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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/09/22 in Risposte
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Ciao @LOBU complimenti per le sorelline veramente carine! Questo tipo di conio è caratterizzato dalla mancanza di punteggiatura sia al D/ che al R/ ( a mio parere il puntino dopo VTR è un esubero di conio ) e soprattutto dalla frattura di conio che partendo dalla base di FERDINANDVS arriva fino alla data. Le gemelle hanno un'altra sorella che posto. Così, senza interpellare "Chi l'ha visto?" ricomponiamo la famiglia... Buona Serata4 punti
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Buongiorno a tutti, vi propongo un'interessante videointervista con Luigi Lanfossi, vicepresidente del Museo della Stampa e Stampa d'Arte di Lodi, che ripercorre la storia, le tecniche di stampa ed i materiali impiegati per la realizzazione della cartamoneta nonché le falsificazioni e i dispositivi messi in atto per garantirne la sicurezza e l'autenticità: Di seguito riporto dei video su tecniche e metodi di stampa dimostrative della mostra. Esempio di stampa con torchio di Giovanni Daprà: Stampa con torchio tipografico Koening&Bauer: Stampa litografica con torchio a stella: Ed infine questo bellissimo documentario sull'arte del tipografo di Luca Olivieri: Tutti i video sono prodotti dall'Associazione Italiana dei Musei della Carta e della Stampa, organizzazione privata non profit il cui obiettivo è quello di promuovere e dare visibilità ai musei e alle collezioni riguardanti il patrimonio storico e artistico e culturale delle arti grafiche e della produzione della carta. Grazie e buona visione numys4 punti
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Navigando in rete mi sono imbattuto per caso in questo breve articolo pubblicato nel 1988 a firma di Peter Bicknell che non conoscevo: https://numismatics.org.au/wp-content/uploads/2021/06/Vol-4-Article-5.pdf Ignoro se sia mai stato mai citato da studiosi e/o numismatici ma a prescindere da ciò l’ho trovato particolarmente interessante sia per l’argomento trattato sia per alcune singolari analogie con materiali apparsi qualche anno fa in cataloghi di vendita all’asta. Il contributo descrive e commenta un disco di piombo (mm. 32-30; gr. 42,44) custodito presso il Museo di Udine (ex coll. de Brandis) caratterizzato dai seguenti tipi: D/ Tripode a zampe leonine su linea di base sormontato da due anse sul bacino e con due anelli tra i sostegni. A s. , ad. (?). R/ Toro retrospiciente volto a d. entro rettangolo incuso. Bordo radiato. Come correttamente osservato da Bicknell le immagini corrispondono ai tipi della nota serie Crotone-Pandosia (post 510 a.C.) di cui si è recentemente trattato benché con alcuni elementi di diversificazione. Sull’es. in piombo l’etnico (nella seconda parte di non certa lettura) compare al D/ in forma estesa () a differenza delle monete a legenda Cro-Pando, dove è posto sempre al rovescio nella forma abbreviata , bipartita tra il campo in alto () e l’esergo (). Peculiare anche la resa del tripode, in particolare per la presenza di due anse, peraltro asimmetriche, al posto delle tre canoniche e dei due anelli tra i sostegni che a Crotone trovano riscontro solo nella fase avanzata delle emissioni a doppio rilievo. A livello interpretativo il peso eccessivo del disco induce Bicknell ad escludere l’ipotesi di una moneta suberata - il cui rivestimento sarebbe andato perso - e forti dubbi vengono sollevati anche sulla eventualità che il reperto sia riferibile all’attività di un falsario, per le troppo marcate anomalie nell’esecuzione dei tipi rispetto a quelli “ufficiali”. Lo studioso propende pertanto per una sorta di “prova tecnica” per una coniazione ufficiale, pur rilevando che allo stato attuale non risultano documentate monete battute da conii che ripetono con puntualità i tipi del disco in piombo. L’ipotesi tuttavia non mi convince: l’iconografia del tripode con due anelli tra i sostegni e la presenza di probabili lettere in alfabeto ionico (sigma e omega) difficilmente possono collocarsi alla fine del VI secolo Mi è parso interessante focalizzare l’attenzione su questo particolare oggetto non solo perché un piombo monetiforme con l’immagine di Hera Lacinia riferibile a Crotone o a Pandosia è apparso recentemente sul mercato antiquario (https://www.lamoneta.it/topic/202928-non-solo-argento-un-piombo-monetiforme-con-hera-lacinia/#comment-2240392) ma anche (e soprattutto) perché il tipo del D/ del disco trova una singolare somiglianza con il disegno di uno statere pandosino (non documentato) riprodotto da Goltzius sul quale pure si è recentemente discusso (https://www.lamoneta.it/topic/207880-pandosia/page/2/). Come il disco in piombo, nemmeno il disegno di Goltzius appare riferibile ad una coniazione ufficiale in quanto non esistono allo stato attuale monete di Pandosia con tripode/Hera Lacinia. È pertanto presumibile che lo studioso abbia arbitrariamente combinato tipi pertinenti (ma neanche troppo considerata la legenda) a serie differenti. Ma da dove aveva tratto ispirazione? Goltzius aveva viaggiato parecchio ed esaminato per sua stessa ammissione più di mille collezioni. Potrebbe (il condizionale è d'obbligo) in una delle sue peregrinazioni aver visionato anche il pezzo ex de Brandis, riproducendolo con eccezionale fedeltà ed abbinandolo ad un tipo più squisitamente pandosino (Hera) con lo scopo di attrarre (?) il lettore del XVI secolo con una moneta artificiosamente rara? E quel tipo del tripode con sostegni così rastremati, in verità non comune a Crotone, potrebbe ripetere l’analoga immagine - suggestivamente ibridata con elementi (anelli, legenda allungata) tratti da altre emissioni - riprodotta su due stateri d’argento altrettanto rari ma di una serie “ufficiale” a legenda Crotone-Pandosia? https://www.lamoneta.it/topic/208676-pandosia-e-la-sua-moneta-tra-vi-e-iv-secolo-ac/page/2/ Schlessinger, 13-14/2/1935, 195 (ex Ermitage) Paris, BN, Y 4864. Rotschild 2429 @numa numa @Archestrato @VALTERI @skubydu e altri pareri saranno graditi 😉3 punti
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Nei miti degli Elleni, Talos è un gigante di bronzo, dono di Efesto a Minosse, per difendere l' isola di Creta dagli stranieri, uccidendoli con un abbraccio dopo essersi arroventato nel fuoco . Ruvo di Puglia è un comune della provincia di Bari : antica terra dei Peceuti, Rubi, poi ellenizzata, è città importante nella Magna Grecia e nell' epoca ellenistica, e poi ancora nel periodo romano . Il sottosuolo ruvestino, ricchissimo di reperti di questi antichi periodi, è oggetto dall' inizio del 1800 di estesi scavi per la loro ricerca, spesso destinata al mercato antiquario . Tra il 1820 ed il 1842, l' importante famiglia Jatta raduna una notevole raccolta di questi antichi oggetti per la conservazione della quale costruisce in Ruvo un palazzo destinato ad accoglierla . Queste importanti collezioni, tuttora conservate nel palazzo e nell' allestimento originale, sono distribuite su 4 sale, nell' ultima delle quali è esposto l' oggetto ritenuto più eclatante, un grande cratere attribuito al V sec. a.C. che raffigura il gigante Talos morente . Fino al 1915 la casa-museo degli Jatta era articolata su 5 sale, con questa ultima che ospitava le collezioni di monete, in quell' anno scomparse a seguito di un furto .2 punti
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Ancora una volta, grazie alle normative vigenti che regolano e tutelano i tesori del passato, queste monete d'oro e la loro storia potranno continuare ad essere custodite e tramandate ai posteri grazie alla passione dei collezionisti. In passato anche io avevo cercato qualche tesoro nel mio giardino e sotto casa ma l'unico risultato che ho ottenuto è stata una piscina all'esterno ed una cantina per il vino rimettendoci una barca di soldi fra burocrazia, licenze etc 😱....il problema è che non so nuotare e sono astemio🤣...ora mi accontento di cercare i miei tesori nelle ciotole dei mercatini😉 Buona serata numys2 punti
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Forse anche troppo numismatica per la sezione, ma il flusso di ricerca ormai era partito. 😊2 punti
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Un raro esemplare di statere di Laos a doppio rilievo, sul mercato da quasi 1 secolo, sarà il 1 Novembre in vendita Busso Peus 433 al n. 1040 .2 punti
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Grazie @VALTERI per questo topic che mi ricorda della prima lettura di “Numismatici e Numismatiche” di Giuseppe Ruotolo, uno degli speciali di Cronaca Numismatica (n.9). Da allora ho guardato la numismatica con occhi nuovi. In quella pubblicazione scoprii di Ruvo, delle sue monete e del grande amore di Giovanni Jatta (1767-1844) per la sua terra. Sempre Giuseppe Ruotolo scrisse un “Corpus Nummorum Rubastinorum” proprio sulle emissioni di Ruvo. https://arca.unive.it/bitstream/10278/29089/1/Ruotolo.pdf Di queste scrisse anche Giuseppe Libero Mangieri: https://www.academia.edu/6973312/LIBERO_MANGIERI_G._2003_Circolazione_monetaria_nell_antica_Ruvo_in_Ruvo_di_Puglia_storia_di_un_tesoretto_Mostra_Numismatica_Ruvo_2003_pp._14-24 Aggiungo quattro monete di Ruvo provenienti dalla collezione della Biblioteca Nazionale di Francia. Due dioboli in argento con tipologie mutuate da Metaponto e Taranto. 1) Fondo Generale n. 649: 2) Dalla fu collezione del duca Honoré Théodoric Paul Joseph d’Albert de Luynes (1802-1867): E due bronzi. 3) Dalla fu collezione di Seymour Montefiore Robert Rosso de Ricci (1881-1942): 4) Dalla stessa collezione della moneta 2:2 punti
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Ciao, bellissimo ritrovamento, per fortuna avvenuto in Gran Bretagna. Come detto in un precedente intervento verranno messe all'asta per la gioia di chi le ha trovate ed ovviamente dei collezionisti che potranno acquistarle. Questo grazie alle normative vigenti che permettono tutto ciò. Non oso pensare, con le normative che ci sono in Italia, alla fine che avrebbero potuto fare... (se finite in mani di persone senza scrupoli). Chi le avrebbe trovate le avrebbe dovuto consegnare, giustificare come le aveva trovate e perché, non senza rischi per lui. Se persone di coscienza... O nella peggiore delle ipotesi, viste che erano in oro ed in numero importante, fonderle e magari vendere l'oro (chissà quante volte sarà capitato😔) .... con danno inestimabile per la storia e per la Numismatica..🙂 ANTONIO2 punti
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Ma se guardo il biscotto della colazione e vedo un Bisante... è grave secondo voi? 😄 Torno per augurare ai vecchi amici una buona domenica (e buona caccia ai bisanti)2 punti
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Ma ci mancherebbe nessun problema 😉!! Per altro, bellissimo il rame , crea dipendenza … io li ‘ sono carente. Però se avete pazienza ho qualche altra chicca in Ag .. se vi piacciono i mascheroni e i leoni …2 punti
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2 Decuple da 30 Ducati (immagini prese dal web) entrambe con data 1835 - una presenta il taglio del collo "normale" ed una presenta il tipo "punta sottile".2 punti
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Dopo la gaffe con @enriMO,con cui mi scuso,per aver confuso il suo bel carlino per un tarì, proseguo con l'ultima acquisizione per quanto riguarda il rame: Grano 1677 OC/A,simbolo Q...2 punti
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Non so chi abbia compilato la scheda di Wikipedia, ma l'usura del conio è un fatto naturale e non è dovuta ad un errore. Per ovviare a questo, non bastava fare attenzione, ma bisognava intervenire fisicamente sul conio. Il tutto costava tempo e denaro. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Buona Domenica, Condivido tutte le tue riflessioni e dubbi @dracma . Sicuramente c’è un filo conduttore che collega l’oggetto monetiforme in piombo della collezione di Augusto de Brandis (1870-1928), l’esemplare raffigurato da Hubert Goltz, la moneta dell’Ermitage e quella della collezione Rothschild, tuttavia credo che per dipanare la matassa oltre che un esame diretto degli oggetti per verificarne la possibile datazione e l’autenticità, sarebbe di non poco aiuto poterne indagare e ricostruirne la provenienza. Ma, ahimè, anche in questo secondo caso la strada è poco percorribile e porta ad un nebbioso ginepraio. A quanto pare poco o nulla resta dei carteggi ed altri documenti inerenti la formazione della collezione di Augusto de Brandis, ma sappiamo che un’area che in merito ricopriva grande rilievo era la regione Puglia, in particolare Taranto. http://www.quaderni.archeofriuli.net/wp-content/uploads/04_cap1_monete_apulia.pdf Su questa collezione, molto piacevole il video al link seguente con la partecipazione dell’archeologa Marina Rubinich, ricercatrice presso l’università di Udine ed autrice tra l’altro di “Il sogno della Magna Grecia nella collezione de Brandis”. https://www.udimus.it/video/show/12253/ Per Goltz/Goltzius non saprei approfondire la questione, ma ha già detto molto Numa. Per quanto riguarda le monete che provengono dalla collezione dell’Ermitage il problema è il medesimo, senza conoscere eventuale documentazione custodita nel museo di San Pietroburgo l'esemplare di Pandosia dell’asta Schlessinger del 1935 potrebbe essere stato parte della collezione privata degli zar (a partire dalla seconda metà del ‘700), un acquisto avvenuto nel periodo zarista successivamente alla metà dell’800 quando il museo divenne un’istituzione pubblica o addirittura essere frutto delle requisizioni perpetrate ai danni di istituti privati e singoli collezionisti dall’URSS a seguito della rivoluzione del 1917. Per la moneta della collezione Rothschild non mi pare che il sito della Biblioteca Nazionale di Francia indichi una data per l’acquisizione, ma membri della famiglia Rothschild hanno partecipato al mondo del commercio e del collezionismo numismatico almeno dal 1757. Un elemento della raffigurazione dell’esemplare de Brandis che mi preme approfondire è la descrizione degli anelli che sormontano ognuna delle tre gambe del tripode. Ritengo se ne vedano due perché il terzo (quello di destra) manca a causa di difetti di produzione o scarsa conservazione, mentre quello centrale mi pare normale (col beneficio del dubbio data la qualità dell’immagine) e sorretto da un segmento verticale paragonabile a quello visibile (?) nelle tavole di Goltz. Ho frainteso o mi servono gli occhiali? Che ne pensate?2 punti
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Caro @UBIEGO, fa piacere vedere tanto entusiasmo, ma è inutile ripescare e rispondere a discussioni di parecchi anni fa se non si ha niente di significativo da aggiungere ...2 punti
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Magari fu un animale? Ma pare quantomeno strano che un animale di piccola taglia (di certo segni così non sono compatibili con grandi carnivori zannuti) sia impazzito e abbia morso con insistenza la moneta fino a lasciarci tracce dei suoi preziosi denti. Inoltre doveva essere così forte da scalfire piuttosto in profondità il metallo. L'unico in grado di fare una cosa simile che mi viene in mente è un cucciolo neonato di questo: S E' più probabile che qualcuno abbia cercato di sfregiarla con qualche attrezzo che ha lasciato tracce del materiale di cui era fatto.2 punti
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DE GREGE EPICURI Bellissima giornata, aiutata dal bel tempo, da un' ottima e simpatica accoglienza, da una bella sede che ci è stata illustrata nella sua storia, architettura, ecc. Conclusa da un pranzo memorabile. Quanto ai contenuti culturali e al dibattito sul collezionismo: c'è chi vede il bicchiere mezzo vuoto, chi mezzo pieno...il bello è incontrarsi e confrontarsi. Così i pessimisti riacquistano un po' di serenità, e gli ottimisti magari aggiungono qualche elemento critico, che non fa mai male. Alla prossima!2 punti
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Grazie Dracma per avermi citato in connessione a Pandosia e al 'Goltzius', ambedue mie grandi passioni. Senza avere pretese e addentarmi nel tema specifico posso solo dire che il 'padre' della letteratura numismatica (ben piu' di Eckel che venne due secoli dopo) ci ha lasciato preziosissime testimonianze coeve delle numerose collezioni di monete da lui visitate in tutta europa. Al contempo Gotzius è stato (a mio avviso spesso ingiustamente) vituperato dagli autori successivi perche molti suoi disegni/incisioni rappresentavano, agli occhi degli autori successivi , delle pure invenzioni o ibridi che non trovavano riscontro nella documentazione monetale che ci è pervenuta. Tuttavia in diverse istanze le monete dei suoi testi, disconosciute dagli studiosi posteri, si sono poi rivelate vere quando ne vennero scoperti degli esemplari. Un esempio ne è la famosa emissione di Lopadousa. di cui Goltzius riporta un incisione già alla fine del 1500: testa di Zeus/Tonno con etnico) che addirittura già il Torrmuzza alla fine del 1700 bollava come pura fantasia. Goltzius o chi per lui ne aveva invece visto un esemplare in una delle tante collezioni visitate e lo aveva inciso assieme alle altre monete viste. Torremuzza in un aggiornamento successivo alla sua opera annuncia di averne visto un altro esemplare e fa ammenda del suo giudizio affrettato riconoscendo a Goltzius la veridicità di quanto aveva scritto. Qualche secolo piu' tardi un ritrovamento ha portato in luce tre esemplari di questa rarissima emissione che sono stati descritti e illustrati dal Calciati. Potrebbe quindi essere verosimile l'esistenza di uno statere pandosino con Hera Licinia e il tripode - non ancora ritrovato (le monete di Pandosia sono tutte super rare) ma che magari un domani potrebbe comparire in un ritrovamento o sul mercato antiquario...2 punti
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Buongiorno, sperando di fare cosa gradita e soprattutto autorizzata dal forum vorrei presentare qui a beneficio di @ART e di tutti gli appassionati e appassionate uno dei miei ultimi acquisti per la mia collezione cartografica. Non conoscevo l'atlante in questione, d'altronde non sono un esperto. Uno degli espositori del mio mercatino di vicinato, grande svuotatore di cantine, mi ha proposto l'affare e io ho accettato. Trattasi di una delle tante opere cartografiche della tradizione germanica (la quale tra le scuole cartografiche europee ha un ruolo di primaria importanza). Il titolo recita all'incirca così: Atlante tascabile (!) di tutta la Terra, rivisto da F. HANDTKE, supervisore della redazione reale della carta Reymann. 7a edizione con 100 fogli.1 punto
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Non mancherò. ps. Dovrei anche aver risolto il problema con l’audio del computer 👍🏻1 punto
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Grazie @Archestrato per la molto interessante integrazione "numismatica" al post . a Te una buona serata1 punto
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Presente ieri mattina dall'apertura a poco dopo mezzogiorno;affluenza buona mi è parsa senza enormi resse comunque. Per il resto la solita problematica della luce, c'è l'espositore che è fortunato e quello no .... e non è giusto. Del resto per me si segue il trend degli ultimi anni...espositori in calo sia di numero che di qualità. Materiale esposto che gira da uno all'altro aumentando di prezzo e poche belle novità che visto il momento vanno direttamente all'asta. Resta la parte conviviale del pranzo e delle chiacchiere tra amici. Questo è il presente e devo farmelo andar bene. Marco1 punto
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Esaminando delle vecchie discussioni sul questo forum ne ho trovata una dove si parlava dei Numerosi simboli che compaiono sulle monete di L. Julius Bursio , citando Un lavoro molto interessante ovvero quello di P.H. De Ruyter, "The denarii of the Roman Republican Moneyer Lucius Julius Bursio, a Die analysis" pubblicato su Numismatic Chronicle (1996). Nel post era allegata una tabella con dei simboli, probabilmente estrapolata dal succitato lavoro e che riporto in allegato, nella quale ho evidenziato un simbolo molto simile a quello trattato in questa discussione. cosa ne pensate ?1 punto
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Altro esemplare oltre a quelli riportati da Giov60 era comparso in Negrini 38 del novembre 2013 realizzo 1100 euro. Sempre con il 5 corretto. E' una moneta che si vede pochissimo in asta nonostante il MIR le attribuisca "solo" un R3. Il Pucci la riporta come r4, dei due tipi, con il 5 corretto o con il 6 è presente l'immagine del tipo senza correzione, quindi con il 6 diciamo "originale", ed è forse l'unico che ho visto in questi anni visto che compare sempre il tipo con il 5 modificato. Sul Pucci ci sono anche le quantità di monete prodotte in zecca, la grande rarità di questa monta non sembra giustificata dai volumi prodotti. Nel 1806 uscirono comunque dalla zecca più di 5000 dene. In realtà non sappiamo perché è così rara. Un saluto1 punto
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Buondi. Riapro la discussione per aggiungere la medaglietta trovata oggi. Anche se molto rovinata è la tassa sui cani di Trieste del 1895; in tale periodo Trieste faceva ancora parte dell'impero Austro-Ungarico.1 punto
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L'Ucraina emetterà nuovi francobolli per commemorare l'esplosione del ponte in Crimea. Lo ha annunciato su twitter l'amministratore delegato delle Poste ucraine Igor Smelyansky: Sarà possibile acquistarlo in preordine al seguente indirizzo: https://postmark.ukrposhta.ua/index.php?route=product/product&product_id=8971 punto
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Ok è chiaro, siamo comunque d'accordo che non è un fiorino coniato a Firenze. Grazie per la segnalazione del suo scritto, cercherò di acquistarlo. Saluti Marfir1 punto
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Negli ultimi 4 anni è apparso un solo esemplare, sostanzialmente MB+, proposto ripetutamente da Nomisma (esitato infine a € 1500 +diritti) e quindi da Bolaffi (maggio e poi dicembre 2021, venduto a € 1.000 + diritti). In precedenza alla NAC (n. 35, 2006) un esemplare SPL fece € 3.800. Ovviamente in questo come in altri casi, la qualità (almeno sufficiente) in aggiunta alla rarità, determina il prezzo!1 punto
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Magari può essere utile spiegare l'iconografia di questo denario, che rientra come buona parte della monetazione del periodo, nell'ambito dell'autocelebrazione della gens. Le teste al dritto chiamano in causa re Anco Marzio, il più antico illustre membro della famiglia, che era nipote di Numa. Il rovescio rimanda invece ai ludi apollinari (rimedio cultuale alla disfatta di Canne), istituiti oltre che su consultazione dei libri sibillini anche in accordo con antiche profezie, note come Carmina Marciana, scritti secondo la tradizione da un indovino di nome Marcio, anch'esso quindi membro della medesima gens.1 punto
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Diciamo che certezze non ce ne sono ma che è molto più probabile che il timbro sia falso che autentico..1 punto
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Dipende, il timbro pare sia stato posto dopo che la piega si è creata, altrimenti avrebbe dovuto intaccarlo. Ma quando è stato posto? Ipotesi nr.1, il timbro è coevo ed è stato posto su una banconota circolata... possibile Ipotesi nr.2 il timbro è moderno (falso) ed è stato posto su un biglietto circolato solo per aumentarne il suo valore... possibile. Considera che in una prima fase furono usati bolli generici con lo stemma Sabaudo senza iscrizioni, presi fra quelli in dotazione ai reparti miliari. Questo per dire che anche una perizia sul timbro non è sinonimo di certezza. Saluti.1 punto
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Dovrebbe essere una moneta svizzera del Vescovo di Losanna Si legge al rovescio MONETA LAVSANE dovrebbe essere un quarto di Sebastien de Montfaucon..1 punto
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Allora mi provochi! Stupende, complimenti! Quella dei colli lunghi è stata la prima serie dei Savoia pre-unitari che ho completato, con non poca soddisfazione... le conservazioni sono quello che sono e nessuna si avvicina al FDC. Su certi millesimi però anche volendo il FDC semplicemente non esiste. Mi riferisco al 1852 Torino e al 1856 Genova in particolare, che secondo me sono le più difficili, insieme al 1859 Torino, di questo però i FDC ci sono, anche se estremamente rari... uno dei pochi che ho visto è in vendita alla prossima Nomisma Aste #2 (base 15K) Io ri-condivido la mia coppiola di 1859 Torino, quello di sinistra preso in Asta da Montenegro 13 del 2019 (e pagato...), il secondo ex Morton & Eden del 2021 (preso decisamente meglio)... devo sempre decidere quale dei 2 cedere, ma non ci riesco Quello di Montenegro ha rilievi migliori, quello di Morton & Eden ha una patina arricchita dal fumo di Londra di fine 1800, ed è più affascinante. Se qualcuno vuol fare uno scambio con un bel 1838 Torino...1 punto
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Anche io ti consiglio di prenderla non perchè possa costituire un investimento, ma solo se ti piace la moneta. Io l'ho acquistata ed è la preferita della mia collezione Adoro questa moneta per vari motivi...1 punto
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Un non comune esemplare di statere di Caulonia a doppio rilievo, con al diritto Apollo offerente su un cippo con piccolo toro . Sarà il 1 Novembre in vendita BussoPeus 433 al n. 1067 . Unisco la descrizione della tipologia, in H.N.Italy di Rutter al n. 2058 .1 punto
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A mio avviso,si investe solo con l' oro,poi se in cuor tuo sei innamorato di questa moneta e vorresti combaciare anche l ' investimento,è un altro discorso. Ripeto,investir per investir,andrebbe l' oro. Te lo dice chi delle Caravelle è innamorato🤣1 punto
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La numismatica è molto strana nel senso che negli anni si è potuto assistere a delle variazioni di quotazioni fortemente variabili nel tempo dovute sempre alla variante richiesta di mercato e soprattutto questo ha riguardato molto la monetazione della Repubblica. Per quanto riguarda la monete in questione, pensa che si è passati negli ultimi 10 anni da una quotazione intorno ai 10.000 euro ad oggi con una disponibilità sul mercato di circa 5/5500 euro. Parlare di investimento in numismatica e soprattutto per la 500 lire credo che non vi sia una certezza.1 punto
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