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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/11/22 in Risposte
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Buongiorno gente. Oggi un bel 12 cavalli 1793 ; A.12.P. con la punteggiatura bassa e non sfalsata. Ottimo il dritto! Buona giornata.4 punti
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Buonasera. Partecipo anch'io con una monetina in mistura 125% per la Repubblica Genovese. Un 4 soldi 1814 ( unico millesimo) moneta comune, ma rara in alta conservazione. La mia è modesta. Al dritto stemma di Genova coronato da due cornucopie. Al rovescio San Giorgio a cavallo che uccide il drago. Sul contorno, di cui non ho foto, stellette in incuso. Saluti3 punti
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Buonasera Moneta per me affascinante,della vicina Albania : 1 lek del '26? Appena arrivata,fresca fresca @Litra68? Saluti3 punti
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Dopo il 1000 lire 1944 non emesso, è tempo di tracciare anche la sorella minore... Le mie ricerche hanno portato a poca cosa, ho rintracciato solo due pezzi, sono sicuro di averne visti altri tempo addietro in vendita su e-bay ma al momento non ve ne è traccia. X38 - 066849 di questo biglietto ho trovato traccia in un post del 2013 e sul Gigante 2018. X38 - 066850 Catalogo Crapanzano Giulianini 2020 Vediamo se anche in questo caso riusciamo ad aver le idee più chiare in merito al numero di banconote presenti sul mercato.2 punti
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Salve ecco una moneta da due euro con errore di conio. Mi sapreste dire il valore? Grazie mille2 punti
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Lo si fa quando ce ne accorgiamo, ma purtroppo, come detto più volte, non possiamo essere presenti 24/7. E' fondamentale, e anche questo è stato detto più volte, la collaborazione degli utenti (che in questo caso c'è stata) nel segnalare discussioni che possano generare problemi. Detto questo, il compito del CdC è terminato, sarà cura dell'utente provvedere a quanto prescritto dalle norme nel caso in cui il ritrovamento ricada nell'ambito delle stesse.2 punti
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se avesse scritto che era del nonno, nessuno avrebbe chiesto ulteriori informazioni... ma non ha scritto cosi.. Poi quale caccia alle streghe, cerchiamo di non far passare il normale per non normale. E' sempre bene ricordare le regole che ci sono... si chiama educare ...2 punti
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Faccio ammenda, è stato un mio errore. Il R/ richiama la festa annuale dei Ludi Apollinares, istituiti nel 212 e ripetuti per la prima volta nel 211 dal pretore C. Calpurnio Piso (Livio, XXVI, 23, 3), evidentemente antenato del monetiere . Secondo Alteri (Tipologia delle monete della Repubblica di Roma), in particolare, è qui raffigurata la corsa con la torcia (o fiaccola) nei suoi due momenti topici: la gara (varianti con la frusta o la torcia) e la vittoria (varianti con la palma).2 punti
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A me sembra un semisse RRC 339/2. Il peso è perfettamente coerente con lo standard di riferimento (semionciale). L'unico elemento che fa un po' dubitare, ma è veramente troppa poca cosa, è il fatto che al retro il segno del valore non è perfettamente sovrastante il castello di prua, ma un po' spostato a destra https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-B65/22 punti
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Buongiorno,direi che abbiamo una prova inoppugnabile che Costantino di Costanzo siglò anche il rame e non solo l'argento... Questo grano fa coppia con l'unico esemplare (che io ho visto) di pubblica con sigla MC/C...2 punti
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Come dice giustamente @chievolan, ecco un esempio romano e per l'esattezza un denario di Adriano: Arka Diligite iustitiam2 punti
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Tema di sicuro interesse. Proporrei a questo riguardo di restringere il tema a una sola tipologia per volta, per meglio valutare le banconote in base al loro ciclo produttivo; ad esempio, nelle 100 lire barbetti cambia la qualità della carta non solo tra quelle matrice e il tipo modificato, ma anche tra quelle degli anni ‘10 e ‘30; oppure cambia la qualità di stampa per le banconote prodotte a L’Aquila da quelle di Roma. Perdonate la pedante pignoleria ma credo sia un dettaglio non trascurabile a mio parere. Per l’appuntamento credo che se non si fissa un giorno e un’orario ognuno aspetta l’altro “e non si fa mai giorno” PS. Dimenticavo: come altri argomenti si potrebbe parlare di due banconote ricercate è molto costose: il 50 Lire Buoi e il 25 Lire Aquila. Difficili non solo da trovare belle, e quindi anche da valutare nella loro qualità (consistenza della carta, assai fragile, e qualità dei colori per il 50 lire)2 punti
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Cari amici, in questa trattazione certamente “a puntate” ho deciso di raccontare la monetazione romana in bronzo post 395. Il senso di questo racconto nasce da quella che probabilmente diventerà una pubblicazione, ma che al momento è un semplice work in progress, una sistematizzazione delle informazioni e del materiale da me raccolto negli anni. Ho pensato che riassumere qua, e raccontare questa “fetta di impero” potesse essere di qualche interesse per qualcuno, e magari mi aiuterà anche a raccogliere le idee… Ma partiamo dall’inizio… Il RIC X (Roman Imperial Coinage volume 10) scritto da Kent e uscito nel 1994 è un’opera imponente e un caposaldo della numismatica del tardoantico, ma vedere quanto sia cambiato nella monetazione in bronzo e quante novità siano intercorse in soli 27/28 anni può lasciare stupefatti. Poiché gran parte del mio studiare e del mio scrivere negli anni è stato pertinente proprio al RIC X, e poiché come dicevo le novità sono davvero molte, ho pensato che fosse il momento di “riallineare” se non “rivedere” la moneta in bronzo nel RIC X, riportandola al 2022, quantomeno per tentare di ricollocare una serie di monete e dubbi presenti nel mio database. Il mio lavoro ha come obiettivo, tra le altre cose, di presentare un’immagine per ogni tipologia/officina nota, quindi come ben potrete immaginare allo stato attuale della ricerca….: - ho un quadro delle singole emissioni e varianti che direi chiaro al 90% - ho spulciato le 10.000 e più monete pertinenti e presenti nel mio archivio - ho spulciato il web (certamente non ancora al 100% - dovrò verificare le pubblicazioni di almeno 350 contesti di scavo e tesoretti - dovrò contattare tutti i musei che hanno monete uniche…. Sono già molti…. - etc etc etc insomma, il lavoro non manca…. Ma c’è tanto da poter già raccontare per accompagnare il lettore e magari regalare una piacevole lettura…. Alain Gennari1 punto
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Vorrei trattare di uno dei tesori in argento del mondo tardoantico più belli e più misteriosi che conosco: parlo del tesoro di Seuso. Dedico questa discussione all'amico @Adelchi66 (e alla mia mamma) spero che sia di tuo gradimento. Questo tesoro non è solo meritevole di interesse per i suoi straordinari pezzi ma soprattutto per le modalità di rinvenimento e per la sua avvincente storia, ma molto iniziamo con ordine. Di questo tesoro si è sentito parlare la prima volta nel 1990 quando alla Sotheby’s sono stati messi all’asta oggetti in argento risalenti al periodo romano (IV secolo d.C.) e la cui proprietà era stata attribuita a Seuso, dalla dedica incisa su uno dei piatti. Siccome non si è potuta identificare con esattezza la provenienza dei reperti, la Casa d'aste pubblicò un invito per ricevere notizie utili, al quale risposero il Libano, l'Ungheria e l’ex Jugoslavia. In definitiva i preziosi oggetti in argento sono rimasti di proprietà del nobile inglese Lord Northampton: tra piatti e brocche di finissima fattura e i più bei esempi di argenteria artistica d'epoca romana, i quattordici pezzi pesano più di 30 chili. Il loro valore di mercato è stimato sui 40 milioni di sterline. La storia del ritrovamento, del trafugamento e della sorte definitiva di questo tesoro non è finita, perché si tenta ancora di rispondere a tante incognite. https://vodnjandignano.com/index.php?option=com_content&view=article&id=93&Itemid=447&lang=it L'potesi più verosimile delle tre (Libano, Ungheria ed ex-Jugoslavia) è che il tesoro provenga dalla Pannonia (attuale Ungheria), poichè l'unica indicazione geografica che vi appare è il lago 'Pelso', che è il nome latino del Lago Balaton in Ungheria. I pezzi, tutti prodotti tra il IV e il V secolo dopo Cristo, erano stipati in un calderone di bronzo databile tra il VI-VII secolo dopo Cristo che ha preservato dall'ossidazione il suo contenuto ed ha restituito l'argento in perfetto stato di conservazione. L'ipotesi più plausibile è che il tesoro sia stato sotterrato al tempo delle conquiste arabe del VII secolo d.c. Il tesoro prende il nome di Seuso dall'iscrizione in latino sul medaglione centrale di un grande piatto e che permette di identificare il personaggio ('che questi piccoli contenitori, o Seuso, ti appartengano per molti secoli e servano degnamente i tuoi discendenti' , 'HEC SEUSO TIBI DURENT PER SAECULA MULTA POSTERIS UT PROSENT VASCULA DIGNA TUIS' ). Il medaglione centrale ha un'incisione decorata a niello con la rappresentazione di scene della caccia e del banchetto di Seuso. Altre scene di caccia sono sul bordo del piatto (del diametro di 70,5 cm.). Il tesoro è costituito complessivamente da 14 oggetti d’argento e, oltre al piatto di Seuso, comprende; - altri quattro piatti di diversa misura, - cinque brocche di varia misura con ansa verticale, lavorate a sbalzo o a niello, - un’anfora sbalzata con la raffigurazione di un corteo dionisiaco, - due situle sbalzate con scene tratte dal mito di Ippolito e Fedra, - un recipiente cilindrico con coperchio conico sbalzato con scene della toletta di una signora. http://www.silvercollection.it/tesoro.html Il tesoro dovrebbe essere stato scoperto da un giovane soldato ungherese che svolgeva dei lavoretti da agricoltore di nome József Sümegh attorno agli anni 1975–76 nei pressi dell'attuale cittadina di Polgárdi (che ricordo molto vicina alla città romana di Gorsium). József Sümegh dopo aver fatto questa scoperta straordinaria, non disse nulla alle autorità e vendette il tesoro sottobanco al mercato nero (per questa ragione o altre a questo collegate il giovane fu ucciso misteriosamente). Dopo vari passaggi di proprietà (direi più propriamente possesso in quanto il tesoro è stato trafugato) poco chiari il tesoro entrò nelle disponibilità del settimo Marchese di Northampton, Sir Spencer Compton negli anni Ottanta. Il nostro Marchese per poter rivendere il tesoro al famelico Getty Museum di Los Angeles per 10 milioni di dollari chiese dei favori poco chiari all'ambasciata libanese in Svizzera la quale gli fornì la documentazione che affermava che il tesoro era stato originariamente trovato nelle regioni di Tiro e Sidone in Libano. Ma l'accordo fallì per qualche ragione e il tesoro fu messo in vendita allora a New York nel 1990 da Sotheby's, descritto come proveniente da "quella che una volta era la provincia della Fenicia nell'Impero romano-orientale". Tralasciamo poi le varie azioni legali che si susseguirono tra i vari governi dei diversi Paesi coinvolti, fino a giungere alla data del 2014 quando il governo ungherese presieduto da Orbán acquistò la metà del tesoro, cioè 7 pezzi in argento, e poi ancora nel 2017 completò l'acquisto, riportando tutti vi pezzi in Ungheria. Il primo ministro dichiarò, e penso a ragione, che questo tesoro si deve considerare proprio come "argenteria di famiglia" per gli Ungheresi. https://m.facebook.com/visitadibudapest/posts/817363821774347 Il tesoro si compone nello specifico in: 1- piatto da caccia o di Seuso (decoro argento, dorato e niello), larghezza 70,5 cm, peso 8873 grammi 2- piatto di Meleagros (argento, con decoro inciso e sbalzato), larghezza 69,4 cm, peso 8606 grammi 3- piatto di Achille (argento, inciso e sbalzato), larghezza 72 cm, peso 11.786 grammi 4- piatto geometrico (argento, con decorazione niello), larghezza 64,2 cm, peso 7150 grammi 5- anfora (con tappo d'argento), altezza 38,5 cm, peso 2506 grammi 6- brocca decorata con scene dionisiache (argento dorato sbalzato), altezza 43,5 cm, peso 3000 grammi 7- brocca con scena di animali da circo (argento dorato, con decorazione niello), altezza 51 cm, peso 3983 grammi 8- secchiello A facente parte del set Hyppolitus, altezza 22,7 cm, peso 4436 grammi 9- secchiello B facente parte del set Hyppolitus, altezza 22,9 cm, peso 4478 grammi 10- brocca facente parte del set Hyppolitus (con coperchio, argento dorato sbalzato), altezza 57,3 cm, peso 4051 grammi 11- brocca geometrica A, altezza 52,8 cm, peso 2804 grammi 12- brocca geometrica B, altezza 55 cm, peso 2671 grammi 13- bacinella lavamani, larghezza, 45–46,8 cm, peso 2118 grammi 14- scatola di profumo con coperchio conico apribile (argento goffrato), altezza 32 cm, peso 2051 grammi 15- ed infine il calderone in rame nel quale il tesoro è stato nascosto, altezza 32,5 cm, larghezza 83,5 cm. https://en.m.wikipedia.org/wiki/Seuso_Treasure https://www.academia.edu/37044623/Reading_the_Seuso_Hunting_Plate_Text_Image_and_Identity_in_the_Later_Roman_Empire1 punto
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Non è una moneta comune tuttavia mi è capitato di vederne in asta alcune con basso contenuto di argento e quindi piu' assimilabili ad un follis ed altre con percentuale di argento ben piu' alta e quindi piu' vicina ad un argenteo. Questa è la mia che mi sembra piu' vicina ad un argenteo. Il motivo di queste percentuali differenti non me lo so spiegare, il Seaby nel Roman Silver Coins la inserisce tra gli argenti, tuttavia rimane una moneta misteriosa. saluti maumo1 punto
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Non mi ricordo se già postato, ma ci sarebbe anche questo. Probabile C retrograda.1 punto
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@mazzarello silvio Sì, è vero sono tre di cui due a s. e uno a d. ? Il problema è che alla sera vado a memoria perché i libri sono in ufficio. E la memoria è quella che è.... Arka Diligite iustitiam1 punto
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Uscito decreto Ufficiale UE con dati e tirature: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:C2022/012/03&qid=1641917056015&from=IT1 punto
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Lo capisco, in casi come questo anche le immagini sono rarissime e, in qualche modo, inedite… grazie comunque.1 punto
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Buonasera le nostre impressioni si basano sulle foto che hai punnlicato, se le provi a ingrandirle leggerme9 si nota che la superficie è piena di righe, soprattutto al dritto mentre al rovescio si intravede si il simbolo del valore che quello del ramo di vite come dice legionario per quanto ri guarda la linea sul taglio, questa è dovuta alla tecnica di preparazione dei tondelli, saluti1 punto
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Buongiorno, a questo punto mi devo correggere!! possiamo dire che ci troviamo di fronte al primo nominale in rame di Filippo lV con le sigle MC/C, e questo fa il paio con la Pubblica di cui sopra, anche se con la P sovraimpressa. Caso ha voluto che fossero pubblicate in due aste ravvicinate. Complimenti al nuovo proprietario, ma anche al collezionista che l’ha conservata per tutto questo tempo. (probabilmente lo stesso collezionista delle altre monete di Napoli presente in asta Ranieri). Asta Ranieri online n. 10, del 10/01/2022 ASTA ONLINE n. 10 / Lotto 261 NAPOLI - FILIPPO IV DI SPAGNA, 1621-1665. - GRANO 1622. NAPOLI Filippo IV di Spagna, 1621-1665. Grano 1622. Æ gr. 6,69 Dr. PHILIPPVS IIII [D G] 162[2]. Busto radiato a s.; a d., MC/C. Rv. NEAPOLIS REX 1622. Croce di Gerusalemme accantonata da crocette. Pannuti Riccio 55 var. (no sigla MC) ; MIR 258 var. (idem). Raro. q. BB1 punto
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Buon giorno, nel lavoro a firma di Michele Pannuti, Le monete auree borboniche napoletane del XIX secolo, presente nel Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano (Gennaio - Dicembre 1963), tra i cataloghi d'asta consultati dall'Autore, è citato il seguente: Collez. Philippe de Ferrari La Renotière - parte III: Monnaies italiennes 1782-1880. Parigi, 1925.1 punto
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Ho conosciuto bene Domenico Rossi. Oltre a una conoscenza vastissima aveva anche una passione enorme. Ed era estremamente pignolo. Sono convinto che il catalogo di Varesi l'abbia coprretto più e più volte. Il fatto che non sia presente nel titolo dell'asta non significa che non si conosca il proprietario delle monete. @numa numa Non mi dire che non sai chi è l'eines Kunstfreundes della vendita Leu-M&M del 28 maggio 1974? Quindi sarei propenso a credere a Rossi, fino a prova contraria sicura... Arka Diligite iustitiam1 punto
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Ciao Licinius BI Pseudo-Argenteus. Treveri, AD 318-319. IMP LICINIVS AVG, laureate, draped and cuirassed bust left, holding mappa and sceptre / IOVI CONSERVATORI AVG, eagle standing right, bearing Licinius who is carrying a thunderbolt and sceptre; PTR in exergue. RIC 211. 3.94g, 18mm, 4h. Very Fine. Silvio1 punto
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100000 lire Manzoni ,Altra tipologia di banconota molto utilizzata per riproduzioni pubblicitarie buona serata a tutti !!1 punto
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Trovo sempre intriganti questi motti latini: gradei sumus qd sumus, cioe': per grazia di dio siamo quel che siamo ( cioe' siamo re!)1 punto
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@Oppiano Come dicevo sopra, mentre il periodo medievale ha avuto uno sviluppo rilevante negli ultimi 100 anni, la monetazione di Venezia dal '500 in poi è ferma al Papadopoli. Questo perché è difficile dire qualcosa di più di quanto già detto in precedenza e perché i casi come questo di Grimani non sono molti. Adesso con le aste in rete è più facile cercare esemplari, magari qualcuno prende l'iniziativa e comincia a farlo... Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buona Sera a tutti, anche quest'anno il Circolo Numismatico Romano Laziale ha pubblicato la propria rivista annuale. La rivista sarà disponibile a partire da metà febbraio, intanto è possible prenotarla, al costo di €. 15.00 oltre spese postali alla seguente email: [email protected] Il IX volume del C.N.R.L., “Appunti Numismatici 2022”, conta ben 408 pagine, in carattere Times New Roman n. 11, è stato stampato in 200 copie a colori su carta opaca da 100 gr, in formato A5. La copertina è 4+4 su carta patinata opaca da gr. 300 plastificata, con allestimento in brossura e cucitura in filorefe. Il IX Quaderno di Numismatica comprende 16 articoli, con argomenti che vanno dall’epoca preromana ai nostri giorni, Alla stesura hanno partecipato: Bernardino Mirra; Michele Chimienti e Fabio Pettazzoni; Gianluca Mandatori; Alessandra Parrilla; Blandor Abazi; Fabio Scatolini; Fabrizio Arpaia; Michele Guarisco; Eliodoro Vagliviello; Alessandro Giaccardi; Giuseppe Pandolfo; Davide Fabrizi; Antonio Cecere; Graziano Capponago Del Monte; Antonio Giovinale; Gian Franco Macri; Alessio Sena e Patrizia Di Monte. Patrizia Di Monte, Presentazione: Il presidente riassume gli eventi organizzati dal Circolo durante il 2021, pochi purtroppo causa la pandemia che ha bloccato ogni attività mondiale. Si rammarica profondamente per la perdita, a volte prematura, dei tanti numismatici scomparsi nel funesto 2021, tra i quali alcuni lasciano una ben delineata orma nella storia della Numismatica moderna. Evidenzia, con profonda gratitudine, il Premio 2021 assegnato al C.N.R.L. dall’Accademia Italiana di Studi Numismatici, come Miglior Circolo per la Diffusione della Cultura Numismatica. Ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla stesura del volume, collaborando o sostenendo la pubblicazione: gli Autori, le Case d’Asta, i Commercianti ed i singoli Collezionisti. Un particolare e sentito ringraziamento lo dedica al Comitato Redazionale, senza il quale il IX Quaderno non avrebbe avuto vita, per l'impegno ed il sostegno profuso al completamento dello stesso. Bernardino Mirra, Introduzione: Il prof. Mirra riflettendo sull’attuale situazione epidemica sottolinea i minori appuntamenti e convegni numismatici avuti nell’anno appena trascorso, soffermandosi particolarmente sul Veronafil, unico convegno ad essere stato completamente soppresso nel 2021. Fa notare, con compiacimento, la partecipazione di giovani numismatici alla stesura di Appunti Numismatici 2022, sperando che la loro passione, continuando negli anni, porti nuova linfa alla letteratura numismatica. Fabio Pettazzoni, Michele Chimienti, Serapide: Il nome di questa divinità, in greco Serapis (Σεράπις), deriva dalla fusione dei nomi delle divinità egiziane Osiride, in greco Osiris (Οσιρις) e Api, in greco Apis (Απις). Osiride, secondo la mitologia egiziana, era un arcaico re, che in seguito era divenuto una divinità. Aveva insegnato l’agricoltura e la religione. Molti erano i miti che lo riguardavano, nel più comune sarebbe morto assassinato e smembrato nel Nilo dal fratello Seth. Grazie alle pratiche magiche della moglie/sorella Iside sarebbe poi risuscitato e divenuto sovrano e giudice supremo dell’Oltretomba. Straordinariamente questo mito non ci proviene da papiri egizi o da testimonianze epigrafiche, ma è tramandato da Plutarco in un’opera intitolata “Iside e Osiride” del II secolo d.C. Gianluca Mandatori, La produzione monetaria di Suessa Aurunca: contesto storico e tipologie: A Sud-Ovest del vulcano spento di Roccamonfina, lungo il pendio tufaceo che declina verso il Golfo di Gaeta, poco distante dal corso del Garigliano, sul confine naturale tra il Lazio e la Campania, sorgeva l’antico abitato di Suessa Aurunca. Il presente contributo fornisce una panoramica, storicamente contestualizzata, sulle emissioni di questa importante colonia. Alessandra Parrilla, La storia di Tiberio, ovvero la vita di un uomo che divenne imperatore suo malgrado e che cercò sempre di allontanarsi da Roma: Parlare di Tiberio significa, in genere, descrivere un imperatore che non è stato in grado di suscitare particolare simpatia: succedere all’amato Augusto e aver consegnato Roma nelle mani dello spietato prefetto del pretorio Seiano, sono i due elementi che hanno contribuito ad alimentare i pettegolezzi, cui spesso gli storici credevano pur di creare una narrazione avvincente. Tuttavia, la storiografia moderna ha revisionato questa interessante quanto valida figura storica, mettendo in luce aspetti che, se attentamente valutati, consentono di spiegare e giustificare, o anche sfatare, fatti che, quando non falsi, vanno contestualizzati adeguatamente. Blandor Abazi, La dracma illirica di Apollonia della fase transitoria e l'Apollodenario o il denario apollineo: Apollonia d'Illiria continuò a fiorire anche sotto il dominio romano, come testimonia il famoso oratore Cicerone nelle sue Filippiche, definendola “Magna Urbs et Gravis” cioè: “Grande ed Importante Città”. Apollonia sotto l'imperatore Augusto, a differenza di Dyrrachium (l'odierna Durazzo) che divenne una semplice colonia romana intorno agli anni '30 a.C., ebbe il privilegio di ottenere lo stato di “Civitas libera et immunis” cioè: “Città libera e immune”, ossia l'autonomia municipale all'interno dell'Impero. L'afflusso dei denari romani nei principali mercati dell'Illiria e dei Balcani settentrionali provocò la svalutazione della dracma illirica, per uscire dalla crisi Apollonia emise un nuovo tipo di dracma, che non ebbe successo, e poi iniziò a introdurre “l’Apollodenario" o denario apollineo dopo la Guerra Civile Romana (49-45 a.C.) oppure intorno al 27 a.C. fino a 37 d.C. la datazione precisa è ancora incerta. Fabio Scatolini, Una rarissima tipologia di busto per la serie “codificata” della zecca di Siscia a nome di Massimiano e la datazione dell’emissione: Nel presente articolo verrà indagata una particolare tipologia di busto dell’imperatore Massimiano riscontrata su un’emissione di aureliani (o antoniniani riformati) della zecca di Siscia. Il RIC data questa emissione, a nome dei due diarchi, Massimiano e Diocleziano, al 289/290 d.C. L’analisi di ad una diversa datazione rispetto a quella proposta dal RIC. Fabrizio Arpaia, Il denaro infernale: Analizzando le culture e le tradizioni religiose, che si sono susseguite e che continuano a coesistere nell’era moderna, nonché il pensiero filosofico, che contraddistingue da sempre il genere umano, saltano all’occhio alcuni assiomi fondamentali che, a prescindere dal credo e dal pensiero, sono comuni a praticamente tutte le culture. Uno di questi, tra i più affascinanti, è il concetto di oltretomba: il mondo ultraterreno dove spiriti, anime, divinità risiedono e continuano post mortem a portare avanti la loro esistenza. Mihele Guarisco, Le monete di Sciacca: Grazie alla scoperta e corretta lettura di un documento riguardante le zecche siciliane di Messina, Palermo e Catania si è potuto accertare che anche a Sciacca, ed in modo particolare durante gli ultimi anni di regno di Federico il Semplice (1355-1377) furono coniate monete Eliodoro Vagliviello, Un denaro tornese civico circolato durante la prima Congiura dei Baroni: L’articolo tratta di un denaro tornese emesso e circolato nel Regno di Napoli durante la prima Congiura dei Baroni ed attribuito dubitativamente alla zecca di Alvignano. Partendo dalla moneta si passa a descrivere quel convulso periodo storico, successivo alla designazione a re di Napoli di Ferdinando d’Aragona, fortemente osteggiata dai nobili napoletani gelosi della loro autonomia che si ribellarono dando vita, appunto, a quella che sarebbe stata denominata “Prima Congiura dei Baroni”. Alessandro Giaccardi, La falsa moneta nelle prammatiche sanzioni del Regno di Napoli (1521-1689): In questo articolo viene analizzato il falso nummario nelle prammatiche sanzioni del Regno di Napoli all’epoca del viceregno spagnolo. Il periodo preso in esame inizia con il regno di Carlo V d’Asburgo e termina con quello di Carlo II di Spagna, ossia dalla prima all’ultima prammatica dedicata alla falsa moneta (1521-1689). Questo studio è l’ultimo di una serie che va a completare il falso nummario del Regno di Napoli dopo le pubblicazioni sulla falsa moneta del codice penale murattiano (1812) e del codice penale del Regno delle Due Sicilie (1819). Le prammatiche sono un coacervo di norme farraginose, ripetitive e contraddittorie che si è cercato di rendere il più possibile coerenti e comprensibili. Giuseppe Pandolfo, Il quarto di tarì nella monetazione siciliana di Carlo V d’Asburgo. Nuove proposte per una più precisa datazione: L’obiettivo di quest’articolo è quello di aggiungere un ulteriore elemento di datazione nella monetazione siciliana di Carlo V d’Asburgo. Tale elemento, dopo essere stato descritto, lo si applica alla moneta da un quarto di tarì, inquadrando ed ordinando cronologicamente le varie tipologie. Il punto di riferimento di questo lavoro è l’elencazione dei quarti di tarì presenti nell’opera di Rodolfo Spahr, ai quali si è cercato di dare una suddivisione tipologica relativamente alle diverse varianti da lui individuate. Davide Fabrizi, In una medaglia la storia della lotta del cardinale Giovanni Antonio Benvenuti contro il brigantaggio: In ricordo di Giovanni Antonio Benvenuti, delegato straordinario per le province di Campagna e Marittima per la lotta intrapresa (e vinta) contro il brigantaggio, in particolare contro il brigante Gasbarrone, definito all’epoca “nemico del genere umano”. Il ringraziamento della città di Frosinone impresso su di una medaglia. Antonio Cecere, Per una cronistoria del decennio napoleonico a Napoli attraverso le medaglie della Collezione ANPB: Un paio di anni or sono venne pubblicato a firma dello scrivente, per gli Appunti annuali del Circolo Numismatico Romano Laziale, un articolo sull’iconografia di una medaglia del 1799 per il ritorno dei sovrani a Napoli dopo la caduta della Repubblica Napoletana. Un racconto particolarissimo per una parentesi di soli sei mesi che investì il Mezzogiorno d’Italia, generatasi dall’esempio transalpino avvenuto dieci anni prima il fatidico 14 luglio del 1789. A duecento anni dalla morte di Napoleone Bonaparte, sulla scia di quell’articolo, e di quella specifica vicenda filo-francese a sud della Penisola, si propone l’altra esperienza importata d’oltralpe, questa volta più duratura della precedente, che vide protagonista il Regno delle Due Sicilie: il Decennio Napoleonico. Graziano Capponago del Monte, La nascita del Franco svizzero. Una storia travagliata: Poche nazioni al mondo sono così misconosciute come la Svizzera. Di questo Paese, così vicino geograficamente, spesso si conosce ben poco e quel poco è retaggio di sentiti dire o luoghi comuni. Il mito schilleriano di Guglielmo Tell e di "un popolo di fratelli" nasconde una realtà estremamente variegata, per non dire frammentata ben oltre l'attuale suddivisione della Confederazione in quattro aree linguistiche (tedesca, francese, italiana e romancia) e 26 Cantoni. Una suddivisione che si riflette a tutti i livelli e, ovviamente, anche in numismatica. Antonio Giovinale, Le Medaglie Annuali del Beato Pontefice Pio IX (1846-1878): Il 16 giugno 1846, al secondo scrutinio, il cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti venne eletto al soglio di Pietro con il nome di Pio IX. Iniziò così il più lungo pontificato della storia della Chiesa che si concluse nel 1878, dopo 31 anni, 7 mesi e 23 giorni, con la morte del papa. In questo articolo verranno elencate le sue medaglie annuali. Gian Franco Macri, La serie di medaglie papali per i viaggi apostolici internazionali: La medaglia pontificia, anche quando questa è recente o addirittura contemporanea, è in grado di riservare delle inaspettate sorprese. È questo il caso della serie emessa dai pontefici, a partire da Paolo VI, per i viaggi pastorali internazionali, inaugurati proprio da questo papa nel lontano 1964 e proseguiti dai suoi successori. Alessio Sena, Errori di coniazione in progressione: La costante crescita del numero di collezionisti di errori di coniazione sta portando alla luce sempre più monete interessanti, ai fini di studio e ricerca nell’ambito della numismatica. Con il passare degli anni si è evoluto il modo di collezionare e certificare questo tipo di monete. In questo articolo presenteremo una serie di monete straordinarie. Saluti Eliodoro1 punto
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Ciao Dovrebbe essere un liard di Navarre -Bearn di Antoine e Jeanne tipo questo https://www.ma-shops.com/dumez/item.php?id=18327&lang=it Con una ricerca in rete dovresti trovare quello uguale...1 punto
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Canada 25 dollari in oro del 2020 (grammi 46,8) 100° Anniversario della Polizia a cavallo canadese1 punto
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Ciao a tutti. Vi scrivo, visto l'argomento, per chiedervi cosa ne pensiate di questa medaglia ritrovata tra i cimeli del fratello della mia bisnonna. Qual è la storia di questa medaglia e quale potrebbe essere il suo valore? Grazie in anticipo a tutti per le risposte.1 punto
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Ciao, non è una medaglia. È un token, un gettone da gioco. Valore trascurabile, di solito sono scambiati per meno di 10 euro. https://www.ebay.it/itm/Gettone-Jeton-Token-con-contromarca-Contremarque-RF-Victoria-Regina-/254364187692?mkcid=16&mkevt=1&_trksid=p2349624.m46890.l6249&mkrid=724-127637-2357-0 Buona domenica1 punto
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Propongo un tema: "l'alta conservazione per tutelare l'investimento o il circolato con tutta la sua storia?" Direi che si potrebbe partire dal Regno, o addirittura dalle antiche banche fino alla Repubblica, che ne pensate?1 punto
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Da questa cartina sembra che i migranti siano un esercito che sta puntando da quattro direzioni su Varsavia per conquistarla... un esercito di morti di freddo e di fame Che siano "usati" politicamente da Russia e Bielorusssia non ci piove, ma un po' di solidarietà anche a loro, sfruttati dagli uni e respinti dagli altri, non gliela vogliamo dare? petronius1 punto
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Per condivisione... ALBANIEN ALBANIEN - Ahmed Bey Zogu-Zogu I. (1925-1939) Lek 1927 R, Rom PROVA / Probe K M Pr18; Pagani 820 RR f.stplfr.1 punto
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3. Demetra tra chora Katanaia ed Etna: Immagini dal Mito 3a) Il "Ratto di Persephone" Secondo Igino (Fab. 5) Kore stava raccogliendo fiori su un prato dell'Etna quando fu rapita da Ade: l'Etna compare come uno dei varchi del Tartaro, in quanto mette in comunicazione l'oltretomba con il mondo dei vivi … Il modello mitico del "Ratto di Persephone", contradditorio in quanto localizza l'evento in Sicilia e non nell'Attica, si fissa proprio nel corso del V secolo …. Diodoro (5, 4.) riporta per primo la tradizione secondo cui Demetra abbia dato inizio alle sue peregrinazioni, alla ricerca della amata figlia, accendendo le torce ai crateri dell'Etna… Narra Ovidio nelle Metamorfosi: " Né l' Aurora, quando arrivò con i suoi capelli rugiadosi ... ... né Vespero la videro mai riposarsi. Essa accese alle fiamme dell' Etna due torce di pino, e tenendone una in ciascuna mano vagò senza requie nella notte brinosa ....". Ecco Demetra, tra i fuochi dell'Etna e le luci di Katane sullo sfondo …. (Foto Copyright e Cortesia Marco Fulle: http//stromboli.net) "Alta giace l'Etna sul volto del grande Tifeo, del cui igneo respiro brucia la terra. Là accende a quel fuoco due pini per lampada, donde viene l'uso odierno di tede nelle feste di Cerere…" Ovidio, Fasti (continua)1 punto
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La collocazione delle 16 emissioni bronzee dell'ultima monetazione di Katane, un problema aperto: alcuni accenni in tre saggi disponibili online Il Manganaro aggiunge inoltre che secondo un criterio ponderale questa emissione potrebbe risalire al primo posto. Tuttavia a porre questa emissione n. 11, e pure la n. 14 del III/IV Gr., tra quelle più recenti, concorrerebbe il rinvenimento di 4 esemplari di Katane (due assai logori con Testa gianiforme/Demetra - n.11, III Gr., e due leggibili con Zeus Ammone/Iside Dikaiosyne - n.14, IV Gr.) nel ripostiglio di Megara Iblea (1949), databile per un esemplare poco circolato del Municipium Hennae intorno al 40-36 a.C., negli anni di Sesto Pompeo. Fonte: La prima (metà V sec. a.C.) e l'ultima (44-36 a.C.) emissione degli Hennaioi in gloria di Demetra di G.Manganaro, 2007. Interessante la nota 39 dove il Manganaro, pur ribadendo come problema aperto la collocazione delle 16 emissioni bronzee dell'ultima monetazione di Katane, confuta, giudicandola troppo alta, la cronologia presentata da M. Casabona ("Le monete di Catana ellenistica fra Roma e le influenze orientali", 1999) e aggiunge che a suo modesto avviso una "distribuzione delle emissioni di Katane in 3 Periodi ed entro ognuno di essi in fasi, a partire dal 216/215 – 206, 205/200 – 187, 187–170 a.C. circa, resta solo un auspicio: bisogna attendere e ricercare sicuri puntelli." M. Caccamo Caltabiano a questo proposito scrive invece (in nota 46, "Dalla moneta locale alla provinciale? La Sicilia occidentale sotto il dominio romano"): "Tale cronologia risulta dall'analisi puntuale delle serie catanee condotta dalla mia allieva M. CASABONA, Le monete di Catana ellenistica fra Roma e le influenze orientali, RIN, C, 1999, 1-34 che discute la cronologia proposta da G. MANGANARO, La monetazione di Katane dal V al I sec. a. C., in «Catania antica. Atti del Convegno S.I.S.A.C., Catania 1992», a cura di B. Gentili, Pisa-Roma 1996, 303-321, 314-315, basata ancora sull'attribuzione delle serie bronzee di norma semionciale posteriormente alla legge Plautia Papiria degli anni della guerra sociale, supra, n. 9. Coincide invece, con quanto già sostenuto da MANGANARO, ibid., 313-314, la nostra opinione di interpretare quali assi le serie romano-siciliane con testa di Giano al diritto." Anche la datazione del I sec. a.C. dello standard semionciale basata sul tesoretto di Megara sembrerebbe messa in discussione dalle nuove proposte di cronologia del tesoretto stesso secondo le quali potrebbe essere di non molto posteriore agli inizi del II sec. a.C. o non più tardo della sua prima metà. (Vedi M.Caccamo Caltabiano, "La cronologia del municipium di Henna. Discordanza tra il dato numismatico e quello storiografico", citazione in nota 51 in questo articolo di C. Mangano). Valeria (continua)1 punto
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Sull'ultima monetazione bronzea di Katane, oltre ai simbolici Pii Fratres di cui vi ho già parlato, compaiono riferimenti ai culti cittadini in onore sia di divinità tradizionali – quali Apollo, Poseidone, Demetra, Dioniso e il suo tiaso, Hermes, il fiume Amenanos, Afrodite, i Dioscuri - come pure di divinità egizie (Zeus Ammone, Serapide, Iside). Questi culti di origine egizia, penetrati a Catania attraverso il porto, testimonierebbero il persistere di stretti rapporti tra la Sicilia e l'Egitto tolemaico. Qui vi voglio presentare un delizioso bronzetto con Demetra, divinità strettamente connessa alla chora Katanaia e all'Etna…. A riprova di questo, concorrono le evidenze numismatiche ed archeologiche, nonché i molteplici riferimenti letterari e mitici. 1. Demetra tra chora Katanaia ed Etna. Il documento numismatico: il Chalkous Serapis bifronte/Demetra L'esemplare che vi propongo pesa 11,83g. e proviene dalla David Freedman Collection. Al dritto compare Serapis bifronte, con polos e tre monogrammi riferibili ai curatori della zecca cittadina. In Serapide (quale figura sincretica corrispondente all'Osiride egizio e a Hades greco/Plutone romano), oltre all'originale connotazione di divinità ctonia, ritroviamo anche l'espressione della prosperità; entrambi questi attributi ne rafforzano il legame con Demetra, dea delle messi e madre della Signora degli Inferi Persephone. E proprio Demetra compare sul rovescio del nostro bronzetto, con due spighe e una lunga torcia; intorno, l'etnico. Riferimenti: SNG ANS 1302; Calciati III pg. 101, 14. L'immagine, cortesia acsearch.info, è stata da me elaborata con l'aggiunta dei monogrammi sciolti dal Manganaro rispettivamente in Eryou (5) ed Ephedios (6) a sinistra, Litheus (7) in orizzontale a destra. Il Manganaro in "La monetazione di Katane dal V al I sec. a.C." (Catania antica. Atti Convegno della SISAC, a cura di Br. Gentili, Catania 1992) lo pone al n. 11 del III gruppo, e su base tipologica lo classifica un as, in analogia alle emissioni dei questori in Sicilia dove sul D/ compare il bifronte per indicare il valore di Asse. Ecco la definizione di chalkous di M.Caccamo Caltabiano: "… nel sistema ponderale greco indicava l'ottava parte dell'obolo e in quello siciliano corrisponde all'oncia, dodicesima parte della litra. Ben lontana ormai da quella di g. 108 del V sec. a.C., nel III sec. a.C. la litra ha subito numerose riduzioni analoghe a quelle dell'asse romano." Anche Alberto Campana nel suo articolo "Il Chalkous a Rhegium" (PN n. 120) sottolinea come la crisi monetaria innestata dalla guerra annibalica abbia determinato diversi aggiustamenti metrologici, attraverso frequenti svalutazioni, sia nella moneta greco-siceliota, sia in quella romana. Una conseguenza fu che anche il chalkous finì con l'identificarsi con l'uncia romana in ambiente greco. Gli sviluppi apportati da A. Campana. Nell'articolo "Il Chalkous a Katane" (Panorama Numismatico n. 129, 1999) lo studioso ribadisce come Katane sia stata assoggettata al dominio romano e solo indirettamente coinvolta in vicende belliche contro Annibale. In particolare riporta una testimonianza poco nota di Livio (27,8,19) secondo cui nel 209 a.C. tutto il frumento che i Romani riuscivano a requisire in Sicilia veniva inviato a Roma oppure trasportato a Katane per rifornire gli eserciti che si apprestavano ad operare a Taranto. Da questa testimonianza si potrebbe dedurre che in quegli anni Katane doveva avere raggiunto una notevole importanza strategica nello smistamento di vettovaglie presso le truppe di occupazione romana. Riguardo alle 16 emissioni bronzee di Katane, propone inoltre una risistemazione basata sia sulla tipologia adottata che sulla progressiva riduzione ponderale. In particolare colloca il bronzo di Serapis bifronte/Demetra di cui stiamo discutendo (ricordo che l'esemplare da me postato pesa 11,83 g) al numero 10 (peso 13,34-5,90 g., con media di circa 9,0 g) nella serie n.6, facente parte del II Gruppo insieme alle serie 7 e 8, tutte caratterizzate dall'assenza di segni di valore e dalla presenza di monogrammi, nonché ispirate ai culti di Serapide ed Iside o a quello di Dioniso (vedi indietro il bronzo Dioniso/Fratelli Pii). Riguardo alla loro metrologia, il Campana la definisce incerta: "probabilmente sono semissi unciali, emessi dopo la fine della guerra annibalica, all'inizio del II secolo a.C., quando grazie alla ricostruzione postbellica il piede bronzeo fu di fatto stabilizzato al livello unciale." (continua)1 punto
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Anche Katane ha la sua tellina ? "L'assenza dell'etnico, ovviamente, ha favorito il fiorire di diverse attribuzioni, che hanno visto coinvolte, di volta a volta, Camarina, Catane, Cuma e Himera. (....) (… …) Per Camarina e Catane, invece, non si conosce il motivo delle ipotesi, che potrebbero essere dipese, forse, da qualche notizia su luoghi, al momento ancora sconosciuti, dove il tipo sarebbe stato rinvenuto." Fonte: "L'enigma delle "telline" di A. Campana e G. Santelli (pag. 3, Monete Antiche numero 51, Maggio-Giugno 2010) Se di possibile attribuzione a Kamarina, Cuma, Messana e Himera si è già ampiamente dibattuto, non avevamo però trovato alcun nesso per attribuirla, seppur ipoteticamente, a Katane….. Ecco cosa scrive il Manganaro in Dall'Obolo alla Litra e il problema del "Damareteion": "L'attribuzione a Kamarina purtroppo deve restare incerta: per ipotesi non si potrebbe escludere Katane (88) ." E in nota 88, come esempio, precisa che sul R/ a sin. del fulmine alato di una litra di Katane si rileva una tellina chiusa (definita "Bogentasche (?)" in "Griechische Munzen aus der Sammlung eines Kunstfreundes, Bank Leu Munzen und Medaillen, 28 Maggio 1974, n. 86). Non ho il catalogo di quell'Asta prestigiosa… , magari se qualcuno tra Voi invece lo avesse sottomano, sarebbe davvero interessante verificare! Cercando in rete, ho trovato una litra passata in asta recentemente - Gerhard Hirsch Nachfolger, Auction 267, lotto 66, Maggio 2010 – che sembrerebbe corrispondere alla descrizione del Manganaro….. Si tratta di una litra di Katane (0,66g.) classificata RRR. Al D/ il profilo di Sileno a sin. Al R/ il fulmine alato con a sinistra sembrerebbe proprio esserci raffigurata una tellina chiusa!!! Ma come per l'esemplare Leu viene qui descritta come "Beizeichen Bogentasche (?)". Mi pare di capire che significhi "faretra" … Che ne pensate???? Valeria1 punto
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Le due statue dei Fratelli Pii Anfinomo e Anapia, erette nell'agorà cittadina, sono ormai il simbolo di Katane tanto che compaiono ai lati di Nettuno anche su un denario di Sesto Pompeo del 43-40 a.C. Secondo il Manganaro tale scelta implicherebbe il controllo pompeiano di Katane. Nel marzo del 44 a.C. vi fu una disastrosa eruzione che causò distruzione e caduta di ceneri su Katane. Vi sono buone ragioni per ritenere che Sesto Pompeo stesso abbia assistito a quell'eruzione. Narra Appiano che l'Etna fece orrendi fremiti e lunghi muggiti e che i fuochi vomitati dai crateri sommitali con il loro splendore atterrirono l'esercito accampato tra Milazzo e Capo Peloro …. Più tardi intorno al 20 d.C., un Pius Frater comparirà come contromarca pure su logori sesterzi e dupondi di Augusto. Su questo dupondio di Augusto: (esemplare 144 gr 14,93, Tavola XIV in G. Manganaro - "La Monetazione di Katane dal V al I sec. a. C.") compaiono addirittura due contromarche con l'effige di un Pius Frater col genitore sulle spalle. Valeria (continua... :rolleyes:)1 punto
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Questo bronzo mi sembra assai simile all'esemplare n. 114 raffigurato sulla Tavola XI in "La Monetazione di Katana dal V al I secolo a.C."- G. Manganaro. Li ho posti a confronto in questa immagine (di mia elaborazione): Per il dritto, il Manganaro suggerisce di confrontare il profilo di Dioniso con quello sui denari coniati nel 78. Che alluda a questo??? L'ultima monetazione di Katane, interessante per la varietà dei tipi e anche per la testimonianza di culti cittadini (come avviene normalmente per le emissioni in bronzo specie dall'epoca ellenistica alla imperiale) si inscrive all'inizio del I secolo a.C. La città era nel novero delle civitates decumane, quale risulta sotto Verre, ma tale condizione giuridica non impedì alla stessa di battere moneta bronzea a proprio nome. Ciò si sarà verificato in conseguenza della Lex Plautia Papiria del 90 a.C., la quale sancì la riduzione semiunciale dell'aes (un asse pesava perciò appena 13 gr circa, con la "polverizzazione" dei sottomultipli) e indusse alla interruzione dello stesso, creando un vuoto specie nei piccoli mercati di una provincia come la Sicilia. A fronteggiare la crisi provvederanno emissioni in bronzo ascrivibili a magistrati romani operanti nella provincia, spesso designati con sigle e alcune città con le loro zecche, come Siracusa, Agyrion, gli Hispani di Morgantina, i Leontinoi, Katane. Di quest'ultima si possono annoverare 16 emissioni, distribuite in quattro gruppi dal Manganaro. Il bronzetto con Dioniso/Fratelli Pii (emissione N. 9 del II gruppo) privo di segni di valore (che compaiono solo nelle emissioni del I gruppo) sarebbe da ritenersi un semisses, assumendo un valore ponderale dell'as ridotto rispetto a quello semiunciario (gr 13 circa). In ogni caso la collocazione delle 16 emissioni di bronzo catanesi, che il Manganaro suggerisce siano da includere nel cinquantennio 90-40 a.C., continuano a costituire un problema aperto….. (Fonte: G. Manganaro - "La Monetazione di Katane dal V al I sec. a. C.") Avete notizia di tesi più recenti??? Continua ...1 punto
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