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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/10/22 in Risposte
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Buona sera Daniele. Quantificare il valore di una banconota, così come per le monete, è una questione molto specifica: voglio dire che dipende non solo dalla rarità della tipologia in genere ma molta parte la gioca la specifica conservazione della singola banconota. Per esempio, se guardi un catalogo vedrai che molte tipologie hanno diversi decreti e che ogni decreto ha valori diversi a seconda che la specifica banconota si trovi in conservazione MB, BB, SPL o FdS. Quindi non basta avere un riferimento di massima per la rarità della tipologia/decreto ma bisogna saper valutare approssimativamente la conservazione. In pratica, ogni banconota/moneta è unica e in buona parte fa storia a sé. Non solo, ma come per il mercato azionario, anche il mercato numismatico segue delle tendenze, in certi periodi al rialzo in altri al ribasso. Il catalogo, invece, per sua natura non rileva i movimenti di mercato, è come se fosse una istantanea del mercato al momento della sua redazione. Per giunta, molto spesso, i prezzi di catalogo risultano gonfiati. Come fare allora? Il mio approccio è quello di stimare una media delle aste vendute recentemente e per fare questo io guardo su internet. Notare che ho detto "aste VENDUTE", non quelle in vendita e non ancora acquistate. Questo perché un venditore può chiedere il prezzo che vuole ma non è detto che lo ottenga. Quando la domanda di un certo prezzo incontra l'offerta di quel prezzo, allora quella cifra è una buona indicazione del reale valore di mercato IN QUEL DATO MOMENTO. Naturalmente, può capitare che un venditore fortunato abbia incontrato un collezionista molto desideroso di comprare quel particolare pezzo, o viceversa che un fortunato acquirente sia incappato in un venditore sprovveduto che vendeva sotto il prezzo di mercato. Per questa ragione è opportuno considerare più compravendite chiuse e stimarne la media. Puoi andare su ebay, digitare nella finestra di ricerca la tipologia che ti interessa e ricordarti di spuntare l'opzione "oggetti venduti" a sinistra: ti si aprirà una pagina di aste chiuse con i vari prezzi di vendita effettivamente PAGATI. Osserva bene il decreto e lo stato di conservazione delle singole banconote, aggiungi le spese di spedizione e avrai una panoramica aggiornata del valore di mercato x quel decreto/tipologia. Personalmente uso i cataloghi per la preziosissima disamina storica e per avere una lista completa dei decreti e delle tipologie, ma tendo a non dare troppa importanza alle indicazioni di prezzo, che spesso sono davvero fuorvianti. Perdona la lungaggine ma questo è un argomento molto complesso che ho cercato di semplificare per come ho potuto.5 punti
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Una volta lessi un autore (purtroppo non ricordo quale) che paragonava il tradizionalismo romano alla gestione di un magazzino, dive le cose sono state ammucchiate, nei secoli, dal fondo verso l'ingresso. Quindi, quando apri, vedi le cose più moderne; se però scavi, dietro di quelle trovi cose antiche, antichissime. Da questo punto di vista, la figurs di Vesta mi ha sempre affascinato. Scavando dietro al suo culto, si intravede ancora viva una tradizione preistorica, proveniente direttamente da popolazioni che sapevano conservare il fuoco, ma non accenderlo. Sembra di guardare negli occhi un'epoca remotissima4 punti
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E a quelli che sono ancora scettici, consiglio di dare un rapida lettura ai titoli dei quotidiani - tranne la Pravda, quella no! Servus, Njk PS: per saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_dell'Europa3 punti
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Questa volta in coppia con la tua ragazza, la prima donna nel Gazzettino… anche questo dopo tanti giovani autori presenti in questo numero è’ un gran bel segnale !3 punti
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Essendo tra chi ancora credeva a questa grande ed emozionante occasione numismatica, ci sarò sabato e al pranzo assieme alla mia ragazza!2 punti
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Buongiorno, la presentazione che Vi propongo è un piccolo lavoro incentrato sulla Britannia e i suoi riflessi nella monetazione imperiale romana. Non è definitiva (alcune monete sono difficili da reperire come immagine) ma ritengo di aver raccolto un discreto catalogo tematico. Buona lettura! Britannia Romana: le emissioni numismatiche imperiali nel periodo tra Claudio e ai Severi. PROLOGO: L’esistenza della Britannia era nota alle popolazioni mediterranee fin dall’antichità classica grazie alle rotte commerciali di greci e cartaginesi finalizzate al reperimento di minerali ricchi di stagno di cui l’isola britannica era ricca. Le imbarcazioni, una volta superate le Colonne d’Ercole (Stretto di Gibilterra), costeggiavano le coste atlantiche spagnole e francesi e raggiungevano la Manica. Per i Greci le isole britanniche infatti avevano assunto il nome di Cassiteridi (Κασσίτερος / Kassiteros = isole dello stagno) e vari geografi greci ne diedero descrizioni perlopiù vaghe o riportate. Le prime citazioni nei testi latini riferite all’isola britannica risalgono al De bello Gallico di Giulio Cesare dove è riportato che durante la campagna gallica le popolazioni isolane fornivano appoggio alle tribù galliche continentali contro i Romani. E’ tuttavia verosimile ritenere che le motivazioni che spinsero Cesare ad invadere la Britannia fossero molteplici e tra queste la ricerca di fama e gloria personale e la possibilità di ottenere magari ulteriori richezze. Cesare condusse a scopo intimidatorio due spedizioni sull’isola, una con forze militari contenute (quasi una sorta di esplorazione) nel 55 a.C. e una seconda l’anno seguente con l’impiego di ben 5 legioni, 2000 cavalieri e 800 navi da guerra e da carico. In quest’ultima, dopo una prima vittoria romana i Britanni attaccarono il campo romano; il contrattacco portò i Romani ad avanzare nei territori britannici, conquistando anche un oppidum locale. Alla luce della malparata, il principe britanno Cassivellauno comandante della coalizione fu costretto a mediare la pace con Giulio Cesare, raggiunta con l’aiuto di alcuni capitribù filo-romani. Fu stipulato il pagamento di un tributo annuale e la consegna di ostaggi; oltre a ciò fu sancito che le tribù britanniche alleate di Roma non venissero attaccate dalla fazione anti-romana pena un intervento militare da parte di Roma. Stabilito ciò, Cesare rientrò in Gallia: l’isola britannica era entrata nella sfera d’influenza romana pur senza alcuna reale conquista territoriale ma mediante la creazione di una serie di clientele e di rapporti diplomatici e commerciali. Questo sistema resse per un po’ di tempo, con l’invio di ambasciatori tra le due parti e il rafforzamento degli scambi commerciali: Ottaviano pianificò più invasioni mai messe in pratica e lo stesso accadde per Caligola (40 d.C.). LE CAMPAGNE MILITARI ROMANE Parte 1 – da Claudio a Commodo 43 d.C. – La conquista romana della Britannia Nel tempo le frizioni ed i contrasti tra tribù britanniche si acuirono anche con appelli all’intervento militare di Roma da parte di principi tribali alleati; le richieste d’intervento rimasero inascoltate dagli Imperatori romani fino a che queste divennero il comodo casus belli per Claudio. Questi, desideroso di celebrare la propria gloria con una conquista militare prestigiosa (si trattava pur sempre di una terra lontana e poco conosciuta ma la cui conquista era sfuggita a vari suoi famosi predecessori) accolse l’esortazione all’intervento militare romano posta da Verica, principe britannico della tribù degli Atrebati, già alleati di Giulio Cesare, deposto ed espulso da Caratacus, capotribù dei Catuvellauni. Il grosso dell’esercito romano costituito un contingente militare composto da quattro rodate legioni (II Augusta, IX Hispania, XIV Gemina e XX Valeria Victrix) affiancate da circa 20.000 truppe ausiliarie batave sbarcò nelle coste meridionali dell’isola al comando di Aulus Platius (Alio Plauzio) e di altri comandanti tra i quali Titus Flavius Vespasianus, il futuro imperatore. Le truppe romane sconfissero i Britanni guidati da Caratacus e dal fratello Togodumnus (Togodumno) nei pressi dei fiumi Medway e Tamigi, conquistarono la capitale cateuvellauna Camulodunum (Colchester) ed imposero il dominio romano nel sud dell’isola britannica. Per avanzamenti successivi nei successivi quattro anni di conflitto Roma potè vantare la conquista di tutta la Britannia meridionale esclusi i territori dell’attuale Galles che vennero acquisiti successivamente con varie campagne militari (nel periodo 60 - 78 d.C.).2 punti
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Sarà mica la prima banconota fimata da Lagarde in persona? Puoi per favore controllarne le dimensioni? Appunto! ? ===== Credo inoltre che sia una comune banconota, null'altro. Servus Njk2 punti
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Ciao a tutti, "La storia non si può cancellare" e ciò ci viene ricordato ogni qual volta sotto l’effige o lo Stemma fa capolino la moneta del precedente Sovrano. Un saluto Raffaele.1 punto
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Noi apparteniamo ormai al tempo del fuoco spento, ma nella mente arde ancora come simbolo massimo di continuità, che nessun potrà mai toglierci. Queste parole, che chiudono la premessa del libro di Andrea Carandini “Il fuoco sacro di Roma”, esprimono una grande e triste verità: da quando esiste l'uomo siamo i primi ad aver perso contatto e familiarità con questo elemento. Al tempo stesso ci è fortunatamente possibile ricordare, raccontare e soprattutto focalizzare l'attenzione sull'importanza che quel “fuoco antico e profumato che brucia legna” ebbe in ogni società e cultura. In ambito romano il fuoco è di Vesta ed è Vesta, una figura divina nota ma a tratti enigmatica, sulla quale è possibile veder riflessi gli importanti cambiamenti che segnarono la storia della Repubblica. Ma è bene, seppur sinteticamente, partire da lontano... Fin dall'età regia sfera politica e religiosa furono profondamente connesse, tanto da consentirci di definire la religio arcaica con due soli e precisi termini: sociale e cultuale. Tutto confluiva in due figure cardine, quella del rex e quella del pontifex maximus. L'operato di tali sommi rappresentanti risultava fondamentale in termini di coesione sociale e conseguentemente i garanti di tale equilibrio detenevano una forma di prestigio senza pari, tanto da poter esercitare potere punitivo nei confronti dei loro sottoposti, gerarchicamente ordinati in una struttura che, col tempo, divenne sempre più articolata sia in termini numerici che funzionali. Con l'avvento della Repubblica e la conseguente istituzione della figura del rex sacrorum tale complesso subì delle profonde mutazioni, che portarono all'ascesa in termini di potere e prestigio della figura del pontefice massimo, che assunse tutte le funzioni religiose in precedenza di competenza del rex e del rex sacrorum. Il pontifex maximus fu fin dal principio il “sapiente” per eccellenza, esperto dello ius, custode della tradizione religiosa che, giunto materialmente a capo del collegio dei pontefici (composto dal rex sacrorum e dai tre flamini maggori), potè sfruttare tale poter al fine di plasmare le materie di propria somma competenza adattandole a quei cambiamenti politici e culturali propri di una società in continua evoluzione. Dai tempi di Numa l'accesso a tale alto sacerdozio era poi consentito solo ai patrizi ed è facile intuire quanto questa carica fosse utile al fine di garantire il mantenimento della condizione di supremazia della classe d'elite. Le cose iniziarono però a cambiare nel 300 a.C. con la promulgazione della Lex Ogulnia: il collegio dei pontefici fu incrementato di quattro unità, di provenienza plebea, che passò da cinque a nove membri. Nonostante l'apertura verso i plebei e dunque con l'implicita possibilità anche per un plebeo di poter ricoprire la carica di pontefice massimo, bisognerà attendere quasi mezzo secolo prima di vedere Tiberio Corucano ricoprire tale sommo sacerdozio (254 a.C.). Lo scontro era però ormai in atto, vivo e pericoloso, il vitale controllo sulla religio da sempre ad esclusivo appannaggio del patriziato, ormai vacillava. E' qui che inizia a prende forma quello che potremmo definire il “conflitto di Vesta”. Non ci sono dubbi sul fatto che tale divinità, a livello funzionale, possa considerarsi pre-civica e che la sua essenza ed essenzialità possa trarre origine dalle antiche tribù laziali le quali, pur avendo imparato ad usare il fuoco, riscontravano non poche difficoltà nell'accenderlo, se non attingendo ad un focolare comune che, necessariamente, doveva perennemente ardere. Un numen che ha quindi in origine una connotazione tribale ma che si evolverà insieme ai primi tipi di organizzazione sociale, pur mantenedosi incorrotta dalle contaminazioni straniere come poche altre figure divine. E' già in epoca monarchica che la Roma sviluppatasi intorno al Palatino si appropria di Vesta, essenza pubblica di quel fuoco comune intorno al quale si sviluppò quell'insediamento civicamente sempre più organizzato. Nel tempo immediatamente successivo alla fondazione, col già citato Numa Pompilio, fu quindi creato il sacerdozio delle Vestali, incaricate di mantenere vivo quel sacro fuoco che fu definitivamente spento solo con Teodosio, tradizionalmente 1.150 anni dopo. Si potrebbero scrivere pagine e pagine in merito a questa dea ed alle sue sacerdotesse, ma il percorso punta a capire come possa la fonte numismatica dirci qualcosa in merito a questa figura ed alla storia della Repubblica di Roma... qualcosa di importante. Vesta non appare certo con frequenza sulle emissioni repubblicane ma questo non deve sorprendere. E' lo stesso Ovidio (Fasti, VI, 295-299) a dirci “effigiem nullam Vesta nec ignis habet” (né Vesta, né il fuoco, possono essere effigiati), ed è solo dal I secolo a.C. che l'aniconica dea iniziò ad essere rappresentata, proprio su alcune emissioni monetali. Stiamo parlando del denario di P. Sulpicius Galba del 69 a.C., cui seguirono le due emissioni della Cassia, rispettivamente del 63 e del 55 a.C. Già si è scritto molto sul forum soprattutto in merito ai denari con la "scena di votazione", ma non mi pare che si sia andati oltre alla "semplice" narrazione degli eventi del 113 a.C. che videro per protagonista Lucio Cassio Longino Ravilla. In queste tre tipologie monetali, che concettualmente possono essere ridotte a due, c'è molto di più, su questi denari si combatte il “conflitto di Vesta” che, pur interessando questa specifica figura divina, come si vedrà avrà ripercussioni molto più ampie e profonde. Prima di proseguire, qualsiasi commento, spunto o ampliamento delle tematiche fin qui toccate (che sono davvero numerose e dunque solamente accennate) è ovviamente gradito.1 punto
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Purtroppo non riuscirò a liberarmi (semmai lo saprò solo all'ultimo), peccato perché è una esperienza davvero emozionante: vedere il trolley di Mario, ritrovarsi intorno ad un tavolo a dissertare di monete e non solo...spero solo che avanzi un gazzettino e che presto in un'altra occasione possa ritrovarvi!1 punto
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Giusto Mirco, il pranzo è’ una occasione, una opportunità, peccato se uno c’è mancarla, poi dobbiamo festeggiare il Gazzettino 9 e non è’ poco esserci arrivati …1 punto
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Ciao presente anche al pranzo come al solito in due Silvio1 punto
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https://en.numista.com/catalogue/pieces3311.html Provo con un Cent dell'Indocina francese1 punto
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Direi che le effigi di Vesta sulle monete postate descrivano perfettamente quanto detto sopra da L. Licinio Lucullo, ovvero l'austerità, la severità e la semplicità. Sono splendide. Interessante il verbo che ha utilizzato ad inizio discussione Rapax, ovvero "focalizzare". Ecco che ritorna il fuoco. Un saluto a tutti da Stilicho1 punto
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"Un'effige femminile velata e severa nell'aspetto, quale si conveniva alla più nobile, casta e pura divinità della religione romana, con l'orecchio nascosto e senza gioielli". Così Alteri, Tipologia delle monete della Repubblica di Roma, descrive il ritratto.1 punto
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Il nuovo MIR attribuisce queste monete a Clemente XII. È una novità assoluta che,spero, venga recepita nel catalogo lamonetiano e nei nuovi cataloghi d'asta.1 punto
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Caro @numa numa, come sai personalmente non riesco ad apprezzare pienamente le monete se non entrando a fondo nel loro intimo funzionamento nelle diverse epoche e zone, è uno degli argomenti di maggiore complessità storica proprio perchè profondamente interrelato con tutti gli altri ambiti della civiltà umana, e in quanto tale suscettibile di sempre nuove scoperte, interpretazioni e comprensioni, davvero studiare la storia della moneta conduce ad ampliamenti della coscienza storica illuminanti quanto insospettabili per i profani di questo tema... per questo motivo, oltre alla intrinseca "libridine" bibliofila che mi connota, non posso fare a meno di procurarmi libri che trattino la moneta in particolar modo dal punto di vista della storia economica e monetaria , molte di queste opere sono purtroppo sconosciute o trascurate dai collezionisti ed è un gran peccato, quanto piacere neuronale in più potrebbe dare la conoscenza sempre più approfondita della vita reale e autentica dei nostri amati tondelli...1 punto
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Si puo' affermare , con una buona probabilita' di verita' , che la scoperta prima e poi l' addomesticazione del fuoco avvenuta circa 120.000 anni fa , seguita molto tempo dopo dall' invenzione della ruota intorno al 3500 a.C. , hanno segnato entrambe una svolta decisiva verso l' inizio della civilta' umana .1 punto
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Direi antoniniano di Aureliano con IOVI CONS AVG. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Due dinari Yugoslavia anni '20, ieri mi è sfuggita, penso che sia lei.1 punto
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Ciao MasBlanco,la risposta è semplicissima:L'anno 2015 indica l'anno in cui è stato messo in circolazione il disegno di quella specifica banconota,non la data in cui la ha firmata il Governatore della BCE1 punto
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Non ‘accademici’ Adelchi che qui non c’entrano affatto bensi ‘funzionari’ ( del Ministero e Soprtendenza) che sono quelli che hanno portato avanti il volume e presentato l’evento un’occasione mancata che avrebbe potuto essere di esempio di collaborazione fattiva tra Pubblico e Privato. Nelja prima metà del Novecento lo Stati rimborsava eccome - applicando equamente la legge - e non trincerandosi dietro interpretazioni contestabili delle norme all’epoca il rapporto tra privato e pubblici funzionava a livelli di studi e di consulenza anche per acquisti all’asta ed era molto limpido e sereno non di contrapposizione continua come oggi1 punto
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Anche per me puoi spenderle,sia le 100 che le 50,se le 50 avessero avuto o uno 0,o u 5,o un 8,associati al posto de 76 iniziale,allora sarebbero potute essere interessanti,ciao e continua a cercare1 punto
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Buongiorno a tutti, @giuseppe ballauri la tua 1845 pare abbia lo stesso conio di quella postata da @borbonik, hanno tutte e due qualcosa sotto al 5 della data. Un saluto Raffaele.1 punto
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DISTINTA DI VERSAMENTO DI BANCA Buona giornata da Stilicho1 punto
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Verguenza, direbbero se non sbaglio in Spagna! Non ho parole. Invece di compensare come merita il privato che collabora, spende del suo e non ruba, lo si liquida con fastidio con un pugno di semi di zucca e si nasconde persino il ruolo fondamentale che il privato ha svolto in favore della collettività in questo caso. Niente, si possono fare tavole rotonde, quadre o romboidali, ma per lo stato i privati, che siano imprese che danno una mano fattiva, oppure semplici appassionati collezionisti di monete, rimangono un fastidio, possibilmente da cancellare. Dico io: ma se in questo caso avessero rubato le monete e le avessero immesse clandestinamente sul mercato, alla collettività cosa sarebbe rimasto? Invece di premiare, cosa prevista dalla legge peraltro, l'esempio onesto e virtuoso, si finisce per incentivare il malaffare? Che stato siamo e soprattutto che gente sono i funzionari, i dirigenti deputati a decidere? Come infinitesima parte di quello stato mi vergogno.1 punto
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Dopo la perfettta disamina di Orodicarta mi permetto di farti un esempio. Ecco il prezzo che ora si è disposti a pagare per un perfetto 50 centesimi del 2007, idolatrato come “rarissimo” anche sul sito che hai trovato. Occhi aperti. Sempre ?1 punto
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Concordo, Severo Alessandro, forse per Tessalonica per la legenda AVTOK CEV ΑΛƐΞΑΝΔΡΟϹ. Una proposta prudente, perché del rovescio si vede pochissimo: https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/coins/6/2021 punto
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ciao @Zanzaretta007 Ma perché Gallica? Questa moneta è molto rovinata, con rilievi assenti o parassiti (il ritratto è distorto e il metallo sembra persino sciolto o appiattito alla base del collo) Con la moneta in mano, hai un’interpretazione possibile per quanto riguarda il rovescio? Intanto se vuoi rispondere a chi ha provato di aiutarti? È sempre gradito. https://www.lamoneta.it/topic/206670-moneta-greca-1/ https://www.lamoneta.it/topic/206674-moneta-romana-provinciale-3-antonio-pio/ https://www.lamoneta.it/topic/206673-moneta-romana-provinciale-2/1 punto
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Qui invece posto il reale di Carlo II primo tipo senza data, da cui si presume che sia stato coniato a partire dal 1666 quando circolarono ancora i pezzi da 2 reali e mezzo, 5 e 10 reali maltagliati. Infatti dallo stile si riconosce un volto più di un bambino che in età avanzata. Entrambe sono state mie, ora possiedo solo il tipo più largo con patina scura, l'altro tosato non ce l'ho più.1 punto
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Proseguo con l'altro esemplare del 1671 secondo tipo successivo a quello di stile più arcaico.1 punto
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Ciao a tutti! Posto qui uno dei due tipi di reale del 1671, diciamo il tipo più arcaico!1 punto
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Ma come cacchio è che tutti trovano banconote, lingotti d'oro, pepite, diamanti in cassetti/cantine/soffitte mentre io trovo solo polvere, scarafaggi, scolopendre e topi morti ?? Mannaggia come è brutta l'invidia!! ? Bel ritrovamento! ?1 punto
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Il tutto rientra nella normalità, come le banconote da 5 euro Draghi e/o Lagarde 2013 e le banconote da 10 euro Draghi e/o Lagarde 2014. esempio: Personalmente queste banconote le spendo solamente1 punto
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Ecco ... potrebbe essercene già una nei polverosi ripostigli dello Stato. Forse che si, forse che no ... Prima di spendere tanti tanti soldi per una moneta ( di grande interesse storico? Certo che si. Necessaria da possedere con tale impegno finanziario da parte dello Stato? Forse che no. "Genuina"? Forse che si, forse che no. ), lo Stato dovrebbe sapere ciò che a già, catalogarlo, descriverlo, valorizzarlo. Ci sono quintali di monete in possesso dello Stato che sono sconosciute, che chi ne ha l'autorità e la possibilità di farle conoscere non lo fa, per disinteresse, incapacità, improduttività. Alcune Sovrintendenze lavorano certamente bene, e pubblicano il patrimonio numismatico, in articoli e in archivi online, altre non fanno niente. Alcuni musei espongono, altri ammucchiano le monete in ripostigli. Sarebbe bene prima sapere ciò che si ha, catalogare, pubblicare, ... e dopo al limite cercare qualcosa di nuovo e magari così importante da essere indispensabile.1 punto
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Speriamo solo di non rivederlo tra qualche anno con un Giano con la barba di Didio Giuliano ed i capelli di Jimi Hendrix1 punto
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Bronzo pseudo-autonomo al tempo di Gaio (Caligola) che raffigura Dioniso col tirso sul diritto e Poseidone col tridente sul rovescio (CNG, Electronic Auction 369). CILICIA, Aegeae. Pseudo-autonomous. temp. Gaius (Caligula), AD 37-41. Æ (30mm, 18.72 g, 12h). Dated CY 86 (AD 39/40). Head of Dionysus right, wearing ivy wreath and head band, with thyrsus over far shoulder / Bust of Poseidon right, wearing taenia; to right, ςΠ (date) above trident. RPC I 4034.3 = SNG Levante 1690 = SNG von Aulock 8665. VF, earthen green patina. Rare. Estimate: 300 USD apollonia1 punto
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salve nel link segnalato da Litra68 ho notato questa magnifica moneta reimpressa, dall'effetto psichedelico. la curiosità mia è se la piastra della Repubblica Napoletana sia stata ridotta di diametro prima di essere ribattuta, dato che i 120 grana di Ferdinando II sono più piccole?1 punto
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Rispetto a tutte le vostre, le mie sono bruttine, e per qualcuno di voi non collezionabili... mi do tempo!1 punto
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