un caro saluto.4 punti
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Il tema della monetazione repubblicana ha anche l'intento e la speranza di avvicinare anche quei giovani, magari neofiti, che si spera si possano appassionarsi al mondo della numismatica. Del resto il primo approccio di colezione per molti è stato proprio con le monete della repubblica2 punti
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Grazie dell'invito ma preferisco starmene più tranquillo possibile, ho già dato molto in passato.2 punti
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Vi allego anche la copertina:2 punti
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Stupisce non poco la moneta RIC 89, che emessa a nome di Teodosio II durante il regno del padre, presenta già una legenda spezzata e non ininterrotta come nella RIC 90. RIC 106 - 141 Le cosiddette crocette… una tipologia di fatto molto innovativa perché presenta la croce come tema portante del rovescio. Attenzione, queste crocette sono TUTTE con la legenda al rovescio. Quelle senza legenda saranno sotto il regno di Teodosio II Per quanto queste monete siano abbondantissime, le varianti citate dal RIC di cui non possiedo alcuna immagine sono davvero tante, e questo è sorprendente se si pensa che nel mio database ci sono circa 400 foto di monete con al rovescio la croce. La complicazione maggiore, per il neofita, direi che sta nel riconoscere e distinguere Nicomedia da Eraclea. Di norma la croce di Nicomedia è più sottile e potenziata in modo sottile, ma se si guarda solo la zecca SMH + officina o SMN + officina, l’errore di attribuzione è dietro l’angolo perché N e H sono spesso rese nel medesimo modo. È utile a mio avviso notare che già con questa emissione, probabilmente a causa del piccolo modulo, iniziamo a vedere infranta la regola delle legende spezzate/ininterrotte, e così abbiamo legende ininterrotte per Arcadio, RIC 111 per fare un esempio, e magari spezzate per Teodosio II, RIC 125 per esempio. Infine la serie GLORIA ROMANORVM Tre imperatori stanti frontali Da RIC 141a, che include un errore corretto negli addenda del 1995, a RIC 159 Quando arcadio muore, la serie continua, con al rovescio solo due imperatori… Onorio e Teodosio II, e quindi troveremo questa continuità sotto il regno di Teodosio II da solo. Prossima “puntata” Onorio, e si passa in occidente e soprattutto in Italia!2 punti
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Scusate, ma il catalogo è reperibile (come tutti quelli NAC) sul sito della Casa d'Aste ... e il bello è che si vedono anche le immagini diritte! https://www.arsclassicacoins.com/catalogues/auction-14/2 punti
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Ci mancherebbe,per questo noi, faremo invece informazione,facendo la nostra parte?2 punti
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Hippalektryon, chi era costui? La storia comincia (o meglio ricomincia) nel 1868. Nei pressi delle mura di Volterra viene rinvenuto un ripostiglio costituito da alcune verghe d'argento, una statuetta a forma di leone, sempre d'argento, un tondello non coniato e 65 minuscole frazioni arcaiche, il tutto contenuto in un recipiente ceramico, probabilmente di bucchero (IGCH 1875). La scoperta viene immediatamente messa in relazione con quella avvenuta l'anno precedente ad Auriol, a pochi chilometri da MarsIglia, dove, sempre in un contenitore ceramico, erano state rinvenute 2130 frazioni arcaiche, per la stragrande maggioranza di tradizione ionica (IGCH 2352). Il ritrovamento del "Tesoro di Auriol" aveva fatto un certo scalpore, avendo per la prima volta portato alla luce in maniera imponente quella che è considerata una delle prime monetazioni d'occidente, realizzata dai coloni focesi, fondatori di Marsiglia, durante il VI sec. a.C. All'epoca del rinvenimento, proprio in ragione di questa stretta relazione, ci sarà anche chi arriverà a mettere in dubbio la genuinità del ripostiglio di Volterra, ipotizzando un'operazione speculativa messa in atto da qualche commerciante. In effetti la coincidenza è curiosa, ma ancora più curioso è che gli altri due più importanti rinvenimenti contenenti frazioni di tipologia riconducibile a quella dei pezzi di Auriol si situano in quella stessa manciata di anni: nel 1862 era stato rinvenuto il tesoretto di Morella (Spagna centromeridionale, IGCH 2311), contenente 21 monete di cui alcune di quello che sarà successivamente definito "tipo Auriol", e nel 1868, stesso anno di Volterra, quello di Pont de Molins (Catalogna, IGCH 2313), contenente 46 monete e, proprio come a Volterra, alcune verghe d'argento grezzo. Sulla base di questi rinvenimenti monetari, e di altri epigrafici ed archeologici, prenderà consistenza la conoscenza di quel milieu culturale che dalle coste dell'Etruria a quelle spagnole, passando per la Provenza, vedeva nel VI secolo l'incrociarsi di mercanti Etruschi e Ioni, lungo rotte commerciali punteggiate di scali ed empori, che facevano perno sulle colonie focesi di Marsiglia, Aleria, probabilmente Emporion, e l'Etruria settentrionale costiera (la pesenza di una comunità di ioni è attestata a Populonia), in quello che all'epoca può considerarsi l'estremo occidente, il Far West appunto, della colonizzazione greca. Ma torniamo all'Hippalektryon, e a Volterra. Il ripostiglio fu smembrato, quindi in parte ricostituito presso il medagliere di Firenze, successivamente "perso" in seguito all'alluvione dell'Arno, ricercato inutilmente a più riprese dal Pautasso per conto del Furtwaengler, finalmente ritrovato e pubblicato nel 1975 dalla Cristofani Martelli. La composizione superstite (52 pezzi) è la seguente: a) 1 es. con foca natante a d. e globetto b) 1 es. con testa di foca a s. c) 3 es. con testa di foca a d. d) 1 es. con testa di ariete a d. e) 1 es. con protome di capro rampante a s. f) 1 es. con testa di rapace a d. g) 3 es. con testa femminile a d. h) 2 es. con elmo ionico a s. i) 17 es. con Hyppalektryon a s. l) 7 es. con Hyppalektryon a d. m) 15 es. con Gorgoneion Fin dall'epoca del rinvenimento le monete furono generalmente attribuite a Marsiglia, per similitudine (e in alcuni casi identità) con in pezzi di Auriol, fino al 1973 quando il Furtwaengler (il principale studioso della monetazione arcaica di Marsiglia) sulla base dei tre pezzi pubblicati dal Gamurrini nel 1874 proponeva un'attribuzione "etrusca" della maggior parte dei pezzi di Volterra. Nel 1975 finalmente le monete venivano ritrovate nei magazzini di Firenze e pubblicate, e la Cristofani Martelli proponeva le seguenti attribuzioni: a) 1 es. con foca natante a d. e globetto - Focea? b) 1 es. con testa di foca a s. - Focea? c) 3 es. con testa di foca a d. - Focea? d) 1 es. con testa di ariete a d. - Provenza (Auriol) e) 1 es. con protome di capro rampante a s. - "imitazioni occidentali" f) 1 es. con testa di rapace a d. - "imitazioni occidentali" g) 3 es. con testa femminile a d. - imitazioni locali di imitazioni provenzali h) 2 es. con elmo ionico a s. - imitazioni locali di imitazioni provenzali i) 17 es. con Hyppalektryon a s. - Etruria (Populonia?) l) 7 es. con Hyppalektryon a d. - Etruria (Populonia?) m) 15 es. con Gorgoneion - Etruria (Populonia?) con una datazione tra la metà del VI e quella del V sec. Quasi in contemporanea alla pubblicazione del ripostiglio da parte della Cristofani Martelli, nel 1976, usciva l'opera monumentale del Furtwaengler sulla monetazione arcaica di Marsiglia che, del tutto indipendentemente, confermava in sostanza queste attribuzioni, escludendo la pertinenza provenzale di tutti i tipi di Volterra con l'esclusione del pezzo a testa d'ariete. Negli anni succssivi, soprattutto a causa di ricerche clandestine col metal detector (rispetto alle quali in territorio francese, pur essendo illegale, c'è purtroppo una certa tolleranza di fatto) una ventina di esemplari dei vari tipi "Volterra" (compreso qualche esemplare di Hyppalektryon e Gorgone) venivano rinvenuti in Provenza, ma anche in Catalogna, e da parte di alcuni numismatici francesi veniva proposta una riattribuzione Marsigliese o provenzale. Tesi rifiutata nel 2002 dal Furtwaengler, in ragione della massiccia diffusione nelle zone oggetto dei rinvenimenti di importazioni etrusche di VI sec. (bucchero e ceramica etrusco-corinzia), nonchè dalla presenza stabile, attestata epigraficamente, di mercanti etruschi che effettuavano scambi argento monetato (Pech Maho ed Emporion). L'attribuzione è quindi mantenuta in ambiente etrusco, forse nell'ambito di una comunità di mercanti Ioni residenti a Populonia, l'utilizzazione nell'ambito di una rete commerciale greco etrusca che copriva la zona costiera tra la Toscana e la penisola Iberica. Ma l'Hippalektryon? Eccolo l'Hippalektryon, in tutto il suo orrore (anche la foto ci mette del suo...) gr. 0,98 E' proprio roba da Far West... Siamo agli albori della monetazione etrusca, o si tratta dell'opera di coloni focesi installati in Provenza? Certo è che guardando la gorgone (o ciò che ne resta) nel sottomultiplo, l'ipotesi Populonia non sembra poi così remota.... gr. 0,48 Fatto sta che tanto l'Hippalektryon che la gorgone di Volterra hanno trovato posto nella SNG di Firenze.1 punto
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Ciao Antonio, anche a me sembra anonimo. Non credo sia necessario pensare ad una imitativa, tanto piu' che lo stile sembra molto corretto, direi anzi bello. Pesi simili si trovano abbastanza frequentemente nelle produzioni tarde, inizio del primo secolo a.C.1 punto
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Occhio non credo... C'è il puntino che probabilmente è quello del compasso che ha aiutato a creare la stella. Arka Diligite iustitiam1 punto
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qst mi sa tanto di patacca ma gli esperti sapranno confermare o smentire1 punto
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Salve, Visto che sono un appassionato di cataloghi di asta mi piacerebbe capire meglio quali fonti indicherebbero una diversa attribuzione rispetto a quanto indicato sul catalogo Domenico Rossi. Con il massimo rispetto per Francesco77 ritengo che il post non possa considerarsi una fonte attendibile, poiché lo stesso scrivente nutre dei dubbi ed inoltre non è riportato nessuna prova concreta. Mi potrebbe indicare se in letteratura viene indicato qualcosa? Se si, dove? Sicuramente il catalogo della collezione Rossi riporta un "errore/imprecisione". Non è corretto indicare il nome del collezionista in grassetto e insieme al titolo se questo non è riportato sul catalogo, andava riportato come nota/commento. Comunque, ad oggi per me fa fede quanto riportato sul catalogo Rossi.1 punto
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Buonasera Tutto normale,è proprio cosí. Come consiglio,ti suggerirei,di fare subito un paragone con un ' altra dello stesso anno sul web,cosí ti renderai conto che è tutto nella norma? Saluti1 punto
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Certamente come sempre Piacenza non e’ solo monete ma anche tanto altro ...1 punto
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Ciao Fausto mi sembra evidente che l'anellino non c'è... Vado a controllare poi sul Simonetti...1 punto
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Scrivere non costa molto..... inviterei questi neofiti, oltre che proclamare ai quattro venti l'esistenza di questi pseudo errori, la gentilezza di evidenziare, dettagliatamente, in cosa consistono questi errori. Saluti TIBERIVS1 punto
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Buona Sera a tutti, anche quest'anno il Circolo Numismatico Romano Laziale ha pubblicato la propria rivista annuale. La rivista sarà disponibile a partire da metà febbraio, intanto è possible prenotarla, al costo di €. 15.00 oltre spese postali alla seguente email: [email protected] Il IX volume del C.N.R.L., “Appunti Numismatici 2022”, conta ben 408 pagine, in carattere Times New Roman n. 11, è stato stampato in 200 copie a colori su carta opaca da 100 gr, in formato A5. La copertina è 4+4 su carta patinata opaca da gr. 300 plastificata, con allestimento in brossura e cucitura in filorefe. Il IX Quaderno di Numismatica comprende 16 articoli, con argomenti che vanno dall’epoca preromana ai nostri giorni, Alla stesura hanno partecipato: Bernardino Mirra; Michele Chimienti e Fabio Pettazzoni; Gianluca Mandatori; Alessandra Parrilla; Blandor Abazi; Fabio Scatolini; Fabrizio Arpaia; Michele Guarisco; Eliodoro Vagliviello; Alessandro Giaccardi; Giuseppe Pandolfo; Davide Fabrizi; Antonio Cecere; Graziano Capponago Del Monte; Antonio Giovinale; Gian Franco Macri; Alessio Sena e Patrizia Di Monte. Patrizia Di Monte, Presentazione: Il presidente riassume gli eventi organizzati dal Circolo durante il 2021, pochi purtroppo causa la pandemia che ha bloccato ogni attività mondiale. Si rammarica profondamente per la perdita, a volte prematura, dei tanti numismatici scomparsi nel funesto 2021, tra i quali alcuni lasciano una ben delineata orma nella storia della Numismatica moderna. Evidenzia, con profonda gratitudine, il Premio 2021 assegnato al C.N.R.L. dall’Accademia Italiana di Studi Numismatici, come Miglior Circolo per la Diffusione della Cultura Numismatica. Ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla stesura del volume, collaborando o sostenendo la pubblicazione: gli Autori, le Case d’Asta, i Commercianti ed i singoli Collezionisti. Un particolare e sentito ringraziamento lo dedica al Comitato Redazionale, senza il quale il IX Quaderno non avrebbe avuto vita, per l'impegno ed il sostegno profuso al completamento dello stesso. Bernardino Mirra, Introduzione: Il prof. Mirra riflettendo sull’attuale situazione epidemica sottolinea i minori appuntamenti e convegni numismatici avuti nell’anno appena trascorso, soffermandosi particolarmente sul Veronafil, unico convegno ad essere stato completamente soppresso nel 2021. Fa notare, con compiacimento, la partecipazione di giovani numismatici alla stesura di Appunti Numismatici 2022, sperando che la loro passione, continuando negli anni, porti nuova linfa alla letteratura numismatica. Fabio Pettazzoni, Michele Chimienti, Serapide: Il nome di questa divinità, in greco Serapis (Σεράπις), deriva dalla fusione dei nomi delle divinità egiziane Osiride, in greco Osiris (Οσιρις) e Api, in greco Apis (Απις). Osiride, secondo la mitologia egiziana, era un arcaico re, che in seguito era divenuto una divinità. Aveva insegnato l’agricoltura e la religione. Molti erano i miti che lo riguardavano, nel più comune sarebbe morto assassinato e smembrato nel Nilo dal fratello Seth. Grazie alle pratiche magiche della moglie/sorella Iside sarebbe poi risuscitato e divenuto sovrano e giudice supremo dell’Oltretomba. Straordinariamente questo mito non ci proviene da papiri egizi o da testimonianze epigrafiche, ma è tramandato da Plutarco in un’opera intitolata “Iside e Osiride” del II secolo d.C. Gianluca Mandatori, La produzione monetaria di Suessa Aurunca: contesto storico e tipologie: A Sud-Ovest del vulcano spento di Roccamonfina, lungo il pendio tufaceo che declina verso il Golfo di Gaeta, poco distante dal corso del Garigliano, sul confine naturale tra il Lazio e la Campania, sorgeva l’antico abitato di Suessa Aurunca. Il presente contributo fornisce una panoramica, storicamente contestualizzata, sulle emissioni di questa importante colonia. Alessandra Parrilla, La storia di Tiberio, ovvero la vita di un uomo che divenne imperatore suo malgrado e che cercò sempre di allontanarsi da Roma: Parlare di Tiberio significa, in genere, descrivere un imperatore che non è stato in grado di suscitare particolare simpatia: succedere all’amato Augusto e aver consegnato Roma nelle mani dello spietato prefetto del pretorio Seiano, sono i due elementi che hanno contribuito ad alimentare i pettegolezzi, cui spesso gli storici credevano pur di creare una narrazione avvincente. Tuttavia, la storiografia moderna ha revisionato questa interessante quanto valida figura storica, mettendo in luce aspetti che, se attentamente valutati, consentono di spiegare e giustificare, o anche sfatare, fatti che, quando non falsi, vanno contestualizzati adeguatamente. Blandor Abazi, La dracma illirica di Apollonia della fase transitoria e l'Apollodenario o il denario apollineo: Apollonia d'Illiria continuò a fiorire anche sotto il dominio romano, come testimonia il famoso oratore Cicerone nelle sue Filippiche, definendola “Magna Urbs et Gravis” cioè: “Grande ed Importante Città”. Apollonia sotto l'imperatore Augusto, a differenza di Dyrrachium (l'odierna Durazzo) che divenne una semplice colonia romana intorno agli anni '30 a.C., ebbe il privilegio di ottenere lo stato di “Civitas libera et immunis” cioè: “Città libera e immune”, ossia l'autonomia municipale all'interno dell'Impero. L'afflusso dei denari romani nei principali mercati dell'Illiria e dei Balcani settentrionali provocò la svalutazione della dracma illirica, per uscire dalla crisi Apollonia emise un nuovo tipo di dracma, che non ebbe successo, e poi iniziò a introdurre “l’Apollodenario" o denario apollineo dopo la Guerra Civile Romana (49-45 a.C.) oppure intorno al 27 a.C. fino a 37 d.C. la datazione precisa è ancora incerta. Fabio Scatolini, Una rarissima tipologia di busto per la serie “codificata” della zecca di Siscia a nome di Massimiano e la datazione dell’emissione: Nel presente articolo verrà indagata una particolare tipologia di busto dell’imperatore Massimiano riscontrata su un’emissione di aureliani (o antoniniani riformati) della zecca di Siscia. Il RIC data questa emissione, a nome dei due diarchi, Massimiano e Diocleziano, al 289/290 d.C. L’analisi di ad una diversa datazione rispetto a quella proposta dal RIC. Fabrizio Arpaia, Il denaro infernale: Analizzando le culture e le tradizioni religiose, che si sono susseguite e che continuano a coesistere nell’era moderna, nonché il pensiero filosofico, che contraddistingue da sempre il genere umano, saltano all’occhio alcuni assiomi fondamentali che, a prescindere dal credo e dal pensiero, sono comuni a praticamente tutte le culture. Uno di questi, tra i più affascinanti, è il concetto di oltretomba: il mondo ultraterreno dove spiriti, anime, divinità risiedono e continuano post mortem a portare avanti la loro esistenza. Mihele Guarisco, Le monete di Sciacca: Grazie alla scoperta e corretta lettura di un documento riguardante le zecche siciliane di Messina, Palermo e Catania si è potuto accertare che anche a Sciacca, ed in modo particolare durante gli ultimi anni di regno di Federico il Semplice (1355-1377) furono coniate monete Eliodoro Vagliviello, Un denaro tornese civico circolato durante la prima Congiura dei Baroni: L’articolo tratta di un denaro tornese emesso e circolato nel Regno di Napoli durante la prima Congiura dei Baroni ed attribuito dubitativamente alla zecca di Alvignano. Partendo dalla moneta si passa a descrivere quel convulso periodo storico, successivo alla designazione a re di Napoli di Ferdinando d’Aragona, fortemente osteggiata dai nobili napoletani gelosi della loro autonomia che si ribellarono dando vita, appunto, a quella che sarebbe stata denominata “Prima Congiura dei Baroni”. Alessandro Giaccardi, La falsa moneta nelle prammatiche sanzioni del Regno di Napoli (1521-1689): In questo articolo viene analizzato il falso nummario nelle prammatiche sanzioni del Regno di Napoli all’epoca del viceregno spagnolo. Il periodo preso in esame inizia con il regno di Carlo V d’Asburgo e termina con quello di Carlo II di Spagna, ossia dalla prima all’ultima prammatica dedicata alla falsa moneta (1521-1689). Questo studio è l’ultimo di una serie che va a completare il falso nummario del Regno di Napoli dopo le pubblicazioni sulla falsa moneta del codice penale murattiano (1812) e del codice penale del Regno delle Due Sicilie (1819). Le prammatiche sono un coacervo di norme farraginose, ripetitive e contraddittorie che si è cercato di rendere il più possibile coerenti e comprensibili. Giuseppe Pandolfo, Il quarto di tarì nella monetazione siciliana di Carlo V d’Asburgo. Nuove proposte per una più precisa datazione: L’obiettivo di quest’articolo è quello di aggiungere un ulteriore elemento di datazione nella monetazione siciliana di Carlo V d’Asburgo. Tale elemento, dopo essere stato descritto, lo si applica alla moneta da un quarto di tarì, inquadrando ed ordinando cronologicamente le varie tipologie. Il punto di riferimento di questo lavoro è l’elencazione dei quarti di tarì presenti nell’opera di Rodolfo Spahr, ai quali si è cercato di dare una suddivisione tipologica relativamente alle diverse varianti da lui individuate. Davide Fabrizi, In una medaglia la storia della lotta del cardinale Giovanni Antonio Benvenuti contro il brigantaggio: In ricordo di Giovanni Antonio Benvenuti, delegato straordinario per le province di Campagna e Marittima per la lotta intrapresa (e vinta) contro il brigantaggio, in particolare contro il brigante Gasbarrone, definito all’epoca “nemico del genere umano”. Il ringraziamento della città di Frosinone impresso su di una medaglia. Antonio Cecere, Per una cronistoria del decennio napoleonico a Napoli attraverso le medaglie della Collezione ANPB: Un paio di anni or sono venne pubblicato a firma dello scrivente, per gli Appunti annuali del Circolo Numismatico Romano Laziale, un articolo sull’iconografia di una medaglia del 1799 per il ritorno dei sovrani a Napoli dopo la caduta della Repubblica Napoletana. Un racconto particolarissimo per una parentesi di soli sei mesi che investì il Mezzogiorno d’Italia, generatasi dall’esempio transalpino avvenuto dieci anni prima il fatidico 14 luglio del 1789. A duecento anni dalla morte di Napoleone Bonaparte, sulla scia di quell’articolo, e di quella specifica vicenda filo-francese a sud della Penisola, si propone l’altra esperienza importata d’oltralpe, questa volta più duratura della precedente, che vide protagonista il Regno delle Due Sicilie: il Decennio Napoleonico. Graziano Capponago del Monte, La nascita del Franco svizzero. Una storia travagliata: Poche nazioni al mondo sono così misconosciute come la Svizzera. Di questo Paese, così vicino geograficamente, spesso si conosce ben poco e quel poco è retaggio di sentiti dire o luoghi comuni. Il mito schilleriano di Guglielmo Tell e di "un popolo di fratelli" nasconde una realtà estremamente variegata, per non dire frammentata ben oltre l'attuale suddivisione della Confederazione in quattro aree linguistiche (tedesca, francese, italiana e romancia) e 26 Cantoni. Una suddivisione che si riflette a tutti i livelli e, ovviamente, anche in numismatica. Antonio Giovinale, Le Medaglie Annuali del Beato Pontefice Pio IX (1846-1878): Il 16 giugno 1846, al secondo scrutinio, il cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti venne eletto al soglio di Pietro con il nome di Pio IX. Iniziò così il più lungo pontificato della storia della Chiesa che si concluse nel 1878, dopo 31 anni, 7 mesi e 23 giorni, con la morte del papa. In questo articolo verranno elencate le sue medaglie annuali. Gian Franco Macri, La serie di medaglie papali per i viaggi apostolici internazionali: La medaglia pontificia, anche quando questa è recente o addirittura contemporanea, è in grado di riservare delle inaspettate sorprese. È questo il caso della serie emessa dai pontefici, a partire da Paolo VI, per i viaggi pastorali internazionali, inaugurati proprio da questo papa nel lontano 1964 e proseguiti dai suoi successori. Alessio Sena, Errori di coniazione in progressione: La costante crescita del numero di collezionisti di errori di coniazione sta portando alla luce sempre più monete interessanti, ai fini di studio e ricerca nell’ambito della numismatica. Con il passare degli anni si è evoluto il modo di collezionare e certificare questo tipo di monete. In questo articolo presenteremo una serie di monete straordinarie. Saluti Eliodoro1 punto
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Buongiorno, errore inedito. Si nonoscono vari esemplari di 5 lire UVA coniati sul tondello delle 2 lire spiga, ma questo è il primo esemplare conosciuto (almeno a me) di 5 lire UVA sul tondello della lira arancia. Peso 1,27 grammi. Si riconosce che non è una normale 5 lire Uva lavorata al tornio da vari elementi. In prima battuta dall'effetto deformazione delle impronte che si verifica quando il metallo è libero di fluire in assenza dell'effetto costrittivo della virola. Si può notare questo effetto al rovescio sul numero "5" (valore) e sui chicchi d'uva inferiori. L'assenza di una sufficiente pressione di battitura e la mancanza della virola in quel punto ha fatto si che il metallo non riempisse interamente le cavità sul conio dei chicchi inferiori e quindi gli stessi risultano come "appiattiti". Secondo elemento è il contorno, Il tondello (della lira) si è posizionato nella camera di coniazione a contatto con la virola ad ore 3:00 ca. e quindi solo in quel punto presenta la zigrinatura, per il resto il contorno è liscio ed evidenzia una superficie "grezza" con una sorta di "sbavatura" che è tipica dei tondelli in Italma non orlettati.1 punto
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Ciao, anche secondo me è chiaramente autentica, gran bel pezzo di storia, complimenti! Anche io recentemente ho comprato un denario di una Augusta (il mio primo), ho scelto Giulia Domna1 punto
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Ma anche no: www.vaticanstate.va a me lo apre, con il vecchio indirizzo ufn apre direttamente il nuovo sito cfn, che ti devo dire? Dipenderà dal browser o dall'hardware usato (PC, smartphone & co.)1 punto
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Il lago di Ledro è un piccolo bacino in una valle prossima all'estremo nord del lago di Garda . Nel 1929 un abbassamento, programmato per vicine opere idroelettriche, del livello dell'acqua, ha portato alla luce i resti di un insediamento palafitticolo risalente all'età del bronzo . L'importante scoperta di questo sito, ha restituito, oltre a numerosissime palificazioni, numerosi oggetti del villaggio scomparso ed anche una canoa scavata nel legno I ritrovamenti sono conservati in loco in un museo dedicato .1 punto
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Grande Caravelle82! Sembra una frase da Norberto Bobbio. ? Andrebbe detta in ogni TG, letta su ogni giornale! ...e ovviamente uscirebbe fuori dal campo della mera numismatica.1 punto
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Il RIC VI lo classifica al n. 825 e lo considera un argenteo. Il RIC VII lo classifica al n. 212 e lo considera follis. La nota 2 a pag. 224 del RIC VI spiega che la cronologia data dal RIC VII è sbagliata e che quella giusta è 309-313. E quindi lo considera un argenteo per il contenuto di argento superiore ai follis. Personalmente pur accettando la cronologia del RIC VI non credo che si tratti di un argenteo, perchè, anche se superiore ai follis normali, l'argento contenuto è in ogni caso troppo basso. Penso ad un'emissione particolare sia per il metallo che per il rovescio, ma che sia sempre un follis. Resta comunque un'emissione rara. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ciao a tutti. Vi scrivo, visto l'argomento, per chiedervi cosa ne pensiate di questa medaglia ritrovata tra i cimeli del fratello della mia bisnonna. Qual è la storia di questa medaglia e quale potrebbe essere il suo valore? Grazie in anticipo a tutti per le risposte.1 punto
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Ciao carissimo e grazie per il buon auspicio, che ricambio molto volentieri. Anche io do un parere di autenticità. Buon anno nuovo a tutti, M1 punto
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Sono daccordo Alain Anche se vediamo delle cose simili catalogate quasi come varianti... Monete con AVG PRETORIE oppure PRETORIE AVG, ad esempio, penso che siano causa di una svista, non volute... Il Traina ha fatto un intero volume, molto bello ed interessante, catalogando i punti nelle legende... Un preparatore di coni può inserire o no un punto fra una lettera ed un altra e dimenticandoselo nel conio successivo? Sono comunque particolarità che risultano interessanti.. un simile errore facilmente rilevabile e mai visto vuol dire che era probabilmente su un solo conio ed il fatto di non averne visti altri significa che sono stati utilizzati un mucchio di coni per queste monete!1 punto
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Secondo me si sta diffondendo il virus "errore di conio"? "? "? "? si sta diffondendo un po' ovunque, ci sta che colpisca chi non sa nulla di Numismatica, che il web rintontola con le pseudorarità, e regolarmente chiede qui, ma in questo caso il buon @luigibarile non è un neofita, è un utente di questo forum da otto anni, eppure ne è stato vittima, allora attenzione, nessuno si senta al sicuro da questo nuovo flagello.??? saluti TIBERIVS1 punto
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Chiederei a @luigibarile quale è secondo lui l'errore di conio. Così potremo valutare la cosa. Grazie. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ciao Releo, quello che conta è che sei contento del tuo acquisto, quel che riporta il Gigante riguardo a questi Tarì è sbagliato e senza motivazione, sarei contento di essere smentito dagli stessi Curatori. ?1 punto
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Buongiorno, La monetina di Lucca in questione è detta più comunemente Picciolo , il periodo è quello. Saluti1 punto
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I riconi hanno sempre piccole differenze, esempio manca il nome dell'incisore o dell'azienda che le ha coniate, a volte sostituiscono alcuni caratteri, io mi avvalgo di questo libro, vedi il post 91 della mia discussione1 punto
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Si, potrebbe essere il denaro di Lucca di fine trecento, ma senza vedere il retro (lleggibile) e senza peso, Il peso dovrebbe essere di circa 0,5 gr. e diametro di 14 mm.1 punto
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Posto il mio 35 NEA anche questo in modestissima conservazione...si può vedere benissimo la mancanza della C dopo &...1 punto
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La moneta è considerata "commemorativa" perchè ricorda il cinquantesimo del regno d'Italia, non confondere il termine commemorativo per " MONETA per collezionisti". Una moneta quando viene emessa ha sempre corso legale, decreti attuativi ecc.. ecc.. E' stata coniata in un milione di pezzi, all'epoca NON si commercializzavano le monete di circolazione, venivano normalmente distribuite da tesorerie, uffici postali, banca d'Italia, banche commerciali, come qualsiasi altra moneta nata per la circolazione. saluti TIBERIVS1 punto
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Per la serie "botti di fine anno", vi mostro un 4 quattrini 1798 senza sigle R.C. ai lati della corona, considerata R4. Secondo Magliocca, queste monete furono coniate durante la repubblica napoletana del 1799 usando i vecchi conii. Il personale della zecca, fedele a re Ferdinando IV esule a Palermo, "segnò" questa tipologia con piccole modifiche al fine di renderle riconoscibili.1 punto
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Buongiorno...oggi non una ma due napoletane, entrambe grani del 1797: il primo con al dritto caratteri piccoli e FERDINAND , il secondo con al dritto caratteri grandi e FEDINAN, entrambe monete rare.. li condivido con piacere, questo ritratto di Ferdinando con busto corazzato, che troviamo anche su alcuni tarì e su il 4 quattrini del 98 per i reali presidi, mi è sempre piaciuto molto. Buon pranzo amici1 punto
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2021 - New York Un'altra meraviglia ingegneristica è celebrata sul terzo dollaro del 2021, dedicato allo Stato di New York. Il Canale Erie è una via fluviale che collega la città di Buffalo, sulle sponde del lago Erie, ad Albany, capitale dello Stato di New York, attraversata dal fiume Hudson. Lungo circa 584 km, con un totale di 36 chiuse e un dislivello totale di 172 metri, fu inaugurato nel 1825 dopo otto anni di lavori, ma una prima idea della sua costruzione era stata lanciata già nel 1699. Il canale consentì alle imbarcazioni l'accesso ai grandi laghi interni da New York City, diventando così un'importante via di commercio, e permettendo alla grande mela di superare Philadelphia come porto commerciale. La storia ebbe inizio quando New York era ancora un porto di secondaria importanza sulla costa orientale e viveva all’ombra di città come Boston e Philadelphia, ma anche di New Orleans e Baltimora ritenute, a cavallo tra diciottesimo e diciannovesimo secolo, centri ben più importanti. I neonati Stati Uniti d’America all’epoca esportavano prodotti principalmente verso l'Europa, in particolare cotone, che coltivavano nelle grandi pianure del Midwest. A New York ci si rese conto che divenire il porto principale da e per l’Europa avrebbe significato anche trasformarsi nella città più importante e ricca della nazione. Il merito fu principalmente di un uomo, DeWitte Clinton, un ambizioso politico che era stato senatore dal 1798 al 1802, sindaco di New York dal 1803 al 1815 e governatore dello Stato di New York per tre volte, tra il 1817 e il 1826. Quasi trent’anni di governo, trascorsi tutti con l’ossessione di riuscire a rendere quella città “the greatest commercial emporium in the world”. La sua proposta era tanto semplice quanto sconvolgente, costruire un canale navigabile che collegasse l’Hudson River all’altezza di Albany con la città di Buffalo affacciata sul lago Erie. Si trattava di una distanza di 584 chilometri che avrebbe dovuto superare un dislivello di oltre 170 metri attraverso ben 36 chiuse, un’impresa titanica. Tanto per comprenderne la portata il Canale di Suez, che si inaugurerà nel 1871, quasi cinquant'anni dopo, misurerà “appena” 164 chilometri. I più generosi tra i suoi tanti detrattori lo ritenevano solo uno squilibrato ma i più pensavano che la trovata fosse solo una mossa politica per assicurarsi popolarità, promettendo fantomatiche e utopiche ricchezze ai cittadini di New York. De Witte non si arrese e con determinazione continuò ostinatamente a cercare di convincere i suoi contemporanei della lungimiranza di quel progetto. Nel 1810 creò la Erie Canal Commission, di cui sarà presidente, con l’obiettivo di redigere un progetto di fattibilità dell’opera. La Commissione lavorò con tenacia per molti anni cercando di convincere l’opinione pubblica di quanto quell’opera, apparentemente folle, fosse in realtà vitale per il futuro della città. Finalmente, nell’aprile del 1817, dopo quasi sette anni di incontri, la costruzione dell'Erie Canal fu definitivamente approvata dallo Stato di New York. E appena otto anni dopo l'inizio dei lavori, e ben due prima della data prevista, l’Erie Canal, la più grande opera mai realizzata nel continente americano, era incredibilmente conclusa. E così, il 4 novembre 1825, la Seneca Chief, nave partita nove giorni prima da Buffalo con a bordo DeWitte, raggiunse Battery, all’estremità meridionale di Manhattan, per poi proseguire fino allo stretto che separa la baia dall’Oceano Atlantico. A quel punto DeWitte ordinò di fermare il motore e, con solenne enfasi, sancì il cosiddetto Wedding of the Waters, il "matrimonio delle acque": riversò nell’Atlantico due barili d’acqua che aveva raccolto dal lago Erie, dimostrando simbolicamente che la nuova via d'acqua verso i Grandi Laghi era finalmente realtà La moneta, disegnata da Ronald D. Sanders e incisa da Phebe Hemphill, raffigura un'imbarcazione trainata da una città dell'est attraverso la campagna dell'ovest. Come per la precedente emissione, le iscrizioni riportano semplicemente NEW YORK e UNITED STATES OF AMERICA, oltre alle iniziali degli autori. Denominato oggi Erie Canalway National Heritage Corridor, il Canale Erie viene utilizzato soprattutto a fini turistici, e a giudicare da queste immagini, navigarlo dev'essere davvero affascinante petronius1 punto
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Sarebbe utile per la discussione che i responsabili Curatori per Napoli e Sicilia del Catalogo Gigante motivassero meglio l'attribuzione a "falso d'epoca" di questo Tarì. So che sono iscritti al nostro Forum e potrebbero tranquillamente partecipare.1 punto
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Un dollaro La moneta(o medaglia?)è grande,diametro 3,8 cm. e pesa ben 23 grammi. Tenuta bene. "liberty" 1972 "in god we trust",da un lato. "United States of America",One Dollar,"e pluribus unum",dall'altro,quello con l'aquila. Quanto potrà mai valere? sotto il collo si sono 2 lettere poco riconoscibile ma mi sembrano una FG1 punto
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