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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/11/22 in Risposte

  1. Salve, allego articolo art cav AQ perlinato PDF.pdf
    5 punti
  2. Buongiorno gente. Oggi un bel 12 cavalli 1793 ; A.12.P. con la punteggiatura bassa e non sfalsata. Ottimo il dritto! Buona giornata.
    4 punti
  3. Buonasera. Partecipo anch'io con una monetina in mistura 125% per la Repubblica Genovese. Un 4 soldi 1814 ( unico millesimo) moneta comune, ma rara in alta conservazione. La mia è modesta. Al dritto stemma di Genova coronato da due cornucopie. Al rovescio San Giorgio a cavallo che uccide il drago. Sul contorno, di cui non ho foto, stellette in incuso. Saluti
    3 punti
  4. Buonasera Moneta per me affascinante,della vicina Albania : 1 lek del '26? Appena arrivata,fresca fresca @Litra68? Saluti
    3 punti
  5. Heilà, è già scemato l'entusiasmo?
    3 punti
  6. Dopo il 1000 lire 1944 non emesso, è tempo di tracciare anche la sorella minore... Le mie ricerche hanno portato a poca cosa, ho rintracciato solo due pezzi, sono sicuro di averne visti altri tempo addietro in vendita su e-bay ma al momento non ve ne è traccia. X38 - 066849 di questo biglietto ho trovato traccia in un post del 2013 e sul Gigante 2018. X38 - 066850 Catalogo Crapanzano Giulianini 2020 Vediamo se anche in questo caso riusciamo ad aver le idee più chiare in merito al numero di banconote presenti sul mercato.
    2 punti
  7. Salve ecco una moneta da due euro con errore di conio. Mi sapreste dire il valore? Grazie mille
    2 punti
  8. Lo si fa quando ce ne accorgiamo, ma purtroppo, come detto più volte, non possiamo essere presenti 24/7. E' fondamentale, e anche questo è stato detto più volte, la collaborazione degli utenti (che in questo caso c'è stata) nel segnalare discussioni che possano generare problemi. Detto questo, il compito del CdC è terminato, sarà cura dell'utente provvedere a quanto prescritto dalle norme nel caso in cui il ritrovamento ricada nell'ambito delle stesse.
    2 punti
  9. se avesse scritto che era del nonno, nessuno avrebbe chiesto ulteriori informazioni... ma non ha scritto cosi.. Poi quale caccia alle streghe, cerchiamo di non far passare il normale per non normale. E' sempre bene ricordare le regole che ci sono... si chiama educare ...
    2 punti
  10. Faccio ammenda, è stato un mio errore. Il R/ richiama la festa annuale dei Ludi Apollinares, istituiti nel 212 e ripetuti per la prima volta nel 211 dal pretore C. Calpurnio Piso (Livio, XXVI, 23, 3), evidentemente antenato del monetiere . Secondo Alteri (Tipologia delle monete della Repubblica di Roma), in particolare, è qui raffigurata la corsa con la torcia (o fiaccola) nei suoi due momenti topici: la gara (varianti con la frusta o la torcia) e la vittoria (varianti con la palma).
    2 punti
  11. A me sembra un semisse RRC 339/2. Il peso è perfettamente coerente con lo standard di riferimento (semionciale). L'unico elemento che fa un po' dubitare, ma è veramente troppa poca cosa, è il fatto che al retro il segno del valore non è perfettamente sovrastante il castello di prua, ma un po' spostato a destra https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-B65/2
    2 punti
  12. Buongiorno,direi che abbiamo una prova inoppugnabile che Costantino di Costanzo siglò anche il rame e non solo l'argento... Questo grano fa coppia con l'unico esemplare (che io ho visto) di pubblica con sigla MC/C...
    2 punti
  13. Come dice giustamente @chievolan, ecco un esempio romano e per l'esattezza un denario di Adriano: Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  14. Tema di sicuro interesse. Proporrei a questo riguardo di restringere il tema a una sola tipologia per volta, per meglio valutare le banconote in base al loro ciclo produttivo; ad esempio, nelle 100 lire barbetti cambia la qualità della carta non solo tra quelle matrice e il tipo modificato, ma anche tra quelle degli anni ‘10 e ‘30; oppure cambia la qualità di stampa per le banconote prodotte a L’Aquila da quelle di Roma. Perdonate la pedante pignoleria ma credo sia un dettaglio non trascurabile a mio parere. Per l’appuntamento credo che se non si fissa un giorno e un’orario ognuno aspetta l’altro “e non si fa mai giorno” PS. Dimenticavo: come altri argomenti si potrebbe parlare di due banconote ricercate è molto costose: il 50 Lire Buoi e il 25 Lire Aquila. Difficili non solo da trovare belle, e quindi anche da valutare nella loro qualità (consistenza della carta, assai fragile, e qualità dei colori per il 50 lire)
    2 punti
  15. Ciao a tutti, chiedo il vostro parere per questo Forte del III tipo (nuovo MIR nr 284) avente tre anellini , anzichè quattro, attorno alla K del rovescio. Vi è un a nota all'interno del Cudazzo in relazione a questa moneta, dove viene indicato che il Simonetti ne segnala un esemplare della stessa variante. Vi allego le foto e attendo le vostre opinioni, grazie.
    1 punto
  16. Più che trifogliata la croce mi sembra ancorata.
    1 punto
  17. @mazzarello silvio Sì, è vero sono tre di cui due a s. e uno a d. ? Il problema è che alla sera vado a memoria perché i libri sono in ufficio. E la memoria è quella che è.... Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  18. Ciao! Dipende se dice buona sera? Per Favore? Grazie? Luciano
    1 punto
  19. TAGLIO: 2 euro cc NAZIONE: Francia ANNO: 2021 TIRATURA: 7.500.000 CONSERVAZIONE: SPL LOCALITÀ: Milano NOTE: NEWS!!
    1 punto
  20. Barbados 2020 - 5 dollari in argento 999 (gr.93,3) Globo terrestre
    1 punto
  21. Uscito decreto Ufficiale UE con dati e tirature: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:C2022/012/03&qid=1641917056015&from=IT
    1 punto
  22. Nessuna caccia alle streghe, esiste una normativa ed è bene informare. Quando siamo di fronte ad una moneta antica e si leggono le parole "trovata" e "pulita" un approccio cautelativo è doveroso.
    1 punto
  23. Ti ringrazio, bravo, mi hai convinto. Giulio De Florio
    1 punto
  24. Lo capisco, in casi come questo anche le immagini sono rarissime e, in qualche modo, inedite… grazie comunque.
    1 punto
  25. Buonasera le nostre impressioni si basano sulle foto che hai punnlicato, se le provi a ingrandirle leggerme9 si nota che la superficie è piena di righe, soprattutto al dritto mentre al rovescio si intravede si il simbolo del valore che quello del ramo di vite come dice legionario per quanto ri guarda la linea sul taglio, questa è dovuta alla tecnica di preparazione dei tondelli, saluti
    1 punto
  26. Buongiorno, a questo punto mi devo correggere!! possiamo dire che ci troviamo di fronte al primo nominale in rame di Filippo lV con le sigle MC/C, e questo fa il paio con la Pubblica di cui sopra, anche se con la P sovraimpressa. Caso ha voluto che fossero pubblicate in due aste ravvicinate. Complimenti al nuovo proprietario, ma anche al collezionista che l’ha conservata per tutto questo tempo. (probabilmente lo stesso collezionista delle altre monete di Napoli presente in asta Ranieri). Asta Ranieri online n. 10, del 10/01/2022 ASTA ONLINE n. 10 / Lotto 261 NAPOLI - FILIPPO IV DI SPAGNA, 1621-1665. - GRANO 1622. NAPOLI Filippo IV di Spagna, 1621-1665. Grano 1622. Æ gr. 6,69 Dr. PHILIPPVS IIII [D G] 162[2]. Busto radiato a s.; a d., MC/C. Rv. NEAPOLIS REX 1622. Croce di Gerusalemme accantonata da crocette. Pannuti Riccio 55 var. (no sigla MC) ; MIR 258 var. (idem). Raro. q. BB
    1 punto
  27. MEDAGLIA DI ARGENTO SECONDA CLASSE PER LE OPERE DI ARCHITETTURA DURANTE LA MOSTRA DEL 30 MAGGIO 1833. Medaglia dunque di grande importanza complimenti.
    1 punto
  28. Però mi è piaciuto rileggerla, con la scusa
    1 punto
  29. “Trovata” in che senso?
    1 punto
  30. https://bibliotheque-numerique.inha.fr/collection/item/62682-monnaies-italiennes-1792-1880-vente-des-26-27-29-et-30-juin-1925
    1 punto
  31. Ciao Antonio, anche a me sembra anonimo. Non credo sia necessario pensare ad una imitativa, tanto piu' che lo stile sembra molto corretto, direi anzi bello. Pesi simili si trovano abbastanza frequentemente nelle produzioni tarde, inizio del primo secolo a.C.
    1 punto
  32. @Oppiano Come dicevo sopra, mentre il periodo medievale ha avuto uno sviluppo rilevante negli ultimi 100 anni, la monetazione di Venezia dal '500 in poi è ferma al Papadopoli. Questo perché è difficile dire qualcosa di più di quanto già detto in precedenza e perché i casi come questo di Grimani non sono molti. Adesso con le aste in rete è più facile cercare esemplari, magari qualcuno prende l'iniziativa e comincia a farlo... Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  33. Buona Sera a tutti, anche quest'anno il Circolo Numismatico Romano Laziale ha pubblicato la propria rivista annuale. La rivista sarà disponibile a partire da metà febbraio, intanto è possible prenotarla, al costo di €. 15.00 oltre spese postali alla seguente email: [email protected] Il IX volume del C.N.R.L., “Appunti Numismatici 2022”, conta ben 408 pagine, in carattere Times New Roman n. 11, è stato stampato in 200 copie a colori su carta opaca da 100 gr, in formato A5. La copertina è 4+4 su carta patinata opaca da gr. 300 plastificata, con allestimento in brossura e cucitura in filorefe. Il IX Quaderno di Numismatica comprende 16 articoli, con argomenti che vanno dall’epoca preromana ai nostri giorni, Alla stesura hanno partecipato: Bernardino Mirra; Michele Chimienti e Fabio Pettazzoni; Gianluca Mandatori; Alessandra Parrilla; Blandor Abazi; Fabio Scatolini; Fabrizio Arpaia; Michele Guarisco; Eliodoro Vagliviello; Alessandro Giaccardi; Giuseppe Pandolfo; Davide Fabrizi; Antonio Cecere; Graziano Capponago Del Monte; Antonio Giovinale; Gian Franco Macri; Alessio Sena e Patrizia Di Monte. Patrizia Di Monte, Presentazione: Il presidente riassume gli eventi organizzati dal Circolo durante il 2021, pochi purtroppo causa la pandemia che ha bloccato ogni attività mondiale. Si rammarica profondamente per la perdita, a volte prematura, dei tanti numismatici scomparsi nel funesto 2021, tra i quali alcuni lasciano una ben delineata orma nella storia della Numismatica moderna. Evidenzia, con profonda gratitudine, il Premio 2021 assegnato al C.N.R.L. dall’Accademia Italiana di Studi Numismatici, come Miglior Circolo per la Diffusione della Cultura Numismatica. Ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla stesura del volume, collaborando o sostenendo la pubblicazione: gli Autori, le Case d’Asta, i Commercianti ed i singoli Collezionisti. Un particolare e sentito ringraziamento lo dedica al Comitato Redazionale, senza il quale il IX Quaderno non avrebbe avuto vita, per l'impegno ed il sostegno profuso al completamento dello stesso. Bernardino Mirra, Introduzione: Il prof. Mirra riflettendo sull’attuale situazione epidemica sottolinea i minori appuntamenti e convegni numismatici avuti nell’anno appena trascorso, soffermandosi particolarmente sul Veronafil, unico convegno ad essere stato completamente soppresso nel 2021. Fa notare, con compiacimento, la partecipazione di giovani numismatici alla stesura di Appunti Numismatici 2022, sperando che la loro passione, continuando negli anni, porti nuova linfa alla letteratura numismatica. Fabio Pettazzoni, Michele Chimienti, Serapide: Il nome di questa divinità, in greco Serapis (Σεράπις), deriva dalla fusione dei nomi delle divinità egiziane Osiride, in greco Osiris (Οσιρις) e Api, in greco Apis (Απις). Osiride, secondo la mitologia egiziana, era un arcaico re, che in seguito era divenuto una divinità. Aveva insegnato l’agricoltura e la religione. Molti erano i miti che lo riguardavano, nel più comune sarebbe morto assassinato e smembrato nel Nilo dal fratello Seth. Grazie alle pratiche magiche della moglie/sorella Iside sarebbe poi risuscitato e divenuto sovrano e giudice supremo dell’Oltretomba. Straordinariamente questo mito non ci proviene da papiri egizi o da testimonianze epigrafiche, ma è tramandato da Plutarco in un’opera intitolata “Iside e Osiride” del II secolo d.C. Gianluca Mandatori, La produzione monetaria di Suessa Aurunca: contesto storico e tipologie: A Sud-Ovest del vulcano spento di Roccamonfina, lungo il pendio tufaceo che declina verso il Golfo di Gaeta, poco distante dal corso del Garigliano, sul confine naturale tra il Lazio e la Campania, sorgeva l’antico abitato di Suessa Aurunca. Il presente contributo fornisce una panoramica, storicamente contestualizzata, sulle emissioni di questa importante colonia. Alessandra Parrilla, La storia di Tiberio, ovvero la vita di un uomo che divenne imperatore suo malgrado e che cercò sempre di allontanarsi da Roma: Parlare di Tiberio significa, in genere, descrivere un imperatore che non è stato in grado di suscitare particolare simpatia: succedere all’amato Augusto e aver consegnato Roma nelle mani dello spietato prefetto del pretorio Seiano, sono i due elementi che hanno contribuito ad alimentare i pettegolezzi, cui spesso gli storici credevano pur di creare una narrazione avvincente. Tuttavia, la storiografia moderna ha revisionato questa interessante quanto valida figura storica, mettendo in luce aspetti che, se attentamente valutati, consentono di spiegare e giustificare, o anche sfatare, fatti che, quando non falsi, vanno contestualizzati adeguatamente. Blandor Abazi, La dracma illirica di Apollonia della fase transitoria e l'Apollodenario o il denario apollineo: Apollonia d'Illiria continuò a fiorire anche sotto il dominio romano, come testimonia il famoso oratore Cicerone nelle sue Filippiche, definendola “Magna Urbs et Gravis” cioè: “Grande ed Importante Città”. Apollonia sotto l'imperatore Augusto, a differenza di Dyrrachium (l'odierna Durazzo) che divenne una semplice colonia romana intorno agli anni '30 a.C., ebbe il privilegio di ottenere lo stato di “Civitas libera et immunis” cioè: “Città libera e immune”, ossia l'autonomia municipale all'interno dell'Impero. L'afflusso dei denari romani nei principali mercati dell'Illiria e dei Balcani settentrionali provocò la svalutazione della dracma illirica, per uscire dalla crisi Apollonia emise un nuovo tipo di dracma, che non ebbe successo, e poi iniziò a introdurre “l’Apollodenario" o denario apollineo dopo la Guerra Civile Romana (49-45 a.C.) oppure intorno al 27 a.C. fino a 37 d.C. la datazione precisa è ancora incerta. Fabio Scatolini, Una rarissima tipologia di busto per la serie “codificata” della zecca di Siscia a nome di Massimiano e la datazione dell’emissione: Nel presente articolo verrà indagata una particolare tipologia di busto dell’imperatore Massimiano riscontrata su un’emissione di aureliani (o antoniniani riformati) della zecca di Siscia. Il RIC data questa emissione, a nome dei due diarchi, Massimiano e Diocleziano, al 289/290 d.C. L’analisi di ad una diversa datazione rispetto a quella proposta dal RIC. Fabrizio Arpaia, Il denaro infernale: Analizzando le culture e le tradizioni religiose, che si sono susseguite e che continuano a coesistere nell’era moderna, nonché il pensiero filosofico, che contraddistingue da sempre il genere umano, saltano all’occhio alcuni assiomi fondamentali che, a prescindere dal credo e dal pensiero, sono comuni a praticamente tutte le culture. Uno di questi, tra i più affascinanti, è il concetto di oltretomba: il mondo ultraterreno dove spiriti, anime, divinità risiedono e continuano post mortem a portare avanti la loro esistenza. Mihele Guarisco, Le monete di Sciacca: Grazie alla scoperta e corretta lettura di un documento riguardante le zecche siciliane di Messina, Palermo e Catania si è potuto accertare che anche a Sciacca, ed in modo particolare durante gli ultimi anni di regno di Federico il Semplice (1355-1377) furono coniate monete Eliodoro Vagliviello, Un denaro tornese civico circolato durante la prima Congiura dei Baroni: L’articolo tratta di un denaro tornese emesso e circolato nel Regno di Napoli durante la prima Congiura dei Baroni ed attribuito dubitativamente alla zecca di Alvignano. Partendo dalla moneta si passa a descrivere quel convulso periodo storico, successivo alla designazione a re di Napoli di Ferdinando d’Aragona, fortemente osteggiata dai nobili napoletani gelosi della loro autonomia che si ribellarono dando vita, appunto, a quella che sarebbe stata denominata “Prima Congiura dei Baroni”. Alessandro Giaccardi, La falsa moneta nelle prammatiche sanzioni del Regno di Napoli (1521-1689): In questo articolo viene analizzato il falso nummario nelle prammatiche sanzioni del Regno di Napoli all’epoca del viceregno spagnolo. Il periodo preso in esame inizia con il regno di Carlo V d’Asburgo e termina con quello di Carlo II di Spagna, ossia dalla prima all’ultima prammatica dedicata alla falsa moneta (1521-1689). Questo studio è l’ultimo di una serie che va a completare il falso nummario del Regno di Napoli dopo le pubblicazioni sulla falsa moneta del codice penale murattiano (1812) e del codice penale del Regno delle Due Sicilie (1819). Le prammatiche sono un coacervo di norme farraginose, ripetitive e contraddittorie che si è cercato di rendere il più possibile coerenti e comprensibili. Giuseppe Pandolfo, Il quarto di tarì nella monetazione siciliana di Carlo V d’Asburgo. Nuove proposte per una più precisa datazione: L’obiettivo di quest’articolo è quello di aggiungere un ulteriore elemento di datazione nella monetazione siciliana di Carlo V d’Asburgo. Tale elemento, dopo essere stato descritto, lo si applica alla moneta da un quarto di tarì, inquadrando ed ordinando cronologicamente le varie tipologie. Il punto di riferimento di questo lavoro è l’elencazione dei quarti di tarì presenti nell’opera di Rodolfo Spahr, ai quali si è cercato di dare una suddivisione tipologica relativamente alle diverse varianti da lui individuate. Davide Fabrizi, In una medaglia la storia della lotta del cardinale Giovanni Antonio Benvenuti contro il brigantaggio: In ricordo di Giovanni Antonio Benvenuti, delegato straordinario per le province di Campagna e Marittima per la lotta intrapresa (e vinta) contro il brigantaggio, in particolare contro il brigante Gasbarrone, definito all’epoca “nemico del genere umano”. Il ringraziamento della città di Frosinone impresso su di una medaglia. Antonio Cecere, Per una cronistoria del decennio napoleonico a Napoli attraverso le medaglie della Collezione ANPB: Un paio di anni or sono venne pubblicato a firma dello scrivente, per gli Appunti annuali del Circolo Numismatico Romano Laziale, un articolo sull’iconografia di una medaglia del 1799 per il ritorno dei sovrani a Napoli dopo la caduta della Repubblica Napoletana. Un racconto particolarissimo per una parentesi di soli sei mesi che investì il Mezzogiorno d’Italia, generatasi dall’esempio transalpino avvenuto dieci anni prima il fatidico 14 luglio del 1789. A duecento anni dalla morte di Napoleone Bonaparte, sulla scia di quell’articolo, e di quella specifica vicenda filo-francese a sud della Penisola, si propone l’altra esperienza importata d’oltralpe, questa volta più duratura della precedente, che vide protagonista il Regno delle Due Sicilie: il Decennio Napoleonico. Graziano Capponago del Monte, La nascita del Franco svizzero. Una storia travagliata: Poche nazioni al mondo sono così misconosciute come la Svizzera. Di questo Paese, così vicino geograficamente, spesso si conosce ben poco e quel poco è retaggio di sentiti dire o luoghi comuni. Il mito schilleriano di Guglielmo Tell e di "un popolo di fratelli" nasconde una realtà estremamente variegata, per non dire frammentata ben oltre l'attuale suddivisione della Confederazione in quattro aree linguistiche (tedesca, francese, italiana e romancia) e 26 Cantoni. Una suddivisione che si riflette a tutti i livelli e, ovviamente, anche in numismatica. Antonio Giovinale, Le Medaglie Annuali del Beato Pontefice Pio IX (1846-1878): Il 16 giugno 1846, al secondo scrutinio, il cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti venne eletto al soglio di Pietro con il nome di Pio IX. Iniziò così il più lungo pontificato della storia della Chiesa che si concluse nel 1878, dopo 31 anni, 7 mesi e 23 giorni, con la morte del papa. In questo articolo verranno elencate le sue medaglie annuali. Gian Franco Macri, La serie di medaglie papali per i viaggi apostolici internazionali: La medaglia pontificia, anche quando questa è recente o addirittura contemporanea, è in grado di riservare delle inaspettate sorprese. È questo il caso della serie emessa dai pontefici, a partire da Paolo VI, per i viaggi pastorali internazionali, inaugurati proprio da questo papa nel lontano 1964 e proseguiti dai suoi successori. Alessio Sena, Errori di coniazione in progressione: La costante crescita del numero di collezionisti di errori di conia­zione sta portando alla luce sempre più monete interessanti, ai fini di studio e ricerca nell’ambito della numismatica. Con il passare degli anni si è evoluto il modo di collezionare e certificare questo tipo di monete. In questo articolo presenteremo una serie di monete straordinarie. Saluti Eliodoro
    1 punto
  34. Niue 2020 Anno del topo - 5 dollari in argento La particolarità curiosa non sta nella moneta coniata per l'occasione ma nel certificato di autenticità realizzato in argento 999 (1/10 di oz. gr. 3,11). Ogni certificato è serializzato ed ha il corso legale del valore di 25 centesimi.
    1 punto
  35. Semplice curiosità. Probabilmente si è fermato del materiale sul conio, che andando ad imprimere la moneta ha lasciato l'impronta che si vede. Sono stati coniati milioni di pezzi ed è facile che i coni si rovinino. Il valore è quello espresso: 10 centesimi.
    1 punto
  36. Ciao Dovrebbe essere un liard di Navarre -Bearn di Antoine e Jeanne tipo questo https://www.ma-shops.com/dumez/item.php?id=18327&lang=it Con una ricerca in rete dovresti trovare quello uguale...
    1 punto
  37. Ciao a tutti. Vi scrivo, visto l'argomento, per chiedervi cosa ne pensiate di questa medaglia ritrovata tra i cimeli del fratello della mia bisnonna. Qual è la storia di questa medaglia e quale potrebbe essere il suo valore? Grazie in anticipo a tutti per le risposte.
    1 punto
  38. Buonasera a tutti, vorrei aggiungere anche una mia moneta (anche se molto consunta). Un Grosseto con la legenda obliterata di papa Clemente XI della zecca di Ferrara con al retro San Giorgio. Tiziano
    1 punto
  39. Eccomi... Allora il problema è esploso nelle ultime settimane. Una decina di giorni fa sono entrati in territorio polacco tre uomini in divisa e bene armati. Sono stati riaccompagnati al confine con la Bielorussia. Il problema è che, pur essendo vestiti da militari, non avevano mostrine nè documenti che attestassero la loro identità. Sono stati chiamati come ''uomini in verde'' come quelli comparsi in altre terre... Poco prima c'erano state delle scaramucce al confine con spari a salve. Poi sono arrivati i profughi. Non so se ricevono pastiglie, ma sicuramente qualcuno li aiuta con tronchi di legno che vengono buttati sopra il filo spinato per creare dei ponti. Non credo che questa sia la sede opportuna per parlare in generale del problema dei profughi, problema molto complesso e di difficile soluzione. Qui vorrei limitarmi ai fatti. Destabilizzare la Polonia, come qualche giornalista italiano ha scritto, non credo che sia l'obiettivo di questa operazione e non lo ritengo attuabile. Non dimentichiamo che lo stesso problema l'ha anche la Lituania. Credo invece che sia possibile l'obiettivo di peggiorare i rapporti della Polonia e della Lituania con l'Unione Europea. Infine vorrei raccontarvi un episodio. Nel 2006 sono andato in Bielorussia passando in auto il confine. Non so quanto lunga fosse all'epoca, ma il confine aveva una rete alta circa tre metri con sopra il filo spinato. Poi dopo uno spazio di circa tre metri un'altra rete sempre alta tre metri e filo spinato sopra. Nello spazio tra le due reti camminavano pattuglie composte da due soldati polacchi con un cane. La sicurezza dei confini era stata una delle condizioni per l'ingresso della Polonia nell'Unione Europea... Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  40. Da questa cartina sembra che i migranti siano un esercito che sta puntando da quattro direzioni su Varsavia per conquistarla... un esercito di morti di freddo e di fame Che siano "usati" politicamente da Russia e Bielorusssia non ci piove, ma un po' di solidarietà anche a loro, sfruttati dagli uni e respinti dagli altri, non gliela vogliamo dare? petronius
    1 punto
  41. Ma chi era Seuso? Seuso non è menzionato nelle fonti storiche sopravvissute dalla tarda antichità, quindi probabilmente non apparteneva alla principale élite imperiale che conosciamo bene, che ha determinato il corso del destino dell'Impero romano. La sua personalità e il suo status sociale possono quindi essere dedotti solo dal suo nome e dalla sua proprietà. Perdippiù Seuso non è neppure un nome latino. Secondo András Mócsy, noto ricercatore ungherese, il nome è una derivazione di un nome celtico locale della Pannonia. Seuso quindi potrebbe essere una versione tardiva del nome celtico Deuso, che viene utilizzato tra i toni D e S, un cambiamento di tono. Come ha scritto Mócsy "questa fluttuazione tra D e S può essere spiegata solo da un suono simile al suono TH inglese". Deuso, insieme ai nomi simili di Reuso e Bauso, è ben nota in Pannonia e nell'area Transdanubiana, in particolare nelle tombe indigene della contea di Fejér. Pertanto, non possiamo considerarlo insolito come il nome di un uomo appartenente all'aristocrazia locale. Nel IV secolo, l'élite della Pannonia a volte insisteva persino sulla sua denominazione tradizionale, come dimostra il caso del nonno dell'ultimo imperatore romano occidentale, Romolo Augulo, che portava il nome celtico Tatulo. Seuso potrebbe essere stato un vero signore ai suoi tempi, e l'argento della sua famiglia ne è una testimonianza. Non sappiamo se abbia preso una posizione nell'amministrazione imperiale o forse abbia condotto una carriera militare nell'esercito. Possiamo ipotizzare, tuttavia, che la sua proprietà e la sua fonte possano essere state principalmente una vasta tenuta di terra, il cui centro era costituito dalla sua residenza. Dove viveva Seuso? La risposta è data dal piatto che da il nome al tesoro. Nel medaglione centrale della ciotola vediamo uno degli eventi dello stile di vita aristocratico, la caccia e i suoi vari episodi. C'è una scena di fauna selvatica, l'elaborazione di animali uccisi e la scena di una festa all'aperto che conclude la caccia. Sdraiata all'ombra del telo allungato, sdraiata su cuscini appoggiati a terra, la compagnia di caccia sta banchettando, probabilmente Seuso e sua moglie nel mezzo. Intorno a loro ci sono i loro cavalli legati ad un albero e cani da caccia che aspettano gli avanzi. La scena è insolitamente personalizzata rispetto alle rappresentazioni contemporanee su un tema simile. Oltre all'iscrizione poetica per Seuso, il nome del suo cavallo preferito era scritto sul piatto: In (n) ocentius. La festa è stata collocata in una vera cornice geografica, sulla riva boscosa di un'acqua ricca di pesci, sopra la quale la parola Pelso può essere letta su un nastro di iscrizione. Sappiamo da Aurelio Vittorio che l'imperatore Galerio (sovrani 305–311) "prosciugò le acque di Pelso in Pannonia e le condusse nel Danubio". Un geografo anonimo di Ravenna intorno al 700 d.C. scrisse: "C'è il lago più grande della Pannonia chiamato Pelsois". Queste descrizioni possono valere solo per un lago, il lago Balaton. Sulla base di tutto ciò, possiamo dire che Seuso apparteneva alla tarda élite imperiale e visse nella Pannonia del IV secolo, vicino al lagho Pelso, ovvero l'attuale Lago Balaton. È possibile che possedesse una grande villa romana a Szabadbattyán, a pochi chilometri da Polgárdi, che è stata scavata negli ultimi decenni e basandoci sui risultati degli scavi fu distrutta durante un attacco barbaro. https://www.artmagazin.hu/articles/archivum/616d77a73b5f8f57553d7a131f28916b
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  42. 3. Demetra tra chora Katanaia ed Etna: Immagini dal Mito 3a) Il "Ratto di Persephone" Secondo Igino (Fab. 5) Kore stava raccogliendo fiori su un prato dell'Etna quando fu rapita da Ade: l'Etna compare come uno dei varchi del Tartaro, in quanto mette in comunicazione l'oltretomba con il mondo dei vivi … Il modello mitico del "Ratto di Persephone", contradditorio in quanto localizza l'evento in Sicilia e non nell'Attica, si fissa proprio nel corso del V secolo …. Diodoro (5, 4.) riporta per primo la tradizione secondo cui Demetra abbia dato inizio alle sue peregrinazioni, alla ricerca della amata figlia, accendendo le torce ai crateri dell'Etna… Narra Ovidio nelle Metamorfosi: " Né l' Aurora, quando arrivò con i suoi capelli rugiadosi ... ... né Vespero la videro mai riposarsi. Essa accese alle fiamme dell' Etna due torce di pino, e tenendone una in ciascuna mano vagò senza requie nella notte brinosa ....". Ecco Demetra, tra i fuochi dell'Etna e le luci di Katane sullo sfondo …. (Foto Copyright e Cortesia Marco Fulle: http//stromboli.net) "Alta giace l'Etna sul volto del grande Tifeo, del cui igneo respiro brucia la terra. Là accende a quel fuoco due pini per lampada, donde viene l'uso odierno di tede nelle feste di Cerere…" Ovidio, Fasti (continua)
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  43. 2. Demetra tra chora Katanaia ed Etna: l'evidenza archeologica ... La Demetra effigiata sul R/ del bronzetto catanese da me postato qui sopra, potrebbe raffigurare il "signum … perantiquum", l'antichissimo simulacro di Demetra fatto trafugare in modo empio da Verre dal tempio ad essa dedicato (Cicerone, in Verr. 4,99-100). Il tempio era servito da nobili e virtuose sacerdotesse ed era inibito agli uomini: in esso infatti si tenevano cerimonie di tipo misterico riservate alle sole donne. Il passo di Cicerone troverebbe conferma nel rinvenimento nel 1959, da parte di G. Rizza, di un ricco deposito votivo nella Piazza San Francesco a Catania, con ogni probabilità pertinente al Santuario di Demetra, localizzabile poco più a monte. A questo riguardo esiste un rilievo frammentario della fine del V secolo aC, realizzato in marmo pentelico e recante un'iscrizione dedicatoria a Demeter e Kore: DAMATRI KAI KORAI (vedi in alto a sinistra sul rilievo). Il rilievo era stato rinvenuto da Libertini negli anni '30, tra le fondazioni del Palazzo in cui aveva allora sede la Banca d'Italia e in cui oggi si trova la Questura. In esso appaiono le due dee: Kore nell'atto di sollevare il lembo della veste, un peplo dorico con kolpos e apoptygma; Demetra mentre regge una lunga torcia che poggia a terra ... Ai piedi di Demetra si distingue chiaramente un rialzo del terreno – normalmente interpretato come un focolare o un piccolo altare – nel quale si può invece benissimo riconoscere grazie alla vistosa cavità centrale, l'indicazione sintetica del cratere del vulcano! E' probabile che il rilievo sia stato realizzato ad Atene: l'immagine delle due divinità ricalca chiaramente i tipi statuari creati per il Santuario di Eleusi, sede dei celebri Misteri delle due Dee. In occasione della spedizione in Sicilia del 415 a.C., Atene strinse alleanza con Catania contro la dorica Siracusa: il rilievo potrebbe essere quindi espressione del legame stretto in questa occasione tra le due città di stirpe ionica. E' facile pensare che lo scultore ateniese, ponendo sul rilievo destinato a Catania l'indicazione del cratere dell'Etna accanto all'immagine delle due dee eleusine, volesse celebrare l'alleanza tra Atene e Katane facendo leva, al di là della comunanza di stirpe, sull'appartenenza ad un'unica geografia sacra disegnata dalle divine peregrinazioni di Demetra. Immagine del rilievo copyright e cortesia: "In Ima Tartara. Miti e Leggende delle Grotte dell'Etna, a cura dell'archeologo Francesco Privitera e del presidente del Centro di Archeologia cretese Vincenzo La Rosa." Valeria (continua)
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  44. Anche Katane ha la sua tellina ? "L'assenza dell'etnico, ovviamente, ha favorito il fiorire di diverse attribuzioni, che hanno visto coinvolte, di volta a volta, Camarina, Catane, Cuma e Himera. (....) (… …) Per Camarina e Catane, invece, non si conosce il motivo delle ipotesi, che potrebbero essere dipese, forse, da qualche notizia su luoghi, al momento ancora sconosciuti, dove il tipo sarebbe stato rinvenuto." Fonte: "L'enigma delle "telline" di A. Campana e G. Santelli (pag. 3, Monete Antiche numero 51, Maggio-Giugno 2010) Se di possibile attribuzione a Kamarina, Cuma, Messana e Himera si è già ampiamente dibattuto, non avevamo però trovato alcun nesso per attribuirla, seppur ipoteticamente, a Katane….. Ecco cosa scrive il Manganaro in Dall'Obolo alla Litra e il problema del "Damareteion": "L'attribuzione a Kamarina purtroppo deve restare incerta: per ipotesi non si potrebbe escludere Katane (88) ." E in nota 88, come esempio, precisa che sul R/ a sin. del fulmine alato di una litra di Katane si rileva una tellina chiusa (definita "Bogentasche (?)" in "Griechische Munzen aus der Sammlung eines Kunstfreundes, Bank Leu Munzen und Medaillen, 28 Maggio 1974, n. 86). Non ho il catalogo di quell'Asta prestigiosa… , magari se qualcuno tra Voi invece lo avesse sottomano, sarebbe davvero interessante verificare! Cercando in rete, ho trovato una litra passata in asta recentemente - Gerhard Hirsch Nachfolger, Auction 267, lotto 66, Maggio 2010 – che sembrerebbe corrispondere alla descrizione del Manganaro….. Si tratta di una litra di Katane (0,66g.) classificata RRR. Al D/ il profilo di Sileno a sin. Al R/ il fulmine alato con a sinistra sembrerebbe proprio esserci raffigurata una tellina chiusa!!! Ma come per l'esemplare Leu viene qui descritta come "Beizeichen Bogentasche (?)". Mi pare di capire che significhi "faretra" … Che ne pensate???? Valeria
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  45. Quoto me stessa, scusate... :rolleyes:, ma ho trovato molto interessante il confronto tra la tesi del Manganaro (1992) e quella più recente (1999) esposta da Alberto Campana nell'esaustivo articolo pubblicato su Panorama Numismatico n. 129: "Il Chalkous a Katane" . Ve ne propongo alcuni passi, sempre in riferimento al mio bronzetto dei Fratelli Pii (vedi post precedenti). Nell'articolo del Manganaro (1992) a cui ho fatto riferimento, non risultavano riportati i pesi. Ne "Il Chalkous a Katane", invece, Alberto Campana propone una risistemazione delle emissioni bronzee catanesi che tiene conto sia della tipologia adottata che della drastica e progressiva riduzione ponderale, riconoscendo otto serie distribuite in "due gruppi di emissioni, rispettivamente di piede sestantale e di piede unciale, declinante fino al semiunciale." Riguardo al periodo di emissione, il Campana si esprime a favore della tesi avanzata nel 1995 da M.Caccamo Caltabiano che in "La monetazione in Sicilia negli anni della II guerra punica fra tradizione locale ed esperienza romana" attribuisce le emissioni catanesi ad anni risalenti alla guerra annibalica. Ricordo che il Manganaro le collocava invece nel periodo 90-40 a.C. Il bronzo dei Fratelli Pii da me postato (4,6 g) viene classificato al numero 17 (Peso 9,26 – 3,95 g., con media 5,7 g) nella serie n.8, facente parte del II Gruppo insieme alle serie 6 e 7, tutte caratterizzate dall'assenza di segni di valore e dalla presenza di monogrammi, nonché ispirate ai culti di Serapide ed Iside o a quello di Dioniso. Dovrebbe trattarsi dell'ultima serie coniata da Katana, alla fine del II secolo o all'inizio del I sec. a.C. al tempo della riduzione semiunciale ufficiale del 90 a.C. in seguito alla Lex Plautia Papiria. Il Campana sottolinea come lo stile appaia più tardivo e stilizzato, e lo stesso peso più ridotto. E continua ipotizzando che la doppia raffigurazione (due pilei oppure due fratelli) che le accomuna stia forse ad indicare che sono ora semisses, ma di piede semiunciale (teorico di 6,82 g. dal quale togliere un aggio - tassa di coniazione - di circa 15%). Conferma inoltre la cessazione della produzione monetaria della zecca di Katane nel I secolo a.C. Valeria ps: in attesa che Piakos torni dalle vacanze e riprenda la sua acuta analisi inerente la nascita della monetazione di Katane, mi permetto di continuare a presentarvi alcuni bronzi che ne testimoniano invece la fase finale ... Inizio e fine ... Alfa e Omega ... : in fondo, anche il nostro amato Eraclito ci ricorda come "Comune è sulla circonferenza l'inizio e la fine" ;) (fr. 34)
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  46. Questo bronzo mi sembra assai simile all'esemplare n. 114 raffigurato sulla Tavola XI in "La Monetazione di Katana dal V al I secolo a.C."- G. Manganaro. Li ho posti a confronto in questa immagine (di mia elaborazione): Per il dritto, il Manganaro suggerisce di confrontare il profilo di Dioniso con quello sui denari coniati nel 78. Che alluda a questo??? L'ultima monetazione di Katane, interessante per la varietà dei tipi e anche per la testimonianza di culti cittadini (come avviene normalmente per le emissioni in bronzo specie dall'epoca ellenistica alla imperiale) si inscrive all'inizio del I secolo a.C. La città era nel novero delle civitates decumane, quale risulta sotto Verre, ma tale condizione giuridica non impedì alla stessa di battere moneta bronzea a proprio nome. Ciò si sarà verificato in conseguenza della Lex Plautia Papiria del 90 a.C., la quale sancì la riduzione semiunciale dell'aes (un asse pesava perciò appena 13 gr circa, con la "polverizzazione" dei sottomultipli) e indusse alla interruzione dello stesso, creando un vuoto specie nei piccoli mercati di una provincia come la Sicilia. A fronteggiare la crisi provvederanno emissioni in bronzo ascrivibili a magistrati romani operanti nella provincia, spesso designati con sigle e alcune città con le loro zecche, come Siracusa, Agyrion, gli Hispani di Morgantina, i Leontinoi, Katane. Di quest'ultima si possono annoverare 16 emissioni, distribuite in quattro gruppi dal Manganaro. Il bronzetto con Dioniso/Fratelli Pii (emissione N. 9 del II gruppo) privo di segni di valore (che compaiono solo nelle emissioni del I gruppo) sarebbe da ritenersi un semisses, assumendo un valore ponderale dell'as ridotto rispetto a quello semiunciario (gr 13 circa). In ogni caso la collocazione delle 16 emissioni di bronzo catanesi, che il Manganaro suggerisce siano da includere nel cinquantennio 90-40 a.C., continuano a costituire un problema aperto….. (Fonte: G. Manganaro - "La Monetazione di Katane dal V al I sec. a. C.") Avete notizia di tesi più recenti??? Continua ...
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