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  1. Rocco68

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/16/22 in Risposte

  1. Buona sera. Credo che l'amico Lorenzo999Lorenzo, abbia aggiunto nelle due valutazioni lo zero. Buona serata. Gabriella
    3 punti
  2. signori è mercoledì, vi ricordo che alle 21:30 apre "l'agorà del cartamonetaro..." intervenite numerosi
    3 punti
  3. Se possono servire , posto ulteriori foto del dritto.
    3 punti
  4. Pongo la domanda ai Curatori di La Moneta :é permesso regalare al sito dei libri di numismatica ? Essendo avanti con gli anni e non avendo figli e nipoti interessati,il rischio che alcuni libri vadano dispersi è molto alto.E questo mi dispiace. La prima soluzione è quella di darli a La Moneta,la seconda di darli al circolo numismatico di Torino (che non frequento).Ci sarebbero altre scelte che potrei esaminare dopo.Greek coins and their value volume I Europa e Volume II asia e nord africa di David Sear,Gabrici la monetazione di bronzo nella sicilia antica (forni);salinas , le monete nelle antiche citta della sicilia (forni),Alberto Banti i Grandi bronzi imperiali,tre volumi.
    2 punti
  5. Alcune settimane fa e' passato in asta ebay , questo soldo di Francesco Ludovico Fieschi della Zecca di Messerano , mi pare inedito
    2 punti
  6. per prima cosa mi scuso con @Stilicho che è sempre costretto a chiamarmi, non essendo io sempre sul pezzo su tutte le discussioni... grazie, e abbi pazienza Allora... la foto così grande, vista da lamoneta, non aiuta, poi il rovescio va girato di 180 gradi riportata a immagine più ridotta e girata... beh.. si vede la vittoria e una S .... non è una secvritas, quindi probabilmente una SALVS REIPVBLICAE di fine IV secolo... pre 395 comunque direi... poi se ci metti un po' di esperienza, ha la faccia di Arcadio, certamente zecca orientale... azzarderei Heraclea ma potrebbe essere Nicomedia saluti Alain
    2 punti
  7. Saluti a Tutti, mi sembra strano che una discussione sulla Piastra 1796 abbia preso una piega “polemica” inopportuna e sia diventata una specie di sfilata di “Miss Napoli” con tanto di voti, allorquando i fortunati possessori delle quattro bellissime Piastre, non hanno minimamente accennato ad una sorta di classifica. Questione che sarebbe un po' ridicola e che ricorda ( ai più anziani come il sottoscritto ) quella famosa pubblicità anni 70 che diceva “Dash lava più bianco che non si può “. No, la classifica è stata stilata da altri che hanno giudicato in base a fotografie. Bene, ognuno è libero di scrivere quello che vuole, ma deve anche capire che la fotografia non è mai una rappresentazione reale ed assoluta. La moneta per essere valutata deve essere tenuta in mano, girata secondo la luce ambientale, allora si può avere una buona valutazione della stessa. Quanti di noi hanno comperato delle monete in Asta, senza vederle e poi a casa si sono accorti di avere un esemplare migliore/peggiore di quanto rappresentato dalla foto del Catalogo? Penso la stragrande maggioranza. Quindi lasciamo stare le classifiche e ringraziamo i collezionisti che hanno condiviso queste meravigliose monete. E' un piacere guardarle, come si fa con un bel quadro o più prosaicamente con una bella donna. Buona Serata, Beppe
    2 punti
  8. Ciao a tutti! New entry: 10 Tornesi 1859 - Francesco II. Il mio primo acquisto da Nomisma. Colpetto al bordo.
    2 punti
  9. Buongiorno, uno dei pochi pezzi di Ferdinando I che ho in collezione. 8 tornesi 1817. Qui il collo del sovrano non entra in legenda, in altre SICILIARVM del 17 si, credo semplicemente perché il capoccione di Ferdinando risulta più spostato verso l'alto tanto da toccare il pezzo di legenda sovrastante. Qui rombetto dopo TORNESI e dopo 7 come capita per le SICILIARUM Un caro saluto.
    2 punti
  10. Ecco il primo errore... inversione PB... GBP = sterlina inglese
    1 punto
  11. La mia ex moneta l'avevo postata in questa abbastanza recente discussione: Quanto alla conservazione della tua, direi che siamo al disotto del BB.
    1 punto
  12. https://www.artemideaste.com/auction/view/57/141
    1 punto
  13. Ciao @apollonia visto che hai citato Lisimaco ti presento un tetra di Seleuco I da Satrapo coniata a Babilonia SC 82.5a; PRICE 3747 Silvio
    1 punto
  14. Ciao! Che coraggio! Descrizione minuziosa e precisa. Solo non capisco Italia, Trieste, Venezia?! Che c'azzecca? saluti luciano
    1 punto
  15. Forse dovresti comprare l'apparecchio acustico nuovo ?
    1 punto
  16. Con tanto divertimento posto io un bel Pasqualino sette bellezze........ovviamente falso. In asta attualmente.. ITALIEN. Triest. Venedig. Pasquale Cicogna 1585-1595 Beischlag eines Zecchinos o. J. (3,40 g); Fr. - (vgl. 1270); Paolucci - (vgl. 1); Druckstelle am Rand, leicht gewellt
    1 punto
  17. @Poemenius Non devi assolutamente scusarti! Anzi, sono io che mi scuso con te in quanto di disturbo spesso. Il fatto e' che la tua competenza e' per me una una grande risorsa. Ma non solo per me: e' una vera fortuna per tutti averti con noi nel forum. Non da ultimo, apprezzo molto la tua disponibilità e la tua gentilezza. In questo caso specifico chiuderei così: Poemenius ex machina! Alla prossima moneta Stilicho
    1 punto
  18. Stasera vi raggiungo un oretta dopo. Forse interviene anche un ragazzo non iscritto al forum ma che gestisce una pagina facebook di numismatica ed è molto desideroso di apprendere !
    1 punto
  19. Kitsch e stravaganti al massimo come questa produzione di seguito, è la finalità della discussione far visualizzare il bizzarro per eccellenza a tema. Fiji islands 2021 - 1 dollaro in argento 999 - Fiala vaccino covid-19
    1 punto
  20. concordo, forse una vecchia fusione
    1 punto
  21. Buon giorno. Credo foto brutta ( comunque migliore delle mie) ma moneta bella. Mi sembra, da quello che riesco a vedere, tutto il lustro e degli ottimi rilievi, personalmente sono più vicina alla sua stima che alle altre. Cordialità Gabriella
    1 punto
  22. A me sembrerebbe dalla foto lucidata per un definitivo...qspl
    1 punto
  23. La maggior parte delle informazioni sono state pubblicate qua e là sul Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano.
    1 punto
  24. DE GREGE EPICURI Mah, per quanto si può vedere a me sembra buono. RIC 93. Nero Claudio Druso era il fratello minore di Tiberio, e padre di Germanico e del futuro imperatore Claudio; e ovviamente quindi anche nonno di Caligola. Moneta non rarissima, ma che oggi ha prezzi notevolmente alti.
    1 punto
  25. Nessuno. Hanno deciso di rifare il concorso solo per la 1.
    1 punto
  26. Ciao a tutti. Annata normale ma buone condizioni.
    1 punto
  27. Cerco di "reimpostare" il senso della discussione ,partendo dalle parole di @wsstj: "Annata normale ma buone condizioni" Per non far perdere nell'oblio molte delle sue discussioni, ( era rimasto due giorni senza che nessuno si degnasse di rispondere) ho chiesto con che grado di giudizio è stata slabbata la sua moneta :NGC-MS64, personalmente non trovandomi a mio agio con queste scale ho condiviso successivamente la mia Piastra postando perizia di Varesi in cui veniva classificata SPL e su cui ero pienamente d'accordo. Il mio errore è stato quello di non specificare bene il mio pensiero e ho innescato reazioni che sono andate fuori discussione e di questo ME NE SCUSO CON TUTTI. Se volete rientriamo in tema perché questo confronto di giudizio, interessa a molti collezionisti . Si dice che le monete andrebbero viste e giudicate dal vivo e non da semplici foto non sempre fatte bene, qui abbiamo 4 esemplari di Piastra 1796 con diverse conservazioni. @ilnumismatico, potrebbe da queste foto giudicarle in base al suo studio ? RIPETO, non è una gara a chi la tiene più bella, Aspetto con piacere. Rocco.
    1 punto
  28. Buongiorno amici, concordo con tutto, ma meno sul grado di rarità...se la valutiamo al momento solo 7 esemplari, sarebbe giusto dire che la moneta al momento è r5 (da2 a 10 esemplari a mio modo di vedere) , se poi vogliamo fare una previsione usando il buon senso e unendo la rapidità con cui sono emersi questi 7 esemplari io direi che tra qualche anno questa con gigli invertiti si attesterà sul r2/r3... La rarità ovviamente emerge sempre nel tempo e mai definitivamente... Mio parere...voi che dite? Un caro saluto.
    1 punto
  29. Buongiorno. Se vogliamo classificare i problemi in ordine di gravità (ragionamento che ci può anche stare, beninteso...), partendo dai maggiori per arrivare ai minori, per quel poco che vale la mia conoscenza, mi duole constatare che, in sostanza, non si affrontano né gli uni né gli altri. E comunque il fatto che ci siano problemi "più grandi" non dovrebbe esimere dall'affrontare anche quelli "minori".
    1 punto
  30. Al post #2 di @nikita_ hai ricevuto un commento con il banner che certifica l'autenticità. Se fosse un grano (cosa certa) per Filippo V (cosa improbabile) sarebbe rara... Peccato che questa tipologia venne abbandonata con le emissioni a nome di Carlo II. Mi sfugge quale sia il particolare che te la fa datare 1556 (Filippo II...) a me, per stile dell'aquila e taglio, sembra più probabile che sia attribuibile a Filippo IV (1621 - 1665)... Detto questo, il valore, in queste condizioni, e a prescindere dal valore storico, è praticamente nullo. ciao Mario
    1 punto
  31. In Cina, abbiamo un idioma chiamato "buttare un mattone per attirare la giada"(抛砖引玉,pāo zhuān yǐn yù), che significa usare le proprie cose superficiali per tirare fuori cose buone e preziose. Le monete di tutti sono bellissime, il che mi ha aperto gli occhi.
    1 punto
  32. Buonasera, al retro leggerei IOVI STATORI e non IOVIS STATOR. Se è così si tratta allora di RIC 298a (molto comune) mentre 299 è non comune. Questo sarebbe un buon motivo per la differenza di cifra rispetto ad un altro esemplare in condizioni paragonabili. Saluti
    1 punto
  33. Quale sarebbe il problema? quello di avere in collezione le banconote dell'ultima serie in lire non in FDS stratosferico? Che ci sarebbe di male possederle in SUP oppure q-FDS? L'importante è pagarle per queste specifiche conservazioni, sempre da commercianti professionisti naturalmente, il risparmio rispetto il FDS assoluto è assicurato e visivamente saranno in ogni caso stupende. Quindi la paura più che altro proviene dal fatto di sborsare dei soldini per un FDS che può non rivelarsi tale, la strada più semplice sarebbe questa di seguito, ma è una raccolta di belle figure plastificate, costose .....e non si impara nulla.
    1 punto
  34. Buongiorno Io per la veritá non ho badato proprio alle altre,ho visto la piastra di Rocco e mi è piaciuta assai proprio... Sono d' accordo anche io per lo spl ? Saluti Riccardo
    1 punto
  35. Il biglietto di stato da 5 lire “Atena Elmata” venne realizzato grazie al decreto d’emissione del 23 Novembre 1944 ma andò in circolazione a partire dal luglio 1946. -Nel dritto troviamo rappresentata la figura di Atena a sinistra con al centro il valore del biglietto e a destra un ovale con all’interno il numero “5”. -Nel retro troviamo al centro nuovamente il valore del biglietto “5 lire” incorniciato in un motivo floreale. Il resto del retro è molto minimal, trova spazio il numero di serie. La filigrana rappresenta elementi floreali anche se in molti esemplari la filigrana risulta difficilmente distinguibile. Il biglietto misurava 93 x 59 mm. Fu realizzata in un totale di oltre 1 miliardo e 100 milioni di esemplari , dato che però è solo ipotizzabile dai numeri di serie delle banconote rinvenute sul mercato ma è sicuramente una delle cifre più veritiere secondo gli ultimi studi. Le quantità oscillano molto da fonte a fonte. Nel 1996 l’opera “Cartamoneta Italiana” ne considerava solamente 190 milioni di esemplari. Andò fuori corso il 31 Dicembre 1956. FONTI: -Catalogo Gigante 2022 -La Cartamoneta Italiana, Corpus Notarum Pecuniariarum Italiae, 2019-2020. -Cartamoneta Italiana, Gavello. 1996 RIEPILOGO •5 lire “Atene Elmata” •Decreto: 23/11/1944 * •Tiratura: 195 milioni (provvisoria) *Nonostante il decreto d’emissione recita 23/11/1944, dal numero di serie “0155” si può evincere che questo biglietto in foto andò in circolazione nel 1946
    1 punto
  36. Vi mostro la mia.... mi hanno detto che è falsa, ma è bellissima anche se fosse!!!!!
    1 punto
  37. Sta arrivando il Memorial Correale con anche Quelli del Cordusio e il Gazzettino collaboratori ! https://www.facebook.com/100001661110608/posts/4928452713886717/?
    1 punto
  38. Da vedere dal vivo complimenti. Non me ne vogliate ma siamo nel FDC.
    1 punto
  39. Accettabilissima in collezione, considerando quanto infrequentemente compare Posto anche la mia, presa tempo fa da un commerciante francese, che ricorderò forse per la più lunga trattativa ma alla fine l'ho presa a un prezzo secondo me giusto
    1 punto
  40. IL RIC X Il volume, per chi non lo sapesse copre il periodo dalla morte di Teodosio I alla fine dell’impero romano. Con una intuizione importante per metà anni ’90, Kent incluse nel volume molte monete imitative, e non solo, emesse dai cosiddetti popoli romano barbarici (Vandali, visigoti, Odoacre, Ostrogoti, etc….). La struttura del volume è per sommi capi la seguente: 1. le monete sono numerate da 1 a 3819, quindi la numerazione non cambia per imperatore né per zecca. Nonostante le critiche che furono mosse da Hahn nel 1996, credo che la numerazione progressiva sia interessante e non allarghi la possibilità di errore nel riportare le attribuzioni come disse Hahn stesso. Quindi pur lavorando solo sulla moneta in bronzo di questo periodo, credo che seguire una numerazione progressiva possa rappresentare un buon modello. 2. nella prima parte si trattano in ordine cronologico gli imperatori orientali da Arcadio a Zenone 3. nella seconda parte si inizia da Onorio e si arriva alla fine dell’impero, con l’aggiunta delle monete di Odoacre & Co. 4. le zecche sono organizzate in riferimento all’imperatore sotto il quale erano ubicate…. Quindi se cerco una moneta di Arcadio emessa dalla zecca di Roma, la troverò nella sezione di Onorio, che era imperatore nella metà di impero che include la zecca di Roma. Su questo modello di organizzazione del volume spendo subito due parole. Questa divisione appare strana, perché ti trovi ad avere le monete a nome di uno stesso imperatore, “sparse” in più luoghi del volume, MA a tutti gli effetti, quando si impara a gestire meglio il volume, la cosa permette di avere una migliore visione della monetazione di una parte dell’impero…un esempio…. Le cosiddette “crocette” ovvero le piccole monete in bronzo monete che presentano al rovescio una croce come tema principale, sono tipiche emissioni orientali. Una “crocetta” a nome di Onorio è di fatto una emissione fatta da Arcadio e spostarla tra le monete di Onorio crea solo confusione… anche perché la complessità sta certamente nel presentare un impero diviso in due, con tipologie monetate differenti, a volte “misure” differenti, dovendo combinare coerenza per imperatore, per zecca, e sincronia tra le emissioni delle due parti dell’impero… Grierson seguì altrove la logica “per imperatore” e quindi tutte le emissioni ad esempio di Arcadio, sono nella sezione di Arcadio. Questo a mio avviso dà una visione d’insieme che aiuta il collezionista/ricercatore nella ricerca, ma diminuisce al contempo la possibilità che il lettore veda alcune interconnessioni o coerenze interne. Partiamo dal periodo da coprire. L’avvio è dato certamente dalla Morte di Teodosio I che lascia l’impero diviso tra i due figli Arcadio e Onorio, anno 395. Il 395 è certamente un punto di partenza da conservare, consapevoli però di tre aspetti fondamentali: 1 – la morte di Teodosio I non è una barriera insormontabile, quindi molte delle monete che erano coniate prima, furono certamente coniate ancora per un periodo più o meno lungo, dovuto anche solo banalmente ai tempi necessari perché la notizia arrivasse, e le zecche si adeguassero 2 – come sappiamo la distinzione tra legenda continua D N HONORIVS P F AVG e spezzata D N HONORI-VS P F AVG permette di distinguere i ruoli, o meglio le posizioni subordinate, ma ci sono dei “ma” … ovviamente la legenda di Onorio non diventa “spezzata” esattamente il giorno dopo la morte del padre (o non dappertutto, e lo vedremo), poi ci sono delle apparenti eccezioni…e poi presto questa “regola” andrà comunque perdendosi nel nulla. Il termine del periodo da considerare è invece un tema più complesso. La separazione tra monetazione romana (fino a Zenone) e monetazione bizantina (da Anastasio), è una semplificazione moderna, e nemmeno numismaticamente corretta (per non parlare dell’aspetto storico) Come dicevo, Kent decise di chiudere con Zenone 474-491, ma la cosa in sé non ha reali motivazioni, tant’è che come scrissi recentemente in un articolo, il primo periodo di Anastasio è pienamente “romano” e ogni sua emissione è esattamente in linea con le emissioni precedenti, almeno fino al 498. Sarà a mio avviso quindi il 498 la data da considerare per chiudere questo periodo, perché nel 498 Anastasio con la sua riforma introduce dei multipli in bronzo con l’indicazione del valore in numeri greci M=40 K=20 I=10 etc…. questa riforma crea una spaccatura, si badi bene, solo per il bronzo, tale da poter dire che “chiude un capitolo”. Si badi bene…. I piccoli AE4 con monogramma di Anastasio furono coniati prima del 498 e dopo il 498 e ad oggi non è possibile distinguerli…. Quindi, io li citerò consapevole che furono probabilmente coniati fino al 512….D’altronde le linee nette che possono semplificare per chi legge, non esistono nella vita reale, e si tenta quindi di sottolineare una sfumatura più che di creare cesure inesistenti. La monetazione “altra”, Odoacre, Ostrogoti, Visigoti, Vandali etc etc etc, non ha motivo di essere qua trattata, perché solo guardando ai bronzi emessi da Odoacre con suo proprio monogramma, è evidente che oggi le varianti note sono talmente tante che non è più possibile tenerle “mischiate” nella monetazione romana. Dal 1994 sono usciti importantissimi lavori monografici e se allora il riferimento era il MEC I in via quasi esclusiva (e certo dopo quasi 40 anni ancora lo è…), oggi ci sono volumi dedicati alle singole popolazioni la cui sintesi all’interno di una trattazione sulla monetazione romana non ha più molto significato. Va poi segnalato che il RIC IX contiene diverso materiale pertinente al post 395, quindi alcuni numeri del RIC X sono di fatto dei doppioni del RIC IX e quando si cerca materiale di questo tipo è spesso difficilissimo tracciare delle righe di separazione Nei prossimi interventi presenterò alcuni “casi” legati ai vari imperatori. Devo subito dire che la struttura del mio lavoro non è definitiva, e se per la questione delle zecche ho seguito l’impostazione di Kent, al momento la progressione degli imperatori non è spezzata tra occidente e oriente, ma segue un ordine un po’ più “cronologico” La scelta non è definitiva, ma il lungo periodo 395-498 può a mio avviso essere suddiviso in sottoperiodi aventi una loro coerenza intrinseca, e forse questo potrà permettere una narrazione ulteriore, nella speranza che non crei solo confusione…. In effetti forse nel macro periodo 395-498 si possono trovare dei sotto-periodi con una loro propria coerenza…. 395-423 – dalla morte di Teodosio I alla morte di Onorio – benché questo sembri spezzare il regno di Teodosio II, a livello numismatico è evidente una piccola frattura o meglio un tendenziale cambiamento. Includere o meno del primo periodo i due anni del regno di Giovanni è una questione di lana caprina. 423-457 – da Giovanni (423-425)/Valentiniano III (425-455) alla morte di Marciano. Ovvero il periodo che presenta per la prima volta in modo indiscutibile la frattura e la distanza “numismatica” tra i due regni 457-474 – il periodo che coincide con il regno di Leone I, l’occidente appare privo di qualsiasi potere 474-498 – il periodo che coincide con il regno di Zenone e chiude con la riforma di Anastasio. In occidente si vede il passaggio sotto Odoacre prima e Teodorico poi.
    1 punto
  41. In 41 anni non mi è mai capitato. Tuttavia rimpiango i tempi, quando non c'era internet, che si andava al convegno e lì, sorpresa, trovavi un pezzo per la tua collezione. Emozione pura. Ora sfogli migliaia di pezzi, trovi quello che ti interessa, spesso devi attendere settimane per l'asta, poi, quando riesci a prenderlo, devi pagare, aspettare che te lo spediscano, aspettare ancora e quando ti arriva è ovvio che un po' di entusiasmo è sparito... Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  42. Ciao a tutti, innanzitutto complimenti x il bel ritrovamento....moneta molto rara. Mi spiace doverti contraddire Savo ma se andiamo a rispolverare i concetti piú volte menzionati di contraffazione o imitazione, in questo caso dobbiamo comunque parlare di contraffazione. L'imitazione di una moneta è emessa da una autoritá emittente riconosciuta ed ha un suo corso legale parallelo essendo uguale nel titolo e nel peso, differenziandosi solo nelle legende e/o nei ritratti, mentre la contraffazione, come dice la parola, é emessa a titolo fraudolento al solo scopo di trarne un vantaggio economico alterandone il peso e/o la bontâ dell'intrinseco. Questo era proprio quello che succedeva regolarmente nella zecca di Messerano, che era la fonte primaria di introiti per il principe che tacitamente acconsentiva alla battitura dei pezzi che gli venivano "supplicati" dagli zecchieri anche x coprire gli altissimi costi degli affitti della zecca (qualcosa come 2500 scudi d'oro l'anno...). Il Promis nel descrivere questa moneta dice appunto che il peso all'incirca corrisponde ai pezzi battuti in Torino sul finire del 1639 ma il titolo, "che dovrebbe essere di denari 3.12 ne é assai inferiore". Piccola ultima precisazione : nel Mir si vede molto male la foto della moneta ed accanto vi é il disegno ma, a meno che esistano delle varianti a noi sconosciute a tutt'oggi, nello scudetto centrale dell'unico esemplare che abbiamo nel database c'é il leone rampante e non le bande trasversali (come sembrerebbe anche nella moneta postata). Grazie Savo x menzionarmi in privato visto che non sono piu molto attivo sul sito, é un piacere potere intervenire parlando della mia zecca preferita. Resto a disposizione Buona serata Andrea
    1 punto
  43. In seguito all'introduzione del guldengroschen in Austria nel 1486 (ne abbiamo parlato nel post di apertura), l'idea di una moneta d'argento di grande modulo con un titolo elevato si diffuse rapidamente nel resto d'Europa. La riforma monetaria della Spagna portò alla creazione della moneta da 8 reales, un'unità di argento stabilita e regolata dai monarchi cattolici nella Pragmatica di Medina del Campo del 13 giugno 1497. Aveva un peso di 27,468 grammi e una purezza dello 0,93055%, contenendo 25,560 grammi di argento puro. Dalla sua effettiva introduzione, probabilmente negli anni 1530 (anche se alcuni studiosi la posizionano un po' prima), la moneta è stata coniata per quasi quattro secoli in una mezza dozzina di zecche in territorio spagnolo (le prime Burgos, Siviglia e Segovia), e in numero almeno quadruplo di zecche dell'America centro-meridionale, sia dagli spagnoli che dalle nazioni indipendenti che dal dominio spagnolo derivarono. Gli ultimi esemplari furono prodotti nel 1949, quando il leader nazionalista cinese Chiang Kai-shek, che ormai sconfitto stava per ritirarsi nell'isola di Taiwan, chiese alla zecca di Città del Messico di coniarne 10 milioni di pezzi per suo conto. Chiang riteneva che i sospettosi taiwanesi avrebbero accettato più facilmente queste monete che non le sue banconote, ampiamente inflazionate La Cina, del resto, che non emise la sua valuta d'argento, il Tael, fino al 1899 (e lo fece secondo il modello del pezzo da otto), era stata tra i principali destinatari di queste monete, che venivano accettate per il loro valore intrinseco. Nel corso dei secoli, numerose furono le varianti nel disegno del real de a ocho, e non essendo possibile analizzarle tutte in questa sede, ci limiteremo ad illustrarne soltanto una, che ha un'attinenza particolare col titolo della discussione La moneta, conosciuta anche come Columnario, fu coniata dal 1732 al 1773 principalmente nelle zecche di Città del Messico, Potosì e Lima (ma anche Guatemala, Popayan, in Colombia, e Santiago del Cile). Oltre al pezzo da otto, con lo stesso disegno furono coniati anche sottomultipli da 4, 2, 1 e mezzo real. Disegno che al dritto mostra al centro lo stemma della monarchia spagnola, nel giro il nome del sovrano di turno seguito da D G HISPAN ET IND REX (per grazia di Dio re di Spagna e delle Indie), a sinistra dello stemma le iniziali del saggiatore, e a destra il valore. Al rovescio ritroviamo, come nel real visto in precedenza, le colonne d'Ercole sulle onde del mare, ma stavolta tra di esse vi sono i due mondi, il vecchio e il nuovo, sormontati da una corona. Nel giro la scritta VTRA QUE VNUM, entrambi (i mondi) sono uno, e i segni di zecca su ambo i lati della data. Nella moneta illustrata, della zecca di Potosì, il marchio somiglia a... Avvolto intorno alle colonne, c'è un cartiglio, con la scritta PLUS ULTRA, di cui abbiamo parlato in precedenza. Si ritiene che a questo disegno ci si sia ispirati per il simbolo del dollaro statunitense, normalmente visto come una S, ma che è in realtà un 8. La forma è stata modificata dall'uso, e l'8 è barrato, come si fa di solito per distinguere le lettere destinate a indicare valori monetari petronius
    1 punto
  44. Ma il wampum fu, soprattutto, un simbolo di pace. Come questo Two-Row Wampum, simile a quello che, ai primi del '600, sancì un accordo tra la Confederazione Haudenosaunee, tuttora esistente, e gli olandesi (esistono ancora anche loro ) Le conchiglie bianche simboleggiano la purezza dell'accordo e rappresentano un fiume. Tre file di perle bianche separano le file viola e quelle tre file rappresentano pace, amicizia e rispetto. Le due file viola, che "hanno lo spirito dei tuoi antenati e dei miei", simboleggiano due navi che viaggiano insieme sul fiume, una per il popolo indiano e una per i non nativi. "Ognuno di noi percorrerà il fiume insieme, fianco a fianco, ma nella nostra stessa barca. Nessuno dei due cercherà di guidare la nave dell'altro." Questa invece è conosciuta come "George Washington Belt", cintura di George Washington Spesso identificata con il Trattato di Canandaigua del 1794, fu più probabilmente data alle Sei Nazioni a seguito di un trattato firmato nel 1789. La cintura presenta una casa allungata fiancheggiata da due figure umane più piccole, con 13 figure umane più grandi che si estendono su ciascun lato a rappresentare le 13 colonie originali. Ogni figura umana è collegata alla successiva attraverso una catena di wampum, che rappresenta un'alleanza indistruttibile. E per concludere, prima di passare a un altro argomento, non poteva mancare una cintura di wampum nostrana ben conosciuta dai lettori di TEX. E' quella che il capo navajo Freccia Rossa consegna al ranger nel n. 10 della serie regolare, e che comparirà poi spesso nelle avventure texiane, salvando più volte la vita al nostro eroe, a dimostrazione della sua efficacia come strumento di pace La cintura, inoltre, viene dai Dakota del nordovest, a conferma che, come avevamo scritto in precedenza, dalle coste atlantiche, l'uso del wampum si era esteso fino a quelle lontane regioni. petronius
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  45. Roma, un giorno imprecisato del 1586. Gli operai che lavoravano al disfacimento dell’antico Patriarchio per la realizzazione del nuovo Palazzo Lateranense rinvennero, tra le macerie del vecchio edificio, una cassa di ferro, contenente 125 aurei di vari imperatori tardo romani e bizantini. L’erudito Cesare Campana, descrivendo il rinvenimento ad appena un decennio di distanza, riferiva come vi fossero nominali appartenenti a Teodosio, Arcadio, Onorio, Teodosio II, Valentiniano III, Marciano, Leone, Giustino, Giustiniano, Tiberio, Foca ed Eraclio. Il sommo pontefice Sisto V Peretti, attribuendo l’eccezionale rinvenimento alla Provvidenza e interpretando le monete come un atto di devozione dei singoli imperatori verso il Laterano, luogo del battesimo del Santo imperatore Costantino, decise di elevare gli aurei alla condizione di reliquie e dotarli di speciali privilegi. La presenza nel santo gruzzolo di numerosi esemplari raffiguranti imperatori dalla dubbia condotta sollevava certamente qualche problema dottrinale: il pontefice superò l’impasse convocando un’apposita congregazione che studiasse il caso e, alla presenza di teologi del calibro del Bellarmino, spiegò come non fosse sua intenzione canonizzare gli imperatori eretici, ma lodare le buone azioni che pure avevano compiuto. Il 1° dicembre 1587, con la bolla Laudamus viros gloriosos, Sisto V ufficializzò la santità degli aurei e concesse numerose indulgenze a chi li avesse portati con sé o semplicemente venerati. La maggior parte delle monete recava al rovescio una croce o un cristogramma, così tra il popolo – per un ingenuo collegamento con Sant’Elena, che verso il 340 aveva recuperato la Santa Croce – vennero chiamate Santelene. Gli aurei indulgenziati vennero donati dal pontefice alle personalità più eminenti del tempo: ne fece omaggio all’imperatore Rodolfo II d’Asburgo, ai principi Cristiani e ai cardinali di Santa Romana Chiesa. Questi ultimi spesso li donarono, a loro volta, alle Chiese cui erano legati, perché ne facessero oggetto di devozione: il cardinale Bernerio d’Ascoli ne regalò uno alla Chiesa di S. Caterina in Piazza S. Pietro, il cardinale Tolomeo Gallio alla Chiesa di S. Maria della Purità, il Monsignore Sangalletto alla Chiesa di Santo Spirito in Sassia. Le monete del tesoretto lateranense, in tal modo, confluirono in diverse Chiese d’Italia e – probabilmente – d’Europa, dove venivano venerate in occasione dell’Invenzione e dell’Esaltazione della Santa Croce. Pochissimi esemplari sono arrivati ai giorni nostri, complice anche l’allontanamento dei fedeli dal culto delle reliquie: Lucia Travaini - che ha brillantemente studiato il caso - ne ha individuati due a Milano (uno nella Chiesa di Sant'Alessandro e uno nella Chiesa di Sant'Antonio Abate) e due a Roma (uno nel tesoro del Capitolo di San Pietro e uno a San Giovanni in Laterano), ma è probabile che molti altri giacciano ormai dimenticati nei cassetti di qualche sagrestia. Rimandi bibliografici: L. Travaini, Il lato buono delle monete: devozione, miracoli e insolite reliquie, Bologna 2013. L. Travaini - P. Liverani, Il tesoro del Laterano e la bolla numismatica di Sisto V del 1587, «Rendiconti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia» LXXXI (2007-2008), pp. 249-282. L. Travaini, La bolla numismatica di Sisto V, i riti di fondazione e due monete reliquie a Milano, «Sanctorum» 4 (2007), pp. 203-240. (N.B. L'aureo di Eraclio, presentato in calce, non appartiene alle 125 monete del ripostiglio lateranense, ma ha puro scopo esemplificativo)
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