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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/29/22 in Risposte
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Spero di fare cosa gradita, agli amici del forum, pubblicando anche qui la mia piccola ricerca su una moneta della Zecca di Firenze. Fatemi sapere cosa ne pensate. Saluti Marfir4 punti
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Eccole! Buttate là a vanvera come se non avessi dovuto versare lacrime e sangue per avere ognuna di loro ?4 punti
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Non sottovalutare il liberale europeo medio @Brios. Abbiamo principi, moralità e fermezza. E, per quanto possa sembrare strano, amiamo molto la libertà e siamo pronti a difenderla. Arka Diligite iustitiam4 punti
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Segnalo che da oggi è interamente disponibile sempre qui: https://www.academia.edu/65892741/La_zecca_di_Napoli_al_culmine_del_Ducato_normanno_Rassegna_del_Centro_di_Cultura_e_Storia_Amalfitana_61_62_2021_pp_63_923 punti
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Regno delle Due Sicilie, Francesco I di Borbone, 10 Tornesi, Anno 1825, Zecca di Napoli. Rottame, ma non l'avevo....3 punti
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In un lotto di monete meridionali interessanti ma di medio livello ho acquisito anche questa moneta che vorrei sottoporre alla vostra attenzione per un più critico giudizio sulla autenticità. Il pezzo da 12 tarì si presenta purtroppo lucidato visto che doveva essere totalmente annerito e al tatto puzza tremendamente di prodotti per argento, solo le parti più incavate e vicine alle scritte hanno mantenuto una patina nerastra, il proprietario inesperto di monete credo la volesse rendere più bella e accattivante alla vista lucidandola (grrr). peso 27,02 g, diametro 40 mm, non magnetica Mando foto anche del bordo che presenta disegni con foglie in rilievo. Ho visto quotazioni molto alte qualora fosse confermata la autenticità, la spatinatura la deprezzerebbe parecchio ma rispetto alle conservazoni medie sarebbe un esemplare notevole direi. Attendo pareri da chiunque voglia dire la sua. Grazie.2 punti
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Nella monetazione repubblicana romana la stragrande maggioranza delle famiglie che batterono monete furono note e ben conosciute per storie e gesta dei singoli componenti , alcune famiglie invece sono conosciute solo per avere impresso nel denari i loro nomi e cognomi . Una di queste famiglie oscure alla storia e’ quella degli Accoleii , il cui esponente monetario noto per due monete e’ Publio Accoleio Lariscolo . Publius Accoleius Lariscolus , fu triumviro monetale nel 43 a.C. e probabilmente fu lo stesso personaggio nominato in una iscrizione dedicatoria alla dea Bellona , trovata a Lanuvium . Per informazioni complete sul personaggio e le sue monete : https://www.academia.edu/5223142/P._Accoleius_Lariscolus_RRC_486_1_ I due Denari emessi , praticamente uno solo , da Publio. Accoleio Lariscolo sono quasi identici , cambia solo il dritto della moneta nel quale e’ rappresentata , forse , Acca Larenzia , da cui si presume la famiglia prese il nome di Accoleia , oppure rappresenta Diana Nemorense ; in un esemplare del Denario il busto e’ disadorno , nell’ altro e’ vestito ; nel caso il busto fosse di Diana Nemorense , si potrebbe pensare che l’ origine degli Accoleii fosse di Aricia , attuale Ariccia , il cui territorio di Nemi , lago e bosco , apparteneva alla Citta’ latina . Il rovescio delle "due" monete e’ uguale e nell'antica religione romana , le "Querquetulanae virae" erano ninfe del bosco di querce . Il loro bosco sacro si trovava all' interno della Porta Querquetulana , una delle mura serviane . Secondo Festo , si credeva che a Roma esistesse un tempo un bosco di querce all' interno di questa Porta , sul cui verde presiedevano le virae Querquetulanae . Infatti in origine il nome del monte Celio , doveva essere "Querquetulanus mons" per la ricchezza di alberi di querce , ancora oggi la zona del Celio e’ ricordata da una via , l’ odierna Via Querquetulana . Tra il Celio e l' Esquilino si trovava un tempietto delle Virae Querquetulanae , Ninfe che secondo la più antica credenza romana abitavano il bosco di querce del Celio . Secondo la tradizione Acca Larentia , era la madre adottiva di Romolo e Remo , suggerendo che forse Acculeia fosse un nome derivato da Acca . Rimane comunque oscuro il perche’ Diana oppure Acca sia stata rappresentata in triplice divinita’ . Anche il Cognome lariscolus potrebbe essere un vezzeggiativo della radice Lar , Laris : casa o divinita’ tutelare della casa o del luogo .2 punti
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GRAZIE amica e amici, è grande il piacere che provo nel ritrovarvi. Il fatto è che leggendo il mio nuovo grado, passato da "marchese" a "utente storico/barone", non conoscendo il nuovo criterio di "classificazione" mi è saltata subito alla mente l'idea di essere stato degradato in pratica a "vecchio rimbambito", (E comunque non mi spiegavo come aveste fatto a saperlo) Ora rido della mia stizza e spero che la mia confessione susciti in voi un bonario sorriso. Vostro HIRPINI2 punti
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Ciao fricogna, questo è il catalogo della mostra di monete avvenuta a Napoli nel 1975 e non ha nulla a che vedere con la collezione Bovi che era esposta nel Museo Filangieri. Infatti nel catalogo sono riportate monete di diversa provenienza: Museo Nazionale di Napoli, ex collezione Vittorio Emanuele III, ecc. Di seguito il link del catalogo della collezione Bovi che ricopre un periodo molto più vasto del volume da te riportato. https://www.biblionumis.it/it/moderne/2421-catalogo-collezione-di-monete-giovanni-bovi-e-luisa-mastroianni-2-voll.html2 punti
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Caro Hirpini, la cosa importante è la tua competenza, che non può essere ridotta a semplici categorie. Bentornato2 punti
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Nulla di tragico e/o ad personam: è stato cambiato tutto il sistema. Certe volte - come questa - la spiegazione è piuttosto semplice, se la si conosce... Servus, Njk2 punti
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Buongiorno a tutti, annuncio la scoperta di una nuova variante sulle 100 lire 1993 Italia Turrita e da prime analisi risulta essere molto rara. La variante ha il rovescio con i "99" aperti, quindi come la variante "testa piccola" ed il cd. "mulo"; tuttavia, il dritto è diverso sia rispetto alla testa piccola che rispetto al mulo. In particolare, si riconosce dalla firma che presenta caratteri differenti, in particolare: la prima "R" di CRETARA, la distanza della firma dal bordo (è ad una distanza intermedia tra la testa piccola ed il mulo) e dalla nitidezza (la firma è chiaramente più nidita rispetto alla restante impronta, similmente alla testa piccola). E' molto probabile che la differente nitidezza (sia nella testa piccola che nella nuova variante) dipenda dal fatto che la firma è stata apposta in una fase successiva rispetto a quella di produzione del materiale creatore. Dalla foto potrebbe sembrare che dopo la lettera "L" (la "L" sta per Laura) ci sia un punto, però potrebbe essere solo un difetto di coniazione (il metallo può non aver riempito interamente il carattere della "L"). Rispetto ai normali muli si riconosce facilmente dalla prima "R di CRETARA. Al momento per distinguerla la chiameremo "mulo firma piccola" anche se a tutti gli effetti costituisce una nuova variante. Vi chiederei di controllare i vostri muli e farmi sapere se ne trovate anche voi con la firma piccola. Io ho controllato una ventina di muli e solo uno era un "mulo firma piccola". Attendo vostre segnalazioni buona giornata!1 punto
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Qualche mese fa, allettato da un prezzo abbordabile, ho acquistato questa moneta che ho il piacere di condividere oggi con voi e che e’ stata spunto, come sempre accade, di un approfondimento personale storico/numismatico che spero susciti anche il vostro interesse. Ecco la moneta: Si tratta di un antoniniano di Mario del peso di 3,19 grammi e del diametro massimo di 21,54 mm: D : IMP C MARIVS P F AVG: Busto di Mario, radiato, drappeggiato e corazzato, a destra R : SAEC FELICITAS: la Felicitas, stante a sinistra, con un corto caduceo nella mano destra ed una cornucopia nella sinistra. Zecca di Treveri. Certamente la conservazione è così così, ma le effigi sono ancora apprezzabili. Nel complesso, però, in mano, la moneta appare gradevole e, credetemi, molto meglio che in fotografia, dove tra l’altro ha una colorazione vagamente azzurrina a differenza di quello che posso notare dal vivo dove invece spicca una tonalità giallo/verdina che ben contrasta con il colore scuro/violaceo delle effigi e delle legende. In fondo, e' pur sempre Mario. Alla luce di quello che vedo l’ho classificata come Mairat 547, Cunetio 2505, Elmer 634. Il RIC V la classifica come RIC 10, ma sappiamo come il RIC non sia molto affidabile per le galliche. Ecco un riepilogo, tratto dal Mairat: Interessante il numerino 181 che compare tra parentesi quadre sulla destra: Si tratta del numero noto a Mairat di tutti gli esemplari presenti in ripostigli pubblicati, musei, collezioni di pregio pubblicate o passaggi d’asta. Vi farei notare la Mairat 546, subito sopra. Si differenzia dalla 547 per i “dots”, ovvero: IMP C MARIVS ● P● F● AVG. Di questa Mairat segnala un solo esemplare. Io ho provato a guardare bene la mia moneta, ma non si legge nulla, le legende sono troppo rovinate. E’ ovvio che, per frequenza, ipotizzo che la mia sia la 547. Poi, non si sa mai, ma tanto per me, onestamente, non cambia. Una piccola considerazione riguardo al peso che è un po’ più alto della media. Se guardiamo su VCoins gli esemplari oscillano tra 1.85 grammi e 3.11, con una prevalenza di esemplari appena sotto i 3 grammi (2.80-2.95). Se leggiamo il report del Cunetio Hoard (che ha classificato i radiati di Mario in maniera assai soddisfacente) sui 49 esemplari di questa tipologia, il peso medio e’ di 2.99. In effetti, la moneta in mano da una bella sensazione di pieno. Un super Mario, va’ (si fa per dire). E ora parliamo un po’ di lui, di Mario come persona. Chi era Mario? Facciamo in piccolo richamo. Siamo nell’Imperium Galliarum, il regno secessionista sorto nel 260 d.C. e che aveva strappato all’augusto ufficiale Gallieno importanti aree della parte occidentale dell’impero romano quali Gallia, Britannia, Germania e Spagna sotto la guida di Postumo. Postumo resse le redini dell’impero gallico fino al gennaio del 269, quando il suo potere fu insidiato da Leliano, una sorta di usurpatore dell’usurpatore. Presto tra i due si arrivò allo scontro armato (metà febbraio del 269) e, nella contesa decisiva, la vittoria arrise a Postumo che però subì una tragica fine; infatti, fu assassinato dalle sue stesse truppe che gli si erano ribellate perché aveva negato loro il saccheggio della città di Mogontiacum, roccaforte dell’usurpatore Leliano appena sconfitto. Si creò una sorta di vuoto di potere e, nel caos di quei giorni, a contendersi il trono si fecero avanti due uomini ambiziosi. Uno era Marco Piavvonio Vittorino, che probabilmente era Prefetto del Pretorio di Postumo. L’altro era un ufficiale dell’esercito di nome Marco Aurelio Mario. Il primo a muoversi fu proprio Mario che occupò le due zecche allora attive, probabilmente prima quella di Colonia (che era stata nelle mani di Leliano) e poi quella di Treveri (che era stata fedele a Postumo) iniziando a battere moneta (sia aurei che antoniniani). Arrivato a Colonia utilizzo subito (e non a caso, direi) un rovescio di Leliano, il VICTORIA AVG, che propagandava un successo che Leliano non potè realizzare, ma che comunque ben si adattava alla speranza di Mario stesso. Il messaggio doveva essere chiaro. Il vincitore era lui. Le monete di Mario enfatizzano la fedeltà dei soldati ed il patto di alleanza con loro. Ribadiscono la sua necessità non solo di ottenere il continuo sostegno delle truppe, ma anche di riconciliarle tra loro dopo la spaccatura che si era creata nell’esercito in occasione dello scontro tra Postumo e Leliano. Forse, le monete esprimono più una aspirazione più che uno stato di fatto. Sapeva di dovere tutto ai soldati. E del resto, la guerra non era ancora finita, si era solo all’inizio. Coniò, pertanto, rovesci tipo FIDES MILITVM e CONCORDIA MILITVM (e CONCORD MILIT) come questa, assai nota, con le “clasped hands: Senza dimenticare il suo valore di Mario stesso; dopo tutto, se era lì, era perché i soldati avevano creduto nella sua valentia come comandate militare, nonostante le origini (lo vedremo). Poi c’è lei, la SAEC FELICITAS (la mia moneta) la speranza che il suo regno durasse a lungo e che fosse latore di una felicità secolare per lui e per i cittadini ovvero la felicità intesa come connubio di equilibrio e armonia. E per estensione, connubio di salute (caduceo) e prosperità (cornucopia). Salute e soldi, come ci auguriamo noi solitamente noi. Questo un esemplare nettamente migliore del mio, ma mi accontento. Ma chi era veramente Mario? Facciamo un piccolo passo indietro e cominciamo dal nome….Interessante il nome…Marco Aurelio Mario…Marco Aurelio…teniamolo a mente. Ma ancora più interessante e’ sapere che noi conosciamo come si chiamasse Mario proprio grazie alle monete che ci sono giunte. Dicevamo prima di Leliano. Ebbene, il nome esteso di Leliano era Ulpio Cornelio Leliano. Il nome Ulpio ci porta subito a Traiano, quasi che Leliano volesse rivendicare una sorta di discendenza proprio da Traiano con cui condivideva l’origine spagnola. Non e’, tuttavia, escluso che fosse un tentativo di ottenere l’appoggio della Legio XXX Ulpia Victrix nella lotta contro Postumo. Sta di fatto che probabilmente Leliano cercò di costruirsi una sorta di pedigree, se così possiamo dire. Forse e’ avvenuto lo stesso per Mario? Che volesse darsi anche lui una nobile discendenza? In effetti, pare che lui fosse di umili origini… Le fonti letterarie sono parche di informazioni (le fonti epigrafiche addirittura non lo citano affatto). Ne parlano (pochissimo) Aurelio Vittore nel Liber de Caesaribus ed Eutropio nel suo Breviarium. La fonte principale sarebbe Aurelio Vittore, la cui opera e’ di poco antecedente al Breviarium di Eutropio (che quindi a lui si sarebbe a sua volta ispirato). I due cui racconti presentano diversi punti in comune come si può notare; il che fa pensare che entrambe le fonti abbiano attinto da una altra fonte precedente andata perduta. Si tratterebbe di quella che lo studioso Alexander Enmann, in una sua pubblicazione del 1884, chiama Kaisergeschichte (abbreviata in KG da Drinkwater nella sua opera) e che dovrebbe essere stata scritta sotto Diocleziano. Dal racconto emerge che Mario fu un “ferri quondam opifex”…”vilissimus opifex”….insomma, un umile fabbro. E sarebbe stati ucciso dopo aver regnato due soli giorni….(“iugulato post biduum”…”secundo die interfectus est”). Successiva ai lavori di Aurelio Vittore e di Eutropio sarebbe la Historia Augusta che probabilmente si ispirò anche lei, oltre ai citati, alla KG e ad allo storico greco Dexippo. Essa ripete un po’ gli stessi concetti: ex fabro ferrario….triduo tantum imperavit… Sappiamo, però che lo inserì tra i “Tyranni triginta” della storia romana….povero il nostro Mario…. Altre fonti sono Zosimo (V secolo) e Zonara (XII secolo) che usarono come fonte comune ancora Dexippo. Mario si distingue dalle effigi degli imperatori gallici in virtù del suo aspetto, come si può notare dalle monete: capelli tagliati corti, barba anche essa corta e curata, un quadro stilistico che contrasta un poco con i ritratti irsuti degli altri imperatori gallici predecessori e successori, una fisionomia che lo assimila di più agli imperatori “illirici” dell’impero centrale. E’ una cosa che pare stonare, ma forse riflette la situazione di incertezza e di nervosismo in cui dovettero trovarsi le truppe, arrabbiate per quanto avvenuto e assi dubbiose sul come gestire il vuoto di potere venutosi a creare. Ma come e’ finita poi la storia? Mario certo si era mosso per primo impossessandosi delle due zecche, ma Vittorino possedeva ancora l’autorità massima in quel momento in qualità di Prefetto del Pretorio e probabilmente il maggior sostegno militare e civile. Mario, infatti, sarebbe stato assassinato dalle sue stesse truppe (per motivi di fatto sconosciuti) e Vittorino sarebbe dunque rimasto solo al potere senza apparentemente colpo ferire. Tornando alle fonti, e’ assai improbabile che Mario sia rimasto al potere per pochi giorni. In effetti, gli antoniniani di Mario, sebbene descritti come rari, sopravvivono ancora in discreto numero e attestano indirettamente come l’imperatore non possa essere stato spazzato via in pochi giorni. Egli, probabilmente, restò al potere pochi mesi (2-3 mesi?), probabilmente fino alla tarda estate del 269. Perchè allora le fonti letterarie parlerebbero di pochi giorni? Secondo Chastagnol la fonte dell’errore sarebbe (involontariamente) Aurelio Vittore in questa frase: “Hoc iugulatum post biduum, Victorinus deligitur” che letta con una pausa (indicata dalla virgola) in quella posizione indicherebbe: Ucciso (Mario) dopo due giorni, Vittorino fu scelto”. Letta però così: “Hoc iugulatum, post biduum Victorinus deligitur”, ovvero con la pausa/virgola dopo iugulatum, si dedurrebbe che Vittorino fu scelto dopo due giorni dalla uccisione di Mario. Quindi l’errore sarebbe stato generato da una errata interpretazione del testo latino di Aurelio Vittore che poi sarebbe passata ad Eutropio ed alla Historia Augusta. Ma ci sono autori che a loro volta sostengono che l’errore fosse già presente nelle KG e che Aurelio Vittore avrebbe quindi ripreso quella fonte. Tutto ciò non fa altro che ribadire l’incompletezza e la corruzione delle fonti. Comunque sia, al di là di tutto, Mario, prima di andarsene, volle lasciare ancora un segno del suo breve passaggio. Vittorino, probabilmente, si dovette essere impossessato prima della città di Treveri, il principale centro geo-politico gallico. Iniziò quindi a battere moneta. Gli zecchieri di Treveri, pertanto, sapevano chiaramente che nome avesse e che aspetto avesse e quindi coniarono monete con la sua effigie classica, con la lunga barba appuntita sul mento ed il naso aquilino: A Colonia la situazione era differente. Vittorino era lontano, la città non era stata ancora (per poco) occupata e, pertanto, le prime monete coniate a suo nome non mostrano l’effigie del nuovo imperatore, bensì un ritratto di Mario. Gli zecchieri di Colonia chiaramente, non sapevano nulla dell’aspetto che avesse Vittorino quando cominciarono a battere moneta in suo nome. Solo più tardi, ma man mano che riceveranno nuove informazioni circa il suo reale aspetto, i loro ritratti cominceranno ad essere sempre più verosimili. Ed ecco, quindi , la mia AEQVITAS AVG con Vittorino che sembra Mario…. Spero di non avervi annoiato e di non avere detto inesattezze. Nel primo caso, me ne scuso, non s'e' fatto apposta, nel secondo ogni commento o correzione sarà bene accettato. Un ringraziamento particolare all'amico e collega @grigioviola. Fonti: - Drinkwater: The Gallic Empire - Elmer: The coinage of gallic emperors in Cologne, Trier and Milan - Mairat: The coinage of Gallic Empire - The Cunetio Treasure Roman Coinage of the third century A D - www.Gallic-Empire.com (archive.org) Buona serata da Stilicho1 punto
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Bella moneta Domenico. Solitamente le monete di Pietro hanno debolezze di conio, soprattutto a livello del nome PETRVS, che qui non ci sono. Bel esemplare.1 punto
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Sembrano realistiche queste fotocopie a colori...se non ti dispiace mi fai la fotocopia del 10 lire doppia effigie così risparmio qualcosina?1 punto
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Lo stile dei soggetti tipico del XVII sec.e una certa irregolarità del bordo. Ciao Borgho1 punto
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Moneta autentica ed in conservazione sopra la media. Fosse mia toglierei anche i residui di patina rimasti, per poi attendere che si formi una patina uniforme.1 punto
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Il dritto è un po' meno orrorifico?: Purtroppo il rovescio è davvero mal messo... il tuo esemplare è più omogeneo come conservazione L'anno con luce radente dovrebbe essere 1856, il più comune1 punto
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Ciao, come già detto nel precedente intervento si tratta di un dupondio di Marco Cocceio Nerva. Avendo però la tua moneta svolto molto bene la sua funzione, è abbastanza consunta soprattutto al rovescio percui non è semplice catalogarla correttamente. Cerca di individuare qualche lettera della legenda sul rovescio. Dalle foto io non riesco ad intravedere niente. Le tre tipologie a cui potrebbe appartenere tenendo conto della figura che si vede dovrebbero essere l'Aequitas, la Fortuna o la Libertas ? ANTONIO1 punto
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Buongiorno,io ne ho un esemplare con lo stesso difetto ma del 1982... Al rovescio nella zona di rottura si presenta un bava rialzata...1 punto
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Questa possibilità è scongiurata da quella cosa che si chiama Unione Europea. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Bella e rara! D/ La Madonna di Loreto con il Bambino in braccio ed ai lati due lampade pendenti R/ Sant'Antonio da Padova con il Bambino nella mano destra e tre gigli nella sinistra.1 punto
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Ciao Faustoino, Perché è stata bucata e quando ? Per farci passare un laccio, qualcosa che la tramutasse in una sorta di medaglia, di ornamento da portare al collo ; quando sia avvenuto difficile stabilirlo e non direi sia importante, sicuramente anche il foro è vecchio, vista la sua fattura irregolare. Chiedi anche se è più bella e/o più rara, essendo bucata..... ??? Certamente no, chiunque può praticare un foro in una moneta, di fatto rovinandola. Un foro praticato rozzamente, che deturpa le immagini, come può aggiungere bellezza ad una moneta altrimenti davvero molto bella ? Un saluto cordiale. @faustoino1 punto
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Dal libro : Enea nel Lazio , Archeologia e mito . Con riferimento alla moneta di Publio Accoleio Lariscolo : <Un' immagine di culto rappresentante la dea nel triplice aspetto di Artemide , Ecate e Selene , risalente ugualmente all' eta' arcaica , ci e' restituita da una serie di Denari del 43 a. C. , l' anno cioe' del secondo triumvirato , emessi da P. Accoleius Lariscolus , la cui famiglia quasi certamente aveva sede ad Ariccia , Citta' nella quale tra l' altro era nata la madre di Augusto , Atia , che mori' nel 43 a. C. Sul retro della moneta vi e' dunque un gruppo arcaico di tre divinita' , sullo sfondo di un boschetto sacro rappresentato da quattro alberi stilizzati , ogni figura con attributi diversi , mentre sul dritto vi e' un busto di profilo di Diana (nemorense) sempre in stile arcaico>1 punto
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Ciao, dovrebbe essere un dupondio di Nerva,ma non essendo il mio campo aspetta pareri più autorevoli...1 punto
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Allego questo in mio possesso, anche se la scritta è "ducato venito". Non so però dire l'area di provenienza...1 punto
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Questo ulteriore esemplare acquisito, invece, è certamente riconducibile alla Serenissima. 25 mm, 22,69 g1 punto
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Malta 2022 - 100 euro in Ag. 999 (gr. 1.500) Caravaggio - La decapitazione di San Giovanni Battista1 punto
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Per me e' piu' un affare aver comprato questa moneta che la moneta romana ricostruita dell'altra discussione. sul prezzo anche a me non sembra molto vista la rarita', ma non so se devo dire la verita'. se pensi che quella di cui posto ora la foto sotto era nella stessa asta ed e' andata a 16'000 sterline e che di questo tipo ce ne erano tre in asta, anche se rare, a me sembra che la moneta di eraclea e' stata proprio un affare per l'acquirente e che i miliardari che comprano queste monete non hanno tutti questi gran consulenti competenti come qualcuno dice nell'altra discussione.1 punto
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Ciao Hirpini. Dopo tanto tanto tempo, con piacere vedo riapparire su queste pagine il tuo "pro-nomen,", tanto cercato per le tue sempre eccellenti identificazioni, e mai più visto. Con un OPS! La declassazione da Marchese a Barone, da Barone a Utente Storico. Il tutto in una manciata di ore. Pur degradato ricordo, che come tu stesso scrivi "eppure sono sempre io”, che le tue identificazioni sono sempre state fatte con competenza, mai incomplete e/o approssimative e se c'era una ragione aggiungevi qualcosa in più, perfezionandone il riconoscimento storico. Cosa non da tutti. Portando la questione, sempre, fino all'identificazione completa e definitiva. Mi auguro che tutto venga appianato e che la tua competenza numismatica prosegui su LaMoneta.it così tanto importante per gli appasionati, conoscitori ed estimatori della numismatica. A beneficio di tutti. Ciao. PizzaMargherita.1 punto
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Buon giorno penso sia un'inedita di Carlo ii dove nel dritto la legenda e Carolus dux sab. Invece di Carolus dux s. Nel rovescio la leggende corrisponde ma nella croce c'è una stella a sei punte come nella leggenda .. lo zecchiere dovrebbe essere Giovanni Pietro Ferraris di Vercelli si intravede la (f ) finale . Voi cosa ne pensate ??1 punto
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giusto! Ho pensato poi che farò delle foto ai cassetti con le monete dentro e classificate, quindi nella malaugurata ipotesi che cadano, riuscirei a riposizionarle in modo corretto. Del resto non ho monete costosissime ( tranne alcune ), sono legate a determinati periodi storici Grazie1 punto
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TAGLIO: 2 euro NAZIONE: Cipro ANNO: 2010 TIRATURA: 200.000 CONSERVAZIONE: SPL LOCALITÀ: Muggiò1 punto
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Puo' darsi che la maggioranza dei russi appoggi putin ma questo non significa che le elezioni non siano taroccate. Putin tarocca le elezoni anche se la maggior parte del russi lo appoggia. bisogna poi anche vedere se la maggioranza dei russi appoggia putin perche' crede a quel che i mdeia russi raccontano e i media russi fanno propaganda per putin e non raccontano la verita'. l'opposizione in russia inoltre e' stata eliminata e i russi non hanno altri oltre putin da appoggiare.1 punto
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Anche a me piacciono molto i bollettini illustrativi cartacei Sono comunque curioso sui bozzetti dei futuri 2 euro commemorativi! Attendiamo!1 punto
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Lo immagino @Brios, lo immagino. Ma a me non va bene. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Esattamente Per la serie,porta in salvo la pelle( se puoi) che tutto il resto è noia. Lo scenarario della guerra è l' apoteosi del dramma,dove tanto è perduto,vite umane ,case, denaro per sopravvivere,provviste e pure vestiti.... Innanzitutto,preghiamo perchè ciò non avvenga,poi,come la foto rappresenta.....1 punto
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taglio: 10 cent paese: malta anno: 2021 tiratura: 3.100.000 condizioni: spl città: trieste note: NEWS!1 punto
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Non mi ritrovo molto con questi ultimi commenti, una moneta rara, che è arrivata sino a noi è come un documento storico, ha un immenso valore storico. Può darsi invece che molte monete commercializzate in larga scala da molti, invece si rivelino col tempo per quel che sono, monete comuni e quindi di minore importanza storica e poi anche il mercato se ne renda conto.. La raritá va valorizzata, è stata data troppa importanza attribuita solo alla conservazione che non ha fatto molto bene alla numismatica.. Spero con questo, che in futuro i cataloghi siano fatti ancor meglio nel vero senso della rarità e non solo ad un mero scopo lucrativo e commerciale e che insegnino meglio così cosa possa essere l'importanza di questa arte minore. Saluti Fofo1 punto
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La rarità non può prescindere dalla richiesta. Raro è ciò che è difficile a trovarsi quando lo si cerca; se nessuno lo vuole, può anche essere unico, ma non vale niente. E' come la storiella di quello che aveva un cane talmente raro che valeva un miliardo, ma nessuno glielo comprava; finché un giorno lo barattò con due gatti da mezzo miliardo l'uno ?1 punto
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