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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/08/22 in Risposte
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Napoletane "particolari" quelle che vi presento stasera: Piastre di Ferdinando II : 1832 reimpressa 1834 BOMBA 1840 collo a punta 1841 testa grossa 1842 BOMBA-BOMBA 1847 reimpressa 1848 reimpressa5 punti
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Invece secondo me mia moglie chiederebbe il divorzio o mi manderebbe ad arare i campi con i buoi ....altro che regalo?5 punti
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Buongiorno, oggi girovagando per il web ho trovato la seguente immagine che mi ha incuriosito: lì per lì avevo ritenuto fosse un tesoretto composto da una produzione imitativa “orientale”… invece si tratta di “bratteati”. https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=772836709874964&id=100014459260167 Si tratta di un termine che indica un fenomeno e una produzione di cui conoscevo l’esistenza ma non nel dettaglio. L’inizio della cronologia dei “bratteati” si colloca un po’ al limite superiore dell’arco temporale della presente Sezione ma il fenomeno inizia nel III secolo d.C. per poi continuare anche dopo la caduta dell’Impero. Mi affido un po' pertanto alla comprensione dei Curatori di Sezione!! Con il termine suddetto si indica un fenomeno e una produzione di cui conoscevo l’esistenza ma non nel dettaglio. L’inizio della cronologia dei “bratteati” si colloca un po’ al limite superiore dell’arco temporale della presente Sezione ma il fenomeno inizia nel III secolo d.C. per poi continuare anche dopo la caduta dell’Impero. Ebbene sì, lo confesso, il tema “cosa c’era oltre il Limes” mi ha sempre incuriosito. La semplice dicotomia “romano= civiltà, barbaro=selvaggio” non mi convince, si trattava verosimilmente di altre culture semplicemente non attratte dallo “roman style of life”, con radici culturali basate su altri canoni e nell’insieme si tratta di un argomento molto articolato, di difficile esposizione in poche righe. Il Limes non era un confine così insuperabile anzi, specie per motivi commerciali vi era un passaggio di persone in uscita e in entrata nell’Impero. Ad esempio mercanti, esploratori e geografi romani arrivavano fino al Mar Baltico ed oggetti di produzione romana si trovano anche ben distanti dai confini imperiali. Altrettanto spesso anche “barbari” passavano la frontiera imperiale ed entravano nello stesso. Magari portando con sè materiali provenienti da terre lontane come ad es. l’ambra che arrivavano fino ad Aquileia e qui lavorata negli opifici e distribuita per il Mediterraneo. La foto apre uno squarcio su un periodo molto tribolato per l’Impero (ovvero al momento della sua decadenza e crollo) e quindi sulle popolazioni germaniche che si ritengono distanti mentre in realtà avevano contatti mediati con l’area imperiale. Il tesoretto dell’immagine è stato rinvenuto in Danimarca ed è costituito da bratteati: vi riporto la descrizione. Bratteati scandinavi d'oro, circa 500-550 d.C. dal Museo Nazionale della Danimarca, ritrovate a Gudme, una città nel centro della Danimarca con situata nel comune di Svendborg sull'isola di Funen nella regione della Danimarca meridionale. Ma cosa erano i bratteati? Un bratteato (dal latino bractea, sottile pezzo di metallo) è una moneta piatta in oro o argento ottenuta su lamina, battuta su una singola faccia. Furono prodotti principalmente in Europa centro-settentrionale durante la Tarda antichità e il Medioevo. Nella Tarda antichità (V-VI secolo) nei territori danesi (circa 300 esemplari), norvegesi (390), Gran Bretagna (30) e vari paesi a sud della Danimarca (20) dischi circolari di lamine in metalli preziosi vennero lavorati per produrre delle imitazioni dei medaglioni imperiali del Basso Impero. Un esempio dei prototipi presi ad esempio può esser questo medaglione di Valens: Roman gold medal of Emperor Valens, made 375-78 AD. Part of the treasure of Szilágysomlyó (Şimleu Silvaniei), c. 525-550 AD. https://commons.wikimedia.org/wiki/File:KHM_Wien_32.482_-_Valens_medal,_375-78_AD.jpg Non si tratta dell’unico esemplare di medaglioni presente nel Tesoro di Szilágysomlyó, se siete interessati ad approfondire vi segnalo altri esemplari al seguente link: https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Medallions_of_Szil%C3%A1gysomly%C3%B34 punti
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Aggiorniamo la conta della banconota più rara della mia collezione. Alla fine non ho resistito alla tentazione (che mi portavo dietro da quasi due anni) e ho acquistato la 1000 lire Capranesi 17/3/1936 con soli 200 mila esemplari e considerata da tutti i cataloghi da me visionati R4. È vero, avevo già la stessa tipologia, questa banconota è per ora la seconda della mia collezione che presenta una scritta (la prima è la 1000 lire decreto ma li stiamo parlando pure di un R2/R3 altrimenti inaccessibile). Sono arrivato al punto della mia collezione dove per aggiungere qualcosa devo spenderci almeno 100 euro (anche per cose comuni). Quindi mi sentivo che era arrivato il momento di “dare spessore” alla collezione aggiungendo una banconota che in pochi hanno. Qui si aprono altre considerazioni da fare, è vero che non fa tipologia e quindi è poco cercata, è vero che potevo usare i soldi spesi magari per aggiungere un’altra banconota che mi mancava alla collezione. Sono soddisfatto dell’acquisto, posso dire di avere una banconota di difficile reperibilità, ora mi aspetta un riposo lungo dagli acquisti ma vabbè ? Ps. Alla fine l’ho fatta mia per 200 euro perizia inclusa. Pareri sulla conservazione ?3 punti
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Fortunello, starai sempre a contatto con la natura.... cosa puoi desiderare di più? Non era peggio se era una 500 lire mietitrice? ti dovevi vestire da donna ed a seno nudo stare in mezzo la paglia che punge e porta prurito!3 punti
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Così, in H.N.Italy al n. 2678, è censito il piuttosto raro piccolo bronzo, che passerà a fine mese in asta Leu 19 al n. 72 .2 punti
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Tornando al discorso bratteati e al citato sito di Gudme in Danimarca, ampio insediamento costituito da più fattorie e luogo di culto sviluppatosi a partire dal III secolo d.C. Per approfondimenti: http://vikingekult.natmus.dk/en/foerkristne-kultpladser/noeglepladserne/gudme/ Vi segnalo un altro esemplare proveniente dal sito: Un bratteato scandinavo d'oro ( ca 500-550 d.C.) scoperto sull'isola di Funen, Danimarca. Presenta legenda incomprensibile ᚺᛟᚢᚨᛉ ᛚᚨᚦᚢ ᚨᚨᛞᚢᚫᚫᚫᛚᛁᛁᚨ ᚨ-- in caratteri runici (forse dedicatoria a Odino). Il bratteato è ospitato con molti altri al Museo Nazionale di Danimarca. (DR BR42). https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=772838599874775&id=100014459260167 Il pendente con le tre figure antropomorfe presente nell’immagine del tesoretto (in basso a sn) può esser visto in dettaglio al link: https://artsandculture.google.com/asset/gudme-2-large-gold-bracteate-unknown/cQHkquR4u6Q8gQ Bratteato. 5,54g, H 3,6cm, In basso 3,3cm. V-VI secolo d.C.. Ciondolo a forma di disco realizzato in placca aurea con bordo perlinato. Intorno alla testa stilizzata di Odino(? ) su un cavallo che si muove a sinistra, una svastica a sinistra e. schema a due tre punti. Da una collezione privata nel sud della Germania, acquisita negli anni '80. Provenienza: Gorny & Mosch Giessener Coin Store Asta 199 del 10.10.2011, lotto: 891. Ritengo sia un batteato tipo C (una testa maschile sopra un quadrupede). https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1038660773292555&id=100014459260167 Le iscrizioni runiche sui bratteati sono ben analizzate nel testo https://www.researchgate.net/publication/263464017_Bracteates_and_Runes Infine, come sapete, il Forum è una miniera di informazioni e vi segnalo una pregevole discussione di un paio d’anni fa: https://www.lamoneta.it/topic/176002-monete-romane-imitate-nei-bratteati-del-nord-europa/ Sito/bibliografia https://it.wikipedia.org/wiki/Bratteato https://www.academia.edu/2380676/Morten_Axboe_and_Anne_Kromann_DN_ODINN_P_F_AUC_Germanic_Imperial_Portraits_on_Scandinavian_Gold_Bracteates https://proceedings.caaconference.org/files/1992/37_Axboe_CAA_1992.pdf Hauck, K., 1970: Goldbrakteaten aus Sievern. Spätantike Amulett-Bilder der "Dania Saxonica" und die Sachsen-"Origo" bei Widukind von Corvey, München (Münstersche Mittelalter-Schriften 1). Starkey, K., 1999: Imagining an early Odin. Gold bracteates as visual evidence?, Scandinavian studies. The journal of the Society for the Advancement of Scandinavian Study 71-4 (1999), 373-392. Saluti Illyricum2 punti
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Tornando ai bratteati, vi sono raffigurati figure umane e animali (tra questi uccelli, animali di fantasia e cavalli che sono i più comuni). Un terzo presenta iscrizioni in alfabeto runico non del tutto decifrato. I Bratteati altomedioevali (censiti circa 950 esemplari) si possono dividere in sottogruppi: bratteati A (87 esemplari): mostrano un volto umano, su modelli ripresi dalle antiche monete imperiali; bratteati B (88 esemplari): da una a tre figure umane in posizione in piedi, seduta o in ginocchio, spesso accompagnata con animali; bratteati C (il gruppo più numeroso con circa 400 esemplari): una testa maschile sopra un quadrupede; bratteati D (336 esemplari): vari animali; bratteati F (14 esemplari): sottogruppo dei bratteati D, mostrano animali fantastici; bratteati M (17 esemplari): imitazioni dei medaglioni imperiali romani Il termine bratteato identifica anche una sorta di monili creati tra il V e il VII secolo d.C. , confezionati in oro. Probabilmente venivano indossati e portati sospesi al collo, verosimilmente come amuleti (o forse anche come oggetto di pregio). Successivamente bratteati vennero battuti nell’Alto Medioevo nelle aree di lingua tedesca dalla metà del XII secolo al XIV, con un protrarsi della produzione fino al XVIII secolo in alcuni cantoni svizzeri. La tecnica di produzione variava secondo la regione e l'epoca. I tipi originali erano per lo più rotondi e relativamente larghi. Venivano frequentemente usati anche dei tondelli quadrati, cosicché dopo la battitura si aveva una forma quadrangolare. Un tipo frequente è lo “pfenning scodellato” “Schüsselpfennig” con bordo esterno curvato verso l’alto. Entrambi i lati erano decorati da immagini. Auktionshaus H.D. Rauch GmbH > E-Auction 38 Lot number: 1989 Auction date: 15 October 2021 DEUTSCHLAND. Baden - Württemberg. Friedrich II. von Hohenstaufen 1215-1250 Schüsselpfennig (0,42 g). Offenburg; königliche Mzst. Av.: Königsbüste. Rv.: Adler. Cahn:42. https://www.coinarchives.com/w/lotviewer.php?LotID=5302275&AucID=5987&Lot=1989&Val=f5b99e083308783ea91776a0ee121182 E qui mi fermo, perchè altrimenti anzichè postare una discussione "crossover" tra varie Sezioni tendo all'OFF TOPIC rispetto alla mission della presente Sezione.2 punti
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E quindi? Non conta chi formula l'ipotesi ma il fondamento di quest'ultima e fino ad ora non c'è alcuna "prova provata" a conferma di ciò. Inoltre potrebbero esserci altre monete sparse in anni non "simbolici" ad avere questa caratteristica, come è venuto fuori il 1736 potrebbero venirne fuori altri. Ci sono bandi, documenti o testi coevi che specificano che la versione 2/1 era imposta SOPRATTUTTO sulle monete? Chiedo per ignoranza mia, non ho mai approfondito molto la monetazione napoletana2 punti
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@Litra68 ciao Alberto bell'articolo che non conoscevo. Personalmente di questa moneta non ho mai visto nè un mezzo nè tantomeno un quarto di denaro. Occhio! spesso si vedono in asta denari venduti, penso in buona fede, come mezzi denari in considerazione del peso o del diametro. E' fondamentale per essere un mezzo denaro che sia di dimensioni ridotte non solo tutto il tondello ma soprattutto la porzione centrale altrimenti a mio parere non si tratta di mezzo denaro. Questo vale per tutti i denari Normanno/ Svevi. saluti mauro P. s. appena posso ti mando una bibliografia sulla monetazione arabo normanna e sveva.2 punti
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MARCIANO – 450-457 Il successore di Teodosio II in oriente La sua monetazione è apparentemente di una semplicità imbarazzante: - Una sola tipologia, l’AE4 - 2 soli tipi o L’AE4 con la croce, noto in pochi esemplari, solo ad Antiochia o L’AE4 con il monogramma … noto in migliaia di esemplari Dell’AE4 con monogramma il RIC X riporta 35 varianti, date da - Piccole variazioni nel monogramma - Simboli aggiuntivi come la croce o la stella etc - Differenze nella zecca e nell’indicazione della stessa - Etc Fortunatamente di questo imperatore ho un database di circa 1500 esemplari, e quindi ho immagini per ogni variante, anche se le 35 appena citate, sono in realtà al mio conteggio 49 incluso un mule prima ignoto Poiché la moneta è parecchio nota, citerò solo qualche particolarità TESSALONICA Esiste qua una variante non censita con un ● sopra la S del monogramma, di cui ho molti esemplari Tra le altre esiste anche una variante con la S speculare del monogramma ERACLEA Nulla di particolare COSTANTINOPOLI È apparso recentemente un mule, che non dovrebbe essere un falso anche se la cosa non è da escludere completamente Al dritto la moneta è certamente di Costantinopoli Il rovescio invece è di Teodosio II, RIC 434 (e non di un tremisse come sostenuto da qualcuno….) Le monete di Marciano con monogramma emesse a Costantinopoli, sono in generale tra le più comuni del V secolo… ed è anche non difficile trovarle in condizioni notevoli e pienamente centrate e leggibili NICOMEDIA Questa zecca presenta molte varianti, e alcune sono abbastanza rare…almeno dal mio osservatorio, come la 557 e la 558 CIZICO Inizia con Marciano ad avere uno stile sempre più caratteristico soprattutto al dritto, con il “mascellone” che rimarrà poi un marchio di fabbrica nei decenni a venire ANTIOCHIA È ad Antiochia, come spesso accade, che troviamo le eccezioni alle eccezioni……(vedi ad esempio la parte precedente su Arcadio) La RIC 566 è una “crocetta” … praticamente un “rimasuglio” della monetazione di Teodosio II Queste monete sono interessanti, perché ci permettono forse di spostare il termine dell’emissione di Teodosio II ad Antiochia dal 435 al 450 …2 punti
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Spero di far contento Nonno @Asclepia ? nel condividere (dai miei vecchi studi sui 2 Grana ) un esemplare a dir poco eccezionale , come perfezione di incisione e conservazione. Presenta la perlinatura su entrambe le facce, legenda al dritto : GIOACCHINO NAPOLEONE RE DELLE DUE SICI* Al rovescio: PRIN * E GRAND AMMI * DI * FRAN ** Presenta la mancanza di apostrofo dopo GRAND e presenza della stellina dopo DI Le differenze di conio con gli altri esemplari con perlinatura sono molto evidenti, lascio a voi le conclusioni : Esemplare di presentazione ? Prova?2 punti
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Wow, complimenti! Tira più un carro di buoi, checché se ne dica..2 punti
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Il manuale riporta la nota che il 411b1 è descritto dal CNI come esemplare di prova dove gli autori riportano il taglio a serpentina... all'asta Montenapoleone del 28 febbraio-1 marzo del 1984 ,al lotto 1616, e' passato un esemplare con le stesse caratteristiche ma con taglio liscio... Durante la mia ricerca sulla corretta successione dei grana 3 e 3 grana mi sono soffermato anche su questo particolare giro sul grana 2,prendendo sempre in esame anche le altre monete coniate sotto Murat ho notato che il suddetto grana 2 ha praticamente la stessa impronta sia al dritto che al rovescio della moneta da franchi 40 in oro coniata nello stesso anno, e il particolare più importante è proprio la perlinatura che troviamo al rovescio di alcuni rari esemplari da grana 2 e al dritto e rovescio di almeno un esemplare di cui ho visto un'immagine,ulteriore conferma è data dal fatto che questi grana 2 presentano tutti(almeno quelli che ho visto)il bordo largo dove è presente la perlinatura,questo perché il conio del franchi 40 è di 26 millimetri di diametro contro i 28 dei grana 2... Il fatto poi che non ricordo di aver mai visto esemplari con perlinatura solo al dritto mi fa pensare che per il grana 2 sia stato realizzato prima il conio del dritto e poi quello del rovescio,ma questa è solo una curiosità... Spero di avere, almeno in parte, soddisfatto la vostra curiosità...2 punti
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Condivido con voi un intrigante sestetto posto in vendita da Stack's & Bowers nel loro ultimo incanto avvenuto una decina di giorni fa in California. Un lotto tutto sommato a prima vista anonimo, in mezzo a migliaia di lotti di monete di tutto il mondo, con stima di 100-300$, ha chiuso a 420US$, 504$ diritti inclusi https://auctions.stacksbowers.com/lots/view/3-UTO67/italy-sardinia-sextet-of-silver-issues-6-pieces-1831-36-carlo-alberto-grade-range-fine-to-very-fine La moneta che veramente mi interessava era solo una, veramente rara, e così ho seguito l'asta. Le monete sono arrivate velocemente con Fedex, pratiche doganali sbrigate quando la busta era ancora in viaggio ed esecuzione dello sdoganamento senza intoppi con applicazione di IVA al 10% (oggetto di collezionismo con più di 100 anni) e una decina di euro di spese di sdoganamento. Oggi ho ricevuto la busta, e.... direi che non avevo visto affatto male. Peraltro sono impreziosite dai cartellini del collezionista, che secondo me risalgono agli anni '20 o giù do lì. Chissà che storia potrebbero raccontare questi sei pezzi, magari un turista che ha esplorato le Alpi nella metà del 1800 si è ritrovato queste monete nelle tasche e poi sono finite in una collezione... chissà Il 5 lire 1831 Torino croce sottile è stato pulito, ma l'illuminazione a volte va vedere le cose in modo diverso da come appaiono veramente alla vista Nei prossimi giorni condividerò le foto, ma secondo voi come sono?1 punto
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Una volta nel forum le chiamavano con un termine parecchio simpatico: ruzziche.. non valuterei mai l acquisto di un sesterzio in queste condizioni, se fosse di un nominativo comune, ma per Didio Giuliano quasi quasi farei un'eccezione.. verrebbe 188 euro spedita, commerciante professionale francese, è davvero in condizioni pessime, patina a brandelli ed in alcuni punti tracce di corrosione, legenda inesistente.. peso esiguo: 14,5 grammi pochi per un sesterzio di quel periodo, ma ho notato che quelli di Didio sono spesso sottopeso, ad ogni modo ha ( per me ) ancora il suo fascino e sarebbe l occasione per tappare un buco.. che ve ne pare? Voi fino a che punto vi spingereste nell acquisto di una ruzzica?1 punto
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La banconota presenta dei difetti, ci mancherebbe vista la rarità, ma la trovo naturale e con una buona conservazione e @jaconico anche questa volta ha fatto un grande acquisto?. Come quel numero 7 è un difetto? Pensavo fosse il voto dato alla banconota ... allora la mia banconota con 10 nell'ovale ha un difetto ancora più invalidante?1 punto
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Complimenti amico...mi ricordo quando notasti la variante e ne parlammo...a me manca ...ma arriverà. Intanto invito l'amico @giuseppe ballauri a condividere pure il suo e invito entrambi a cedermi i tondelli a prezzo equo . Ancora, ringrazio tutti i partecipanti alla discussione per i loro contributi...quanto me gusta sto millesimo in rame per Murat!!!1 punto
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Hai fatto bene!! Ti sarebbe sempre rimasto il dubbio... Un R4 in collezione non capita tutti i giorni1 punto
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Ragazzi non date false speranze,di questi falsi ne siamo pieni nel forum e se numismatici come @Scudo1901 e @dux-sab scrivono Falsa la miglior cosa è prendere una foto di un originale in SPL almeno e vedere le varie differenze,c'è il "muso" dell'Italia perchè non si può definire "faccia" che è orribile..... Inoltre per il metallo credo sia Peltro o Argento Tibetano.1 punto
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Gran colpo! Una delle banconote piú belle al mondo. Opere d' arte,poi questa è di una grande raritá. Fatto benissimo? Complimenti1 punto
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Grazie @Gioni per aver condiviso queste informazioni. A mio parere comunque si tratta di acquisti privati, se provenissero da aste passate perché omettere il lotto di riferimento? Inoltre mi sembra strano (pur essendo possibile) che ad un occhio attento come quello di Fischer-Bossert siano sfuggiti ben tre esemplari di Taranto. In extremis credo che si possa seguire il suggerimento di @numa numa e chiedere informazioni direttamente a Vinchon, aiuterebbe a chiarire la questione anche per eventuali analoghe provenienze di future monete in asta. Resterebbe ovviamente il problema relativo agli esemplari indicati come "Ratto", "Ravel" e "Boudeau", ben anteriori agli anni Cinquanta.1 punto
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Buon pomeriggio. Lo stemma esisteva prima del 1816, eccome; ma non era stato ancora ufficializzato. Come ho scritto, prima del 1816 non vi era uno stemma identico l'una dall'altro. Le date non contano. Forse l'incisore, o l'auito incisore, non badava a questo dettaglio anche se per noi, e per gli araldisti, è un elemento rilevante. Quello che importava era far riconoscere al popolo lo stemma del loro sovrano, anche con piccole inesattezze. C'è un abisso tra i gigli Casa Medici e quelli di Casa Borbone. Una cosa è alterare uno scudo di una casa a cui si appartiene tramite discendenza, altra cosa è alterare lo scudo della propria dinastia. Come ho già scritto lo scudo più importante è quello dei Borbone; infatti sui cinque grana di Ferdinando II compare solo quello...1 punto
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Solo con decreto del 21 dicembre 1816 Ferdinando, che da pochi giorni aveva assunto il numerale primo per aver unito il Regno di Napoli con quello di Sicilia, aveva definito ufficialmente lo stemma della Casa Borbone di Napoli. Prima, che io sappia, lo stemma borbonico non era codificato, tanto che possiamo trovare nei decreti, nelle prammatiche e anche su altri testi ufficiali stemmi molto diversi tra loro, in particolare nel Settecento, epoca che conosco maggiormente. A mio avviso, prima del 1816, ogni artista aveva molta libertà d'esecuzione, modificando od omettendo alcuni scudi. L'importante era rappresentare correttamente l'arma originaria (che si trova al centro dello stemma), ovvero i tre gigli d'oro su campo azzurro con bordura di rosso (spero di aver blasonato correttamente). Ma, come sappiano, esistono monete con i gigli invertiti nell'arma dei Borbone. Secondo me queste varianti sono le uniche volute e hanno un preciso significato poiché "l'errore" è troppo troppo grossolano, imperdonabile. I gigli 1-2 nel bisante dell'arme dei medici, secondo me, non rappresenta nessun segno segreto. Questo è quanto scrive il Borgia nel suo libro Lo stemma del Regno delle Due Sicilie che, per noi nummologi, può essere d'aiuto (pp. 75 e 76). Stemma monumentale borbonico. Si noti la disposizione dei gigli 1-2 sul bisante dei Medici. Stemma di Ferdinando IV da un dispaccio dell'epoca. Si noti la presenza di un solo giglio sul bisante dei Medici Stemma borbonico del 21 dicembre 1816 (tratto dal Borgia) dove i gigli sono correttamemte tutti al loro posto.1 punto
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Presa ad un'asta Heritage in USA, classificata da PMG AUNC, punteggio 55/701 punto
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Per capire il potere d'acquisto di 10 lire nel 1943, ho trovato questa informazione: il pane costava nel 1942, 2,60 Lire/kg dal panettiere (prezzo "tessera-calmierato") mentre lo trovavi al "mercato nero" a 23-25 Lire/kg. - A inizio '45 costava 45 Lire/kg, al mercato nero 150-200 Lire. vedi : https://www.storiologia.it/mussolini/razionamenti.htm1 punto
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Buon pomeriggio di norma le monete in Lire coniate dallo Stato della Città del Vaticano circolavano in Italia ed erano anche assai diffuse, specialmente qui a Roma. Avevano lo stesso peso e dimensioni delle lire italiane ed erano accettate come mezzo di pagamento, sia nel periodo monarchico che nel periodo post 1946 fino all'avvento dell'euro, nel 2002. Ricordo che mi capitavano tra le mani, monete da 50 e 100 lire di Paolo VI comunemente date di resto. Nello specifico delle coniazioni vaticane argentee durante la guerra 40-45, ci sta da dire che la circolazione monetaria in Italia, delle monete in argento era già finita. Tant'è che nel periodo 1940-45 il Vaticano coniò monete in quantità limitatissima, solo per giustificare l'esistenza della zecca. Le 10 lire 1941 in 4000 esemplari e nel 1944 solo 1000 esemplari L'inflazione di quegli anni, poi decretò la scomparsa e la tesaurizzazione di qualunque moneta in metallo nobile, comprese quelle vaticane, ovviamente. Cosa ci si comprava, con 10 lire nel 43, non saprei dire. saluti1 punto
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Anche io avevo notato questa perlinatura un po distaccata.. però il bordo sembra avere una linearità consona con una autentica, non vorrei che questa sensazione delle perline distaccate sia un un effetto accentuato dalla foto, in particolare dall'alternanza delle zone chiare(alte), e delle zone scure(basse). Poi il disegno, sia al dritto che al rovescio sembra piuttosto ruvido, anche in questo caso potrebbe essere la patina ad accentuare questa sensazione. Non so.. probabilmente se avessi deciso da solo, avrei detto buona.. con qualche punto interrogativo.. e direi che il dubbio resta.1 punto
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Tanto più che esiste una variante ignota al RIC con la crocetta anche sulla testa del busto al dritto, esattamente come accade per una delle tipologie emesse da Teodosio II Ad Antiochia accade poi un divertente “errore” Nel monogramma di Marciano è presente notoriamente la S … di marcianvS Ad Antiochia (grecofona) qualcuno pensò bene che fosse invece l’indicazione dell’anno di indizione sesto – S=6 Così esistono pei le monete con la Z nel monogramma … Z=7 …. E anche quelle con la lettera H=8 VI S 01/09/452 31/08/453 VII Z 01/09/453 31/08/454 VIII H 01/09/454 31/08/455 Ovviamente essendo l’emissione di Marciano in generale abbondante, abbondanti sono anche le imitative Con la prossima “tappa” torneremo brevemente in occidente per dedicarci poi all’ampia monetazione di Leone I in oriente Saluti Alain1 punto
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Buongiorno @Karma non si puó fare pubblicità sul Forum, peró se cerchi un "faro ultra" che ti illumini su questo percorso, secondo mé hai fatto centro. ?1 punto
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Io invece vado controcorrente, per me sono bellissime.. soprattutto 1 e 2 euro.. sapete come renderanno bene in versione fondo specchio? una scacchiera fatta così di solito è l'ideale per risaltare in versione FS.1 punto
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ho qualche dubbio sul fatto che sia "Bronze Theriac box seal", dovrebbe essere "Lead Theriac box seal" perché - che io sappia - i bussoletti erano in piombo e non in bronzo. Corretta l'attribuzione all'aquila nera, confondibile con l'aquila d'oro, perché ci vedo la corona in capo e la vipera nel becco e tra le zampe. saluti luciano1 punto
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Il Pagani Prove lo riporta al numero 763 Con taglio serpentina in rilievo. Anche se osservandone bene il bordo non noto nessun rigonfiamento causato dalla virola.1 punto
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Esatto, ma il Magliocca non mi sembra lo definisca come prova, è catalogato al numero 411b1,con taglio liscio...1 punto
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Segnalo un articolo trovato sul Web. L'ho trovato interessante e credo utile inserirlo in questa discussione. Le emissioni di Denari di Enrico VI di Svevia (1194-1197) Autor(en): D'Angelo, Franco Objekttyp: Article Zeitschrift: Schweizer Münzblätter = Gazette numismatique suisse = Gazzetta numismatica svizzera. Ne riporto uno stralcio dal quale apprendo l'esistenza di tre tagli con le medesime impronte al diritto e al rovescio. Denaro Mezzo Denaro e quarto di denaro. Oltre a quanto riportato da Mauro @Numi 62 in merito alla varietà di esemplari con diverso effige di Federico. Ancora un denaro successivo contiene da un lato la solita aquila imperiale e la scritta «E. Imperator» e, sul lato opposto, è raffigurato il volto incoronato di Federico bambino e la scritta «Frederic rex» (Spahr 1976, n. 32; Travaini 1993, n. 8). Questa emissione è rappresentata nei tre valori, denaro e sottomultipli e, l'ultimo, quello di rame, non lascia alcun dubbio sul suo contenuto di vile metallo . Dell'emissione di Enrico e Federico bambino esistono numerose varianti. Lucina Gandolfo, nella sua recente monografia sulla monetazione sveva, ha rinvenuto, nel medagliere del Museo Archeologico di Palermo, almeno sette varietà del volto di Federico'. Questa emissione, sicuramente ripetuta più volte durante la minore età di Federico, a rigore, dovrebbe portare il nome di sua madre l'imperatrice Costanza, artefice dell'incoronazione di Federico, sopravvissuta per un anno al marito Enrico VI, tuttavia, non si conosce nessuna moneta, denaro di biglione o tari d'oro, battuta a nome della madre e del figlio, Costanza imperatrice e Federico re. Dopo la morte dell'imperatrice Costanza (novembre 1193) il piccolo Federico si trovò conteso tra la tutela e la reggenza di due fazioni avverse: il gruppo germanico e la Chiesa. Saluti Alberto1 punto
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Nei 3 grana invece il valore è racchiuso in una corona formata da un ramo di mirto e uno di alloro(quindi non più di olivo e grano),e la legenda viene accorciata: PRIN.E GRAND'AMMI.DI FRAN. Stessa legenda per il grana 2 ,mentre la corona è formata da due rami di lauro... Inoltre presentano in comune la data 1810 sotto l'intreccio dei rami,mentre nel grana 3 è posizionata come nei 12 carlini d'argento,cioè sopra l'intreccio dei rami....1 punto
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Buonasera Alberto,domanda lecita e interessante, personalmente ho una mia teoria... A mio modo di vedere la soluzione potrebbe stare nel rovescio,ma per verificare ciò c'è bisogno di prendere in esame non solo le due monete in rame da grana 3 e 3 grana,ma anche del taglio minore da 2 grana e del taglio maggiore in argento ,e cioè la piastra da 12 carlini... Se osserviamo il rovescio del grana 3 noteremo che il valore è racchiuso in una corona formata da un ramo di ulivo e un ramo di stele di grano,inoltre la legenda recita: PRINCIPE E GRAND' AMMIRAGLIO DI FRANCIA... Stessa cosa nei 12 carlini... La particolarità sta nella data del 12 carlini in argento,la prima emissione è del 1809,un anno prima delle emissioni da grana 3 e 3 grana...1 punto
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Buonasera...voglio indispettire il creatore del post, me ne frego del titolo e ne posto diciannove..ne mancherebbero tre della mia collezione ma questa è la foto più aggiornata che tengo, mancano ancora diversi tondelli per arrivare ad avere tutte le varianti, ma già vedere tutte queste sorelle assieme non è facile Buona serata amici.1 punto
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