Classifica
Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/22/22 in Risposte
-
E’ con molto piacere che vi comunico la pubblicazione del corpus riguardante i dioboli tarantini dal titolo “The diobol of Tarentum”. Il volume contiene ben 283 diverse tipologie con relative varianti, coprendo l’intero arco di produzione di queste emissioni, aggiornando tutte le pubblicazioni ad oggi conosciute e riunendole in un unico corpus. All'interno le immagini originali provenienti da case d'asta e dalle più importanti collezioni museali al mondo. Un ricordo speciale al compianto Dott. Giuseppe Tafuri (Arthas), tanto affezionato a questo forum, che ha fortemente contribuito alla realizzazione dell’opera. In allegato copertina, alcune pagine e presentazione del Dott. Giuseppe Sarcinelli, responsabile tecnico del Laboratorio di Studio e Documentazione Informatizzata delle Evidenze Numismatiche presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento e curatore della collana Magna Graecia Coins. Presentazione The diobols of Tarentum.pdf Prefazione.pdf6 punti
-
Buonasera. Condivido la mia piastra 1815, di certo non eccezionale come stato di conservazione. Anche le foto, con zone d'ombra, non sono il massimo. Al dritto, la legenda presenta due rombi in verticale dopo la "D" e la data non è seguita dal punto. Se ricordo bene, ho letto da qualche parte che potrebbero costituire delle particolarità, ma no ho trovato conferma a tutto ciò né sul Gigante, né sul M.I.R., né sul Magliocca. Spero proprio che qualche esperto collezionista possa chiarirmi come stanno realmente le cose. Ringrazio fin da ora. Saluti3 punti
-
Salve a tutti, ho il piacere di sottoporre una mia opinione. Penso che la Piastra di Ferdinando IV del 1795 (non comune) possa avere una variante degna di nota. Ne posseggo due. Una ha le foglie di lauro, al Rovescio, alla destra del nominale, diverse dalla maggioranza di quelle che ho visto sulla rete. Sono più grandi e con una disposizione diversa. Ho trovato sul web pochissimi esemplari con queste foglie larghe, ma c'è sempre qualche differenza con quella che posseggo; ma una caratteristica comune delle Piastre del 1795 con la presunta variante è la forma del 5 della data; quelle, a mio avviso, più comuni, hanno il 5 come le Piastre del 1785. La riterrei una variante interessante, visto che non si tratta della tipica differenza sulla punteggiatura, ma naturalmente di una disegno decisamente diverso di un elemento che caratterizza questa affascinante moneta. Posto la foto del mio esemplare e 2 immagini di confronto, dove al numero 1 sono illustrati i particolari della mia moneta con la presunta variante, dal 2 all'8 esemplari con foglia piccola e più comuni, il 9 e 10 sono esemplari con foglia larga, seppur con qualche differenza rispetto a quella in mio possesso. Non so se in qualche manuale autorevole delle monete napoletane viene citata questa variante. In caso, chiedo perdono per l'ignoranza che dovrò colmare con l'acquisto di qualche buon manuale, del quale sento di non poterne fare a meno a lungo. Grazie per le vostre osservazioni3 punti
-
Carissimi, intervengo a distanza di tempo per colmare alcune piccole lacune del primo post. La gestione del tesoretto è tipicamente britannica. Il British Museum ha trattenuto una parte del ritrovamento (si tratta in particolare di monete di Costantino I Cesare con rovescio raro). La restante parte suddivisa tra gli scopritori (che l'hanno immessa sul mercato in parte restaurata e in parte "nature") e il proprietario del fondo. Il mio esemplare è giunto accompagnato da una lettera di presentazione dell'hoard, il dettaglio delle monete ritrovate e il numero di inventario assegnatole dal British Museum. Lettera e lettura assai gradite. Come giustamente osservato da @Stilicho, il mio esemplare conserva ancora resti di argentatura ed è in coservazione superiore alla media. RIC alla mano, vi sono due riferimenti per questa emissione di Costantino I cesare senza segni nei campi: RIC VI Londinium 88b e 89b, in virtù della presenza o meno del drappeggio sulla corazza. In realtà questa classificazione è stata ampiamente corretta nel Cloke&Toone, dal momento che con queste medesimo dritto e rovescio (leggende FL VAL CONSTANTINVS NOB C e GENIO POP ROM, PLN in esergo) vi sono due distinte emissioni battute con caratteristiche di metrologiche ben diverse. Una prima emissione è stata coniata tra il maggio e il novembre del 307 secondo uno standard di 1/42 di libbra romana, quindi circa 7,68gr, e corrisponde a Cloke&Toone 5.01.008 e 5.01.009, sempre a seconda che vi sia o meno il drappeggio. La seconda emissione è stata, invece, coniata tra novembre e dicembre del 307 secondo uno standard di 1/48 di libbra romana, quindi circa 6,72 gr (e un flan di diametro ridotto), corrispondente a C&T 5.03.003 e 5.03.004. Il mio esemplare pesa 7,57 gr, pertanto appartiene alla prima emissione. Qui di seguito in un confronto con un esemplare dell'emissione leggermente più tarda.... le differenze di modulo (e di stile) sono evidenti.2 punti
-
Fra i precedenti possessori figura la Comery collection, giá salita agli "altari" di questo forum se non ricordo male2 punti
-
Penso che di tavoli ce ne saranno diversi ma non riesco ad esserti più preciso. Noi ci saremo solo il sabato.2 punti
-
Sostanzialmente concordo con @Cremuzio. Il tema del fanciullo che cavalca il delfino è piuttosto enigmatico e le letture possono essere molteplici, si va dall'identificazione con Eros/Cupido ed al possibile simbolo di passaggio all'età adulta fino al "semplice" intento decorativo. Sul denario della Lucretia il legame con Eros/Cupido lo si potrebbe labilmente rintracciare vedendo nel delfino il "messaggero d'amore" che scovò Anfitrite. La teoria del Crawford che vede nel rovescio Palemone non mi ha mai convinto troppo. Abbiamo poi il medesimo rovescio anche su un denario della Cordia dove il binomio Venere/Cupido parrebbe più solido... ergo... per associarlo a Verticordia lo stesso Cordio Rufo dava per certo che l'iconografia utilizzata dal suo predecessore ritraesse Cupido. https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G34/3 In tal senso quindi il riferimento "marino" o "marinaresco" potrebbe richiamare a Gaio Lucrezio Gallo... ma è un'ipotesi sicuramente discutibile.2 punti
-
Quest'oggi vi presento il mio primo importante acquisto del 2022. Un bel Follis di Costantino I Cesare coniato a Londinium. Ciò che mi rende orgoglioso di questa acquisizione è la sua provenienza. La moneta proviene, infatti, da quello che è stato chiamato "Rauceby hoard", che è stato trovato da due metal detectorist appena fuori dalla città romana di Ancaster, nel Regno Unito, nel luglio 2017. Il tesoro è stato segnalato nell'ambito del Portable Antiquities Scheme (PAS) e inviato al British Museum. Nel 2019 il tesoretto è stato dichiarato Treasure Trove e solo successivamente riportato dalla stampa quando è stato dichiarato il più grande tesoretto di tipo trovato nel Regno Unito. Il tesoretto consisteva di 3.099 nummi tetrarchici datati dal 294 al 307 d.C., molti in condizioni prossime al fior di conio. In ordine cronologico, le ultime monete nel tesoretto erano di Costantino come Cesare (nessuna come Augusto) risalenti al 307 d.C., tra cui un Costantino PRINCIPI IVVENTVTIS e una rara moneta ROMAE AETER di Massimiano. La maggior parte delle monete proveniva dalla Gallia (875 Londra, 1459 Treviri, 468 Lione), Italia (226), Cartagine (24) e un piccolo numero da zecche orientali. Sono presenti anche 19 imitazioni barbariche Poiché il tesoretto è stato dichiarato Treasure Trove, il British Museum ha ottenuto il diritto di prelazione e ha scelto di trattenere 375 monete, per le quali gli scopritori sono stati pagati. Le monete rimanenti sono state restituite ai detectorist all'inizio del 2021 per essere divise tra loro (700 ciascuno) e il proprietario terriero (1400). Uno dei cercatori, Rob Jones, ha pulito la sua parte di monete e ha iniziato a venderle su eBay. Rob aveva cercato il tesoretto per tre anni prima di trovarlo nel 2017. In precedenza aveva trovato un paio di monete tetrarchiche in ottime condizioni e sospettava che ce ne sarebbero state altre, quindi dal 2014 al 2017 ha trovato altre 8 monete simili, prima della scoperta definitiva nel luglio 2017. Le monete sono state ritrovate in condizioni notevoli, non fuse in unico blocco e con minimi depositi superficiali. Le monete sono state rimosse dal contenitore, che è stato lasciato in situ, e segnalate al PAS, che ha chiesto che il vaso/buco fosse riempito per un successivo scavo che è avvenuto circa due settimane dopo. Il tesoretto è stato evidentemente interrato con grande cura E' stata scavata una fossa ovale, rivestita di pietra, quindi è stato collocato il contenitore che è stato poi ulteriormente coperto di pietre.1 punto
-
Buonasera a tutti, Martedì 5 Aprile 2022 alle 20:45, il Centro Culturale Numismatico Milanese è lieto di annunciare una conferenza tenuta dalla P.ssa C. Perassi sul tema: Dalle immagini degli dei ai ritratti degli uomini: una rivoluzione iconografica nella monetazione antica. La conferenza presenta una panoramica dei temi figurativi della monetazione greca, con l’obiettivo di identificare il momento di passaggio dalle tradizionali immagini divine alla raffigurazione di un uomo vivente. Saranno analizzate dapprima le emissioni di elettro coniate in Asia Minore, la monetazione bimetallica dei re persiani, dei satrapi occidentali e dei re macedoni Alessandro I e Filippo II. Una indagine approfondita sarà riservata alla produzione di Alessandro III e dei suoi successori, alla ricerca della prima autorappresentazione dell’autorità emittente totalmente ‘umana’, ossia libera da quegli attributi divini (egida, corna o pelli di animali), che conferivano al ritratto una connotazione sovrumana. Essendo un evento di rilievo comunicheremo a breve maggiori dettagli per la partecipazione Buona serata a tutti1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Che io sappia è saltato,ma spero vivamente di essere smentito...1 punto
-
Francesco Balletta, "Monete, banche e mercato finanziario nel pensiero degli economisti napoletani del Settecento". L'autore analizza il pensiero economico sulla moneta avvenuto nel Settecento nell'Italia meridionale. Espone e confronta i pensieri di importanti economisti come Broggia, Galiani, Genovesi e i fratelli Diodati. Inoltre, illustra il dibattito avvenuto tra i due economismi francesi più famosi del XVIII secolo, Melon e Dutot, che ebbero teorie diametralmente opposte.1 punto
-
Si tratta di una riproduzione. Lo scudo di Luigi XIV re di Francia e di Navarra è in argento 917/1000. Nel 1645 ne furono coniati 641.600, hanno un Ø di 38,5 mm. e pesano 27,31 g.; hanno bordo liscio con R/ ruotato di 180° rispetto al D/. Moneta abbastanza rara, viene valutata attorno i 500,00 € (quella autentica).1 punto
-
Grazie per la spiegazione. E che Roma venga nuovamente catturata dai barbari? Hanno costruito una statua di Biden e ballano in giro, saltano e cantano il mantra: VIVATBBIDEN, VIVATBBIDEN.? Se credono nel Babbo Natale russo, avvertili, punirà i colpevoli.1 punto
-
A me viene F à seco NC: l’usa? Sì! = Fase conclusasi Possono andare entrambe. Buona serata da apollonia1 punto
-
Ciao @Shyneon , a farmi venire quasi un infarto ? anziché battere il cuore è stato dopo tanti anni trovare in vendita questa piccola moneta in rame Napoletana e fare l'impossibile per poterla mettere in Collezione. Monete come questa che unisce rarità e conservazione eccezionale per la tipologia non si trovano facilmente. Ci sono riuscito . Un caro saluto a tutti. Rocco.1 punto
-
1 punto
-
pur non essendo il "mio" periodo, ne avevo parlato con l'editore, che è un amico, e so che dietro c'è stato un lavoro incredibile di raccolta, che ha coinvolto un impressionante numero di musei. quindi rinnovo qua pubblicamente i miei complimenti per questa opera a tutti coloro che hanno partecipato Alain1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
Marsia, satiro al seguito di Cibele, era un famoso suonatore di flauto. Pare che il suo doppio flauto fosse quello che Atena aveva gettato via perché, suonandolo, le si gonfiavano le guance e diventava brutta. Marsia, sicuro della sua abilità, osò sfidare Apollo, maestro nel suonare la lira. Giudici di tale gara furono le nove Muse, e come regola si stabilì che il vincitore avrebbe potuto punire il perdente come avesse voluto. Marsia perse e Apollo, legatolo a un albero, lo scorticò vivo. Anche il rovescio di questo bronzo raffigura Apollo con la lira e Marsia appeso a un albero. La figura tra i due seduta su una roccia, con la mano al viso in atteggiamento di ascolto, e l’animale seduto ai piedi a destra non sono identificabili. CILICIA, Tarsus. Maximinus I. 235-238 AD. Æ 35mm (24.36 gm, 1h). Radiate, draped, and cuirassed bust right / Apollo seated right on rock, holding lyre; satyr Marsyas hanging facing from pine tree; uncertain figure seated left on rock between, hand to face in attitude of listening; animal seated at feet right; AM-K in upper field; G/B in outer right field. Unpublished. VF, green patina, porous. ($200) Sale: CNG 69, 8 June 2005, Lot: 1163. Estimate $200. Sold For $1370.1 punto
-
......giusto il tempo di battere il lotto in questione, con l'asta odierna ancora in corso?? Complimenti1 punto
-
1 punto
-
Mah... Visti i prezzi dell'asta Aurora personalmente non mi azzardo a fare stime di ducati e zecchini... Arka Diligite iustitiam P.S. Scherzo ovviamente... O no?1 punto
-
Ricordando anche che la figura di un cavalcatore di delfino, era nota a Roma attraverso la città di Taranto, della quale era simbolo, e la sua cospicua monetazione . una buona giornata e ben arrivato @Cremuzio .1 punto
-
Qualche elemento in più su questa moneta: http://www.moneteromane.info/corrisp/c412/c412.html Dupondio/Asse, Adriano e Roma ricca e trionfante Saluti. Giulio De Florio1 punto
-
Buonasera,puoi provare qui... https://auctions.nomismaweb.com/it/sitem/2760/manuale-delle-monete-di-napoli-1674-1860/1 punto
-
Buongiorno, recentemente è stata postata in Sezione un’interessante discussione su Mariniana. https://www.lamoneta.it/topic/205508-diva-mariniana-asse-dupondio-o-sesterzio-sottopeso/ Durante il suo sviluppo sono emersi vari contribuiti interessanti e come Curatore di Sezione ringrazio tutti coloro che sono intervenuti (in particolare l’amico @Ross14 ). Inoltre non dimentico di far menzione anche all’autore della discussione @modulo_largo che ha consentito di trattare un argomento tutto sommato poco discusso; spesso le discussioni trattano di altri nominali bronzei (frequentemente di sesterzi, talvolta di assi o dei quadranti) ma molto meno comunemente dei dupondi, un nominale tutto sommato “compresso” tra quelli bronzei di maggior pregio e quelli di valore minore ma di uso più comune e quindi necessari se non indispensabili. Il quadro resta comunque complesso e poco chiaro, probabilmente anche per la mancanza di documentazioni scritte che non ci sono pervenute. ho ritenuto pertanto utile cercare di raccogliere ed integrare di seguito quanto emerso a scopo di riepilogo per i neofiti e per segnalare e focalizzare dei punti ancora controversi, nel tentativo di delineare l’excursus storico dei dupondi. Dupondio… generalmente sul web si trova descritto come: · Nominale bronzeo · Del valore di 2 assi (=1/2 sesterzio o 1/8 di denario) (infatti una delle possibili origini del nome risalirebbe a “duo asses pondo” ovvero “del peso di due assi”). · Con dati fisici pari a circa 13-14 g su un modulo di 25 mm circa (variabili a seconda del periodo), per cui pesava circa metà del sesterzio. Nel Primo Impero (in seguito alla riforma di Augusto del 23 a.C.) si distingueva dall’asse (oltre che per diametro e peso) per il confezionamento in oricalcum (la lega dei sesterzi), dal sesterzio per il diametro e peso minore già descritti. Claudio (41-54), Dupondio, Roma, c. 50-54 d.C.; AE (g 14,74; mm 32; h 12); TI CLAVDIVS CAESAR AVG P M TR P IMP P P, testa nuda a s., Rv. CERES - AVGVSTA, Ceres, velata, seduta verso s. su di un trono decorato, tiene delle spighe di grano ed una torcia; in ex. S C. RIC 110; C 1. Patina marrone, flan largo, q.spl / spl. https://auctions.bertolamifinearts.com/it/lot/2581/claudio-41-54-dupondio-roma-c-50-54-/ E’ stato proposto comunque che già nel 45 a.C. vi siano state delle emissioni bronzee da parte di Giulio Cesare dal peso di circa 13-14 g che potrebbero costituire un “antenato” del dupondio. https://www.cronacanumismatica.com/asse-o-dupondio-una-moneta-di-giulio-cesare-ancora-da-approfondire/ La domanda che compare nel link “asse o dupondio?” farà spesso capolino nella presente discussione ma in genere è una domanda ricorrente in sezione Eppure per vari motivi dovrebbe esser facile identificare un dupondio. Un modo facile per farlo sarebbe una serie di analisi non invasive (xrf p.e.) ma non mi risultano grossi studi in tale senso. E quindi dovremmo affidarci ad altri indicatori. Quali?1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
1 punto
-
In altra discussione si è parlato dell'incendio perpetrato dalle truppe tedesche in ritirata da Napoli dei documenti custoditi nell'archivio con il conseguente ed immane danno del nostro patrimonio storico culturale. Negli anni, a partire da Riccardo Filangieri, c'è stato il tentativo di raccogliere ciò che in precedenza era stato pubblicato per ricostruire quanto irrimediabilmente perso. Un grande lavoro ora disponibile online unitamente anche a qualche documento aragonese. Una base di partenza essenziale per lo studio della monetazione angioina. https://www.accademiapontaniana.it/pubblicazioni/ Anni fa fui frequentatore assiduo della biblioteca Giustino Fortunato di Roma per consultarli. Averli ora online è una vera fortuna. Buona lettura.1 punto
-
Questa tipologia di errore è stata riscontrata in tutte le monetazioni mondiali e nelle varie epoche. Normalmente deriva dal fatto che per portare i tondelli di vari tagli alla pressa monetaria vengono usati gli stessi "contenitori" (cassoni, cesti, secchi, etc. a seconda dell'epoca e dall'operatività di ogni singola Zecca). Pertanto, può/poteva accadere (ovviamente raramente) che un tondello di una precedente operazione di coniazione rimanga dentro il "contenitore" (es. perchè si è impigliato) dove vengono/venivano riversati i tondelli di un'altra moneta. Oppure la "contaminazione" tra i due tondelli poteva avvenire all'interno della società esterna che produceva i tondelli e quindi arriva/arrivava già in Zecca una partita di tondelli "contaminata" con qualche tondello di un'altra denominazione. Ad esempio i tondelli in acmonital venivano prodotti a Cogne e li nelle fasi di produzione o di spostamento poteva esserci una "contaminazione" tra monete di tagli diversi. Caratteristica essenziale è che il tondello "sbagliato" deve essere di un diametro inferiore rispetto alla moneta che si intendeva coniare ("moneta corretta"), in quanto un tondello di diametro maggiore non sarebbe entrato nei tubi di alimentazione dei tondelli che erano parametrati con il diametro della "moneta corretta". Pertanto, una moneta da una lira impero non poteva essere coniata (spontaneamente) su un tondello delle due lire impero. L'inverso invece ovviamente si, come nel caso di specie. Inoltre, il tondello sbagliato deve appartenere ad una moneta che veniva coniata dalla Zecca nello stesso periodo in cui veniva coniata la moneta "corretta". Sebbene non si possa escludere a priori l'intervento dell'uomo nella generazione di questi errori, è anche vero che gli stessi possono sicuramente verificarsi anche spontaneamente e, come detto, errori di questo tipo si sono riscontrati in tutte le zecche mondiali e in varie epoche.1 punto
-
Buonasera a tutti. Servirebbero più foto per valutarla meglio e da più angolazioni. Da quel che si può intuire la moneta è veramente molto bella. Io azzarderei qFDC. Difficile trovarla perfetta. Ottimo esemplare. Complimenti1 punto
-
Ho avuto l'occasione di poter acquistare, per poco, questo Forte di Gabriele di Saluzzo, non ho resistito e l'ho portato a casa... Ne avevo già uno in collezione, ma questo mi è piaciuto subito, bello largo e con solo un graffietto sulla G centrale. Purtroppo i Forti sono le uniche monete di questo periodo della zecca di Carmagnola che si riescono a vedere.. e, anche se non fanno parte della mia collezione sabauda, le monete del marchesato di Saluzzo sono storicamente e economicamente legate alla storia dei Savoia. Gabriele è stato l'ultimo marchese, quel territorio successivamente è passato alla corona francese, legato al Delfinato, quindi un periodo cruciale per i movimenti politici del Piemonte dell'epoca, una spina nel fianco per la dinastia Sabauda. Solo con Carlo Emanuele I quel territorio venne annesso al ducato di Savoia cedendo alla Francia la Bresse, il Bugey e la Valromey, territori più vasti, ma difficili da controllare e chiudendo un facile accesso ai Francesi al Piemonte. Spero che le mie pessime foto rendano merito a questa piccola moneta.1 punto
-
Mi scuso per l'incoveniente di prima, allego nuovamente l'interessante articolo recentemente pubblicato dalla seguente testata giornalistica locale sul clamoroso furto avvenuto negli anni '70 presso il Medagliere del Museo Archeologico di Gela: https://www.letterag.online/lg-rubriche/archeologia-e-storia-del-territorio-gelese/vite-complicate-dei-medaglieri-il-furto-di-monete-al-museo-di-gela-e-il-loro-parziale-recupero/?fbclid=IwAR36tPt9YxS9aHUfdMEqmsJTWvfDhPHlmXjR1d_Dkjbil8pl_L9xQw_4-Gs1 punto
-
1 punto
-
DE GREGE EPICURI Lo studio delle iconografie e dei loro mutamenti nel tempo non è l'unica "specializzazione" di Claudia Perassi. Un altro suo tema prediletto è l'uso della moneta come gioiello, su montature particolari (es. braccialetti costituiti da numerosi aurei) o associata a spille o gioielli di altro tipo; ed anche i depositi votivi di monete, sia in epoca antica (grotte sacre, fontane...) che medievale (fondazioni di chiese e cappelle). Infine, si è occupata di monete frazionate, in particolare attraverso un importante convegno organizzato presso l'Università Cattolica.1 punto
-
1 punto
-
Buonasera, Carlino e tari 1700 di Carlo II, il viceregno non è solo sassi ? Aggiungo le foto singole1 punto
-
Brevi note sulle monete suberate di Velia tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. Alla memoria di Giuseppe (Arthas), numismatico e caro amico, sono dedicate queste brevi note sulla monetazione di Velia che sintetizzano uno scambio di opinioni sul tema foriero, in questa come in altre occasioni di confronto, di nuovi e stimolanti apporti conoscitivi nel consueto clima conviviale che non di rado stemperava la “ponderosità” di alcune tematiche. Il contributo si inserisce in un filone di ricerca sulle monetazioni dell’Italia meridionale a cui lo studioso ha dedicato una porzione rilevante della sua produzione scientifica, sorretta da rigore metodologico e acutezza di analisi, come documentano monografie e contributi di dettaglio che hanno fornito un notevole apporto alla ricostruzione di aspetti specifici di singole monetazioni, indagate in una dimensione più ampia che dall’ambito prettamente numismatico si dilata al contesto storico e archeologico. * * * Tra la fine dell’età agatoclea e gli eventi pirrici, periodo grosso modo corrispondente ai periodi VII (305/4-293/90 a.C.), VIII (293/90-280 a.C.) e IX (290-280/75 a.C.) della classificazione Williams (The silver coinage of Velia, London 1992), la monetazione di Velia si caratterizza per un rilevante ampliamento del volume di produzione delle coniazioni argentee, fenomeno che, come ha ben evidenziato Burnett, non appare isolato in Magna Grecia, trovando riscontro nella seconda metà del IV secolo sia sul versante ionio che su quello tirrenico (Neapolis, Metaponto, Crotone, Taranto, Thurii, Heraklea; v. A. Burnett, La documentazione numismatica, in Tramonto della Magna Grecia, ACT XLIV – Taranto 2004, Taranto 2005, 162 s.). All’intensificazione del gettito monetale velino si aggiunge un netto incremento dei simboli (palma, delfino, cicala, spiga, caduceo, pentagramma, triskleles, ecc.) che si dislocano senza soluzione di continuità all’interno dei vari segmenti produttivi ricostruiti da Williams con probabile funzione di segno di controllo più che di riferimento a precise vicende storiche. Si tratta di aspetti di una certa rilevanza che segnano una cesura con il precedente assetto monetario e per i quali i fattori chiamati in causa sono molteplici: arruolamento dei mercenari - e, quindi, aumentate esigenze finanziarie in relazione alle spese di guerra e al mantenimento dell’esercito - , acquisto e/o rifornimento di merci, riscossione di tributi ma anche spese per la monumentalizzazione della città richieste da un ampio programma di riorganizzazione dell’assetto urbanistico che in questo periodo investe l’abitato, gli edifici sacri e gli spazi pubblici, le fortificazioni, ecc. Altro aspetto interessante e per certi versi complementare, ma cui è stata rivolta scarsa attenzione negli studi, è rappresentato dalla pressoché concomitante produzione di un cospicuo numero di monete suberate (o presunte tali). Molte di esse figurano già nel catalogo di Williams (contrassegnate dal segno +) ma a trent’anni dalla sua edizione (1992) il mercato antiquario ha notevolmente contribuito ad implementare la documentazione nota fornendo nuovi ed interessanti apporti. Si tratta di 16 pezzi inquadrabili – tranne per la serie 406 - all’interno di emissioni per le quali già Williams aveva rilevato un discreto numero di suberati e che quindi ampliano e confermano un quadro sostanzialmente noto. Di seguito una tabella riassuntiva (con suddivisione degli ess. in periodi, sezioni e serie secondo il catalogo di Williams e con il relativo riferimento alle tavole fotografiche, riportate in calce): Periodi Sezioni Serie Peso (in gr.) Provenienza Tav VII 69 406 6,20 RN, 4, 2013, 25 1 408 5,61 RN, 12, 2014, 37 2 71 423 6,79 Künker, 347-9, 2021, 599 3 72 440 7,34 CNG, 489, 2021, 17 4 6,76 Artemide, 24, 2021, 8 5 74 469 7,26 NAC AG, 46, 2008, 805 6 5,57 Rauch, 80, 2007, 19 7 75 489 7,39 CNG, 294, 2013, 2 8 VIII 80 539 7,15 Kölner, 115, 2021, 19 9 6,21 The NY Sale, 5, 2003, 23 10 6,98 Agora Auc., 65, 2017, 5 11 6,81 CNG, 294, 2013, 3 12 IX 82 584 5,97 Auc. GmbH, 20, 2013, 4 13 6,70 CNG, Triton XV, 2012, 1033 14 6,36 Rauch, 107, 2018, 51 15 6,51 Apollo Numismatics 161 punto
-
Grazie Dracma, soprattutto per aver ricordato un ragazzo che se ne è andato troppo presto e che rimarrà sempre nei nostri cuori.1 punto
-
Agora Auctions 65, 2017, 5 Lucania, Velia. Ca. 300-270 B.C. AR fourrée stater (22.99 mm, 6.98 g, 6 h). cf. Williams 527ff. 11 CNG 294, 2013, 3 LUCANIA, Velia. Circa 280 BC. Fourrée Nomos (20mm, 6.81 g, 7h). Williams +539.1–9; From the Robert and Julius Diez Collection. Ex Gustav Philipsen Collection (Part I, J. Hirsch XV, 28 May 1906), lot 723. 12 Auctiones GmbH, 20, 2013, 4 Velia plated AR Didrachm, c. 290-280/275 BC Velia, Lucania. AR Fourrée Didrachm (21 mm, 5.97 g), c. 290-280/275 BC. 13 CNG Triton XV, 2012, 1033 LUCANIA, Velia. Circa 280 BC. AR Nomos (20mm, 6.70 g, 12h). Williams +584.2b (this coin). From the Deyo Collection. Ex Freeman & Sear 8 (5 February 2003), lot 28 (inorrectly citing Williams 564); Ars Classica XIV (2 July 1929), lot 54; Ars Classica XIII (27 June 1928), lot 138. Williams lists this coin in a category “Plated or Probably Plated.” However, his use of “probably” is apropos here, as a specific gravity test verifies that this coin has an appropriate silver content, and is not plated. 14 Rauch, 107, 2018, 51 LUCANIA - Velia (Hyele, Elea) Nomos/Didrachme (6,36 g), ca. 280 v. Chr. Stellenweise leichte Hornsilberauflagen, kleiner Stempelfehler im Rv. s.sch.-vzgl. – 15 Apollo Numismatics https://www.vcoins.com/es/stores/apollo_numismatics/12/product/lucania_velia_fourree_didrachm_nomos_stater__athenalion_and_stag/47492/Default.aspx Lucania, Velia: fourrée didrachm, 290-275 BC, 6.51gm, 23.3mm. Williams 584 (O:289/R:407); SNG ANS 1398. aEF, scratches on lion’s body. As noted above, the same dies used to strike our specimen also were used to strike specimen 584 in Williams, an officially minted coin (given the physical characteristics of specimen 584 evident in the plate photo, it is difficult to believe that it is a fourrée that escaped detection by Williams). It is interesting that immediately after specimen 584 in his catalog, Williams lists many fourrée specimens which he labels +584,1 through +584,24, all of which are of the same identical type as 584 and of very similar style in most cases. There is a possible historical scenario that is consistent with the above facts. If forgers were able to obtain a pair of official dies (O:289 and R:407 by William’s designation), they might have used them first to strike fourrée (including our specimen) and then used them as guides for engraving subsequent dies which they then used to strike more fourrée such as William’s examples +584,1 through +584,24. 161 punto
-
Ciao, perché disturbarla? era tranquillamente messa a patinare in questa discussione1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+02:00
Lamoneta.it
La più grande comunità online di numismatica e monete. Studiosi, collezionisti e semplici appassionati si scambiano informazioni e consigli sul fantastico mondo della numismatica.
Il network
Hai bisogno di aiuto?
